giovedì 29 agosto 2019

la lega degli straordinari gentlemen ~ vol.1

perché l'inghilterra sopravviva il suo lavoro è vitale. ci si dedichi con vigore e senza indugio, che le ombre del secolo già si allungano e il suo cocchio è quasi giunto.

da un paio di mesi è disponibile la nuova edizione de la lega degli straordinari gentlemen, scritto da alan moore, disegnato da kevin o'neil e sempre pubblicata da bao publishing, ottima occasione per chi, come me, se lo fece scappare ai tempi della sua prima uscita.
(conforto subito chi invece ha i volumi della precedente edizione: l'ultimo volume, tempesta, uscirà in entrambi i formati, sia quello della prima edizione che di questa da poco iniziata, quindi non rischiate di ritrovarvi una collezione incompleta o con formati diversi)

dicevo, de la lega degli straordinari gentlemen ho sentito parlare tanto e con grande entusiasmo per anni, e leggendo il primo volume ho capito cosa rende questi racconti così amati da un pubblico di lettori tanto eterogeneo: da un lato è un libro che gronda avventura e azione, ricco di personaggi indimenticabili e pieno zeppo di momenti che lasciano col fiato sospeso, dall'altro è così ricco di citazioni letterarie che gli appassionati di classici d'avventura dovranno ingurgitare litri di camomilla per rilassarsi e riuscire a godersi la storia.
la signorina mina murray, ad esempio, ormai ex moglie di jonathan harker, l'abbiamo già incontrata in dracula di bram stoker, allan quatermair (io l'ho sentito nominare qui per la prima volta, e in effetti pare non sia molto conosciuto in italia) è il protagonista di una serie di romanzi dello scrittore inglese henry rider haggard, ormai invecchiato e consumato dall'oppio, il capitano nemo è ovviamente il comandante del nautilus di le 20.000 leghe sotto i mari di verne, il dottor jekyll e la sua controparte - mr. hyde - nati dalla penna di stevenson sono noti pure ai sassi, mentre io non sapevo che l'uomo invisibile si chiamasse hawley griffin e che fosse stato creato dallo scrittore herbert george wells.
ecco il nostro gruppo di protagonisti, loro malgrado insieme, chiamati a combattere contro un villain all'altezza dei loro nomi: chi meglio di james moriarty, l'acerrimo nemico di sherlock holmes?
a loro si aggiungono un sacco di personaggi minori e comprimari impossibili da riconoscere tutti (e francamente farlo sarebbe più un gioco che una vera necessità).


ora, nonostante la quantità spaventosa di citazioni le storie di questa strana squadra di supereroi - una sorta di avengers in salsa letteraria e steampunk - sono godibilissime anche se non avete mai letto nessuno dei romanzi di cui prima, anzi, non c'è alcun particolare rimando di trama ad altre opere, moore immagina i suoi personaggi fuori dai romanzi di origine, slegati dal loro contesto originale e inseriti completamente in questa nuova storia: qui, assoldati dai servizi segreti britannici, dovranno sventare un piano tremendo che mette in pericolo l'intera londra, sopravvivendo a una lunga serie di combattimenti e di intrighi.

di sicuro non è una lettura semplice e leggera: l'azione non si ferma un momento, i dialoghi sono serrati e i disegni di o'neill (perdonatemi, ma il suo stile a me non piace affatto) sono così ricchi che ci si stanca fisicamente a star dietro a tutto, per cui la scansione in capitoli funziona benissimo per non arrivare a fine volume stremati.
quanto all'edizione, non saprei fare un confronto con quella vecchia, ma questo volume è all'altezza degli standard qualitativi a cui bao ci ha abituati.

lunedì 26 agosto 2019

the artist

quando le faine si radunano nella profonda baviera per suonare i loro pittoreschi corni, i falchi dell'arabia rifiutano gli ordini dei loro padroni e le volpi di lipsia si raccolgono per una danza di accoppiamento divinatoria, il mondo sta per ricevere un nuovo artista.
nel momento in cui nasce un artista, degli scienziati britannici subito individuano un fenomeno atipico noto col nome di "sospiro dell'universo".
per una frazione di secondo, viene misurata un'onda dalla frequenza particolarmente alta (che pare sia anche la causa del singhiozzo nell'uomo). questa scoperta insignificante segna sicuramente l'esistenza di un artista. appena l'embrione si schiude, il giovane artista è pronto per assorbire la tristezza del mondo.

