martedì 23 aprile 2024

un salmo per il robot

"attualmente nessuno al mondo sa dove mi trovo" pensò, e quell'idea lo colpì di gorgogliante eccitazione. aveva cancellato la sua vita, abbandonato tutto sulla spinta di un capriccio. la persona che sapeva di essere avrebbe dovuto essere scossa da questo, ma adesso era qualcun altro a reggere il timore, un qualcuno ribelle e spericolato che aveva scelto una direzione e l'aveva imboccata come se fosse stata una cosa che non aveva più peso dello scegliere un panino. in quel momento, non sapeva chi era, e forse era per questo che stava sorridendo.

copertina de "un salmo per il robot" di becky chamber, nell'edizione urania

nel tempo, ho imparato a credere che i libri arrivano quasi sempre quando hai bisogno di leggerli. anche se magari aspettano su uno scaffale da mesi o da anni, in qualche modo misterioso riescono a farsi scegliere proprio nel momento più adatto.
anche con un salmo per il robot è successo così.
sono giorni - settimane, forse - che mi sento stanca, scontenta, ansiosa, incapace di concentrarmi, perennemente assonnata e più o meno giù di morale. non sopporto quasi nulla di quello che trovo online e, quando sto così, non ho voglia di scrivere e di pubblicare niente. ho lasciato un po' languire il blog e mi sono dedicata a leggere solo quello che avevo davvero voglia di leggere, senza pensare a calendari e scadenze (che, oltretutto, questa cosa qui non è un lavoro e non ho voglia di viverla come un lavoro). e, in questo scenario grigiastro e noioso, la storia di sibling dex è arrivata come una fetta di torta inaspettata. una cosa piccola e semplice che però mi ha regalato un momento di buon umore.

iniziamo subito con una nota: la traduzione italiana lascia un po' a desiderare. soprattutto, non capisco perché i nomi dellə personaggə sono stati tradotti - nonostante in quarta di copertina siano rimasti come in originale - senza aver cura di un aspetto importante della loro caratterizzazione, ovvero senza tenere in conto che sia sibling dex che mosscap non hanno un genere definito (sibling è diventato fratello, ad esempio. ma l'errore più stupido e grossolano è stato tradurre pangan - lə abitanti di panga - con pagani. è una roba così insensata che non c'è da perdere altro tempo a discuterne.
a voler andare più per il sottile, anche la traduzione del titolo è un po' grossolana: la parola robot è stata scelta per rendere wild-built, togliendo un'importante sfumatura di significato che caratterizza l'essenza stessa di mosscap.
è indubbiamente una roba fastidiosissima ma non credo proprio valga la pena perdersi un racconto così bello solo per questo, quindi, nonostante tutto, vi consiglierei di recuperarlo.

la trama è abbastanza semplice e lineare: lə giovane monacə sibling dex sente che la sua vocazione sta cambiando. è stancə di vivere sempre nello stesso posto, per quanto la città, il centro abitato di panga, sia così bella, un posto sano, fiorente, una continua armonia di creazione, di azione, di crescita, di tentativi, di risa, di corse, di vita. panga è un mondo - anzi, per l'esattezza è una luna, un satellite che ruota attorno a un pianeta (il nostro?) - in cui l'umanità ha drasticamente cambiato il suo stile di vita quando si è resa conto di essere diventata insostenibile per l'ecosistema tutto. finita l'era delle fabbriche, gli esseri umani hanno deciso di occupare solo metà del pianeta, lasciando tutto il resto alle altre creature:
il cinquanta per cento dell'unico continente di panga era stato destinato all'uso umano, il resto era stato lasciato alla natura e l'oceano non era quasi stato toccato. a pensarci bene, era una divisione folle: metà della terra per una sola specie e metà per le centinaia di migliaia di altre, ma del resto gli umani avevano un talento per distruggere l'equilibrio delle cose, e trovare un limite a cui attenersi era già una vittoria sufficiente.
compreso quanto invasiva e pericolosa fosse la loro specie, gli esseri umani avevano rinunciato a quella che conosciamo come l'unica possibilità, a quello che chiamiamo il migliore dei mondi possibili: l'idea folle di una continua crescita, di un progresso tendente all'infinito, la necessità di accumulare ricchezze e quindi di produrre e consumare merci su merci, sempre più effimere, sempre più veloci nel trasformarsi in rifiuti e nel distruggere il mondo in cui viviamo. in questo scenario, i robot avevano sviluppato una coscienza, avevano scelto di smettere di lavorare per gli esseri umani e si erano allontanati nelle terre lasciate alla natura.

