ricordatemi di non lamentarmi più perché non ho niente da fare e mi annoio.
queste settimane sono tremendamente incasinate, ritaglio letteralmente manciate di minuti ogni volta che posso per riuscire almeno a leggere qualcosa, ma scrivere diventa veramente difficile.
però ho letto tre libri molto belli e ci tenevo a scrivere due righe per consigliarveli. perché se togliamo pure i consigli di lettura, la vita diventa davvero troppo triste.
sierocoinvoltə - la rivoluzione sessuale riparte dall'hiv
conquistare la consapevolezza è la prima porta di accesso a una salute sessuale piena, e per lo stesso motivo la storia di chi ha incendiato quel desiderio di conoscenza e libertà è una favola di rivoluzione che ci riguarda tuttɜ.vorremmo che più persone rivendicassero oggi quel movimento, e che questa storia che ci ha generato, che ha sfidato il tempo e i continenti, appartenesse anche a chi pensa di non esserne coinvoltə. sono tanti gli spunti per il futuro che le lotte e la storia dell'attivismo hiv possono insegnare: per cambiare il paradigma c'è bisogno di tuttɜ perché siamo tuttɜ sierocoinvoltɜ.
se siete della mia generazione vi sarete accortə che di hiv non se ne parla quasi più, nel bene e nel male. se siete della mia generazione probabilmente vi ricorderete dell'orribile spot dell'alone viola, una delle tante pubblicità-progresso che ci terrorizzavano in quegli anni.
e infatti quell dell'hiv è una storia che parla di terrore, per non dire di terrorismo.
quella dell'hiv è una storia di stigma sociale, di marginalizzazione, di stereotipi e di luoghi comuni, è la storia di una crudele negazione dell'umanità stessa delle persone coinvolte.
o meglio, lo è in massimo parte. scendendo un po' più a fondo nella tana del bianconiglio, scopriamo tutto quello che, mentre ci dicevano di evitare ogni tipo di contatto con lə sieropositivə, non ci è stato raccontato.
è laggiù, sotto lo strato di narrazione comune, che troviamo chi con hiv ci convive, chi ha attraversato anni, anche decenni in compagnia del virus, chi ha visto morire persone care e chi si è ritrovatə al centro di una comunità che nel tempo è cresciuta, una comunità di persone sierocoinvoltə che hanno saputo fare rete quando il resto della società aveva troppa paura di loro o quando, semplicemente, aveva dimenticato la loro esistenza.
sierocoinvoltə è un libro corale, scritto da conigli bianchi - il collettivo di artivistə contro la sierofobia che dal 2014 combatte la discriminazione verso le persone con hiv attraverso l'arte - e prep in italia - il collettivo che lavora per colmare la carenza di informazioni sulla profilassi pre esposizione per proteggersi da hiv e collabora con associazioni e istituzioni per una sessualità consapevole, libera e serena - un miscuglio di biografie e parole di rivendicazione sociale e politica, è un po' un saggio e un po' un romanzo, è il viaggio di alice che nella tana del bianconiglio - o meglio dellə bianconigliə! - scopre una realtà nascosta che non vede l'ora di venire alla luce.
in questo libretto, che smonta pezzo per pezzo i vecchi stereotipi come quello per cui l'aids è qualcosa che riguarda solo i gay cis (soprattutto bianchi), ho trovato tantissime informazioni che non conoscevo: ad esempio, ho scoperto che chi convive con hiv può avere una normalissima vita relazionale, romantica e sessuale come vuole e con chi vuole e senza mettere lə propriə partner in pericolo semplicemente seguendo una terapia. che i test sono gratuiti e veloci, che, nei casi in cui siamo in dubbio sulla nostra salute o su quella dellə nostrə partner, è possibile prevenire il contagio e che chi vuole avere figlə può, sempre grazie alle nuove medicine a disposizione, farlo senza rischi.
ho scoperto una formula bellissima che è u=u, undetectable = untrasmittable, cioè non rilevabile = non trasmissibile, che vuol dire che le persone con hiv possono curarsi e abbassare fino a zero il rischio di trasmissione del virus.
