tag:blogger.com,1999:blog-72711913186462831882024-03-19T10:00:32.591+01:00a clacca piace leggere...consigli di lettura (non richiesti). due (molte di più) parole su quello che.claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.comBlogger1186125tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-8652560815311976912024-03-19T10:00:00.011+01:002024-03-19T10:00:00.142+01:00una stanza tutta per gli altri<div style="text-align: left;"><blockquote style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">voglio ballare, capisci? ballare e divertirmi fino a cadere morta per terra. sono stanca di tutti questi libri, di tutto questo silenzio, di tutte queste pulizie.</span></b></i></blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ8h7UBSuTCGDK5T1lsuAjpuoy912X8nGl5Hn2_kaGc-p1fmPsw9DhCOaBR3HrfOHqHfCBjtdGcWfMVPgoVqNO1N64tdQODiB69ARxhNdoIcF4nQg3GD-y5pYn50f07snNWIZQSXPNTyXBuQ1bZsWqWAp6T8g5aItcxMh_zEvomGDXPp20er_0y5xLzdbJ/s830/una_stanza_tutta_per_gli_altri.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="830" data-original-width="574" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ8h7UBSuTCGDK5T1lsuAjpuoy912X8nGl5Hn2_kaGc-p1fmPsw9DhCOaBR3HrfOHqHfCBjtdGcWfMVPgoVqNO1N64tdQODiB69ARxhNdoIcF4nQg3GD-y5pYn50f07snNWIZQSXPNTyXBuQ1bZsWqWAp6T8g5aItcxMh_zEvomGDXPp20er_0y5xLzdbJ/w442-h640/una_stanza_tutta_per_gli_altri.jpg" width="442" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">questo libro nasce da una finzione, una bugia svelata solo alla fine. <b>alicia giménez-bartlett</b> racconta di aver trovato, grazie a una collezionista inglese, il diario di nelly boxall, una delle domestiche di virginia woolf, quella che lavorò per lei per circa diciotto anni.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">il diario di nelly, in realtà, non esiste.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">nella finzione letteraria, giménez-bartlett sostiene di voler utilizzare il documento per scrivere un romanzo sul rapporto tra la nota scrittrice e le sue domestiche e così <b>una stanza tutta per gli altri</b> alterna le pagine del diario di nelly - che l'autrice sostiene di aver corretto e reso più piacevoli alla lettura - scene che compongono il romanzo stesso, narrate in terza persona, che si incastrano con la viva voce di nelly e le pagine di quello che potremmo definire una sorta di diario di campo di giménez-bartlett stessa, in cui annota le sue considerazioni sullo scritto di nelly, i confronti con i diari di virginia woolf a proposito degli stessi eventi e altri appunti interessanti per contestualizzare quello che stiamo leggendo: notazioni di carattere storico sull'inghilterra del primo dopoguerra, sulla condizione della working class e, in particolare, delle ragazze a servizio.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">se pure così sembra tutto molto confuso e poco scorrevole, <b>una stanza tutta per gli altri</b> si è rivelato un romanzo che, nonostante la struttura decisamente particolare, mi ha conquistata immediatamente. mi sono immediatamente affezionata a nelly e a lottie - l'altra domestica che lavora per un lungo periodo con nelly a servizio per virginia woolf - ho preso le loro parti nelle contese con la padrona, ho sentito farsi miei i loro desideri e le loro paure. il diario di nelly mi ha trascinata in quel mondo fatto di una povertà che non è solo economica ma soprattutto relazionale, una sorta di gabbia in cui le ragazze che svolgevano il lavoro di domestiche non rinunciavano al loro orgoglio, al loro carattere e ai loro sogni. primo fra tutti, quello di avere, un giorno, <i>una stanza tutta per sé</i>, per citare woolf, un posto in cui sentirsi finalmente a casa.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">il merito è soprattutto di nelly, personaggia interessantissima e molto ben caratterizzata, e della voce che emerge dalle pagine del suo diario. nonostante sia <i>solo una cameriera</i>, come ripete lei stessa più volte, nelly è una ragazza spigliata e intelligente, affascinata - almeno all'inizio - dalla sua padrona. virginia woolf è una donna anticonformista, un'intellettuale le cui idee - e in qualche modo anche la cui vita stessa - sfidano le consuetudini, rasentando spesso lo scandalo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">eppure, con il passare del tempo, l'entusiasmo di nelly - e, insieme, il nostro - va scemando sempre di più: virginia woolf diventa, in queste pagine, l'emblema di quel femminismo bianco e borghese che nasconde come polvere sotto il tappeto le donne povere, le donne non istruite, le donne non inserite in un certo tipo di società, le donne che desiderano qualcosa di diverso da quello che vuole lei. virginia istilla nella mente di nelly, ad esempio, l'odio verso il matrimonio: sposarsi è il primo passo verso una vita alle dipendenze di un marito prima e dei figli poi, una vita logorante nel corpo e nell'anima in cui ogni momento è dedicato alla famiglia, in cui non esiste un attimo per sé.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">considerazione affascinante, certo, e con cui potremmo anche essere d'accordo, ma che non offre alcuna alternativa a tutte quelle donne che non appartengono al suo stesso ceto sociale se non, appunto, quella di lavorare a servizio: non serva di un marito e dei figli ma serva di altrə padronə, sempre pronta a obbedire, sempre rinchiusa tra una cucina e una cameretta che non le appartengono nemmeno, sommersa dai lavori domestici che, spesso e volentieri, si moltiplicano all'arrivo di ospiti inattesə, ognunə con i suoi capricci da soddisfare. una vita di duro lavoro che, in casa wollf, si somma a un'atmosfera cupa, quasi angosciante, scandita dai malesseri di virginia, dalla tristezza di leonard e dal silenzio necessario alla creazione letteraria.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">l'anticonformismo di virginia woolf e del circolo di bloomsbury diventa presto, agli occhi di nelly, poco più di un vezzo da ricchə, un'attitudine sciocca e infantile di volersi distinguere dal resto della gente per il puro gusto di farlo. gente che parla ad alta voce di sesso, che cambia amante senza remore, che cresce lə figliə con un'educazione strampalata, che scrive libri, dipinge quadri e indossa abiti spesso al limite del ridicolo ma che poi non esita un momento nel trattare lə domestichə con crudele snobismo. anticonformismo, sì, ma purché sia comodo; egualità sì, ma senza respirare la puzza della classe operaia; femminismo, sì, ma senza rivolgersi davvero a <i>tutte</i> le donne.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">sullo sfondo, intravediamo un'inghilterra schiacciata dalla guerra prima e da una ripresa lentissima dopo, quasi inesistente, un'inghilterra in cui idee come quelle di woolf hanno poca attinenza con il reale: la vita matrimoniale è realmente una prigione ma alle donne non viene concesso altro se non scegliersi il tipo di gabbia che desiderano e a chi concedere le chiavi, se una padrona che le ignora, una che le controlla ossessivamente, un datore di lavoro schiavista, un marito strafottente, una suocera crudele. le donne, se non godono di un patrimonio familiare solido o un titolo, non hanno alcuna scelta, alcun diritto, alcuna possibilità di cambiare la propria vita, né hanno alleate, neppure tra le più illuminate e combattive. resta, dunque, solo quello spazio - fragile e precario - ritagliato nelle case altrui, nelle vite altrui, in cui condurre un'esistenza che non si realizza mai pienamente.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>una stanza tutta per gli altri</b> invita a sovvertire i luoghi comuni, a riconsiderare i propri miti così come i propri valori, a cambiare punto di vista.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">soprattutto, spiega che non si può parlare di femminismo, di diritti, di giustizia continuando a dimenticare la lotta di classe perché è lì, nelle discrepanze economiche e sociali, che si concentra l'origine di ogni ingiustizia, di ogni discriminazione e marginalizzazione.</div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-71060025632763733282024-03-16T10:29:00.002+01:002024-03-17T09:48:14.199+01:00mermaid melody - pichi pichi pitch - vol. 1<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh75xSyZMcpSYbnTQvypRGkADw2vIuUq_ARiJ2HH5-qO6T0dbEPbClfXDp13iKPvqeqGvDloAexM2LPpS64w9p81tMmL9fFpq9REgB7P_m4qt4l7qmxzLuV8b3y6JByLza791yRvQ8dp293DFS6REwsu2jnJBtFrGklg4BhyphenhyphenzSEeLqrkuTsvuUp6M5dljRy/s1687/mermaid_melody.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1687" data-original-width="1200" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh75xSyZMcpSYbnTQvypRGkADw2vIuUq_ARiJ2HH5-qO6T0dbEPbClfXDp13iKPvqeqGvDloAexM2LPpS64w9p81tMmL9fFpq9REgB7P_m4qt4l7qmxzLuV8b3y6JByLza791yRvQ8dp293DFS6REwsu2jnJBtFrGklg4BhyphenhyphenzSEeLqrkuTsvuUp6M5dljRy/w456-h640/mermaid_melody.jpg" width="456" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">io odio scrivere stroncature e cerco sempre di non lasciarmi trascinare dai miei gusti personali quando qualcosa non mi piace, provo a valutare quello che leggo da un punto di vista oggettivo perché credo che comunque sia giusto rispettare sempre il lavoro creativo di chi scrive e disegna.</div><div style="text-align: justify;">ma ci sono dei casi in cui questa cosa è impossibile e <b>mermaid melody pichi pichi pitch </b>è uno di questi. mi sono avvicinata al manga perché all'epoca in cui era famoso non guardai l'anime e non conoscevo la storia se non mooolto vagamente. il manga mi sembrava un modo interessante di recuperare un titolo che in tantə paragonano a <i>sailor moon</i> (ed è stato questa la cosa che più mi ha fatto venire voglia di leggerlo).</div><div style="text-align: justify;">il punto è che, forse per la prima volta in vita mia, non sono riuscita a finire di leggere nemmeno il primo volumetto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">la storia è estremamente caotica e troppo veloce, non si riesce a capire cosa succede e perché. lə personaggə sono piattissimə, praticamente poco più che stereotipi (e, in effetti, un po' sembrano delle caricature di quellə di <i>sailor moon</i>) e i disegni sono una copia non troppo ben riuscita di un mix tra quelli di arina tanemura e <i>gals</i>, disegni che non riescono a rendere l'idea di personaggə vivə che si muovono in uno spazio e interagiscono tra loro ma che si limitano a essere una serie di pin-up collegate in qualche modo tra loro in una sequenza.</div><div style="text-align: justify;">ma non è neppure questa la parte peggiore, quello che mi ha davvero infastidita è il modo in cui viene esasperato ed esaltato un certo tipo di amore romantico e, di conseguenza, un certo tipo di comportamenti maschili e femminili estremamente tossici.</div><div style="text-align: justify;">la protagonista è una bambina di dodici anni - graficamente estremamente e orrendamente sessualizzata - il cui unico interesse sembrerebbe essere questo amore totale e sconfinato per un ragazzo (più o meno suo coetaneo). tutto gira intorno al desiderio di stare con lui mentre altre cose che dovrebbero essere fondamentali per una ragazzina come l'amicizia, la famiglia, la scuola, i sogni per il proprio futuro, eccetera, semplicemente non ci sono. anche l'essere una sirena principessa che lotta contro creature malvagie per salvare il pianeta sembra essere un dettaglio trascurabile perché tutto è focalizzato su questo amore totalizzante.</div><div style="text-align: justify;">i rapporti con le altre figure femminili sono tutti improntati alla rivalità, in un continuo farsi dispetti mentre si coltiva un'amicizia estremamente superficiale e il rapporto con il ragazzo-dei-sogni è così tossico da poter finire in un manuale del tipo <i>scappa a gambe levate da qualsiasi uomo somigli a questo</i>. la violenza e gli abusi del protagonista maschile su quella femminile (che sono continui e anche abbastanza gravi, normalizzando l'idea che il consenso non esiste e che <i>se lei dice no in realtà vuole dire sì</i>) vengono romanticizzati in modo stucchevole e il fatto che si parli di adolescenti poco più che bambinə rende tutto ancora più spaventoso.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">assolutamente bocciatissimo! capisco l'effetto nostalgia per chi guardava l'anime però certe narrazioni tremendamente tossiche, a prescindere dalla qualità della narrazione e dei disegni, soprattutto quando sono destinate a un pubblico di ragazzine giovanissime, credo che siano fin troppo pericolose e che contribuiscano a sostenere quel sistema violento e misogino che da anni stiamo cercando di smantellare, un pezzetto di consapevolezza alla volta. sembrerà esagerato ma sono convinta che l'educazione al rispetto e ai rapporti sani passa anche - e, forse, soprattutto - per le storie che si propongono.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" style="text-align: start;" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-59413923957825847392024-03-14T10:00:00.001+01:002024-03-14T10:00:00.181+01:00tokyo alien bros.<p><i><b></b></i></p><blockquote><p><i><b><span style="font-size: large;"> il tè, se lo si beve da soli, ha un sapore più delicato, come se gli mancasse qualcosa...</span></b></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX6HTnFk9ar7ol9xS6G5Ofyby7FzdJZOoYFMl_BywmozYujX59SEvtgGpoesC1DgZdDHtx0ZUyAXpdpnO6akgGal76sGGSG9WzdC3Vai82LcVVE8iZsUKWN2QlPZcDXyGj9y0-EyVhptibMYwyNKBEo2vLgZZUfCpbeTpiBZ8Pe8Fhfn24TPzD42y7ibJ_/s1612/tokyo_alien_bros.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="780" data-original-width="1612" height="310" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX6HTnFk9ar7ol9xS6G5Ofyby7FzdJZOoYFMl_BywmozYujX59SEvtgGpoesC1DgZdDHtx0ZUyAXpdpnO6akgGal76sGGSG9WzdC3Vai82LcVVE8iZsUKWN2QlPZcDXyGj9y0-EyVhptibMYwyNKBEo2vLgZZUfCpbeTpiBZ8Pe8Fhfn24TPzD42y7ibJ_/w640-h310/tokyo_alien_bros.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ogni volta che proviamo a creare, immaginandolo, l'<i>altro da noi</i>, non facciamo che interrogarci su ciò che siamo per provare a scoprire quello che, senza filtri e distorsioni, forse non riusciremmo a cogliere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">nell'<i>alieno</i> riversiamo paure - come nel caso di tutte quelle storie in cui creature provenienti dallo spazio, con cui abbiamo difficoltà di comunicazione più o meno importanti, arrivano sul nostro pianeta per conquistarlo, schiavizzarci o annientarci - o speranze - l'altro tipo di alieni che abbiamo immaginato, quelli che provano a comprenderci e a farsi comprendere da noi, senza alcuna intenzione bellica - ma, in ogni caso, si tratta di schemi che abbiamo imparato a riconoscere nel nostro mondo, che fanno parte della nostra esperienza <i>di</i> e <i>con</i> gli esseri umani.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">è come se non potessimo fare altro che rispecchiarci in ogni altra possibile forma di esistenza o, più egocentricamente, come se ogni altra possibile forma di esistenza non possa essere se non adattabile a quegli schemi - sia biologici sia culturali - che ci appartengono.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">insomma, nonostante già solo sul nostro pianeta ci siano miliardi di forme di vita differenti, quando la nostra immaginazione crea lə alienə, lo fa a nostra immagine e somiglianza.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e, come accennavo all'inizio, nell'indagare le ragioni del contatto, cerca le risposte a tutto quello che non ha il coraggio di chiedere all'umanità: immaginiamo alienə schiavistə e colonizzatorə perché siamo statə - e continuiamo a essere - schiavistə e colonizzatorə a nostra volta, lə immaginiamo curiosə e desiderosə di esplorare nuovi mondi perché siamo statə - e continuiamo a essere - affascinatə dall'ignoto e mossə dall'urgenza della conoscenza.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">oppure, ed è questo il centro di <b>tokyo alien bros. </b>di <b>keigo shinzo </b>(autore di <i>hirayasumi</i>, di cui ho parlato <u><a href="https://www.claccalegge.it/2023/12/commenti-randomici-letture-randomiche-80.html" target="_blank">qui</a></u> e <u><a href="https://www.claccalegge.it/2024/02/dieci-manga-forse-non-troppo-conosciuti.html" target="_blank">qui</a></u>), proviamo a chiederci cosa farebbero delle creature estranee al nostro modo di vivere se si ritrovassero sul nostro pianeta alle prese con la nostra quotidianità, con le nostre abitudini, le nostre leggi, le nostre regole e con tutto quello che diamo per scontato. proviamo, insomma, a vederci dal di fuori, a mettere i nostri panni addosso a qualcun altrə per vedere come se la cava.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">la storia di <b>tokyo alien bros.</b> è quella di fuyunosuke e natsutaru tanaka, due fratelli provenienti da un altro pianeta in missione sulla terra per capire se il nostro mondo è adatto a un'eventuale colonizzazione da parte della loro specie.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">i due riescono a cambiare le loro sembianze a piacimento e ad assumere un aspetto umano e, a parte un grave problema di intolleranza al sale, pare che riescano a gestire abbastanza bene la loro permanenza qui sulla terra.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">almeno, dal loro punto di vista.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZI-CPxODzjH72_ZB_qDvG3MIBhIAJo_vf8IB3VlBlPc2tMHMd87yotaDQND2xVvgg7FHMWf0_qKs7mFLgkDxXQ7HZOaeYJ2KcrE1Imtt5MZTaPjgOyEuXiAuP5CPxtEZRvrzBfXcLBmCvQfYtJJhago51ASb97FHYNcaV2bP7QoWjj8wozzp3nLTiCjPt/s1280/tokyo_alien_bros_foto_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1280" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZI-CPxODzjH72_ZB_qDvG3MIBhIAJo_vf8IB3VlBlPc2tMHMd87yotaDQND2xVvgg7FHMWf0_qKs7mFLgkDxXQ7HZOaeYJ2KcrE1Imtt5MZTaPjgOyEuXiAuP5CPxtEZRvrzBfXcLBmCvQfYtJJhago51ASb97FHYNcaV2bP7QoWjj8wozzp3nLTiCjPt/w640-h640/tokyo_alien_bros_foto_1.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">fuyunosuke, che è arrivato per primo, si è in qualche modo ambientato. il suo bell'aspetto e il carattere solare e amichevole gli permettono di mimetizzarsi tra gli esseri umani abbastanza facilmente. tra lə amicə è considerato un tipo un po' strambo ma simpatico che ha un sacco di successo con le ragazze. inoltre, per adattarsi alla vita da essere umano e per provare a capire le diverse forme di relazioni e legami che questi creano tra loro e con le altre specie, fuyunosuke vive con due gatti e un cane.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">l'arrivo di natsutaru non crea eccessivo scompiglio nella vita di fuyunosuke che, anzi, è in qualche modo entusiasta di poter condividere le sue esperienze con il fratello.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">natsutaru però, dal canto suo, è molto meno propenso ad adattarsi al pianeta e allə suə abitanti. questo mondo gli sembra assurdo e assurdə sono lə suə abitanti con cui, inizialmente, natsutaru non riesce minimamente a legare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">i due fratelli sembrano gli opposti in ogni cosa, soprattutto nelle loro relazioni con le creature terrestri, umanə in particolare. ma piano piano qualcosa inizia a cambiare in natsutaru, un po' grazie agli interventi di fuyunosuke, un po' grazie agli animali domestici con cui si è abituato a convivere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV61e4OOS_8DRrZpAyJxPzlS7jg2qC3EMZJ1AcuuOauxDgGjCtfex2kav0cQFUDefYqEqBTOQijsiVefwVjdJbCvZxBRvF7_7YuldyYPfOwvt3LxaAjdMyGSWQVB6NXezFU8AahM0nAkcg8J_IkqkP8FnlObBVIOCv7qpjT5Qb5NZjx8vWyTsvzBESfrRl/s1280/tokyo_alien_bros_foto_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1280" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV61e4OOS_8DRrZpAyJxPzlS7jg2qC3EMZJ1AcuuOauxDgGjCtfex2kav0cQFUDefYqEqBTOQijsiVefwVjdJbCvZxBRvF7_7YuldyYPfOwvt3LxaAjdMyGSWQVB6NXezFU8AahM0nAkcg8J_IkqkP8FnlObBVIOCv7qpjT5Qb5NZjx8vWyTsvzBESfrRl/w640-h640/tokyo_alien_bros_foto_2.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">nonostante fuyunosuke sia riuscito ad ambientarsi bene, la sua è più una sorta di mimetizzazione esteriore che una vera e propria comprensione e incorporazione delle regole umane. fuyunosuke resta fuyunosuke, per quanto bravo possa essere a leggere i desideri degli esseri umani e a soddisfarli. natsutaru, invece, cambia radicalmente, imparando a riconoscere dentro di sé sentimenti mai presi in considerazione prima.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e se il mondo mette davanti ai due fratelli i suoi aspetti più ripugnanti e deprimenti, dà anche loro la possibilità di scoprire la reale bellezza dei legami: quello che lega natsutaru al suo cane - puzzolente ma caldo - e ai suoi gatti, quello che lega i due fratelli in modo indissolubile da sempre.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">alienə o no, quale che sia il mondo in cui abbiamo vissuto, quale che sia la storia che ci ha fatti arrivare a questo presente, nessunə di noi è realmente privo di connessioni, legami, affetti. e, a prescindere dalla nostra forma, dalla nostra identità e dai nostri desideri e obiettivi, quegli affetti sono quello che ci rende davvero ciò che siamo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-82363878883164315142024-03-08T10:00:00.002+01:002024-03-17T09:48:48.129+01:00gateball park<div style="text-align: left;"><blockquote><div style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">«che cosa se ne fa di tutti questi spazzolini, dottore? terrà un incontro sull'igiene orale?»</span></b></i></div><i><div style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">«li porto in regalo al gb»</span></b></i></div><b><div style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">«di solito si portano dei dolcetti...»</span></b></i></div><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">«appunto per questo»</span></b></i></div></span></b></i></blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirolX3kFl_P8wHVfNzD1nj6gl_zh14uUZd_qtn92DD0-sZYbpOS0tLqh7J_rWNLIa3kPYrNZtzvGC7Qsg5DI_OY0W0_a7tLw4xyT4cB9gzqN-mLK1POs01upZyrlFtPNP5lwmmWbIUJjHPuXG4RpMy5WkV30LJdOSV93RPYtjWW4Oon47a_I11KwriTZ_R/s1175/gateball_park.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1175" data-original-width="840" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirolX3kFl_P8wHVfNzD1nj6gl_zh14uUZd_qtn92DD0-sZYbpOS0tLqh7J_rWNLIa3kPYrNZtzvGC7Qsg5DI_OY0W0_a7tLw4xyT4cB9gzqN-mLK1POs01upZyrlFtPNP5lwmmWbIUJjHPuXG4RpMy5WkV30LJdOSV93RPYtjWW4Oon47a_I11KwriTZ_R/w458-h640/gateball_park.jpg" width="458" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">il gateball è uno sport inventato in giappone dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947, che si ispira al croquet, divenuto velocemente molto popolare. può giocare chiunque, indipendentemente dall'età e dal sesso. e in effetti il cast di personaggə di <b>gateball park</b> di <b>natsume ono</b> è ampio e variegato: dieci persone diversissime tra loro accomunate dalla passione per il gateball che si incontrano ogni giorno - dal lunedì al sabato, dalle 8:00 del mattino alle 11:30 - per allenarsi insieme.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">o meglio, per stare insieme, per staccare dalla routine quotidiana del lavoro, per prendersi una pausa dagli impegni familiari o, per chi è già in pensione o non è ancora abbastanza grande da iniziare la scuola, semplicemente per riempire le proprie giornate.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">gli allenamenti diventano un po' una scusa per mangiare insieme - ed è per questo che il dottor takuzo, dentista fin troppo rigoroso nel suo lavoro, va alle riunioni portandosi dietro spazzolini per tuttə - per chiacchierare, persino per innamorarsi! il parco degli allenamenti di gateball diventa il teatro di scontri e incontri, di amicizie, di simpatie e di antipatie, insomma di quella che è la vita quando persone così diverse tra loro decidono di ritrovarsi tutte insieme ogni giorno e di mescolare le proprie quotidianità.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">c'è, ad esempio, matsuko che, nonostante la paura di ingrassare, cucina ogni giorno per la squadra e assaggia tutto quello che portano anche lə altrə, come i dolcetti di saotome, una signora di mezza età che sembra essere un'eterna adolescente. saotome ha una cotta per nishi, pacato pensionato che si fa notare poco sul campo ma che cambia completamente carattere quando scopre l'hobby del giardinaggio. e poi c'è la giovane michi, una vera e propria promessa del gateball tanto quanto la piccolissima sora, una bimbetta deliziosa tutta occhioni che ha appena iniziato l'asilo e che ha la stoffa per diventare una vera campionessa.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>gateball park</b> è un fumetto leggero e rilassante, lontano anni luce da <i><u><a href="https://www.claccalegge.it/2023/02/not-simple.html" target="_blank">not simple</a></u></i>, più simile ad altre opere dell'autrice come, ad esempio, <i><u><a href="https://www.claccalegge.it/2012/04/la-quinta-camera.html" target="_blank">la quinta camera</a></u></i>. uno slice of life in cui la vita di provincia è la vera protagonista, dove i momenti personali della vita di ognunə si susseguono come perle di una collana, contrapponendosi e completandosi a vicenda.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEPSU7OQ5_zOpi9xMiQaq9-xht6vmjhX1gRukDMqABIO9o65oUcJn_GKqBOF-ZtSuGk1bU40I_puyyfZr93ruNkk6ITG9nmIDdqSWhoELXRyu-KrAmGbHh_l0_-GYVRzh4fbejX2VGZwRTYDC5q4zqXSjWeYiESfMGywpFGafYVPo3-IFOhrqnyrKmngr-/s1536/gateball_park_1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="1097" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEPSU7OQ5_zOpi9xMiQaq9-xht6vmjhX1gRukDMqABIO9o65oUcJn_GKqBOF-ZtSuGk1bU40I_puyyfZr93ruNkk6ITG9nmIDdqSWhoELXRyu-KrAmGbHh_l0_-GYVRzh4fbejX2VGZwRTYDC5q4zqXSjWeYiESfMGywpFGafYVPo3-IFOhrqnyrKmngr-/w458-h640/gateball_park_1.jpg" width="458" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">lo stile dei disegni è quello secco, veloce, espressivo e cartoonoso tipico di ono, che abbiamo già avuto modo di apprezzare più volte, perfetto per caratterizzare ciascun personaggə, per tratteggiare la sua personalità unica e inconfondibile.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">una lettura godibile e leggera per quanto, personalmente, apprezzi i lavori più drammatici di questa autrice ma che sicuramente piacerà allə fan di natsume ono e allə appassionatə di slice of life.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" style="text-align: start;" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-84439980321395411512024-03-07T10:00:00.000+01:002024-03-07T10:00:00.144+01:00le diecimila porte di january<div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: medium;">quando avevo sette anni, trovai una porta. forse dovrei usare la maiuscola, così capirete che non sto parlando di una porta da giardino o di una porta normale che si apre invariabilmente su una cucina con le piastrelle bianche o un armadio a muro. [...]</span></b></i></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><i>ma sapete comunque come sono le porte, no? perché ci sono diecimila storie su diecimila porte, e noi le conosciamo bene quanto i nostri nomi. porte che conducono alla terra delle fate, al valhalla, ad atlantide e a lemuria, al paradiso e all'inferno, in tutte le direzioni verso cui una bussola non potrebbe mai guidarvi, verso l'</i>altrove<i>. mio padre, che è un vero studioso e non una semplice ragazzina con una penna e una serie di cose da dire, lo spiega molto meglio: "se trattiamo le storie come siti archeologici e rimuoviamo con grande cura la polvere dai vari strati che le rivestono, scopriamo che a un certo livello c'è sempre una porta. un punto che separa il qui e il lì, noi e loro, l'ordinario e il magico. ed è proprio nei momenti in cui le porte di aprono e in cui le cose fluiscono tra i mondi che nascono le storie".</i></span></b></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbLYRzuASo86MwbY5yAiS6KkrSRLxlzLFI36c9fYUz9yOn5xueVk4ONw1bE9eSxVgDbdQnOpa7je6ctdiAFypeoej-RLfPBvyP_OPwUeAWY-c_cM29_DrTz5evNkSnVF_wI2K1FjZV2eVgl-G0KrQepGrivDTYqiC6fJYA3Xz5MAuF_9eaeWhEOZ1NBMTm/s773/le_diecimila_porte_di_january.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="773" data-original-width="536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbLYRzuASo86MwbY5yAiS6KkrSRLxlzLFI36c9fYUz9yOn5xueVk4ONw1bE9eSxVgDbdQnOpa7je6ctdiAFypeoej-RLfPBvyP_OPwUeAWY-c_cM29_DrTz5evNkSnVF_wI2K1FjZV2eVgl-G0KrQepGrivDTYqiC6fJYA3Xz5MAuF_9eaeWhEOZ1NBMTm/w444-h640/le_diecimila_porte_di_january.jpg" width="444" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">c'è stato un momento, nella vita di january, in cui potevano accadere cose meravigliose.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">quando aveva sette anni, un giorno si trovava in campagna. lì, tra l'erba, aveva trovato una porta. a rigor di logica dall'altro lato avrebbe dovuto esserci ancora la campagna, la stessa campagna, lo stesso prato. invece january aveva attraversato la porta e aveva trovato un altro mondo odoroso di mare e sole, aveva visto una città luminosa in lontananza, aveva raccolto una moneta da terra. january avrebbe potuto continuare a sognare di quello e di altri diecimila mondi straordinari, avrebbe potuto immaginare di viaggiare per questo e per altri mondi e vivere avventure straordinarie, magari in compagnia di julian, suo padre, l'esploratore.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">c'è stato quel momento e poi, a un certo punto, non c'è stato più. perché dopo aver raccontato della porta il signor locke le ha ordinato di smettere di fantasticare, di rincorrere sogni impossibili. le ha detto che era arrivata l'ora di crescere, di comportarsi da adulta, di tenere la testa lontana dalle nuvole e di restare composta dentro i vestiti inamidati. dopo un po', january aveva dimenticato la porta e la città sul mare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">però aveva continuato a tenere la moneta solo per sé.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">january scaller ha sempre vissuto con il signor locke, che lei ricordi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">mentre suo padre julian girava il mondo per scoprire tesori fantastici e spedirli al suo mentore, lei rimaneva a villa locke, una magione enorme piena di artefatti provenienti da tutto il mondo, oggetti incredibili ammucchiati in una sala dopo l'altra, una collezione di ciò che l'ingegno e l'abilità umane sono - e sono state - in grado di progettare e costruire così vasta e ricca da far invidia a quasi ogni museo. non lasciatevi ingannare, però: locke e gli altri membri della società archeologica del new england, di cui locke è presidente, non sono molto più che razziatori e tombaroli.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">siamo all'alba del novecento e, proprio come insegna la storia dell'archeologia e dell'antropologia, la fascinazione per le culture altre si traduceva, già da più di un secolo, in un continuo razziare pezzi da collezione in giro per il mondo, soprattutto dalle civiltà cosiddette <i>selvagge</i>, che suscitavano nellə nobili e intellettuali europeə e nordamericanə una curiosità che nulla aveva a che fare con il desiderio di conoscenza.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">per questo il pezzo più speciale della collezione di locke sembra essere proprio lei, january, la bambina dalla pelle scura, di una tonalità rossastra che appartiene solo a lei e a suo padre julian, una bambina come forse non ne esistono altre al mondo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">una vera rarità, degna di un collezionista di prim'ordine.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ma, appunto, january è solo una bambina.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">il signor locke è l'unica persona che si sia mai presa cura di lei mentre julian esplorava il mondo in cerca di reperti da mandargli, lasciando sua figlia sola a sognare di viaggi e avventure in terre lontane. villa locke è tutto il mondo di january e, anche se locke le proibisce di perdersi nelle sue fantasie, january sa che le vuole bene e che, segretamente, è lui il misterioso benefattore che le lascia nascosti in un baule piccoli tesori di ogni tipo. chi altri mai potrebbe essere?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ogni tanto, january trova in quel baule nella stanza dedicata all'antico egitto oggetti speciali, lasciati lì perché lei li scopra. ed è lì, infatti, che january trova un giorno un libro misterioso, il cui titolo, un po' scolorito, recita <i>le diecim por. </i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">sembrerebbe proprio strano che uno come locke le faccia un regalo del genere: sotto l'aspetto di un trattato scientifico, il libretto parla di porte speciali che, una volta attraversate, portano ad altri mondi, ad altre realtà. e averlo trovato significa per january iniziare un viaggio non solo a ritroso verso le sue origini ma anche una scoperta del presente in cui vive e, soprattutto, delle sue straordinarie capacità di attraversatrice di mondi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">al di là della storia, che è troppo bella e appassionante perché io ve la rovini abbozzandone qua la trama, ne <b>le diecimila porte di january</b> ho trovato così tanti temi interessanti che in qualche momento di egocentrismo esagerato, ho pensato che questo libro fosse stato scritto proprio per me.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">january e locke incarnano perfettamente la dinamica di disequilibrio di potere che c'è tra le persone bipoc e quelle bianche, tra le donne e gli uomini, tra lə poverə e lə ricchə, tra lə più giovani e lə più anzianə. january e locke sono i due antipodi, i due fronti opposti, quale che sia il campo di battaglia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ma january è anche una persona capace di sognare, di immaginare, di lasciarsi sorprendere dalla fantasia così come dalla realtà, là dove locke è terrorizzato da tutto ciò che sfugge al suo stretto controllo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">per january, le porte tra i mondi sono i posti dove nascono le storie perché lei sa che le storie nascono dall'incontro con l'<i>altro</i> e con l'<i>altrove</i>, sa che non può esserci che stagnazione e inevitabile decadenza senza contaminazione di idee, di scoperte, di sangue e di carne. january sa che senza il cambiamento ogni cosa è destinata a deperire, ad accartocciarsi su sé stessa fino a implodere. e mentre january lotta per aprire passaggi, per attraversarli, per cercare il suo passato e il suo futuro, locke insegue una stabilità che alimenta il suo potere su tutto il resto, chiudendo, tagliando fuori dalla realtà tutto ciò che minaccia il suo eterno presente.