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sabato 16 marzo 2024

mermaid melody - pichi pichi pitch - vol. 1


io odio scrivere stroncature e cerco sempre di non lasciarmi trascinare dai miei gusti personali quando qualcosa non mi piace, provo a valutare quello che leggo da un punto di vista oggettivo perché credo che comunque sia giusto rispettare sempre il lavoro creativo di chi scrive e disegna.
ma ci sono dei casi in cui questa cosa è impossibile e mermaid melody pichi pichi pitch è uno di questi. mi sono avvicinata al manga perché all'epoca in cui era famoso non guardai l'anime e non conoscevo la storia se non mooolto vagamente. il manga mi sembrava un modo interessante di recuperare un titolo che in tantə paragonano a sailor moon (ed è stato questa la cosa che più mi ha fatto venire voglia di leggerlo).
il punto è che, forse per la prima volta in vita mia, non sono riuscita a finire di leggere nemmeno il primo volumetto.

la storia è estremamente caotica e troppo veloce, non si riesce a capire cosa succede e perché. lə personaggə sono piattissimə, praticamente poco più che stereotipi (e, in effetti, un po' sembrano delle caricature di quellə di sailor moon) e i disegni sono una copia non troppo ben riuscita di un mix tra quelli di arina tanemura e gals, disegni che non riescono a rendere l'idea di personaggə vivə che si muovono in uno spazio e interagiscono tra loro ma che si limitano a essere una serie di pin-up collegate in qualche modo tra loro in una sequenza.
ma non è neppure questa la parte peggiore, quello che mi ha davvero infastidita è il modo in cui viene esasperato ed esaltato un certo tipo di amore romantico e, di conseguenza, un certo tipo di comportamenti maschili e femminili estremamente tossici.
la protagonista è una bambina di dodici anni - graficamente estremamente e orrendamente sessualizzata - il cui unico interesse sembrerebbe essere questo amore totale e sconfinato per un ragazzo (più o meno suo coetaneo). tutto gira intorno al desiderio di stare con lui mentre altre cose che dovrebbero essere fondamentali per una ragazzina come l'amicizia, la famiglia, la scuola, i sogni per il proprio futuro, eccetera, semplicemente non ci sono. anche l'essere una sirena principessa che lotta contro creature malvagie per salvare il pianeta sembra essere un dettaglio trascurabile perché tutto è focalizzato su questo amore totalizzante.
i rapporti con le altre figure femminili sono tutti improntati alla rivalità, in un continuo farsi dispetti mentre si coltiva un'amicizia estremamente superficiale e il rapporto con il ragazzo-dei-sogni è così tossico da poter finire in un manuale del tipo scappa a gambe levate da qualsiasi uomo somigli a questo. la violenza e gli abusi del protagonista maschile su quella femminile (che sono continui e anche abbastanza gravi, normalizzando l'idea che il consenso non esiste e che se lei dice no in realtà vuole dire sì) vengono romanticizzati in modo stucchevole e il fatto che si parli di adolescenti poco più che bambinə rende tutto ancora più spaventoso.

assolutamente bocciatissimo! capisco l'effetto nostalgia per chi guardava l'anime però certe narrazioni tremendamente tossiche, a prescindere dalla qualità della narrazione e dei disegni, soprattutto quando sono destinate a un pubblico di ragazzine giovanissime, credo che siano fin troppo pericolose e che contribuiscano a sostenere quel sistema violento e misogino che da anni stiamo cercando di smantellare, un pezzetto di consapevolezza alla volta. sembrerà esagerato ma sono convinta che l'educazione al rispetto e ai rapporti sani passa anche - e, forse, soprattutto - per le storie che si propongono.

giovedì 12 dicembre 2013

animanial

si potrebbe liquidare questo titolo con un semplice ma perché? eppure soltanto lo stupore non basta a esprimere lo sconcerto causato da uno dei fumetti più brutti e inutili letti nell'ultima era geologica.

