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lunedì 11 gennaio 2021

commenti randomici a letture randomiche (74)

non facevo questa cosa dei commenti randomici a letture randomiche da settembre! pensavo molto meno, sarà che - escluso l'ultimo mese più o meno - ho aggiornato pochissimo questo povero blog...
l'ultima volta ho riempito il post di fuffa personale, ma ormai provo grandissima insofferenza per chi scrive robe interminabili sui fatti propri online, quindi evito e passo direttamente ai - come al solito non richiesti - consigli di lettura.

ruby falls

una cittadina di periferia e un vecchio omicidio il cui ricordo è perso nella nebbia della mente di un'anziata signora malata d'alzheimer.
questa è la cornice in cui si muove la storia di lana - nipote dell'anziana signora di cui prima e incapace di tenersi a lungo nessun lavoro per via del suo carattere poco ben visto nell'ambiente provinciale di ruby falls - e della sua fidanzata blair, acrobata che svende la sua arte in patetici club per ometti frustrati.
seguendo il racconto di sua nonna clara e i suoi ricordi confusi, lana riesce in qualche modo a scoprire la verità su un'oscura vicenda di quasi mezzo secolo prima.
la storia di per sé non è molto avvincente, i colpi di scena sono un po' troppo prevedibili e nel complesso non è nulla di indimenticabile ma i disegni di flavia biondi sono talmente belli che alzano la media: blair mi ha più volte fatta dubitare della mia eterosessualità e della mia promessa di non tagliarmi mai più la frangetta troppo corta.
consigliato ai fan di flavia (ann nocenti non la conoscevo prima di ora e quindi non saprei se il livello è più o meno lo stesso delle altre sue storie)

yeti

sono riuscita a recuperarlo finalmente dopo anni che cincischiavo nella versione da edicola (la collana visioni, nel caso vi interessasse su primaedicola al momento si riescono a recuperare tutti i volumi e si riesce a risparmiare qualche cosina rispetto alle edizioni originali), ero incerta se mi fosse piaciuto o meno e anche dopo la lettura sono ancora un po' in dubbio: mi è piaciuto o no? sicuramente mi è piaciuto yeti, il personaggio principale, questo grosso, buffo, tenero e buono gigantesco coso rosa che si esprime in modo strano (dice solo gnù), costretto ad abbandonare la sua valle dopo che la cosiddetta civiltà l'ha trasformata in una discarica.
yeti arriva a parigi, ha difficoltà a trovare un lavoro, a farsi degli amici, a sentirsi a casa. fino a quando non incontra caterina, aspirante fumettista, della quale si innamora a prima vista. con lei e i suoi amici inizierà in qualche modo a provare a far parte di questo mondo nuovo senza però riuscirci del tutto.
yeti ha un'ispirazione autobiografica e si rifà in generale all'esperienza di chi decide di lasciare casa, magari per trasferirsi in una grande metropoli in cui inevitabilmente si sente un pesce fuor d'acqua.
yeti è già nel suo aspetto inadatto alla vita in città: tanto grosso e ingombrante quanto ingenuo, sembra impossibile per lui confondersi tra gli altri.
è facile riconoscersi in yeti (a me basta uscire fuori di casa per sentirmi così, figuriamoci se varcassi la frontiera) e sicuramente l'aspetto migliore di questa sorta di favola realista è proprio le sensazioni che questo personaggio riesce a trasmettere.
però... forse mi aspettavo qualcosa in più? non saprei bene spiegare cosa manca a questa storia, solo che chiuso il volume non mi è rimasto molto a parte l'affetto per questa mega big-bubble.
consigliato? ni, provatelo se siete amanti degli slice of life o se siete lontani da casa e volete consolarvi sapendo di non essere i soli a sentirvi spaesati.

adventure time - beginning of the end


questo qui invece è straconsigliatissimo se siete fan di adventure time, ma dovete cercarlo in inglese visto che quegli scemi di panini non pubblicano più nulla di a.t. da un bel po' e molto probabilmente non pubblicheranno più nulla.
finn si ritrova al cospetto di chronologius rex, signore di tutto il tempo, colpevole di aver infranto una promessa e condannato a essere cancellato dalla storia e di rimanere per l'eternità bloccato nella quarta dimensione. mentre jake, con l'aiuto della principessa gommarosa e tutti gli altri, cerca di salvarlo, finn rivive tutta la sua storia e noi con lui: in beginning of the end ci sono il passato, il presente e alcuni dei possibili futuri di finn e di ooo, si rincontrano tutti (o quasi) i personaggi principali della serie e alla fine ci scappano pure due lacrimucce

giovedì 26 ottobre 2017

la giusta mezura

"ci hanno insegnato questo: ti innamori, sei la luce dei suoi occhi, finisci per arrenderti ai baci perugina e a tutto il resto.
non ci hanno detto niente di quello che c'è dopo."

ed è del dopo che parla questa storia, la giusta mezura, il dopo di mia e manuel, quasi trent'anni, otto dei quali passati insieme, in bilico tra un passato che li tiene ancora prigionieri, tra le mura della casa per studenti nella quale ancora abitano insieme ad altre quattro persone come ai tempi dell'università, e un futuro che sembra irraggiungibile, perso dopo un presente che si dilata all'infinito tra lavori accettati giusto per sbarcare il lunario e abitudini stantie.

e qui troviamo mia: si è appena licenziata dal negozio di scarpe in cui lavorava, dopo aver da tempo rinunciato al sogni di diventare un'artista come voleva, e sa che manuel non la prenderà affatto bene.
ma non è solo il lavoro a farla arrabbiare, mia sente che la vita le va scivolando di dosso, che i sogni sono tanti e il tempo per realizzarli poco. sembra sia passato solo un giorno da quando era una studentessa, solo un giorno da quando si è innamorata di mauel, il dolce sognatore idealista che lavora in pizzeria ma aspira a diventare uno scrittore, da quando tutto sembrava bellissimo come una porta aperta su un mare di possibilità, e adesso tutto è grigio e vischioso come un mostro che la blocca in una vita che non avrebbe voluto, fatta di routine, compromessi e insoddisfazione.

da un lato, mia è affamata di vita e di emozioni, stanca della quotidianità, malinconica quando pensa ai primi tempi con manuel, quando tutto era una scoperta. guarda costantemente indietro, rimpiangendo quello che ha perso, certa che sia per sempre.
dall'altro, manuel ha lo sguardo pragmaticamente rivolto in avanti, forte dei suoi ideali puri come quelli del cavaliere di cui scrive nel suo romanzo le gesta: l'amore che dura per sempre, la felicità dei giorni sempre insieme, il matrimonio, una casa, dei bambini. il mulino bianco, come uno spot che si ripete sempre uguale, senza lacrime né tensioni.

succede qualcosa nella loro vita, qualcosa che cambia irrimediabilmente il loro amore. quand'è che l'amore diventa sopportazione?


flavia biondi da sempre sa parlare dei sentimenti come sanno fare in pochissimi, sa essere delicata senza risparmiare nessun dolore né ai suoi personaggi né ai suoi lettori: ci prende tutti, senza far troppo caso se siamo fatti di carta e inchiostro o carne e sangue, e ci butta in pasto alla vita, raccontandoci che ok, certo che fa male, però è così. e in qualche modo bisogna uscirne vivi.