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">avevo amato tantissimo <i><u><a href="https://www.claccalegge.it/2023/05/le-streghe-in-eterno.html" target="_blank">le streghe in eterno</a></u></i>, dopo questa lettura prometto di tenere sempre d'occhio <b>alix e. harrow</b>, sperando di trovare ancora protagoniste come quelle che ci ha già permesso di incontrare, ragazze e donne che non hanno paura di attraversare i confini, di alzare la testa, di prendere in mano la loro vita e portarla verso gli orizzonti che decidono di raggiungere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">~★~</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>piccolo aneddoto che potete saltare tranquillamente:</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">un giorno di ottobre 2022 ho visto questo libro sugli scaffali di una libreria mentre ero lì con una delle persone peggiori che abbia mai incontrato in vita mia (però all'epoca non avevo capito questa cosa). ero contentissima di averlo trovato finalmente in edizione economica, volevo prenderlo assolutamente e stavo per farlo, quando mi sono sentita dire "veramente leggi queste cose?" con sufficienza e disprezzo. mi sono sentita stupida, umiliata. avevo già il libro in mano, pronta ad andare alla cassa, ma l'ho riposato lì dov'era.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">l'ho comprato poi molti mesi dopo e l'ho letto qualche settimana fa. non soltanto mi è piaciuto tantissimo ma mi è sembrato che mi avesse restituito un pezzetto di me, quello che quella persona orribile era riuscita in qualche modo a togliermi - in questa e in tantissime altre occasioni.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ed è una bella coincidenza che sia proprio un libro così ad avere un valore, per me, così importante e personale. un libro che racconta la storia di una ragazza a cui avevano detto di smetterla di fantasticare di quello che non esiste e di cominciare a interessarsi solo di cose serie.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">january disobbedisce e anche io ho capito che non lascerò mai più lo spazio a chi vuole togliermi qualcosa, per quanto frivolo e sciocco possa sembrare (ma che poi, frivolo e sciocco non è).</div><div style="text-align: left;"><br /></div><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥<br /></a><div style="text-align: justify;"></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-87253884429002963202024-03-04T10:00:00.001+01:002024-03-04T10:00:00.137+01:00romantic killer<b><blockquote><span style="font-size: large;"><i>tada-daaaaan! </i>★<br /><i>congratulazioni! </i>★<br /><i>sei stata scelta, anzu hoshino! </i>★</span></blockquote></b><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEMkPEIiN0e3dxQciBoQe9ffKl4-FzGr6ZNd0fGeKTxsyo9ocyDS_D34YfoRu1auUQhrGQFz92ApQAVWcjYYptFfqseUYPL0J0RYAvHGyXA5RDkcz-7KpeXSw2QydgrTrsnUT32qRyewg9dl-smaf6M_YVdWUsuHzJPT5bOwWLBxaNnjDi9x_FgnKuzHVG/s700/romantic_killer_1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="495" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEMkPEIiN0e3dxQciBoQe9ffKl4-FzGr6ZNd0fGeKTxsyo9ocyDS_D34YfoRu1auUQhrGQFz92ApQAVWcjYYptFfqseUYPL0J0RYAvHGyXA5RDkcz-7KpeXSw2QydgrTrsnUT32qRyewg9dl-smaf6M_YVdWUsuHzJPT5bOwWLBxaNnjDi9x_FgnKuzHVG/w453-h640/romantic_killer_1.png" width="453" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">il regno della magia è nei guai per colpa della bassa natalità nel mondo umano, soprattutto in giappone. la capacità dellə bambinə di credere nella magia è una fonte di energia fondamentale per il regno che, al momento, si trova in un momento di forte crisi: senza poter fare magie per lə bambinə, cosa dovrebbero fare lə maghə? così, è stato approvato un progetto per dare un'impennata alle nascite, un progetto che prevede il coinvolgimento di persone poco interessate all'amore, troppo prese dal lavoro o dagli hobby che <i>sono destinate con altissima probabilità a rimanere sole come cani in futuro!</i> [cit.] e tra queste c'è anzu hoshino, una ragazza che preferisce stare a casa a giocare ai videogiochi invece che uscire con le amiche e magari conoscere qualche ragazzo, che trangugia cioccolata senza curarsi di diventare <i>tutta ciccia e brufoli</i> [cit., soprattutto per quellə attempatə come me che ricordano certe orride pubblicità] e che dedica ogni briciola d'amore che riesce a provare a momohiki, il suo gatto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZVyC2IQzFNAeW_RDNmlixm7HKrc04-TiFMyoY4rKNBw8-tO6xMcGPO6Ym2ji_EEaibHfkp9j98bP6I1C3xxdI6Y7Ft6f_l-6JP9xhLRW-1txUMFlfUpnS8ByCwHwr65mO35PUDugxmOMRfmpk2n2KA7AHaD7BA9VbYdPgO9J2zorvMx_hMQdOTQ62EspQ/s700/romantic_killer_2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="494" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZVyC2IQzFNAeW_RDNmlixm7HKrc04-TiFMyoY4rKNBw8-tO6xMcGPO6Ym2ji_EEaibHfkp9j98bP6I1C3xxdI6Y7Ft6f_l-6JP9xhLRW-1txUMFlfUpnS8ByCwHwr65mO35PUDugxmOMRfmpk2n2KA7AHaD7BA9VbYdPgO9J2zorvMx_hMQdOTQ62EspQ/w452-h640/romantic_killer_2.png" width="452" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">occorre stravolgere la vita di anzu e farle scoprire le gioie dell'amore prima che sia troppo tardi. a portare avanti questa missione sarà riri, unə magə del mondo magico (che somiglia a una patata), che usa metodi... diciamo un po' estremi! finché non si innamorerà, le requisisce giochi, cioccolato e momohiki, così da evitare ogni distrazione. non solo, riri fa in modo che anzu si ritrovi accanto ragazzi bellissimi - che in giappone vengono chiamati <i>ikemen</i>, che planet manga ha inspiegabilmente deciso di tradurre con <i>figaccioni</i>, termine che credo sia stato usato per l'ultima volta nel 1993 a <i>domenica in</i> - e in situazioni che sembrano uscite dai più banali tra gli shoujo manga.</div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">nel giro di un paio di giorni dall'incontro con riri, anzu si ritrova prima a vivere da sola (suo padre viene trasferito a lavorare all'estero e sua mamma lo segue portandosi dietro momohiki, lasciando la figlia sola in casa senza pensarci due volte) e poi a offrire ospitalità a kazuki, un ragazzo bellissimo - modello <i>bello e tenebroso</i> - che frequenta la sua scuola e che viene travolto da una serie di catastrofi per colpa di riri, che fa di tutto per creare situazioni imbarazzanti tra lui e anzu.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">per aumentare le possibilità di successo, riri complica le cose: alla porta di anzu si presenta junta, un altro ragazzo bellissimo - modello <i>dolce e solare</i> - che dice di essere un vecchio amico delle elementari di cui lei, però non ha memoria. infine, perché con un osso duro come anzu che non vuole cedere all'amore a nessun costo, riri mette in campo hijiri - modello principe della scuola - un ragazzino bello, ricco e viziato convinto che chiunque, e quindi anche anzu, debba cadere ai suoi piedi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWlFQ9zbiTMMHuxPFkbP3gAitEG4tUOz4ICqDhE9wFYZDcTPo7nYNPNXQzbnm9Z1YLvYSERoQ95K2_APmRX8dwgGMLlTP0NM1jcDzpMjZl6Xk2fCGo0nWk98ZB5A_iJIE4njw0Hc3Ux254Vb4jaHxCLb_DsExXkg4gx291UuYrF_27VQd-dKBfFCUipX1V/s700/romantic_killer_3.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="494" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWlFQ9zbiTMMHuxPFkbP3gAitEG4tUOz4ICqDhE9wFYZDcTPo7nYNPNXQzbnm9Z1YLvYSERoQ95K2_APmRX8dwgGMLlTP0NM1jcDzpMjZl6Xk2fCGo0nWk98ZB5A_iJIE4njw0Hc3Ux254Vb4jaHxCLb_DsExXkg4gx291UuYrF_27VQd-dKBfFCUipX1V/w452-h640/romantic_killer_3.png" width="452" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">la storia è un susseguirsi di situazioni e cliché da shoujo che sarebbero il sogno di ogni adolescente, che scatenerebbero il batticuore persino in un frigorifero ma contro cui anzu si oppone strenuamente - con risultati a dir poco comici - convinta che non sarà certo la magia - ne la minaccia di non riavere più momohiki, il cioccolato o i videogiochi - a farle cambiare idea sull'amore!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ma pian piano il tono inizia a cambiare: è vero che riri è unə magə (il suo genere è indefinito e nel corso della storia assume sia l'aspetto di una ragazza che di un ragazzo) ma non è onnipotente e non può creare dal nulla persone, relazioni o sentimenti. il suo lavoro consiste semplicemente nel dare una spintarella al destino quando serve per aumentare le possibilità di incontri che ci sarebbero stati comunque, anche senza il suo intervento. le personalità e le storie dei tre <i>ikemen</i> (non userò quella parola con la <i>f</i>) iniziano a farsi più definite e realistiche, in particolar modo quella di junta e di kazuki di cui, nell'ultimo volume, viene rivelato il passato e il trauma che sta alla base del suo cercare di sfuggire le donne e l'amore.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">nel frattempo, anzu cambia e cresce anche se non lo fa nella direzione che vorrebbe riri: certo, l'impossibilità di passare tutto il suo tempo libero attaccata a una console con momohiki in braccio a mangiare snack significa più occasioni di stare insieme ad altra gente, ma invece che trasformare ogni situazione in una scenetta da rossore sulle guance e fiori sullo sfondo, anzu impara a capire le persone che ha di fronte, a conoscere chi sono davvero, andando oltre apparenze e stereotipi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>romantic killer</b> è una delle commedie antiromantiche più divertenti che abbia mai letto (e che abbia mai visto, mesi fa ho trovato l'anime su netflix e ve lo straconsiglio, è molto fedele al manga), una storia che distrugge certi meccanismi narrativi tipici delle storie d'amore mettendone in luce le forzature e le assurdità ma che al contempo sa raccontare l'amore meglio di tante altre opere che rientrano in pieno nel canone romantico.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidFt5gIeQfagGszM_o1nu_PAV1A0JIdHe2tuhJD0XZXKCPgtRr3YBKr3oj0u6VD1_6qC6_kQ1LXfREfhSgl1OZm915_m6-hvgvRMtEyKMELwbu3-yWX3j7UnV4R2EBS-VZ6OnUHEzF8jtKt9b1sEI_sCPNJgOlE5DGrqNTlpr_4RU_B4C5XG389FrdhYOb/s700/romantic_killer_4.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="499" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidFt5gIeQfagGszM_o1nu_PAV1A0JIdHe2tuhJD0XZXKCPgtRr3YBKr3oj0u6VD1_6qC6_kQ1LXfREfhSgl1OZm915_m6-hvgvRMtEyKMELwbu3-yWX3j7UnV4R2EBS-VZ6OnUHEzF8jtKt9b1sEI_sCPNJgOlE5DGrqNTlpr_4RU_B4C5XG389FrdhYOb/w456-h640/romantic_killer_4.png" width="456" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">il rapporto che si crea tra anzu e kazuki, junta, hijiri e, soprattutto, riri, è la dimostrazione che l'amore romantico non è l'unica né la più importante tra le forme che questo sentimento può assumere e che, anzi, spesso è solo il frutto di una narrazione che abbiamo introiettato fin dall'infanzia, una visione che crea gerarchie tra i legami e gli affetti, che a volte giustifica forme di violenza più o meno nascoste, che ci costringe in relazioni precostituite a prescindere da quello che siamo e che desideriamo. anzu distrugge il romanticismo, certo, ma riesce a esaltare l'amore nella sua forma più pura e luminosa.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e, per il calo demografico, ci sarà tempo per pensarci un po' più in là.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggQHQGlNc6ashZ1HfIS23jycSVP4BCl7Q1hCp7k8SPRd04hgcOEMCZ_GXpQDgfTYYv2mgA2o4-IsAlDbuKGF2dxgXS9Drf6gf7sQ33ahcPAodJnrjNgE-Aq1NJA05I8DOpt1mivZ-_ZuRLl3D5l_EHlrK6kwY-crhsoeTZy6VkOszsbV-eshrLXFe8hitI/s460/romantic_killer_box.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="460" data-original-width="387" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggQHQGlNc6ashZ1HfIS23jycSVP4BCl7Q1hCp7k8SPRd04hgcOEMCZ_GXpQDgfTYYv2mgA2o4-IsAlDbuKGF2dxgXS9Drf6gf7sQ33ahcPAodJnrjNgE-Aq1NJA05I8DOpt1mivZ-_ZuRLl3D5l_EHlrK6kwY-crhsoeTZy6VkOszsbV-eshrLXFe8hitI/s16000/romantic_killer_box.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">l'edizione planet manga non è malaccio ma no, non somiglia affatto al mock-up che trovate online. il prezzo dei volumi è un po' alto, è vero, ma il manga è interamente a colori ed è stampato molto bene, su carta spessa e un po' lucida che rende benissimo. il problema sono le sovracopertine e il box: le prime sono di carta troppo leggera e piegate un po' male, cosa non gravissima non fosse che la scatola che hanno creato è talmente stretta che per riuscire a tirare fuori i volumetti e, peggio ancora, per rimetterli dentro, vi ritroverete a invocare divinità teriomorfe varie più e più volte. peccato perché sarebbe bastato un pizzico di cura in più per avere un box più comodo e anche più carino dal punto di vista estetico.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-13310349788073745652024-03-01T10:00:00.007+01:002024-03-01T10:00:00.240+01:00l'enciclopedia delle fate di emily wilde<div style="text-align: justify;"><blockquote><i><b><span style="font-size: large;">in questo scritto intendo fornire una descrizione fedele delle mie attività quotidiane sul campo atte a documentare una sottospecie enigmatica del popolo fatato detta "i nascosti". questo diario adempie a due scopi: aiutarmi a ricordare tutto per quando giungerà il momento di compilare il resoconto formale sulla ricerca sul campo e fornire un punto di partenza per gli studiosi che verranno dopo di me, qualora io dovessi essere catturata dal popolo fatato.</span></b></i></blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvr-ODY68KIkKlg6vTlQPLXdL53lYhwhR1VLa3rpw_Io5ZyZGrVK9bPRwagAwi12-QH_rpuYo3cJ4lVwfpUYzc9PRtJw_qVWHbLbNPeHZUubZh4Hu1iRVsndo4a45PGgKPOFCQfD2PnoWmwfxMjpJT7aBGMyH-lVp5RMw0o4bYoggf1wVpJFJjuNVwuq9W/s823/l'enciclopedia_delle_fate_di_emily_wilde.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="823" data-original-width="536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvr-ODY68KIkKlg6vTlQPLXdL53lYhwhR1VLa3rpw_Io5ZyZGrVK9bPRwagAwi12-QH_rpuYo3cJ4lVwfpUYzc9PRtJw_qVWHbLbNPeHZUubZh4Hu1iRVsndo4a45PGgKPOFCQfD2PnoWmwfxMjpJT7aBGMyH-lVp5RMw0o4bYoggf1wVpJFJjuNVwuq9W/w416-h640/l'enciclopedia_delle_fate_di_emily_wilde.jpg" width="416" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>l'enciclopedia delle fate di emily wilde </b>è stato uno dei romanzi che ho letto con più piacere negli ultimi mesi, una lettura leggera e confortevole che mi ha appassionata tantissimo e che ho praticamente divorato, soprattutto per merito della protagonista e del suo modo di raccontare le vicende.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">siamo a inizio novecento a hrafnsvik, uno sperduto paesino sull'isola di ljosland, al largo della norvegia. emily wilde, in compagnia del suo gigantesco cane nero di nome shadow, un cucciolone dall'aspetto un po' spaventoso ma buono come il pane, ha affrontato cinque giorni di viaggio dalla ben più comoda londra per terminare la sua ricerca e concludere il lavoro più importante della sua vita: compilare un'enciclopedia del popolo fatato.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">emily è, infatti, una stimatissima driadologa dell'università di cambridge ma, per quanto raccolga successi e porti avanti i suoi progetti, la vita in accademia non è molto facile per le donne, nemmeno nei libri fantasy.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">dotata di scarsissimo senso pratico, emily è più preoccupata che il professor bambleby - collega che lei, per usare un eufemismo, mal sopporta - si intrometta ancora una volta nel suo lavoro (o che, peggio ancora, se ne appropri, mettendola in ombra) - che di sopravvivere lontana dalle comodità a cui è abituata.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">certo, non è la prima volta che si trova sul campo a fare ricerca, ma la spoglia e gelida casetta che le è stata assegnata e, soprattutto, la legna per alimentare il camino, si svelano presto essere più problematici di quanto non avesse considerato.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">emily è una ricercatrice brillante, dotata di intuito, con una preparazione impeccabile e una capacità di memorizzare le informazioni e recuperarle quando serve a dir poco invidiabile. eppure, quando deve occuparsi delle piccole - e grandi - incombenze della vita quotidiana o provare a capire i sentimenti delle altre persone, allora emily rivela tutta la sua imbranataggine.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">tutto quello che succede dall'arrivo a hrafnsvik in poi viene annotato con precisione e dovizia di particolari da emily nel suo diario di campo, dalle riflessioni più strettamente personali - come, ad esempio, il disagio che prova quando si trova a relazionarsi con lə abitanti locali o le osservazioni non troppo lusinghiere su bambleby - a quelle legate alla sua ricerca: l'osservazione del territorio, le tracce della presenza del popolo fatato, l'equilibrio tra i nascosti e la gente del villaggio, i rapporti che riesce a instaurare con una delle piccole creature, un esserino che ribattezza poe, per via della pelle di corvo che indossa al loro primo incontro.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ma la vera svolta del suo viaggio di ricerca è merito proprio di bambleby: si potrebbe pensare a un vecchio professore barbuto e arrogante e invece bambleby - che arriva a hrafnsvik come un tornado non soltanto per gli isolani ma soprattutto per emily - stravolge, in meglio, ogni cosa: fa amicizia facilmente con lə abitanti del villaggio - in particolar modo con <i>le</i> abitanti del villaggio, specie se giovani e carine, trasforma la casetta un po' miseranda di emily in un rifugio accogliente, dispensa consigli alla sua collega e inizia ad accompagnarla durante le sue esplorazioni dando sfoggio del suo metodo di lavoro... diciamo <i>poco scientifico</i>.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e se da un lato emily non lo sopporta, dall'altro... beh, che ci sia una forte componente romantica in questo romanzo non è un segreto, e bambleby è giovane, bello e dotato di un fascino irresistibile a cui, poco alla volta, cede anche la nostra driadologa.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">quindi, da un lato c'è una storia d'amore che nasce, dall'altro la ricerca di emily si trasforma presto in un'avventura in cui il nostro mondo e il regno fatato si alternano sullo sfondo e le vicende delle creature dell'una e dell'altra parte si legano indissolubilmente, trascinando emily - che oltre a essere una grandissima studiosa è anche materialmente incapace di voltare le spalle a qualcunə in difficoltà - e, di conseguenza bambleby, in avventure che vanno ben oltre la ricerca accademica (ma che, di certo, danno una spinta non indifferente al suo lavoro), tra fanciulle scomparse, bambini scambiati e re crudeli...</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">mi è piaciuto molto il punto di vista che <b>heather fawcett</b> è riuscita a creare lasciando raccontare tutto a emily tramite il suo diario di campo perché, nonostante voglia mantenere un tono accademico ed essere precisa nei suoi appunti, emily non può fare a meno di parlare delle cose che, anche inconsciamente le stanno a cuore. mentre si preoccupa di come la vedono lə abitanti di hrafnsvik o mentre scopre il segreto di bambleby, l'immagine della studiosa tutta d'un pezzo si sgretola per rivelarci una emily che nemmeno lei stessa conosce, una donna che è un po' una frana a capire i suoi sentimenti ma non per questo li mette a tacere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>l'enciclopedia delle fate di emily wilde</b> è un fantasy/romance (è un romantasy? non sono brava con le etichette!) molto carino e godibilissimo in cui l'equilibrio tra la realtà come la conosciamo e la magia funziona bene e in cui è facilissimo affezionarsi allə personaggə, anche a quellə secondariə.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">spero che esca presto il secondo romanzo - <i>emily wilde's map of the otherlands</i> - a cui, se non ho capito male, dovrebbe poi seguire un terzo e conclusivo capitolo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-15069789644428902792024-02-28T10:00:00.004+01:002024-02-28T10:00:00.132+01:00dieci manga (forse) non troppo conosciuti ma che mi piacciono molto e vi consiglio<div style="text-align: justify;">visto che uno dei post più letti di questo blog è <u><a href="https://www.claccalegge.it/2015/12/dieci-shoujo-manga-imperdibili-o-quasi.html" target="_blank">questo qui</a></u>, ho pensato di fare di nuovo una cosa simile, prendendo in considerazione titoli abbastanza recenti che dovreste riuscire a trovare facilmente in libreria/fumetteria.</div><div><div style="text-align: justify;"><b>non è una classifica, perché i titoli che vi propongo mi piacciono tutti e non mi va di metterli in competizione tra loro, ma un elenco di manga in corso di pubblicazione</b> che vedo poco nella mia bolla (anche se la mia bolla social ormai è ridotta a instagram, con tutti i limiti che conosciamo bene) <b>che vi consiglio di leggere</b> (se non li leggete già, in quel caso parliamone!).</div><div><br /></div><div><span style="background-color: #6aa84f;"><b><span style="color: white; font-size: medium;"> atelier of witch hat </span></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_aX7nZYKLnwIh3xqTyrqI9zGjgiUwL_xEox1Hq4n5boP19Hl8mMrZoPOvnaUjRSTmuB0qgwVLkjRfAipL-qqn8_-yI27C6i7ak4D7OyTNUW7nN-xOdWcCmBDli5EbZCaEjWBo5HEwAkA7cS2bb5uawTAqqSqUoYOBKgVaMVsr_7j2XooNIQZKqHfvBH-a/s520/atelier_of_witch_hat.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="520" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_aX7nZYKLnwIh3xqTyrqI9zGjgiUwL_xEox1Hq4n5boP19Hl8mMrZoPOvnaUjRSTmuB0qgwVLkjRfAipL-qqn8_-yI27C6i7ak4D7OyTNUW7nN-xOdWcCmBDli5EbZCaEjWBo5HEwAkA7cS2bb5uawTAqqSqUoYOBKgVaMVsr_7j2XooNIQZKqHfvBH-a/s16000/atelier_of_witch_hat.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>atelier of witch hat </b>è una delle serie più interessanti e lente che sto seguendo. l'attesa tra l'uscita di un volume e quello successivo è a dir poco snervante - è uscito da poco il dodicesimo volume e il primo è arrivato in italia a maggio del 2019! - però vale la pena leggerlo perché il mondo immaginato da <b>kamome shirahama</b> è davvero molto interessante.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">la protagonista della storia è coco, una bambina che sogna di diventare una strega ma sa che non potrà mai realizzare il suo desiderio perché può diventare strega - o mago - solo chi nasce con la capacità di compiere magie e incantesimi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">o almeno, questo è quello che viene raccontato a chi non pratica la magia...</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">coco scopre la verità per caso, ritrovandosi a sbirciare il mago qifrey proprio mentre crea un incantesimo e... beh, i diritti di nascita hanno in realtà ben poco peso!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">il problema è che coco non avrebbe mai dovuto scoprire il segreto dei maghi e delle streghe. per tirarla fuori dai guai, qifrey decide di prenderla come sua allieva e farla diventare una vera strega. da questo momento in poi, la vita di coco cambia completamente e lo studio della magia le permette non soltanto di avvicinarsi al suo sogno ma anche di capire chi è davvero e quali sono i suoi desideri mentre, nel frattempo, intorno a lei si creano legami di amicizia con altr<span style="text-align: justify;">ə aspiranti magh</span><span style="text-align: justify;">ə e l</span><span style="text-align: justify;">ə pericolos</span><span style="text-align: justify;">ə tesa larga cospirano per riportare nel mondo le antiche magie proibite.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>atelier of witch hat</b> è una storia appassionante ambientata in un mondo costruito con cura e attenzione ai dettagli, una storia che sa miscelare bene alcuni elementi quasi da slice of life e altri puramente fantasy. inoltre, credo sia uno dei fumetti con i disegni più belli che io abbia mai letto (e ne ho letti quintali!). straconsigliato!</div><span style="text-align: justify;">(stato in patria: 13 volumi, in corso di pubblicazione)</span><br /><div><br /></div><div><span style="background-color: #6aa84f;"><span style="color: white; font-size: medium;"><b>i diari della speziale</b></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4AFYsdS1l2ataNu2JNZ9UL4bnQdDwzEDNp3mocnsPMbvI9k18AEQK79oi2zQTLy8fktwrSDFNV_CqNAxf2HeSpMBUq_eHnM16f2vUyr3gS4K_e3EMiPDlmq12hzC63g27H53WTyL1ja5u0igtsNli9n9Pn74rpfXTqJn5L6kSheKUzii9JXFs-HmJkPFx/s520/i_diari_della_speziale.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="520" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4AFYsdS1l2ataNu2JNZ9UL4bnQdDwzEDNp3mocnsPMbvI9k18AEQK79oi2zQTLy8fktwrSDFNV_CqNAxf2HeSpMBUq_eHnM16f2vUyr3gS4K_e3EMiPDlmq12hzC63g27H53WTyL1ja5u0igtsNli9n9Pn74rpfXTqJn5L6kSheKUzii9JXFs-HmJkPFx/s16000/i_diari_della_speziale.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ho snobbato per un sacco di tempo <b>i diari della speziale</b> per poi recuperare i primi dieci volumi in un colpo solo (dio benedica vinted e lo preservi in salute). ero un po' scettica, anzi, a dirla tutta avevo deciso di leggerlo solo per dire <i>ah! io l'avevo detto!</i> e invece mi sono ritrovata a divorare tutti i volumetti in un paio di giorni (sì, mi lascio ossessionare facilmente) e adesso posso dire che è tra le mie serie preferite. probabilmente il problema di un sacco di serie è che vengono presentate malissimo, evidenziando alcuni aspetti che non sono poi così importanti per la trama e omettendone altri (io, ad esempio, mi aspettavo qualcosa di completamente diverso da questa serie qui, una roba molto più drammatica e piena di fan-service fastidioso. e invece).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">avevo in mente di dedicargli un post più lungo appena riesco a mettermi in pari con le uscite, ovvero, appena riesco a leggere il dodicesimo volumetto, ma intanto posso dire alcune cose: <b>i diari della speziale</b> è una serie strutturata a episodi che corrispondono, grossomodo, alle indagini che maomao - la protagonista - affronta e ai misteri che risolve. la storia è ambientata quasi completamente all'interno del palazzo imperiale in cui lavora la giovane maomao, dopo essere stata rapita. il suo talento di erborista - e di investigatrice - viene riconosciuto quasi subito, soprattutto dal nobile renshi, così maomao, ufficialmente ancella di una delle consorti dell'imperatore, fa spesso e volentieri coppia con renshi - un uomo bellissimo al cui fascino maomao è totalmente immune - per svelare misteri e crimini a corte. è divertente e appassionante seguire i ragionamenti della ragazza che, dietro la promessa di un qualche premio, si barcamena tra gelosie, tentati omicidi, veleni e segreti, e adoro la coppia renshi/maomao, un duetto che fino ad adesso ha saputo sfuggire a parecchi cliché romantici ma che funziona benissimo (sì, sono salita su questa ship già da un pezzo!). so che di recente è uscito l'anime, devo recuperarlo, mentre le light novel originali mi ispirano molto meno...</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">in ogni caso, se vi piacciono le ambientazioni storiche, le non-coppiette, le protagoniste strambe (ma così strambe da avvelenarsi da sole perché si emozionano a scoprire l'effetto che fa!) e l'atmosfera un po' da sherlock holmes, allora questa è la serie che fa per voi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">(stato in patria: 12 volumi, in corso di pubblicazione)</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div><b style="background-color: #6aa84f;"><span style="color: white; font-size: medium;"> frieren - oltre la fine del viaggio </span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPRthzG7w4LPq7cu6rnDPwDiv6mppEuBXZZZ2KMsPcHdsSfabl3qqD7P16qy3vjWpgWZzETCDsKx2WekZFl3KrxLF1QcQvd1cP3Clj3X-BhKoSED3IL-Op4qqJjlaXxi-_Z-5iEWmvrVFUnPGdNLrIjp44DmUOEBfjLhQkbqQfrh5-MDE8heLZ5wHPNmNV/s520/frieren.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="520" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPRthzG7w4LPq7cu6rnDPwDiv6mppEuBXZZZ2KMsPcHdsSfabl3qqD7P16qy3vjWpgWZzETCDsKx2WekZFl3KrxLF1QcQvd1cP3Clj3X-BhKoSED3IL-Op4qqJjlaXxi-_Z-5iEWmvrVFUnPGdNLrIjp44DmUOEBfjLhQkbqQfrh5-MDE8heLZ5wHPNmNV/s16000/frieren.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">probabilmente, adesso che è uscito l'anime, <b>frieren</b> è diventato più noto, però ecco in due righe la trama: la storia di frieren, un'elfa maga, inizia lì dove solitamente le altre storie finiscono. il gruppo di avventurierə di cui faceva parte ha terminato il suo viaggio e portato a termine la sua missione, ovvero sconfiggere il re demone.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">cosa resta adesso? beh, poco o nulla ma, per un elfa come frieren, la cui vita dura da decine e decine di anni, restano i ricordi dei suoi compagni - himmel, l'eroe, eisen, il nano guerriero e heiter, un sacerdote un po' sui generis - del viaggio e delle avventure vissute insieme.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">sembrerebbe che adesso che tutto è finito non ci sia più nulla capace di emozionarla ma frieren scopre presto che lei non è la sola ad aver superato la fine della storia e a essere entrata dritta dentro un nuovo racconto. anche se il re demone è stato sconfitto, la minaccia non è cessata e nuovə compagnə sono prontə ad accompagnarla in un'altra avventura.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">la trama del manga si sviluppa tra i flashback - soprattutto nei primi volumi - dell'elfa e il suo presente, tra i ricordi dei vecchi compagni e della sua maestra e le nuove sfide che le si propongono davanti mentre noi lettorə ricomponiamo il puzzle della sua lunga vita e impariamo ogni volta su di lei e sulle sue strane ossessioni - come il collezionare grimori pressoché inutili.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>frieren</b> si pone senza ombra di dubbio nel filone dell'high fantasy classico, con le sue razze umanoidi, i demoni, gli eroi, la magia eccetera, eppure lo fa usando impianti narrativi molto meno abusati, focalizzandosi tantissimo su una profonda caratterizzazione e sull'interiorità dellə personaggə, senza sottrarre attenzione ai momenti in cui l'azione si fa più serrata.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">anche per questa serie la serializzazione è un po' lenta, però ne vale davvero la pena!</div><span style="text-align: justify;">(stato in patria: 12 volumi, in corso di pubblicazione)</span><br /><div><br /></div><div><b><span style="background-color: #6aa84f; color: white; font-size: medium;"> hirayasumi </span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizLaQTPStxEudb-DhJNamO72BjD3kON0lEnIsdAIYGLVM484AD4L20Q2i_wquFTbDrE2F9kHtmzYnHvP3KMogHji7LsvELYLHEdhI-dM2KBNvd4xIRfueL8-wIi7d4tMb6adCZL2zgd-F7SdBncmm3yR_xJBuwAd5k-DUUukt0drE620saNr0qf4egb_-v/s520/hirayasumi.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="520" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizLaQTPStxEudb-DhJNamO72BjD3kON0lEnIsdAIYGLVM484AD4L20Q2i_wquFTbDrE2F9kHtmzYnHvP3KMogHji7LsvELYLHEdhI-dM2KBNvd4xIRfueL8-wIi7d4tMb6adCZL2zgd-F7SdBncmm3yR_xJBuwAd5k-DUUukt0drE620saNr0qf4egb_-v/s16000/hirayasumi.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">la scoperta più recente tra i titoli in elenco, <b>hirayasumi</b> è uno <i>slice of life</i> praticamente da manuale: hiroto - un <i>freeter</i> quasi trentenne - e sua cugina natsumi - diciottenne appena iscritta all'accademia di belle arti - vivono insieme in una sgangherata casetta a tokyo che hiroto ha ereditato da una vecchietta che l'aveva, in qualche modo, adottato. intorno a loro si sviluppano e si intrecciano legami, relazioni, sogni e storie di vita, con un ritmo lento che relega la frenesia della metropoli sullo sfondo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">mi piace un sacco anche che lə personaggə siano tuttə in quella fascia d'età (18/30 anni) in cui pochi anni sembrano segnare differenze enormi, ma in cui poi, in fin dei conti, ci si scopre più simili di quanto la società non ci costringa a crederci (io sostengo che la tardoadolescenza a volte dura fino ai quaranta e oltre. e, oserei dire, per fortuna!)</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">insomma, siamo solo al terzo volumetto (e bisognerà incrociare le dita perché la serie riprenda presto) ma io sono già innamoratissima di tuttə lə personaggə, e vorrei continuare a leggere le loro storie ancora e ancora e ancora!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ne ho parlato anche <u><a href="https://www.claccalegge.it/2023/12/commenti-randomici-letture-randomiche-80.html" target="_blank">qui</a></u>!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">(stato in patria: 6 volumi, in pausa)</div><div><br /></div><div><span style="color: white; font-size: medium;"><b style="background-color: #6aa84f;"> insomniacs after school </b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWoTho4HSDFoOol1pAQEtwKTUToX3aMLtS5HfuW_r1TK8vVhpllqSomI8FLwgNlSHIizBbiglrzhTbwAfHtSv7oqabFQwg2tG5wDrt9W-dANedYYBFqr6-xfWqixlu0wGPJ_T7DiiENvg8rZMZSnJVLVhPZIh5H2_ziijUbX2H_DfN7ZsJgs43kzPxpKmh/s520/insomniacs_after_school.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="520" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWoTho4HSDFoOol1pAQEtwKTUToX3aMLtS5HfuW_r1TK8vVhpllqSomI8FLwgNlSHIizBbiglrzhTbwAfHtSv7oqabFQwg2tG5wDrt9W-dANedYYBFqr6-xfWqixlu0wGPJ_T7DiiENvg8rZMZSnJVLVhPZIh5H2_ziijUbX2H_DfN7ZsJgs43kzPxpKmh/s16000/insomniacs_after_school.