eccolo, l'artista.
un gracile, spelacchiato, debole, quasi miserabile uccellino. puoi intravedergli le costole sotto le piume, puoi leggere la sua anima tormentata nei suoi occhi sgranati.
è un po' come noi comuni mortali, lì a cercare di tenere in equilibrio la sua vita tra il comico e il drammatico, a svicolare dal vuoto grottesco dell'apparenza per trovare il suo posto nel mondo, impegnato a lasciare una traccia significativa, densa, unica, immortale del suo passaggio, e magari, nel frattempo, a sopravvivere all'ordinario grigiore delle incombenze quotidiane.
perennemente sull'orlo di una crisi di nervi o pronto ad abbandonarsi a un attacco di panico, l'artista è costretto a subire vernissage banali per fare colpo su un certo critico d'arte o sopportare le umilianti richieste di amorevoli parenti che non vedono l'ora di abbellire il loro bagno con uno dei suoi disegni.
ci prova lui, l'artista, a vivere come una persona normale, ma non sa trattenersi davanti a un negozio di belle arti, non sa smettere di tremare davanti alle scadenze incombenti, non sa riprendersi dagli insuccessi.

anna haifisch arriva per la prima volta in italia grazie ad eris edizioni con il suo the artist (che sarà in libreria da domani 27 agosto), volume che raccoglie le tavole dell'omonima serie apparsa a puntate su vice e che quindi mantiene una struttura divisa in piccoli capitoli autoconclusivi, tessere di un mosaico che ci mostrano l'esistenza di questo essere fuori dall'ordinario.


con ironia crudele, un tratto tremolante e incerto - perfetto per raccontare la vita incerta e tremolante dell'artista - anna haifisch racconta il mondo dell'arte contemporanea, un circo di istallazioni assurde, di critici volubili e collezionisti da corteggiare, un mondo in cui quello più fuori luogo sembra essere proprio colui che dovrebbe esserne invece protagonista, il povero artista alla ricerca di comprensione e apprezzamento (e magari di clienti).


per tirare un sospiro di sollievo tra una disavventura e l'altra del povero pennuto (con il quale molti, anche non-artisti, si troveranno a sodalizzare dopo poche pagine) provate a cogliere tutti i riferimenti che la haifisch ha disegnato: all'inizio di ognuno dei mini-capitoli del libro una copertina-illustrazione riprende alcune icone artistiche tra le più famose e disparate, dal viandante sul mare di nebbia alla cuccia di snoopy, da la danza di matisse alle performance di marina abramovic.

lunedì 19 agosto 2019

sunny

questa è la nostra base. gli adulti non ci possono entrare. prova a chiudere gli occhi e pensa un posto dove vorresti andare.
puoi andare dove più ti piace.

siamo in giappone, sono gli anni '70 e i bambini non sono tutti uguali.
ci sono i figli di casa, amati e coccolati dai loro genitori, e ci sono bambini che dai loro genitori invece sono stati traditi, abbandonati, trascurati.

taiyo matsumoto ci racconta uno spaccato crudo e poetico della quotidianità dell'istituto horikoshi, una casa famiglia in cui hanno trovato posto alcuni di questi piccoli reietti, condividendo timori, sogni, speranze e fantasie a occhi aperti.
l'istituto è nulla più che una vecchia casa tradizionale di periferia, il venerdì si prepara il bento per tutti, la tv si può guardare solo per due ore a settimana, si fanno i turni per il bagno, qualche commissione, si studia tutti insieme, e le crocchette di patate sono onnipresenti nel menù della cena.
fuori c'è un piccolo stagno con le carpe e sopratutto c'è la sunny, una vecchia nissan ormai ridotta a un rottame in cui però possono entrare solo i bambini.
dentro la sunny, se chiudi gli occhi, puoi andare dove vuoi: sei, l'ultimo arrivato, sa a memoria la strada che lo riporterebbe a casa; haruo, che ormai ha tutti i capelli bianchi, immagina di essere un gangster in fuga o un pilota o chissà cos'altro. è un bullo e fa di tutto per diventare un vero duro, ma non va da nessuna parte senza il suo barattolo di crema nivea da sniffare per acquietare il suo senso di solitudine.
kenji usa la sunny per nascondere le riviste porno e fumarsi qualche sigaretta di nascosto. è troppo grande ormai per fantasticare, a lui e a sua sorella asako basta solo stare il più lontano possibile da quell'alcolizzato di loro padre, mentre kiiko e megumu entrano nella sunny con le loro bambole, ma giocano a essere già adulte, sembrano tanto sicure quanto sono segretamente scosse da una miriade di sentimenti contrastanti.
e junsuke con naso perennemente smoccolante, la sua casa (non è un ombrello!) e le unghie sempre troppo lunghe perché solo sua mamma può tagliarle, solo lei che lo aspetta in ospedale con la sua brutta malattia.
e c'è taro, l'enorme, morbido, goffo, strano taro, che passa le giornate cantando in giardino e giocando con il piccolo sho-chan.


