due anni fa scrivevo dell'entusiasmo che anticipava l'uscita del
settimo episodio, il primo che avrei visto al cinema (ammetto di aver scoperto star wars dopo la trilogia prequel), della scarsa sopportazione che avevo per tutte le critiche fatte ancor prima che il film uscisse e poi per tutti quelli che
ma non è come i primi film ergo non è star wars, roba che ogni volta ormai da tre anni mi fa impazzire dai nervi: ma davvero? siete sicuri sicuri che questo non sia star wars? esattamente, cosa avete visto nei primi tre film che a me è mancato? il tizio cattivissimo che è cattivissimo perché corrotto dal lato oscuro della forza? il ragazzino che non ha mai preso in mano una spada laser o pilotato un'ala x che dopo mezz'ora diventa il jedi più potente di tutti? gli animaletti buffi e carini? il vecchio maestro jedi che ha sbagliato, fallito? le scenette comiche (che non facevano nemmeno troppo ridere)? era davvero tutto così perfetto? no, credetemi, adoro quei film, ma no, non sono nemmeno lontanamente perfetti. mi sa che il vero, enorme problema è che troppa gente ormai ha deciso di entrare al cinema con la voglia di lamentarsi di tutto, per poi raccontarlo su qualsiasi piattaforma, senza peraltro aggiungere nulla alle lamentele e spesso alle parolacce.
ma se vi piace così, allora va bene, pace a voi, mi spiace un sacco perché vi perdete tutto il divertimento.
torniamo a episodio VIII ~ gli ultimi jedi: devo ammettere che ho dovuto vederlo due volte per apprezzarlo appieno. dopo la prima visione ero vagamente confusa, non avevo colto parecchi dettagli che poi sono fondamentali e non avevo fatto tutti i giusti collegamenti, non ero riuscita a capire tutte le scene che svelavano prima le risposte che aspettavo tanto e che venivano date dopo.
il mio enorme problema non era essere entrata al cinema chiedendomi se questo star wars sarebbe stato abbastanza star wars, ma se avrei finalmente capito come era andata avanti la vicenda degli skywalker durante i trent'anni che intercorrono tra il ritorno dello jedi e il risveglio della forza.
per me tutto ruotava intorno a rey e luke, al loro legame, a cosa sarebbe successo adesso che si erano incontrati di nuovo.
ecco, lezione numero uno: non siate tanto arroganti da credere che le vostre fanfic mentali siano migliori di quanto sappiano scrivere dei professionisti, perché al 99% vi sbagliate. lasciatevi condurre dalla storia, fatevene stupire e non sarete delusi.
io l'ho fatto alla seconda visione e ho scoperto che questo film è strepitoso.
lezione numero due: star wars non è la storia degli skywalker, lo abbiamo pensato dopo la trilogia prequel, che pure tanto sta sulle palle ai puristi che
vanno benissimo gli orsetti teneri che sconfiggono gli imperiali con le cerbottane ma il percorso psicologico che sta alla base di uno dei migliori villain del mondo no. è la storia di una galassia lontana lontana e delle forse del bene e del male che si scontrano cercando di prevalere una sull'altra, incarnate dagli uomini che non vivono abbastanza da sopravvivere a questa lotta eterna. un tempo è toccato agli skywalker, ma altri sono stati gli eroi prima di loro (e già
rogue one aveva parlato chiaro), altri saranno dopo di loro.
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uno dei bellissimi scatti che annie leibovitz ha realizzato per vanity fair |
gli ultimi jedi inizia, come è tradizione che sia, con una battaglia stellare, a suon di raggi laser ed esplosioni, con piloti coraggiosi ed eroici che finalmente vengono considerati per quello che sono: uomini e donne (e qualsiasi sia l'equivalente per le razze non umane) disposti a dare la loro vita per i valori in cui credono, quelli della ribellione.
ne avevamo visti fin troppi piloti morire in un lampo durante queste battaglie, dimenticati un attimo dopo, come se la loro esistenza non valesse nulla. adesso finalmente viene loro riconosciuto un valore, nel primo di tanti momenti amari con uno di quei personaggi che incarnano lo spirito stesso di star wars: la per-noi-sempre-principessa leia, generale delle forze ribelli, saggia, potente, con gli occhi stanchi di una vita di battaglie eppure sempre in prima linea contro il lato oscuro, nonostante tutto quello che le costi a livello personale.
leia è, fin dal primo momento, così grandiosa che possiamo perdonarle persino la più kitch delle scene di tutto il film (e speriamo di tutta la trilogia, anche perché peggio di questa la vedo veramente difficile).