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ogni volta che ho tra le mani un nuovo volume di <b>insomniacs after school</b> finisco per mettere in pausa qualsiasi altra lettura per divorarlo immediatamente. credo di aver sviluppato un attaccamento morboso per ganta e soprattutto per magari (per non parlare di two, il gatto!).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">anche questo è un po' uno slice of life e un po' una commedia (?) romantica scolastica. la loro amicizia inizia per caso quando ganta, che soffre di insonnia cronica, prova a rifugiarsi nel vecchio club di astronomia della scuola per schiacciare un pisolino e lì trova magari, addormentata dentro un armadietto rovesciato per terra. anche magari fa fatica ad addormentarsi la notte e il club diventa presto la loro base segreta. ovviamente, la scuola non può permettere di lasciare due studentə a dormire indisturbati in un'aula dismessa così ganta e magari decidono di rimettere in piedi il club e iniziano ad appassionarsi di osservazione e fotografia astronomica.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">portando avanti i progetti per il club, ganta e magari si avvicinano sempre di più, aprendosi completamente uno all'altra, raccontandosi le storie della loro vita, le loro paure e i loro sogni e, nel frattempo, cresce anche il sentimento che li lega, che si trasforma pian piano da amicizia ad amore.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ganta e magari sono di una tenerezza infinita.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">in molte storie i traumi e le difficoltà incontrate nel periodo dell'infanzia diventano il background ideale per dar vita a personaggə problematicə, arrabbiatə, con cui è impossibile creare rapporti di fiducia. magari e ganta, invece, hanno saputo trarre dai loro problemi la forza e la sensibilità per diventare più empatichə e gentili e, raccontandosi e parlando del loro passato senza rabbia né autocommiserazione, hanno creato un legame straordinario.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">insomma, adoro questə due e spero per loro il più felice degli happy ending!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">(stato in patria: 14 volumi, conclusa)</div><div><br /></div><div><span style="color: white; font-size: medium;"><b style="background-color: #6aa84f;"> the king's beast </b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKnWIoYktrM8z0DzsTM1cdSguI0IxgfMKn0Flgtj6Ud6o7mufG2GyWTKb80liBMnw70g-fU1HaQPrACs6qJgaaf1HR8dyfFi7STdY_lzH3wG5WPaEebKXGyma-DQ8Mz3qoPn0L5tb4wX1W4L-hNuBNV2AZcoI3fSZiryK_F9hIzEp8-BdIoXg4FBRc141K/s520/the_king's_beast.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="520" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKnWIoYktrM8z0DzsTM1cdSguI0IxgfMKn0Flgtj6Ud6o7mufG2GyWTKb80liBMnw70g-fU1HaQPrACs6qJgaaf1HR8dyfFi7STdY_lzH3wG5WPaEebKXGyma-DQ8Mz3qoPn0L5tb4wX1W4L-hNuBNV2AZcoI3fSZiryK_F9hIzEp8-BdIoXg4FBRc141K/s16000/the_king's_beast.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">altro titolo su cui ero molto scettica all'inizio e che invece mi sta piacendo moltissimo è <b>the king's beast</b>. è ambientato nello stesso universo di <i>dawn of the arcana</i> (ovviamente, anche questo di <b>rei toma</b>, pubblicato in italia tra il 2012 e il 2013 da flashbook), un mondo in cui esistono lə aijin, creature ibride metà umane e metà bestie, dotate di forza e poteri sovrumani. nonostante questo, lə aijin sono disprezzatə e relegatə ai margini della società, sfruttatə come soldati o come prostitute.</div><div style="text-align: justify;">la protagonista della storia è rangetsu, costretta a fingersi un ragazzo per diventare il servitore personale del principe tenyou e scoprire le cause della morte di suo fratello gemello sogetsu, che aveva ricoperto precedentemente il suo stesso ruolo.</div><div style="text-align: justify;">prevedibilmente, tenyou si rivela essere un uomo per nulla violento e sinceramente addolorato per la perdita di sogetsu. tra lui e rangetsu si crea velocemente un rapporto che va molto oltre quello padrone-servo: tenyou non disprezza lə aijin e, anzi, si affeziona velocemente a rangetsu che, dal canto suo, inizia a nutrire rispetto e forse-qualcosa-di-più per il principe.</div><div style="text-align: justify;">la situazione <i>ragazza che si finge un ragazzo mentre gli altri forse lo sanno ma fanno finta di niente</i> è gestita molto bene e mi ricorda una vecchia serie che resta una delle mie preferite di sempre, <i>hanakimi</i> (pubblicata in italia da dynit tra il 2006 e il 2008). inoltre, rangetsu e tenyou sono una coppia adorabile, ognunə che cerca di difendere e sostenere l'altrə al meglio delle sue possibilità, senza nessun disequilibrio nonostante le differenze di classe.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">(stato in patria: 14 volumi, in corso di pubblicazione)</div><div><br /></div><div><span style="color: white; font-size: medium;"><b style="background-color: #6aa84f;"> nuvole a nord-ovest </b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRJw3RHFUCI9bKLXChl6aU6BvSsy09G374gTX4QGUDpf0BSVbgnzbmuWlhAPbAMb2whKuMRRKK62f-SR9PClpTZwCikZPnp4b6irIIgZCY5vaA06DHrcHtnr34qlJ-lk9-K8GcVAR4fYUPGU75-i5s_C6RWgR7anSZnLQrt1rnOaTKUd_7Vl5GwD2FYV9G/s520/nuvole_a_nord_ovest.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="520" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRJw3RHFUCI9bKLXChl6aU6BvSsy09G374gTX4QGUDpf0BSVbgnzbmuWlhAPbAMb2whKuMRRKK62f-SR9PClpTZwCikZPnp4b6irIIgZCY5vaA06DHrcHtnr34qlJ-lk9-K8GcVAR4fYUPGU75-i5s_C6RWgR7anSZnLQrt1rnOaTKUd_7Vl5GwD2FYV9G/s16000/nuvole_a_nord_ovest.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">i paesaggi selvaggi dell'islanda, un ragazzo giapponese che sa parlare con gli oggetti (soprattutto con le automobili) e che, invece di frequentare un qualche liceo, lavora come una specie di detective privato: ecco in brevissimo la trama di <b>nuvole a nord-ovest</b>.</div><div style="text-align: justify;">kei, il nostro protagonista, vive con un nonno che non somiglia affatto agli amabili vecchini dei manga: è un uomo incredibilmente affascinante e ancora capace di far breccia nei cuori di tante donne - così come suo nipote, che però sembra essere molto meno capace del nonno di gestire questo genere di cose.</div><div style="text-align: justify;">e se da un lato inizia a delinearsi una love-story, quello che rende <b>nuvole a nord-ovest</b> un titolo molto interessante (nel caso l'islanda e il parlare con le macchine non vi bastasse) è il passato di kei e soprattutto di suo fratello minore michitaka, scappato dal giappone per raggiungere kei in islanda.</div><div style="text-align: justify;">kei di solito si occupa di indagare su casi di poco conto: qualche oggetto scomparso o qualcunə che decide di fuggire senza troppa convinzione.</div><div style="text-align: justify;">ma con michitaka non sembra essere così facile perché quel ragazzo bellissimo con il volto da angelo sembra inquietantemente legato alla sparizione dellə ziə, e chi lo ha incontrato negli ultimi tempi traccia un ritratto di michitaka che kei non riesce a riconoscere. chi è davvero suo fratello? cosa ha fatto? e, soprattutto, perché?</div><div style="text-align: justify;">anche qui, la pubblicazione è lentissima e l'attesa tra un volume e l'altro è esasperante, ma <b>aki irie</b> ci ricompensa ogni volta con le sue tavole meravigliose e allora va bene così. aspetteremo.</div><div style="text-align: justify;">(stato in patria: 7 volumi, in corso di pubblicazione)</div><div><br /></div><div><span style="color: white; font-size: medium;"><b style="background-color: #6aa84f;"> i quattro fratelli yuzuki </b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi35Is8vVWz4R7UymtI9rb2YwDQUNvb0BXZrhqkTMGhija5iFsMCiwmxvaEqcMHZFgBJx83SfKWuWHUgXvEUL1Iv7QYII62dQu59tynA11VZIIYimh0voyrRyAI2SUWjyuOhkfH9cvpUKQ_NBx0lFe9XNunv-7h0HBovz-i6a_B6rRBcUZpNkoKlnaSe_yx/s520/i_quattro_fratelli_yuzuki.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="520" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi35Is8vVWz4R7UymtI9rb2YwDQUNvb0BXZrhqkTMGhija5iFsMCiwmxvaEqcMHZFgBJx83SfKWuWHUgXvEUL1Iv7QYII62dQu59tynA11VZIIYimh0voyrRyAI2SUWjyuOhkfH9cvpUKQ_NBx0lFe9XNunv-7h0HBovz-i6a_B6rRBcUZpNkoKlnaSe_yx/s16000/i_quattro_fratelli_yuzuki.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>i quattro fratelli yuzuki</b> è, secondo me, il più dolce (nel senso proprio di <i>puccioso</i>) tra i titoli che ho messo in questa lista. personalmente, adoro questa serie! è uno slice of life che segue la storia di quattro fratelli, appunto, che da un paio di anni hanno perso i genitori e che adesso vivono insieme, supportandosi e sostenendosi a vicenda nonostante le differenze d'età: il maggiore è hayato, che è diventato un po' il genitore dei tre più piccoli. hayato è un ragazzo gentile e responsabile ma sembra che l'essere dovuto crescere troppo in fretta, per gestire la casa e i fratellini, l'abbia reso un po' fuori dal mondo e ingenuo. il secondogenito è mikoto, così calmo da sembrare quasi glaciale, in realtà ha un debole per il fratello più piccolo, il terzogenito minato, che è il più irrequieto dei quattro. e infine, gakuto, il più piccolo, che sembra un giovanissimo vecchio saggio! attorno a loro ruotano le storie di compagnə di scuola, amicə e vicinə di casa.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">la cosa che apprezzo di più di questa serie, considerato il fatto che è rivolta a un pubblico molto giovane, è la capacità di essere una sorta di <i>educazione sentimentale</i> per adolescenti, di saper parlare di sentimenti, emozioni e relazioni tenendo sempre saldi alcuni principi fondamentali che difficilmente trovavano spazio negli shoujo di una decina di anni fa.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">c'è un fortissimo senso di rispetto dell'altrə, dei suoi desideri e delle inclinazioni, ci sono messaggi sfacciatamente femministi e antiageisti che rendono questa serie molto più profonda e interessante di quanto non sembrerebbe a una prima occhiata.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">(stato in patria: 15 volumi, in corso di pubblicazione)</div><div><br /></div><div><span style="color: white; font-size: medium;"><b style="background-color: #6aa84f;"> yasha </b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkbK-0455KCdHbOLf29lNEoV_WxFiIoI5Mjh6Zik4hTz1PMRXENnENpK5Mms6Zzg5MYg5xHrhyVGEnhFrCcDIqR8pyM0bBHWNFDpaM2BsBxwqactTRtu3KlqwXow5mepPi6TX-aElyinZTj9WCo2ZPQejSf_TG-QLH0ioo3CTBDO5rFE_SHh6NIYhWWT2W/s520/yasha.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="520" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkbK-0455KCdHbOLf29lNEoV_WxFiIoI5Mjh6Zik4hTz1PMRXENnENpK5Mms6Zzg5MYg5xHrhyVGEnhFrCcDIqR8pyM0bBHWNFDpaM2BsBxwqactTRtu3KlqwXow5mepPi6TX-aElyinZTj9WCo2ZPQejSf_TG-QLH0ioo3CTBDO5rFE_SHh6NIYhWWT2W/s16000/yasha.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ho un po' barato per inserire questo titolo qui perché volevo scegliere solo titoli in corso ma mancano pochi giorni all'uscita dell'ultimo volume di <b>yasha</b>... però ho letto solo i primi tre volumi e sto aspettando il sesto per rileggere tutto da capo e arrivare alla fine, perché la storia è un po' intricata e le uscite così dilazionate sono un po' un problema per la mia memoria.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">aspettavo da anni che qualcuno pubblicasse questo titolo e sono felicissima che sia finalmente giunto anche qui da noi. <b>yasha</b> è uno shoujo lontano anni luce dagli shoujo più tipici, sia per tematiche che per lo stile dei disegni. è un thriller fantascientifico e un po' distopico che ha per protagonisti due fratelli gemelli, sei e rin, generati in laboratorio, poi separati e cresciuti sviluppando le loro doti straordinarie e sovrumane. alle loro spalle, trama un'organizzazione che non soltanto è responsabile della loro nascita ma, nell'ombra, si dedica a esperimenti di eugenetica e pianifica lo sterminio di tutta quella stragrande maggioranza di umanità che viene considerata indesiderata perché povera, troppo debole, razzializzata, eccetera. nulla di troppo lontano dalla nostra realtà, dunque.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">proprio in virtù del loro passato e delle loro storie personali, sei e rin si ritrovano schierati uno contro l'altro e sembra che il destino dell'umanità dipenda proprio da come si svilupperà il rapporto tra loro due...</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">insomma, io lo adoro perché ci sono un sacco di cose che mi piacciono - l'atmosfera distopica, la tematica fantascientifica, lo scontro tra gemelli, la lotta contro le egemonie, eccetera - e perché la trama ha un ritmo densissimo anche se, come accennavo sopra, è difficile leggerlo con le uscite così lontane una dall'altra. però ormai manca pochissimo per riuscire a sciropparsi tutto in un colpo solo!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">(stato in patria: 6 volumi, conclusa)</div><div><br /></div><div><span style="color: white; font-size: medium;"><b style="background-color: #6aa84f;"> yona - la principessa scarlatta </b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiekWuqB2iaWSjE0tM7DlWqtodJLngcnzgahF93WHYRX8ilRdPrsjfBv9SwXW5AYrJjkepKGfGahLS4q4UG7w49z6yWYy4C4mHZqyxX2ywBf6-cptgU-HIR1phb0MaHSV18skVS_T9c25aF8qAbmqinhD6qqMrtiBvm7VeWkzMBA3TIlohcuPVw297bLiyj/s520/yona.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="520" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiekWuqB2iaWSjE0tM7DlWqtodJLngcnzgahF93WHYRX8ilRdPrsjfBv9SwXW5AYrJjkepKGfGahLS4q4UG7w49z6yWYy4C4mHZqyxX2ywBf6-cptgU-HIR1phb0MaHSV18skVS_T9c25aF8qAbmqinhD6qqMrtiBvm7VeWkzMBA3TIlohcuPVw297bLiyj/s16000/yona.png" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">la pubblicazione di <b>yona - la principessa scarlatta</b> prosegue ormai da più di cinque anni qui in italia e io non mi sono ancora stancata di leggere questa storia, pur avendo superato il quarantesimo volume. qualcosa dovrà pur significare! <b>yona</b> è uno shoujo fantasy ambientato in un medioevo giapponese alternativo in cui esistono i draghi ma dove - aspetto purtroppo molto più simile alla realtà che conosciamo - i diversi paesi si fanno le guerre per espandere il proprio territorio e guadagnare potere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">la storia di yona, la principessa protagonista, inizia quando suo padre, il re il (sì, questo nome genera un sacco di confusione) del regno di koka viene ucciso per permettere a suwon - il cugino di yona, di cui lei è innamorata da sempre - di prendere il suo posto. yona si ritrova così catapultata dagli agi di corte a una vita fatta di espedienti per sopravvivere, protetta inizialmente solo da hak, la bestia del fulmine, sua guardia del corpo e ex-generale di koka. prestissimo, yona riesce a risvegliare i quattro draghi, quattro combattenti formidabili che secondo la leggenda dovrebbero la loro fedeltà solo al discendente del drago rosso, l'unico legittimo sovrano di koka, ma che adesso si mettono immediatamente al suo servizio. decisa a vendicare la morte di suo padre e a riprendere il controllo del suo regno, yona inizia un viaggio ricco di avventure - anche romantiche! - e si trasforma da giovane principessa viziata in una assennata, giusta e coraggiosa regina, sostenuta dai draghi della leggenda e pronta a governare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">l'arco narrativo attuale, quello della guerra contro il regno del kai, sta andando avanti un po' troppo per le lunghe, ma credo che sarà l'ultima parentesi narrativa prima del finale (che mi auguro arrivi intorno al 50° volumetto, cosa che, al ritmo attuale, significherebbe almeno altri tre/quattro anni di pubblicazione) e comunque, nonostante questo allungamento della trama, <b>yona</b> resta secondo me una delle migliori saghe fantasy shoujo degli ultimi anni.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">(stato in patria: 43 volumi, in corso di pubblicazione)</div></div><br /><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-87910640465927362122024-02-26T10:00:00.005+01:002024-02-26T10:00:00.130+01:00lo spazio non è neutro ~ accessibilità, disabilità, abilismo<div style="text-align: left;"><blockquote style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">gli spazi hanno una serie di caratteristiche che consideriamo in quel modo perché soddisfano i bisogni di accessibilità delle persone legittimate a partecipare, a essere presenti.</span></b></i></blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj50vwpC1n58qv8OLl70SjtEofhm2xQB6vMzf3Ufh8NtwvcMLd5ALFS9Ele7KxUmUif3VOANPJEJo1pSoMrCM7nDic0AUSXHs-LvWzAGh61FGox3wUXIvNSgpMbHCB4hI-I2RUaamq8VIboTJAke3iHhNsEzAEX37mx5RytLsibM52NhG2ctbPj3Wjcl53U/s850/lo_spazio_non_%C3%A8_neutro.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="850" data-original-width="536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj50vwpC1n58qv8OLl70SjtEofhm2xQB6vMzf3Ufh8NtwvcMLd5ALFS9Ele7KxUmUif3VOANPJEJo1pSoMrCM7nDic0AUSXHs-LvWzAGh61FGox3wUXIvNSgpMbHCB4hI-I2RUaamq8VIboTJAke3iHhNsEzAEX37mx5RytLsibM52NhG2ctbPj3Wjcl53U/w404-h640/lo_spazio_non_%C3%A8_neutro.jpg" width="404" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">siamo abituatə a pensare agli spazi come vuoti da riempire, <i>vuoti</i> che di per sé non contengono nulla che li caratterizzi finché non li attraversiamo. pensiamo gli spazi, insomma, come una sorta di palcoscenico in cui mettiamo in atto le nostre esistenze e, solo nel momento in cui li abitiamo, diamo loro un significato che può anche essere politico. <i>le strade sicure le fanno le donne che le attraversano</i>, abbiamo scritto e gridato insieme tante volte, ad esempio. ma cos'è che fa di una strada, di uno spazio, un luogo accessibile? e cosa vuol dire <i>accessibile</i>?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">probabilmente, davanti a una domanda del genere, moltə - soprattutto le persone non-disabili - troverebbero facilmente una risposta. ancora più probabilmente, quella risposta sarebbe sbagliata.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">a <b>ilaria crippi</b> c'è voluto un libro intero per trovare una soluzione al quesito, e non perché si sia dilungata a scrivere inutilmente ma perché le percezioni e le idee che interessano il modo in cui gli spazi sono pensati, costruiti e abitati sono tante e differenti e, quasi sempre, accomunate da un problema: gli spazi - e tutta la vita che in quegli spazi si può vivere - non prevedono al loro interno la presenza di persone disabili.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>lo spazio non è neutro</b> parte da una prospettiva singolare - quella dell'autrice e delle sue esperienze - non per universalizzare dei bisogni specifici ma per spostare il punto di vista da quello che le persone non-disabili sono abituate a pensare come <i>standard</i>, cioè come adatto a tutt<span style="text-align: center;">ə, come <i>neutro</i>.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">sono gli spazi escludenti - ovvero la stragrande maggioranza dei luoghi - a disabilitare le persone con un corpo-mente non conforme, è il confronto con quegli spazi in cui non riusciamo ad accedere o accediamo con difficoltà e disagio a renderci disabili. come avevo scritto altrove, la nostra disabilità è una relazione sbagliata tra i noi e la società in cui viviamo.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">ilaria crippi spiega cosa vuol dire <i>accessibile</i>, qual è stata la storia del diritto all'accessibilità - diritto conquistato nel corso del tempo, una lotta alla volta - quali sono gli obblighi imposti dalla legge e come, però, questi vengono recepiti, (non sempre) messi in atto e (non sempre) tutelati.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">inoltre, un'ampia parte del libro spiega come il concetto di non-accessibilità non si limita esclusivamente all'abbattimento delle barriere architettoniche e sensoriali ma anche a quello che ilaria crippi, rifacendosi a carol thomas, chiama abilismo psicoemotivo, che illustra in questo modo:</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;"><b><i><blockquote style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">se è abbastanza immediato comprendere l'effetto materiale di una barriera (escluderti dalla fruizione di un contesto), i suoi effetti psicoemotivi restano troppo spesso invisibili. eppure un luogo o un servizio non accessibili, oltre a causare un'esclusione materiale, trasmetto potenti significati: dicono qualcosa riguardo a chi appartiene e a chi non appartiene quel contesto; ci ricordano che siamo «fuori posto», diverse, non previste. ricevere questo costante promemoria dall'ambiente intorno a noi produce effetti emotivi oltre che pratici e può incidere sul nostro benessere psicologico.</span></blockquote></i></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ed è proprio il benessere psicologico delle persone disabili quello che viene tenuto meno in considerazione: molto spesso, gli adattamenti per rendere un luogo accessibile non sono funzionali per tutte le persone disabili, non sono abbastanza sicuri, non permettono di essere utilizzati in autonomia. così, sollevare questioni su rampe troppo ripide o instabili o rifiutare di essere sorrett<span style="text-align: center;">ə o sollevat</span><span style="text-align: center;">ə da sconosciut</span><span style="text-align: center;">ə - di cui, quindi, non conosciamo le competenze nel maneggiare ausili fondamentali o addirittura i nostri corpi - viene interpretato spesso, dalle persone non-disabili, come un capriccio, un non <i>accontentarsi</i>. come se, in funzione della nostra disabilità, dovessimo ringraziare per quello che abbiamo senza far notare le miriadi di carenze di cui la nostra società è ancora colpevole.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">il problema dell'accessibilità è fondamentale perché senza la possibilità di accedere negli spazi non esiste possibilità di accedere alle pratiche comunitarie, sociali, politiche e relazionali. negare il diritto di abitare gli spazi - siano pubblici o privati - alle persone disabili, significa negare il diritto a una vita piena e soddisfacente.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">libri come <b>lo spazio non è neutro</b> - che si inserisce nel nuovo filone di testi di divulgazione sulla disabilità e l'abilismo - sono preziosi e necessari. quando sottolineiamo che <i>abilismo</i> è una parola relativamente nuova nella nostra lingua (che, ad esempio, l'editor di blogger continua a non riconoscere e a segnare come errore) intendiamo dire che il concetto stesso di <i>discriminazione contro le persone disabili</i> è un concetto nuovo, un'idea però fondamentale per comprendere e riconoscere l'abilismo come oppressione sistemica - e non come problema individuale - per imparare a decostruirlo, per imparare a costruire un mondo davvero plurale e inclusivo.</span></div><br /><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-28558299018309385262024-02-23T10:00:00.004+01:002024-02-23T10:00:00.140+01:00maleficium<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: large;"><i></i><blockquote><i>a lungo è corsa voce che l'arcivescovo di montréal tenesse nel suo archivio privato un libro così pericoloso da averlo fatto murare nell'angolino di un'alcova. chiunque avesse avuto la temerarietà di riesumarlo dal nascondiglio sarebbe stato scomunicato immantinente, senza speranza di perdono. l'arcivescovo ha sempre negato l'esistenza di questo libro maledetto, il celebre e funesto </i>maleficium<i>, dell'abate jérôme savoie. benché la materia dell'opera sia rimasta un mistero, molte sedicenti autorità non hanno esitato a dichiarare che fosse un trattato eretico o un manuale d'esorcismo - tutte congetture, fondate perlopiù su dicerie e speculazioni.</i></blockquote></span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2UA7SrDFlVl9oY5_WPl8wgZnQvap9Ee6Gs8IWoYj4r18cG_byYx4UKZG9aQZOyg9rL6I-KNHp8aLUcIw8qSeH8DCkPy7PSLCSUiEX3Dx6uzvzW3WuSnx-O7FqcMeWdXa4SEyrNXXnEkNbBfmHZScudBuybpR-vO0ae7Co62NzcUVhF2ElERbzIzWeam3y/s823/maleficium.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="823" data-original-width="536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2UA7SrDFlVl9oY5_WPl8wgZnQvap9Ee6Gs8IWoYj4r18cG_byYx4UKZG9aQZOyg9rL6I-KNHp8aLUcIw8qSeH8DCkPy7PSLCSUiEX3Dx6uzvzW3WuSnx-O7FqcMeWdXa4SEyrNXXnEkNbBfmHZScudBuybpR-vO0ae7Co62NzcUVhF2ElERbzIzWeam3y/w416-h640/maleficium.jpg" width="416" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">al confessionale dell'abate savoie si presentano sette uomini, ognuno con la sua storia da raccontare: il primo è un mercante di spezie, ossessionato dallo zafferano; il secondo, un medico, affascinato da medicine e cure esotiche; il terzo è un entomologo, desideroso di scoprire nuove specie e trovare così la fama; il quarto è un architetto, intenzionato a scoprire il segreto delle costruzioni capaci di sfiorare il cielo; il quinto un mercante di gusci di tartaruga, un materiale prezioso per costruire occhiali e monocoli raffinati; il sesto è un estimatore e un collezionista di tappeti orientali, oltre che di giardini e, infine, il settimo è un produttore di sapone, il cui sogno era ottenere la ricetta del sapone più delicato e profumato mai conosciuto, da offrire in dono alla donna amata.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">tutti e sette arrivano dall'abate dopo aver subito una qualche menomazione, in ogni caso dovuta a una sorta di maledizione. tutti e sette hanno viaggiato nel lontano oriente, e raccontano di terre magiche, come se le avessero incontrate tra le pagine de le mille e una notte, paesi che, agli occhi di uomini bianchi e occidentali, nascondono misteri, pericoli e meraviglie. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><u><b>attenzione!</b> per poter parlare in modo esaustivo del libro, dei suoi punti di forza e quelli di debolezza, tocca per forza di cose fare degli <b><span style="color: #cc0000;">spoiler</span></b> da qui in avanti.</u></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both;">durante i loro viaggi, tutti e sette hanno incontrato donne dalle fattezze diaboliche - code di lucertola, ombelichi come culle, aculei e rovi tra i capelli, sessi stillanti nettare, orecchie che producono perle d'incenso, occhi che piangono scaglie dorate - donne la cui bellezza era offesa da una piega sul labbro superiore, dotate di un fascino quasi inumano.</div><div class="separator" style="clear: both;">donne capaci di catturare la loro attenzione, di legarli alla ragnatela dei loro desideri e, ogni volta, di distruggere le loro vite con crudeltà.</div><div class="separator" style="clear: both;">si fa evidente abbastanza presto che <b>maleficium</b> non è un romanzo ma una raccolta di racconti, e che questi racconti sono variazioni della stessa favola: un uomo ambizioso si reca in un luogo esotico per soddisfare i suoi desideri, incontra una donna, viene sedotto e, infine, maledetto.</div><div class="separator" style="clear: both;">la donna, ovviamente, è in realtà sempre la stesa, riconoscibile dal labbro leporino. sta a noi lettorə scegliere se sia capace di cambiare forma o se ognuno dei sette uomini veda solo alcune caratteristiche di lei.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">il tono ridondante dei racconti non è, a mio avviso, la parte peggiore del libro, anzi, è interessante notare come <b>martine desjardins</b> riesca a ricamare trame differenti seguendo sempre lo stesso schema. anche il punto di vista fortemente coloniale sui luoghi raccontati riecheggia le fantasie occidentali sull'oriente magico, filtrato da leggende e storie: un punto di vista che si posa sull'ignoto non per comprenderlo ma per lasciarsi divertire e sorprendere, perfettamente coerente con l'idea suprematista che tutto ciò che non fa parte della propria realtà esiste per diletto, come una fiera di bizzarìe e curiosità in cui trascorrere qualche ora di svago e nulla più.</div><div class="separator" style="clear: both;">oltretutto, va sottolineato che lo stile dell'autrice è estremamente elegante e raffinato, ricco, barocco quasi, un modo di scrivere che rende ancora più magiche e fuori dal tempo le confessioni dei sette uomini.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">sappiamo, già dall'avviso al lettore delle prime pagine, che i racconti saranno in realtà otto e - come suggerisce la quarta di copertina - che l'ultima a confessarsi sarà la donna dal labbro leporino, la creatura multiforme che è esistita, fino ad adesso, solo nelle parole dei primi sette narratori.</div><div class="separator" style="clear: both;">e qui iniziano, o per meglio dire, "continuano" i problemi, perché quella sorta di premessa utile a trasformare i racconti in uno pseudobiblion è del tutto inutile.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">sinceramente, mi ero aspettata di leggere le parole di una donna potente i cui obiettivi andassero oltre i banali concetti di bene e male. era scontato che questa donna avesse un qualche legame con i sette uomini, ed ero curiosa di scoprire quale fosse.</div><div class="separator" style="clear: both;">ho affrontato l'ultimo capitolo carica di aspettative - i primi sette racconti mi erano piaciuti molto - che sono state, però, tremendamente disattese.</div><div class="separator" style="clear: both;">la donna misteriosa è in cerca di vendetta, una vendetta non più evitabile perché la sua vita è stata distrutta completamente dai sette uomini - sette fratelli, cugini della donna - fin da quando era bambina.</div><div class="separator" style="clear: both;">tralasciando i fatti narrati nella sua confessione, il fatto che una donna capace di distruggere sette uomini (poco importa se le storie che raccontano sono più o meno reali, quello che conta è che davvero sono stati maledetti e che la loro vita è stata devastata irrimediabilmente) non sia riuscita a sfuggire prima alle angherie e ai soprusi sopportati per anni è non soltanto intollerabile ma anche incoerente con le capacità che dimostra di avere dopo.</div><div class="separator" style="clear: both;">la sensazione è che l'ultimo capitolo - il più importante di tutti! - sia stato scritto in modo frettoloso e grossolano, rovinando una personaggia che poteva essere memorabile.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">un vero peccato, soprattutto perché desjardins ha una prosa - e la capacità di mescolare immaginazione e realtà - davvero superba. <b>maleficium</b> poteva essere un bel libro ma si perde completamente nel finale, svilendo il senso complessivo dell'intero racconto.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" style="text-align: start;" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-66439814728010764482024-02-21T10:00:00.001+01:002024-02-21T12:53:37.693+01:00skip & loafer ~ vol. 1 e 2<div style="text-align: left;"><blockquote style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">un primo giorno perfetto per la perfetta vita da liceale che mi aspetta! perché ho già un programma chiarissimo per il mio futuro!</span></b></i></blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTyFnWi0qSfJUDge7ILUxdKlr823bsAIcxPqKR8Aw-SYojjqDXPVUG_Ac3tuG9iP5c7eAvM30ETR4Rf8bWlGLt4mW1_QhvFpR3UYVA8l3TFz6AqoQaGkt08PJ1kcFqUOV34ZefnPiX1OLULGmW3LcXgZshlpVKnHBY04Ft-smtiYJbgbBSa1fFluZMMNjb/s1463/skip_and_loafer_1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1463" data-original-width="996" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTyFnWi0qSfJUDge7ILUxdKlr823bsAIcxPqKR8Aw-SYojjqDXPVUG_Ac3tuG9iP5c7eAvM30ETR4Rf8bWlGLt4mW1_QhvFpR3UYVA8l3TFz6AqoQaGkt08PJ1kcFqUOV34ZefnPiX1OLULGmW3LcXgZshlpVKnHBY04Ft-smtiYJbgbBSa1fFluZMMNjb/w436-h640/skip_and_loafer_1.jpg" width="436" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;">sono pochissimi i casi in cui sono contenta di sbagliarmi, uno di questi è quando prima snobbo un fumetto e poi mi decido a provarlo, scoprendo che in realtà mi piace un sacco. </div><div style="text-align: justify;">con <b>skip & loafer</b> è andata esattamente così.</div><div style="text-align: justify;">ammetto che inizialmente la cover non mi aveva attratta per niente (e la protagonista mi ricordava un po' sadako di <i>arrivare a te</i>, manga che avevo adorato all'inizio ma che poi mi dava lo stesso fastidio di un ascesso dentale il venerdì sera quando sai che lə tuə dentista riapre lo studio martedì pomeriggio, fatto che aveva peggiorato la mia idea iniziale).</div><div style="text-align: justify;">insomma, mi sono decisa a provare i primi due volumetti e bum! amore a prima lettura!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">la storia è quella di mitsumi iwakura, una ragazza di quindici anni che si sposta dalla piccola cittadina di provincia a tokyo per frequentare il liceo, incipit piuttosto banale, certo, ma da questo momento in poi iniziano tutte le cose che mi hanno convinta che forse c'è una speranza per il romance scolastico.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">faccio un elenco di buoni motivi per leggere questo manga:</div><div style="text-align: justify;">1- l'obiettivo di mitsumi non è trovare l'amore! halleluja! non ne potevo più di protagoniste il cui unico scopo nella vita è trovare l'uomo dei loro sogni e sposarsi appena fresche di diploma per vivere felici e contentə. mitsumi sogna una brillante carriera scolastica, poi la frequentazione di un'università prestigiosa che le permetta di lavorare al ministero degli affari interni e della comunicazione per trovare una soluzione al calo demografico e, infine, godersi la pensione come sindaca amata e rispettata nella sua città natale. presenza di maschi di cui innamorarsi perdutamente: zero!</div><div style="text-align: justify;">2 - zero fantasticherie sull'amore ma nessun rifiuto a priori: mitsumi è una ragazza allegra, solare, simpatica e divertente che riesce facilmente a fare amicizia. il suo primo giorno di scuola incontra sosuke shima, il classico bel ragazzo che sembra brillare di luce propria e che - grazie al cielo! - non è il solito bello e dannato da shoujo manga, anzi! sosuke si dimostra fin da subito un ragazzo gentile e dal cuore d'oro e, anche se si indovina abbastanza presto la presenza di un background abbastanza complicato, non dà mai l'impressione di trasformarsi nel cliché del bel ragazzo dal passato drammatico. anche lui promosso!