sibling dex, dunque, decide di diventare un monacə del tè, cioè di viaggiare per panga fermandosi di villaggio in villaggio offrendo a chiunque ne avesse bisogno una tazza di tè e un momento di ascolto sincero. sì, perché perfino in quello che sembra quasi un paradiso utopico come panga c'è bisogno di staccare la spina ogni tanto e di prendersi del tempo solo per sé stessə. dex sembra essere diventatə bravissimə nel suo nuovo compito, eppure quel desiderio che lo aveva spinto all'inizio continua a ronzargli in testa...
"scommetto che è piacevole addormentarsi ascoltando i grilli"
ma esistono ancora i grilli? gli errori che l'umanità ha compiuto nel passato, portando la propria e le altre specie quasi sull'orlo della distruzione, hanno risparmiato queste creature? senza una vera e propria risposta, dex si mette di nuovo in discussione e riprende il suo viaggio.
e questa volta decide di inoltrarsi nella metà non antropizzata di panga, alla ricerca di un vecchio santuario in cui forse, potrà ascoltare il canto dei grilli dal vivo e magari trovare una risposta a quel senso di insoddisfazione che non lə da mai tregua. e qui, nelle terre selvagge, dex incontra lə più improbabile dellə compagnə di viaggio, un robot, o meglio un wild-buit (cioè un robot costruito senza l'intervento umano) di nome mosscap che vuole tornare tra gli esseri umani - dopo decenni in cui le due specie si sono allontanate - per scoprire di cosa hanno bisogno nella loro vita.

l'incontro - un momento di portata storica per tutto panga - è un po' buffo e impacciato ma, in qualche modo, dex e mosscap decidono di continuare il loro viaggio insieme. e qui, nella bellezza della natura selvaggia che si riappropria di sé stessa e dei suoi spazi, tra la strana coppia nasce una bellissima, lunga serie di dialoghi e riflessioni sull'essere al mondo, sulla propria natura - umana o robotica - e sul rapporto con le altre forme di vita, sui propri desideri e bisogni, sui ricordi e sulle prospettive future, sulla consapevolezza, sul senso e sullo scopo della propria stessa esistenza.
per chiunque sia nato e cresciuto nell'infrastruttura umana è difficile assimilare davvero il fatto che la sua visione del mondo in realtà è a rovescio. anche se sa bene di vivere in un mondo naturale che esisteva prima di lui e che continuerà a esistere molto dopo. pur essendo consapevole che lo stato selvaggio è la condizione predefinita delle cose e che la natura non è qualcosa che si verifica soltanto nelle enclave accuratamente curate fra le cittadine, qualcosa che appare negli spazi aperti se li si ignora per un po', anche se passi tutta la vita convinto di essere profondamente in contatto con gli alti e bassi, con il ciclo, con l'ecosistema com'è in realtà, avrai comunque difficoltà a visualizzare un mondo intatto. faticherai ancora a capire che i costrutti umani sono qualcosa di scavato e sovrapposto, che questi sono i posti che si trovano in mezzo, e non il contrario.
posso dire tranquillamente che questo sia uno dei libri più belli che abbia letto ultimamente. ne ho sottolineato pagine intere, ho adorato i personaggi, ho amato il mondo in cui si muovono e ho provato a immaginarlo, per quanto difficile possa essere. ma oltre all'aspetto più poetico - passatemi il termine - c'è quello che potrei definire più politico: un mondo che si è salvato grazie a una rivoluzione di stampo ecologico e spirituale in cui capitalismo e consumismo non esistono più, neppure come lontani ricordi.

un salmo per il robot (a psalm for the wild-built) fa parte di una serie in due volumi di cui in italia non è ancora stata pubblicata la seconda parte (a prayer for the crown-shy), in cui continua il viaggio di sibling dex e mosscap.
spero sinceramente che mondadori decida di pubblicare un volume con entrambe le novelle, ritraducendo anche questa prima parte della storia ma, eventualmente, mi andrebbe benissimo anche un secondo volume nell'edizione urania. insomma, qualsiasi cosa purché possa continuare il viaggio di sibling dex e mosscap.

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