giovedì 29 dicembre 2016

rogue one - a star wars story

una nuova speranza, il IV episodio di star wars e il primo film della saga, iniziava raccontandoci che poco prima, un gruppo di valorosi ribelli era riuscita a trovare e rubare i piani del progetto della morte nera, la terribile arma imperiale capace di distruggere interi pianeti. da quel momento, ai nostri protagonisti toccava sfruttare al meglio quelle informazioni per annientare la minaccia.
il resto della storia lo conosciamo da quasi quarant'anni.
ma come è riuscita l'alleanza a ottenere le informazioni necessarie a luke per poter distruggere la morte nera?


rogue one risponde dopo anni a questa domanda, dando finalmente agli eroi che permisero in episodio IV la nascita di una vera speranza di sconfiggere definitivamente l'impero, il giusto riconoscimento: rogue one è il primo spin off della saga di star wars, un film che sa di star wars ma non è ancora star wars, che è uno dei migliori preludi che si potessero immaginare alla trilogia più famosa e amata dell'intera saga, e che al contempo, riesce a contribuire pienamente alla creazione e all'ampliamento di un background solido e coerente.

non è ancora star wars, ma l'universo è quello che abbiamo conosciuto fino a ora.
solo che rogue one si focalizza su qualcosa in particolare, ovvero l'oppressione imperiale nella sua forma più vera e spietata, un impero forte e ambizioso, ben organizzato e letale, che ha ancora poco a che vedere con quello di episodio IV e con i meme sulla mira degli trooper assaltatori. qui si lascia da parte l'elemento fiabesco che ha sempre caratterizzato la saga, preferendo personaggi con background e obiettivi più realistici.
manca insomma quel tocco di epicità che ha reso celebri i sette film precedenti, musica compresa, che è poi quello che mi è piaciuto meno in questo film (sì, parlo della colonna sonora che è un po' sottotono rispetto a quello a cui siamo abituati), a favore di paesaggi spettacolari e un'attenzione maggiore alla questione politica e bellica in cui versa la galassia: insomma rogue one più che un fantasy/fantascientifico è un vero e proprio film di guerra, in cui il confine tra buoni e cattivi è molto meno netto di quanto non sia stato fino ad adesso.

in un certo senso, la storia di rogue one la si conosce già, ed è facile capire, proprio per l'atmosfera di cui sopra, più realistica e meno fiabesca, come finirà la vicenda, ma in ogni caso, se non l'avete ancora visto, fermatevi qui.
da adesso in poi *attenzione agli spoiler!*

l'impero e l'alleanza ribelle


la prima osservazione che ci è venuta spontanea non appena finito il film è stata sui diversi atteggiamenti dell'impero e dell'alleanza ribelle.
il primo appare meglio organizzato e più minaccioso di quanto non sia stato fino ad adesso.
da un certo punto di vista, credo che molto sia dovuto ai budget di produzione. insomma, non c'è molto da stupirsi se i trooper di una nuova speranza sembravano un po' tonti, e l'impero troppo facile da colpire: si tratta pur sempre di un film realizzato nel 1977, con effetti speciali limitati dalla tecnologia dell'epoca, un film che non aveva alle spalle 40 anni di franchising e una schiera di fan sfegatati, né tanto meno chissà quale investimento economico, un film in cui si poteva anche essere ingenui (e forse proprio per questo siamo così affezionati alla vecchia trilogia).
ma c'è anche da dire che in questo momento, durante la storia raccontata in rogue one, l'impero è al massimo della sua potenza: in meno di vent'anni, il potere imperiale è cresciuto a dismisura, interi pianeti sono stati assoggettati e la morte nera, la più potente arma mai creata prima, anche se non è del tutto completata è già funzionante e ha dato prova della sua terribile potenza: è un impero forte e sicuro di sé, un impero che ha ormai estinto l'ordine jedi e che non ha nulla da temere, di certo non l'alleanza ribelle.
o non ancora, almeno.
dall'altra parte l'alleanza è ancora allo stato embrionale: divisa al suo stesso interno, scossa dalla disfatta dei jedi e dall'ascesa dell'impero, non ha compreso qual è la sua forza, il suo potenziale. i ribelli non sono ancora capaci di sognare in grande, di appigliarsi a piccole speranze per affrontare missioni dall'esito improbabile, come quella che vedremo - o meglio che abbiamo visto - in una nuova speranza. ma proprio grazie alla caparbietà della squadra rogue one l'atteggiamento della ribellione cambierà radicalmente.

questo film è il punto di svolta, quello che segna il passaggio da teniamo i piedi a terra a possiamo farcela, in poche parole.
almeno per quello che riguarda l'alleanza ribelle.
se da un lato l'esito della missione da, appunto, una nuova speranza alla galassia, dall'altro, per l'impero, mostra i punti deboli: infiltrati, traditori, spie, tutti frutti del principio fondamentale a cui si ispira - e aspira - l'impero: la brama di potere, la volontà di sopraffazione, a qualunque costo. lì dove manca un obiettivo comune, lì dove gli alleati sono resi tali solo per paura, non ci si può aspettare che traditori e doppiogiochisti.