</div><div style="text-align: justify;">3 - mitsumi non è una mary sue: non è particolarmente bella, è intelligente ma non è un genio assoluto, riesce a infilare una figura di cavolo dietro l'altra e le sue origini di ragazza di provincia semplice e ingenua emergono con facilità. insomma, non è l'essere perfetta a trasformarla in una sorta di calamita umana attorno cui si inizia a radunare in fretta un eterogeneo gruppetto di amic<span style="text-align: left;">ə, ma il suo entusiasmo e la sua capacità di prendere tutto quello che c'è di buono in ogni situazione.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibjarPW9RhctSE1QtvOeQsgeV4zvlbJRuzDf2ZY6Iy6s79NfA-V-XF3KByq073oMDnCORY9dNDjxWWrlD-dvMBuEWXcLp5rYZ9D0MiPngSXDdx7OlHrD49qcY1elDD5YCodSCj06mGr2nX7RxjxzU71BHtTJpIa1yHhd6wpt-FWiqlRVbr1cFRqtfmkfLd/s1459/skip_and_loafer_2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1459" data-original-width="1000" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibjarPW9RhctSE1QtvOeQsgeV4zvlbJRuzDf2ZY6Iy6s79NfA-V-XF3KByq073oMDnCORY9dNDjxWWrlD-dvMBuEWXcLp5rYZ9D0MiPngSXDdx7OlHrD49qcY1elDD5YCodSCj06mGr2nX7RxjxzU71BHtTJpIa1yHhd6wpt-FWiqlRVbr1cFRqtfmkfLd/w438-h640/skip_and_loafer_2.jpg" width="438" /></a></div><span style="text-align: left;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;">4 - la storia non si concentra solo sulla coppietta principale né tantomeno esclusivamente sui rapporti romantici ma riesce a delineare contemporaneamente tutte le figure che ruotano intorno a mitsumi e sosuke: c'è mika egashira, che inizia a dar filo a mitsumi solo quando capisce che così facendo può avvicinarsi a sosuke; yuzuki murashige, la bellezza mozzafiato che, se questa fosse un'altra storia, sarebbe la rivale o la bellona antipatica e superficiale, che invece cerca di mettere mitsumi in guardia dalle cattiverie di cui non riesce ad accorgersi da sola e makoto kurume, lo stereotipo della ragazza timida e solitaria - con tanto di occhiali e treccine - che accanto a mitsumi sembra riuscire ad aprirsi a nuove amicizie altrimenti mai neppure immaginate.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;">5 - non c'è una gerarchia tra questi rapporti: agli occhi di mitsumi, ogni relazione sembra avere lo stesso peso specifico delle altre, non ci sono amiche del cuore e amiche-e-basta, e non vale la regola che un eventuale cotta venga prima dell</span><span style="text-align: left;">ə amic</span><span style="text-align: left;">ə.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;">6 - l'ingenuità di mitsuki è ingenuità, non incapacità di rendersi capire le strutture sociali che scopre un po' alla volta, non abbiamo davanti una sprovveduta ma una ragazza che poco alla volta inizia ad aggiustare il tiro e capisce come comportarsi nei diversi contesti, senza stravolgere sé stessa.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;">7 - mitsumi non è la classica protagonista che sfugge il confronto, arrossisce e passa mesi e mesi a torturarsi con paranoie e una sfilza infinita di e se o, peggio, a confidarsi in modo poco chiaro con le persone sbagliate per dare il via a una sequela di fraintendimenti che servono, sostanzialmente, ad allungare la trama quando non c'è nient'altro da dire. nulla di tutto questo, anzi, mitsumi sa discutere con chiarezza quando qualcosa non le torna, e lo fa non col lo scopo di far valere la sua prospettiva ma di comprendere quella di chi ha di fronte.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><br /></span></div><div style="text-align: left;">potrei aver trovato lo shoujo* perfetto (che, manco a dirlo, è privo di orrendi elementi smut che spesso e volentieri superano il limite della molestia e della violenza e che odio con tutto il mio cuore) e non vedo l'ora di andare avanti!</div><div style="text-align: left;">e voi lo state leggendo?</div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: x-small;"><br /></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: x-small;">* mi segnalano che in realtà è un seinen!</span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" style="text-align: justify;" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-21402158395708191792024-02-20T10:00:00.005+01:002024-02-25T14:07:17.795+01:00gatti sciolti ~ intervista a anna matilde sali di eris edizioni<div style="text-align: justify;"><b>eris edizioni</b> ha tirato fuori un altro coniglio dal cilindro magico, anzi, più precisamente, ha tirato fuori i <b>gatti sciolti</b>, una nuova collana di fumetto breve, di piccolo formato e piccolo prezzo, attraverso cui esplorare le potenzialità del fumetto indipendente e underground.</div><div style="text-align: justify;">oggi ne parliamo insieme a anna matilde sali! buona lettura!</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgshBJtdbnJxMOa6aoI2ZsIZYvdhFzFX9WDNlitteQNyLa60SGgHTCPHrRWjiLJER_W6i8ufkPSKBy122PyFvVzKjumuHltPof24esJLEouTKUitAihFkaSdBR6kV0AgegezNTvOYVGIpk8xE2tzsCuqTWtevJ2vWebPJ-VyAQMdcA5IffKxZx_1s_SslKN/s1080/gatti_sciolti.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgshBJtdbnJxMOa6aoI2ZsIZYvdhFzFX9WDNlitteQNyLa60SGgHTCPHrRWjiLJER_W6i8ufkPSKBy122PyFvVzKjumuHltPof24esJLEouTKUitAihFkaSdBR6kV0AgegezNTvOYVGIpk8xE2tzsCuqTWtevJ2vWebPJ-VyAQMdcA5IffKxZx_1s_SslKN/w640-h640/gatti_sciolti.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><br /><div style="text-align: justify;">ciao matilde e bentornata su claccalegge!</div><blockquote style="text-align: justify;">► Ciao! E grazie come sempre per lo spazio e un saluto a tutte le persone che ti leggono!</blockquote><div style="text-align: justify;">parliamo dell’ultima nata in casa eris, la collana “gatti sciolti”. La prima domanda, obbligatoriamente, è: cos’è un “gatto sciolto”?</div><blockquote><div style="text-align: justify;">► Allora, i Gatti Sciolti sono la nuova collana Eris di fumetto breve. Ci abbiamo ragionato anni sul fumetto breve. È molto tempo che volevamo dargli spazio nel nostro catalogo e finalmente abbiamo trovato il giusto modo per unire la brevità con anche un aspetto più sperimentale legato al formato: saranno volumetti in A6, quindi un 10,5 X 14,8 cm, non proprio un formato che si trova facilmente in libreria. Saranno lunghi tra le 64 e le 96 pagine, brossurati, sia in bianco e nero che a colori. E soprattutto costeranno tutti 6 euro. Quindi fumetto indipendente, alternativo e underground a un prezzo accessibile e con un formato ultra tascabile!</div><div style="text-align: justify;">Insomma: Gatti sciolti, fumetti senza peli sulla lingua!</div></blockquote><div style="text-align: justify;">visto che si tratta di un formato sperimentale, immagino che i titoli che ne faranno parte siano tutti scritti appositamente per la collana: possiamo aspettarci qualche autorə già presente nel vostro catalogo?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► Allora, in realtà è tutto un misto. Ci sono progetti che non erano specificatamente pensati per questa collana e che ci sono stati proposti ma che erano perfetti per il formato A6, come tratto, gabbia o assenza di gabbia e tipologia di narrazione. In altri casi, chiacchierando tra un banchetto e l’altro, sono nate proposte e progetti già pensati per questa collana. Quindi sì, sicuramente ci saranno autor* già presenti nel nostro catalogo, ma ci saranno un sacco di novità. I primi due titoli saranno proprio due nuove collaborazioni, ma non facciamo spoiler. L’altra cosa interessante è che la brevità e il formato ridotto si prestano molto anche a nuove sperimentazioni di stile e di tecniche, per cui ci sono anche autor* che stanno lavorando su qualcosa di diverso dal solito, e noi siamo molto felici che ci sia questa atmosfera anche un po’ ludica, con la voglia di mettersi in gioco, uscire dalla comfort zone e fare di un gatto sciolto un fumetto un po’ speciale e diverso dal solito.</blockquote></div><div style="text-align: justify;">ok, niente spoiler sullə autorə o sui titoli, però puoi dirci quali saranno più o meno i "generi" delle prime pubblicazioni?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► Qualcosa di divertente, ma con il giusto grado di contenuto critico o politico. Allo stesso tempo come sempre nel nostro catalogo ci saranno dei bei viaggioni matti, narrazioni graffianti e underground, narrazioni biografiche, ma anche un po’ di horror, di distopie, insomma non ci stiamo precludendo nessuna strada e stiamo lavorando su diversi titoli. L’importante è come sempre la forte ricerca artistica e stilistica accompagnata a una forte visione autoriale.</blockquote></div><div style="text-align: justify;">il formato e la brevità mi hanno fatto pensare - e, credo, non solo a me - alle collane bookblock e tardigradi (per chi vive su marte e non li conosce: rispettivamente saggistica e narrativa fantastica breve, se ne è parlato anche qui) che stanno avendo tanto successo e anche altri editori hanno adottato soluzioni simili. una cosa simile per i fumetti, invece, è una novità assoluta. pensi che un nuovo modo di immaginare l'oggetto libro-a-fumetti possa invogliare autorə emergenti a proporsi al mondo editoriale?</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">►Speriamo di sì, in parte è pensata anche per chi si cimenta per la prima volta con una pubblicazione a fumetti editoriale vera e propria. Però allo stesso tempo è pensata anche per chi già pubblica, ma vuole fare qualcosa di diverso da quello che fa di solito, sia come racconto che genere che stile. Ma è anche una bella possibilità per sperimentare collaborazioni diverse dal solito. Alla fine l’esigenza di dare spazio alle narrazioni brevi in modo che siano accessibili a tutt* sicuramente fa parte di noi e in qualche modo ha influenzato la nascita dei Tardigradi, proprio come una riflessione su accessibilità e tempi/possibilità di lettura ha influenzato la nascita dei BookBlock. Ma qui è ancora diverso. Il fumetto negli ultimi anni almeno fuori dalle autoproduzioni si è molto standardizzato sul formato libro, di una certa lunghezza e di un certo prezzo, sempre più alto, dovuto anche agli aumenti del costo della carta e altre amenità con cui non voglio annoiarvi.</div><div style="text-align: justify;">Questo significa che sia chi li crea, l* autor*, che chi li legge ci deve investire tantissimo a livello di tempi, energie emotive, soldi e via dicendo. Questa situazione di conseguenza taglia fuori storie ma anche possibilità: prima di tutto la possibilità di certe narrazioni e sperimentazioni per chi crea, che magari a quella storia lì, proprio lì, ma che resta nel cassetto perché non c’è uno spazio per lei tra i graphic novel da libreria. Allo stesso tempo toglie possibilità di sperimentare narrazioni e immaginari a chi legge, perché a volte per scoprire cose nuove, metterti anche tu in gioco come lettor*, devi spendere troppo, sia di tempo che di soldi, e non ce la fai. Poter leggere diversi stili e quindi esplorare mondi a una cifra contenuta e con il giusto investimento di tempo rende il fumetto indipendente più accessibile, diventa più facile scoprire cosa ci piace di più, insomma, una sorta di diritto a farci un gusto senza dover per forza votarsi al fumetto. E anche per chi normalmente legge fumetto e graphic novel, è un modo per scoprire nuove voci, nuove storie, e poi diciamocelo, a volte qualcosa di breve e compatto rilassa anche il cervello, anche se è un fumetto serio o drammatico.</div></blockquote><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaUlE88jQkeEJNCUvxenfoXHZIg-v90GtGodqMsThgs-AVFBHFDMyZm3q_V4XG-aSMVei9Pjp-mGzfxcHFai15jhh1tuuYqZT1yjdYqVumrUquWlhNKFapY3hNkw4vGN4NRJd3luNLsQscZSfRiNIpshI3nQP0nZEet3rRZDCw0GU8vonqMsC2MrhVH1cA/s1957/gatti_sciolti2.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1957" data-original-width="1955" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaUlE88jQkeEJNCUvxenfoXHZIg-v90GtGodqMsThgs-AVFBHFDMyZm3q_V4XG-aSMVei9Pjp-mGzfxcHFai15jhh1tuuYqZT1yjdYqVumrUquWlhNKFapY3hNkw4vGN4NRJd3luNLsQscZSfRiNIpshI3nQP0nZEet3rRZDCw0GU8vonqMsC2MrhVH1cA/w640-h640/gatti_sciolti2.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">foto in esclusiva per claccalegge!</td></tr></tbody></table><br /><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;">il logo è di <b><u><a href="https://www.instagram.com/peli_chat/" target="_blank">peli chat</a></u></b>, unə autorə-gattarə con uno stile molto punk e indie (e anche molto eris!), qual è la storia dietro questo logo?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► Il logo per noi è magico. Ci abbiamo messo più tempo a trovare il nome alla collana che a farla e pensarla. Alla fine è arrivato il nome giusto e non potevamo che chiedere a Peli Chat di cui conosciamo l’attitudine gattara e che è una persona davvero del cuore per noi e allo stesso tempo crediamo che il suo Blasfelino pubblicato da Chierichetti Ditore sia uno delle cose più pazzesche in assoluto pubblicate negli ultimi anni. E poi amiamo assolutamente le cose che fanno come Laboratorio Zanna Dura, insomma, ci sentiamo parte di una famiglia allargata controculturale in cui siamo orgoglios* di miagolare tutt* insieme!</blockquote></div><div style="text-align: justify;">sempre tornando al parallelo con bookblock/tardigradi: quelle collane hanno un'impostazione grafica ben precisa e riconoscibile (la combinazione colore/font dei bookblock e la copertina bianca con l'illustrazione "ritagliata" nel titolo dei tardigradi). avete in mente qualcosa di simile anche per i gatti sciolti? o somiglieranno di più ai vostri fumetti "classici" (cioè con una copertina pensata ad hoc per ogni singolo titolo)?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► Ogni fumetto ha bisogno la sua veste grafica, è imprescindibile per dare la propria identità a ogni titolo. Allo stesso tempo abbiamo pensato a un paio di particolari nella cartotecnica e all’interno del libro che li faranno essere più simili di quanto siamo i nostri soliti volumi a fumetti. In fondo i gatti sono tutti diversi, anche se sono tutti gatti!</blockquote></div><div style="text-align: justify;">saranno tutti volumi autoconclusivi o ci saranno anche delle serie?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► Ci sarà di tutto e saremo apert* a qualsiasi possibilità. Tra i titoli dell’anno c’è già un progetto in più volumi, ma sempre restando al di fuori di quella che è la serialità intesa nel senso più classico del genere: parliamo di storie a più episodi. Anche noi con i nostri gatti sciolti vogliamo sperimentare, e divertirci di brutto!</blockquote></div><div style="text-align: justify;">ultimissima domanda: quando troveremo in giro il primo gatto sciolto?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► I primi due gatti sciolti usciranno a marzo inoltrato, li facciamo uscire in coppia così si tengono compagnia e possono fare le fusa insieme!</blockquote></div><div style="text-align: justify;">non vedo l'ora di leggerli!</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► Non manca molto, presto ve li presenteremo!</blockquote></div><div style="text-align: justify;">grazie mille per essere stata con noi ancora una volta e per averci presentato questo nuovo progetto! a prestissimo!</div><div><blockquote>► Grazie a te per aver dato spazio ai nostri Gatti Sciolti!</blockquote><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a> </div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-2770093257532572292024-02-17T10:00:00.000+01:002024-02-17T10:00:00.247+01:00i misteri dell'oceano intergalattico<p></p><blockquote style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">lungo un molo del porto, un mendicante che avrei potuto definire un cane cencioso, se ne stava accovacciato a riordinare cianfrusaglie mezze rotte su un sudicio tappetino. il cane, che si faceva chiamare barney, era stato in realtà un grande luminare che aveva fatto una delle più grandi scoperte della storia ma che non era servita a granché perché era già stata scoperta. così mi mostrò il suo diario di navigazione intergalattica, pieno di disegni e di saperi. era così messo male che me lo vendeva per pochi centesimi. mi diceva che se avessi avuto la pazienza di leggerlo, mi sarebbe tornato utile non solo per il mio lavoro, ma avrei trovato la mappatura per arrivare a un'isola bellissima, l'ultima dell'oceano intergalattico.</span></b></i></blockquote><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHG62kzUyyRcg2nx_0o6PDj1qTGrkOh8KtF5ylAAWdg89ZbXlqwiIjpiLZLoAXCsjnHHJXjRbB6jo4inL2agpLB16qnd_xSVG5cJUEVoNaVrKkHFOSf9JbAOMdXG33k2-NB7djTwpOdbySLSj48sLxvxN0Y-JcmSwYrvqRvG6KenXb62hsj3l3beeXLb7F/s1400/i_misteri_dell'oceano_intergalattico.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1400" data-original-width="1000" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHG62kzUyyRcg2nx_0o6PDj1qTGrkOh8KtF5ylAAWdg89ZbXlqwiIjpiLZLoAXCsjnHHJXjRbB6jo4inL2agpLB16qnd_xSVG5cJUEVoNaVrKkHFOSf9JbAOMdXG33k2-NB7djTwpOdbySLSj48sLxvxN0Y-JcmSwYrvqRvG6KenXb62hsj3l3beeXLb7F/w458-h640/i_misteri_dell'oceano_intergalattico.jpg" width="458" /></a></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;">per un qualche assurdo motivo, un naufrago si risveglia, salvo ma perduto su un'isola sconosciuta, trasformato in un cane di nome barney (una sorta di snoopy un po' tremolante e molto meno sicuro di sé del bracchetto di schulz) e consapevole di aver perduto il suo cervello. con sé ha pochi oggetti, molti dei quali apparentemente privi di funzione, tra cui una penna e un quaderno che diventa subito il diario illustrato - è un cane artisticamente molto dotato - delle sue mirabolanti avventure, nonché una guida per sopravvivere tra <b>i misteri dell'oceano intergalattico</b>.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">sfuggito agli spietati cacciatori di cani, barney si illude di aver trovato rifugio nel <i>whispering glades</i>: quello che a prima occhiata sembra il paradiso - <i>tre pasti al giorno! comodo letto! attività ludiche</i> - gestito da gentili fanciulle di buon cuore che si prodigano per il benessere degli animali, si rivela presto per quello che è, ovvero un manicomio in cui se non sei pazzə al momento del tuo arrivo, lo diventi presto. mentre cerca di resistere - perché comunque meglio tre pasti al giorno che morire di fame nell'isola o diventare la portata principale di qualcun altrə - barney riesce a trovare una via di fuga per qualche scappatella all'esterno del whispering glades e scopre di avere un talento per il gioco dei tappi, una delle attività preferite dei marinai dell'isola (soprattutto di quelli che non hanno alcuna intenzione di tornare per mare). conosce paulie, un gatto con le mandibole perennemente intente a sgranocchiare qualcosa, danish, un dromedario che parla una lingua incomprensibile ma che è in grado di costruire qualsiasi cosa anche - letteralmente - mentre dorme e il ronzino, un sedicente armatore senza soldi ma ricco di debiti e minacciato da temibili gangster in completo gessato.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh37kjhrxrfY12jGLlJQHrzT1AtJgp_QNEfNfdYYCzzyC3Hrc8H4aJvfTCbxboNg1OlerFwESROVZYT3MJWMmN2D7Cb3UiAXAB9YjTIXF6ZGjdBSo__S7BakUwJwX8coOkRsfpmYa_5LfUfVimjWBssrgtMCKQiKoh1lfOmq9lA7P7tnDWQ2me1L9tE07w2/s610/i_misteri_dell'oceano_intergalattico_1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="610" data-original-width="438" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh37kjhrxrfY12jGLlJQHrzT1AtJgp_QNEfNfdYYCzzyC3Hrc8H4aJvfTCbxboNg1OlerFwESROVZYT3MJWMmN2D7Cb3UiAXAB9YjTIXF6ZGjdBSo__S7BakUwJwX8coOkRsfpmYa_5LfUfVimjWBssrgtMCKQiKoh1lfOmq9lA7P7tnDWQ2me1L9tE07w2/s16000/i_misteri_dell'oceano_intergalattico_1.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">in quale modo (non posso mica raccontarvi tutto!), lo strambo quartetto riesce a ottenere un'imbarcazione per scappare dall'isola e avventurarsi nell'oceano intergalattico alla ricerca dei cervelli perduti (barney non è l'unico ad avere la testa vuota). da questo momento in poi, <b>francesca ghermandi</b> segue i quattro non-eroi nelle loro esplorazioni delle isole dell'oceano, tra scogli maledetti, cetacei spaventosamente grandi (e voraci), alberi che producono frutti inquietanti, gentiluomini sconnessi dalla realtà ma dotati di uno straordinario - e straordinariamente inutile - ingegno, creature selvagge dedite a rituali feroci e vulcani truccati, fino a raggiungere, come dei novelli astolfo (ma un po' meno epici) la terra delle cose dimenticate e, infine, l'isola più bella di tutto l'oceano intergalattico.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">in appendice al racconto di barney - nella sezione gialla del libro - troviamo un sacco di appunti e note che permetterebbero anche a noi lettorə di sopravvivere nell'oceano intergalattico: nozioni scientifiche, consigli, aneddoti, illusioni ottiche, leggende, spiegazioni di rituali, eccetera. la guida è fondamentale tanto per barney e i suoi amici quanto per noi che ci ritroviamo, a nostro modo, a navigare tra le pagine della storia di barney, in un susseguirsi di avventure assurde e citazioni letterarie.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhncYZ7SfvJ20R60-j1iJNLtzP7yyc5uumJDPORVrWFadxsDF95fPSvO4muT6XsRqa_EoA70uQAMpQtGVvJaZRc2_AoPZXUjNdyMkBgPi2kbKLVegq-wpVrOp1SksuqkmbtXIXjoRwT7vFV90OV6JdOIsravgsKpTkWwtybhP0fxbo3HSITU433lxQ4RPFl/s610/i_misteri_dell'oceano_intergalattico_2.jpg.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="610" data-original-width="435" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhncYZ7SfvJ20R60-j1iJNLtzP7yyc5uumJDPORVrWFadxsDF95fPSvO4muT6XsRqa_EoA70uQAMpQtGVvJaZRc2_AoPZXUjNdyMkBgPi2kbKLVegq-wpVrOp1SksuqkmbtXIXjoRwT7vFV90OV6JdOIsravgsKpTkWwtybhP0fxbo3HSITU433lxQ4RPFl/s16000/i_misteri_dell'oceano_intergalattico_2.jpg.png" /></a></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;">come racconta francesca ghermandi durante <u><a href="https://ilmanifesto.it/francesca-ghermandi-tutto-a-un-tratto" target="_blank">un'intervista per il manifesto</a></u>, <b>i misteri dell'oceano intergalattico</b> è stato concepito per la pubblicazione in giappone, evento più unico che raro (tra le - poche - altre opere di autorə occidentali per il mercato nipponico ricordiamo <u><a href="https://www.claccalegge.it/2016/06/la-repubblica-del-catch.html" target="_blank"><i><b>la repubblica del catch</b></i></a></u>, anche questa edita da <b>eris edizioni</b>). l'opera è nata con l'idea - perfettamente riuscita - di mettere insieme alcuni elementi tipici dei fumetti per ragazzə - viaggi! scoperte! avventura! pericolo! scontri! - e riferimenti alla letteratura classica occidentale - da ariosto a verne - ma anche alcuni topoi della mitologia e della religione - la morte che comporta una rinascita in una nuova forma, quello che succede a barney proprio all'inizio della storia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJ91DYBWUec8XWeeDhiS07qj2IyfaFQ_hlO5E4TvhodiMOK7SiOrlbJcS0YLjzHI7E5O_4osEdKPJ8ZVg7uufbRPOnQtgHbV66KLlLPiRjiuNRQ4k6GdRCS_Ncq5y1x-ABUCSgNEC_ueP5KmLufU2oHK2Hpy5R43aPgl9a41cr3IZpeH8x1v4dwPAxgmhZ/s570/i_misteri_dell'oceano_intergalattico_3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="570" data-original-width="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJ91DYBWUec8XWeeDhiS07qj2IyfaFQ_hlO5E4TvhodiMOK7SiOrlbJcS0YLjzHI7E5O_4osEdKPJ8ZVg7uufbRPOnQtgHbV66KLlLPiRjiuNRQ4k6GdRCS_Ncq5y1x-ABUCSgNEC_ueP5KmLufU2oHK2Hpy5R43aPgl9a41cr3IZpeH8x1v4dwPAxgmhZ/s16000/i_misteri_dell'oceano_intergalattico_3.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>i misteri dell'oceano intergalattico</b> ha vinto il premio come miglior fumetto italiano al treviso comic book festival del 2023, riconoscimento meritatissimo per quest'opera che riesce a mettere insieme una storia appassionante, uno stile di disegno unico, attento ai dettagli e capace di dar vita a un intero universo - pardon, oceano - personaggi ben caratterizzati, riferimenti letterari e che ricorda, in parte, quelle pseudo-enciclopedie (come il <i>codex seraphinianus</i>) illustrate così ricche di nozioni e dettagli da sembrare reali.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">quella di francesca ghermandi (di cui vorrei ricordarvi anche il lavoro svolto insieme ad hurricane a sostegno della palestina, di cui ho parlato poche settimane fa sul blog de <u><a href="https://gliaudaci.blogspot.com/2024/01/da-francesca-ghermandi-joe-sacco-il.html" target="_blank">gli audaci</a></u>) è un'opera folle e geniale, impossibile da incasellare in un solo genere e fondamentale per qualsiasi appassionatə di fumetto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-78515321882180092102024-02-13T10:00:00.001+01:002024-02-14T17:00:27.517+01:00la fiaba nucleare dell'uomo bambino<div style="text-align: justify;"><blockquote><i><b><span style="font-size: large;">tra una stazione e l'altra, mentre me ne stavo nel vestibolo del treno a contemplare dal finestrino la steppa, monotona e sempre uguale - eravamo ormai al quarto giorno di viaggio - all'estremità opposta della carrozza apparve all'improvviso un ragazzino di dieci, dodici anni. impugnava un violino, e prese a suonarlo con eleganza e maestria tali che di colpo le porte degli scompartimenti si spalancarono sulle facce assonnate dei passeggeri.</span></b></i></blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhK69fpsAhJjto5OVOaQ4sm1vHN-kGZKjvjQym9GzJReXMSw9sLpNK3n2sTh_itMpxcT9uluYJ8q6bVJcX_4-zkxp48NrdsBzst4is0RsP5aClcvZr4POVMSENp7fUIP6_trb98vPnBrO4fzlVx73UyO1pKpBSs5YYPCUvIwBfvKIdm8w5MSSpSHbgBx7eq/s1500/la_fiaba_nucleare_dell'uomo_bambino.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="964" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhK69fpsAhJjto5OVOaQ4sm1vHN-kGZKjvjQym9GzJReXMSw9sLpNK3n2sTh_itMpxcT9uluYJ8q6bVJcX_4-zkxp48NrdsBzst4is0RsP5aClcvZr4POVMSENp7fUIP6_trb98vPnBrO4fzlVx73UyO1pKpBSs5YYPCUvIwBfvKIdm8w5MSSpSHbgBx7eq/w412-h640/la_fiaba_nucleare_dell'uomo_bambino.jpg" width="412" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">gli esseri umani nascono, crescono e, a un certo punto - magari dopo essere anche riusciti a invecchiare - muoiono. sembra una cosa ovvia e scontata e in effetti lo è, ma non lo è per tuttə. di sicuro, non lo è per eržan, il protagonista di questa storia che, a un certo punto della sua vita, ha smesso di crescere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">per la precisione, il suo corpo ha smesso di crescere mentre il suo animo si trasformava da quello di un bambino a quello di un uomo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">eržan è il violinista che il nostro narratore incontra per caso, un giorno, sul treno, da qualche parte in mezzo alla steppa kazaka. la sua musica è stupefacente ma la sua storia lo è anche di più.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">è una storia che inizia in sordina, vicino alla stazione di transito di kara-šagan, sperduta in mezzo al nulla. un posto abitato da due famiglie, quella di eržan - di cui fanno parte il nonno, la nonna e la madre, che ha deciso di non pronunciare più una singola parola da anni - e quella di ajsulu, che ha un anno meno di eržan e che, ha deciso eržan stampandole un morso su un orecchio, diventerà un giorno sua moglie.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">eržan vive la sua vita scandita dalle superstizioni delle due nonne, la sua e quella di ajsulu, il mutismo di sua mamma, la severità del nonno e, prestissimo, la scoperta di un talento incredibile per la musica. sullo sfondo della sua esistenza e di quella di kara-šagan, gli stati uniti d'america e l'unione sovietica si fronteggiano e provano a dividersi il mondo, testando le proprie armi in zone ritenute, probabilmente, sacrificabili. nella zona di semipalatinsk, spiega hamid ismailov in una breve nota all'inizio del romanzo, tra il 1949 e il 1989 vengono innescate quattrocentosessantotto esplosioni nucleari. la vita di eržan si svolge all'ombra delle bombe e della promessa del progresso ma a lui - che sa poco o nulla di quelle esplosioni - importa poco.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">a eržan importa della musica e di ajsulu e di riuscire a diventare un uomo forte e affascinante abbastanza da meritare la sua mano, un giorno.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">così, ignorando la favola che petko, il suo insegnante di violino, gli aveva raccontato un giorno, spaventandolo a morte, durante una gita con la scuola eržan decide di mostrare a tuttə - e soprattutto a ajsulu - il suo valore, sfidando i divieti dellə adultə e tuffandosi nel lago morto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">proprio come accade nelle fiabe, la semplice, felice e promettente quotidianità del protagonista si spezza silenziosamente e una terribile punizione ricade sulla sua testa: eržan smette di crescere mentre tuttə lə suə compagnə cominciano a superarlo, un centimetro alla volta, finché al differenza di altezza diventa così intollerabile da costringerlo ad abbandonare la scuola.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">come nella storia di petko, una parte di lui è rimasta bloccata in un eterno presente mentre il suo animo cresce e invecchia. eppure, il dolore di guardarsi rimanere incastrato in un corpo che non vuole più seguire il tempo, è doloroso ma non quanto la sensazione di perdere la bella ajsulu che, al contrario, cresce come se nulla riuscisse a contenere l'espandersi del suo corpo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">mito e realtà si fondono e si confondono dentro e fuori il racconto di eržan, narrato al ritmo dello sferragliare del treno in mezzo alla steppa e la storia si trasforma in una sorta di caccia al tesoro o, meglio, di caccia all'errore primigenio, alla colpa che ha scatenato la punizione: il tuffo nel lago? la storia di petko? una caccia alla volpe finita in tragedia di qualche anno prima? le vecchie superstizioni delle nonne? o era stata forse colpa di eržan che in così poco tempo aveva conosciuto tutto quello che la vita riservava - l'amore, la speranza, la delusione, la musica - e ora non gli rimaneva più nulla da consumare? e mentre lui rimane immobile, ajsulu cresce e cresce e cresce, quasi che il destino o qualche altra entità crudele volesse ridere della loro sventura fino all'ultimo istante...</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">la fiaba nucleare dell'uomo bambino è un libro come nessun altro che mi sia mai capitato di leggere. va oltre il realismo magico per intrecciare mito e realtà in modo tanto inedito da non riuscire più a distinguere dove finisce uno e inizia l'altra. l'ineluttabilità e l'assurdità della vita sono talmente grandi, per eržan, da sembrare lo scherzo di un dio capriccioso, eppure lui sa, con la stessa certezza con cui si conosce la verità impronunciabile dietro ogni mistero, che tutto ciò che accade, accade per un ragione e il motore primo di quella ragione è sempre il comportamento umano.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">quello di ismailov è un romanzo affascinante e straniante che - se resistete all'orrore di qualche descrizione fin troppo accurata di parassiti vari all'inizio della storia - riuscirà a stupirvi fino all'ultima pagina.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-65285251908216078462024-02-09T10:00:00.001+01:002024-02-09T10:00:00.146+01:00i pericoli di fumare a letto<div style="text-align: left;"><blockquote><i><b><span style="font-size: large;">«e qui la bambina piange?»<br />«solo quando piove»</span></b></i></blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjCHlKl5b-E5z3tKxES4bZOyizUwi5_4GOGgk4NWnaO6cvdsc7W4wdJnZ9NarbiXRltNXCW53JrX2sIVf1NhQPKM2zCyhMUR7eZgN9MLOPCUiLhvyFkIhd4xwbPrfEP42I4VscOHqX_OHZfQY8Gx7mbJ1ga8AVhdC4zy0RrHsreiVyl0k-eQDKX3WEPB0M/s823/i_pericoli_di_fumare_a_letto.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="823" data-original-width="536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjCHlKl5b-E5z3tKxES4bZOyizUwi5_4GOGgk4NWnaO6cvdsc7W4wdJnZ9NarbiXRltNXCW53JrX2sIVf1NhQPKM2zCyhMUR7eZgN9MLOPCUiLhvyFkIhd4xwbPrfEP42I4VscOHqX_OHZfQY8Gx7mbJ1ga8AVhdC4zy0RrHsreiVyl0k-eQDKX3WEPB0M/w416-h640/i_pericoli_di_fumare_a_letto.jpg" width="416" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">mi ero innamorata di <b>mariana enriquez</b> la scorsa estate con <i><a href="https://www.claccalegge.it/2023/07/la-nostra-parte-di-notte.html" target="_blank">la nostra parte di notte</a></i>. qualche mese fa ho letto <b>i pericoli di fumare a letto</b> e ho confermato tutto l'amore che avevo provato al nostro primo incontro.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ho accettato il suggerimento implicito nel titolo e li ho letti un po' come fiabe della non-buonanotte, per godermi quella sensazione che enriquez sa risvegliare sottopelle, un misto strano di emozioni disturbanti e meraviglia per il modo in cui infila una parola dopo l'altra come fossero perle di una bellissima e bizzarra collana.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">è una sensazione che ricorda un po' quella delle paralisi notturne, quello stare sospesi tra orrore, incredulità e stupore, un brivido che però non ci coglie impreparatə perché sappiamo già che, in un modo o nell'altro, la sua penna ci sfiorerà la colonna vertebrale a un certo punto della storia e staremo lì a tremolare di delizioso spavento.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">le dodici storie di questa raccolta sanno essere disturbanti e cattive, giocano sporco associando quello che mai permetteremo alla nostra immaginazione di mettere insieme, creano chimere che, più che stupirci per il loro aspetto, ci turbano costringendoci a pensare quello che fa a pezzi gli aspetti più profondi e radicati della nostra morale.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">immaginate, ad esempio, gli zombie. sono forse tra le creature più spaventose e raccapriccianti a cui possiamo pensare ma sentite la stretta al centro del petto se provate a fare un passetto in più e immaginare una neonata zombie? provate a figurarvi delle ragazzine bellissime, delle quasi-donne in cui ancora si intravede l'innocenza dell'infanzia, e poi provate a immaginarle capaci di crudeltà degne di una qualche divinità pagana. non avvertite una fastidiosa dissonanza?