mia e manuel si amano ma si feriscono, hanno bisogno l'una dell'altro ma si allontanano, lasciano che la malinconia del passato e la paura del futuro rovinino il loro presente, che la voglia di prendersi cura dell'altro gli si ritorca invece contro.
forse sembra poco romantico ma è fisiologico: ecco cosa c'è dopo la felicità e i baci perugina, c'è quel lento disfarsi delle emozioni e la fine che sembra imminente se non si trova insieme il coraggio e la forza di reinventarsi, di capire che due non significa niente, che si è uno più uno, e che non si può solo contare sull'altro, su quello che desideriamo da lui, che le cose cambiano, la vita va avanti e non deve per forza essere tutto rose e fiori o guerra perenne. la guerra bisogna farla insieme e provare a vincerla a tutti i costi.

la loro storia va in parallelo a quella di decimo e ludovica, il racconto nel racconto, il romanzo medievale che manuel scrive a puntate su facebook, fatto di atti eroici e promesse eterne, di principi inviolabili e altre cose irreali come i draghi. e intrecciandosi a questa, la storia di mia e manuel sembra ancora più vera e comune. l'idea di mettere in parallelo finzione e realtà è stata perfetta.

insomma, io lo sapevo che flavia non avrebbe fatto nulla di meno che farmi il cuore a fettine e poi ricucirlo ricamandoci qualche rosellina qua e là, e così è stato.
lo fa ogni volta dai tempi di barba di perle, ma è inevitabile rendersi conto di quanto, in questi pochi anni, sia cresciuta e diventata un'autrice pazzesca, che non ha solo uno stile di disegno unico e sempre più elegante, bello ed espressivo, ma che sa gestire testi, dialoghi e regia ormai a un livello altissimo. e che sopratutto sa scavare a fondo nell'animo delle storie e dei suoi protagonisti, rendendoli veri e vivi, e che partendo da quelle storie e quei protagonisti, sa parlare a chiunque si ritrovi davanti alle sue pagine.


quelli de la giusta mezura - mia e manuel, ma anche tito e la mamma di mia, che sono un po' la voce della coscienza di tutta la storia - sono quel tipo di personaggi che ci mettono poche vignette a diventare persone, di ci affezioni e ti ci rivedi, ti immagini al posto loro, vivi le loro paure e il loro dolore tanto quanto le loro gioie e le loro risate. e non ti sei nemmeno ancora accorta che è da scemi, che il finale è lì, basta saltare le pagine e dare una sbirciata, e invece stai a fare il tifo per la loro felicità.
questo è quello che, puntualmente a ogni libro, flavia ti convince a fare: ti trascina con forza nella sua storia e ti fa anche dimenticare che è solo una storia, che è finto, perché mentre la leggi non puoi che vivere tutto anche tu, o ricordarti di averlo vissuto, o prepararti a quando succederà anche a te, e insomma, ti ritrovi a commuoverti e ad avere le mani sudate.

se ancora non era chiaro, secondo me questo è uno dei libri più belli dell'anno, e se fossi in voi non me lo perderei per nulla al mondo.


per approfondire e scoprire qualcosa in più su la giusta mezura, qui trovate tutti gli altri appuntamenti di oggi in giro per il web:

intervista a flavia biondi ~ mentelocale
anteprima de la giusta mezura ~ bad comics
diretta fb da bologna con flavia biondi ~ read vlog repeat
recensione ~ una banda di cefali

venerdì 27 maggio 2016

le piccole morti

i manticori stanno diventando delle mary sue, qualsiasi cosa facciano non ne sbagliano mai una. tirano fuori un libro più bello dell'altro ogni volta, e io qui ogni volta voglio scrivere un commento serio e invece finisco a fangirlare.


basta, c'ho anche un'età ormai, vorrei fare la persona seria.
però, come faccio a non dire che le piccole morti è fichissimo?
provo con un'analisi più seria e dettagliata (e senza spoiler).

la prima storia è di flavia biondi.
ora, flavia ormai la conoscete, è un'artista incredibile e il suo superpotere è quello di trasformare ogni storia in una botta emozionale che vi toglierà 150 hp, lasciandovi in lacrime a tirare su col naso. potrebbe scrivere della vita sentimentale dei ciottoli su marte, e noi lettori, che non siamo ciottoli e men che mai siamo stati su marte, riusciremmo lo stesso a commuoverci e a immedesimarci nei protagonisti della storia.
quando ho letto che la prima storia raccontava una vicenda abbastanza tragica, quella di una prostituta che si era ritrovata quasi morta per una sessione decisamente esagerata, francamente ho avuto un attimo di panico. questo tipo di storie mi mette angoscia, sopratutto quando sono storie vere (e questa è tratta per l'appunto da un fatto realmente avvenuto), e sopratutto perché provo profonda pena nei confronti delle donne costrette a prostituirsi (non sono affatto d'accordo con chi sostiene che ci si prostituisca per libera scelta o per divertimento), che oltre a vivere una vita insostenibile sono pure oggetto di giudizi moralmente disgustosi (puttana è un'offesa non per niente). insomma, non è facile parlare di questo genere di cose senza correre il rischio di sbagliare.
brian e flavia invece sono stati impeccabili e il personaggio di nobisi, la protagonista della storia, riesce a essere, in sole sedici tavole, profondissimo, dignitoso, tragico.
flavia riesce a disegnare certi volti che mi fanno venire in mente i ritratti di quei fotografi incredibili, quelli che in un solo scatto, in un solo sguardo, mettono a nudo un animo e scuotono il tuo, facendoti vivere per un attimo emozioni alle quali non sai neanche dare un nome.
insomma, un inizio col botto.

subito dopo ivan lodi ci regala un momento incredibile.
ora, non so voi, ma la mia conoscenza all'iconografia del pene si limitava, fino ad adesso, a un range di rappresentazioni che andavano dalle possenti verghe di harmonyana memoria fino ai minuscoli peni marmorei delle statue classiche, passando per le minchie surreali che un mio professore dell'accademia narrava di aver dipinto in gioventù. fino ad adesso, avrei definito un pene in molti modi, ma di certo non avrei mai pensato di usare il termine puccioso.
dopo aver letto storia di una decapitazione, ho cambiato idea. il pene puccioso esiste, è simpatico, carino ed ha avuto la sfortuna di trovarsi attaccato al corpo di un povero idiota. dico sul serio, gli ho proprio voluto bene a quel povero pene.
una storia surreale, tragicomica, di quelle che non sai bene se ridere o piangere, ché la vita è fatta di infiniti attimi di disagio, tra un momento di gioia e uno di profondo dolore, e insomma, potrete pure riempire quaderni e quaderni di massime sull'esistenza e sul senso della vita, ma senza ironia non andate da nessuna parte.