ma animanial è molto di più. è un fumetto fatto malissimo, praticamente illeggibile e privo di qualcosa che possa definirsi trama. la caratterizzazione dei personaggi è inesistente e persino dal punto di vista visivo si fa fatica a distinguerli e riconoscerli da una tavola a un'altra. ma la trama! la trama!!! qualcuno ha spiegato a questa donna che quando si fa un fumetto a parte saper disegnare bisogna anche saper scrivere e raccontare una storia? c'è chi si lamenta dei cliché, chi si lamenta dei soliti luoghi comuni... io mi lamento da morire quando una roba è inintelligibile. o io son diventata d'improvviso tanto idiota da non capire più cosa leggo? dio, mi era successo solo con kant fino ad adesso... ma in ogni caso.
a una ragazza, la protagonista, piace il suo professore. e fin qui... direi che è la sola parte sensata della storia, anche se a dire il vero è scritta sul retro di copertina. un suo compagno di classe però la mette in guardia dal suddetto professore che pare essere una persona non troppo raccomandabile. e infatti il prof fa parte dai tempi del liceo di una gang di gente che si picchia per un qualche motivo che a noi rimane oscuro.
ma i misteri non finiscono qui, perché la nostra protagonista, il cui nome non riesce a entrarmi in testa neanche a forza e non c'ho voglia di riaprire quel volumetto, si infila in questa specie di guerra tra bande, una battaglia a suon di cazzottoni che non finisce più, alla quale partecipano tutti, i personaggi che conosciamo, quelli che non conosciamo e quelli che appaiono in una vignetta e poi spariscono.
dopo la scazzottata, tutto torna come prima, scene di vita scolastica in cui non succede niente.
giuro! è davvero questo! non sono i pagnottoni in sé, ovvio, ma davvero tutto il racconto non ha né capo né coda, non significa niente, non parte da niente, non arriva a niente!
non mi sento così idiota da pensare che sono io che non l'ho capito, credo che sia oggettivamente una schifezza.
ora, la sola cosa notevole sono i disegni, che per quanto siano completamente fuori da qualsiasi ragionevolezza anatomica hanno il loro perché, d'altro canto ne il segreto dell'amicizia mi erano piaciuti moltissimo i disegni, che in ogni caso erano molto più belli ed eleganti che in animanial. sono disegni da appassionata di moda e illustrazioni, molto pop, molto attenti ai dettagli, apprezzabilissimi, certo, ma meglio per delle illustrazioni che per un fumetto.
su tutto il resto, una vera vaccata. o è stato tradotto veramente molto molto moooolto male, o è una vaccata assurda. non conoscendo il giapponese, e non sentendo nessuna necessità di approfondire, non ne ho idea. però posso dirvi di evitarvi questa spesa inutile.
sinceramente dalla flashbook non me la sarei aspettata una roba del genere, dopo la carrettata di shoujo uno più carino dell'altro che ci propongono da anni, questo titolo stona da morire. spero non sia stato scelto ma imposto in qualche pacchetto di diritti per qualcosa di meglio, perché di volumi unici da pubblicare, anche delle autrici che fanno già parte della loro scuderia, come la takano o la usami, ce ne sono a bizzeffe. perché imporrarci sta roba?

(inutile dire che la mia copia è diventata un buono sconto di due euro sul secondo volumetto di 7shakespeares che invece è una gran figata! ve ne parlo prestissimo! ♥)

mercoledì 29 maggio 2013

ooku 6, 7 e 8

sappiate che quanto sto per dire farà incacchiare molti fan della serie. siete avvisati, se non vi va, skippate pure.
dunque. ho letto gli ultimi tre numeri di ooku (non proprio gli ultimi, credo sia già uscito il nono, ma non ho avuto ancora modo di recuperarlo) e.
e.

e mi sono annoiata quanto non si può dire. insomma, all'inizio era interessante, quantomeno perché era diverso dal solito. però adesso è un continuo ripiegarsi su se stesso, ripetere all'infinito le stesse cose, cambiando nomi e - poco - le facce dei personaggi.
continuano i resoconti delle varie dinastie di shogun.
chi si accoppia con chi.
chi fa ammazzare/torturare chi.
chi ama chi.
bla bla.

quello che manca a questa storia è una qualche linea di continuità. la presenza di un protagonista, insomma. seguiamo mille storie di mille personaggi, tutte simili e tutte squallidissime.
esistenze che vengono vissute perché devono essere vissute, e devono essere vissute in quel modo lì.
poi? ah beh sì, l'interessantissimo excursus storico e para-culturale su un ipotetico passato giapponese. del quale non me ne potrebbe fregare di meno.

la parte più intrigante della storia, la comparsa di questa misteriosa malattia, è stata bellamente accantonata.
sicuramente finirò di leggere la serie, più che altro perché ho ancora l'insana speranza che possa migliorare verso la fine, ma se continua così, è altrettanto sicuro che rivenderò tutto. che soldi e spazio scarseggiano e non rileggerei una roba così neanche se fossi davvero disperata.

