mercoledì 23 giugno 2021

mi stai ascoltando?

quando succede qualcosa di terribile o qualcosa di meraviglioso... qualcosa di enorme, ti fa sentire come se le montagne si possano sbriciolare o il cielo possa scomparire...
sai di cosa sto parlando?

bea e lou si conoscono appena, tra loro ci sono quasi dieci anni di differenza, lou è una bravissima meccanica e lou invece non sa neppure guidare ma entrambe si ritrovano una sera in una stazione di servizio, spinte dalla stessa necessità: scappare il più lontano possibile.

il loro viaggio insieme comincia assolutamente per caso: lou non ha il coraggio di lasciare una ragazzina in fuga da casa da sola e bea non ha nessuno da cui andare o a cui chiedere ospitalità.
quasi forzate inizialmente, il loro viaggio on the road per un texas che si svela sempre più fantastico e irreale chilometro dopo chilometro le avvicina sempre di più, ma ad abbattere definitivamente i muri che hanno alzato per proteggersi sarà una gatta trovata per strada, che bea battezzerà diamond e che decideranno di salvare e riportare a casa, cercando l'indirizzo scritto sulla sua targhetta, dalla famiglia che sicuramente la starà cercando.
dall'incontro con diamond non soltanto le due donne riescono ad aprirsi e a confidarsi il motivo della loro fuga, ma l'intero paesaggio inizia a perdere sempre di più contatto con la realtà: il meteo cambia con una velocità incomprensibile e le due si ritrovano praticamente inseguite da dei tizi inquietanti che si presentano come dipendenti dell'ufficio per le indagini delle strade ma sono, per qualche misterioso motivo, interessati a diamond.


tillie walden mette in scena una storia che sa scivolare con grazia e naturalezza dal road trip al fantasy, due protagoniste che nel corso del viaggio cambiano, crescono, si aprono l'una all'altra, trovano il coraggio di parlare dei loro traumi e delle loro paure.
senza alcuna retorica, walden crea una bellissima metafora - a voi scoprirne qualcosa in più - della capacità di superare i momenti più difficili e saper creare da sé le proprie alternative, le nuove strade da percorrere per raggiungere finalmente la serenità.


dopo un esordio come su un raggio di sole non ci si poteva aspettare poco da un'autrice come tille walden ma anche questa volta mi stai ascoltando? supera tutte le aspettative.
speriamo che bao publishing annunci presto alone in space, uscito da pochissimo per avery hill publishing, una raccolta di storie che comprende le prime pubblicazioni dell'autrice, inedite e non, sketch e illustrazioni.

venerdì 18 giugno 2021

troppo facile amarti in vacanza

è facile prendersi una pausa da ciò che si è davvero, quando si sta in vacanza, ma poi basta ritornare a casa per ricominciare a farci i conti, sai?

troppo facile amarti in vacanza si apre con un paesaggio bellissimo: il colosseo, e poi tutta roma, senza un'anima viva per strada, solo alberi e cespugli e erba e rampicanti che si riprendono la città, pronti a trasformarla in una nuova angkor.
sembrerebbe uno scenario idilliaco ma la quasi totale assenza di esseri umani dà il primo allarme: dove sono finiti tutti? e perché?
ad aiutarci a rispondere alle nostre domande sarà linda, una ragazza che, insieme al suo cane, follia, sta per iniziare un viaggio senza ritorno per arrivare più lontana possibile da quel paese che non sente più proprio.
seguiamo linda e follia dal momento in cui lasciano casa nel loro viaggio verso nord, oltre i confini, viaggio nel quale incontreranno personaggi caricaturali, grotteschi, quasi assurdi, metafore incarnate di tutto quello che ha reso il paese l'orrore da cui linda vuole fuggire.


l'apocalisse è in atto ma non ci sono catastrofi naturali, alieni i zombie. è tutto molto peggio: nel futuro prossimo immaginato da giacomo bevilacqua la destra più estrema, bigotta e becera ha preso il potere e ha autorizzato - sulla falsa riga del famoso quindicesimo articolo della costituzione congolese («débrouillez-vous!») - chiunque ad agire secondo il proprio interesse, a chiudersi dentro casa, ad avere terrore del diverso e odio verso chiunque si possa definire altro.