nessun patetismo o pietismo, nessun dramma lacrimevole né stupidi siparietti comici: come se fosse uno di loro, matsumoto racconta le giornate di questi bambini, tace le paure che non sanno tradurre in parole, le speranze che trattengono in fondo agli occhi, osserva e riporta sulla carta, pagina dopo pagina, il mondo così come è per loro: un mondo bellissimo e crudele, spaventoso ma da scoprire, da conquistare, in cui crescere in fretta per recuperare tutta quella felicità che si sentono rubare dalla vita.
un po' si torna bambini, un po' si è costretti a cercare di comprendere un modo di fare, di pensare che non ci appartiene più.
sunny scava dentro di noi - e no, non è necessario essere stato un bambino abbandonato per comprendere i piccoli protagonisti della storia - rimesta in quel che ci è rimasto della nostra infanzia, le nostre paure e ossessioni e sogni e convinzioni, ci commuove, ci emoziona, ci svela un universo ormai lontanissimo che pure un tempo ci era appartenuto e che per qualche fugace momento possiamo tornare a sfiorare.


nonostante sia in italia ormai da circa sei anni, sunny ha avuto molto meno successo di quel che merita, probabilmente per i disegni che a primo impatto possono risultare troppo strani, persino sgradevoli al pubblico abituato all'estetica manga più classica.
il segno di matsumoto è sporco, disordinato, fin troppo espressivo e proprio per questo bellissimo e unico, proprio per questo i suoi disegni riescono a rendere sunny un manga ancor più imperdibile.

a distanza di sei anni dalla sua prima pubblicazione in italia, adesso che il manga di nicchia (cioè semplicemente quello stampato in volumi più grandi e inutilmente costosi) comincia a essere sdoganato e un sacco di lettori iniziano ad apprezzare storie e disegni lontani da quelli che vent'anni di manga commerciali ci hanno educato ad amare, j-pop farebbe bene a rilanciare questo gioiellino ed evitare che finisca nel dimenticatoio.

lunedì 12 agosto 2019

la fortezza ~ vol. 1

la fortezza significa più di mille morti al mese. è un'azienda florida. ci si arriva indossando la propria migliore armatura, carichi di armi preziose e oggetti magici, credendosi eroi. si massacra sommariamente uno o due mostri e poi quando gli avversari si fanno più forti, inevitabilmente ci si fa ammazzare. e l'oro rubato nelle prime sale si accumula nelle seguenti, assieme alle armi e agli averi portati con sé.
sì, signori delegati del personale, i nostri clienti sono dei polli che si credono eroi e questa è la nostra forza: clienti infervorati, affari assicurati.

eccola insomma la fortezza: non solo un castello inespugnabile abitato da ogni possibile specie di mostri, un labirinto di corridoi, sotterranei, stanze, trabocchetti e tutta una serie di sfide per ogni valoroso eroe che intenda conquistarla, ma anche un perfetto macchinario accumula-ricchezze per il suo guardiano, che a ogni tentato attacco aumenta sempre di più la sua grandezza.
economica, si intende (il guardiano è in realtà piuttosto piccolino).

la serie, creata da lewis trondhein e joann sfar nel 1998 - che aveva visto pubblicati alcuni episodi in italia all'inizio degli anni duemila - può sembrare a prima vista una ridicolizzazione dei topoi fantasy per eccellenza ma, come è ovvio aspettarsi da due nomi del genere, riesce a essere molto di più.