sabato 23 marzo 2013

lady susan

tanto mi è piaciuto il ballo quanto mi ha delusa questo lady susan, se non di più. vorrei capire quale dovrebbe essere il criterio di scelta di questi 0,99 di newton. ok la roba che pagano niente, ma magari qualcosa che valga la pena essere stampata.
lady susan è un racconto epistolare, o meglio una raccolta di lettere tra i personaggi della vicenda che passano la loro vita a cornificarsi e a raccontare delle cornificazioni altrui.
la susan protagonista poi è in definitiva una vedova novella che ama civettare e abbordare uomini, è ipocrita, detesta la figlia e l'unico motivo per cui vuole risposarsi è una - inevitabilmente - sicurezza economica e sociale. da qui vari cincischiamenti su chi abborda chi, chi si lamenta di chi, chi tradisce chi eccetera.
questo è il succo di tutto il racconto. e vi assicuro che è talmente vuoto, banale, stupido e noioso che non c'è altro da dire.

va benissimo che costa solo un euro, ma per infliggervi una tale noia è meglio che lo investiate nella settimana enigmistica.

visto il successo che questi libri stanno avendo, nonostante questo non meritasse neanche queste poche parole mi sembrava giusto avvisare chi poteva essere tentato dal prenderlo.

martedì 19 febbraio 2013

la figlia dell'otaku 1 e 2

ecco, io di solito le stroncature le evito, ma questa volta non riesco neanche a scriverne una in modo decente. l'unica cosa che mi viene da dire di questo manga è che fa schifo.

ho preso i primi due numeri di la figlia dell'otaku in scambio, non l'ho mai voluto comprare perché subodoravo di che si trattava già da alcune recensioni, ma visti i commenti positivi (e il fatto che l'ho potuto leggere praticamente gratis) ho deciso di provare.

non si tratta solamente di delusione, ma di vero e proprio fastidio e disgusto. in buona sostanza una bambina, figlia di una stronza immatura indebitata fino al collo, viene spedita dal padre, che non ha mai visto, mentre la madre cerca di ripagare i suoi debiti.
in questi nove anni, l'età della bambina, il padre non ha mai saputo della sua esistenza, però accetta subito di prendersi cura della ragazzina, senza neanche farsi venire il dubbio che sia effettivamente sua figlia.
questo tipo viene definito otaku, ma credo che il modo migliore per rivolgersi a lui sia porco schifoso viscido segaiolo sfigato. vive in una stanza in affitto in una pensioncina, disegna manga porno, colleziona figurine porno, dvd porno, videogiochi porno e qualsiasi cosa possa essere utile a sopperire la mancanza di una normale vita sessuale e/o sentimentale. gli altri inquilini sono un pedofilo (che i giapponesi chiamano amante delle lolite e che a quanto pare li diverte anche, io uno così lo impalerei senza neanche la grazia della vasellina), un vecchio sfigato disegnatore di manga, un coso che non si capisce bene cosa sia e cosa faccia ma tanto non se lo fila nessuno e un'altra disegnatrice di manga porno. si aggiunge l'immancabile amministratrice con tette stratosferiche e filosofia da quattro soldi.
le situazioni presentate in questi due volumi sono banali e scontate e spesso grottesche, volgari e stupide. i personaggi stessi sono l'incarnazione della volgarità e del piattume intellettuale, morale, etico e psicologico.
stiamo parlando di un padre, un uomo adulto che ha in custodia una bambina, che la abbandona a casa sapendo che lei sta male e ha la febbre alta, per andare a comprare un videogioco appena uscito.

assolutamente orribile. non mi interessa se questo coso migliora poi, ma non ho idea di cosa possa farlo diventare meno vomitevole. mi fa pena quella bambina in mezzo a quelle bestie che scopano cuscini bucati ad hoc e leggono fumettini con bimbette semi-stuprate a ogni pagina. seriamente, una delle schifezze più assolute mai letta in vita mia. ora spero solo che in fumetteria riesco a farmeli scambiare, fosse anche per uno sconto di due euro sulla prossima spesa, o che qualcuno mi proponga un'altra qualsiasi cosa in cambio.

