lunedì 26 dicembre 2022

l'esiliato

nonostante noi, essendo donne, non brandiamo ferro affilato o lucenti lame, i nostri modi sono altrettanto efficaci, sebbene molto più sottili...

islanda, seconda metà del X secolo. un uomo torna a casa dopo sette anni di esilio. il suo nome è hallstein thordsson, la colpa che ha espiato è la morte del suo amico d'infanzia hrafn ragnarsson. in questi sette anni però la sua spada e le sue mani si sono macchiate del sangue di molti altri uomini: ha combattuto in guerre che non erano le sue, ha ucciso nemici che non conosceva, ha trovato compagni che ha imparato a conoscere.
nel passato di hallstein c'è tutto quello che il nostro immaginario associa alla parola vichingo. ma nel suo presente c'è molto di più: c'è il desiderio di tornare a casa, di stare con la sua famiglia, di vivere una vita pacifica nella terra dei suoi avi. una vita pacifica e anonima, una vita di nulla.
ma le norne, le vecchie che filano il destino di dei e mortali, hanno altro in serbo per lui.


durante gli anni dell'esilio, suo padre thord è morto e solveig - seconda moglie di thord e madre del piccolo ottar - ha mandato avanti la casa da sola, badando a sé stessa e al figlio e tenendo a bada le pretese di einar ragnarsson, uno dei fratelli di hrafn, che vuole sposarla per mettere legittimamente le mani sui terreni che thord ha lasciato in eredità alla donna e, soprattutto, per privarne definitivamente hallstein, in una sorta di vendetta per il fratello.
una famiglia a metà, intrighi meschini e nessun perdono per quanto successo sette anni prima: ecco cosa dona l'irlanda ad hallstein al suo ritorno.
ma se einar vuole semplicemente sottrargli la terra di suo padre - ed è pronto a ogni bassezza per ottenere quello che vuole, vigdis ragnarsson ha altri piani per hallstein. la sua sarà una vendetta che non si cura degli affari degli uomini e che non ha bisogno di loro per compiersi, una vendetta per un delitto che nessun maschio ha mai ritenuto tale.


l'esiliato, ci tiene a sottolineare erik kriek, non è una storia vera.
ma è una storia che si ispira a una tradizione letteraria ricchissima, nata in una delle terre più inospitali d'europa e sopravvissuta per secoli, a cui kriek si è appassionato fin da ragazzo. attingendo a storie e leggende - oltre ai titoli suggeriti dall'autore stesso a fine volume vi consiglio anche la saga di vigdis di sigrid undset, pubblicato qualche anno fa da utopia editore, di cui ho scritto qualcosa qui - kriek mette in scena un dramma dai toni epici, ambientato in una terra feroce, resa splendidamente con un uso del colore quasi cinematografico, un blu-bianco-nero che da forma a mare-cielo-rocce e che tinge degli stessi colori anche gli uomini e le loro vite, a cui si aggiunge il rosso sanguigno dei ricordi e dei fantasmi di hallstein, il colore dei suoi peccati e dei suoi rimorsi che infiamma e confonde la realtà.

(e due righe voglio spenderle anche per dirvi che eris ha confezionato un libro con i fiocchi, pagine grandi che rendono giustizia alla bellezza delle tavole e una sovracoperta-poster che viene voglia di comprare un doppione per poterlo appendere da qualche parte)

lunedì 12 dicembre 2022

talli ~ figlia della luna vol. 1

non possiamo rischiare, se i suoi poteri sono gli stessi di sua madre non può restare in libertà. rischiamo una nuova guerra delle chimere...


qualche anno fa, non ricordo più esattamente come, girellando sul web avevo trovato un fumetto che mi sembrava interessantissimo, talli - fille de la lune, un euromanga fantasy che parlava di una ragazza dotata di poteri misteriosi, di una religione proibita e di magia. la trama e i disegni mi avevano colpita immediatamente, l'unica cosa che mi frenava è che in quel periodo era disponibile solo in francese e i miei ricordi delle lezioni di francese del liceo erano decisamente troppo sbiadite per avventurarmi in una lettura simile.
ho sperato che qualcuno lo traducesse in italiano e finalmente renoir comics ha realizzato il mio desiderio!