sui muri delle varie città uno sconcertante faccione biondo e sorridente ripete «difendi il tuo orto», «procrea oggi», «diverso perverso» e «dio e famiglia» perché nemmeno per un qualche tipo di patriottismo è rimasto spazio, come se persino quello fosse un concetto troppo complicato da comprendere e un'idea troppo difficile da gestire per i politicanti di turno. che nessuna forma di riconoscimento sociale possa esserci, nessun gruppo, nessuna comunità, che nessuno possa pensare a qualcosa di più che al proprio - pardon - culo, perché più sei solo, chiuso in te stesso, più e facile controllarti e manipolarti, più è semplice tirare fuori da ognuno il peggio di sé.

il biglietto che linda lascia sulla porta di casa prima di partire

al viaggio di linda, che mi ha un po' ricordato quello del piccolo principe e i suoi strani incontri sui vari pianeti prima del suo arrivo sulla terra, si alternano i racconti di amar, le storie su sua madre e sulla sua infanzia.
amar vuol dire tranquillità ma in realtà lui, le sue parole, sono l'unico faro di speranza in mezzo a questo oceano di squallore e crudeltà.
se linda è lo sguardo arrabbiato, troppo stanco per continuare a sopportare tutto quello che non va e che continua a circondarla, lo sguardo di chi non trova altra soluzione se non lasciarsi tutto alle spalle e cercare una nuova vita altrove, amar è la speranza, la fede di chi crede che con il proprio impegno sia possibile - e necessario - migliorare il mondo in cui si vive.
è solo dall'incontro di tutti e due però che si può ottenere qualcosa: non basta essere arrabbiati e non basta avere buone intenzioni, serve che rabbia e speranza si fondano insieme per poter ottenere qualcosa di costruttivo, per poter distruggere quello che non va e ricostruire qualcosa di nuovo sopra le macerie.

quando il viaggio di linda è costretto a trasformarsi in una vacanza, è lui a insegnarle il senso vero dell'allontanamento: lasciarsi indietro le brutture quotidiane e quello in cui ci trasformano per mettersi a cercare altrove e dentro se stessi "le ragioni per tornare".

mercoledì 16 giugno 2021

commenti randomici a letture randomiche (79)

negli ultimi tempi uso spesso instagram per scrivere commentini brevi sulle mie letture, ma su alcuni titoli credo sia il caso di soffermarsi a scrivere qualcosa in più dopo averci riflettuto un po' più a lungo.
questa volta vi parlo di un titolo bello, uno bellissimo e uno che ha qualche problemino di troppo...

le black holes

c'è teresa, che invece di preoccuparsi del suo debutto in società, scrive poesie dai toni macabri che imbarazzano la madre e la rendono oggetto di scherno delle sorelle, e poi ci sono laura, cristina e gloria che hanno formato un gruppo punk, le black holes: non sanno suonare bene, e questo importa poco, ma laura sa scrivere dei testi davvero incredibili, una roba a metà tra stephen hawkins e le poesie gotiche.
tra teresa e le black holes c'è in mezzo un bosco e più di un secolo e mezzo di distanza, eppure le loro esistenze si sfiorano, a volte fino a sovrapporsi.
borja gonzáles firma un piccolo capolavoro di astrattismo e poesia, un fumetto che fa dell'aspetto visivo il suo punto di forza - nessuno dei personaggi ha un volto, i colori utilizzati nelle tavole sono pochissimi, tutti tra i toni del turchese, del rosso corallo e del nero, colori poco saturi che danno l'idea di un lunghissimo chiaro di luna che accompagna le protagoniste e che unisce i loro mondi così lontani, molte scene sembrano un sogno lisergico e fantastico.
le black holes è una storia tutta al femminile in cui le protagoniste - che vivano nell'ottocento o ai giorni nostri - sono impegnate a trovare la loro identità, a far sentire la loro voce, senza curarsi troppo dei modelli imposti dalla società.