la terza storia è disegnata dalla magica manina di anna ferrari, della quale (l'ho già detto qualche giorno fa, nell'intervista ai manticori che se non avete letto, recuperatela subito qui) adoro oltre ogni limite lo stile di disegno. la sua crescita l'avevo già notata, da sindrome a der krampus, ma qui, con dashi, mi ha davvero colpita (dritto al cuoricino! bum!), mi è piaciuto anche che il tratto sia stato meno pulito di quello a cui ero abituata, l'effetto matita mi è sembrato perfetto per il modo in cui anna disegna, ammorbidendo le forme nette e precise che sono tipiche del suo stile. sensualità a gogò, una buona dose di splatter, tentacoli e insetti. una storia muta e visionaria, surreale e onirica, in cui cibo, sesso e morte si confondono e si scambiano i ruoli. un gioiellino, da sfogliare avanti e indietro per riempirsi gli occhi. l'unica cosa per cui non la perdonerò e che mi ha spinto a cercare i lavori di daikichi amano, un fotografo giapponese a cui la storia è ispirata, e giunta alla foto di una tipa con delle blatte grosse come una mano sulla faccia stavo per svenire.
vanno bene i polpi, va bene il sangue, ok i tentacoli, ma le blatte proprio no.

chiude l'antologia lorenza de luca, con del balletto e della perla rosa, davvero irriverente, del suo patrizio, ovvero, di come un burattinaio mise in imbarazzo un prete bigotto alla presenza di uno stuolo di candidi fanciulli annoiati. adoro le storie in costume di lorenza e vederla alle prese con parrucche boccolose, pizzi e merletti barocchi è stata una vera gioia. altrettanto gioiosa è la narrazione del balletto, dei dissoluti passatempi nobiliari per scacciare la noia e intessere avvincenti relazioni sociali. gioiosa, purtroppo, non è la conclusione della vicenda, né per il povero alberghetti, né per l'anziano burattinaio, stroncato il primo dal troppo piacere, scacciato il secondo dall'opprimente moralità clericale.

ammetto di aver letto il testo con il tono che usano i pupari quando mettono in scena i loro spettacoli, chiedo perdono, ma era troppo divertente per non farlo!

le sceneggiature sono tutte di brian freschi, che ha mostrato, ancora una volta, un'incredibile versatilità, adattandosi in modo perfetto allo stile di ognuno dei quattro disegnatori, e mettendo in risalto i loro punti forti. chapeau.

per tornare alla questione del commento serio, se con le piccole morti i manticori volevano creare qualcosa di più adulto, ci sono riusciti benissimo, senza tradire lo stile che li ha caratterizzati, sia come singoli autori che come collettivo. una bella antologia che ha l'unico difetto di finire troppo presto, ché quando si leggono fumetti così non si vorrebbe finire mai.

per recuperare questo e gli altri libri (sindrometenebre, instrumenta, spineferal children e der krampus), potete contattare i ragazzi del gruppo manticora su facebook, via mail o tramite il loro blog.

venerdì 13 maggio 2016

anteprima: le piccole morti & intervista al gruppo manticora

i manticori stanno tornando con una nuova antologia decisamente diversa (o forse non tanto?) da ciò a cui fino ad adesso ci hanno abituato. all'arf festival di roma, dal 20 al 22 maggio troverete le piccole morti, scritto da brian freschi e disegnato da flavia biondi, ivan lodi, anna ferrari e lorenza de luca.

dal comunicato stampa:
“Una disinibita prostituta dello Zimbabwe. Un ragazzo con un grosso problema alle parti basse. Un fotografo giapponese che prepara una cena indimenticabile. E un vecchio burattinaio sbevazzone che racconta storielle piccanti del settecento. Ad unirli il sentimento più antico della storia. Il desiderio impellente della carne e dell'unione sessuale. La necessità di esprimerla con ogni mezzo. Scelte che diventano tragedie. Il richiamo viscerale dell'amore e quello della morte.”
in attesa di avere tra le mani la mia copia, ho fatto qualche domandina ai ragazzi per conoscere al meglio questo nuovo lavoro... buona lettura!


ciao ragazzi, grazie mille per aver accettato questa cosa che sembra un'intervista. dopo tanto tempo che sul blog parlo di voi ammetto che è emozionante portarvi direttamente qui...

il primo lavoro del collettivo manticora, sindrome, era dedicato a disturbi psicologici, in instrumenta si presentava un mondo distopico in cui il rapporto uomo-macchina non era dei più felici, tenebre è stato un vero e proprio horror, con feral children ci avete presentato gli inquietantissimi bambini selvaggi e qualche mese fa avete ripreso in der krampus una leggenda popolare piuttosto spaventosa. adesso le piccole morti si propone tutto incentrato sull'inscindibile binomio eros e thanatos.
quando come e perché siete passati al lato oscuro?
(Lorenza) In realtà non c'è stato un autentico passaggio al lato oscuro...diciamo piuttosto che ci siamo trovati dentro fin da subito e ci siamo resi conto che l'ambiente era troppo confortevole per uscirne! Come spesso capita le storie che scriviamo riflettono un aspetto della nostra personalità, che in questo caso è la predilizione per i temi disturbanti o morbosi. Per questo motivo sfruttiamo l'autoproduzione per divertirci ed analizzare argomenti che difficilmente porteresti a tavola al pranzo domenicale con i nonni!
brian è il nuovo arrivato nel gruppo manticora. com'è per te sceneggiare storie per disegnatori così diversi tra loro? e com'è per voi disegnatori lavorare su un testo scritto da un'altra persona? (se non sbaglio, fino a feral children non avevate un vero e proprio sceneggiatore nel gruppo)
(Brian) A dire il vero è, senza mezzi termini, un onore avere la possibilità di interfacciarsi con realtà e stili di disegno così agli antipodi. Sono entrato a far parte dello strano mondo del fumetto da meno di due anni e fin dall’inizio il mio primo obbiettivo è stato quello di non limitarmi ad una particolare corrente artistica, ma piuttosto andare in esplorazione di più sfaccettature possibili. È molto stimolante e Manticora è stato il principio di tutto. Sono uno che si annoia facilmente e ho sempre bisogno di azzardare e di cambiare rotta. Questa è forse una delle fortune di essere sceneggiatore: puoi dare vita alle tue storie ogni volta con un tratto visivo diverso. “Le Piccole Morti” è stata per me l’occasione ideale non solo di gettarsi a capofitto in un tema così caratteristico, ma anche di sperimentare e di mettere alla prova me stesso con quattro forme di linguaggio testuale molto distanti fra loro. Quando ho proposto le mie idee ai Manticori, a chi con un genere e a chi con un layout mai affrontati, loro invece di fuggire urlando hanno deciso di prenderla come una sfida, con la giusta dose di curiosità e follia. Anche se sono sicuro che prima o poi mi avveleneranno i maccheroni! In poche parole: mi sono sbellicato, che è l’importante, e sicuramente ci ho guadagnato in esperienza e consapevolezza, che è altrettanto importante. Incontrare questi adorabili sbandati è stata la fortuna più grande!
(Lorenza) Sicuramente lavorare sotto sceneggiatura di un'altra persona è un grandissimo stimolo per qualsiasi disegnatore. Nel caso di Brian siamo stati davvero fortunati perché fin da subito abbiamo capito che era un ragazzo in gamba, con un'ottima capacità di adattarsi alla sensibilità di ciascuno di noi e di lavorare in sinergia per tirare fuori il meglio. 
a chi e come è venuta l'idea per questa nuova antologia?
(Lorenza) Come gran parte delle storie nate sotto lo sguardo benevolente della Manticora non c'è un vero autore dietro, ogni volume ha visto la luce durante un brainstorming collettivo. Anche nel caso delle Piccole Morti lo scenario è stato più o meno lo stesso: serata tranquilla in Tana Manticora, birra, patatine, chiacchiere a briglia sciolta, risate e poi qualcuno che esclama: "Oh, ma vi immaginate di raccontare storie di gente morta facendo sesso?". Da lì a scrivere il fumetto, il passo è breve (più o meno)!
negli ultimi tre anni avete presentato i vostri progetti a lucca c&g, a cadenza annuale. questa volta invece sono passati solo pochi mesi dall'ultima pubblicazione. le piccole morti era già in cantiere e non ci avete detto nulla?
(Lorenza) Subito dopo Lucca Comics abbiamo fatto una riunione per stabilire il piano editoriale del nuovo anno (siamo fumettari, per cui Lucca Comics sancisce il Capodanno dell'anno nel mondo-fumetto :D) e ci siamo detti che sarebbe stato interessante metterci alla prova facendo uscire un volume a primavera. Abbiamo individuato l'ARFestival come l'occasione giusta e ci siamo messi al lavoro, anche se prima di ufficializzare la cosa abbiamo aspettato di avere la certezza di avere un banco nella Self Arf!