questo primo volume di talli figlia della luna ci porta subito al cuore della storia: il castello di lord borïn è sotto attacco e i soldati che stanno cercando di espugnarlo cercano lui e sua figlia. durante l'assedio, borïn affida sua figlia talli ad alan, un cavaliere dall'apparenza buffa, con un improbabile taglio di capelli a scodella e un nasone invidiabile che sulle prime non sembra esattamente eccellere per sangue freddo.
ma è dal momento in cui padre e figlia si salutano, quello in cui lui dice figlia mia, finalmente stai per lasciare questo castello, come hai sempre sognato. ora va'... e ritrova i tuoi... che le nostre antenne di lettorə si rizzano di curiosità: perché quel "finalmente"? cosa impediva a talli di lasciare il castello prima? e perché sognava di andare via? chi vuole catturarla e per quale motivo? ma soprattutto... se borïn è suo padre, cosa vuol dire quel "ritrova i tuoi"? ecco, adesso è impossibile fermarsi nella lettura: i misteri sono tanti e le promesse, tutte racchiuse in quelle prime pagine di prologo, sono molto interessanti.


da qui inizia una storia di fughe, incontri e scontri, di avventure, di magia. inizia la storia di una ragazza dal passato misterioso che neppure lei conosce pienamente ma che in qualche modo è entrato prepotentemente nella sua vita e che adesso ha bisogno di recuperare. il viaggio di talli, in compagnia di alan, che si rivela presto un validissimo combattente, e di pavel e lélo, due bizzarri mercanti che sembrano anche loro custodire numerosi segreti, è un viaggio alla scoperta di sé. un percorso che la porta presto a scoprire la sua vera natura e a conoscere la storia del suo mondo: un tempo gli esseri umani vivevano in pace con le invocatrici, donne dotate della capacità di entrare in armonia con la natura e di evocare, con il proprio sangue, gigantesche chimere.
le invocatrici non erano affatto pericolose. come le streghe che hanno riempito pagine e pagine di processi della nostra storia, erano solo donne fortemente legate alla natura (e qui, anche alla magia), che usavano i loro poteri a fin di bene.
ma la finzione riprende la storia: ciò che è diverso, ciò che facciamo difficoltà a comprendere ci spaventa. e quando qualcosa ci spaventa, abbiamo davanti a noi un bivio: possiamo provare a conoscerlo oppure possiamo distruggerlo.
ed è questo che è successo prima della nascita di talli: una guerra contro le evocatrici che ha portato, adesso, a una caccia frenetica degli eretici, ovvero tuttə coloro che continuano a venerare meness, la dea della luna, progenitrice della stirpe delle evocatrici.

talli non lo sa ancora ma è a questo passato che è legata, un passato cupo, pieno di violenza e ingiustizia che si riflette nel presente e che la costringe adesso a proteggersi da chi, come prima era terrorizzato dai poteri delle evocatrici, adesso teme lei e vuole distruggerla.


in un solo volume c'è un worldbuilding che funziona benissimo - la parte dedicata alla storia di meness, delle invocatrici e dei suoi seguaci è davvero molto bella - e soprattutto dei personaggi che fin da subito ci appaiono ben caratterizzati: talli, cresciuta come una nobile un po' viziata e pronta al comando, che affronta con coraggio un mondo che fino ad allora le era sempre rimasto estraneo, alan che si rivela un cavaliere tanto abile quanto puro di cuore, il vecchio pavel che è molto più di un semplice mercante di cianfrusaglie e soprattutto - il mio preferito al momento - lélo, un ragazzino misterioso incredibilmente abile nei combattimenti che non riesce a dormire dopo il tramonto (e che infatti spesso di addormenta anche nel bel mezzo di un discorso). tra lui e talli sembra nascere fin da subito un rapporto di amore-odio che promette qualche soddisfazione anche per i lettorə più romanticə.

sourya, autore della storia e dei disegni, ci racconta che talli è nato dalla sua passione per i giochi di ruolo fantasy e in effetti sembrano esserci tutti gli elementi classici del genere: un party ben costruito, un obiettivo da raggiungere, cattivi da sconfiggere, un mondo da esplorare.
personalmente, ho trovato in questo volume tutto quello che cercavo in un fumetto fantasy: dallo stile che mixa elementi tipici del fumetto giapponese e quelli del fumetto francese-europeo, un tratto magari non esageratamente stiloso ma semplice ed elegante, con un'ottima caratterizzazione grafica dei personaggi e cura delle ambientazioni. e poi una storia appassionante che non si preoccupa di inserire filler qua e là giusto per allungare un po' il brodo ma che anzi mantiene costantemente viva l'attenzione dei lettorə, proprio come se fosse un videogioco.


