venerdì 14 novembre 2025

luna fredda su babylon

il fiume styx, per la lentezza della corrente e la frequenza di banchi di sabbia, pozze stagnanti lungo le sponde e rami morti, è infestato dalle zanzare, sanguisughe e serpenti. tutta quest'area della contea di escambia è scarsamente popolata, a maggior ragione lungo i fiumi, dove non vive quasi nessuno. per costruire, la gente si sposta sui terreni più elevati, lontano dagli insetti e dalle frequenti esondazioni primaverili. sebbene lo styx si snodi per oltre quattro chilometri, soltanto quattro persone abitano sulle sue sponde. una di queste è un'anziana nera la cui baracca si trova pericolosamente vicina alla confluenza del perdido. la donna è sorda e pazza.
gli altri tre stanno appena oltre l'unico ponte sul fiume. la vecchia evelyn larkin e i suoi nipoti, jerry e margaret, che vivono lì per i mirtilli.

dopo la saga di blackwater, gli aghi d'oro e katie, era ovvio che il mio hype per un nuovo romanzo di michael mcdowell sarebbe stato enorme.
ed è per tutto questo hype che mi duole ammettere che se con blackwater mi ero innamorata e se gli aghi d'oro mi aveva convinta tantissimo, già kate mi aveva entusiasmata un puntino di meno e luna fredda su babylon non ha fatto rialzare l'asticella.

quella di luna fredda su babylon è una storia di omicidi brutali, di avidità e di vendetta - e in questo ricorda un po' katie - e di fantasmi, mentre l'ambientazione riporta alla mente blackwater: le sponde di un fiume - lo styx, nome decisamente evocativo - il suo letto fangoso e le sue acque a tratti tumultuose e inquietanti.
ad aggrapparsi agli argini del fiume è una cittadina di nome babylon, molto meno gloriosa della sua omonima di biblica memoria. una cittadina di periferia come tante altre, dove sotto l'apparente tranquillità quotidiana, serpeggiano odi, invidie e risentimenti.

siamo all'inizio degli anni '80 e la quiete di babylon viene squarciata dalla scomparsa di una ragazzina, ritrovata cadavere dopo pochi giorni. un omicidio brutale e insensato che è solo il primo di un crescendo di violenza. attorno a cui si muovono, da un lato, la famiglia larkin - proprietari di una piantagione di mirtilli il cui sfruttamento riesce a malapena a garantirgli una vita dignitosa - e dall'altro i redfield, il vecchio padre, ormai disabile, tanto bisognoso di attenzioni quanto severo, e i suoi due figli, due poco di buono arroganti e desiderosi di mettere le mani sul patrimonio di famiglia.

senza spoilerarvi nulla della trama, la storia prende una piega più che auspicabile e le identità di vittime e carnefice sono rivelate più o meno immediatamente - ma si capisce tutto molto prima - così come il movente. insomma, quello di mcdowell non è un giallo in cui bisogna collegare i fili tra i diversi indizi e arrivare a una qualche soluzione, è a pieno titolo un horror in cui a farla da padrone è la brutalità dei fatti, la miseria dietro le motivazioni che portano a quei fatti e, soprattutto, l'atmosfera sovrannaturale che avvolge ogni cosa. perché - a differenza di quanto succedeva ne gli aghi d'oro o in katie - a cercare vendetta non sono più lə familiarə offesi dalle uccisioni dellə loro carə ma le vittime stesse, o meglio, i loro fantasmi.

sono proprio loro a mettere effettivamente in moto gli eventi e noi lettorə ci troviamo a osservarli da una prospettiva privilegiata rispetto allə personaggə umanə del racconto ma solo fino a un certo punto: sappiamo che, nella babylon di mcdowell, i fantasmi esistono e che partecipano attivamente ai meccanismi della realtà, che sono causa di svariati effetti (ed effetto di una causa sola: la violenza efferata che da persone li ha fatti diventare fantasmi, appunto) e che sono mossi dal desiderio di vendicarsi, ma il loro mondo interiore - ammesso che ce ne sia uno - ci è completamente precluso.
sappiamo, insomma, che esiste una dimensione sovrannaturale, ma non riusciamo a conoscerla veramente. come vivi, per quanto onniscienti, noi lettorə rimaniamo tagliati fuori dalle verità che vanno oltre l'orizzonte delle nostre esperienze.

