marzo è stato un mese pienissimo di cose belle e di cose disastrose, le più interessanti ve le racconto nella prossima newsletter che esce a fine mese (e che potete trovare qui).
la pila dei libri-letti-di-cui-vorrei-parlarvi è cresciuta a dismisura e - anche se so bene che non dovrei farmi prendere dall'ansia dell'improduttività - mi mette ansia, perché non riesco a trovare mai abbastanza tempo per poterne scrivere. quindi ho pensato di fare un post-riassuntone di un po' di cose che mi sono piaciute e che vi consiglio di recuperare, anche se non si tratta delle ultimissime uscite.
questo tipo di specifiche vorrei non sentire il bisogno di farle ma, pure se vogliamo smarcarci da certe dinamiche, il modo di raccontare i libri online spinge sempre di più verso l'idea che occorre stare sempre sul pezzo, parlare delle ultime uscite e farlo prima che l'ondata di attenzione si spenga a favore dell'ultimo titolo-trend.
allora, lasciamo questa roba qui ad altri spazi: su claccalegge i libri non scadono e le cose belle si possono scoprire anche anni e anni dopo che sono state pubblicate e discusse. facciamo che leggere resti un piacere, una passione, uno spazio tutto per sé, senza calendari e obiettivi e tempistiche precise da rispettare. facciamo che, almeno quando leggiamo - se ci piace farlo, riusciamo a farlo senza perderci nell'ottica lavorista che ormai sembra stravolgere ogni aspetto della nostra esistenza, togliendo tempo e spazio a tutto quello che lavoro non è e non dovrebbe essere.
qui trovate: un romanzo strano e bellissimo che mi ha consigliato gloria di moedisia e che mi è piaciuto un sacco, un recuperone che volevo fare da tempo e che mi ha fatto compagnia qualche mese fa durante uno dei miei soggiorni a bologna (e che però mi ha fatto arrabbiare un sacco, giù vi spiego perché) e una trilogia che ha girato gli scaffali di tre città prima che mi decidessi, finalmente, ad affrontarla. buona lettura!
luce dalle altre stelle
perché era nata così, perché era un essere umano?perché faceva così male? perché, invece, non poteva essere diversa, senza anima, senza valore? perché non poteva essere quel che i suoi genitori avrebbero voluto che fosse?perché nessuno, fino a quel momento, l'aveva mai trattata così?
luce dalle altre stelle è un libro strano, difficile da etichettare.
è la storia di katrina, una ragazza trans in fuga da una famiglia tossica e violenta; è la storia di shizuka, che ha venduto l'anima al diavolo e che ha commesso atti orribili; di lan, una madre che ha letteralmente attraversato l'universo per salvare la sua famiglia; di lucy, a cui è stato inculcato che essere donna le ha negato il diritto di fare il lavoro che ama fin da quando era bambina ed è la storia di shirley, che si sente un essere umano anche se non lo è.
è un libro strano, un libro che mette insieme l'amore per la musica e quello per la cucina, che mischia sapori, sonorità e culture, che racconta identità non binarie, famiglie queer e relazioni non eteronormate. è un libro che parla di donne strane, donne che non si rassegnano a recitare il ruolo che qualcunə ha deciso per loro, che soffrono per i loro traumi e che li affrontano insieme, sostenendosi e prendendosi cura l'una dell'altra, imparando a guarire.
luce dalle altre stelle è un libro che fa a pezzi ogni possibile definizione patriarcale di norma e dà spazio a ogni possibile alternativa di stare al mondo, un libro che svela che davanti a un bivio, se la terza strada non c'è, la si può costruire.
e che, soprattutto, punta i riflettori sull'importanza dei legami, degli affetti, delle relazioni di cura e amore a cui non abbiamo ancora imparato a dare un nome.
un romanzo straordinario (ryka aoki scrive dei dialoghi meravigliosi!) che mi ha sorpresa, divertita, spaventata e commossa, che mi ha fatta innamorare di ogni singola personaggia e che vorrei consigliare a chiunque (e quindi, grazie mille gloria per avermelo fatto scoprire! ♥)
good omens - le belle e accurate profezie di agnes nutter, strega
tra tutti i gesti che gli esseri umani utilizzano per comunicare, l'occhiolino è uno dei più versatili.
versatile e, soprattutto se lo lasciamo gestire a due autori come terry pratchett e neil gaiman, fraintendibile. e ovviamente, uno degli occhialini più decisivi dell'intera storia dell'umanità - e delle potenze celesti e infernali che la governano - viene frainteso. potremmo dire che good omens inizia proprio da quella comunicazione sbagliata o che, comunque, quell'errore lì condiziona tutta la storia.
che è una storia piuttosto complicata perché tira in ballo un angelo con la passione dei libri rari e un demone con... beh, molte passioni. e poi la nascita dell'anticristo, la fine del mondo e della guerra tra paradiso e inferno e un vecchio libro di profezie che, contrariamente a quanto accade di solito ai libri di profezie, funziona davvero. tutto questo, raccontato con quel meraviglioso humor inglese che pratchett e gaiman sanno gestire tanto bene da rendere l'assurdamente tragico qualcosa di meravigliosamente spassoso. il grosso, enorme!, problema di questo libro è innanzitutto la traduzione (e se lo capisco io, che l'inglese lo capisco poco e lo parlo meno...) e ancor di più la totale mancanza di una revisione: soprattutto verso la fine c'è una tale quantità di refusi che leggere senza farsi venire voglia di tirare il libro in aria diventa una vera e propria sfida.