la pubblicazione di talli in francia si conclude al terzo volume, anche se l'autore sta continuando autonomamente a disegnare la storia: qui potete trovare il quarto volume (si può leggere gratuitamente) mentre potete finanziare il progetto di sourya attraverso la sua pagina patreon.
renoir invece ha intenzione, non appena sarà possibile, di portare da noi anche i prossimi volumi. speriamo che riescano ad acquisire i diritti, il lavoro di sourya (e anche vale anche per noi lettorə!) merita di vedere la sua conclusione!

lunedì 5 dicembre 2022

carambola dormiente

una volta vedevo luce e colori ovunque, adesso vedo solo in bianco e nero. eppure ho una paura fottuta del buio. mi sento male al buio, mi sento soffocare. voglio la luce. mi sono ingabbiato qui da solo, con le mie forze. mi sono creato la mia prigione e l'ho fatto così bene che adesso non riesco più a uscire. ma come è successo? come mai sono qui? non lo so mica. ma lo scoprirò. [...] devo scavare nella mia mente e aggrapparmi ai pensieri che mi arrivano. [...] mi lancerò in questo delirio psichico, in questa carambola violenta fatta di panettoni di memorie distorte. più che una carambola violenta, una carambola dormiente.


si dice che il secondo libro sia sempre quello più difficile.
non lo so perché non ho mai scritto libri ma di certo, per adam tempesta, se questo, il terzo, non è stato il più difficile è sicuramente quello che appare più sofferto e meno spensierato.
abbiamo conosciuto adam tempesta con itero perpetuo ormai sei anni fa, la storia pazza e divertente di un assurdo viaggio spaziale. il suo secondo libro, inerzia, era ancora più strano, letteralmente onirico, nel senso che le regole di unità di tempo e spazio (e anche un altro po' di leggi fisiche e la logica tutta) erano messe da parte per fare un po' quello che pareva all'autore.

carambola dormiente è qualcosa di simile eppure completamente differente rispetto ai primi due libri. è una lettura spiazzante, una storia così personale e intima da metterci addosso una sorta di disagio da voyeur involontario. ci ritroviamo a intrufolarci in un percorso psicologico confuso - letteralmente una carambola - e oscuro, un viaggio in cui l'autore-protagonista è costretto dalle sue stesse scelte ad addentrarsi in mondi bui e pericolosi, aggrappandosi ai ricordi più felici per arrivare alla fine del percorso e uscire dalla "prigione" che si è costruito da solo.


l'adam-personaggio si trova così ad attraversare una serie di dimensioni in cui si alternano il nero totale della paranoia e della paura e il bianco luminoso e accecante dei ricordi più belli. qui trova, come alleato, il suo amico d'infanzia immaginario, un papero stilizzato che, ora come tanti anni prima, sa combattere i mostri e soprattutto sa dare i giusti consigli. questo è il luogo in cui raccogliere le forze, quello dove puoi capire che se ti sembra assurdo che ti abbiano pestato a sangue e non sei morto è perché nessuno ti ha pestato a sangue. hai fatto tutto tu.
è nel bianco, nell'assenza di paura e paranoia che si può davvero comprendere la realtà senza lasciarsene sopraffare.

adam-personaggio si muove tra i ricordi come se attraversasse le pagine di un personale album dei ricordi: i disegni dell'asilo, i casini con la polizia da adolescente e quelli con una ex fidanzata. ogni ricordo diventa una lezione di arte-marziale-psichica per capire dove trovare la forza di affrontare gli ostacoli e finalmente non solo trovare una via d'uscita ma capire e conoscere meglio sé stesso.

la metafora del viaggio e dei combattimenti contro i mostri funziona molto bene: la depressione, la paranoia, l'angoscia sono letteralmente prigioni che costruiamo da soli e da cui poi non siamo più capaci di uscire. sono mostri che ci tormentano e che possiamo sconfiggere solo con le nostre forze, riappropriandoci delle parti migliori di noi stessi.
ma se dal punto di vista della narrazione in senso stretto la metafora del viaggio è quella più riuscita del libro, sono le prime parole quelle che valgono di più per chi affronta la lettura: prendere consapevolezza della propria situazione di autoprigionia e della necessità di uscirne.

forse, l'autocelebrazione dell'adam-personaggio che riesce a cavarsela da solo, grazie all'aiuto delle altre proiezioni di sé stesso, è un po' eccessiva e irrealistica.
ma questo non è un manuale di auto-aiuto per chi soffre di depressione, è il terzo capitolo di un'ideale trilogia del viaggio: nello spazio, nel sogno e nella propria coscienza.
adesso, non ci resta che attendere dove ci porterà la prossima avventura.