domenica 2 dicembre 2012

la traccia dell'angelo

ora, quando inizio un libro di un autore che mi piace tanto, come stefano benni, mi aspetto sempre un libro piacevole, possibilmente che contenga quegli elementi che mi piacciono del suddetto autore.
ecco perché la traccia dell'angelo è stato una delusione completa e totale.
benni senza l'ironia e il sarcasmo cinico di benni non è benni.
benni che vuole fare de luca non si può reggere.
la traccia dell'angelo è un libro che ci si augura rimanga un caso a se stante nella produzione di benni, un libro triste oltre ogni limite, un libro che fa male, sia per come è scritto (ma cacchio, stiamo parlando di un libro di stefano b-e-n-n-i!!! che è sta roba?) sia per la storia che racconta.
senza spoilerarvi troppo, ma tanto non è che succeda chissà cosa, si tratta della storia di morfeo, che da piccolo viene colpito in testa da una persiana staccatasi all'improvviso, che poi diventa una specie di scrittore, che poi crede di essere epilettico - e glielo fa credere anche uno stronzo di medico - e che poi scopre che in realtà non lo è. nel frattempo è diventato dipendente dai millemila psicofarmaci che ingolla a chili ogni giorno.
gli angeli non si capisce bene, dovrebbero essere l'immancabile pazzo e l'infermiera che in qualche modo lo aiuta.
moralismi a mai finire e lezioncine sul già-noto. i medici prescrivono droga solo per acchiapparsi i soldi delle case farmaceutiche. prima di iniziare una terapia a base di psicofarmaci è bene farsi visitare da almeno due medici diversi. troppe medicine fanno male. la gente pensa solo ai soldi. blabla.
grazie benni, se non ce lo dicevi tu non lo capivamo.
delusione, delusione cosmica. spero proprio che con l'ultimo libro sia tornato il benni di sempre, spero anche di poterlo leggere presto, ma questa roba, davvero, evitatela, sopratutto se vi piacciono i libri di stefano benni.

ps. questa settimana andrò plausibilmente a rilento con i post, mi scuso già da adesso, ma sto cercando di fare una cosa che... vabbè, poi vi spiego, che a parlarne prima ci si porta sfiga da soli.

domenica 11 novembre 2012

pandora hearts 1 e silver spoon 1 ovvero: roba da evitare!


ecco qui il mio kaoru mori collection speditomi da yue con altri due regalini carini carini!
mentre sotto vi faccio vedere la pila devastante di roba letta/da finire di leggere/da cominciare a leggere che staziona sulla mia scrivania e che in buona sostanza è tutto quello di cui vi parlerò nei prossimi post... anzi, cominciamo adesso!


mi avevano consigliato pandora hearts come un gran capolavoro, ho letto dappertutto commenti entusiasti del tipo "è il manga della mia vita" e ho deciso di provare il primo volumetto certa di avere tra le mani un nuovo caso editoriale, una figata estrema, una genialata totale.
risultato? per me non vale manco lo spazio che occupa sullo scaffale.
i disegni non mi sono piaciuti per nulla, sono rozzissimi e in buona sostanza si tratta della solita fuffa da shounen. immaginatevi le clamp che disegnano male, o più o meno qualsiasi roba trovate in fumetteria per un pubblico di quattordicenni.
la storia? un ragazzino sta per compiere un rito tipo entrata nell'età adulta per il suo quindicesimo compleanno, quando si vede spedito in una dimensione altra che a quanto pare è una prigione dove vengono mandati quelli che si sono macchiati di un grave peccato. il punto è che lui non ha fatto niente. ma a quanto pare il suo peccato è essere venuto al mondo. e già qui c'è da mettersi a piangere per la totale prevedibilità della cosa. magari potrebbe essere interessante l'idea del peccato di cui non si ha memoria, ma così...
qui cominciano a cicciare fuori mostri vari, una ragazzina che pare cattiva e poi si rivela buona, un'altra che pare buona e in realtà è un mostro, altri personaggi stupidi e inutili e banali che non si capisce se lo vogliono aiutare o meno. per il resto, non si capisce un cavolo.
il primo numero si fa fatica a seguirlo, noiosissimo, confuso, sembra fatto da chi non ha la più pallida idea di come gestire i tempi e gli spazi grafici e narrativi e plausibilmente è così. se dovesse migliorare tendendo al clampico andante - ed è lì che vuole andare a parare - allora si conferma la scemenza che è parsa a me fin da subito. ma di certo non sono disposta a spenderci più un euro. anzi, spero di potermi liberare del primo numero prima possibile, ergo se qualcuno vuole leggerlo cedo volentieri la mia copia. plausibilmente può piacere molto a un pubblico più giovane (?) e forse con meno letture alle spalle, per essere meno gentile e velata a chi non ci capisce un cazzo e vuole il protagonista carino e biondo affrontare situazioni senza capo né coda ma con un sacco di linee cinetiche, ma per quello che mi riguarda è no secco e perentorio. c'è decisamente di meglio in giro e i propri soldi è consigliabile investirli in altro.