come funziona quando iniziate un progetto nuovo? come si sceglie il soggetto collettivo? e come scegliete chi deve disegnare cosa (nel senso, ci sono già i soggetti delle storie e poi vengono affidate ai disegnatori, o si delineano le trame in base allo stile di chi dovrà illustrarle?)
(Lorenza) Prima dell'arrivo di Brian all'interno del gruppo funzionava che una volta individuato il tema principale dell'antologia ciascuno rifletteva su che genere di storia raccontare per interpretarlo. In seguito le cose non sono cambiate più di tanto, si sceglie sempre un tema principale o una linea guida da seguire, dopodicchè lo sceneggiatore propone un soggetto diverso a ciascun disegnatore e se l'idea piace si sviluppa assieme, altrimenti ci si pensa ancora un po' su per trovare la storia che metta d'accordo tutti.
quali sono i prossimi progetti del gruppo manticora?
(Lorenza) Dopo "Le Piccole Morti" stiamo già pensando a cosa proporre per l'edizione 2016 di Lucca C&G. Ancora non abbiamo un'idea definita, ma ci piacerebbe concentrarci su qualcosa di nuovo, trovare una formula che vada un po' oltre la solita antologia che siamo abituati a realizzare! 
e invece quali sono i vostri progetti fuori dalla tana dei manticori?
(Lorenza) Abbiamo tutti i nostri sogni e i nostri progetti nel cassetto! In linea generale ci siamo resi conto che ciascuno di noi sta maturando tantissimo in questi anni e porta avanti il proprio viaggio, per cui è impossibile sapere con certezza cosa ci riserva il domani.
C'è chi ha sempre mille idee per la testa e puoi stare sicura che finito un progetto è subito al lavoro su qualcosa di nuovo, chi ha lasciato il lavoro per inseguire la propria passione, chi naviga a vele spiegate per scrivere una nuova storia, c'è chi sogna una vita placida e senza troppe complicazioni e chi decide di volare dall'altra parte del mondo in cerca di ispirazione.
Insomma, come sempre la risposta migliore ce l'hanno gli anziani, a cui quando chiedi "come va?" loro ti rispondono: "Si tira avanti, che indietro non si può più tornare!"
il caso di instrumenta - spine - tenebre è stato particolare nella vostra produzione: avete realizzato in contemporanea tre titoli anziché un albo unico in cui partecipare tutti. ripeterete l'esperienza (peraltro riuscitissima)
(Lorenza) Quella fu un'occasione per sperimentare un metodo di lavoro diverso, nello specifico abbiamo provato a dividerci in coppie basandoci sulle affinità stilistiche e narrative dei vari autori per provare ad allargare la gamma della nostra offerta con albi più specifici  (il titolo horror, il titolo steampunk/cyberpunk e... Spine!) Sicuramente è stata un'esperienza costruttiva ed interessante, ma difficilmente saremmo in grado di riproporla.
ivan, tu sei un disegnatore che predilige lo stile umoristico. come ti trovi a disegnare storie che hanno tematiche non esattamente comiche? spine è stato uno dei tuoi lavori che ho apprezzato di più, forse proprio perché erano coinvolte meno persone e sei riuscito a esprimerti al meglio o perché la tematica ambientale/animalista ti è più vicina? come riesci a conciliare il tuo stile e quello del gruppo?
(Ivan) Sinceramente non ho una formazione di fumetto alle spalle, quello che so fare l'ho in buona parte appreso lavorando dentro Manticora. Per tale motivo non mi trovo male a lavorare a storie non necessariamente comiche al 100%, diciamo che è un ottimo modo per sperimentare. Riguardo a Spine, semplicemente penso che il volume sia riuscito bene poiché si tratta di una storia abbastanza lunga in cui hanno tempo di comparire vari personaggi interessanti, fa ridere (si spera) ma riserva pure un sacco di mazzate emotive. 
lorenza, per quello che ho visto, tu prediligi il fumetto storico e il fumetto in costume (si può dire?). da cosa viene il tuo interesse per questo genere di ambientazioni? su cosa ti basi per disegnare i personaggi, il loro stile così diverso di volta in volta? e sopratutto, a quando un fumetto tutto tuo?
(Lorenza) Onestamente non sono in grado di stabilire l'origine di questa mia passione...probabilmente devo avere qualche conto in sospeso con qualche mia reincarnazione precedente e adesso sono qui a struggermi per secoli di storia passata che non ho mai vissuto! :D Scherzi a parte, vivo nel presente, ma ho sempre preferito rifugiarmi nel passato o in altri mondi attraverso i fumetti, i libri, il cinema o l'arte, ed è principalmente da essi che traggo ispirazione (da quelli e da quel buco nero di perdizione chiamato Internet).
Per le Piccole Morti, ad esempio, in combutta con Brian ho deciso di ispirarmi liberamente alla sensuale lascivia delle illustrazioni di Venere e Tannhäuser di Aubrey Beardsley, e tutto sommato sono contenta del risultato!
Mi piacerebbe moltissimo realizzare un fumetto tutto mio, ovviamente, ma i tempi non sono ancora maturi...devo prima imparare un po' di auto-disciplina e soprattutto scendere a patti con la scarsa opinione che ho di me stessa! :P
flavia, le tue storie realizzate fuori dalla tana (barba di perle, l'orgoglio di leone, l'importante è finire, la generazione) hanno tematiche completamente diverse da quelle che affronti nelle antologie: sono storie più introspettive e comunque ambientate in contesti più familiari e ordinari.
com'è dividersi tra generi così diversi?
(Flavia) Dividersi è divertente: adoro le storie strane, quelle che sembrano spiate da una serratura. Ho un debole per i temi forti, weird e turbolenti ma, ammetto, che mi trovo più a mio agio nel raccontare storie lunghe, con calma e a "bassa voce". Le antologie di Manticora mi hanno dato la possibilità di lavorare su racconti di poche pagine e mi piace approfittare di questi piccoli spazi gestibili per provare ad sperimentare atmosfere che non avrei il coraggio, ne la bravura, di sostenere in racconto più lungo.
anna, devo confessarti una cosa: per quello che mi riguarda il tuo tratto, particolarissimo, è identificativo delle opere del gruppo manticora, una sorta di colonna portante delle antologie, una di quelle cose a cui non posso rinunciare e che, a inizio lettura, sbircio con estremo piacere pensando ecco, questo è proprio un fumetto dei manticori. me lo chiedo da anni, ma finalmente posso domandarlo anche a te: a quando un progetto solo tuo?
(Anna) Grazie mille Clacca, le tue parole mi hanno davvero molto colpita, sono onorata! :)
Per rispondere alla tua domanda posso dirti che finora non ho avuto modo di dedicarmi ad un progetto interamente mio per vari motivi, primo tra tutti la mancanza di tempo (purtroppo i "lavori veri" full time riducono notevolmente la possibilità di stare seduti al tavolo da disegno). In secondo luogo posso confessare che la particolarità stessa del mio tratto in passato mi ha frenato molto dall'affrontare un progetto personale più esteso. Mi intimoriva avere un segno così diverso che non sapevo gestire e ho sempre avuto difficoltà nell'ideare storie lunghe, quindi non mi sentivo assolutamente in grado di affrontare questa sfida. Le varie antologie manticorine a cui ho partecipato in questi anni sono state un perfetto esercizio di stile e di sperimentazioni, ed è proprio grazie a Manticora che ho acquisito molta più sicurezza nei miei mezzi. L'arrivo di Brian in veste di sceneggiatore è stato infine l'ultimo tassello, mi sono trovata benissimo a lavorare con lui, c'è un sacco di affinità, quindi direi che un progetto disegnato da me e sceneggiato da lui, sia ormai dietro l'angolo!
lazarus, francesco de stena e francesca piscitelli. torneranno in qualche prossima antologia?
(Lorenza) Siamo rimasti in ottimi rapporti con tutti coloro che sono sbocciati sotto l'egida della Manticora, ma ciascuno di loro ha preso la propria strada e a parte saltuarie collaborazioni (disegni-tributo per vari volumi, il supporto "a colori" di Fremo per le copertine) non sappiamo se torneranno in qualche prossima antologia. In ogni caso Manticora è sempre in mutamento, per cui se qualcuno di loro volesse tornare a fare un'incursione autoprodotta la nostra porta è sempre aperta! 
voi fate da sempre fumetti autoprodotti, questo immagino vi abbia permesso di stabilire con i lettori un rapporto molto più diretto e profondo di quanto non sarebbe avvenuto con una casa editrice a fare da tramite. eppure avete sperimentato (penso a flavia e a lorenza, mi auguro di non essermi persa altro) anche il lavoro con gli editori. quali sono i pro e i contro dei due metodi di pubblicazione? e quale preferite?
(Lorenza) Per quello che mi riguarda non ho ancora avuto delle esperienze vere e proprie nel mondo dell'editoria, ma sicuramente fare autoproduzione è stato un metodo utilissimo per capire come funzionano certi meccanismi anche su larga scala. Scrivere, disegnare e stampare un albo interamente realizzato da te e poi provvedere personalmente alla distribuzione girando mezza Italia per le fiere e presentazioni è sicuramente un investimento di tempo e denaro, ma ti dà anche tante soddisfazioni. Il discorso è lo stesso con una casa editrice, con l'unica differenza che nel migliore dei casi c'è un team dietro a lavorare attivamente, il tuo libro ha la probabilità di raggiungere più persone grazie ad una rete di librerie e, si spera, c'è un ritorno economico molto diverso rispetto a quello dell'autoproduzione. Insomma, sono due modi simili di fare la stessa cosa: scrivere storie, pubblicarle e diffonderle il più possibile nel mondo!
ecco, all'inizio ero in panico perché non sapevo cosa dirvi e adesso ho scritto troppo. mi fermo prima di farmi detestare completamente! inboccallupo per l'arf, stracomplimenti per il vostro lavoro (speditemi una copia prima di partire, così sarà per me meno deprimente pensare di essermi persa quest'altra fiera fichissima) baci e abbracci a tutti! e ovviamente grazie mille per aver risposto all'interrogatorio all'intervista!
Grazie a te Clacca, sia per l'intervista che per le tue splendide recensioni. Siamo davvero curiosi di sapere cosa penserai de "Le Piccole Morti"! Un bacio! :D