insomma, la storia dell'hiv e dell'aids è cambiata tantissimo degli ultimi anni eppure le informazioni disponibili sui canali non-specifici sono poche, e leggere questo libretto è un ottimo modo per aggiornarsi, oltre che per capire meglio com'è la vita con hiv dalle parole di chi con hiv ci vive.
perché, adesso che l'infezione può essere tenuta a bada, adesso che si può - grazie alla prevenzione e alla profilassi - concretamente pensare di debellare l'hiv completamente dalle nostre vite, si parla così poco di hiv, di cura e di prevenzione?
perché, dopo anni di terrore psicologico che hanno marginalizzato centinaia di persone, non si racconta quanto sia facile oggi coinvivere con hiv?
e, soprattutto, perché nessunə ci racconta mai che l'hiv non è qualcosa che accade allə altrə, a chi mette in atto comportamenti a rischio (come se questo, poi, fosse una giustificazione, come se l'infezione fosse una "punizione" per i propri errori), ma che ci riguarda tuttə?
perché è così.
l'hiv è, come ogni altro virus, presente nelle nostre città, nelle persone che ci circondano. come ogni altro virus sa essere silenzioso ed è bravo a nascondersi, a volte anche per anni.
eppure scovarlo e conviverci adesso è facile! e se impariamo a farlo, impariamo a proteggere noi stessə, chi amiamo e chi non conosciamo neppure. e dobbiamo saperlo tuttə perché siamo tuttə sierocoinvoltə!
la rivoluzione sessuale, dice il sottotitolo, riparte dall'hiv perché, messo (si spera!) definitivamente da parte il bigottismo e il moralismo, quello che conta davvero è la consapevolezza di cosa ci piace e di cosa piace alle persone con cui facciamo sesso, dei modi che abbiamo per raggiungere quel piacere e la cura - gratuita, accessibile e informata - di noi stessə e dellə nostrə partner.
se lə bianconigliə passano a leggere queste poche righe, voglio ringraziarlə ancora una volta per le storie e le parole di lotta e resistenza che hanno tirato fuori dal cilindro e che ci hanno donato alla presentazione di maggio a torino ♥
il bambino e il cane
yaichi sapeva che i cani capivano le persone: erano delle creature speciali donate da dio, o da buddha, a quelle creature folli che erano gli uomini.
ci sono due tipi di persone: quelle che davanti a una storia (un libro, un film, un fumetto eccetera) in cui muore un animale piangono, e quelli che hanno un sasso al posto del cuore.
se fate parte della prima categoria, vi spoilero che sì, qui il cane muore. così lo sapete e potete scegliere se reggete la lettura oppure no.
questo romanzo mi ha sorpresa perché non avevo idea di cosa aspettarmi e un po' temevo fosse una storia smielosa e strappalacrime. piangere si piange, eh, ma i miei timori erano infondati.
il romanzo si divide in sei capitoli: l'uomo e il cane, il ladro e il cane, la coppia e il cane, la prostituta e il cane, il vecchio e il cane, il bambino e il cane.
il cane, va da sé, è sempre lo stesso, tamon, un incrocio di pastore tedesco e una qualche razza giapponese non meglio identificata, un mamori-gami, un angelo custode che infonde coraggio, fiducia e amore a chi ha la fortuna di incrociare il suo cammino.
lə altrə personaggə, invece, cambiano di volta in volta, rappresentando le tappe fondamentali di un viaggio che dura quasi cinque anni, dallo tsunami dell'isola di honshū del 2011 fino... beh, lo scoprirete.
tamon è un cane eccezionale, dotato di un fisico incredibilmente robusto, di una volontà incrollabile e di un senso di attaccamento che fa quasi pensare a una leggenda.
