no, piangere era inutile. isabella lo aveva imparato dopo aver passato i primi cinque anni del suo matrimonio a struggersi perché arrivasse qualcosa di meglio, e i successivi dieci a serbare rancore perché quel qualcosa non era mai arrivato. quando sopraggiungevano i pensieri cupi, nell'ora più silenziosa del pomeriggio, isabella cercava di ricordarsi che la sua vita era meglio di quella di molti altri. non era stata abbordata da una megera che elargiva doni malvagi, né era stata trascinata in un acquitrino da un cavallo sbandato, né era stata calpestata a morte da un nuckelavee.
pensavo che compro il libro per la copertina fosse solo un modo di dire e che almeno lə variə bookstagrammer che sfornano reel a tempesta leggessero davvero i libri di cui parlano, ma ho visto così tanti questo libro è una coccola, è così cozy! che mi sono dovuta ricredere.
è vero, ha una copertina carina e un tono allegro, ma isabella nagg e il vaso di basilico parla di violenza sulle donne e di quanto il capitalismo abbia cannibalizzato il discorso sui diritti dellə lavoratorə e l'abbia rivomitato come fuffa sulla produttività. cosa c'è di cozy me lo dovete spiegare, voi che adoro l'estethic di questo romanzo, le vibes! ma a quanto pare i contenuti non vi entrano in testa a meno che non ve li spieghino con degli hashtag sulla quarta di copertina.
è vero, ha una copertina carina e un tono allegro, ma isabella nagg e il vaso di basilico parla di violenza sulle donne e di quanto il capitalismo abbia cannibalizzato il discorso sui diritti dellə lavoratorə e l'abbia rivomitato come fuffa sulla produttività. cosa c'è di cozy me lo dovete spiegare, voi che adoro l'estethic di questo romanzo, le vibes! ma a quanto pare i contenuti non vi entrano in testa a meno che non ve li spieghino con degli hashtag sulla quarta di copertina.
(lo so che nella trama del libro c'è scritto "cozy", ma dovreste aver imparato che non bisogna mai fidarsi troppo delle trame scritte sui risvolti dei libri).
finita questa necessaria introduzione - che vale per questo libro tanto quanto per un sacco di altri - passiamo al romanzo di oliver darkshire.
in un mondo in cui il sole è portato a spasso da un maggiolino a cui piace fare un po' quello che gli pare, le lune sono due, la magia esiste e i goblin si riproducono letteralmente come funghi che nemmeno in the last of us, isabella nagg è una donna di mezz'età che conduce un'esistenza affatto invidiabile. ha un marito che fa venire a chiunque il desiderio di sperimentare presto la vedovanza, una fattoria che si traduce in troppo lavoro e poca resa, e una pianta di basilico che la accompagna fedelmente - e miracolosamente! - da decenni.
sotto al maggiolino del sole succedono cose strane e altre cose decisamente noiose: ad esempio, nel piccolo villaggio di isabella, lo sport preferito è il pettegolezzo e l'astio tra vicinə, vanno di moda i cespugli decorativi teriomorfi e le veglie funebri per evitare il risveglio dei lich.
inoltre, quando arriva l'autunno, i goblin provano a vendere la loro frutta mortifera porta a porta e i mariti idioti rubano grimori a casa degli stregoni che, almeno, hanno la cortesia di crepare prima di maledire anche le consorti degli idioti di cui sopra. o almeno questo è quello che fanno, rispettivamente, il signor nagg e lo stregone bagdemagus.
e così, solo per caso e con l'aiuto di un brutto gatto che non è davvero un gatto ma un grinalkin, isabella scopre che, nonostante tutto, anche lei riesce a gestire la magia.
beh, "gestire" è una parola grossa. in realtà, inanella casini uno dietro l'altro ma, se è vero che il fine giustifica i mezzi, risvegliare il peggiore degli episodi del suo passato e donare consapevolezza a un asino serviranno almeno a tirarla fuori da un'esistenza infelice e a trasformare completamente quello che sembrava essere il destino a cui sarebbe stata condannata per tutta la vita.
insomma, isabella nagg e il vaso di basilico è sicuramente un fantasy ma di cozy ha davvero poco (anzi, in certe scene si scivola verso l'horror).
come accennavo, il tono di oliver darkshire è sempre leggero, divertente, amaramente ironico (e molto inglese!), e a volte fa il verso ai trattati scientifici o ai resoconti d'esplorazione: tutte cose che rendono la lettura estremamente piacevole e alleggeriscono i momenti più cupi. la storia di isabella e di quello che accade intorno a lei è estremamente drammatica, ricca di riflessioni tutt'altro che leggere e di momenti di tensione e, nel costruire tutto questo, darkshire è stato bravo abbastanza da seminare qui e lì indizi che anticipano quel tanto che serve a mantenere sempre viva l'attenzione dellə lettorə, senza però esagerare e svelare tutto prima del tempo, accelerando verso un finale in cui si compie perfettamente il famigerato "arco di trasformazione del personaggiə".
a parte il discorso sulle etichette, che lasciano sempre il tempo che trovano (perché tentare di incasellare semplicisticamente un testo - anche una lettura di puro svago, come questa - in una qualche accozzaglia di "sottogeneri/categorie/hashtag" che, vi prego di ricordare, servono solo per facilitare la vita a quellə poveraccə che si occupano di marketing, è tanto inutile quanto, nel migliore dei casi, impossibile) isabella nagg e il vaso di basilico è un fantasy in cui la capacità di immaginare mondi altri non arriva troppo in là e, anzi, si fa un po' specchio delle schifezze del nostro mondo, dove anche se non si coltivano mandragore e i gatti sono carini ma non parlano, ci sarà sempre qualcunə dispostə a calpestare e sfruttare la dignità e l'esistenza altrui per riempirsi le tasche, così come ci saranno sempre uomini capaci di rovinare la vita alle donne pur di non imparare a farcela da soli.
e se a smontare un sistema così c'è una donna di mezz'età, non bellissima né dotata di particolari talenti ma soltanto piena fino all'orlo di stare a sopportare, allora per me vale la pena di consigliarvelo.
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