nell'attesa di avere il fumetto tra le mani, abbiamo un'anteprima di qualche tavola!





lunedì 23 novembre 2015

la generazione

abbandonare il paesello in cui si è nati e cresciuti, sparire da casa dopo un litigio con tuo padre, non avere più contatti con la tua famiglia per anni, tutto per inseguire il tuo grande amore.
e se poi quell'amore finisce? e se non hai più modo di continuare a vivere solo? allora devi tornare, anche se tornare significa convivere con la nonna e tre zie impiccione...


è uscito da pochissimo il nuovo libro di flavia biondi, la generazione, ma io ho avuto la fortuna di poterlo leggere in anticipo (grazie ♥) e di poterci ragionare un po' su. perché rispetto ai suoi lavori precedenti, questo nuovo romanzo mi ha un po' sorpresa, ho dovuto aspettare di digerirlo per bene per poterne parlare. questa volta è stato impossibile un commento di pancia.
anche se rimangono i temi tanto cari a flavia - l'accettazione di sé, i rapporti con gli altri - qui si fa un passo avanti, l'universo narrativo si allarga dalla coppia (avevamo santo e davide in barba di perle, thomas e leone ne l'orgoglio di leone e diana ed edo in l'importante è finire) all'intera famiglia di matteo: le sue zie, sua nonna, sua cugina, suo padre: tutti legati da grandi incomprensioni e una punta di rimorso, ma anche da un profondo, silenzioso affetto.

matteo è un ragazzo chiuso, barricato in sé stesso, spaventato dall'essere giudicato e ancor di più disprezzato dagli altri. ha sempre temuto il dialogo tanto da rifiutarlo, così, quando è praticamente fuggito a milano dal suo amore, non ha nemmeno chiarito con suo padre, convinto che lui non lo avrebbe accettato.
adesso che l'amore è finito, si ritrova a convivere con le sue zie, ognuna, a sua volta con il suo carico di orgoglio, e con la cugina, sara, incinta di una bambina. pian piano, matteo inizierà a rendere la sua permanenza forzata a casa della nonna più tollerabile, proprio grazie a sara: parlare con lei, ascoltare i racconti di quello che era la sua famiglia prima che lui nascesse, durante la sua infanzia, cominceranno ad aprirgli gli occhi su tante cose alle quali non aveva mai neppure pensato. adesso, capire gli altri e capire sé stesso, sarà il vero modo per crescere, per diventare un adulto a tutti gli effetti.