il giorno in cui dei loschi tizi incappucciati arrivano alla fortezza e chiedono al guardiano di venderla a loro, herbert, un nobile papero decaduto, antitesi esatta del valoroso ed eroico combattente, si ritrova per una serie di equivoci a presentarsi come il guerriero che difenderà la fortezza dalle pretese - non troppo oneste - dei prepotenti acquirenti. ad accompagnarlo in questa avventura e in altre situazioni al limite dell'assurdo ci sarà marvin, un sauro brutto&cattivo, temibile guerriero che dispensa botte da orbi e fini perle di saggezza, seppur spesso e volentieri bloccato dal suo codice morale fin troppo restrittivo.

zongo!

nei primi sei episodi raccolti in questo volume sfar, trondheim e boulet destrutturano e ricostruiscono la materia fantasy più classica per dar vita a una serie impossibile da definire semplicemente comica. ai due protagonisti si affiancano una moltitudine di personaggi - mostri, maghi, draghi, principesse, duchi, eccetera - per raccontare le loro storie (ogni racconto sembra quasi una quest da gioco di ruolo) stravolgendo ogni canone, divertendo e sorprendendo di continuo il lettore, che si ritrova, forse per la prima volta, a tifare per tutte quelle strane creature che fino a ora nei dungeon erano solo carne da macello per aumentare i propri punti exp e collezionare oggetti rari.

in origine, la fortezza doveva essere una serie di ben trecento episodi, numerati da -100 a 200, ma nel 2014 gli autori hanno sospeso la pubblicazione al 36° episodio.
ogni centinaio di episodi doveva raccontare la storia principale, il prequel e infine il sequel, ma in realtà le storie esistenti non sono state pubblicate seguendo quest'ordine, ragione per la quale nemmeno in francia esiste un'edizione completa in volumi (quella bao è la prima in assoluto).

l'edizione italiana dunque è stata ordinata - con la partecipazione degli autori - in questo modo:
la fortezza volume 1 (2019)zenit episodi da 1 a 6 (di sfar, trondheim e boulet).
• la fortezza volume 2 (2019)il crepuscolo della fortezza da 101 a 103 più mostri della fortezza 3 e 4, per completare la storia dell’armageddon del livello 103. (di sfar, andreas, blanquet).
• la fortezza volume 3 (2020)l’alba dei tempi da -99 a -97, più mostri della fortezza 5, 7 e 8 (per completare i livelli -97, -90 e -85), più l’alba dei tempi -84 e -83. (di christophe blain, vermot-desroches, blutch, carlos nine).
• la fortezza volume 4 (2020)mostri della fortezza 1, 2, 6 e da 9 a 12 (di mazan, jc menu, yoann, killoferr, bézian, stanislas e keramidas).
• la fortezza volume 5 (2021)il crepuscolo della fortezza da 104 a 106, 110 e 111 (di kerascoët, obion, alfred e mazan).
• la fortezza volume 6 (2021)parata alla fortezza da 1 a 5 (una serie di manu larcenet, che si colloca tra gli episodi 1 e 2 di zenit. sono storie umoristiche con herbert e marvin, i protagonisti della serie zenit).
[le informazioni sulla struttura dell'edizione italiana - e altre informazioni - vengono da qui]

la guida, a inizio volume, per orientarsi tra i capitoli e le diverse saghe

personalmente, nonostante continui ostinatamente a non considerarmi una fan del fantasy (ammetto che le ultime letture mi stanno facendo ricredere molto su questa cosa, ma ognuno di noi ha bisogno di certezze) ho trovato questo primo volume assolutamente geniale, ma d'altro canto da firme del genere non è che le mie aspettative fossero basse.
non vedo l'ora di continuare a leggere i prossimi episodi anche se probabilmente quelli che più vorrei avere tra le mani ora sono quelli finali di manu larcenet (e toccherà aspettare davvero un bel po'!).