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">figuratevi per un attimo la gioia di riabbracciare qualcunə che avevate perso da mesi, forse anche anni, per poi scoprire un poco per volta che per quella persona è, in qualche modo incomprensibile, totalmente diversa da quella che conoscevate. non sentite crescere lo sconcerto?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ecco, mariana enriquez fa nascere il terrore da una delicata operazione in cui incide i corpi dellə suə personaggə e ne taglia via con chirurgica precisione alcuni aspetti della loro umanità, per poi ricucire tutto e imbellettargli le guance, rispedendolə indietro tra noi, <i>quasi</i> identicə a prima.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">in queste pagine si incontrano creature strane che forse sono state umane ma che a un certo punto della loro esistenza hanno smesso di esserlo, creature che abitano storie che vengono narrate senza dare spiegazioni alle mille domande che germogliano rigo dopo rigo nelle nostre teste, solo un profondo disturbo che si attanaglia tra le ossa e i muscoli e gli organi, che prude e pizzica.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">mariana enriquez fa magie spaventose e meravigliose e, per quanto possano essere disturbanti, non si può che volerne ancora e ancora!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a><br /></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-74686407167166454622024-02-07T10:00:00.029+01:002024-02-07T10:00:00.133+01:00palestina 2048 - racconti a un secolo dalla nakba<div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;"><blockquote><b><i><span style="font-size: large;">l'influenza della nakba non è soltanto di carattere geopolitico, ma anche culturale. quando i palestinesi si dedicano a un'opera letteraria, scrivono, attraverso il presente, più o meno consapevolmente, del loro passato. la loro scrittura è, da un lato, ricerca dell'eredità perduta, dall'altro, tentativo di salvare dall'oblio la memoria di quella perdita. la nakba, naturalmente, è al centro di tutto ciò.</span></i></b></blockquote></div><div style="text-align: right;">dall'introduzione di <b>basma ghalayini</b></div><div style="text-align: right;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1ggjGYBfP3YV4nl7sujDR3k0AxrDVxZ0O8ODfUfO4966Hlg23aTlIesPR2yp4WudnilP5yyGzo2_y3cVatx_phNYT9rcYsQsybTkGKQ9TUcUJjN6mfI8FzdK09LVNPktU97IWSTc1fZivQ6FyYOZ8UBnj9EHKBnPkdhGmha4gJuoxDr2gPQO7ofMHLKLD/s776/palestina_2048.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="776" data-original-width="536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1ggjGYBfP3YV4nl7sujDR3k0AxrDVxZ0O8ODfUfO4966Hlg23aTlIesPR2yp4WudnilP5yyGzo2_y3cVatx_phNYT9rcYsQsybTkGKQ9TUcUJjN6mfI8FzdK09LVNPktU97IWSTc1fZivQ6FyYOZ8UBnj9EHKBnPkdhGmha4gJuoxDr2gPQO7ofMHLKLD/w442-h640/palestina_2048.jpg" width="442" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">leggere il fantastico <i>altro</i>, quello non necessariamente anglofono o di origine più genericamente occidentale, è sempre un viaggio incredibile che porta a intravedere le idee di futuro - e quindi di presente - di culture diverse dalla nostra. quali sono i temi più sentiti, le paure più profonde, le speranze più grandi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">mi incuriosiva particolarmente provare a indovinare il futuro con gli occhi dellə scrittorə palestinesə, soprattutto in questo periodo terrificante - anche se questa raccolta è stata pubblicata qualche anno fa. mi incuriosiva perché non può esistere interpretazione del presente - e immaginazione del futuro - sconnessa al proprio passato, e il passato recente del popolo palestinese è, come racconta bene <b>valerio evangelisti</b> nella postfazione a questa antologia, un passato fatto di violenza, negazione e sottrazione:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;"></span></b></i><blockquote><i><b><span style="font-size: large;">dal 1948 una delle peggiori infamie che la storia ricordi si consuma sulle coste orientali del mediterraneo. un popolo perseguitato, in nome di un diritto ripescato in antiche mitologie, si è appropriato con la forza e col denaro di un territorio occupato da secoli da un'etnia diversa. intenzionato non a fondersi con gli autoctoni, ma a scacciarli, piegarli e nel frattempo schiavizzarli.</span></b></i></blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>palestina 2048</b> è un libro importantissimo che, se pure non raggiunge sempre con ogni racconto altissimi livelli letterari, ha un valore politico immenso. perché sì, usare l'immaginazione per proiettarsi nel futuro può essere - e molto spesso è - un atto politico. l'immaginazione può farsi strumento di denuncia, di rivendicazione, di riappropriazione e autodeterminazione.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e questi racconti, ognuno a suo modo, riescono perfettamente a dimostrarci, ancora una volta, che <i>immaginare</i> è molto più che fantasticare vaghezze dilettevoli o spaventose fini a loro stesse, immaginare è creare nuove prospettive per mettere a fuoco la realtà e comunicarla in modi inediti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">come si legge già nell'introduzione, la fantascienza palestinese - o almeno, quella di questa antologia - ha una caratteristica ben specifica e molto comprensibile: il futuro è indissolubilmente collegato al trauma del passato, della nakba, la catastrofe, e alla speranza del ritorno. già dalla chiave raffigurata in copertina, simbolo della promessa di poter far ritorno alle case espropriate generazioni fa, l'occupazione coloniale violenta e illegittima di israele nei territori palestinesi è il leitmotiv di questa raccolta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">poco importa quando futuristica sia la palestina immaginata dallə dodici autorə di questi racconti, poco importa se i toni si fanno a volte più surreali e a tratti quasi da commedia, l'immaginazione torna irrimediabilmente al passato e, nello stesso tempo, non riesce a liberarsi dalle violenze del presente.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">l'occupazione israeliana ha scavato nei cuori - e nei corpi e nelle menti e nelle memorie e nella capacità di immaginazione - dellə palestinesi solchi così profondi che nulla esiste senza essere risucchiato all'interno della sistematica sopraffazione che esercita momento dopo momento da quasi settantasei anni, sopraffazione di cui è praticamente impossibile liberarsi anche nella fantasia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">quello della nakba è un trauma che lə palestinesə ereditano e rivivono ogni giorno, a ogni generazione, oggi più che mai, in un deflagrare di orrore e abominevole violenza che lascerà risuonare la sua eco per decenni ancora.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">i racconti che ho amato di più sono quattro e, secondo me, racchiudono perfettamente questa poetica fatta di memoria e di un dolore che non può essere ignorato. nel primo, che apre la raccolta, <b>il canto degli uccelli</b> di <b>saleem haddad</b>, una ragazzina scopre che la palestina libera, prospera e felice in cui vive non esiste. come se si trovasse al centro di un campo magnetico che genera interferenze con il tessuto del reale, le sue percezioni captano una realtà diversa, drammaticamente opposta a quella che credeva di conoscere. i sogni e il canto assurdamente monotono degli uccelli sapranno rivelarle il modo - terrificante - per tirarsi fuori da questa sorta di matrix.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">altra storia da brividi è <b>la chiave</b>, di <b>anwar hamed</b>. una famiglia israeliana inizia a sentire il rumore di chiavi che cercano di aprire la porta di casa, anche se i filmati della sicurezza provano che nessuno si è avvicinato alla loro abitazione. la metafora è chiarissima e terribilmente d'effetto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">in <b>ultimo avvertimento</b> di <b>talal abu shawish</b>, l'eco del conflitto israelo-palestinese (per quanto ritengo che termini come conflitto o guerra siano profondamente inadeguati quando da un lato c'è uno degli eserciti meglio armati e più tecnologicamente avanzati del pianeta e dall'altro una popolazione costretta a vivere di aiuti umanitari nella sua stessa terra per colpa di un'occupazione che dura da circa tre quarti di secolo, ma è giusto per capirci) arriva a mettere in pericolo l'equilibrio dell'intera galassia. creature aliene - o divine? - arrivano a fermare persino il moto terrestre per parlare con le popolazioni in lotta e chiedere una convivenza pacifica eppure nulla sembra poter fermare la costruzione di nuovi muri (da parte di israele). il quarto racconto che mi ha colpita particolarmente è <b>la maledizione del ragazzo palline di fango</b> di <b>mazen maarouf</b>, una storia così surreale da far girare la testa, una sorta di memoir sospeso tra l'onirico e il lisergico dell'ultimo palestinese rimasto sulla terra, la cui sopravvivenza è l'unica garanzia per evitare la distruzione dell'intero pianeta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">il tema dell'incompatibilità tra israele e palestina torna e ritorna declinato sotto diverse forme, dall'esistenza di realtà virtuali a futuri in cui la memoria è proibita o in cui l'unica convivenza possibile è quella su due piani paralleli della stessa realtà (come accade in <b>n</b>, altro racconto interessantissimo, di <b>majd kayyal</b>). sullo sfondo, resta la violenza brutale di israele, uno stato senza volto, senza volti - <i>non-immagine</i> che riporta alla mente le scene di soldati quasi irriconoscibili, tutti uguali nelle divise seppellite da chili di gadget militari che vediamo praticamente ogni giorno da ottobre, ormai - che si esprime attraverso droni assassini o che è capace di controllare, letteralmente, persino l'ossigeno dei palestinesi (come accade in <b>vendetta</b>, di <b>tasnim abutabikh</b>). uno stato inumano tanto nelle intenzioni quanto nelle raffigurazioni che continua, <i>a un secolo dalla nakba</i>, a opprimere, imprigionare, distruggere, negare, sottrarre, uccidere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>palestina 2048</b> è un libro che vi consiglio con tutto il cuore perché leggere, come immaginare e come scrivere, può essere un gesto politico.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">non che la questione palestinese sia una novità degli ultimi mesi ma è certo che negli ultimi mesi la situazione in palestina sia terrificante. non è una <i>catastrofe</i>, è un genocidio che ha mandanti, esecutori e complici ben precisi e riconoscibili, un genocidio che forse non possiamo fermare ma contro cui possiamo schierarci, ogni giorno.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">possiamo farci eco delle parole di un popolo che viene massacrato sotto gli occhi indifferenti dellə potenti dell'occidente, possiamo farlo continuando a parlare di palestina, condividendo le notizie che ci raggiungono a raffica dai nostri telefoni (come ci giustificheremo quando ci chiederanno <i>come avete potuto permettere che accadesse?</i> se non possiamo più dire che non sapevamo?) e, anche, leggendo i libri dellə autorə palestinesi, parlandone e facendoli conoscere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">se pure non possiamo fisicamente salvare le persone, possiamo provare a salvare le storie che ci raccontano.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-13976712245137571342024-02-05T10:00:00.026+01:002024-02-05T10:00:00.344+01:00smack! vol. 1 ~ intervista a giacomo guccinelli (collettivo moleste) e matilde sali (eris edizioni)<div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;"></div></div><blockquote><div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;"><b><i><span style="font-size: large;">e allora peli: come appendice naturale e stratificazione culturale. peli che in natura servono come antibatterici, ammortizzatori e protezione, amplificando addirittura la percezione del mondo, ma nel mondo artificiale (culturale) sono invece sporchi e volgari.</span></i></b></div><div style="text-align: justify;"><b><i><span style="font-size: large;">[...] "se non sei frida kahlo, che può rivendicare la sua genialità dall'alto del suo monociglio, allora prendi le pinzette, normodotata, tu non te lo puoi permettere".</span></i></b></div></div><div style="text-align: justify;"><b><i><span style="font-size: large;">e noi invece vogliamo permettercelo.</span></i></b></div><div style="text-align: justify;"><b><i><span style="font-size: large;">vogliamo liberare spazi mentali occupati da questioni laterali.</span></i></b></div></blockquote><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXZU7XYlQhN4fHROUeX5ZHCObJFn3i7Y5K-tfVR_H28DhKBUo4npALuG_2-njEUJAe09AHHOQ19v7plEYOSElBuPmL-gm23AIkIVgWhsAfq8OyDEtF71FutXGeCmmSlJoMcHeU0Z16Emi6Ruf2aviXwZ7JvHCBTyu1w3TUbC1iM-bnL0pupPr-1LdfHacp/s3508/smack_vol_1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3508" data-original-width="2480" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXZU7XYlQhN4fHROUeX5ZHCObJFn3i7Y5K-tfVR_H28DhKBUo4npALuG_2-njEUJAe09AHHOQ19v7plEYOSElBuPmL-gm23AIkIVgWhsAfq8OyDEtF71FutXGeCmmSlJoMcHeU0Z16Emi6Ruf2aviXwZ7JvHCBTyu1w3TUbC1iM-bnL0pupPr-1LdfHacp/w452-h640/smack_vol_1.png" width="452" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">che bella che è questa zine che prende il via da una cosa piccola e insignificante come un pelo e apre gli occhi su storie, corpi, diritti, rivendicazioni, spazi, politica, desideri.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">i peli si fanno sineddoche del corpo tutto e della possibilità di viverlo pienamente, senza permettere a nessunə di limitarne o forzarne le esperienze. i peli, che sembrano cose piccole e insignificanti, in realtà si portano dietro questioni enormi di autodeterminazioni negate e rivendicate.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">tra fumetti e prosa, si racconta il corpo come spazio di riappropriazione identitaria e come strumento per rivendicare il proprio diritto di occupare spazio, di essere nel mondo, di vivere la propria vita fuori da costrizioni e convenzioni. <b>smack!</b> - che suona come un bacio o come uno schiaffo - è, come vedremo meglio nelle parole di chi l'ha creata e di chi l'ha pubblicata, una zine transfemminista e intersezionale, e lo è davvero, non si limita a essere un contenitore vuoto ricoperto di etichette.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e <b>moleste</b>, il collettivo che ha dato vita a questo bel progetto, è molesto davvero nel momento in cui mette al centro di tutte le sue riflessioni il corpo come espressione politica di identità plurali, tenendosi ben lontano dal femminismo prêt-à-porter e trovando nuovi spazi per voci che non vogliono più essere soffocate.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">le storie a fumetti e quelle in prosa, raccontano i mondi marginali che non trovano spazio nella narrazione più nota e convenzionale, quegli spazi in cui cappuccetto rosso non aspetta il cacciatore per salvarsi e le regine non sono affatto meno dei re, spazi in cui rasarsi i capelli diventa un atto politico, in cui peli e capelli diventano la chiave d'accesso per una riflessione sulla razzializzazione delle persone non-bianche. e poi, ancora, si ride sulle nostre assurde ossessioni legate ai peli e al <i>oddio, se finisco in ospedale proprio oggi che non mi sono depilata? </i>e i capelli, simbolo di femminilità per eccellenza, si trasformano in emblema di lotta, in gabbia in cui intrecciare i silenzi forzati, nel nemico da combattere quando cominciano a ingrigirsi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e sono, infine, ancora una volta i peli a ricordarci che le violenze vanno combattute in prospettiva intersezionale perché le discriminazioni non si sommano ma si moltiplicano, perché non può esistere la lotta al dominio del maschile sul femminile senza lotta al dominio occidentale sulle persone bipoc.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">un pelo, un capello, qualcosa di così piccolo e marginale è capace di raccontare così tanto!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">questo primo numero di <b>smack!</b> è una sorta di cassetta degli attrezzi, un prontuario di difesa pratica nei confronti di un mondo che vuole corpi conformi, ordinati, disciplinati, silenziosi, obbedienti. corpi come cose, da prendere, usare e poi gettare via.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">a tutto questo, ci dicono <b>moleste</b>, possiamo ribellarci, anche solo un pelo alla volta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2nPOa91EwbWr9reASzqfAxJgoU1et0MsD4GBXXkEywObuJnCyEVmSSqfxPi29CD9ZKwFmwy1tC7zGe3eN898We3EklzW-AotckEEiqaV-fiAIouVAIzYU40FRgL0uu64l4CPkQK4W6dXtQe3DUB-B6HB5_9DqxwnyqxBNY3njqL9fSuEElc_34-6kyxpn/s2093/smack_2.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2093" data-original-width="1480" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2nPOa91EwbWr9reASzqfAxJgoU1et0MsD4GBXXkEywObuJnCyEVmSSqfxPi29CD9ZKwFmwy1tC7zGe3eN898We3EklzW-AotckEEiqaV-fiAIouVAIzYU40FRgL0uu64l4CPkQK4W6dXtQe3DUB-B6HB5_9DqxwnyqxBNY3njqL9fSuEElc_34-6kyxpn/w452-h640/smack_2.png" width="452" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">ciao giacomo e benvenuto su claccalegge! e bentornata matilde! grazie mille a entrambə per essere qui oggi!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">inizio chiedendoti, <b>matilde</b>, com’è nata la collaborazione con moleste?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► La collaborazione con Moleste nasce principalmente perché il collettivo ha contattato Eris per chiederci se eravamo interessatə come realtà a produrre e distribuire la zine. Noi, come casa editrice, seguiamo sin dalla nascita il collettivo Moleste e siamo statə molto felici quando è nato, abbiamo sempre creduto che fosse un qualcosa di molto importante, di cui ci fosse assolutamente bisogno. L'esempio del collettivo Moleste è un esempio positivo, se in tutti gli altri ambiti nascessero collettivi simili, dove ovviamente ancora non ci sono, saremmo, come dire, già a metà della strada per cambiare la situazione. Ovviamente, dopo che il collettivo ci ha contattatə, noi abbiamo riflettuto tantissimo su quale fosse il reale apporto che poteva dare Eris alla zine a tutti i livelli, sia dal punto di vista della creazione vera e propria della zine sia nel divulgarla, nel farla girare eccetera. Devo dire che è una collaborazione molto bella, di confronto, orizzontale, fatta di chiacchiere per trovare le soluzioni migliori per far girare la zine il più possibile.</blockquote></div><div style="text-align: justify;">quale è stato il ruolo di eris nella creazione di questo primo numero di<i> smack!</i>?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► Quando il collettivo Moleste ci ha proposto la pubblicazione di Smack! per noi è stato importante fin da subito chiarire che, nella correttezza e nel rispetto di quella che è una realtà politica, volevamo "entrarci" il meno possibile. Non volevamo che la nostra presenza venisse avvertita come un controllo editoriale o qualcosa di simile. Loro ci hanno fatto vedere i contenuti e noi li abbiamo trovati incredibili, perfetti per la zine e abbiamo, quindi, lasciato totale libertà, com'è giusto che sia, al collettivo nella scelta di tutti i contenuti. Quello che è stato il nostro vero e proprio contributo è stato il pensare un diverso modo di distribuzione per la zine, capire come poteva essere fatta, capire i meccanismi che avrebbero portato alla scelta del prezzo giusto, accessibile, tagliando fuori la distribuzione nazionale vera e propria ma, allo stesso tempo, cercando di diffonderla sul territorio attraverso modi diversi. Abbiamo anche pensato che una zine come Smack! nasce da una rete di persone, da un collettivo e ci sembrava giusto, proprio per valorizzarla dal punto di vista artistico e politico, diffonderla in rete con altre realtà, attraverso librerie indipendenti, collettivi e infoshop con cui collaboriamo, in modo che arrivasse nel modo giusto nelle mani delle persone.</blockquote></div><div style="text-align: justify;">si parla spesso, da un po’ di tempo, di editoria femminista ma, nel concreto, cosa vuol dire?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► Sì, negli ultimi tempi si parla spesso di editoria femminista ma credo che sia un'espressione che, come dire, vuol dire tutto e vuol dire niente. Secondo me, la prima grande differenza da fare è quella tra un'editoria che ospita nel proprio catalogo singoli titoli e un'editoria transfemminista nel senso degli intenti, che quindi mette al centro un discorso politico, di contenuto, di storia di diversi immaginari, di esplorazione di altri immaginari, che mette al centro una policy, e di conseguenza un diverso modo di stare sul mercato - perché poi, purtroppo, l'editoria è un mercato! Per noi, fare editoria transfemminista vuol dire, ad esempio, scegliere insieme al collettivo Moleste di fare Smack! nella consapevolezza che è una zine che divulga determinate idee, contenuti e immaginari e che deve essere divulgata per quello che è. Quindi al centro del lavoro ci deve essere il contenuto e non il profitto, non un determinato tipo di visione egoriferita che mette al centro non quello di cui si vuole parlare ma discorsi altri, che poi femministi non sono. Crediamo che l'importante - ed è una posizione che condividiamo con tante altre case editrici che stanno facendo in questi anni un ottimo lavoro - è il modo di porsi, il rispettare i tempi delle persone con cui si collabora, il cercare di essere una realtà orizzontale, il comprendere che se si vuole contrastare il performativismo ci devono essere i fatti e non solo le parole, e capire che le scelte sono scelte di contenuto e non di vendibilità di un titolo o del lavoro di una persona. Quello che viene prima di tutto, ovviamente, è il contenuto e la ricerca artistica e la libertà con cui questa persona fa il suo lavoro, fa quello che vuole fare.</blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihlgU6fVsstNhkY81npXjIPE-nyWDq8lNv32wZXOXEG7AktZSJTxMSfiz8C0nZwiFI1TYY8YcL74pj21dB-TwUFVgUktq36fqeOQ3PM0gIa8uKVuEum7lNQQi5bWC8MeerBvNfjg8FgkOZtUnSYSo4CD6B7CKyTTnV7z1CMxnmTXyFClgbvx4wJUdSCHAP/s2093/smack_0.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2093" data-original-width="1480" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihlgU6fVsstNhkY81npXjIPE-nyWDq8lNv32wZXOXEG7AktZSJTxMSfiz8C0nZwiFI1TYY8YcL74pj21dB-TwUFVgUktq36fqeOQ3PM0gIa8uKVuEum7lNQQi5bWC8MeerBvNfjg8FgkOZtUnSYSo4CD6B7CKyTTnV7z1CMxnmTXyFClgbvx4wJUdSCHAP/w452-h640/smack_0.png" width="452" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><i>smack!</i> sarà distribuita in libreria e sarà disponibile sul vostro sito, come sempre. ci sono inoltre dieci librerie (<i>libreria antigone</i> di milano, <i>libreria delle donne</i>, <i>modo infoshop</i>
e <i>inuit</i> di bologna, <i>nora book & coffee</i> e <i>belleville comics</i> di torino, <i>libreria
antigone</i> e <i>libreria tuba</i> di roma, <i>libreria tamu</i> di napoli e <i>spine bookstore</i> di bari) che avranno un ruolo speciale nella distribuzione di <i>smack!</i> puoi spiegarci meglio come funziona? come sono state scelte le librerie e, soprattutto, perché avete scelto proprio questi dieci spazi?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► La distribuzione di Samck! sarà diversa dal solito. Ovviamente è in vendita sul nostro shop online ma consigliamo alle persone che la vogliono di usare il nostro shop online solo se non hanno altre realtà di riferimento, nel mondo fisico, in cui possono andare. Appunto esistono dieci librerie sparse in varie città d'Italia che si occupano di distribuirle insieme a noi. Questo vuol dire che - oltre che essere a disposizione dellə lettorə - anche altri collettivi, altre soggettività artistiche e politiche possono rivolgersi a queste librerie o a noi per averle a loro volta da vendere, quindi con un prezzo scontato specifico per queste realtà, per averle e ospitarle sui propri scaffali, sui propri banchetti e portarla quindi in giro in altri modi, proprio perché si parla di un discorso divulgativo e politico, e crediamo che lo spazio non sia soltanto quello degli scaffali delle librerie ma anche quello di altri ambiti. Ovviamente, molte altre librerie hanno preso e hanno in vendita Smack!, librerie amiche con cui collaboriamo, anche queste sparse in tutt'Italia. Qualsiasi libreria, in realtà, ci può contattare per comprarla se vuole ospitarla sui propri scaffali. È una lista molto grande e work-in-progress perché in realtà la zine sta venendo distribuita e quindi ogni settimana si aggiungono nuovi punti vendita che la stanno vendendo. La scelta è proprio quella di lavorare a stretto contatto con quelle librerie che sappiamo avere un'attitudine femminista, un determinato approccio politico e artistico e, allo stesso tempo, collaborare in modo stretto per la sua distribuzione e diffusione con tutte quelle realtà che siano non solo le librerie ma anche infoshop, collettivi, altre realtà che fanno banchetti in giro per il mondo in modo che chiunque la voglia ospitare e diffondere lo possa fare.</blockquote></div><div style="text-align: justify;">ci sarà la possibilità di trovare <i>smack!</i> anche in altri spazi – ad esempio presentazioni, festival, fiere eccetera?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► Ovviamente la zine, sino a esaurimento scorte, continuerà a girare per l'Italia, sugli scaffali delle librerie, durante eventi, presentazioni, eccetera. Si inizierà a breve con un calendario, le persone del collettivo cercheranno di portarla in giro in tutta Italia e allo stesso tempo, ovviamente, nei vari festival e fiere in cui noi o il collettivo Moleste parteciperà. Speriamo di finire presto le copie ma, allo stesso tempo, speriamo di poterla portare in giro per un anno perché è una zine annuale! Speriamo che duri un anno e di riuscire a portarla a tutte le fiere e i festival a cui solitamente partecipiamo.</blockquote></div><div style="text-align: justify;">(domanda da nerd che rosica perché si è persa il numero zero) ci ristampate il numero zero?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► Per le persone nerd come te che si sono perse il numero zero possiamo dire che, per ora, insieme al collettivo non c'è una previsione di ristamparla ma il fatto che il numero zero sia in questo momento introvabile e illeggibile - a meno che non hai una persona amica che ce l'ha e te lo presta - è una cosa su cui ci stiamo confrontando per trovare soluzioni diverse dal solito per renderlo disponibile. Però questo è ancora in work-in-progress per cui non posso dare anticipazioni, perché con Moleste non abbiamo ancora trovato la soluzione migliore per fare girare ancora il numero zero.</blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg89-vIJgVmh_6MOQv_4bZkRA7TuIO4-Pwvyn-tL7W6pKHOoclIEaLzLQSEUERjQ-VegDAShDqLJ_F3o8ge1Ms5QEFCwUCk1RjxBeU9-8eH4n_umV-7c6xJJpMM_Xp5G8dGBLWu808uwwsVnF4LPNBRj80WJDC-PcAuz_MaflavRGQmKWlBPxxBGARKLWoR/s2093/smack_1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2093" data-original-width="1480" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg89-vIJgVmh_6MOQv_4bZkRA7TuIO4-Pwvyn-tL7W6pKHOoclIEaLzLQSEUERjQ-VegDAShDqLJ_F3o8ge1Ms5QEFCwUCk1RjxBeU9-8eH4n_umV-7c6xJJpMM_Xp5G8dGBLWu808uwwsVnF4LPNBRj80WJDC-PcAuz_MaflavRGQmKWlBPxxBGARKLWoR/w452-h640/smack_1.png" width="452" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>giacomo</b>, cos’è il collettivo moleste e come è nato?</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► Moleste è un collettivo transfemminista intersezionale nato dalla necessità di un gruppo di autrici di condividere i propri vissuti di abuso o di discriminazione sessista nel mondo del fumetto. Il collettivo si configura come luogo di mutuo ascolto, un luogo di riflessione e condivisione, un laboratorio in cui poter immaginare un ambiente più paritario e scevro da dinamiche patriarcali di sopraffazione, in cui la professionalità sia realmente riconosciuta a tutti i livelli.</div><div style="text-align: justify;">Un collettivo di fumettist3, sceneggiatrici, disegnatrici, coloriste, letteriste, soggettiste, giornaliste, traduttrici, ghost writer che lavorano - o vorrebbero lavorare nei mondi del fumetto. Un collettivo in cui ciascunǝ vuole il riconoscimento del proprio impegno, essere giudicatǝ come artista in un ambiente solidale che ci rispetti come professionist3.</div></blockquote><div style="text-align: justify;">come si può aderire?</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► Chi condivide la nostra visione e con essa la nostra pratica politica e ha intenzione di supportare il lavoro del collettivo può diventare firmatariǝ: è possibile inviare una mail a info@moleste.org. Può firmare chiunque, ovviamente non c’è esclusione o preclusione di genere per supportare il nostro progetto.</div><div style="text-align: justify;">È anche possibile scriverci per proporvi come parte più attiva: il collettivo si basa su lavoro a titolo volontario e ogni aiuto per crescere, sviluppare reti e nuove collaborazioni è sempre ben accetto.</div></blockquote><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><i>smack!</i> è una creatura ibrida da tanti punti di vista e pian piano cercheremo di prenderli in considerazione tutti, ma intanto ti chiedo: come si tiene insieme il concetto di zine autoprodotta e lavoro con una casa editrice?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► Smack! fin dalla sua genesi, realizzata col suo numero zero, nasce come zine totalmente autoprodotta, lo stesso vale per questo numero. L’indipendenza nel manifestare la nostra visione politica attraverso contributi artistici è per il collettivo una priorità politica. E tuttavia, quando Eris, le cui pubblicazioni si collocano in maniera significativa nel discorso transfemminista intersezionale, ha risposto positivamente alla nostra proposta di collaborazione, per il collettivo si è concretizzata una bellissima opportunità. Eravamo nel pieno della lavorazione del numero uno, ma è stato bello vedere da parte di Eris come la casa editrice abbia supportato il progetto e scelto di farci da rete per dare al nostro messaggio una portata ancora più ampia. Eris ha inoltre adottato una politica di accessibilità economica dando la priorità alla copertura delle spese vive della zine mantenendo il prezzo di vendita il più possibile alla portata di tutt3.</blockquote></div><div style="text-align: justify;">sono ibridi anche i linguaggi usati, dal fumetto (principalmente) ai testi in prosa alle illustrazioni con didascalie brevi: come si mettono insieme tante forme espressive differenti?</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► La pratica politica intersezionale è intimamente connessa alla contaminazione culturale, all’ibridazione e alla pluralità dei linguaggi, elementi strutturali nella progettazione di Smack! e parte consistente della nostra identità di collettivo.</div><div style="text-align: justify;">All’interno della zine ogni contenuto trova la sua forma, ogni voce è valorizzata dal medium più idoneo a farla risuonare. Il fumetto, il saggio breve, l’illustrazione libera e lo stream of consciousness raccontano con differenti medium e tone of voice storie personali, intrecciando 35 voci in una dimensione che è contemporaneamente personale e corale, dove la pluralità è forma e sostanza che si oppone al modello unico binario-cis-bianco e patriarcale.</div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg71VPEfLdvb-zo0v0sEkjimUtIWs4VFqb75jjLObNbkohIz3gIncBNNqAM_cCSQpzJGROwbYxU9NPI-J-OoB6ae8Wakx0ZJ99QLetc2qCNQXYcNgb7GuhHV_PukNlo8n78i0fRWF6pc3UtAuDXB7ZjKqb2GRruEk1EUbPYlGjlCWZTFt6li8RbzuUO5q3c/s2093/smack_3.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2093" data-original-width="1480" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg71VPEfLdvb-zo0v0sEkjimUtIWs4VFqb75jjLObNbkohIz3gIncBNNqAM_cCSQpzJGROwbYxU9NPI-J-OoB6ae8Wakx0ZJ99QLetc2qCNQXYcNgb7GuhHV_PukNlo8n78i0fRWF6pc3UtAuDXB7ZjKqb2GRruEk1EUbPYlGjlCWZTFt6li8RbzuUO5q3c/w452-h640/smack_3.png" width="452" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">il tema centrale è quello dei peli che viene declinato in tantissimi modi e diventa lo spunto di base per riflessioni che, anche quando sono molto diverse tra loro, partono dal vissuto personale per raccontare esperienze collettive, più o meno vicine al nostro presente. perché, secondo te e secondo voi-collettivo, ancora oggi nel 2024, il corpo femminile e alcune sue parti in particolare, come i peli/capelli appunto, riescono a essere simboli così forti di lotta politica per l’autodeterminazione (o per la sua negazione)?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► Il pelo in ogni sua accezione e dimensione letterale, letteraria, metaforica, simbolica, allegorica e politica è un elemento narrativo in grado di coinvolgere vicende personali, intime e personali così come narrazioni ampie e più universalizzabili, il pelo in quanto tema potenzialmente trasversale all’esperienza di ogni persona. L’intenzione era quella di accogliere ma anche andare oltre alle accezioni più comuni che convivono col pelo (come la pratica della depilazione), il pelo come elemento archetipico e cardine di molteplici narrazioni: il pelo è il tempo che passa, è spaccato culturale, etnico, antropologico, il pelo, che può, nelle sue differenti manifestazioni, diventare potente atto politico. Il topic della zine diventa così mise en abime e al tempo stesso anche smascheramento dello sguardo maschile, delle meccaniche che il potere oppressivo maschile-cis-bianco-abile e patriarcale esercita sempre sui corpi. Il pelo è spesso discrimine, come raccontano le voci di Smack! tra ciò che è giusto e desiderabile e ciò che è incuria e indesiderablità, il pelo diventa in questa ottica potenziale elemento di crisi e di messa in discussione di una cultura che non sentiamo nostra e che vogliamo cambiare.</blockquote></div><div style="text-align: justify;">abbiamo parlato di linguaggio ibrido e tematiche multiformi ma c’è un altro aspetto che mi è piaciuto molto e cioè che questa prima zine include un bel contributo di amleta, un’associazione femminista intersezionale di attrici che è un po’ il parallelo di moleste ma nel mondo del teatro. come è nata questa collaborazione?