quanto è facile pensare di essere sempre i soli a soffrire? quanto spesso ci convinciamo che per le altre generazioni, quelle che ci hanno preceduto, tutto sia stato più semplice, più lineare, come se chi ci ha cresciuto non abbia mai potuto amare, soffrire, sbagliare o compiere atti di incredibile coraggio? quanto spesso diamo per scontato che gli altri stiano solo lì per giudicarci, quando invece vorrebbero magari solo che fossimo disposti a spiegare, a raccontare?

non voglio fare spoiler perché la generazione è un libro bellissimo, però devo dirlo: flavia mi ha sorpresa ed emozionata. lo fa ogni volta, ogni volta in modo diverso, ogni volta soffermandosi su qualcosa sulla quale forse non riflettiamo mai abbastanza; e questa volta lo fa con una storia dolceamara di una famiglia, che non è un essere unico e indistinto, ma un insieme di persone e delle loro storie, dei loro sbagli, delle loro paure, delle incomprensioni e dell'infinito amore con cui, anche a volte in modo silenzioso, hanno saputo crescere la generazione successiva.

martedì 27 ottobre 2015

shopping list di lucca - ovvero consigli per gli acquisti (secondo me) per chi ci andrà - seconda edizione

l'avevo fatto anche l'anno scorso (qui), e dato che sono mesi che sto in fibrillazione per tutte le meraviglie che ci saranno a lucca (siiigh. nemmeno quest'anno!) volevo rifare la listona dei (miei) consigli per gli acquisti per chi ci andrà (vi odio!)

ps. mancano un paio di cover, ma le inserirò non appena saranno visibili sui siti dei rispettivi editori.


 • disney • 

un saaacco di roba.
già all'etna comics mi avevano praticamente dissanguata allo stand di topolino, ma neanche qui si scherza!

dunque dunque... cominciamo con una attesissima (almeno per me!) ristampa: mickey mouse mystery magazine che verrà ripubblicato in due volumoni cartonati al modico (coff!) costo di 35€ ciascuno... una bella sommetta, c'è poco da dire, ma personalmente sono contenta, è una delle poche serie (tra i vari spillati disney) che mi manca, quindi pazienza per il mega prezzo, oltretutto considerando le dimensioni del volume, il fatto che sarà cartonato eccetera... insomma, ce li vale!

per le limited de luxe edition ci sono due nuovi titoli: pk - gli argini del tempo (il secondo volume dopo potere e potenza), che è un must senza se e senza ma, e topolino e pippo on the road, pubblicata qualche mese fa sul topo, davvero meritevole per chi se la fosse persa.

  

poi, finalmente!, la tanto vociferata pink edition, dedicata immancabilmente a silvia ziche (e marco bosco). manco a dirlo, ho tutte le storie pubblicate in questo volume sparse qua e là tra ristampe varie e topolino, ma non ho intenzione di perdermi un volume di questa serie, ergo sarà mio!
adesso sono davvero curiosa di sapere a quale autore sarà dedicato il prossimo volume...

imperdibile anche il numero di topolino che uscirà in concomitanza con la fiera, il numero 3127 del 28 ottobre, che a lucca - e in fumetteria - sarà presente anche con una variant cover luminescente. ci saranno tre storie scritte da sio (che non mi piace poi tanto a dire il vero, ma sono curiosa di vedere cosa tirerà fuori per l'occasione) disegnate rispettivamente da silvia ziche, corrado mastantuono e stefano intini, una storia del meraviglioso duo casty/faccini e il prologo - di cinque pagine - de il raggio nero, sceneggiato da francesco artibani e disegnato da lorenzo pastrovicchio.

 

 • autoproduzioni • 

assolutamente mio der krampus, l'immancabile volume del gruppo manticora, ormai è l'appuntamento fisso di ogni lucca c&g, ed è uno dei titoli che attendo con più impazienza. se non li conoscete ancora potete leggere le recensioni di sindrome, spine, tenebre, instrumenta e feral children. e ovviamente il consiglio è di recuperare anche questi!

scoperta recente: l'artbook collettivo autoprodotto folksfool, il cui ricavato andrà interamente in beneficenza per la cura e la salvaguardia delle tartarughe marine di lampedusa. ne ho già parlato più dettagliatamente qui.


altra autoproduzione scoperta per caso è ferea, pubblicata da nyesis, nick dietro il quale lavorano due bravissime artiste, sara fabrizi ed elisa l. cross. ferea è una fanzine che contiene racers, il loro fumetto - che ho trovato per caso cazzeggiando su fb e mi è piaciuto tanto - e le loro light novels (delle quali però non so nulla). quest'anno a lucca viene presentato il terzo volume, io ne approfitto (grazie a mel-chan!) per recuperarli tutti e tre!

infine vi consiglio ancora una volta miss hall, di giulia adragna, ne avevo già parlato qui e qui, a lucca troverete entrambi i volumi (e sono belli bellissimi!)

 

 • graphic novel e altre cose interessanti • 

finalmente esce anche un ex è per sempre, il nuovo libro di silvia ziche! durante agosto e settembre aveva pubblicato dei post sul suo blog con qualche notizia e foto dei lavori in corso e non si era sicuri che sarebbe riuscita a finire in tempo per lucca, e invece ce l'ha fatta! siiigh! sapete quanto amo questa donna!

per quello che riguarda bao publishing, la mia lista desideri comprende buona parte del loro catalogo, ma a questo giro mi limiterò a prendere il nuovo libro di flavia biondi (sì, fa parte dei manticori!) la generazione, che aspetto da mesi e mesi! flavia è una delle mie autrici italiane preferite, oltre ai lavori pubblicati con il gruppo manticora, vi suggerisco di recuperare barba di perle (che amo follemente), l'orgoglio di leone e l'importante è finire, tutti e tre editi da renbooks.

inoltre torna lùmina, con un nuovo albo, world of lumina - shani 1, definito sidequel, ovvero un mix tra una side-story e un prequel, un volume di 52 pagine, realizzato da tre ragazzi della scuola del fumetto di palermo e quella di milano (sceneggiatura: maurizio carnago, disegni: paola amormino, colori: lorenzo lanfranconi), su soggetto di linda cavallini e emanuele tenderini, pubblicato da tatai lab e coprodotto da grafimated cartoon, per il costo di 3,50€. sarà disponibile in fiera e successivamente, grazie a manicomix, verrà distribuito anche nel circuito delle fumetterie (sperando ci diano un elenco preciso delle fumetterie... già mi vedo a sclerare con i preordini, mi sa che faccio prima a farmelo spedire!)
la recensione del primo volume di lùmina la trovate qui!