lunedì 5 agosto 2019

i fantasmi di darwin

al posto di quello che per quattordici anni era stato il mio volto, c'era un altro volto, quello di un giovane sconosciuto.
gli occhi di quell'uomo, la sua incolta zazzera selvaggia di capelli neri, il naso camuso e gli zigomi alti, le carnose labbra aborigene separate da un bianco, sfavillante accenno di dentatura, il suo sguardo sprezzante sensuale enigmatico; oh se gli sguardi potessero uccidere, se gli sguardi...
gli occhi, gli occhi scuri.
il mio visitatore.

l'undici settembre millenovecentottantuno fitzroy foster compie quattordici anni.
alle prime luci dell'alba, prima di alzarsi dal letto, si masturba per la prima volta nella sua vita, pensando alla sua ragazza, camilla wood.
poi scende giù, dove lo attende tutta la famiglia, con i regali e gli abbracci, pronti a festeggiare.
suo padre, appassionato di fotografia, ha una polaroid istantanea con la quale immortala la scena.
da questo preciso attimo la vita di fitzroy cambia drasticamente: nella foto, in ogni foto scattata da quel momento in poi, invece del volto di roy c'è la faccia di un perfetto sconosciuto, un ragazzo, forse un aborigeno, un selvaggio vissuto chissà quanti decenni prima, a chissà quanti chilometri di distanza.

inizia per roy un periodo, lungo anni, di reclusione: niente più scuola, amici, niente più camilla, niente di niente. roy non diventerà lo strano esemplare da analizzare e studiare di un team di medici e scienziati incuriositi dalla sua strana condizione e per di più, impossibilitato ad avere dei documenti d'identità con una fotografia aggiornata, uscire di casa - viaggiare! - diventa assolutamente impossibile.
isolato e chiuso in casa, destinato a una vita nell'ombra seppur circondato dall'amore e dalle cure della sua famiglia, roy viene letteralmente salvato da camilla: negli anni in cui sono stati lontani lei non ha smesso di pensare a lui e all'uomo che le era stato mostrato in quella foto fatale, ha studiato, ottenuto brillanti risultati e iniziato una ricerca sulla possibilità che esista una connessione tra memoria e biologia, che il passato non si lasci immortalare solo dalle macchine fotografiche, che non sia registrabile solo dai documenti e dai racconti, ma che rimanga fisicamente, generazione dopo generazione, intrappolato nei geni umani, pronto a mostrarsi e a raccontarsi.

insieme a camilla, roy comincerà - tra mille difficoltà, momenti di folle felicità e altri di totale tristezza e profondo sconforto - un viaggio a ritroso nel tempo, scavando nel passato della sua famiglia, andando alla ricerca dei suoi avi e delle loro storie, scoprendo atrocità che mai avrebbe immaginato.

attraverso la vita di roy ariel dorfman ci racconta l'orrore degli zoo umani (le esposizioni etnologiche di cui l'europa tutta non finirà mai di vergognarsi), parchi di tortura - e di divertimento dall'altra parte - in cui intere famiglie aborigene, rapite e deportate dalla loro terra, venivano usate come attrazione e spettacolo per gli occhi dei bianchi, civili e progrediti europei.

i fantasmi di darwin è un romanzo difficile da incasellare in un genere ben definito: realismo magico, realtà storica, surrealismo, giallo, racconto di formazione, thriller, c'è tanto tra queste pagine, c'è la vicenda appassionante e quasi kafkiana di un ragazzo che perde la sua identità e fa di tutto per riprendersela e c'è la denuncia di una società autoproclamatasi superiore che sotto l'egida del progresso e della civilizzazione ha commesso delitti atroci e inimmaginabili, ha offeso e schiacciato la dignità e la vita di centinaia, migliaia di persone solo perché diverse e in quanto tali considerate inferiori.
un romanzo che si lascia divorare in un paio di giorni, che non lascia tregua e che altrettanto ferocemente divora le nostre convinzioni, le nostre certezze, la nostra impropria autopercezione.

la storia di roy, per quanto fantasiosa possa essere, diventa però pretesto non solo per raccontare il nostro passato di colonizzatori brutali ma sopratutto per farci guardare con un po' più di consapevolezza al nostro presente e a quello che rischia di essere il nostro futuro: davvero crediamo di essere meglio di chi appena due secoli fa vendeva esseri umani e pagava il biglietto per vederli umiliare, soffrire e morire? siamo davvero sicuri che non ci sia più nessuno a credere che loro siano diversi da noi?