il suo nome rimanda a tamonten, uno dei quattro guardiani celesti del buddismo, e in effetti sia a noi lettorə che allə personaggə che condividono il suo cammino, tamon sembra una creatura soprannaturale, mandata dal cielo ad aiutare gli esseri umani che attraversano un momento difficile della loro vita. anche una certa ricorsività degli elementi nei vari capitoli rimandano alla struttura dei miti, di storie che si declinano in modo differente spostandosi tra la gente e nel tempo, rimanendo sempre uguali a loro stesse.
tamon sembra capace di odorare la solitudine e indica la via, in senso metaforico e non: chi se lo ritrova accanto, osservando i suoi profondi e dolci occhi neri, riesce a trovare la direzione da dare alle proprie azioni, a rimediare a vecchi errori e a guardare al futuro con speranza e tranquillità.
in modo più o meno letterale, tamon è una guida, una sorta di psicopompo capace di condurre le anime da uno stato all'altro dell'esistenza. aiuta a passare attraverso i mondi, quali che questi siano, aiuta a superare il trauma della trasformazione, del distacco da ciò che si conosce e la paura di quello che non si conosce ancora.
e chi meglio di un cane, una creatura che non parla ma che sa leggere nei cuori ed entrare in empatia profonda con chi ha accanto, poteva comunicare l'indicibile? chi poteva mostrare quello che non si può vedere, far sentire quello che non si sa come riconoscere?
il bambino e il cane è un romanzo che gioca sul piano del simbolismo ma soprattutto con le emozioni dellə lettorə, ci mette davanti degli umani-tipo con cui entrare in sintonia e delle situazioni-tipo in cui ritrovarci. hase seishū estremizza gli uni e le altre e però, anziché creare un effetto respingente, aumenta la nostra capacità di immedesimazione mostrandoci la plausibilità di quelle vite sgangherate. tamon sa ignorare le colpe, sa trovare il lato buono in chiunque, guardando oltre la rabbia, gli errori e le paure. lui resta lì a dare il suo amore dove qualcuno ha bisogno di un supporto, senza giudicare e senza pretendere nulla.
e nel farlo, ci insegna la più grande delle lezioni.
un salmo per il robot
lode ad allalae per la compagnia.
evviva! che bello! sono tornati sibling dex e mosscap! in un salmo per l'universo, monaco del tè e robot di nuovo fianco a fianco su panga, la luna su cui l'umanità ha imparato dai propri errori ed è riuscita a coniugare prosperità e rispetto degli ecosistemi e delle risorse. armonia con la natura, rispetto dell'altrə, liberazione dalle catene delle imposizioni sociali: panga è una sorta di paradiso di bellezza ed equilibrio, abitato dalla versione migliore dell'umanità che hanno abbandonato capitalismo, sopraffazione e consumismo per il bene collettivo.
dopo la prima parte del viaggio, in cui mosscap aveva condotto sibling dex a indagare la parte più selvaggia di panga, lə due si trovano adesso a confrontarsi con lə altrə abitanti di città e villaggi, portando avanti la ricerca di mosscap: di cosa hanno bisogno gli esseri umani?
lo stupore per una creatura che rimanda a un'epoca lontanissima, l'era delle fabbriche, suscita curiosità ed entusiasmo ovunque e tra chiunque, ma becky chambers approfitta del vagare dell'improbabile coppia per riflettere non solo su quello che ci serve per vivere bene, ma anche su quello che fa di un essere umano - o di un robot - una creatura vivente.
l'atmosfera è sempre quella di una pacata serenità che si fa base per una meditazione sul significato dello stare al mondo, sulla necessità della morte come elemento fondamentale per poter definire la vita e renderla preziosa, su quello che scegliamo di accogliere nel nostro tempo o di rigettare per poterlo vivere pienamente e al meglio.
mi spiace che questo libro stupendo - incluso un salmo per il robot, già pubblicato l'anno scorso - sia uscito solo nell'edizione urania, che non sia sempre disponibile in libreria (e che non abbia una traduzione e una cura adeguate) ma mai dire mai.
intanto, se ne avete l'occasione, setacciate edicole e mercatini dell'usato e recuperateli entrambi!