le figure spettrali e vendicative di babylon sembrano avere una volontà ferrea e degli obiettivi molto ben definiti ma non parlano e, per quello che ne sappiamo, non pensano. soffrono ancora? sono consapevoli? impossibile dare una risposta, restano per noi inconoscibili. il loro aspetto tradisce il destino della parte materiale di ciò che erano ma sono, allo stesso tempo, incorporei e scollegati dalle leggi della fisica.
ed è questa loro natura ambivalente, muta e impossibile da comprendere che li rende (almeno un po') terrificanti, tanto per chi li incontra tra le pagine del racconto, quanto per noi.

se però in blackwater l'aspetto sovrannaturale della storia mi aveva colpita, qui mi ha lasciata poco convinta, come se mancasse qualcosa. più che paura mi hanno fatto provare repulsione e pena e qualsiasi vendetta riescano a ottenere alla fine non riesce a riequilibrare nulla. erano, e restano per tutto il tempo, vittime, quasi che non ci fosse davvero nessuna possibilità di riscatto né di giustizia per loro, quasi che ogni traccia del sé che erano fosse stata annientata lasciando spazio solo al bisogno di vendicarsi.

insomma, luna fredda su babylon è un libro sicuramente unputdownable, come tutti quelli di michael mcdowell, eppure tra tutti quelli pubblicati fino ad adesso, è quello più tiepidino, che (imho) convince ed emoziona di meno. 

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mercoledì 5 novembre 2025

fionna & cake ~ la prima stagione (e un pezzettino della seconda)

♪ i'm not really feeling like myself today ♪ hated every job i've had ♪ what's wrong with me? ♪ everyday's the same ♪ painfully mundane ♪ 'cause i'm running from my feelings ♪ and my fear of sudden change ♪ every time i leave my room i wanna die ♪ even when i'm with my friends ♪ i'm alone inside ♪ 'cause nothing really matters ♪ and i don't know what's sadder ♪ the fact i even try ♪ or that my hopes and dreams are shattered ♪
♪ i'm not really feeling like myself today ♪


è uscita la seconda stagione di fionna and cake, serie bellerrima, e io - che ho la memoria di un pesce rosso - ho avuto mega bisogno di fare rewatch della prima (mentre raccolgo le forze e mi dico che, prima o poi, dovrò fare anche un rewatch di adventure time. se qualcunə vuole unirsi mi faccia sapere, così ne parliamo!).

ora sono così in fissa che potrei andare a farmi tatuare fionna e cake (e finn e jake e bmo e bubblegum e marceline e simon e prismo eccetera) ma, ragionandoci un po' su, un post sul blog è meno drastico, e spero che sia un po' più utile a fare conoscere in giro questa meraviglia che, non so perché, nella mia bolla è praticamente inesistente.

fionna e cake nascono, in adventure time, come fanfiction scritta da re ghiaccio, sono la versione genderswapped di finn e jake, e "vivono" le loro avventure in una dimensione alternativa insieme alla regina ghiaccio, marshall lee, il principe gommarosa eccetera. un mondo fittizio, reale soltanto nella mente del fu simon petrikov e nel cuore di tuttə lə fan che, ormai un paio di anni fa, ha trovato finalmente un suo spazio autonomo - per quanto, ovviamente, sempre collegato all'universo di adventure time.

*ci sarà qualche inevitabile spoiler sulla prima stagione (vi avviso, anche se ormai sono passati due anni!)*

il mondo di fionna prende forma grazie a uno - nonché l'unico che avrebbe potuto farlo - dei più insospettabili fan delle opere di re ghiaccio, prismo the wishmaster. il loro è un universo scollegato da tutte le possibili realtà del multiverso, nascosto e lontano e... non-canonico.
nella loro realtà non c'è alcuna magia e tutto è tristemente simile a quella fatta di lavori orribili, affitti da pagare e crisi depressive che conosciamo molto bene. fionna è una ragazza come tante altre: saltella da un lavoro orribile all'altro per arrivare a fine mese, casa sua sembra essere stata sconvolta da un tornado, ha una gatta di nome cake, dellə amicə affettuosə e una voglia matta che la sua vita diventi qualcosa di meno noioso, magari più... magico.
a ooo, intanto, simon petrikov - una volta re ghiaccio, ora soltanto un umano pieno di ricordi e nostalgia - conduce una vita che magari a fionna sembrerebbe più magica ma che in fondo è altrettanto noiosa e deprimente, struggendosi nella mancanza della sua betty. quando cerca di aprire un portale per poterla finalmente incontrare almeno un'ultima volta... beh, le cose non vanno come sperate e cake lo attraversa.


