mercoledì 6 dicembre 2017

haxa vol.1 ~ i confini del vento & intervista a nicolò pellizzon

75 anni fa, quando la torre di al hillani venne distrutta, l'umanità scoprì di essere stata ingannata. la guerra che aveva causato un milione di morti era stata sfruttata dalle uniche forze che potevano impedirla. [...]

scoprimmo che esiste un'energia che unisce le particelle più piccole dell'esistenza. l'haxa.
questa forza ha due nature che sono in lotta da sempre, per quello che ne sappiamo.
l'ars goethia, la capacità di evocare creature da altre dimensioni. il disprezzo per la vita. il piacere per la distruzione.
l'ars alchemica, la facoltà di manipolare gli elementi a partire da particelle invisibili. la ricerca di un equilibrio anche al prezzo di vite umane.

passano i secoli, l'umanità si evolve e si scopre in grado di usare la magia. il mondo sembra diversissimo da quello di oggi, eppure alcune cose non cambiano mai, la paura rimane uno dei sentimenti più diffusi e su quella paura nascono leggi e regole, per quella paura si fa male agli altri e per quel male si viene feriti.
questo è il mondo in cui ci guida nicolò pellizzon nel primo volume della sua nuova serie (che sarà composta in totale da quattro libri), haxa, e quale migliore giuda potrebbe affiancarci se non una ragazza, sophia (quale nome migliore?) che è appena stata scoperta e denunciata come hexida, cioè in quanto in grado di usare l'haxa.
già perché nulla sembra spaventare più la gente che chi ha questi poteri: a scuola ai ragazzi, in cui eventualmente i poteri si manifestano durante l'adolescenza, viene insegnata la necessità di denunciare e denunciarsi ai primi sospetti, senza scegliere di nascosto una delle due vie, ma consegnandosi a degli istituti che sembrano un misto tra una prigione e un manicomio.
sophia sembra abbandonata da tutti adesso che la sua natura è stata rivelata, dagli amici, dai compagni, persino dai suoi genitori. il futuro che la aspetta non sembra dei migliori, ma l'incontro con mark - anche lui un hexida in incognito - sembra essere il punto di svolta: scappare, fuggire da una società che ti addita come mostro, che non vuole neppure provare a capirti, per trovare un posto tuo, lì dove puoi essere senza paura quello che sei.

il dramma di sophia è, magia a parte, quello di qualsiasi adolescente, e forse - insieme alle straordinarie capacità visionarie e inventive che creano un mondo solito e credibile in ogni suo aspetto - è questo il punto di forza di haxa: una terra lontana dalla nostra, futuristica, tecnologica, magica, ma in cui si consumano le stesse tragedie che conosciamo noi.
e non parliamo solo di adolescenti, ovvio, l'haxa genera paure anche fondate perché, come qualsiasi potere, se nelle mani sbagliate può causare gravissimi danni, basti pensare al risultato delle invocazioni di creature da altre dimensioni, che contaminano e inquinano la terra, o gli attacchi terroristici, organizzati da gruppi di hexidi evidentemente stanchi di essere ghettizzati.

ne i confini del vento pellizzon ci introduce in una storia che, come dicevamo, è ancora ben lontana dal concludersi. la storia di sophia, che dovrà confrontarsi non solo con i tradimenti, con la paura, con le mille menzogne raccontate per rendere gli hexidi dei mostri agli occhi del mondo, ma dovrà anche imparare ad accettarsi e a controllare e usare bene il suo potere, si intreccia poi con quella di aiko, claire e le altre ragazze come lei, un gruppo di reiette che opera di nascosto non solo per la propria libertà, ma anche per scoprire davvero quali misteri collegati all'haxa sono stati insabbiati.

come al solito, nelle tavole pellizzon mischia bellissime ragazze dal look un po' punk a creature ibride e a volte quasi demoniache, colorando tutto con una tavolozza acida che rende il mondo di haxa ancora più lontano, magico e futuristico di quanto non lo sia già, realizzando pagina dopo pagina dei capolavori grafici che - e qui è tutto soggettivo, ma lasciatemelo dire - hanno una forza straordinaria e una bellezza più unica che rara.