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► Uno degli obiettivi di Smack! è uscire dalla propria bolla di riferimento e utilizzare le narrazioni visive di cui ci occupiamo per parlare dei temi che ci stanno a cuore. La fanzine ci serve da ponte e tramite, così come ci ha aiutato a tessere una rete con le realtà che condividono la nostra visione. Lo scorso anno abbiamo collaborato con Brigata Basaglia, che si occupa degli stigmi di genere legati alla malattia mentale, quest’anno invece abbiamo voluto coinvolgere Amleta, realtà che parallelamente a noi si occupa di questioni di genere all’interno del mondo del mondo dello spettacolo. Pensiamo che ogni occasione sia buona per stringere alleanze, per sostenere la denuncia e far emergere in ogni luogo gli squilibri di potere legati ai dictat del patriarcato, e questo compreso razzializzazione, abilismo, grassofobia e omo-bi-lesbo-a-transfobia.</blockquote></div><div style="text-align: justify;">si parla tantissimo di intersezionalità però poi non sono tanti gli ambienti e i progetti che riescono davvero a essere intersezionali. cosa vuol dire questa parola per moleste e quali sono le strategie che adottate per far sì che le vostre pratiche rispettino davvero il principio di intersezionalità?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► Come scrivevo sopra la nostra pratica politica che si riflette in Smack! è intersezionale nella forma e nei contenuti perché pone l’attenzione alla complessità e agli aspetti multidimensionali dei fenomeni di violenza, abuso e discriminazione senza mai dare per scontato il contesto economico, sociale, culturale e politico nei quali queste sono perpetrate, valorizzando piuttosto le voci, gli sguardi e le soggettività: il pelo visto da un caleidoscopio di punti di vista ciascuno dei quali merita attenzione e ascolto. Definiamo il nostro approccio intersezionale anche perché non parla per, non parla di, ma parla sempre con, dando, senza sovradeterminare, la parola alle persone, ai corpi che prima di raccontarle vivono le rotte che tracciano e le identità che vestono e manifestano quotidianamente.</blockquote></div><div style="text-align: justify;">quali sono i progetti che moleste sta portando avanti (oltre <i>smack!</i>, ovviamente)?</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► Oltre al progetto Smack! il collettivo si occupa di supportare chiunque abbia subito molestie o abusi attraverso strumenti di supporto, iniziative, attività formative, reti e spazi - online e offline - di prossimità. Il collettivo ha inoltre all'attivo la pubblicazione dell’antologico Fai Rumore pubblicato dell’Editrice Il Castoro a maggio 2022, inserito nel Progetto Scuole della stessa casa editrice, in uscita nel 2024 per Dark Horse Comics.</div><div style="text-align: justify;">Per sapere di più del lavoro del collettivo invitiamo chi sta leggendo questa intervista a consultare il Manifesto sul nostro sito <a href="http://www.moleste.org/">www.moleste.org</a> e a seguirci sulle nostre pagine social.</div></blockquote><div style="text-align: justify;">grazie mille a entrambə ancora una volta e un megaimboccallupo per tutti i prossimi progetti! <span style="color: #e06666;">♥</span></div></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #e06666;"><br /></span></div><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-67902465899945136742024-01-30T17:07:00.002+01:002024-02-04T23:51:52.607+01:00trilogia della città di k.<div style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;"></span></b></i></div><blockquote><div style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">nonna ci picchia spesso, con le sue mani ossute, con una scopa o uno strofinaccio bagnato. ci tira per le orecchie, ci agguanta per i capelli.</span></b></i></div><div style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">altre persone ci danno anche dei ceffoni e dei calci, non sappiamo neanche perché.</span></b></i></div><div style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">i colpi ci fanno male e ci fanno piangere.</span></b></i></div><div style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">[...] decidiamo di irrobustire il nostro corpo per poter sopportare il dolore senza piangere.</span></b></i></div><div style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">[...] nel giro di poco tempo non sentiamo effettivamente più nulla. è qualcun altro che ha male, è qualcun altro che si brucia, che si taglia, che soffre.</span></b></i></div><div style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">non piangiamo più.</span></b></i></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCL0DTmw_swAQB9KRQYmzxxMOVVc2brEeTJ8QbZEwRwXkO4ER_AR5440dmcP3F9QGS-4hanTVpHXgQ7fnGyFa8qHdCFkH3q0kdFegNDOPA2FBEdVNQucNkoBJZheEGJqLt93tBJ93uYXVEjoc09dRVh3qrExYpmQGEZenbrL8-NCzwbfCguHemkcuIO_zC/s2438/trilogia_della_citt%C3%A0_di_k.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2438" data-original-width="1575" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCL0DTmw_swAQB9KRQYmzxxMOVVc2brEeTJ8QbZEwRwXkO4ER_AR5440dmcP3F9QGS-4hanTVpHXgQ7fnGyFa8qHdCFkH3q0kdFegNDOPA2FBEdVNQucNkoBJZheEGJqLt93tBJ93uYXVEjoc09dRVh3qrExYpmQGEZenbrL8-NCzwbfCguHemkcuIO_zC/w414-h640/trilogia_della_citt%C3%A0_di_k.jpg" width="414" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>trilogia della città di k.</b> è un libro difficile. in tutti i sensi possibili.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">è difficile da leggere perché la storia di lucas e claus fa male, ma proprio tanto male, e perché <b>agota kristof</b> non è certo il tipo di autrice che prende lə suə lettorə per mano e lə accompagna lungo il sentiero della narrazione.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">anzi. agota kristof è più una che semina chiodi d'acciaio per strada sperando che ti si buchino le gomme.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">in curva.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">vicino a un dirupo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>trilogia della città di k.</b> è un romanzo che in realtà sono tre: <b>il grande quaderno</b>, <b>la prova</b> e <b>la terza menzogna</b>, pubblicati tra il 1986 e il 1991 e tradotti in italiano - tutti e tre insieme - per la prima volta nel 1998.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">la storia inizia come inizierebbe una favola raccontata da un<span style="text-align: center;">ə bambin</span><span style="text-align: center;">ə a cui mai nessun</span><span style="text-align: center;">ə, però, ha raccontato delle favole. inizia in una città senza nome e in un tempo qualsiasi, durante una guerra qualsiasi, crudele, ingiusta e dolorosa come tutte le guerre.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">l</span><span style="text-align: center;">ə protagonist</span><span style="text-align: center;">ə non hanno nomi, ci sono solo una madre disperata che non sa più come sfamare i suoi figli, un padre lontano e una nonna acida e malvagia.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">e poi ci sono due gemelli, due bambini che sono praticamente una cosa sola, un'entità plurale condensata in un <i>noi</i> che pensa, parla e si muove all'unisono.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>il grande quaderno</b>, da cui prende il titolo il primo romanzo, è quello in cui i due gemelli scrivono e raccontano la loro nuova vita in campagna dalla nonna, una vecchia lurida al limite della bestialità, avara e incapace di provare un briciolo di tenerezza, compassione e affetto. anzi, la donna non perde occasione per picchiare, offendere e abusare dei due bambini in ogni modo possibile.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">giorno dopo giorno, evento dopo evento, i due gemelli descrivono nel loro quaderno una società inaridita dalla guerra e dalla fame, un ambiente in cui riescono a sopravvivere solo soffocando ogni emozione e ogni bisogno dietro un'armatura d'indifferenza, e lo fanno con un linguaggio studiatamente freddo e asettico in cui qualsiasi tipo di sentimento è bandito per scelta cosciente e consapevole.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">il loro è un mondo incattivito in cui non c'è spazio per l'infanzia, in cui bisogna crescere alla svelta e imparare a superare l<span style="text-align: center;">ə adult</span><span style="text-align: center;">ə in astuzia, per rimediare cibo, per proteggersi dal freddo, per sopravvivere alle prepotenze e alle violenze.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">col tempo, i due bambini diventano sempre più insensibili, si trasformano in creature capaci di tutto pur di strappare un giorno dopo l'altro al tempo, fino a raggiungere un livello di freddezza e mancanza di empatia che, per noi lettor</span><span style="text-align: center;">ə, diventa un macigno quasi ingestibile.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">le cose cominciano a complicarsi tra la fine di questo primo libro e il secondo - <b>la prova </b>- perché, dal momento in cui i due fratelli si separano, diventa difficile riuscire a capire cosa succede a chi e, soprattutto, chi sono questi <i>chi </i>di cui si parla, e che parlano.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">nell'ultima parte, <b>la terza menzogna</b>, nonostante il titolo, in realtà pian piano le cose si svelano per quello che davvero sono. ovviamente, parlare di <i>cosa</i> si svela, <i>come</i> e <i>per quale motivo</i> lo fa sarebbe un po' un delitto perché <b>trilogia della città di k.</b> è un libro che va scoperto man mano, lasciandosi avviluppare dalle bugie, dagli inganni e dai motivi che li hanno resi necessari.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>agota kristof</b> scrive con uno stile asciutto, essenziale, senza mai censurare l'orrore, anzi: le parole, le frasi così secche e taglienti sottolineano ogni volta che serve la miseria e la meschinità del mondo dell<span style="text-align: center;">ə su</span><span style="text-align: center;">ə personagg</span><span style="text-align: center;">ə, riuscendo al contempo a scrivere un romanzo di enorme intensità.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;"><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></span></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-46944031901229684482024-01-26T16:34:00.001+01:002024-01-30T17:08:11.673+01:00le streghe di manningtree<div style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;"><blockquote>il suo nome di battesimo è anne, ma tutti la chiamano "la beldam west". le si addice, poiché è un appellativo ingombrante e malvagio: sembra il nome di un deserto biblico su cui dio ha fatto cadere una pioggia di meteoriti. beldam. "belle" è una parola francese che significa "bella" (e bella mia madre non è , anche se dicono che un tempo lo sia stata). e "dam" come "damned", "dannata". un concetto che mi guardo bene dallo sceverare.</blockquote></span></b></i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8ydSQ6ObmPfkmn_kcTijcweByscyVD167sapdBQMoD-cj4s3w4UI2a8th2xwoMZ_khF7b9WpQXQDShyXPtNLh3Son1Lt_owQabQlnSbSqw-YHZMOkHLR_xByvqikV6I5ppgDkUKfxZwFOPEvnuCHS_0GjgvD5ZSkHBVhrYXLd3GCL9aiDPoVQXT3e5W6G/s798/le_streghe_di_manningtree.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="798" data-original-width="536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8ydSQ6ObmPfkmn_kcTijcweByscyVD167sapdBQMoD-cj4s3w4UI2a8th2xwoMZ_khF7b9WpQXQDShyXPtNLh3Son1Lt_owQabQlnSbSqw-YHZMOkHLR_xByvqikV6I5ppgDkUKfxZwFOPEvnuCHS_0GjgvD5ZSkHBVhrYXLd3GCL9aiDPoVQXT3e5W6G/w430-h640/le_streghe_di_manningtree.jpg" width="430" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>le streghe di manningtree</b>, romanzo d'esordio di <b>a.k. blakemore</b>, è uno dei libri letti a fine dell'anno scorso insieme alla <b>coven di lettura</b><span style="color: #e06666;">*</span> dedicata alle streghe, appunto. e forse, tra gli ultimi che abbiamo scelto di leggere, è uno di quelli che mi hanno lasciato il sapore più sciapo in bocca.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">la storia si rifà alle reali persecuzioni contro le streghe nell'inghilterra del XVII secolo. per la precisione, siamo nel 1643 quando inizia la vicenda, a manningtree, una piccola cittadina dell'essex da cui la guerra ha portato via tutti gli uomini, lasciando le donne a macerarsi - e a macerare i loro piccoli odi personali, acuiti dalla fame e dai sacrifici che tempi simili impongono - da sole in paese.</div><div style="text-align: justify;">le più vecchie, le più povere, quelle non ancora sposate e, in generale, chiunque si faccia notare troppo, diventa facilmente mira della antipatie altrui. e la beldam west è una che si fa notare decisamente troppo e su cui circolano, sottovoce, pettegolezzi circa la sua non proprio integerrima condotta morale.</div><div style="text-align: justify;">rebecca, voce narrante della storia, è la sua unica figlia. e, almeno all'inizio del romanzo, prova odio e disprezzo per quella madre così fuori dalle righe. là dove la beldam west si lascia andare all'alcol e alle cattive compagnie, rebecca cerca di essere una ragazza modello: instancabile lavoratrice, modesta, pudica, devota e studiosa (di catechismo, ovviamente, non fatevi strane idee). studiare, soprattutto, è una delle cose che preferisce perché il suo insegnante è lo scrivano john edes, per cui bella nutre un amore puro e innocente.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">in poche parole, rebecca è un'insopportabile bacchettona bigotta il cui virginale candore e la convinzione di peccare a ogni respiro che fa risultano stancanti in breve tempo.</div><div style="text-align: justify;">ho passato tutta la prima parte del libro a sperare che prima o poi sua madre prendesse il suo posto.</div><div style="text-align: justify;">la svolta, tanto nella trama quanto nella noiosissima esistenza di rebecca, arriva insieme a matthew hopkins, l'inquisitore.</div><div style="text-align: justify;">e quando arriva l'inquisitore, improvvisamente le donne - soprattutto quelle più povere, vecchie e sole - iniziano a diventare streghe. o a vedere il diavolo nei posti più impensabili, come accade a rebecca, e a convincersi di esserlo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">matthew hopkins è un uomo orribile e odioso, ha una mente perversa e malvagia che riversa quella stessa malvagità su chiunque si posi il suo sguardo. hopkins vede il peccato in tuttə tranne che in sé stesso e - cosa che non ci sorprende affatto - mette subito gli occhi addosso a rebecca e a sua madre, tra le altre. l'evento che scatenerà l'inferno per le donne di manningtree è una strana febbre che coglie un bambino. da questo momento il paese si anima di dicerie su streghe, maledizioni, invidia e sortilegi.</div><div style="text-align: justify;">dai primi pettegolezzi alle prigioni fredde e umide il passo è brevissimo.</div><div style="text-align: justify;">buona parte del libro è dedicata proprio ai lunghi anni tra le prime accuse fino alla fine del processo a diverse donne, tra cui, ovviamente, ci sono anche rebecca e sua madre.</div><div style="text-align: justify;">alla ragazza serve patire sulla propria pelle tutta quella crudeltà, quell'orrore, quell'odio per cominciare a schiarirsi la mente su dio e gli uomini e per cambiare, pian piano e con cautela, idea su sua madre.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">quello che mi ha convinta meno di questo libro - che vanta un bello stile di scrittura, soprattutto se vi piacciono i toni un po' barocchi - è proprio la protagonista. sicuramente, rebecca è figlia del suo tempo ed è la più probabile rappresentazione di una giovanissima popolana dell'inghilterra del '600, istruita il minimo indispensabile e cresciuta in un ambiente intriso di puritanesimo.</div><div style="text-align: justify;">però - proprio come si diceva nel gruppo - adesso avremmo bisogno di personagge che non siano sempre e solo vittime, anche a costo di essere meno coerenti con il contesto storico (d'altronde, si parla di romanzi, non di saggi), e di una visione dell'essere strega che possa sottolineare il potere, la conoscenza, la forza e l'indipendenza delle donne che hanno sfidato un certo modo di pensare e non quello di chi ha cercato, a tutti i costi, di conformarvisi.</div><div style="text-align: justify;">insomma, non è un brutto libro, anzi, è molto appassionante, però sarebbe bello riuscire a leggere qualcosa di diverso (ad esempio, qualcosa di più simile a <u><a href="https://www.claccalegge.it/2023/05/le-streghe-in-eterno.html" target="_blank">le streghe in eterno</a></u>).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #e06666;">*</span> per tutte le info sulla coven vi rimando alla <u><a href="https://www.instagram.com/merricat_inthecastle/" target="_blank">pagina instagram della sua fondatrice</a></u>.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-34414914705293807982024-01-17T16:46:00.008+01:002024-02-11T15:24:22.245+01:00commenti randomici a letture randomiche (81)<div style="text-align: justify;">un paio degli ultimi fumetti letti lo scorso anno - che mi hanno entusiasmata molto meno di quanto pensassi - e il primo libro del nuovo anno, consiglio apprezzatissimo della cara stella dello <u><a href="https://scartafacciamolo.blogspot.com/" target="_blank">scartafaccio</a></u>, tutto mischiato insieme nel disperato tentativo di sfoltire un po' la pila delle cose-che-ho-letto-e-di-cui-vorrei-parlarvi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: #6aa84f; color: white; font-size: medium;"><b> kaina of the great snow sea ~ vol. 1 </b></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivi7DBRFqlFu4viHCJApSAYsmpTJVdhSV2CSDhH-jFQU_uTkuVCof2y3Mt3a6E_LqBzHKMVeTlP3qwIAD5a9zBf1vZobUVT4XKciiUGQ49yzKTbmSHb9oL6eBwKB5yjGdczj6upNyzjC7z56uJoMkDcFvedRZsBp_2qRaBPt-dlcBBQCof5hVDscxM04fh/s700/kaina.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="499" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivi7DBRFqlFu4viHCJApSAYsmpTJVdhSV2CSDhH-jFQU_uTkuVCof2y3Mt3a6E_LqBzHKMVeTlP3qwIAD5a9zBf1vZobUVT4XKciiUGQ49yzKTbmSHb9oL6eBwKB5yjGdczj6upNyzjC7z56uJoMkDcFvedRZsBp_2qRaBPt-dlcBBQCof5hVDscxM04fh/w456-h640/kaina.jpg" width="456" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">due sono le cose che mi hanno convinta a provare il primo volume di <b>kaina of the great snow sea</b>: il nome di <b>tsutomu nihei</b> (prima o poi sarò ricca e recupererò tutto <i>blame!</i>) e l'idea di due mondi vicinissimi che però quasi si ignorano completamente.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">non lo boccerei ma tocca ammettere che come inizio è un po' meno entusiasmante di quello che immaginavo - o forse, semplicemente, speravo - ma ha del potenziale, che spero venga fuori nel prossimo volume.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">il pianeta in cui vive kaina - si tratta della terra? un futuro in cui i cambiamenti climatici hanno devastato il clima? - è praticamente sommerso dalla neve. l'unico posto in cui ci sono ancora esseri umani è la membrana celeste, la superficie che si estende sopra gli alberi orbitali, piante gigantesche che affondano le loro radici lì dove nessunə vive più ormai, un mondo disabitato di cui restano poche tracce di un passato lontano. o almeno, questo è quello che crede kaina, il più giovane, anzi, l'unico ragazzo in una comunità di vecchiettə, preoccupatə per il suo futuro quando loro non ci saranno più. tuttə loro si occupano di kaina, come in una grande, strana famiglia, mentre lui va a caccia (le uniche prede disponibili sono dei giganteschi e anche un po' orripilanti insetti - e le loro uova - che vivono tra gli alberi orbitali). l'umanità, insomma, sembra destinata a estinguersi a breve ma la quotidianità della membrana celeste viene scossa dall'incontro tra kaina e la principessa ririha, un'abitante del mondo di sotto. sfuggita all'esercito nemico, ririha racconta di un mondo ormai completamente soffocato dal mare di neve, in cui pochi villaggi e città sorgono tra le radici degli alberi orbitali.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">nonostante l'umanità sia a un passo dall'estinzione per la mancanza di acqua e di sostentamento, il paese di valgia semina morte e terrore per derubare gli altri insediamenti. lo scopo del viaggio di ririha era quello di riuscire a incontrare il saggio della foresta, qualcuno sulla membrana che sapesse aiutarla a salvare il mondo. ririha sapeva che si trattava solo di una leggenda, ma a cosa altro affidarsi quando ogni possibilità di sopravvivenza sembra essere scomparsa?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">la storia, fin qui, sembra interessante ma c'è qualcosa di non troppo definibile - o che comunque non riesco a individuare con precisione - che rende tutto meno appassionante di quanto potrebbe essere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">sono molto curiosa di leggere almeno un altro paio di volumi per sapere che piega prenderà la storia e capire se ne vale la pena o meno andare avanti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: white; font-size: medium;"><b style="background-color: #6aa84f;"> saga ~ vol. 11 </b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbWAarKuw9I_TdvyZdf2A998gbt6t8SPBCAfcw2sMluoZ6J6jKlZuNpEWYs3UfRQg_Fiot4RVeMQyy2WEM5BM9x9Szb8lF38grb-LploljE4hOYp_nFcLmcTaYF5SvELusUgwAuQcsItio2mFF1481DOKccVlvyWoNZsiyfoToG8F0is9O-dLAT0iJNfNS/s810/saga11.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="810" data-original-width="536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbWAarKuw9I_TdvyZdf2A998gbt6t8SPBCAfcw2sMluoZ6J6jKlZuNpEWYs3UfRQg_Fiot4RVeMQyy2WEM5BM9x9Szb8lF38grb-LploljE4hOYp_nFcLmcTaYF5SvELusUgwAuQcsItio2mFF1481DOKccVlvyWoNZsiyfoToG8F0is9O-dLAT0iJNfNS/w424-h640/saga11.jpg" width="424" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ogni volta che esce un numero di <b>saga</b> io sono ipermegaentusiasta. stavolta però mi sono quasi annoiata a leggere questo volume perché sembra che non succeda niente di che. o meglio, sembra che si stia preparando il terreno per un sacco di cose che succederanno dopo. il ricordo di marko continua a essere ossessionante e non soltanto per hazel e alana. se non si trattasse di saga, mi aspetterei che, in un modo o in un altro, tornerebbe, ma qui nessuna gioia è regalata a caso e mi sa che di miracoli non ne vedremo. e mentre alana cerca di sbarcare il lunario e offrire una vita dignitosa e sicura a hazel e a scudiero, non soltanto lə due bambinə sembrano avere quello di mettersi nei guai come obiettivo principale, ma il resto dell'universo pare non abbia alcuna voglia di dimenticarsi di loro e smettere di dargli la caccia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">il problema è che ormai ci sono in ballo troppə personaggə e troppe trame e sottotrame che si intrecciano e che, vista la cadenza delle uscite, si dimenticano almeno in parte.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">penso che il prossimo volume sarà più interessante, intanto ci tengo a sottolineare che per me questa continua a essere una delle serie migliori degli ultimi anni. toccherà fare qualche rilettura e prendere appunti per non perdersi per strada...</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><span style="background-color: #6aa84f; color: white; font-size: medium;"> seppellitemi lassù in montagna </span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj40LuGFDJJecegwYqB3zDR_Twi3Qd5p_2xaEV82U7rhOgC5agB-w5W96og6hAtgftAVfSud66nFj5JJc7dcpOzoIQWq3H6rG832WAPF7vzB0Z2Tt2gtC67Nyto1N4oJsZujHb0iplZESRnUU9RF2694ki-DiimFaFEA52nkkwzPEY_sYO1fbuThr7xtG8p/s760/seppellitemi_lass%C3%B9_in_montagna.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="760" data-original-width="536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj40LuGFDJJecegwYqB3zDR_Twi3Qd5p_2xaEV82U7rhOgC5agB-w5W96og6hAtgftAVfSud66nFj5JJc7dcpOzoIQWq3H6rG832WAPF7vzB0Z2Tt2gtC67Nyto1N4oJsZujHb0iplZESRnUU9RF2694ki-DiimFaFEA52nkkwzPEY_sYO1fbuThr7xtG8p/w452-h640/seppellitemi_lass%C3%B9_in_montagna.jpg" width="452" /></a></div><br /><b>seppellitemi lassù in montagna</b> di <b>francesca tacchi</b> è stato il mio primo libro del 2024.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">sono un po' scaramantica su questa cosa, quando inizio con un libro che mi piace molto poi, di solito, riesco a leggere cose belle per tutto l'anno, quindi sono stata contentissima di cominciare con una storia folle come questa, in cui magia e resistenza antifascista si fondono in modo totalmente inaspettato che però funziona benissimo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">c'ho messo un po' prima di leggerlo proprio perché mi faceva strano mettere insieme due elementi così diversi, avevo paura che mischiare fantastico e storia andasse a svilire la seconda (e, soprattutto perché si parla di un pezzo di storia così importante, ero parecchio spaventata). però ho dovuto ricredermi. se è vero che</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><i><span style="font-size: large;"><blockquote>ogni giorno è buono per ammazzare nazisti</blockquote></span></i></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">è anche vero che ogni storia è buona per ammazzare nazisti. e fascisti. che poi sono la stessa cosa. insomma, mi piacciono molto le storie in cui lə partigianə fanno fuori lə nazistə, che si tratti di storia o di pura invenzione (è il motivo per cui mi piace tanto star wars), e in questo racconto non ci si risparmia di certo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">è il 1944 è veleno, nome di battaglia, vuole solo eliminare più feccia fascista/nazista dalla faccia della terra prima di morire. è sicuro che morirà a breve, è sicuro che non vedrà l'italia libera dal fascismo, che non sopravvivrà abbastanza da festeggiare la vittoria della resistenza ma a lui non importa. l'unica cosa che desidera è la vendetta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">diventato partigiano, veleno ha incontrato rame, compagno, amico e amante. rame è uno che ha lo sguardo lungo, capace di vedere oltre, di immaginare il suo paese libero, di sognare un futuro giusto ed equo per tuttə. e, se pure veleno continua ossessivamente a cercare la vendetta senza curarsi della sopravvivenza, forse rame è la sua ancora, è quello che in qualche modo lo tiene ancorato alla vita, un giorno alla volta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">insieme a rame, c'è angizia - l'antica dea etrusca dei veleni - a proteggerlo e a dargli il potere di curare le ferite, sue e dellə altrə. veleno è votato alla morte in combattimento ma ha la capacità di salvare la vita anche nei casi più disperati. l'anello che porta con sé, eredità della sua famiglia - una famiglia di <i>serpari </i>- guarisce ogni ferita, mentre le percezioni di veleno si alterano: avverte l'abbraccio di angizia, vede i suoi serpenti avvolgere tutto intorno a lui, sente la voce della dea e il sibilare degli animali che la accompagnano.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">francesca tacchi riesce a raccontare questi momenti con così grande intensità che sembra di vederlo, questo ragazzo e il suo mondo che si immergono in un'altra realtà così straordinaria da non potercisi mai abituare davvero, un piano di esistenza in cui la dea svela che veleno e cura, morte e vita non sono che le due facce della stessa medaglia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ed è proprio in virtù delle doti di veleno che lui e rame, insieme ad altre due partigiane, mosca e irma, vengono incaricatə di portare a termine una missione fondamentale per le sorti della guerra. una missione durante la quale veleno scoprirà di non essere l'unico ad avere un legame così stretto con le divinità, e che in fondo, di morire per mano di un nazista non ne vale poi così tanto la pena...</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-37198101607953664392024-01-16T10:00:00.002+01:002024-02-11T15:24:22.246+01:00l'archivio dei finali alternativi<div style="text-align: justify;"><blockquote><i><b><span style="font-size: large;">sono storie che parlano di cupidigia, di menzogne, di violenza e di abuso. sono storie sul potere e sulla disperazione. ci sono enigmi e trappole, ci sono mostri e fantasmi e corpi spezzati, braccia mancanti e gambe mozzate e teste perdute. e, mentre wilhem si concentra sulla trama e i personaggi, jacob, non smette mai di pensare a come accadono le cose, nota che quasi tutti i personaggi entrano, escono o si perdono in un bosco.</span></b></i></blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRE1UcUL-8MOYEuXIn0MccH09OaOXN5lBADTD-lIRermF_B2RplXHRWbr3Ibf25KxmCia2o9ioFhfAtgWtFnEFJMkoIGCSBexdxz-lBludtgcPur_Ps2_7QWlFOfvnzK9iWxZWk-H7RnZcGOdS-Ah-JiC3AO3zJJUXVwrB_H5-4-tykdlrwE4pLWEHzPq-/s727/l'archivio_dei_finali_alternativi.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="727" data-original-width="536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRE1UcUL-8MOYEuXIn0MccH09OaOXN5lBADTD-lIRermF_B2RplXHRWbr3Ibf25KxmCia2o9ioFhfAtgWtFnEFJMkoIGCSBexdxz-lBludtgcPur_Ps2_7QWlFOfvnzK9iWxZWk-H7RnZcGOdS-Ah-JiC3AO3zJJUXVwrB_H5-4-tykdlrwE4pLWEHzPq-/w472-h640/l'archivio_dei_finali_alternativi.jpg" width="472" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">se dovessi scegliere il libro più strano letto l'anno scorso, <b>l'archivio dei finali alternativi</b> vincerebbe staccando tutti gli altri titoli di parecchi punti. probabilmente è uno dei più belli che ho letto, sicuramente uno dei più interessanti eppure è un po' troppo cervellotico perché rientri tra i miei preferiti (in fondo, resto una lettrice che si innamora di pancia delle storie e per questa qui, invece, ci vuole molta più testa e, magari, carta e penna a disposizione).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">provare a spiegare di cosa parla questo libro è una vera impresa: parla di fiabe, di chi le racconta e di chi le raccoglie e di una cometa, quella di halley (anche prima che fosse <i>di halley</i>) che passa accanto alla terra ogni settantacinque anni circa, di chi la osserva e di chi ne è osservatə, e poi parla di fratelli e di sorelle, di famiglie, di segreti, di amanti, di boschi, di streghe e di salvatrici, parla di scatole di biscotti, di crudeltà, di violenza, di abusi - che, proprio come notava wilhem, sono cose che è facile trovare in tante storie - a anche di amore. ecco, fare un elenco così in fondo non è poi tanto difficile, è molto più complicato capire come tutti questi elementi siano collegati - e lo siano in modo praticamente perfetto e tremendamente complesso.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">così complesso che, probabilmente per la prima volta in vita mia, ho dovuto prendere appunti per capirci qualcosa. e per provare a rispondere alla domanda di cui prima.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">la narrazione segue i passaggi della cometa che, come le luci sul palcoscenico di un teatro, illumina momenti e storie. così, quelle che sembrano vicende scollegate, lontane decenni e secoli le une dalle altre, diventano brani di una stessa narrazione, quella della cometa stessa che, nel suo eterno allontanarsi e poi ritornare verso il sole, sbircia la terra a ogni passaggio.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">eppure, questi frammenti non sono raccolti in ordine cronologico: <b>lindsey drager</b> usa, per collegarli, la storia di hansel e gretel e la storia di come il racconto di cui sono protagonistə si trasforma in fiaba, si scompone per secoli e secoli in un prisma di versioni e interpretazioni differenti, narrato da migliaia di voci diverse, prima di essere imprigionato sulla carta, fissato in un'unica forma.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">è da qui, nel 1835, che inizia il romanzo. mentre la cometa attraversa la notte, wilhem e jacob grimm decidono quale sarà la versione definitiva della fiaba dellə due bambinə persə nel bosco.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><i><span style="font-size: large;"></span><blockquote><span style="font-size: large;">per registrare una fiaba si deve accettare di perdere sempre qualcosa. alcune cose devono rimanere taciute e nascoste. l'arte della narrazione, aveva detto il fratello, consiste nel sapere dove e come lasciare spazi vuoti.</span></blockquote></i></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">le diverse versioni di hansel e gretel che hanno ascoltato si somigliano un po' tutte.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">tutte tranne una.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">a raccontarla è una donna e quello che sostiene è che il motivo che ha indotto lə genitorə a far perdere lə bambinə nel bosco non era la fame, né la miseria. era l'incapacità di accettare che hansel fosse attratto da altri uomini, era il rifiuto di un modo diverso di amare. era l'odio e il desiderio di annientamento verso ciò che non si riesce a comprendere, così forte da troncare persino i legami di sangue. secondo il racconto di questa donna, gretel sceglie di andare nel bosco, di abbandonare lə genitorə crudeli per seguire il fratello e proteggerlo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">wilhem, consapevole del segreto di jacob, decide di fare come la bambina della fiaba. e per proteggere il fratello - che mai si sposerà né avrà figli - decide di nascondere per sempre il segreto di hansel, e quindi quello di jacob, negli spazi vuoti, in quel non detto che cristallizza, per sempre, la storia dellə bambinə persə nel bosco così come l'abbiamo sempre conosciuta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">in qualche modo, wilhem prova a cancellare l'orrore di una violenza, di un odio così feroce per tenere jacob al sicuro. ma la cometa continua a girare e fratelli e sorelle continuano a nascondere e a condividere segreti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">se nei libri di fiabe è la miseria a portare all'abbandono di hansel e gretel, sulla terra si continua a odiare e ad allontanare chi ama in modo differente, nei secoli dei secoli.