è assurdo (e anche un po' indecente) che una casa editrice come mondadori non abbia pensato di approfittare di questa nuova edizione per sistemare un po' di errori banali e grossolani di cui il testo è costellato, una mancanza di rispetto totale nei confronti di due penne di questo livello e dellə lettorə.
un peccato davvero.
però, se avete la pazienza di sopportare tutto questo, il libro merita eccome! sperando che magari, prima o poi, si decidano a dargli finalmente la cura che merita.
(ps. no, non ho ancora visto la serie ma ne ho sentito parlare benissimo e credo proprio che prima o poi la recupererò! se l'avete vista, lasciatemi un parere!)
la terra spezzata: la quinta stagione, il portale degli obelischi, il cielo di pietra
e poi si tende, con tutto il capillare controllo che il mondo gli ha estorto attraverso il lavaggio del cervello, le pugnalate alle spalle e l'abbrutimento; con tutta la sensibilità che i suoi padroni gli hanno instillato attraverso generazioni di stupri, coercizione e selezione altamente innaturale. le sue dita si aprono e fremono mentre lui sente i diversi punti che si riverberano sulla mappa della sua consapevolezza: i suoi compagni schiavi. non può liberarli, non concretamente. ci ha già provato e ha fallito. tuttavia, può fare in modo che la loro sofferenza serva una causa più grande dell'arroganza di una città e della paura di un impero.allora s'inabissa e afferra la vastità animata, pulsante, accesa, multiforme della città e il letto di roccia più quieto al di sotto e il ribollire tumultuoso di calore e pressione ancora più giù. poi si espande e abbraccia il grande puzzle in movimento che è la crosta terrestre su cui siede il continente.infine si erge. per il potere.prende tutto questo - gli strati e il magma e la gente e il potere - nelle sue mani immaginarie. ogni cosa. la tiene.non è solo. la terra è con lui.poi la spezza.
(piccolo consiglio: se, mentre leggete il secondo e il terzo volume della trilogia della terra spezzata, vi sentite confusə, tornate qui, a pagina 21 del primo libro. aiuta moltissimo)
come faccio a scrivere qualcosa di questo? la terra spezzata di n. k. jemisin è una delle trilogie fantasy forse più famose, ha vinto premi meritatissimi, è stata letta, amata e discussa da migliaia e migliaia di lettorə. come si racconta una cosa così?
beh, sinceramente non ne ho la più pallida idea. provo a darvi i miei due centesimini di considerazioni sparse perché parlare della trama sarebbe superfluo e comunque riduttivo.
il primo volume, la quinta stagione, è un capolavoro assoluto: le tre linee narrative che si alternano - quella di essun, quella di damaya e quella di syenite - ci danno modo di scoprire un mondo non soltanto nella sua vastità fisica e nelle leggi che lo governano, ma ci raccontano la sua stessa storia, attraversando il tempo senza darci indicazioni precise ma lasciandoci scoprire da solə, un po' alla volta, come queste tre donne sono collegate tra loro e come le loro vicende sono intrecciate a quelle dell'immoto stesso, l'enorme, ininterrotto continente in cui vive la specie umana e non solo.
una terra vastissima ma insicura e precaria, condannata a subire l'odio di padre terra, abitata tanto dagli esseri umani - con le loro precise strutture politiche, sociali e religiose - quanto dallə orogenə - umanə anche loro ma capaci di interagire con la struttura fisica del terreno e con ogni molecola minerale presente nell'ambiente in generale - e dallə mangiapietra - creature misteriose e antichissime.
quella de la quinta stagione è soprattutto una storia di speranze infrante, di amore e di rabbia, un fantasy che apre a considerazioni sulle nostre strutture sociali di cui potremmo parlare per ore e ore.
il portale degli obelischi e il cielo di pietra sono appena un gradino sotto: per esigenze di trama (chi ha letto sa, chi non ha letto merita di scoprirlo da solə) la struttura narrativa cambia, facendo perdere alla storia uno degli elementi che la rendeva così unica e interessante ma, cosa più grave, il tono diventa a volte troppo confuso, troppo veloce, dà troppe cose per scontate.
la trilogia resta un capolavoro incredibile che merita di essere, a distanza di cinque anni dalla sua prima edizione italiana, letto ancora da chiunque ami il genere fantastico, ovviamente, ma anche semplicemente da chi vuole leggere una saga immaginata, pensata e scritta con un talento fuori dall'ordinario.