altra roba altrettanto osannata e per me altrettanto da evitare è silver spoon. la delusione qui è stata massima. da pandora me l'aspettavo una bimbomikiata, ma da questo, che tutti portavano sul vassoio d'argento come seinen-rivelazione, beh, non me l'aspettavo proprio. anzi, avevo grandi aspettative su questo manga.
una delle cose che più mi ha fatto innervosire sono stati i disegni. ora, dopo che sento dappertutto criticare disegni bellissimi, leggere che questi non sono tanto male... ma che avete sugli occhi? fette di salame spesse due dita come minimo! non ho idea di come questa tipa possa essere considerata una mangaka famosa e meritevole se disegna sempre così. volti sbagliati al limite del grottesco o del disegno di fanzine da terza media, figure statiche e legnose, anatomie inesistenti... cosa ci trovate?
passando alla storia: penosa. un idiota si iscrive in una scuola agraria piena di personaggi al limite della deficienza mentale grave, tutti i suoi compagni stanno lì per continuare le attività dei genitori (allevamento di bestiame, produzione di formaggi e altre amenità del genere) mentre lui non sa che cacchio ci sta a fare. il leit motif è non ho nessun sogno, e la cosa viene ripetuta tante di quelle volte che la tentazione di strappare il volumetto mandandolo a fanculo è forte.
l'editore parlava di vita di campagna e amore per gli animali... amore? come scena divertente c'è la decapitazione di un pollo. e dovrebbe far ridere. poi mi dite chi è che ha riso, così gli consiglio uno psicologo. non ricordo quante pagine sono state dedicate al trauma del protagonista nello scoprire che le galline hanno un solo buco per le uova e per la cacca. ma stiamo scherzando? davvero esiste gente che non sa da dove escono le uova? davvero questa roba dovrebbe essere divertente? gli animali sono trattati come prodotti più o meno puzzolenti e rompiscatole, di amore non ce n'è manco a cercarlo. persino i cavalli, dei quali si parla con un pelino più di decenza, sono ridotti a delle bestie stronze e capricciose.
brutto, stupido, illeggibile, con personaggi a un passo dal nauseabondo, trama inesistente, valori zero: nessun sogno, nessun amore per gli animali, niente di quanto promesso. sinceramente non sono nemmeno riuscita a finire di leggerlo. penoso. adesso so che recuperare fma non vale la pena neanche a pensarci.

domani vi dico due parole su quello che invece merita di essere letto e amato!

mercoledì 29 febbraio 2012

30 giorni di manga - giorno 22

il manga che vorresti non esistesse


CHOBITS delle clamp.
davvero, mi sembra di sparare sulla croce rossa, ma seriamente questo coso è paragonabile a una truffa a un ente benefico: indecente. disegnini carinissimi, serie che parte bene, continua abbastanza bene, lui e lei che non riescono ad arrivare lì dove dovrebbero dal primo numero, lei che continua a fare la bimbetta sexy e ingenua che vien voglia di spaccarle il cranio a martellate, lui che continua a fare il represso, cosa che secondo le clamp dovrebbe essere sinonimo di romanticismo, non di zoccolaggine da una parte e incapacità da un'altra. in ogni caso, quando si inizia l'ultimo numero praticamente certi che finalmente lei gliela darà, arriva il finale più brutto, ridicolo, inutile, stupido e meno rispettoso nei confronti dei lettori che si possa immaginare, semplicemente al limite del grottesco.
dopo l'ultimo numero di chobits ho tirato a terra mandandolo a fanculo soltanto il codice da vincitwilight. potete ben immaginare il livello di disgusto che mi ha dato questo manga.
oltre a concepire qualsiasi forma di sensualità in modo malato e sbagliato, le clamp hanno distorto il concetto di storia d'amore, hanno presentato maschi e femmine come esseri pronti all'accoppiamento ogni due per tre ma troppo complessati per ottenere ciò che vogliono, e sopratutto hanno preso per il culo i lettori dalla prima all'ultima pagina in modo assolutamente vergognoso.
spero che tutte le copie esistenti di questo manga si distruggano per autocombustione, magari le clamp lo interpretano come un segno divino e la smettono di fare 'ste cazzate.