e a noi, che già al primo momento in cui viene inquadrata tocca trattenere le lacrime consapevoli che questo è l'ultimo film in cui apparirà, non rimane che smorzare l'entusiasmo di una disperata e spettacolare missione in qualche modo compiuta e renderci conto che sì, sono passati trent'anni, siamo cresciuti tutti ed è ora di renderci conto che dietro ogni booom c'è una storia che si spegne.
nel frattempo andiamo finalmente all'incontro più atteso degli ultimi due anni: rey porge la spada a luke, lui la guarda in silenzio. in quei pochi attimi, i cervellini di fan stanno lavorando freneticamente sulle possibili mille trame che si originano da questo momento, fantastichiamo di riconoscimenti, di riunioni familiari, di esplosioni di entusiastico eroismo e invece ci dobbiamo accontentare del più scazzato dei luke skywalker possibili, che soppesa la spada in mano come se fosse l'ultimo dei rottami e la scaglia alle sue spalle, andandosene via senza una parola (e mettendo in pericolo un paio di curiosi polletti dall'aspetto adorabile che stavano per accenderla incautamente).
niente, niente di tutto quello che avevamo immaginato fino ad adesso è accaduto, ed è ovvio sentirci spaesati tanto quanto rey. alla poveretta, con la quale luke praticamente si rifiuta di parlare (sarebbe stato un grandissimo campione al gioco del silenzio), non rimane che seguirlo durante le sue giornate fatte di una routine che a tratti è decisamente spettacolare (la pesca con quella sorta di mega arpione farebbe impallidire qualsiasi capitano achab), fino al momento in cui qualcosa - la forza? - non la richiama verso un vecchio albero secco, nel cui tronco cavo trova degli antichissimi libri. lì finalmente luke decide di capirne qualcosa di più su questa ragazza che la ribellione ha chiamato per convincerlo ad aiutarli.
sembra fermo nella sua decisione: i jedi devono scomparire, sono troppo pericolosi e lui non ha nessuna intenzione di addestrarne di nuovi, ha già fallito con ben, ha ferito leia, ha ferito han, ha dato al lato oscuro un uomo di eccezionale potenza, ha peccato di presunzione, lui che era riuscito a convertire persino darth vader, che l'aveva redento a un passo dalla morte, lui ha segnato il destino di suo nipote. convinto da rey che la colpa non è sua, ma di kylo ren, decide di addestrarla.
lezione numero tre: la forza non appartiene esclusivamente ai jedi, sticazzi dei midichlorian, quella dei jedi è una religione. gioia massima per i fan della vecchia serie, ammesso e non concesso che, troppo presi dal criticare tutto, l'abbiano capito.
se a noi l'addestramento di rey conferma quello che sapevamo già, che è potente nella forza, in luke scatena il panico: solo una volta ha visto qualcuno usare la forza come lei, e quella volta è stato ben solo. ricordatevi la lezione numero uno e frenate gli entusiasmi.
inutile raccontarvi tutto il film, anche perché se state leggendo questo papiro pieno di spoiler siete dei pazzi, passiamo direttamente a un paio di cose fondamentali su kylo ren e rey: quando anakin viene corrotto dal lato oscuro, il suo maestro non se ne accorge e non riesce poi a salvarlo, ma quando è ben solo a essere tentato da lord snoke, è proprio l'eccesso di zelo di luke, sicuro che il ragazzo non possa essere redento, a portarlo a diventare kylo ren, tradendo la sua fiducia e provando a ucciderlo nel sonno. insomma, è stato luke a creare kylo, anche se fino a ora non l'ha ammesso.
tra kylo ren e rey si instaura un rapporto molto particolare, che ricorda quello tra luke e leia. in quale modo, i due sono connessi dalla forza, riescono a vedersi, parlarsi e - in una delle scene più belle del film - a toccarsi. non è chiarissimo il tipo di legame tra loro, ma sembra chiaro che ben, separato dai genitori, tradito da zio e maestro, in collisione con lord snoke - con cui non c'è certo il rapporto di mutuo bisogno che c'era stato tra darth sidius e darth vader - e perennemente circondato da idioti, veda per qualche ragione - ok, smettiamola, io li shippo tantissimo dall'episodio VII, ho bisogno che finiscano insieme anche se questo va contro ogni ragionevole aspettativa - in rey l'unica compagna possibile (tu non si nessuno. ma non per me e subito dopo il rumore del mio piccolo cuoricino di fangirl che esplode). lei invece, è sicura di poterlo portare al lato chiaro della forza, di redimerlo, di farlo combattere nella resistenza al fianco di leia - anche questo, avrei potuto piangere tutte le mie lacrime di gioia - certa di aver visto qualcosa di buono in lui.