la fenice

de la fenice al momento ho letto i primi quattro volumi, sono indietrissimo sulla pubblicazione ma sto cercando di recuperare più velocemente possibile.
avevo altissime aspettative su questa serie che non solo non sono state deluse ma sono state ampiamente superate, ogni volume è stato una vera e propria sorpresa.
le varie storie - i "libri", come da sottotitolo di ogni volume - contenute in questa serie spaziano tra diversi generi, con diversi personaggi e ambientazioni, tutte accomunate dalla presenza e dalla ricerca quasi ossessiva della fenice, creatura mitica, di cui è difficile riuscire a comprendere la natura, il cui sangue donerebbe l'immortalità a chiunque riesca nell'impresa di ucciderla.
alla narrazione, contaminata da tantissime influenze che provengono dagli ambiti più disparati - dal fumetto comico al gekiga, dalla religione alla filosofia, dalla storia e dal folklore giapponese alla fantascienza - si aggiungono le riflessioni dell'autore, cosa che rende la fenice un'opera densissima non solo dal punto di vista narrativo ma anche filosofico ed etico.

la presenza della fenice in ogni storia non limita le riflessioni esclusivamente sul valore della vita in quanto esperienza destinata a concludersi, ma tutto quello che ruota intorno a lei permette a tezuka di spaziare su più temi: nel primo volume, ad esempio, il desiderio della regina himiko di ottenere l'immortalità scatena guerre, invasioni e riduzione in schiavitù o anche, nel secondo volume, la riflessione sul senso stesso di essere umano in un mondo in cui l'umanità, con al proprio fianco una razza aliena antropomorfa, si trova costretta a vivere sottoterra al riparo dalla crisi che lei stessa ha creato, affidata completamente all'intelligenza artificiale di giganteschi computer dal quale dipendono tutte le decisioni, correndo ferocemente verso l'autodistruzione.

sintetizzare tutto è praticamente impossibile, raccontare le storie significherebbe rovinare la lettura a chi non ha ancora avuto modo di avvicinarsi a quest'opera, ma credo che continuerò a consigliare la fenice a tutti per almeno le prossime cinque decadi.

libertalia vol. 1 - il trionfo o la morte

avevo un sacco di entusiasmo per questo primo volume di libertalia (la serie dovrebbe essere completa in tre volumi, spero di non sbagliarmi) fin dal primo annuncio, ho avuto un sacco di difficoltà a trovarlo (grazie rw per la pessima distribuzione) e però mi sono lanciata subito nella lettura non appena sono riuscita ad averlo.
ecco, a prima lettura sono rimasta un po' - troppo - confusa. mi è sembrato che a ogni scena fosse stato dedicato troppo poco spazio, che tutto fosse troppo veloce e troppo poco chiaro.
quindi l'ho riletto una seconda volta cercando di capire un po' meglio.
il problema è che la narrazione si sposta di continuo, a un ritmo che non fa che confondere il lettore, a ogni scena sono dedicate pochissime vignette e pochissime battute (ho anche dei dubbi sulla traduzione perché alcune frasi sono abbastanza incomprensibili), ed è tutto tremendamente veloce: in 48 tavole conosciamo il protagonista di questa storia, olivier misson, convinto antischiavista che, dopo aver ucciso il padre della sua fidanzata che commerciava illegalmente schiavi africani, si imbarca su una nave in compagnia di un prete italiano e libertino conosciuto non si capisce bene come, si scontra con gli inglesi, incontra dei pirati, incontra altri tizi per mare nemici dei pirati di prima, sbarca su un'isola, vuole fondare una colonia ma si ritrova ospite di una regina che per qualche strana ragione parla la sua stessa lingua, sposa una principessa, nel frattempo qualcuno dalla francia medita vendetta contro di lui... se non ci avete capito niente, bene, questa è la sensazione che mi ha dato questo primo volume.