 

per edizioni bd poi ci sarà in anteprima il terzo volumetto di my little pony: friendship is magic, e finalmente direi, visto che il secondo era stato pubblicato a maggio dello scorso anno! qui avevo scritto due parole sul primo numero della serie, presentato a lucca due anni fa.
sapete che io amo follemente mlp, non posso perdermelo per nulla al mondo, anche se plausibilmente aspetterò di trovarlo in libreria o online per acquistarlo...
c'è anche il secondo volume de le microavventure! il tutto con la solita dose di cover variant, queste sono quelle che piacciono a me:


shockdom presenterà a lucca il primo volume di 4'o clock, una trilogia scritta e disegnata da fiore manni (non so se qualcuno ha mai visto camilla store, io ne ho guardicchiato qualche puntata e - sarà perché sono forever young - mi piaceva! tutto questo per dirvi che fiore è la presentatrice...). 4'o clock racconta una storia ambientata nell'inghilterra vittoriana (e per ora con queste ambientazioni pare che ci andiamo a nozze! oltre che i post su miss hall, che vi ho linkato sopra, qui e qui potete leggere qualcosa a proposito di risenfall), che parla di due gemelli dotati di uno straordinario talento musicale e di un misterioso violinista... qui trovate informazioni in più, manco a dirlo a me ispira molto e spero di recuperarlo presto (se non a lucca il prima possibile su ibs, insieme a cotton tales, sempre di shockdom, dietro al quale rosico già da un po'...)

sempre per bd, nella collana psycho pop, esce in real life, un graphic novel che parla di una ragazzina, appassionata di videogiochi, che si ritrova a scoprire e a confrontarsi con le realtà politiche ed economiche che stanno dietro ai videogiochi stessi. ma parla anche d'amicizia, d'avventura... e poi ha dei disegni che mi piacciono tantissimo. non so quando sarà disponibile in libreria, ma se fossi in voi, darei un'occhiata allo stand...


poooi il secondo volume di hadez per denti blu. trovate qui e qui le recensioni della vecchia edizione autoprodotta (ma ovviamente vi consiglio di recuperare l'edizione nuova!)

ne approfitterò pure per recuperare bandierine, tutta una storia di resistenze, uscito ad aprile. una delle autrici è lorenza de luca, che fa parte del sopracitato gruppo manticora, ed è da mesi che vorrei leggerlo!


e per la serie torniamo adolescenti, ricordatevi la nuova edizione di monster allergy edita da tunué (di cui ho parlato qui!). io - che ovviamente ho i primi ventinove albetti - comprerò solo il 30° episodio, quello finale e ovviamente inedito, che uscirà in libreria intorno a natale, ma che sarà disponibile in anteprima a lucca! in più ci sarà il volumetto aspettando monster allergy, che è già uscito da qualche tempo, libretto "introduttivo" alla serie, con la prefazione del direttore editoriale di tunué, una ministoria inedita che funzionerà come una specie di prologo alla storia che già conosciamo e la geografia dei luoghi in cui si svolgono le vicende di zick ed elena. vi ricordo che costa soltanto un euro e verrà stampato in edizione regular e tre variant. se per caso avete la serie vecchia e la memoria corta, sappiate che le tre copertine variant sono presenti tra quelle dei vecchi spillati!


in ultimo, visto  magari lo sapete già, ma renbooks ha aperto (dal 12 ottobre) i preordini per alcuni titoli di prossima pubblicazione, tra i quali - che sono quelli che vorrei prendere io, che mi ispirano tanto - karmapolis, che troverete in anteprima a lucca, e up all night, del quale vi ho anticipato qualche cosa qui.
acquistandoli entro la data di conclusione della fiera, verranno spediti a novembre senza spese di spedizione. qui tutte le informazioni più dettagliate e l'elenco completo dei titoli che potete preordinare.



e... questo è tutto. il che mi fa venire i brividi perché è davvero tantissima roba, dovrò praticamente vendermi un rene per poter acquistare tutto (e credo che difficilmente riuscirò a recuperare tutto prima di natale) ma sono davvero esaltatissima, non vedo l'ora di mettere le mani su tutte queste cose!

per quello che riguarda le conferenze sulle novità del 2016, spero in nuovi annunci interessanti, sinceramente non vedo l'ora e so già che passerò i giorni della fiera e disintegrare il tasto f5 sui vari siti in cui verranno pubblicate le news.
le mie speranze si focalizzano sull'omnia di don rosa di cui tanto si è parlato sui social negli ultimi mesi, nuovi titoli per la serie definitive collection della disney, magari un paio di titoli manga interessanti (i miei sogni son sempre quelli: la yoshida, la shimizu e quiet country café, senza parlare della ripresa di tutta la roba jpop/gp sospesa, santa paletta, vorrei poter finire lindbergh! e vedere gli altri numeri de il mondo di ran e nina stardust e e e) pubblicati da case editrici degne di questo nome, i soliti immancabili shoujo smielosi (maki usami? dai, avete pubblicato praticamente quasi tutto di lei! mancano pochissimi volumetti! senza parlare del nuovo manga di io sakisaka... e un sacco di altra bella roba) e magari mezzo catalogo soleil (venusdea e collection métamorphose nella loro quasi totalità).

e voi? sapete già cosa acquistare? la mia lista vi ha dato degli spunti? sperate in qualche annuncio in particolare?

lunedì 12 ottobre 2015

l'importante è finire

da poco sono arrivate, a chi le ha preordinate nel lontano aprile, le copie di l'importante è finire, uno dei primi lavori di flavia biondi, antecedente al suo barba di perle.

si sa, quando si ha davanti un'opera degli inizi, spesso si teme di imbattersi in qualcosa di troppo immaturo, e magari lo si compra con una buona dose di scetticismo e spesso solo per affetto nei confronti dell'autore.
ma quando si parla di una come flavia biondi, beh, il rischio non si corre. prima di ogni cosa, posso solo dire che è l'importante è finire è un gioiellino. e che se non l'avete preordinato nel lontano aprile, provate comunque a reperirlo, perché ne vale davvero la pena.

i due protagonisti della storia sono diana ed edo, una giovane coppia in crisi: lui ha abbandonato la carriera di pittore per diventare un tatuatore (nonostante, stranamente, non abbia neanche un tatuaggio) mentre lei ha appena iniziato a lavorare come illustratrice per bambini.
proprio da quando diana ha cominciato questo nuovo lavoro, i rapporti tra lei ed edo hanno preso a farsi difficili e tesi, manca il dialogo e comincia a scarseggiare persino l'amore.
nella mente di edo inizia a farsi strada l'idea che diana abbia un altro, ma per uno come lui, che si allontana da quelli che con disprezzo chiama froci persino se li incrocia per strada, accettare l'idea che diana possa avere una relazione con una donna è assolutamente impensabile. eppure...

in questa storia sono presenti i temi cari a flavia che abbiamo già trovato nelle altre opere pubblicate da renbooks: l'accettazione di sé e della propria sessualità e la conseguente difficoltà di rapportarsi con gli altri.
un ragazzo che si chiede perché la sua donna sia diventata omosessuale, sentendosi ancora più frustrato che se fosse stato tradito con un altro uomo, una ragazza che si interroga su cosa le sta succedendo, su quale sia la sua vera natura, su cosa cambia quando si ama un'altra donna.
c'è una frase, bellissima, che dice così: ma è davvero così importante saperlo (se si è gay n.d.a.)? non puoi semplicemente limitarti a stare con chi ami?
ecco, sono queste le cose che mi spiazzano quando leggo un fumetto di flavia. le parole arrivano dritte al cuore e si conficcano come frecce, e da lì non te le scolli più.