lunedì 27 febbraio 2012

30 giorni di manga - giorno 20

un manga che all'inizio ti piaceva, ma che alla fine sei arrivato ad odiare


N.Y. KOMACHI di waki yamato.
questa domanda mi risparmia di dover fare un post di lamentele su questo manga. certo, odiare è una parola grossa, però sicuramente mi ha stancato dal quarto volume in poi. un po' anche prima, a dire il vero.
la yamato secondo me dovrebbe scrivere storie brevi, queste serie così lunghe non fanno per lei. c'è davvero troppa roba in ogni volumetto, per lo più inutile.
a metà della serie si sarebbe tranquillamente potuto mettere la parola fine, dandogli un senso, invece no. gli episodi sono digeribili solo se un volumetto viene diluito nell'arco di un mese.
peccato davvero che non abbia concluso quando doveva farlo, in ogni caso, a meno che non mi convinciate in modo molto persuasivo, mai più yamato per me. ha rotto le scatole.

martedì 14 febbraio 2012

30 giorni di manga - giorno 07

un manga che ti ha così schifato da stopparlo subito


RAQIYA di masao yajima e boichi.
non so ancora esattamente cosa mi abbia spinto a comprare questa roba, un po' mi ha illuso il disegno di copertina, un po' i commenti entusiasti che ho letto in giro, un po' il fatto che era in promozione con hotel (sempre di boichi, che non era pessimo, ma neanche tutta 'sta genialata...), fatto sta che l'ho comprato. e ho fatto malissimo.
non è che l'ho semplicemente stoppato subito. ho buttato il volumetto in un cassetto dopo averlo sfogliato, non ho neanche perso tempo a leggerlo. violenza, sesso, un po' di tetteculi e qualche traccia di esoterico, disegni per nulla interessanti e atmosfere al limite della morbosità. posso capire che si possa definire interessante per un quattordicenne arrapato, ma sinceramente per quello che mi riguarda, concedergli la possibilità di essere persino letto era troppo. di sicuro non mi farò fregare mai più da cose del genere.

domenica 25 dicembre 2011

o sono stupida io...

non mi dovrei fidare dei giudizi della gente. lo dico ogni volta.
cronachette è una serie che viene definita geniale, poetica, brillante, imperdibile. per me è stata una lettura quasi gradevole e nulla più. mi ha messo molta malinconia addosso. non è una storia scritta bene né disegnata bene, e a conti fatti, salvando il salvabile ne esce sì e no un volume. leggevo leggevo, con i migliori propositi, e intanto mi chiedevo "ma che roba è?"


l'autore parla di ernestina, la gatta che ha tenuto per quasi quindici anni e che a quanto pare è morta per un problema ai reni. anzi, per la totale mancanza di attenzione del padrone. strafottenza, in termini tecnici. proprio quello che ci vuole per raccontare la storia di un gatto. sembra proprio che con questa gatta non ci abbia mai vissuto, perché di lei non racconta nulla. parla molto di se stesso e del brutto libro che sta scrivendo, ma che non sia un capolavoro ce ne rendiamo conto da soli. la parte dedicata ad ernestina è poca roba, ma l'unica che vale qualcosa.
sembra che ad ogni vignetta l'autore dica ernestina mia, io non ti ho mai capita. non ha molto senso, vero? poteva raccontare di altro, magari di qualcosa che l'abbia davvero un minimo interessato.

mi sono piaciuti i gatti di questa storia, non mi è piaciuta come questa storia è stata raccontata. non mi è piaciuto nulla di quello che riguarda l'autore, anzi, il suo alter-ego fumettistico mi è stato antipatico abbastanza.
non capisco seriamente il perché di questo successo.
mi è sembrato il tipico fumetto fiQo e alternativo. non lo rivendo solo perché mi piace la gatta. e perché non sono disperata abbastanza. e perché era il mio regalo di natale e me lo sono davvero bruciato. avrei potuto leggere di meglio. ci sono rimasta davvero tanto male, sopratutto visto che mi era stato consigliato eccetera.
se non ci fosse stato nessun elemento autobiografico mi sarebbe piaciuto. davvero, troppo egocentrismo.

mi dispiace più per ernestina che per me. troppa freddezza e incomprensione in queste pagine. povera micia. tre volumi e mai una coccola. cos'è, una cosa che fa fiQo e alternativo?
racconto le cose meglio io, ed è quanto dire.