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*internally screaming* |
bellissima e un po' claustrofobica la scena in cui rey, richiamata in qualche modo nella parte oscura dell'isola, si perde in una sorta di gioco di specchi che diventa quasi una metafora del suo ruolo in questa storia, quello che poco più avanti kylo ren avrebbe chiarito brutalmente.
in un cerchio infinito di rey che si estende in avanti e indietro, come un loop temporale in cui lei è inizio e fine di se stessa, rey comprende che quello che sta cercando, quelle radici che la aiutino a comprendere qual è il suo posto nella galassia, perché a lei e non a qualcun altro è toccato di vivere tutto questo, l'unica risposta è il suo stesso volto.
rey non è una skywalker, non si origina da una sorta di leggenda, da una profezia, non c'è nulla di già deciso prima di lei che la riguarda. è solo se stessa, senza un passato alle spalle e senza altro che la aspetti che non dipenda da lei.
anche se nel frattempo poe dameron, finn e un nuovo personaggio - rose - stanno cercando di risolvere il grandissimo nuovo problema della resistenza (questa volta niente morte nera o simili da far esplodere, devono introdursi sull'ammiraglia nemica e disattivare un tracciatore che non permette alle navi ribelli, ormai decimate e a secco di carburante, di scappare) che ha qualcosa di pazzo ed epico come ce l'aveva la missione quasi suicida di luke, e poi quella della base starkiller ma che almeno per questa volta, va in modo in po' più veritiero, e anche se grazie a loro ci viene finalmente presentato il vero - o almeno uno dei veri - motivo della guerra, ovvero il fruttuoso commercio di armi che sta dietro i grandi valori di cui ribelli e primo ordine si fanno portavoce, e ci viene ricordato che gente come han solo si incontra una volta sola anche nell'arco di varie generazioni, e che i criminali solitamente non rischiano la loro vita per pace, giustizia e libertà, kylo ren e rey rimangono, probabilmente perché più legati all'aspetto mistico della forza che alle questioni politico-militari, al centro di tutta l'attenzione e di tutti i dubbi.
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le intenzioni erano anche buone, eh, ma... |
sicura delle sue idee, e dopo aver capito che luke non se ne andrà via dall'isola ad aiutare la resistenza, rey si reca direttamente da kylo ren, sulla stessa nave di lord snoke, e kylo la conduce, come richiesto, davanti al leader supremo.
la scena è parecchio simile a quella in cui luke si trova davanti all'imperatore, condotto da darth vader, così simile che ci aspetteremmo che le speranze di rey si realizzino.
personalmente ho trovato la sequenza che segue tra le più epiche di tutto il film, sicuramente la mia preferita: confondendo la mente di snoke con un giochino semplicissimo e geniale, kylo riesce a ucciderlo, sconfiggendo poi con rey le guardie rosse in una serie di duelli spettacolari. alla fine, rey è convinta di averlo realmente portato dalla sua parte, ma il vero obiettivo di kylo ren è un altro: distruggere il vecchio stato delle cose, annullare jedi, sith, ribelli, primo ordine, ogni cosa, e costituire un nuovo ordine nella galassia.
è stato solo per pochi secondi ma sono saltata su dalla sedia.
lo so che ai fan puristi di star wars non piace nulla che non sia quello che già abbiamo visto, ma io sono per i grandi sconvolgimenti: lo stesso equilibrio che c'è in kylo ren tra luce e oscurità poteva risolvere questa assurda guerra tra due schieramenti semplicemente lasciando che a governare la galassia non fossero due forze contrapposte ma un'unica forza in grado di gestire entrambi gli aspetti del reale, senza assoluti che possano ancora giustificare un protrarsi del conflitto.
certo, così finisce tutto il senso di star wars stesso, ma poteva essere l'inizio di qualcosa di nuovo, certamente è qualcosa che dovrà essere risolto nel prossimo film perché in questo rey non prova neppure a capire cosa le offre il suo - ormai è chiaro - speculare.