dopo le loro litigate, edo e diana compaiono nudi, in un nulla pieno di neve candida. è una rappresentazione perfetta di come ci si sente quando qualcuno che si ama ti fa del male: senza nessuna protezione, senza nessuno schermo né rifugio, ad accusare i colpi. neanche se avesse usato pagine e pagine per descrivere le loro emozioni, sarebbe riuscita a esprimere meglio qualcosa di così difficile.

graficamente un po' acerbo, lo stile di flavia è comunque riconoscibilissimo, e sempre molto espressivo, e nella parte conclusiva della storia è già molto più simile a quello che poi vedremo in barba di perle, l'orgoglio di leone e i suoi altri lavori.
anche se la storia rientra pienamente nella tematica lgbt, gli spunti di riflessione sono, come sempre, universali: l'amore quando finisce, quando si deve dire addio o quando si è costretti ad ascoltarlo, l'amore quando nasce e non riusciamo ad accettarlo, l'incapacità di dare ascolto ai nostri desideri più di quando non diamo ascolto a quello che le regole ci dicono di desiderare. siamo creature complicate, difficili, che spesso, per paura di ferirsi e di ferire, riescono a far ancora più male di quello che vorrebbero evitare. ma siamo sopratutto creature che, in un modo o nell'altro, dopo il dolore, la confusione e tutto il resto, riescono a rimettersi in sesto e diventare più forti di prima. e quindi se la vita e l'amore sono i due massimi casini dell'universo, una speranza di essere felici l'abbiamo comunque.

comunque, anche se mi ha portato a sproloquiare (cosa che faccio spesso quando leggo qualcosa di così coinvolgente e bello), questo libro è pura poesia. quindi abbiatelo!

ps. magari voi lo sapevate già, ma l'importante è finire è il titolo di una canzone di mina del 1975, perfetta colonna sonora della storia di diana ed edo, entrambi appassionati delle dive della canzone italiana.

martedì 11 novembre 2014

acquisti da lucca - parte I

e dunque è arrivato il momento di scrivere qualche post sugli acquisti di lucca... ogni volta mi viene un po' l'ansia, mi sembra che ci sia troppa attesa, oserei dire davvero immeritata considerando chi scrive... ma ok, niente ansia da prestazione. io ci provo.

il primo volumetto che ho divorato, ma che avevo già letto, è i colori del vicino di giulio macaione, spin-off dell'adoratissimo ofelia
è un fumettino semplice e abbastanza fuori dal comune per la sua impostazione: pagine orientate in orizzontale e inquadratura fissa per quasi tutta la storia su due balconi vicini.
i protagonisti della storia sono gaspare, il cugino di ofelia, e andrea, al loro primo e forse un po' imbarazzante incontro. gaspare è rimasto chiuso nell'appartamento di un qualche ex, in compagnia dell'adorabile gustavo, un gatto ciccione con la faccia arrabbiata (mi ricorda tanto camillina mia ) e non si accorge che nel balcone accanto qualcuno sta ascoltando il suo litigio telefonico.
i due iniziano a chiacchierare e tra un cornetto e l'altro... beh, chi ha letto ofelia e li ha visti insieme, sa bene come va a finire la storia!

in definitiva i colori del vicino è una storia tanto ordinaria quanto fantastica, come ogni volta che nasce un nuovo amore e si vede il proprio mondo tingersi di colori nuovi.
quindi rinnovo i miei complimenti a giulio e ai ragazzi di renbooks. bravi bravi tutti, continuate così!

il secondo, della stessa casa editrice ma di toni decisamente diversi, è l'orgoglio di leone, della bravissima flavia biondi, che torna con un volume tutto suo dopo barba di perle, uscito ormai quasi un paio di anni fa.
come per il suo precedente lavoro, anche qui flavia parla della difficoltà di accettare la propria omosessualità, ma questa volta il protagonista non è un ragazzo fragile e insicuro come santo, ma un uomo in carriera, arrogante, sicuro di sé - almeno in apparenza - che vive di appuntamenti con sconosciuti agganciati su internet e con un rapporto di facciata con una ragazza che non ama neanche un po'.
ecco chi è thomas, preoccupato di apparire forte e di conquistare la meritata promozione che lo manderà finalmente a lavorare a milano, desideroso di sfuggire il più a lungo possibile all'inevitabile matrimonio con caterina.
nonostante il suo hobby del venerdì, thomas riesce a gestire la sua vita nel migliore dei modi, nasconde per bene la propria omosessualità certo che eventualmente rischierebbe di perdere prestigio e rispettabilità agli occhi dei colleghi e del resto del mondo in generale.
ma quando uno dei suoi appuntamenti al buio lo spinge tra le braccia di leone, inizia una serie di eventi che lo metteranno alla prova e lo costringeranno a riflettere sui suoi veri desideri, sull'amore, sulla vita.
cosa deve fare allora? continuare a fingere, sposarsi e diventare padre, passare da un ragazzo all'altro senza neanche rivelare il suo nome, ostentare un'esistenza che non gli appartiene davvero... e a beneficio di cosa poi? leone arriva come un uragano, si innamora di thomas e lo scuote profondamente. il suo orgoglio non è fatto di abiti costosi, lavori importanti o macchine di lusso. il suo è l'orgoglio di chi accetta i propri desideri e vive la vita che desidera, senza aver paura delle conseguenze, dei giudizi, delle ferite. leone ha la saggezza di chi si è scontrato mille volte contro il muro del rifiuto e nonostante tutto continua a camminare a testa alta verso la sua felicità, pieno dell'unica cosa che conta: la sincerità nei confronti di sé stesso e degli altri.

come fa non lo so, ma flavia ogni volta tocca sempre i punti più profondi e delicati dell'animo di chiunque legge le sue storie. una frase di leone poi è talmente bella che, perdonatemi, ma devo citarla per forza.
"non penso che l'amore sia dolce e carino. penso che ci vogliano le palle per viverlo. le persone all'inizio hanno solo la passione. il casino viene dopo, quando conosci bene l'altro, quando ti accorgi che lui è misero quanto te. che non ti salverà dalla solitudine.
non so come le persone sopravvivano a tutto questo. ma ci sono innamorati che lo accettano e restano insieme.
quello che abbiamo noi non è niente di tutto ciò, ma vorrei comunque restare qui il più a lungo possibile."
insomma, per me flavia ha vinto di nuovo. è davvero difficile trovare qualcuno che sa raccontare così bene storie che riescono a far rispecchiare l'animo di qualunque lettore, che sia gay, etero, innamorato o no, orgoglioso come leone o incasinato come santo.
e poi, anche questa volta, i disegni sono bellissimi, più sicuri e maturi rispetto a barba di perle, espressivi ed eleganti. adoro il suo stile! brava, bravissima!

e per chiudere in bellezza (domani però c'è la seconda parte del post!) un annuncio fresco fresco da bao publishing: nel 2015 pubblicheranno un nuovo libro di flavia, la generazione, nella collana le città viste dall'alto.
quanto sono felice? quanto?
complimenti a flavia e a bao! non vedo l'ora di leggere questo nuovo lavoro!

cliff - la mascotte di bao publishing - disegnato da flavia biondi