per scoprire qualcosa di più su questa nuova serie, lascio la parola al suo autore! buona lettura!

ciao nicolò e benvenuto su claccalegge!
il tuo nuovo lavoro, haxa, è – come dicevo – una serie di ampio respiro, di cui al momento abbiamo letto il primo numero. com'è nata l'idea di scrivere di un mondo così complesso, tanto simile al nostro per certi aspetti e tanto lontano?
Per me l'idea che la magia sia tra noi è più vicina alla realtà che alla finzione. Inoltre ho sempre considerato gli scienziati e i ricercatori i veri maghi della nostra epoca. Mi sono sempre chiesto cosa succederebbe se il metodo scientifico stesso venisse messo in discussione. Se alcune scoperte future non possano farci tornare a un epoca pre-scientifica. Potrebbero essere reali, funzionare, ma non essere dimostrabili, ad esempio. Credo che questa idea sia nell'aria da un po' di tempo.
il mondo di haxa è un mondo imperniato sulla magia, eppure, nonostante sia a tutti gli effetti un fantasy, non è difficile scorgere riferimenti a problematiche a noi vicinissime (mi viene da pensare ai pregiudizi che siamo tanto bravi ad affibbiare a chiunque sia diverso da noi, oppure alla paura purtroppo da anni sempre più reale e vicina degli attentati terroristici). secondo te, parlare di problemi reali ambientandoli in un mondo fantastico può essere più utile per riuscire a comunicare l'urgenza di certe problematiche?
Non credo nell'urgenza delle problematiche né delle cose da dire. Le cose che ho da dire le dico, non scrivo una storia per questo. Ma scrivo una storia per dire quello che non so come esprimere.
I temi di cui parli, sono presenti (soprattutto nel primo volume) in modo incidentale perché ho cercato di immaginare realisticamente "cosa succederebbe se...?". È corretto dire anche che la finzione, quando trattata correttamente, produce un effetto specchio con chi ne fruisce. Quindi ha la possibilità di esprimere le cose in modo più chiaro, ma solo perché mostra fatti possibili.
È poi chi legge che da riscontro a questa percezione.
tra insegnamenti di magia, poteri straordinari e ragazzi arrabbiati con un mondo di cui non si sentono far parte, è facile riportare alla mente altri titoli di fumetti, film e romanzi, ma quali sono stati i tuoi ispiratori per questo lavoro?
Rispondo sempre in modo differente a questa domanda perché per me sono un insieme molto ampio di cose sedimentate nella mia testa. Probabilmente Il Signore degli Anelli e Dune sono i principali. Un po' direi le Cronache di Terramare. Ma anche Sailor Moon, Magic Knight Rayearth. Poi  Matrix, Sense8 e in generale le sorelle Wachowsky. Per le protagoniste, invece Doom Generation, Heathers, It.
sia nelle tue opere precedenti che qui in haxa, la commistione tra fantastico, magico, ultraterreno e quotidiano è uno dei temi fondamentali, una sorta di marchio di fabbrica. cos'è che preferisci, da autore, di questi elementi? le possibilità narrative o quelle grafiche?
Credo di non preferire da solo nessuno di questi. Per me sono gli elementi che costituiscono la realtà. La fantasia, la magia e le cose ultraterrene fanno parte della mia vita. Qualche anno fa preferivo le possibilità grafiche nel mio lavoro e anche se so che per la buona riuscita di un opera devono equilibrarsi a quelle narrative, ora preferisco concentrarmi sulla storia (o le storie) e lasciare che le immagini fluiscano da essa liberamente, senza cercare sempre l'immagine forte...
le tavole di haxa sono forse le più colorate tra tutte quelle delle tue opere, che valenza ha questa scelta cromatica nella storia?
Guardandolo una volta finito, penso che la colorazione rispecchi i contrasti della storia, e contemporaneamente anche il fatto che non esistono verità polarizzate, ma una vastità di caratteristiche e differenze. Ho cercato di superare il concetto di colore>realismo, in modo da avere così tanto colore da rendere irreale e ipervariegata la realtà.