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mai subito tanto il fascino del lato oscuro... |
rey dunque va via e torna dai ribelli, che nel frattempo sono stati pesantemente decimati, dopo che la missione di finn e rose è fallita, che leia - ferita - ha dovuto lasciare il comando al viceammiraglio holdo che, in sintonia con leia e contrariamente a ogni mia aspettativa (lo odiata per quasi tutto il film salvo poi pentirmi e sentirmi la persona più cattiva e ingrata del mondo alla fine), ha preferito un piano che funzionasse in ritirata, per salvare i superstiti, piuttosto che giocare in attacco, andando incontro a una sicura sconfitta, ma che non è riuscito proprio a causa di finn, rose e del loro apricodici, il già citato dj, che li ha venduti al primo ordine, svelando il loro piano b.
intrappolati in una vecchia base della resistenza, su un pianeta desertico ma decisamente scenografico, riescono a salvarsi grazie all'apparizione in extremis di luke.
ebbene sì, anche se aveva detto a rey che non sarebbe andato ad aiutarti, luke è arrivato.
ora, non so quanti abbiamo fatto caso ai millemila inspiegabili particolari che rendono strana questa scena, ma a me in un primo momento ne erano sfuggiti parecchi, anche se era veramente assurdo che fosse passato dal parrucchiere prima di andare ad affrontare il nemico che lui stesso aveva creato.
insomma, come ha fatto luke ad andarsene dall'isola se non era sul falcon e se la sua navicella ci è stata mostrata come relitto in fondo al mare? e come è entrato in quella grotta se c'è un unico ingresso (chiuso)? perché ha la spada di anakin, che è stata spezzata poco prima da kylo e rey? e ancora, com'è che è l'unico i cui movimenti non lasciano i segni rossi che ci mostrano da ore sul terreno di battaglia? e se tutto questo non vi ha fatto venire alcun dubbio, come diamine fa a resistere a tutti quei colpi di cannone e alla spada di kylo ren che lo trapassa un paio di volte?
ok, luke non è davvero lì, è sempre sull'isola, ha solo (solo si fa per dire...) mandato una sorta di proiezione astrale da usare come un mantello rosso davanti a un toro, lì a far distrarre kylo ren, a fargli perdere tempo in un duello impossibile mentre i superstiti della resistenza, grazie a rey e a delle volpi di cristallo (vi siete sentiti in colpa per aver pensato che erano belle ma inutili proprio come le statuine di swarovsky della nonna, vero?), riescono a mettersi in fuga sull'immancabile falcon, non prima di un ultimo contatto tra rey e kylo ren che sembra voler dire che no, tra loro due non è ovviamente finita qui.
il sacrificio finale di luke ci fa perdonare i suoi trent'anni in fuga, la sua paura, il suo non voler rischiare per essere sicuro di non fallire. certo, ha fatto un sacco di errori, ma alla fine ha scelto di fare la cosa più giusta che potesse fare, e a dirla tutta, mi è sempre stato un po' antipatico, ma adesso mi mancherà.
ultimissima scena di cui tener conto, anche se non è chiarissimo se è giusto una metafora o qualcosa in più, il film si chiude con uno dei bimbi che finn e rose avevano incontrato durante la loro missione. rimproverato da un enorme orribile alieno-padrone perché stava giocando invece di lavorare, lo vediamo muovere con la forza una scopa e poi impugnarla come una spada, mentre guarda il cielo stellato attraversato da una scia che è forse una nave.
insomma, i ribelli sul falcon saranno anche pochi, ma la scintilla che appiccherà il fuoco che distruggerà il primo ordine non si è spenta e sembra che la paglia su cui attecchire sia ancora presente nella galassia.
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i porg! i porg! sono la mia nuova ossessione! |
alla fine ho raccontato del film molto più di quello che avevo in mente, eppure non è ancora abbastanza. perché episodio VIII è un perfetto passaggio verso quello che tra due anni sarà il finale di questa trilogia che fino a questo momento non ha deluso (se non per il leader snoke che è davvero penoso in confronto a darth sidius, potevano dargli un po' più di spessore, questo sì), ed è anche un perfetto film di star wars - con le sue musiche straordinarie, i suoi paesaggi mozzafiato e i suoi alieni buffi e a tratti grotteschi - che da un lato segue la mitologia che conosciamo da più di trent'anni e dall'altro fa chiarezza su alcuni misunderstanding che andavano decisamente risolti (sopratutto su cosa sia la forza) e tronca nettamente con quello che fino a ora abbiamo imparato a conoscere, sopratutto giocando con i simboli più iconici (la distruzione del casco di kylo ren è forse l'esempio più lampante, ma se non vi basta, aspettate di vedere il maestro yoda, in pelle e gommapiuma, ridersela come un matto per la distruzione dell'ultimo tempio jedi) facendoci uscire dalla nostra comfort zone fatta di genealogie che si arrogano il diritto di poter spiegare e giustificare ogni cosa e leit motif che ci aspettavamo di ritrovare passo per passo in ogni sequel. la storia è cambiata (e credo proprio che cambierà ancora) eppure in fondo rimane ancora sempre quella di un gruppo di cocciuti ribelli che sognano di estirpare il male dalla galassia.