attenzione a cosa desideri perché potresti ottenerlo e infatti la vita di fionna e di cake - ora finalmente (ora di nuovo?) un gatto magico parlante e mutaforma - prende una svolta inaspettata: devono salvare la loro realtà da scarab, che vuole cancellarla perché non-canonica e illegale, saltando da una dimensione all'altra, incontrando nuove versioni di vecchiə personaggiə di adventure time, alla ricerca della corona di re ghiaccio, così che simon possa canonizzare il loro mondo e renderlo (finalmente!) magico e avventuroso.

la serie è composta soltanto da dieci episodi quindi, per forza di cose, la narrazione è sempre spedita e non ci sono filler o momenti in cui l'attenzione cala. ad essere più precisi: fionna and cake è una di quelle serie che si fa divorare un episodio dietro l'altro mentre - ok, per chi ha amato adventure time vale di più, ma è così per tuttə - si piange, si ride e si abbracciano cuscini.

il merito è soprattutto quello di aver dato spazio allə personaggə secondariə più amatə della vecchia serie - fionna e cake, innanzitutto, ma non solo - e di aver espresso al meglio quellə principalə come finn, prismo e simon. e poi c'è da dire che fionna and cake può essere vista come serie autonoma, per quanto sicuramente aver visto adventure time regali un'esperienza più emozionante.


rispetto ad adventure time, soprattutto nelle prime stagioni, fionna and cake è un prodotto più adulto, che dietro alle rocambolesche avventure multidimensionali - che hanno più che qualche momento di amarezza - racconta di una ragazza in piena crisi che impara ad amare la sua vita di ogni giorno, a proteggere quanto di bello c'è e a fare qualcosa per migliorare il resto solo nel momento in cui rischia di perdere letteralmente tutto. fionna combatte per lə suə amicə e per quel mondo imperfetto, a volte lontano dai suoi desideri che però è casa.

lə fan hanno seguito adventure time e adesso adventure time segue lə suə fan, crescendo insieme a loro, adattandosi alla necessità di affrontare tematiche meno infantili - dalle relazioni lgbtqia+ al rapporto difficile che si può avere a volte con la propria famiglia alle nuove sfide che chi era bambinə ai tempi delle prima prima messa in onda sta affrontando oggi, ma anche a un modo nuovo e diverso di intendere le serie televisive, con una stagione breve ma densissima.


ma la notizia è che è iniziata finalmente la seconda stagione, di cui al momento sono usciti i primi due episodi. poco per poterne parlare approfonditamente ma.
ricollegandosi a uno dei primi episodi della prima stagione, vediamo finn - quello "originale" di ooo, adesso adulto e senza jake - ferito e bisognoso di qualcunə che vada a salvarlo. oltre a fionna e cake, protagonista di questa stagione sembra essere huntress wizard, personaggia secondaria in adventure time, di cui scopriamo il passato e, attraverso questo, qualcosa in più sulla terra di ooo...


le premesse sono ottime e le mie aspettative altissime! (e, chi lo sa, magari potrei tornare a parlarne a fine stagione).

lunedì 3 novembre 2025

viola

l'amore. l'amore è la ragione di tutto, dicono.
uhm, detta così è un po' esagerato, sembra una di quelle frasi fatte che mettono dei baci perugina. il fatto è che io all'amore ci credo, ci ho sempre creduto, anche se non nella modalità confettata che ci propinano. quella è solo una versione pezzotta, buona per vendere cioccolatini il giorno di san valentino, una roba inventata da scrittori e cineasti senza fantasia per sbarcare il lunario. [...]
solo che [...] il mondo ci tiene a farmi sapere che quella non è roba per me, e con la stessa insistenza di un rappresentante della folletto.

ve lo dico subito: io ho a-d-o-r-a-t-o questo libro, dalla prima all'ultima pagina, mi ha fatta sghignazzare senza ritegno in autobus e mi ha fatto piangere girando coltelli in piaghe mai chiuse e che forse non si chiuderanno mai ma-va-bene-così. e l'ho adorato non soltanto perché marina è un'amica ed è anche una delle persone più divertenti che conosca, ma perché quello che succede a viola, in questo libro, è un po' quello che è successo a me, tante volte.
quando trovi un libro che ti parla così, con tutto il cuore e sembra sapere chi sei, non puoi non adorarlo. e quindi, tutto quello che leggerete da adesso in poi è meno che mai un commento freddo e oggettivo (e dovreste esserne contentə perché quelli freddi e oggettivi sono i peggiori commenti ai libri che vi è capitato/capita/capiterà di leggere).