il lavoro di rudi miel e fabienne pigière mi è sembrato davvero tremendo, una sceneggiatura arraffazzonata e poco chiara e se i disegni di paolo grella sono davvero belli, non riescono per nulla ad aiutare a riconoscere visivamente i personaggi al volo, tutti troppo simili tra loro.
insomma, ci sono milioni di difetti in questo volume eppure ho ancora voglia di leggere i prossimi, sarà che, nonostante tutta la confusione, la storia - incentrata tutta (o meglio quel po' che se ne capisce) sul valore della vita e della libertà - non sembra male e la speranza - che i prossimi volumi siano un po' più comprensibili - è l'ultima a morire...
ma a meno che non siate in fissa con i pirati, lasciate stare questa roba.

lunedì 14 giugno 2021

scirocco

voglio che tu sappia che non sono scappata. sono venuta qui a cercarmi.
stare qui mi ha ricordato chi ero, chi voglio essere fino alla fine.

non lasciatevi trarre in inganno dalla copertina, scirocco non è un fumetto sulla danza e a dirla tutta, la ragazza che balla tra i canali di venezia non è la vera protagonista della storia.

quella ragazza si chiama mia, ha diciassette anni e nonostante sia così giovane ha già le idee chiare sul suo futuro: diventerà una ballerina di danza classica.
suo padre, gianni, è un uomo solo, un papà che per amore di sua figlia ha messo in pausa la propria vita, si è lasciato trasportare in una rassicurante routine senza imprevisti che divide tra il suo bar - scirocco, appunto - e le attenzioni che riserva a mia. non rischia nessuna delusione ma non fa altro che collezionare giorni tutti uguali, senza nessuna emozione che possa smuoverlo dalla sua rassegnata serenità.
la nonna di mia, elsa, è il vero motore della storia: ex scultrice senza peli sulla lingua, ha preso la sua vita e l'ha mangiata morsi, non si è mai risparmiata su nulla né si è fatta frenare dalle paure: da ragazzina ha lasciato le montagne della sicilia per seguire il suo amore, l'uomo che le aveva promesso che l'avrebbe fatta vivere su quel mare che da casa sua poteva vedere solo dalla finestra, è cresciuta e invecchiata a venezia ma un pezzo del suo cuore l'ha lasciato tra le madonie.
e il giorno in cui il suo peggior nemico, la malattia che le ha tolto la capacità di scolpire e le ha fatto scoprire cosa vuol dire rinunciare a se stessi per non perdere tutto, torna inaspettatamente, elsa lascia un biglietto a gianni e mia e torna indietro, alla sua casa, alle sue montagne, alla sua giovinezza, a quello che era e che in fondo ha continuato ad essere per tutta la vita.


credo che il vero protagonista di questa storia sia la scelta, quel momento in cui prendiamo consapevolezza delle possibili forme che potrà avere il nostro futuro e con infinito coraggio le scartiamo tutte tranne una.
facciamo fuori tutti i potenziali e se invece... e cerchiamo di capire come quella forma riuscirà a plasmarci, alla fine di tutto, e come plasmerà tutti quelli che ci circondano.

la scelta di elsa può sembrare coraggiosa, io credo semplicemente che sia una scelta dettata dall'amore verso la vita, la scelta che solo chi non ha nulla da rimpiangere e che ha solo da guardare davanti riesce a fare.
la sua caparbietà, la sua capacità di vivere intensamente ogni attimo, con passione e senza paura spingono mia a continuare a testa bassa verso la strada che ha deciso di percorrere e a sua volta questa determinazione contagia gianni, finalmente capace di correre un rischio, per una buona volta, e poi ancora enrico, l'amico di mia e di gianni, emblema delle generazioni che cercano di scorgere il loro futuro attraverso la nebbia dell'incertezza e della precarietà, una nebbia che avvelena i sogni e riduce tutto a mera convenienza.