ho notato che spesso prediligi i personaggi femminili, è una preferenza puramente grafica o il fatto che sia una ragazza la protagonista della tua storia ha un qualche tipo di rilevanza a livello narrativo?
Nella vita privata raramente riesco a stringere rapporti di amicizia con i ragazzi. Non mi sento proprio in questo ruolo. Quindi per me restano sempre un po' degli estranei. Sebbene quello che faccio nelle relazioni sociali sia mettermi a fondo nei panni di tutti (sembra una cosa bella, ma deve essere abbastanza fastidiosa). Le protagoniste dei miei libri sono femmine perché riesco a sentirmi più a mio agio. In Haxa sono in schiacciante maggioranza rispetto ai personaggi maschili. Ricordo di aver pensato mentre lo scrivevo che avrei dovuto metterci più maschi, almeno per arrivare a metà. Ma poi mi sono risposto un "chissenefrega, è la mia storia e decido io". Quindi non ha nessuna rilevanza a livello narrativo, nella stessa misura in cui nel Ghostbusters degli anni '80 erano tutti maschi, no? :)
e a proposito di personaggi, ce n'è qualcuno che preferisci?
Preferisco Aiko, perché non riesco a non apprezzare le persone che hanno un carattere di merda (sempre per quella cosa del mettersi nei panni degli altri fino in fondo...). E poi è pazza.
i confini del vento è solo il primo di quattro libri dedicati all'universo di haxa: hai già in mente tutta la storia o lascerai i tuoi personaggi liberi di agire in uno schema più o meno dettagliato?
Tutti i personaggi saranno liberi di muoversi in uno schema abbastanza dettagliato. Ma soprattutto, a differenza di altre saghe cresceranno e il loro carattere subirà delle evoluzioni precise. Non resteranno delle eterne adolescenti. Diventeranno adulte, peggioreranno o miglioreranno. Avranno cicratici che si porteranno sempre appresso.
in parallelo a haxa pensi di dedicarti ad altri lavori? anche, ad esempio, collaborazioni come quella (che io ho adorato) con bonelli per il numero di dylan dog color fest favole nere?
Al momento non c'è niente di programmato, ma è nelle mie intenzioni. L'episodio per Dylan Dog Color Fest sarà l'unica collaborazione con Bonelli.
cosa ne pensi del mondo delle autoproduzioni? dopo abraxas pubblicheresti altri albi senza appoggiarti a un editore, oppure partecipando a delle antologie collettive?
Penso che siano cambiati i tempi, sia nella mia crescita artistica, che per il mercato in generale. 
Su internet (che è il canale principale) devi re-inventare continuamente i veicoli e i modi di comunicare, e secondo me sarà sempre meno praticabile per i progetti indipendenti perché vengono inghiottiti in un istante negli algoritmi dei social network. Quindi è diventato più complesso produrli da solo (ho partecipato ad antologie solo in rari casi) a meno che non ci sia un progetto di promozione articolato che in questo momento non ho il tempo di seguire. Passerà un po' prima che lo trovi per autoprodurre qualcosa di originale come Abraxas, anche se ho già cose in mente.
ci puoi dare qualche anticipazione su cosa succederà nel prossimo volume di haxa?
Posso dirvi che ci saranno due nuovi personaggi. La mia preferita si chiama Tsisia, è Goetiana e fa parte di un gruppo contrapposto all'Hexacustodit chiamato "il Consorzio".
Quando la conosciamo, vediamo che ipnotizza una ragazza con cui ha fatto sesso per rubarle i soldi. Ma non si capisce bene come abbia fatto. Non è uno spoiler vero perché sono solo le prime 5 pagine. Nel secondo volume tutte le dinamiche del mondo sono già state raccontate. Quindi succederanno un sacco di cose.
ti ringrazio tantissimo del tempo che ci hai dedicato e ti faccio un mega in bocca al lupo per i tuoi prossimi progetti e per il futuro di haxa! a presto!

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