l'amore. l'amore è la ragione di tutto, dicono.uhm, detta così è un po' esagerato, sembra una di quelle frasi fatte che mettono dei baci perugina. il fatto è che io all'amore ci credo, ci ho sempre creduto, anche se non nella modalità confettata che ci propinano. quella è solo una versione pezzotta, buona per vendere cioccolatini il giorno di san valentino, una roba inventata da scrittori e cineasti senza fantasia per sbarcare il lunario. [...]solo che [...] il mondo ci tiene a farmi sapere che quella non è roba per me, e con la stessa insistenza di un rappresentante della folletto.
ve lo dico subito: io ho a-d-o-r-a-t-o questo libro, dalla prima all'ultima pagina, mi ha fatta sghignazzare senza ritegno in autobus e mi ha fatto piangere girando coltelli in piaghe mai chiuse e che forse non si chiuderanno mai ma-va-bene-così. e l'ho adorato non soltanto perché marina è un'amica ed è anche una delle persone più divertenti che conosca, ma perché quello che succede a viola, in questo libro, è un po' quello che è successo a me, tante volte.
quando trovi un libro che ti parla così, con tutto il cuore e sembra sapere chi sei, non puoi non adorarlo. e quindi, tutto quello che leggerete da adesso in poi è meno che mai un commento freddo e oggettivo (e dovreste esserne contentə perché quelli freddi e oggettivi sono i peggiori commenti ai libri che vi è capitato/capita/capiterà di leggere).
viola fa la biologa, lavora in un laboratorio con personaggi di simpatia discutibile, ha una migliore amica con cui condivide i suoi più “torbidi segreti” e che l’aiuta ad aggirare il soffocante sistema di sicurezza dei suoi genitori, adorabili ma ipermega protettivi nei suoi confronti. si definisce una “diversamente socievole” e la sua vita amorosa - fino ad adesso! - non è stata esattamente una roba da montagne russe.
ma - benedette siano le app di incontri! - sembra proprio che sia riuscita a incontrare un ragazzo per cui vale la pena stravolgere la sua quotidianità… o no?
grossomodo, eccovi la premessa a questo romanzo divertentissimo.
l’unica cosa che non ho scritto è che viola è una ragazza disabile, e così, quella che sarebbe una storia quasi banale, simile ad altre mille storie, diventa qualcosa di più unico che raro.
non perché viola sia un’eroina o una “persona speciale” o qualsiasi altra cazzata abilista vi stia venendo in mente leggendo queste righe ma perché, appunto, viola vive in un mondo in cui l’abilismo è talmente diffuso da permeare pensieri, giudizi e abitudini di chiunque, e così, vivere una vita normale - quasi banale! - diventa un’impresa davvero eroica: il mostro da combattere qui non è una qualche limitazione fisica ma l’imperante pietismo, infantilizzazione e l’inspiration porn che tuttə intorno a viola si sentono in dovere di esternare, quasi fosse una missione per conto di dio.
viola racconta una storia d’amore, ma soprattutto racconta cosa vuol dire crescere e diventare persone adulte in un mondo che annega nel suo pregiudizio qualsiasi identità non conforme. per viola la storia con marco è, in quest’ottica, una sorta di rivalsa, un modo per dimostrare quello che moltə non riescono (e non vogliono!) ad accettare, e cioè che anche le donne disabili sono adulte e hanno una vita sentimentale, relazionale e sessuale.
marina cuollo fa quello che quasi nessun altrə autorə fa: mette in scena una personaggia disabile senza ammorbarci con toni tragici e vittimistici, anzi! questo romanzo è un capolavoro di umorismo e tagliente ironia con cui viola e marina smontano pezzettino per pezzettino la mentalità chiusa, violenta e stigmatizzante delle persone cresciute a pane e abilismo, mostrandoci come l’idea che “la vita su una carrozzina non valga la pena di essere vissuta” nasce soltanto dalla paura meschina che la gente ha di perdere il suo privilegio di persona conforme.
e se non bastasse questo a farmi spellare le mani dagli applausi, da brava e coscienziosa femminista, marina cuollo racconta una storia d’amore che, finalmente!, sovverte questa benedetta gerarchia delle relazioni e dice ad alta voce che non per forza l’amore romantico e la “coppia” deve essere più importante degli altri legami e che sì, va bene pure vivere relazioni leggere e passeggere quando, come (e se) se ne ha voglia, lasciando più spazio alle amiche e alla propria crescita e realizzazione personale.
viola è un romanzo che finalmente - in un mondo di bruttine che bastano un paio di lenti a contatto e un giro dal parrucchiere per trasformarle in zooey deschanel - parla alle donne disabili e, in generale, ai corpi non-conformi, a chi si è sentitə ripetere che l’amore (o l’indipendenza, o il lavoro, o i viaggi, o quello che vi pare) “non fa per te”. è una storia che insegna che trasformarsi nella persona che sogniamo di diventare non significa passare per un restyling dell’armadio o per un matrimonio, non implica il dover piegare il proprio corpo al diktat degli standard, ma necessita - prima ancora che dell’amore per sé stessə e di altre robe motivazionali da posterino su canva - di consapevolezza politica. ed è per questo che per me viola non è soltanto un meraviglioso esempio di come la letteratura rosa possa essere molto più che roba da femmine (a proposito di pregiudizi da decostruire. che poi, sono sicura che quando i maschi inizieranno a leggere romance, il mondo diventerà un posto migliore), ma è uno dei migliori romanzi di lotta che abbia letto negli ultimi mesi.

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