c'è tanto in scirocco, c'è che giulio macaione riesce a prendere una famiglia qualsiasi e mettere in scena la vita intera: l'amore, il futuro, le passioni, la gioia, la paura, il dolore, la perdita, la malinconia, la lontananza.
lo stile dei disegni non è cambiato molto dai lavori precedenti, il tratto è immediatamente riconoscibile, solo sembra ancora più sicuro, come se tenere la matita in mano e chiederle di trasformare i pensieri in segni sulla carta fosse ancora più facile.
i paesaggi, gli scorci delle città e dei paesi, diventano sempre più belli, libro dopo libro.
come in stella di mare e basilicò, ci sono pochi colori in scirocco: la luce azzurra dell'alba all'inizio, quella bionda del sole in pieno giorno, i toni violacei degli ultimi raggi che accompagnano il tramonto prima della notte. alla parte della storia ambientata in sicilia tocca il colore più luminoso e alcune delle pagine più felici e non so se sia voluto, ma mi è sembrato l'ennesimo omaggio - dopo la bellissima cefalù di stella di mare - all'isola.

seguo giulio dai tempi di ofelia, ho letto tutte le sue storie fino ad adesso e ogni volta è una sorpresa. scirocco è forse il suo libro più maturo, più profondo, che riesce ad affrontare temi difficili e sa dare voce a tre diverse generazioni senza che nessuna pecchi di credibilità.

venerdì 4 giugno 2021

commenti randomici a letture randomiche (78)

torna la non-rubrica meno attesa del web, i miei commenti su cose lette ultimamente, qualche riga in più di quelle che scriverei su instagram ma che comunque messe qui mi fanno sembrare tutto meno perso nella marea di contenuti usa e getta (sì, lo so, per ora sono monotona con questa storia, che poi a me piacciono pure i bookstagrammer e compagnia, però il blog è il blog, o forse sono solo io che sono vecchia e nostalgica e non riesco ad evolvermi e a lasciarmi indietro le vecchie abitudini)

un altro mondo

questo libro l'ho scoperto per caso, ho letto un post di non-ricordo-chi (vedi che poi alla fine i social sono belli e utili?) che ne diceva un gran bene e si lamentava del fatto che fosse difficile da trovare.
quando sento di un libro bello ma difficile da trovare il mio cervello non fa in tempo a elaborare l'informazione che sto già a cercarlo su qualche sito di vendita libri usati e simili.
il punto non è questo comunque, il punto è che questo libro meriterebbe in effetti una ristampa perché anche se non è la lettura imperdibile per antonomasia, è comunque un romanzo che si fa leggere con molto piacere (anche se, per pietà, nel caso di una ristampa fatelo con una copertina decente perché questa è una delle peggiori che ho mai visto dopo quelle degli harmony).

mi tolgo subito un sassolino: la forma del diario, attraverso cui è narrata la vicenda, è la cosa che mi è piaciuta meno, anche se dà la possibilità alla protagonista di scrivere emozioni, pensieri, riflessioni eccetera.
un altro mondo è un romanzo di formazione con delle sfumature di fantasy che quasi non influiscono sulla realtà ma che sono determinanti per la vicenda di mori, voce narrante e protagonista della storia.
l'evento più importante della storia di mori però accade prima che inizi il diario e scopriamo dettagli su quanto successo solo poco alla volta, espediente narrativo molto interessante che rende ancora più appassionante la lettura e fa sopportare meglio alcuni passaggi davvero lenti.
tutto quello che viene narrato è quindi il modo in cui mori cresce e si adatta alla nuova vita che inizia proprio in quel momento passato di cui inizialmente non sappiamo nulla: fuggita dalla madre - che lei stessa definisce una strega e alla quale dà colpa della tragedia che l'ha colpita - viene iscritta dal padre e soprattutto dalle tre sorelle di lui in un collegio femminile nel quale fa difficoltà ad ambientarsi, anche per via di una menomazione fisica che la costringe a camminare con un bastone.
senza delle vere amiche e con una famiglia disastrata, mori trova conforto nei libri: divora una quantità spaventosa di romanzi, principalmente di fantascienza e fantasy (armatevi di block notes durante la lettura per segnarvi titoli e autori da scoprire o approfondire, a mori piace moltissimo parlare delle sue letture), scopre il meraviglioso mondo delle biblioteche e dei gruppi di lettura, dove conosce finalmente qualcuno a cui legarsi, la sua karras (sì, devo leggere vonnegut assolutamente).
ma mori crede anche nella magia, anzi sa che esiste: conosce le fate, sa fare incantesimi, sa che sua madre sa usarla e in modo malvagio. l'elemento magico è sottile ma fondamentale nella vita di mori, che è pure cosciente del fatto che per quasi tutti gli altri non sia così.
in certi momenti questo tema è un po' ambiguo e il fatto che la struttura sia quella del diario aumenta questa sensazione: la magia esiste davvero? o mori è semplicemente condizionata da un trauma troppo difficile da sopportare per una ragazzina della sua età e usa la magia come spiegazione per le cose che non sa spiegarsi altrimenti (ad esempio, è convinta che il gruppo di lettura sia nato grazie a un suo incantesimo, ma non potrebbe semplicemente essere un modo per rimproverarsi di non riuscire a stringere dei rapporti di amicizia, di piacere agli altri senza l'aiuto di forze sovrannaturali?)