viola fa la biologa, lavora in un laboratorio con personaggi di simpatia discutibile, ha una migliore amica con cui condivide i suoi più “torbidi segreti” e che l’aiuta ad aggirare il soffocante sistema di sicurezza dei suoi genitori, adorabili ma ipermega protettivi nei suoi confronti. si definisce una “diversamente socievole” e la sua vita amorosa - fino ad adesso! - non è stata esattamente una roba da montagne russe.
ma - benedette siano le app di incontri! - sembra proprio che sia riuscita a incontrare un ragazzo per cui vale la pena stravolgere la sua quotidianità… o no?

grossomodo, eccovi la premessa a questo romanzo divertentissimo.
l’unica cosa che non ho scritto è che viola è una ragazza disabile, e così, quella che sarebbe una storia quasi banale, simile ad altre mille storie, diventa qualcosa di più unico che raro.
non perché viola sia un’eroina o una “persona speciale” o qualsiasi altra cazzata abilista vi stia venendo in mente leggendo queste righe ma perché, appunto, viola vive in un mondo in cui l’abilismo è talmente diffuso da permeare pensieri, giudizi e abitudini di chiunque, e così, vivere una vita normale - quasi banale! - diventa un’impresa davvero eroica: il mostro da combattere qui non è una qualche limitazione fisica ma l’imperante pietismo, infantilizzazione e l’inspiration porn che tuttə intorno a viola si sentono in dovere di esternare, quasi fosse una missione per conto di dio.

viola racconta una storia d’amore, ma soprattutto racconta cosa vuol dire crescere e diventare persone adulte in un mondo che annega nel suo pregiudizio qualsiasi identità non conforme. per viola la storia con marco è, in quest’ottica, una sorta di rivalsa, un modo per dimostrare quello che moltə non riescono (e non vogliono!) ad accettare, e cioè che anche le donne disabili sono adulte e hanno una vita sentimentale, relazionale e sessuale.

marina cuollo fa quello che quasi nessun altrə autorə fa: mette in scena una personaggia disabile senza ammorbarci con toni tragici e vittimistici, anzi! questo romanzo è un capolavoro di umorismo e tagliente ironia con cui viola e marina smontano pezzettino per pezzettino la mentalità chiusa, violenta e stigmatizzante delle persone cresciute a pane e abilismo, mostrandoci come l’idea che “la vita su una carrozzina non valga la pena di essere vissuta” nasce soltanto dalla paura meschina che la gente ha di perdere il suo privilegio di persona conforme.

e se non bastasse questo a farmi spellare le mani dagli applausi, da brava e coscienziosa femminista, marina cuollo racconta una storia d’amore che, finalmente!, sovverte questa benedetta gerarchia delle relazioni e dice ad alta voce che non per forza l’amore romantico e la “coppia” deve essere più importante degli altri legami e che sì, va bene pure vivere relazioni leggere e passeggere quando, come (e se) se ne ha voglia, lasciando più spazio alle amiche e alla propria crescita e realizzazione personale.

viola è un romanzo che finalmente - in un mondo di bruttine che bastano un paio di lenti a contatto e un giro dal parrucchiere per trasformarle in zooey deschanel - parla alle donne disabili e, in generale, ai corpi non-conformi, a chi si è sentitə ripetere che l’amore (o l’indipendenza, o il lavoro, o i viaggi, o quello che vi pare) “non fa per te”. è una storia che insegna che trasformarsi nella persona che sogniamo di diventare non significa passare per un restyling dell’armadio o per un matrimonio, non implica il dover piegare il proprio corpo al diktat degli standard, ma necessita - prima ancora che dell’amore per sé stessə e di altre robe motivazionali da posterino su canva - di consapevolezza politica. ed è per questo che per me viola non è soltanto un meraviglioso esempio di come la letteratura rosa possa essere molto più che roba da femmine (a proposito di pregiudizi da decostruire. che poi, sono sicura che quando i maschi inizieranno a leggere romance, il mondo diventerà un posto migliore), ma è uno dei migliori romanzi di lotta che abbia letto negli ultimi mesi.