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">nel 1910, a un altro passaggio della cometa, incontriamo una donna. è stata rinchiusa in un manicomio e sta disegnando. disegna la storia di due bambinə persə nel bosco e affamatə, due bambinə su cui lo sguardo si posa dall'alto, da sopra le cime degli alberi. lei ancora non lo sa ma quei disegni verranno trovati, nascosti in una scatola di biscotti, da un'infermiera e pubblicati. l'edizione illustrata di hansel e gretel sopravvivrà ancora per secoli e, nel 1986, verrà donata da uno scrittore - inconsapevole discendente di wilhem grimm - a un suo giovane amante, un programmatore allontanato dalla famiglia che non accetta il suo essere omosessuale.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e, ancora, in una terra ormai sull'orlo del tracollo, nel 2136, la cometa può illuminare quelle pagine strette tra le mani di una donna in cerca di acqua che non sa più leggere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e nel 2211 quella stessa storia di bambinə abbandonatə e di boschi in cui perdersi e poi forse ritrovarsi si può ascoltare nello spazio, se si è capaci di decifrare i messaggi di due sonde gemelle che cercano altre forme di vita a cui recapitare il loro messaggio, l'eredità di un'umanità che continua a raccontare la crudeltà verso due bambinə che, mano nella mano, attraversano il bosco.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">copie di copie, pagine uguali una all'altra come quelle che un entusiasta johannes gutemberg mostra, in una sera del 1456, alla sua gemella. il viso di lei si rispecchia in quello di lui, i lineamenti si sovrappongono proprio come fanno i fogli stampati grazie all'invenzione del fratello, l'unico che crede alla sua storia, l'unico che vuole preservare la sua memoria.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e ancora e ancora, la storia di hansel e gretel, degli amori proibiti, dei boschi e dei segreti condivisi attraversa il tempo e lo spazio, ancora si nasconde nelle scatole dei biscotti, ancora svela il punto di vista di una stella che vorrebbe solo suo fratello accanto a sé:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;"></span></b></i></div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">ogni volta che imparava qualcosa di nuovo faceva tutto il viaggio di ritorno per vedere il fratello, il sole, perché il suo lavoro era al centro dell'universo e non poteva lasciare il posto vacante. gli raccontava cosa aveva imparato. vieni con me, gli chiedeva, verso i porti sicuri ai confini del mondo, dove non c'è così bisogno di te. vieni con me e vivi ai margini dove puoi imparare e amare e perdere, i tre grandi obblighi morali. e anche se ogni volta il sole di rifiutava di seguirla, la sorella stella ritornava.</span></b></i></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">quello di <b>lindsey drager</b> è un bellissimo esperimento narrativo, un gioco colto ed elegante fatto con le storie e le parole, con i personaggi e gli oggetti e le epoche, un gioco di rimandi che si rincorrono e si ritrovano tra un capitolo e l'altro, tra un passaggio della cometa e l'altro, avanti e indietro tra passato e futuro.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">un libro come, forse, non ce ne sono altri al mondo, strano e affascinante di cui tutto quello che vi ho raccontato non è che un pizzico.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-69569709860718388162024-01-10T10:00:00.031+01:002024-01-20T10:28:05.164+01:00quattro chiacchiere sul maschilismo nel mondo nerd<div style="text-align: justify;">nelle ultime settimane del 2023 ci sono stati diversi episodi che hanno (ri)acceso l’interesse su alcune dinamiche tremendamente maschiliste e discriminatorie tipiche del mondo nerd. ho chiesto a chi se ne è occupata più e meglio di me di provare a capire quello che sta succedendo e, soprattutto, come provare a cambiare lo status quo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">le ospiti di oggi di claccalegge sono – in disordine sparso: <u><a href="https://www.instagram.com/maura_sacca/" target="_blank"><b>maura saccà</b></a></u>, game designer, programmatrice e membro del collettivo<b> <u><a href="https://gameromancer.com/about/" target="_blank">gameromancer</a></u></b> che si occupa di portare alla luce i problemi della cultura nerd, specialmente quella videoludica; <u><b><a href="https://linktr.ee/cecilia.formicola" target="_blank">cecilia formicola</a></b></u>, fumettista, attiva sia in italia che in francia, <b><u><a href="https://linktr.ee/fl0lu" target="_blank">flavia luglioli</a></u></b>, fumettista, rilegatrice e libraia; <b><u><a href="https://www.instagram.com/yachan1987/" target="_blank">alessandra stefanelli</a></u></b>, giornalista sportiva e appassionata di manga e videogiochi, anche lei del collettivo <i>gameromancer</i> e <b><u><a href="https://www.instagram.com/sarai_sanguedidrago/ " target="_blank">sara silvera darnich</a></u></b>, educatrice di sostegno nelle scuole dell'infanzia, che si occupa della nerdculture da una prospettiva pedagogica e femminista.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjERld5CLUvsJ_Fxq8rIobG0Ck03b-BSywJi2x35lVHtcV6P1pFbUmk0qRpA69FZbVC6s3ynmEBwjHSHes82w-JaGTs-jt2zV-S9UnfO-uYVoPfFYXGnCWV6a1sFGwOiHV3eF2X34PrJRyIs8Uw9nO1RfxnsAm33FSArfHVuhWR9YtfxaOYI1mSKRwiT5Zz/s1080/1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjERld5CLUvsJ_Fxq8rIobG0Ck03b-BSywJi2x35lVHtcV6P1pFbUmk0qRpA69FZbVC6s3ynmEBwjHSHes82w-JaGTs-jt2zV-S9UnfO-uYVoPfFYXGnCWV6a1sFGwOiHV3eF2X34PrJRyIs8Uw9nO1RfxnsAm33FSArfHVuhWR9YtfxaOYI1mSKRwiT5Zz/w640-h640/1.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">ciao cecilia, alessandra, maura, flavia e sara, grazie mille per la vostra disponibilità e benvenute su claccalegge!</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► <b>cecilia</b>: Grazie a te per averci ospitate!</div><div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>sara</b>: grazie di cuore per aver pensato a questa intervista!</div></div></blockquote><div><div style="text-align: justify;">la letteratura, intesa nel suo senso più ampio di "raccontare storie" è stata forse, tra tutte le arti, quella che ha saputo indagare e far conoscere meglio l'animo umano: le storie e le parole - ma anche le immagini - che usiamo per raccontarle, sono una vera e propria educazione sentimentale. dai racconti che ci accompagnano per tutta la vita impariamo a metterci nei panni dellə protagonistə delle storie (romanzi, fumetti, film, videogiochi), gioiamo, amiamo, soffriamo con loro. mi scuso di questa premessa un po' lunga ma era necessaria a porvi la prima domanda: come vi spiegate che la bolla nerd - che è letteralmente cresciuta nutrendosi di storie che molto spesso hanno anche protagonistə un po' sfigatə, bullizzatə ed emarginatə - sia diventata così violenta? perché oggi parliamo nello specifico di misoginia ma anche in altri ambiti non c'è da stare molto allegrə...</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► <b>cecilia</b>: Dal mio punto di vista, molte delle storie del mondo nerd sono storie di riappropriazione, il viaggio della persona qualunque che diventa eroe*, che diventa potente. La persona nerd media si sente di rivendicare quel potere per sé, dopo l'emarginazione a cui è stata costretta dai suoi pari, e diventa quello che crede sia una persona potente appena ne ha occasione: offende, discrimina, manipola, reclama la gloria per sé a scapito di chi bolla come cattiv*, di chi l* minaccia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>maura</b>: Poiché la bolla nerd è stata sempre molto discriminata dalla società sin dagli albori, all'interno delle storie raccontate in videogiochi e fumetti (e in varie altre opere nerd) si è sempre cercata quella voglia di riscatto, raccontando appunto storie di riscatto. La bolla nerd è stata creata da uomini attorno a una identità maschile - parlo nello specifico di quella videoludica che conosco di più - definita spesso mascolinità geek. Era la loro bolla, ciò che si erano creati per rifugiarsi dalla società che li bullizzava. Quando la bolla si è aperta, per allargarla a nuove personalità e identità, che volevano anche loro la loro fetta di rappresentazione sia nelle storie che nell'industria del lavoro, i maschi geek hanno visto minato il loro territorio, e hanno preso le armi in mano.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>alessandra</b>: Credo che nella bolla nerd gli uomini abbiano trovato un nuovo modo per esprimere un modello di mascolinità che non rispondesse necessariamente a quello più socialmente accettato. Ma non avendo poi intrapreso un percorso di decostruzione la bolla ha poi finito per riproporre i modelli più conosciuti. Il risultato è l’abuso di potere e la tendenza a escludere qualunque elemento visto come estraneo, proprio per la paura di perdere la posizione tanto faticosamente costruita.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>flavia</b>: Quello che accade è un ripetersi di dinamiche di potere: si crea un luogo dove un maschio, bianco, etero, cis si possa sentire al "sicuro" alimentando una mascolinità tossica. Chiunque non rientra nella cosiddetta normalità viene escluso o fa fatica ad entrare.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>maura</b>: Nell'ambiente videoludico si parla di Gamergate, quando all'interno dei videogiochi diverse giornaliste e sviluppatrici - tra cui Zoe Quinn e Anita Sarkeesian - che rivendicavano la loro presenza e i loro diritti all'interno dell'industria vennero prese di mira, minacciate di morte, nel caso di Sarkeesian addirittura sono stati creati dei videogiochi in cui la si poteva pestare di botte. cecilia: C'è anche una questione di socialità secondo me; nel branco trovi alleanze, senza conflitto interno reale, se segui quelle regole non sei più sol*.</div> <div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>sara</b>: sono d’accordo con quanto detto da tutto quante: aggiungo una cosa: il mondo nerd è dominato da uomini traumatizzati e infantilizzati che non hanno mai messo in discussione né il sistema dal quale sono scappati, né quello in cui si sono rifugiati (la nerdculture).</div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5AzgOLQABRwYg5ZYPih3kTHWsC7il8ShSZVDEZbD39WLmG0ejbBAvSnms1UVILnPpWdPfVOVJrm8o0FLiIIbwuc4UQD8GA6BQ6V6iAVRKRBErhl6wsDiCr0Ao-nCP9ZC6rJVylT6qBugUM8RVNBAqfWUFkmbSQNWednc6ct_49yvvW6PoNq8rYA5zY07L/s1080/4.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5AzgOLQABRwYg5ZYPih3kTHWsC7il8ShSZVDEZbD39WLmG0ejbBAvSnms1UVILnPpWdPfVOVJrm8o0FLiIIbwuc4UQD8GA6BQ6V6iAVRKRBErhl6wsDiCr0Ao-nCP9ZC6rJVylT6qBugUM8RVNBAqfWUFkmbSQNWednc6ct_49yvvW6PoNq8rYA5zY07L/w640-h640/4.png" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"></div><p></p><p class="MsoListParagraphCxSpLast" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18pt;"><o:p></o:p></p></div><div style="text-align: justify;">eppure la presenza non-maschile in questa bolla nerd non è poi così recente e, soprattutto negli ultimi 10/15 anni, le ragazze e le persone queer hanno trovato il loro posto nell'universo nerd (parlo soprattutto del mondo del fumetto, che è quello che conosco meglio)... qual è la differenza, secondo voi, tra le rivendicazioni portate avanti dalla metà femminile/queer e quelle della parte maschile?</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► <b>maura</b>: La differenza, secondo me, sta banalmente nel fatto che le donne/persone queer o comunque appartenenti a gruppi marginalizzati stanno chiedendo ad un "posto" di includerli. Un "posto" che ha veramente tanto spazio, infinito direi. Non sta cercando di occupare posto preso da altri, non sta cercando di rifugiarsi in qualcosa, sta semplicemente reclamando il diritto a poter vivere la loro parte nerd alla luce del sole e non in maniera invisibile. Mentre ciò che hanno fatto gli uomini è stato creare un "posto" a loro immagine e somiglianza e non accetta contaminazioni.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>alessandra</b>: Credo che il pubblico femminile/queer in tutto ciò che è nerd e pop abbia trovato soprattutto un modo per esprimere se stess*, a volte anche riempiendo i buchi di caratterizzazione lasciati dagli autori più o meno volontariamente. L’estetica esagerata, la possibilità di essere davvero chiunque si desideri essere, la necessità di creare nuove icone a cui aspirare. Non c’è quasi mai la voglia di opprimere, solo la voglia di trovare un posto in cui esistere alle proprie condizioni. E questo non viene quasi mai accettato da chi ha ricreato nella propria bolla il patriarcato che conosceva già e con cui si sente a suo agio. È bellissimo, secondo me, come gli autor* spesso si affannino a smentire l'orientamento sessuale di alcun* personagg* (penso ad esempio a Bayonetta) non capendo che spesso le icone diventano tali che loro lo vogliano o no. Altre volte, secondo me, gli autori lo fanno invece in maniera molto più consapevole: penso ai continui sguardi languidi tra Sephiroth e Cloud in Final Fantasy 7 Remake o tra Sora e Riku in Kingdom Hearts. Sarà forse che noi lettrici/giocatrici ecc. ci siamo abituate più di altri a riempire i buchi anche per far fronte a un'assenza di rappresentazione? Possibile.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>cecilia</b>: Secondo me le rivendicazioni partono da una stessa base, cioè l'emarginazione, la discriminazione, l'isolamento, la violenza subita. Cerchiamo tutti uno spazio per riaffermarci in quanto persone, nelle nostre caratteristiche, in libertà; se non riconosciamo che, oltre a subire discriminazione e violenza, le agiamo verso altre categorie, quando avremo quello spazio per noi avremo anche più spazio e possibilità (e quindi potere) di agirle. Un'identità non maschile è per forza di cose più consapevole dei disequilibri sistemici, e fa molta più autoanalisi; non è affatto impossibile che replichi quei meccanismi di oppressione verso i gradini più in basso della gerarchia ma di certo ci si rende molto più conto che c'è spazio per tutt*, e quindi le persone nerd non maschie si battono per allargare lo spazio per sé stesse, non per strapparlo a qualcun*.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>flavia</b>: Le rivendicazioni della parte femminile e queer nel fumetto e nell'editoria (sono le parti che conosco meglio) sono sempre di inclusione e parità di diritti e equità nel lavoro. La parte maschile spesso non ne sente il bisogno, semplicemente perché quel mondo è stato creato apposta per loro e solo adesso stanno lentissimamente e faticosamente provando a far entrare altre persone che non rientrano nel loro canone. Rimane sempre un processo in divenire, e spesso chi riesce a entrare lo fa riempendo spazi lasciati vuoti e che spesso, purtroppo, non riescono a raggiungere un pubblico più vasto.</div> <div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>sara</b>: L’identità degli uomini nerd è di gruppo, pubblica e i suoi linguaggi imitano gli ambienti accademici e scientifici mentre quella delle persone queer o delle donne è qualcosa di nascosto, solitario è privato: adesso che il mondo nerd è diventato mainstream e il mercato di anime/manga è esploso le carte sono cambiate e finalmente anche l’identità nerd delle categorie marginalizzate sta diventando qualcosa non solo di pubblico, ma di politico.</div><div style="text-align: justify;">Credo che questa sia la differenza sostanziale tra le due parti: gli uomini nerd vogliono continuare a fare quello che fanno dagli anni ‘50, tutt* l* altr* vogliono che la nerdculture possa diventare strumento di liberazione, espressione artistica e creazione di spazi di utopia.</div><div style="text-align: justify;">Non solo, come diceva giustamente Cecilia, c’è la questione della discriminazione alla base dell’identità Nerd: gli uomini hanno usato l’emarginazione come collante iniziale per fare gruppo, poi hanno portato avanti le stesse gerarchie e dinamiche di potere di sempre, le categorie marginalizzate e nerd stanno riuscendo a unire la discriminazione tipica della persona “sfigata del gruppo” all’intersezionalità femminista.</div></blockquote><div style="text-align: justify;">avete parlato di patriarcato e di dinamiche sociali che si ripropongono nella bolla e vorrei fare un attimo una parentesi per parlare di un caso eclatante che è stato seguito in particolare da cecilia, cioè quello di vivès: puoi riassumerci brevemente quello che è successo?</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► <b>cecilia</b>: cerco di essere breve: in occasione di Angoulême 2023, è stata data a Bastien Vivès, fumettista francese molto noto e amato a livello internazionale, una mostra personale con carta bianca dal titolo "Con gli occhi di Vivès". Una protesta guidata da student* delle scuole di Angoulême, professionist* del settore e un'associazione a tutela dei diritti dell'infanzia ha portato alla cancellazione della mostra, rivelando al grande pubblico dei fumetti pedopornografici di Vivès non conosciuti ai più, una serie di frasi allucinanti intrise di violenza, misoginia e pedofilia, una storia di minacce violente a una collega. In Francia è stato denunciato per pedopornografia e apologia dell'incesto. Nonostante questo, il mondofumetto italiano ha preferito non schierarsi, o farlo in supporto di Vivès, le denunce non sono arrivate o sono arrivate pochissimo qui in Italia e si è pensato di invitarlo tranquillamente al Lucca 2023.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>maura</b>: L'Italia è quel paese in cui ancora si dibatte sulla libertà di espressione di chi fa contenuti pedopornografici.</div> <div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>sara</b>: non solo, la bolla nerd italiana è anche quella che rivendica la possibilità di fruire contenuti “loli” considerando chiunque faccia obiezione come “perbenista/bigott*”</div></blockquote><div style="text-align: justify;"><blockquote>► <b>flavia</b>: Questo è un mio personale parere, di chi ha visto la dinamica dall'interno: nel mondo del fumetto si sta creando una guerra tra poveri, dove è più importante pubblicare o avere uno spazio (anche gratis), piuttosto che creare una forma di lotta concreta. Noi fumettist* raramente ci mettiamo in discussione davvero per cambiare la situazione, e quando succede dura quanto scrivere un post: giusto il tempo di ricevere i likes. La situazione che si è creata a Lucca quest'anno ne è stata l'emblema: nessuno ha mosso foglia prima che Zerocalcare facesse esplodere il caso.</blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUAN1Mry4rhLjyqzrbLxu29pQ4e-kVZ_XeJiY9ZqPf3p8R9UC-97xeW40CPS1WOq-o9AnNu3fzo4EyPQavNCOUr7FQiZzFMuR9IxkjSJRBMHWrhk-nYVGVbG_Tz8PLr7QESlRu4Lwe2gKf-FFwyCZLuQfip-uTHLWDXDZwNpEFOc0lks41x8fvWnIwKavC/s1080/5.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUAN1Mry4rhLjyqzrbLxu29pQ4e-kVZ_XeJiY9ZqPf3p8R9UC-97xeW40CPS1WOq-o9AnNu3fzo4EyPQavNCOUr7FQiZzFMuR9IxkjSJRBMHWrhk-nYVGVbG_Tz8PLr7QESlRu4Lwe2gKf-FFwyCZLuQfip-uTHLWDXDZwNpEFOc0lks41x8fvWnIwKavC/w640-h640/5.png" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">accuse che vanno molto oltre la questione "bolla nerd" e che comunque, nonostante la loro gravità, sono state ignorate. se non ricordo male, moltə hanno provato a giustificarlo con la scusa che "l'arte non si censura". dove sta, secondo voi, il limite tra libertà di espressione, provocazione artistica e crimine? (la risposta di maura è arrivata mentre scrivevo questa domanda)</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► <b>flavia</b>: Il limite sta nella violenza, qualsiasi forma prenda. Quando ti permetti di minacciare o di esercitare un potere nei confronti di chi non si può difendere. Noi siamo ancora nella fase di giustificare il carnefice e addossare tutta la responsabilità alla vittima e questa dinamica tende a ripetersi in qualsiasi ambito.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>maura</b>: Non si può separare l'opera dall'artista. È impossibile vedere l'opera come un artefatto a sé stante, perché a prescindere porterà al suo interno le visioni politiche e sociali dell'artista. Oltre a questo, c'è anche la questione economica. All'interno della bolla videoludica quest'anno si è dibattuto molto sul caso "Hogwarts Legacy" videogioco ambientato nell'universo di Harry Potter, poiché, nonostante J.K. Rowling non fosse coinvolta direttamente nel progetto chiaramente, essendo la scrittrice della saga e detentrice dei diritti, avrebbe tratto benefici economici dall'opera videoludica. Potere economico che avrebbe utilizzato, come ben sappiamo, per portare avanti le sue lotte contro le persone transgender, come sta facendo attivamente negli ultimi anni. Se, quindi, un autore, in questo caso Vivès, utilizza il suo potere mediatico ed economico per spargere le proprie idee, sia all'interno delle sue opere che non, in cui fa passare che " È normale volerci scopare le quattordicenni", che è un crimine, direi che non c'è molto di cui dibattere.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>alessandra</b>: Domanda molto complessa a cui rispondere in poche righe. Al di là della pedopornografia, su cui dovrebbe esserci una condanna unanime che spesso non c’è, come dimostra il caso Vivès, secondo me sarebbe il caso di mettersi in ascolto di chi si ritiene offeso o ferito da determinati contenuti. Si possono trattare argomenti controversi se si è capaci di farlo, penso a Promising Young Woman che è uno dei film più belli degli ultimi anni e che finalmente mi ha fatto sentire ‘vista’. E non è un caso che sia uno dei film più bistrattati dai cinefili maschi. Poi c’è tutto il discorso della separazione tra l’opera e l’artista, secondo me impossibile: se vai a vedere un film di Polanski devi essere cosciente del fatto che i tuoi soldi serviranno a sostenere una persona che da decenni sfugge alla pena dopo aver stuprato una minorenne. cecilia: Secondo me nelle intenzioni. Io sono liber* di esprimermi ma se sto comunicando a un pubblico devo tenere conto di a chi sto comunicando, in che contesto e con che modalità; se non si curano questi aspetti significa che mi sento liber* di esprimermi per farte violenza a qualcun* (un po' come il paradosso dell'intolleranza di Popper). L'arte può assolutamente provocare, ma chi o cosa intende provocare? Il potere? Il sistema? Oppure intende provocare indignazione sulla pelle di chi soffre e subisce violenza? Se si vuole provocare mostrando quanto può far schifo l'essere umano ci sono innumerevoli esempi nella storia vera, anche nel nostro presente. È difficile tracciare i confini di un crimine nel campo artistico; ma direi che nel caso specifico, se realizziamo opere pornografiche con la presenza di bambin*, in qualunque modo siano presenti (3D o 2D), allora è pedopornografia, e quindi è un crimine. In un saggio sulla critica etica nell'arte, Ted Nannicelli ricercava il discrimine del giudizio nel fattore oggettivo, quindi nei mezzi utilizzati per creare un'opera artistica: ho commesso violenza per realizzarla? Ne ho parlato facendo violenza? L'ho spiegata facendo violenza? Perché l'interpretazione sarà sempre soggettiva.</div> <div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>sara</b>: questa domanda mi riguarda quasi personalmente sia per il fatto che lavoro con le infanzie sia perché ho trattato direttamente l’argomento sul mio profilo. L’infanzia è la grande assente del dibattito pubblico, non c’è nessun luogo sicuro per le persone piccole. Dico questo perché nessun* luogo è mai stato pensato per bambin* con l* bambin*: l’arte è molto spesso il teatro dove si consumano le violenze sui bambin*. Penso all* attor* bambin* come Shirley, Drew Barrymore Temple, Macaulay Culkin e allo scandalo Nickelodeon che hanno tutt* alle spalle una storia di sfruttamento e abuso dentro e fuori dal set, per non parlare del modo in cui vengono rappresentate le infanzie nei media: dai cataloghi di moda, ai programmi televisivi passando per i fumetti, l* bambin* che vediamo, indipendentemente dal loro genere, sono adultizzat* come ad esempio Hit girl di Kick-ass che ammazza e si sballa di stupefacenti, o/e sessualizzat* come accade a Mathilda in Leon e Renato in Malena dove si fanno costanti allusioni alla relazione, seppur platonica, tra persona adulta e bambin*.</div><div style="text-align: justify;">è interessante osservare come gli oggetti del “massacro artistico” maschile siano sempre categorie che non hanno diritti, né voce né possibilità di difendersi adeguatamente penso ovviamente alle donne, a* bambin*, alle persone bipoc e queer arrivando fino agli animali non umani.</div></blockquote><div style="text-align: justify;">rimanendo nell'ambito dei fumetti e della cosiddetta <i>libertà di espressione</i>, so che da voi, in particolare da alessandra, è partito quello che ha preso il nome di shoujogate e che ha messo in luce non soltanto l'atteggiamento di quasi tutte le case editrici italiane che si occupano di manga ma anche - e soprattutto - quello di alcuni "influencer" abbastanza noti nell'ambiente. cos'è successo esattamente?</div><div style="text-align: justify;"><blockquote>► <b>alessandra</b>: Leggendo i nuovi annunci manga del Lucca Comics ho notato che il target shojo era notevolmente sottorappresentato rispetto agli altri. E che è in realtà una tendenza che va avanti da diversi anni. Dovendo scegliere come presentarmi a Gameromancer ho ben pensato di scrivere di una cosa che conoscevo, non pensando che avrebbe scatenato quello che poi è successo. La richiesta di maggiori prodotti a target femminile ha fatto arrabbiare più del previsto i lettori e i content creator che si occupano di manga. La risposta è stata da subito violenta, dalla semplice risata alla minimizzazione della questione, passando a insulti veri e propri alla mia persona - anche se nessuno mi conosceva - e a tutte le altre di GR, compresa Maura che tutti hanno da subito identificato come 'la femmina di GR'. Credo che l'apoteosi si sia raggiunta con il video in cui un noto youtuber mi insultava in rima dandomi dell'oca starnazzante. La questione era semplicemente: di shojo manga si porta poco e spesso di scarsa qualità, facendo passare il messaggio che i prodotti appartenenti a quel target non siano degni di considerazione. Le edizioni shonen sono spesso più curate, accompagnate da gadget e cartoline, pagine a colori. Sullo shojo spesso si ricade sempre sulle solite 3-4 autrici che si ritiene funzionare in Italia e comunque si porta tendenzialmente la metà dei titoli a target maschile. Come mai? Da qui il mio sfogo sulla necessità di sentirmi 'vista' da qualcuno, se non dalle case editrici almeno da chi aveva ravvisato il mio stesso problema. E almeno quello è successo, viste le tante lettrici - femminile sovraesteso per praticità - che si sono riviste nelle mie parole.</blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA0MMuOE5o_AnhKq0WbBxwRnlSDhngbFnK9kX_I4VnhkPdVTxyWAarz9LQ5rmE6R1H_J-cygDfMde_ctOOC6CcGy7WroHU2Y0fR0L1sndMvJ-B7jGqLEY6JYr1HvG-B5jawdsxHlAbg9tlk-VQeE_YVOn7hHIwAip8OrXqdVYXnjT4uCd3Cy3xDg9OBlxK/s1080/6.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA0MMuOE5o_AnhKq0WbBxwRnlSDhngbFnK9kX_I4VnhkPdVTxyWAarz9LQ5rmE6R1H_J-cygDfMde_ctOOC6CcGy7WroHU2Y0fR0L1sndMvJ-B7jGqLEY6JYr1HvG-B5jawdsxHlAbg9tlk-VQeE_YVOn7hHIwAip8OrXqdVYXnjT4uCd3Cy3xDg9OBlxK/w640-h640/6.png" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><div style="text-align: justify;">non è nemmeno la prima volta che certi personaggi usano questo linguaggio, eppure le case editrici continuano a collaborare con loro...</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► <b>maura</b>: Forse perché portano loro valore economico? Una delle maggiori questioni che è stata utilizzata per sminuire la causa infatti è stata proprio "Le case editrici portano quello che vende". Qui, secondo me, c'è una grossa critica al capitalismo da fare. Non si può giustificare tutto perché "porta soldi". Non si può giustificare la mancanza di rappresentazione con la scusa che "i prodotti da femmina non vendono". A parte il fatto che non è vero, quanti prodotti a target maschile vengono importati anche se non vendono? Una grandissima quantità. Allora perché non si può fare la stessa cosa con i prodotti a target femminile?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>cecilia</b>: Come se il pubblico non venisse guidato. È vero che ci sono casi inaspettati, ma per l'editoria italiana sembra siano tutti casi inaspettati, anziché lavori promossi accuratamente, discussi da influencer e critica, a cui viene dato spazio fisico e online. alessandra: Tra l'altro a proposito di questo, per altri autori, target e generi non ci si è preoccupati troppo di quello che vendeva o meno: penso al grande lavoro fatto da Coconino con Kamimura, che non è certamente un autore facile per temi, stile di disegno e anche per reperibilità dei materiali. Banalmente per avere Moto Hagio e Keiko, che hanno fatto la storia del manga shojo e non solo negli anni '70, Takemiya in Italia abbiamo dovuto aspettare il 2016 ed è stata comunque portata in Italia solo una minima parte della straordinaria produzione di quegli anni.</div> <div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>sara</b>: la cosa che mi fa ridere è il fatto che passano gli anni ma questa bolla va avanti a suon di postulati mai verificati e sempre basati sullo sguardo maschile sulla vita, l’universo e tutto quanto.</div><div style="text-align: justify;">Per me le due problematiche maggiori della questione “Shoujo-gate” sono il fatto che gli uomini nerd, siano terrorizzati da chiunque abbia un’idea diversa dalla loro e utilizzino il loro potere mediatico per silenziare violentemente le voci discordanti anche attraverso la loro utenza.</div><div style="text-align: justify;">La seconda cosa è che le case editrici non vogliano mai entrare nel discorso di responsabilità dei content creator: non dico di trasformarci negli Stati Uniti, dove una cosa detta nel 1000 a.C ti costa il posto nel 2023 senza possibilità di appello, però nemmeno far finta di niente.</div><div style="text-align: justify;">Per me è inconcepibile che si continui a passare sopra a certe modalità di comportamento e a certi linguaggi, continuando a collaborare allo stesso modo con vittime e carnefici soltanto per non perdere like e vendite.</div></blockquote><div style="text-align: justify;">a proposito, non ci sono state case editrici che hanno speso due parole su questo argomento e soprattutto sugli atteggiamenti offensivi di questi personaggi? senza contare che la maggior parte delle persone che leggono sono donne…</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► <b>flavia</b>: zero, anzi molti di questi personaggi continuano attivamente a collaborare con loro. La speranza è che però il buzz che si è creato in rete spinga le case editrici a rivedere le loro strategie, magari facendo le ricerche di mercato che ad oggi evidentemente non si fanno. Come libraia faccio fatica a trovare shojo, tutti quelli che riesco a trovate sono tradotti in francese o un inglese. In più c'è lo snobismo che vedo spesso quando si toccano certi argomenti, come se il manga fosse qualcosa da ridurre agli adolescenti, insieme al fumetto, escludendo le graphic novel disegnate dai soliti 2-3 autori.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>maura</b>: [la maggior parte delle persone che leggono sono donne] Non secondo il maschio nerd medio. Secondo il maschio nerd medio cito "Le donne dopo l'adolescenza lasciano gli interessi nerd per dedicarsi a questioni come i trucchi e l'estetista".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>alessandra</b>: E infatti se lo shojo è poco presente il josei - il target per donne adulte - è ormai quasi del tutto assente, fatta eccezione per alcune case editrici che accettano il rischio di pubblicare titoli 'di nicchia', ma con edizioni spesso inaccessibili a livello di prezzo.</div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3Sc0vW_4wMimXthCaJ8DL3IWhUeOyXjOwaLhEh14Az3a0NEOrrUR4nC9MRmowBthUBNu4hnuGdoK3mkOBy64qW1CCjOv0W4oyfd1OIPeFflHAv-75SbJgs754GxS6VZPysCb_TJ-oIDyK2tQNexDKNBZEqj_W9m9Hphzq9RiAqZ1Emj0HVSe3S3cQ91D4/s1080/7.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3Sc0vW_4wMimXthCaJ8DL3IWhUeOyXjOwaLhEh14Az3a0NEOrrUR4nC9MRmowBthUBNu4hnuGdoK3mkOBy64qW1CCjOv0W4oyfd1OIPeFflHAv-75SbJgs754GxS6VZPysCb_TJ-oIDyK2tQNexDKNBZEqj_W9m9Hphzq9RiAqZ1Emj0HVSe3S3cQ91D4/w640-h640/7.png" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">evidentemente non hanno mai parlato con delle donne... cambiando di poco argomento, io conosco poco il mondo dei videogiochi ma so che sa essere tanto violento e misogino di quello degli appassionatə di fumetto, se non forse ancora di più. com'è essere una gamer donna e/o queer?</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► <b>alessandra</b>: Sull'ambito videogiochi lascerei la parola a Maura che è più ferrata. Diciamo che il pattern in tutta la cultura nerd è sempre lo stesso: "Ok, ti piace questa cosa... dimostrami che ne capisci davvero". E nei videogiochi questo si amplifica al mille per mille, se vuoi avere diritto di parola devi dimostrare molto più dei tuoi colleghi di aver giocato almeno un tot di titoli di quella tipologia, altrimenti non ne sai abbastanza. Se ti puoi accontentare di un uomo mediocre non puoi fare altrettanto con una donna che sia semplicemente 'brava'.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>cecilia</b>: Io sono una giocatrice occasionale, ma confrontandomi con persone che vengono sia dal mondo dei videogiochi che da quello dei giochi da tavola ho scoperto che noi nel fumetto, a quanto pare, siamo quell* mess* peggio.