il finale è un po' affrettato e mi è dispiaciuto moltissimo perché quello che succede in realtà è un evento importantissimo e sarebbe stato molto meglio riuscire a dargli il giusto spazio nella narrazione, ma ciò non toglie che il romanzo di jo walton resta un bel racconto di formazione, non perfetto ma emozionante: mori riesce a superare un'enorme tragedia, a riprendere in mano la sua vita, a curare le sue passioni e a formare l'adulta che sarà. le ultime righe, bellissime, mi hanno quasi fatto piangere come una fontana.

non è facile trovarlo in giro, ma se vi capita chiudete un occhio sulla copertina e dategli una possibilità.


mickey e l'oceano perduto

mickey e l'oceano scomparso è il primo volume di questa collana in cui panini stamperà storie disney del mercato francese, qualche altro titolo era già apparso per giunti negli scorsi anni (io voglio tantissimo recuperarli, mi sembrano molto interessanti, anche più di questo) ma adesso pare ci sarà una certa continuità editoriale... ma sempre di panini si parla, quindi chi lo sa.

questo non è malissimo come esordio di una nuova collana, una storia che non si allontana troppo dai canoni disney ma che riesce abbastanza bene a innovare i personaggi, adattandoli perfettamente al contesto della narrazione, un contesto un po' steampunk un po' quasi da fantasy grazie al lavoro incredibile di silvio camboni che ha curato i disegni e ai colori di gaspard yvan e jessica bodart (l'aspetto visivo è il vero punto di forza del volume, davvero spettacolare).
la trama, sceneggiata da denis-pierre filippi, è il punto più debole soprattutto perché risente moltissimo del numero risicato di pagine a disposizione per cui alcuni colpi di scena e eventi davvero fondamentali vengono risolti in modo frettoloso e poco convincente.

resta insomma una buona lettura, non siamo ai livelli delle storie di casty ma è comunque una spanna sopra molte storie di topolino (che poi io non lo leggo da anni quindi non so, ma negli ultimi tempi mi aveva stancato abbastanza...), confido molto nelle prossime uscite!

the poetry of ran

un bel cofanetto con due volumi di grande formato, bei disegni un po' wannabeberserk, un po' di fan service e tutta la fuffa fantasy che potete immaginare.
the poetry of ran è una miniserie perfetta per gli amanti del genere, la storia di tolue, una cantastorie che aspira a restare nella memoria del suo paese e di un guerriero, ran, che fin dall'infanzia si è caricato dell'onere di sconfiggere i karma, mostri terrificanti che seminano morte e terrore nei vari regni.
sconfiggere un karma però non da solo onore e riconoscenza, ma costringe chi li uccide ad assorbire tutta la loro impurità e attirare su di sé il disprezzo della gente.
fin dal loro primo incontro tolue decide di seguire ran, questo strano guerriero tanto abile in combattimento quanto incapace di relazionarsi normalmente con gli altri e nel corso del viaggio scopre la storia dei figli dell'impurità, e del loro maestro, un tempo un valoroso guerriero, ora a sua volta trasformato in un terrificante mostro...

di certo non è un capolavoro ma è breve, veloce, pieno d'azione e senza troppe pretese: una lettura leggera e piacevole per gli amanti del genere mostri&spadeimprobabili.