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>maura</b>: Oltre alle classiche discriminazioni che sono più "alla luce del sole", o che comunque sono state denunciate di più, come il classico commento sessista nelle chat dei videogiochi online, ci sono anche delle microaggressioni che invece restano più invisibili. Ad esempio, si sente spesso dire che "le donne non giocano ai videogiochi" quando, facendo rete e parlando tra noi donne nerd, abbiamo scoperto semplicemente che molte di noi hanno sempre vissuto la loro vita videoludica in solitaria, sia perché l'ambiente dei gruppi nerd, composti al 99% da uomini, non è safe, sia perché non andava di essere giudicata dai King in base a ciò che giocavamo o come lo giocavamo. Ma soprattutto, molte di noi nascondevamo (e nascondono) la loro identità quando giocano online per non essere molestate o per non ricevere proposte di matrimonio indesiderate - avrò ricevuto almeno 100 proposte di matrimoni, feticizzazione che si basava solo sul fatto che giocassi ai videogiochi e che avessi una vagina. Alle persone socializzate come donne sono sempre stati fatti dei test per vedere se davvero "ne sapevano di videogiochi". Questo fenomeno viene definito Gatekeeping. Ovvero gli uomini nerd credono di possedere le chiavi del portone che ti faccia entrare all'interno della loro bro culture e sono gli unici che possono giudicare se sei abbastanza una VERA VIDEOGIOCATRICE. Ciò che viene considerato Cult è stato scelto dall'élite che è stata sempre in cima alla piramide della nerd culture, quindi gli uomini, noi donne ci siamo sempre dovute adattare per dimostrare che ne sapevamo qualcosa di videogiochi (o comunque di cultura nerd in generale). Abbiamo quindi sia giocato ai giochi (letto i fumetti) considerati CULT, mentre giocavamo anche ai giochi che vengono spesso considerati "da femmina". Da tutte queste discriminazioni arriviamo quindi all'ambito lavorativo dove spesso viene detto "Non ci sono donne brave che si occupano di videogiochi", perché sono loro a credersi "quelli bravi" che hanno la fama da King, da Maestro. Noi per essere prese in considerazione dobbiamo costantemente dimostrare la nostra cultura videoludica, e comunque non è mai abbastanza, perché loro non hanno intenzione di cedere nemmeno un minimo del loro spazio, per paura di essere finalmente smascherati per quello che sono, ovvero semplicemente mediocri.</div></blockquote><div style="text-align: justify;">direi che la situazione non è affatto rosea però c'è un sacco di consapevolezza e questa mi sembra una buona base da cui partire... secondo voi cosa serve per decostruire lo stereotipo del nerd maschio-cis-etero e iniziare a riappropriarsi di spazi che non siano solo marginali o concessi?</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► <b>cecilia</b>: Secondo me la chiave è costruirci i nostri spazi e fare un sacco di casino annesso. Il casino aiuta le persone isolate a notare che esistono altre realtà e a convogliarvi; non dobbiamo per forza lottare per uno spazio, possiamo (e lo stiamo facendo) costruire alternative. Penso che il processo di consapevolezza sia collettivo e che stiamo consolidando una rete trasversale e accogliente che possa fare davvero resistenza da dentro gli spazi ostili; ma dobbiamo anche avere spazi in cui prenderci cura di noi e realizzare un'alternativa. Più ci moltiplichiamo (e intendo, più prendiamo coscienza) più faremo pressione per essere ascoltat*, che sia tra le nostre conoscenze, che sia tra collegh*, che sia a un pubblico.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>maura</b>: La differenza tra la decostruzione femminista e quella del maschile ha sempre mancato di una cosa fondamentale, ovvero la rete. Noi donne (nerd e non) facciamo rete, ci confrontiamo, ci decostruiamo, come ci ha insegnato il femminismo. Loro non fanno rete, loro fanno cameratismo, loro costruiscono il branco, che è molto diverso. Deve partire da loro in primis, devono mettersi in posizione d'ascolto, non devono avere più paura delle donne che parlano. All'interno del mondo nerd, ancora molti uomini anche alleati, si sentono minacciati quando una donna parla, di femminismo e non, perché "non vogliono che gli si venga rotto il cazzo", "non vogliono che il loro divertimento venga interrotto". Quindi quello che posso consigliare è di imparare a mettersi in posizione d'ascolto nei confronti dei gruppi marginalizzati e a parlare tra di loro in modo non cameratesco per imparare a decostruirsi. Quello che dobbiamo fare noi invece è continuare a non stare zitte. Simple as that. Continuare a canalizzare quella rabbia trasformativa nella lotta per i nostri diritti per farci ascoltare e non essere più invisibili.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>alessandra</b>: Credo che intanto si debba creare coscienza nelle persone: spesso chi è marginalizzato non ha la consapevolezza di esserlo non perché sia stupid*, ma perché è abituat* ad accontentarsi dei pochi spazi lasciati liberi. Ci si accontenta del pre-show di un evento seguito da migliaia di persone, di recensire titoli secondari, di fare la quota rosa o queer. Serve prendersi tutto lo spazio possibile e usarlo anche per denunciare questo modus operandi. Come diceva Michela Murgia, impariamo a contarci. Bisogna fare rumore e non spaventarsi della possibilità, molto concreta, di essere additat* come il guastafeste della situazione, e bisogna imparare a non seguire chi non ritiene che il 'tutti maschi' sia un problema. Per il resto bisogna continuare a coltivare gli spazi sicuri, che sono preziosissimi, continuare a fare rete ed evitare chi non è abituato a mettersi in discussione e a decostruirsi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>flavia</b>: Io nel mio piccolo sto cercando di creare degli spazi, di non essere escludente, ma noto che si fa fatica. Nei manga la maggior parte degli autor* sono i soliti, si fa fatica a trovare le novità, a meno che non siano pubblicate da case editrici piccoline o semisconosciute. Sembra che nelle case editrici ci sia una pigrizia diffusa, che in fondo non si voglia approfondire l'argomento. maura: Io volevo solo dire che mi è stato fatto più male da uomini che si professano alleati, che non sono pronti ad ascoltare, piuttosto che dai "gamergater".</div> <div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>sara</b>: io sogno un mondo dove possiamo avere le nostre fiere, le nostre fumetterie, i nostri festival e canali, i nostri server… che non vuol dire “senza uomini” ma accessibili solo a uomini che non desiderano entrare nei nostri spazi per trovare terreno di caccia o seminare distruzione.</div><div style="text-align: justify;">Posti dove poter respirare un po’, non avere paura e poter costruire qualcosa: relazioni, progetti, interessi.</div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8KL4b8NIp8FB2j5wwsbJGWBqK6gC9kF2HeG5zGVf-zp_yJd3gPRnlAp1juU0tjO919kdDoBnYr32lvFjEsaQSEYGyrmSlL9vZlVsFFyrbCqUltFXv5oIRba32s0ZV8Bm6DqjA5HhTsT-663bE3Oi32TbQKdwU8to20h8kz_oUFpWeSdNpm5Uv2UC5y2NL/s1080/8.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8KL4b8NIp8FB2j5wwsbJGWBqK6gC9kF2HeG5zGVf-zp_yJd3gPRnlAp1juU0tjO919kdDoBnYr32lvFjEsaQSEYGyrmSlL9vZlVsFFyrbCqUltFXv5oIRba32s0ZV8Bm6DqjA5HhTsT-663bE3Oi32TbQKdwU8to20h8kz_oUFpWeSdNpm5Uv2UC5y2NL/w640-h640/8.png" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">questo è un po' quello che succede in ogni ambito in cui ci si professa alleatə solo per pulirsi la coscienza ma poi, nella sostanza, cambia poco. mi sembra che sia un modo per sottolineare che il punto non sia poi tanto la bolla nerd quanto l'atteggiamento patriarcale ed escludente della nostra società tutta.</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► <b>maura</b>: La nostra società tutta è patriarcale. È logico poi che i sottoambienti che si sono venuti a creare, come quello nerd appunto, hanno delle problematiche specifiche, ma che ovviamente si riconducono alla stessa matrice. Molti maschi si professano alleati finché non devono davvero attuare le pratiche femministe. Non capiscono il privilegio che hanno. Non capiscono che noi non siamo tenute a spiegare con calma e tranquillità cose che abbiamo studiato e vissuto per anni e anni e che abbiamo ripetuto all’infinito. Credono che l'attivismo femminista sia un post, un like, una condivisione, e il giorno dopo possono continuare a vivere da privilegiati quali sono, mentre sappiamo tuttɜ che bisogna essere femministi tutti i singoli giorni e bisogna continuamente dimostrarlo soprattutto quando le compagne stanno facendo richieste femministe che comportano uno sforzo vero. La decostruzione di tuttɜ noi non finisce mai, non finisce quando una compagna spiega due nozioni femministe, bisogna decostruirsi sempre, leggere, studiare e informarsi costantemente sulle istanze femministe. Senza piangere preferibilmente.</div> <div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>sara</b>: La questione dei “falsi alleati” è una cosa che mi fa arrabbiare tantissimo, perché hanno capito che parlare di questioni femministe porta like, popolarità e tanto pubblico queer, che ti pulisce la coscienza, e tanto pubblico femminile che ha un disperato bisogno di uomini femminista.</div><div style="text-align: justify;">La maschera di queste persone cade subito dopo un semplice scambio di battute: si capisce subito che tutto ciò che vogliono è mettersi al centro della lotta e portare avanti i propri scopi.</div></blockquote><div style="text-align: justify;">spero che anche questo sia stato un momento costruttivo e che, magari, da questa bella chiacchierata nascano altre riflessioni! vi ringrazio tantissimo per essere state qui con noi e vi faccio mille imboccallupo per i vostri progetti!</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;">► <b>alessandra</b>: grazie a te per la bella iniziativa, è stata utilissima e soprattutto mi ha fatto interagire con persone bellissime!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>cecilia</b>: Grazie infinitamente a te, anche tu fai parte della rete attiva di resistenza!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>maura</b>: Grazie Claudia, grazie veramente per lo spazio e per averci dato voce ❤️</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">► <b>sara</b>: è stato emozionante confrontarci e vedere quanto abbiamo in comune e spero sia il primo di altri progetti corali! </div></blockquote><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4kgSNZpmiyRzpGu4Y6_BH7ohI-zrxqs2LzWTZXbSuRJ-lPStOT6GmKbG0TyTu4I22Q_kmTXMLc6-Kbr5ZCiY6vjb1UL9bM6uXqs2rQL4TBcMOzIS2XuERSOdlpQjO2ADaEQ5Ku8Jy8Vo2nXLhfd9M7D0dudDoXNrgKg4Ioxr71JDQRismGpeWibR4GhpJ/s1080/9.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4kgSNZpmiyRzpGu4Y6_BH7ohI-zrxqs2LzWTZXbSuRJ-lPStOT6GmKbG0TyTu4I22Q_kmTXMLc6-Kbr5ZCiY6vjb1UL9bM6uXqs2rQL4TBcMOzIS2XuERSOdlpQjO2ADaEQ5Ku8Jy8Vo2nXLhfd9M7D0dudDoXNrgKg4Ioxr71JDQRismGpeWibR4GhpJ/w640-h640/9.png" width="640" /></a></div></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;"><b>link di approfondimento:</b></div><div style="text-align: justify;"><ul><li><u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=GZAxwsg9J9Q&t=2s" target="_blank">anita sarkeesian at tedxwomen 2012</a></u></li><li><u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=RaXTrYir_Ks" target="_blank">lo shoujogate spiegato bene</a></u></li><li><u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=Kr_pwhC8kQo" target="_blank">sessismo nell’ambiente nerd</a></u></li><li><u><a href="https://youtu.be/COBYEjFuvvY?si=C1h3cGQaGPKtBbyE" target="_blank">vivès e asessualità</a></u></li><li><u><a href="https://labruttachina2.wordpress.com/2023/10/14/un-parere-esperto-sui-fumetti-pedopornografici/" target="_blank">un parere criminologico e sessuologico sui fumetti pedopornografici</a></u></li><li><u><a href="https://youtu.be/KE6tFtxHpRA?si=RUQgb72JrszMRkAS" target="_blank">lucca2023 e la questione palestinese</a></u></li></ul></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-72142359283482259832024-01-09T10:00:00.022+01:002024-01-20T10:25:57.542+01:00il focolare è una bestia affamata<div style="text-align: left;"><blockquote style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">avrei potuto passare il natale nel mio appartamento, io e i ragazzi ci saremmo scambiati i regali sotto un alberello di plastica, poi avremmo visto un film, avremmo fatto un gioco da tavolo. invece sono qui, trascinato nell'incubo di mia sorella.</span></b></i></blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIBQlp8y0jlzbXINU7XtYmlalupfgKjx-svjZqNtZzff923Ctlm8LTZFHu5qbWjP6FQ_hvIg6Bm2OQsGxHgdlaT3V-uWGTeeeX3Tjw93o51penFh-pWidU0LflmsTU_MZWHi389qGkSUG2Hzj_BBxW_mIv9CIwu18gq5ATO4cqmgIl5-o2P38ivGpKDdfQ/s829/il_focolare_%C3%A8_una_bestia_affamata.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="829" data-original-width="536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIBQlp8y0jlzbXINU7XtYmlalupfgKjx-svjZqNtZzff923Ctlm8LTZFHu5qbWjP6FQ_hvIg6Bm2OQsGxHgdlaT3V-uWGTeeeX3Tjw93o51penFh-pWidU0LflmsTU_MZWHi389qGkSUG2Hzj_BBxW_mIv9CIwu18gq5ATO4cqmgIl5-o2P38ivGpKDdfQ/w414-h640/il_focolare_%C3%A8_una_bestia_affamata.jpg" width="414" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ci siamo appena liberatə del natale, dell'incubo dei regali e dei pranzi e delle cene e dei parenti ed ecco che vi ci ritrascino insieme ad <b>angelo maria perongini</b> perché il suo <b>il focolorare è una bestia affamata </b>(nuovo tardigrado, anche questa volta a cura di<b> valentina presti danisi</b>) non si limita soltanto a ricordarci di quanto le riunioni di famiglia durante le feste possano essere gradevoli come una carie il venerdì sera, anzi!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ammetto che quando ho iniziato a leggere questo brevissimo romanzo ero parecchio scettica: abbiamo scritto romanzi e racconti, girato film, photoshoppato meme e articolato lamentele sempre più divertenti (o sempre più drammatiche) su quanto possa essere pesante questo periodo quindi, mi chiedevo, cosa c'è di così fantastico da far entrare nella collana <b>tardigradi</b> un racconto che parla proprio del natale in famiglia? però angelo fa questa cosa che piano piano ti trascina in una sorta di incubo allucinato...</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;"></span></b></i><blockquote><i><b><span style="font-size: large;">c'è qualcosa qui che riesce a essere allo stesso tempo come dovrebbe essere eppure fuori posto. come quando guardi la tua stanza in uno specchio.</span></b></i></blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">lando aveva programmato di passare il natale insieme allə amicə, una serata tranquilla nel suo appartamento, con tanto di alberello plasticoso, scambio di regali, cenetta, film e partita a qualche gioco da tavolo. però come fare a dire no a vivi, a sua sorella, e alla sua richiesta di passare il natale con loro, con la mamma che sta sempre peggio e - assicura - senza il resto dell'orrido parentame?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">come fare a deludere tuttə, a deludere la mamma che ormai vive in un mondo che si è costruita dentro la sua testa, a deludere vivi che ha rinunciato a tutto pur di accudirla, di non farla finire in una casa di riposo? e, soprattutto, come fare a mettere a tacere i sensi di colpa da figlio che è andato via, che si è fatto una vita fuori, lontano da casa e dalla vischiosa malinconia che custodisce al suo interno, quel grumo di ricordi sbiaditi, fagocitati dalla realtà di un presente disperante che non lascia spazio a qualche sogno per il futuro?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">lando accetta, a malincuore, e torna a casa, con la promessa che saranno solo loro, lui, vivi, la mamma e il papà, una placida vigilia in famiglia a ricostruire il presepe della loro famiglia sgangherata e ormai spezzata. niente zi<span style="text-align: center;">ə, niente cugin</span><span style="text-align: center;">ə, nessun</span><span style="text-align: center;">ə se non loro. e invece.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">il suono del campanello, in <b>il focolare è una bestia affamata</b>, funziona come le trombe degli angeli che annunciano l'apocalisse. è un abbaiare cupo o un urlo lancinante che scatena paura e angoscia e non soltanto perché annuncia l'arrivo del resto della famiglia, aragosta compresa.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">fermiamoci un attimo qui: tutt</span><span style="text-align: center;">ə, o quasi, ci ritroviamo con qualche parente imbarazzante.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">lo zio fascista, la zia omofoba, la cugina che non smette di giudicare vestiti, acconciature e girovita altrui... ovviamente, nella famiglia di lando il bestiario si presenta al completo, un meme vivente, il peggio della società piccolo-borghese incarnato in un quintetto che sembra uscito dal catalogo degli orrori natalizi. e insieme a loro c'è l'aragosta, il cibo del ricatto, il pegno da pagare per non essere semplici ospit</span><span style="text-align: center;">ə, per non sentirsi scroccon</span><span style="text-align: center;">ə, per ripagarsi il diritto di essere presenti.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">così, tra i commenti - diciamo - inopportuni sulla vita privata di lando e vivi e le uscite infelici della mamma, la cena si trasforma velocemente in un perfetto disastro, condita dal sugo che la piccola neve, progenie della cugina (lei, sì, con una vita privata ben realizzata e come si conviene), fa schizzare sui vestiti di tutt</span><span style="text-align: center;">ə. ed è per neve che viene organizzata la consueta recita dell'arrivo di babbo natale, lo zio camuffato che esce di nascosto per poi suonare il campanello, lasciare alla bambina il sacco con i regali e tornare velocemente a indossare di nuovo i suoi panni, per non turbare i sogni infantili della piccola peste.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">momento idilliaco che segna - ancor più del primo scampanellio - l'inizio della tragedia.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">perché può esserci molto di peggio che una cena spiacevole con l</span><span style="text-align: center;">ə parenti, molto di peggio che dei commenti inopportuni, dei parenti mezzo fasci.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">ad esempio, può succedere che una bambina svanisca nel nulla.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;">e che la sua sparizione inneschi un processo a catena in cui lentamente la realtà si ripiega su sé stessa, ridefinendosi e, allo stesso tempo, risignificando episodi sepolti in profondità nella memoria di lando e nella coscienza di vivi...</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;"><b>il focolare è una bestia affamata</b> è un racconto che mi ha davvero sorpresa e incantata, mi ha trascinata in un vortice fatto di bugie, rimorsi e colpe, di realtà distorte e rivelazioni. un esordio, quello di perongini, davvero stupefacente!</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: center;"><br /></span></div><div><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-84682444308724561172024-01-04T17:54:00.006+01:002024-01-30T17:08:11.675+01:00kalpa imperial<div style="text-align: left;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;"><i><b><span style="font-size: large;">il fatto è che una vita, come un racconto, è composta di tante parti e ogni parte da altrettante parti sempre più piccole. ma per piccole e banali che siano, una parte di un racconto è un racconto e una parte di una vita è una vita.</span></b></i></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitH7GWXEiydkvXwr7HB3bHDL4C9qJH4SmA82MD9yZTWGwsWDQjU34-q3SXuVm_aIaXjZJGrYQlVxkYa4qNEllD5p95S1bMXzAEGimrGYVL8JFexxebuVsQigdblbwwboFuwrxvVysfvrM7cTB76GZE-2NvzvXZF8nvgp6IA6aMXKjUVngXgD-o4c2VoqTQ/s866/kalpa_imperial.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="866" data-original-width="536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitH7GWXEiydkvXwr7HB3bHDL4C9qJH4SmA82MD9yZTWGwsWDQjU34-q3SXuVm_aIaXjZJGrYQlVxkYa4qNEllD5p95S1bMXzAEGimrGYVL8JFexxebuVsQigdblbwwboFuwrxvVysfvrM7cTB76GZE-2NvzvXZF8nvgp6IA6aMXKjUVngXgD-o4c2VoqTQ/w396-h640/kalpa_imperial.jpg" width="396" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>kalpa imperial</b> viene pubblicato per la prima volta in argentina in due volumi, usciti rispettivamente nel 1983 e nel 1984 ma ci vorranno circa due decenni prima che arrivi in traduzione a un pubblico più vasto, grazie al lavoro di <b>ursula k. le guin</b> che lo consegna allə lettorə anglofonə nel 2003.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">in italia, invece, bisognerà aspettare il 2022 e la traduzione di <b>giulia zavagna</b> per <b>rina edizioni</b> ma se pure sono passati quasi quarant'anni dalla sua prima edizione, il capolavoro di <b>angélica gorodischer</b>, pur legato alla cronaca argentina della sua epoca, come vedremo, pare vivere fuori dal tempo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e a proposito di tempo: <b><i>kalpa</i></b> è un termine sanscrito che indica, nella cosmologia induista, un ciclo cosmico - detto anche <b><i>giorno di brahma</i></b> - lungo 4.320.000.000 anni. il <i>kalpa</i> sta alla base della teoria per cui il tempo non scorre in modo lineare ma in cicli che si ripetono. è durante questo eterno ritornare su sé stesso che avvengono i processi di emanazione, durata e riassorbimento dell'universo con momenti di distruzione parziale o totale (fonte <u><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Kalpa" target="_blank">wikipedia</a></u>).<br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>kalpa imperial</b> racconta del più grande impero mai esistito, un impero che non ha nome perché nulla pare esistere al di fuori. l'impero cade e risorge innumerevoli volte, non ha inizio e non ha fine, si trasforma infinitamente alimentandosi di sé stesso, espandendosi nel tempo come nello spazio:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><blockquote><i><b><span style="font-size: large;">vasto è l’impero, disse il narratore, così vasto che la vita di un uomo non basta a percorrerlo tutto.</span></b></i></blockquote><div>la storia dell'impero non è scritta ma raccontata oralmente: <i>disse il narratore</i> è la formula magica che apre quasi tutti i racconti - o i capitoli, se preferite immaginare <b>kalpa imperial</b> come un romanzo - e in quel <i>dire</i> c'è la capacità delle storie di mutare la loro pelle come serpenti, di essere sempre uguali a sé stesse eppure sempre diverse ogni volta che qualcunə presta loro la propria voce e le racconta.</div><div>undici storie - o capitoli - undici voci, undici momenti - a volte lunghi secoli - della storia dell'impero, <i>impero</i> che designa tanto l'immenso territorio amministrato dall'imperatore (o, a volte, dall'imperatrice) quanto l'istituzione stessa del potere imperiale.</div><div>perché la storia dell'impero è la storia del potere e <b>kalpa imperial</b> viene scritto proprio durante l'ultima fase della dittatura argentina e il ritorno della democrazia, come spiega <b>loris tassi</b> nella sua prefazione. così, immaginario e reale si mescolano e diventano uno specchio dell'altro e il primo racconto/capitolo inizia così:</div><div><b><span style="font-size: large;"><blockquote><i>il narratore disse: ora che soffia un vento propizio, ora che sono finiti i giorni di incertezza e le notti di terrore, ora che non vi sono più accuse né persecuzioni né esecuzioni secrete, ora che il capriccio e la follia sono scomparsi dal cuore dell'impero, ora che noi e i nostri figli non siamo più assoggettati alla cecità del potere </i>[...]</blockquote></span></b></div><div>e continua con una delle pagine più belle e ricche di vita che abbia mai letto, della vita come un prisma che riflette immagini e luce e momenti in cui la gioia di esserci, semplicemente, assume mille forme.</div><div><b>kalpa imperial</b> racconta il potere che viene anelato, conquistato e poi perduto, che viene strenuamente difeso e desiderato, amministrato con saggezza o sfruttato con arrogante egocentrismo, a volte fino alla pazzia. potere che è sempre un dolce veleno, che è pericoloso per chi lo detiene e per chi lo subisce.</div><div>si parla del potere secolare, quello di una persona sul resto della moltitudine di esistenze, ma anche del potere della memoria e della parola, che è lo strumento per conservarla, tramandarla o mistificarla, potere che appartiene al narratore e che nessun guerriero, comandante o imperatore può eguagliare.</div><div>raccontare storie, quindi, non significa semplicemente mantenere in vita il ricordo della realtà, di un'<i>unica</i> realtà, perché questa è in sé stessa molteplice e perché la memoria è malleabile. raccontare storie è di per sé la forma di potere più grande, capace di orientare il presente attraverso la rievocazione - o l'invenzione - del passato, capace persino di plasmare il futuro. un potere enorme che si esplicita tutto in una frase chiave del libro:</div><div><i><b></b></i></div><blockquote><div><i><b><span style="font-size: large;">questa storia è vera e falsa come tutto ciò che raccontano gli uomini.</span></b></i></div></blockquote><div>il raccontare, in <b>kalpa imperial</b>, diventa così l'azione che mette insieme lo spazio finito e il tempo preciso del reale - dell'argentina visibile in filigrana attraverso le pagine - e lo spazio indefinito e il tempo millenario del mito in cui echeggiano i poemi greci, le fiabe classiche e le pagine bibliche, i mondi di tolkien e le città invisibili di calvino, autore a cui gorodischer dichiara di essere grata per l'incoraggiamento ricevuto.</div><div>nelle storie dell'impero c'è tutto ciò che l'impero è, è stato e sarà sempre, in quel ciclo temporale dove passato, presente e futuro coincidono con l'idea di memoria, di esperienza e di possibilità: bambini che diventano imperatori, impostori che salgono al trono, uomini che criticano il potere, imperatrici bugiarde, battaglie e guerre, palazzi e città che continuano a sorgere sopra le loro stesse rovine, che alternano splendore e decadenza, ci sono imperatori folli e nefasti e lascivi e altri buoni e coscienziosi e imperatrici sagge che anelano alla conoscenza, anni di paura e incertezza e altri di riposo e serenità e ci sono i cantastorie a custodire tutte queste storie e, sempre, orecchie pronte ad ascoltarle.</div><div>vasto è l'impero e popolato di moltitudini ma è facile immaginare le sue città svuotate e dimenticate per sempre, abbandonate ai secoli e restituite alla natura, città che - nella quasi utopica fantasia di un mondo senza testimonianza umana - avrebbero forse la loro forma più perfetta:</div><div><i><b><span style="font-size: large;"></span></b></i><blockquote><b><span style="font-size: large;"><i>tutto a poco a poco si coprì di muschio e di licheni e di piante e crebbero fiori acquatici nelle piscine abbandonate e varietà di </i>drahilea<i> nelle capigliature di marmo delle statue. sembrava morbida e carnosa, fatta di foglie e steli verdi ingrossati dalla pigra linfa. molti dicono che non fu mai così bella, ed è possibile che abbiano ragione. si confondeva con le montagne e con quel che cresceva sulle montagne; fu parte della terra dalle cui viscere era sorta, dalle profondità delle caverne. forse sarebbe stato giusto che continuasse così, e oggi sarebbe una città vegetale abitata da uomini salici e donne palme, una città che oscilla con il vento e canta e cresce sotto il sole.</i></span></b></blockquote></div></div><div style="text-align: justify;"><b>kalpa imperial</b> è una raccolta di meraviglie, evocate dalla voce dei narratori, inventate dallo sguardo della fantasia di chi ascolta e dipinge nella sua mente, di chi richiama alla memoria, di chi inventa futuri lontani, di chi impara a comprendere il presente.</div><div style="text-align: justify;">ed è un inno alla forza delle storie e del potere della narrazione, alla possibilità che solo le parole hanno di farsi strumento capace di scardinare persino il potere dei regnanti. o dei tiranni.</div><br /><div><div><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7271191318646283188.post-60854952183087148992023-12-30T18:38:00.006+01:002024-01-20T10:57:59.828+01:00un anno da cani - racconto disegnato di mesi un po' così<div style="text-align: justify;"><b><i><span style="font-size: large;"></span><blockquote><span style="font-size: large;">parlare di meritocrazia in un sistema liberale è da paraculi privilegiati.</span></blockquote></i></b></div><div style="text-align: right;">(carlo il cane)</div><div style="text-align: right;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSuzlXGVy7AWknR9trCR7HU0SToJ_gZUULC7rXJBYYZtFSkQbFEKwnnsmtAIpuC6iBmRdq9ATd0O5iEqG04JBlC0tabcEROXe_r4xKEzTN7z2jUXXJDVwOmfoCMVpn8XNjkMmJ_ztT7hxB3M0KUp1-vpoDVwpfyMeW-GVJflkCgpa2MJq9T_Ki4Zv8tQAg/s536/un%20anno%20da%20cani.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="515" data-original-width="536" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSuzlXGVy7AWknR9trCR7HU0SToJ_gZUULC7rXJBYYZtFSkQbFEKwnnsmtAIpuC6iBmRdq9ATd0O5iEqG04JBlC0tabcEROXe_r4xKEzTN7z2jUXXJDVwOmfoCMVpn8XNjkMmJ_ztT7hxB3M0KUp1-vpoDVwpfyMeW-GVJflkCgpa2MJq9T_Ki4Zv8tQAg/s16000/un%20anno%20da%20cani.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">parlare di <b>un anno da cani</b> per chiudere il 2023 mi sembrava perfetto perché:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">1 - è un libro che parla dell'anno che sta per concludersi (ma restano ancora più di ventiquattr'ore in cui, visto come vanno ultimamente le cose, potrebbe scatenarsi l'apocalisse. quindi non festeggiamo troppo in anticipo);</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">2 - è un libro scritto da un cane (carlo) e, si sa, i cani sono meglio delle persone;</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">3 - è un libro che speravo tanto uscisse da quando ho scoperto la pagina instagram di carlo (il cane);</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">4 - l'umano che presta la sua matita a carlo (il cane) è una delle tante belle persone che ho conosciuto quest'anno nei vari giretti fatti per parlare dell'altro libro (quello che è mezzo mio), che sono state le cose migliori di quest'anno (che, a differenza delle persone di cui prima, è stato un po' una merda - vedi punto uno).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">5 - non c'è un punto cinque ma potete andare a (ri)leggervi <b>l'intervista che ho fatto a carlo per il blog de gli audaci</b> (<u><a href="https://gliaudaci.blogspot.com/2023/12/un-anno-da-cani-intervista-carlo-il-cane.html" target="_blank">qui</a></u>), potete anche seguire <b>carlo su instagram</b> (<u><a href="https://www.instagram.com/carlo_ilcane/" target="_blank">qui</a></u>) perché continua a parlare di cose e <b>gli audaci</b> (<u><a href="https://www.instagram.com/gliaudaci/" target="_blank">qui</a></u>) perché vi spammiamo un sacco di bei fumetti (anche io, quando non li spammo qui).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>un anno da cani</b> è la raccolta delle vignette pubblicate su instagram durante quest'anno, un anno che ha visto il governo peggiore della seconda repubblica, un anno pieno di guerre - quelle vere, letteralmente, con le bombe e i soldati, e quelle un po' più retoriche, tipo ai diritti, allə migranti, alle donne, un po' a tuttə, insomma. guerre meno letterali che però fanno mortə lo stesso.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">carlo non è un esperto di politica - altrimenti sarebbe in qualche stupido programma televisivo a ora di cena - non è un divulgatore e, soprattutto, non è un influencer. è un cane che si arrabbia quando legge le notizie e questo lo rende migliore di moltə altrə canə (anche se tuttə lə canə sono creature meravigliose). e io, che ho letto le sue vignette più o meno per tutto l'anno che sta per finire, sono pure una che si arrabbia, di continuo e per qualsiasi cosa, perché la rabbia è il primo passo per cambiare quello che non va e quindi a carlo gli ho subito voluto bene.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">insomma, carlo parla di quello che succede in giro, dice la sua in modo semplice, onesto e arrabbiato. critica le storture di questo cavolo di paese dove finisci all'ergastolo per una strage che non hai commesso ma non fai un giorno di galera se sei un politico pieno di soldi e in odore di mafia, anzi, in quel caso quando finalmente tiri le cuoia poco ci manca che ti fanno beato.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">smonta le retoriche del <i>se vuoi puoi</i>, della meritocrazia, della cultura lavorista e dell'impegno a tutti i costi e abbaia forte che bisogna tassare i ricchi e ridistribuire la ricchezza, parla di chi difende l'ambiente e viene sbattutə in galera, delle narrazioni tossiche che romanticizzano il privilegio o la mancanza di diritti, di come si faccia di tutto per spostare l'attenzione sul dito anche quando si comincia a mettere a fuoco la luna e ci ricorda che avoja a fare proclami, stiamo - tuttə! - in una pentola che si riscalda sempre di più e stiamo per fare la fine della rana.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">letteralmente.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">parla di un sacco di cose carlo perché sa che arrabbiarsi e parlare e farsi leggere e ascoltare non sono cose che non servono a nulla, perché sa che</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEig72wCRwbF78N_N8vv2tyFY7XMw-BxncOVLQ4Y5z2ZIVcGtChrX-MD6GPMzLOqs3hy2BzA9EUIuaCSzS8jV4edeMuzO_27m5t0Z_B_85VqZoCCQ2Ov0bNKJzoEMFBc2v2Jn_c7XQ4bpsPkGshBdyT4pvQC0aAeDo0sv2PwzX17kkoGoTRhbA2hkcq56dFP/s1063/carlo_foto_libro.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1063" data-original-width="1063" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEig72wCRwbF78N_N8vv2tyFY7XMw-BxncOVLQ4Y5z2ZIVcGtChrX-MD6GPMzLOqs3hy2BzA9EUIuaCSzS8jV4edeMuzO_27m5t0Z_B_85VqZoCCQ2Ov0bNKJzoEMFBc2v2Jn_c7XQ4bpsPkGshBdyT4pvQC0aAeDo0sv2PwzX17kkoGoTRhbA2hkcq56dFP/w640-h640/carlo_foto_libro.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">(foto di una delle mie pagine preferite del libro <span style="color: #ea9999;">♥</span>)</td></tr></tbody></table><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e allora, che quello che sta arrivando sia un inizio pieno di cambiamenti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">magari però, nella direzione giusta.</div><br /><div><div><a href="https://ko-fi.com/praticamenteinnocua" target="_blank">se ti piacciono i post di questo blog puoi sostenermi su ko-fi ♥</a></div></div>claudia maltesehttp://www.blogger.com/profile/18151935784075874280noreply@blogger.com0