la squadra rogue one


nonostante i membri della squadra rogue one siano i protagonisti del film e siano tutti personaggi affascinanti - sui quali avremmo voluto sapere di più, fin da subito, fin da prima di capire che se non li abbiamo mai visti negli episodi successivi un motivo c'è - è molto più difficile affezionarsi a loro rispetto, ad esempio, ai nuovi personaggi di episodio VI, e ci si rassegna subito alla conclusione della storia per quella che è, senza troppo coinvolgimento emotivo (o almeno, per me è stato così. non ho sentito mio il dramma di nessuno, forse solo un po' per k-2so, ma c'ho un debole per i robot e sono di parte).
credo che il motivo sia dovuto principalmente a due fattori: il primo, è che nonostante la protagonista sia jyn erso, in realtà nessuno della squadra ha un ruolo predominante rispetto agli altri, nessuno spicca ai nostri occhi.
il secondo fattore, forse ancora più importante, è che nessuno dei personaggi ha un vissuto misterioso, un qualche trauma o privazione infantile che lo ha nobilitato e lo ha reso un eroe senza macchia e senza paura.
nessuno dei membri della squadra rogue one è un eroe: un droide imperiale riprogrammato come ribelle, un monaco a cui è stato distrutto il suo tempio e che vive credendo a qualcosa che non ha mai potuto veramente sperimentare, un assassino senza scrupoli il cui unico interesse è proteggere il suo amico, un pilota disertore e traditore, un ribelle cresciuto come tale che non ha mai conosciuto alternative e ha fatto ogni genere di cose in nome della sua giusta causa, una ragazzina che ha perso la famiglia, che crede che il padre sia un traditore colpevole di essersi arreso a chi ha ucciso sua madre, che ha passato tutta la vita a diventare un soldato, più per rabbia che per un qualche alto scopo.
ecco chi sono i componenti della squadra rogue one. ognuno decide di prendere parte alla missione per un motivo più o meno personale, ma c'è un altro, grande, enorme perché dietro alla loro scelta, ed è semplicemente il fatto che, in fondo, non hanno nulla da perdere.

nonostante il loro essere non-eroi, nonostante si tratti di personaggi che non incontreremo più, i membri della squadra rogue one, dicevo, sono personaggi affascinanti a loro modo: k-2so è il droide con il miglior senso dell'umorismo che abbia mai incontrato nella saga, se si esclude la scena dell'accendino di bb8, il suo design e le movenze da film ghibli lo rendono un bel personaggio e, dicevo anche questo, sarà che sono particolarmente sensibile al fascino dei droidi, è stato uno dei miei personaggi preferiti.
chirrut îmwe, il monaco cieco che combatte come se fosse uscito da un film sul kung fu, è un altro dei personaggi che ho più amato nel film e si potrebbe dire che è quello che rende rogue one un film di star wars: il suo addestramento, fisico e mentale, lo rende un guerriero che ci regala gli scontri più spettacolari del film, abbastanza da non farci rimpiangere troppo lo sfrigolio delle spade laser. chirrut è al contempo il più saggio, quello che più di tutti ha riposto fiducia nella forza. se gli fosse stato dato più spazio, sarebbe entrato a pieno diritto nel mio cuoricino accanto al maestro yoda.
fedele compagno di chirrut è baze malbus, assassino senza troppi scrupoli e guerriero impavido. chirrut gli dice "non mi serve la fortuna, io ho te", ed effettivamente baze si direbbe l'ombra del monaco. il suo modo di combattere è meno spettacolare, di quello della sua controparte, una sorta di indiana jones senza cappello e con una pistola molto più potente, ma l'aria annoiata durante gli scontri è la stessa di quella che l'archeologo tira fuori quando è sicuro di vincere.
bodhi rook è il pilota imperiale disertore: convinto da gareth erso a portare un messaggio di avviso all'alleanza per avvisarli della costruzione di un'arma letale, bodhi è un'ottima risorsa per la missione rogue one. inizialmente, esattamente come cassian andor - nato ribelle, combattente fin dalla più tenera età, è un tipo che esegue gli ordini senza controbattere, almeno fino a che non incontra jyn - non sembra troppo convinto di fare qualcosa di più di quello che è il suo compito, ma pian piano le ragioni della ribellione diventano anche le sue.


infine jyn erso, la vera protagonista del film, di cui conosciamo subito l'infanzia triste, segnata dalla morte della madre e dalla condiscendenza del padre nei confronti dell'impero, che per tutta la vita è stata addestrata come soldato e che è stata liberata da un campo di lavori forzati dai ribelli per via del suo legame con gareth erso, grazie al quale i ribelli sperano di poter accedere alle informazioni sulla morte nera.
jyn ricorda un po' la rey de il risveglio della forza, senza però avere le capacità straordinarie della misteriosa protagonista che ci ha incantati lo scorso anno.
in jyn non scorre potente la forza, quello che la anima è più la rabbia prima e la voglia di vendicarsi contro l'impero che ha distrutto la sua famiglia poi. è una combattente ma non ha capacità mistiche di alcun tipo e come ogni soldato lavora meglio in squadra, quindi niente duelli epici e ansiogeni per lei.
è una tipa tosta, indurita da una vita ingiusta, che, come accennavo, non ha più niente da perdere ma può solo affidarsi alla speranza che per la galassia le cose cambino.
una ragazza che pian piano inizia a capire che la sua vita non è stata distrutta da suo padre, ma dall'impero, che si accorge che tutto il suo addestramento può essere utile a qualcosa, che la vera ribellione non può basarsi solo sulle possibilità effettive di vittoria, ma sulla speranza.
una ragazza che si trasforma in modo incredibile durante la vicenda e alla quale davvero avrei voluto fosse stato dedicato un po' di tempo in più sullo schermo.

dopo leia e rey, jyn è un esempio di quanto star wars sia riuscito a cambiare l'idea che se ci deve essere una donna in un film, deve essere debole, fragile vittima in attesa di qualcuno che arrivi a salvarla, con il quale poi vivere la storia d'amore perfetta, felici e contenti per sempre blabla.
non c'è bisogno di tutto questo per jyn, non c'è nemmeno bisogno di negarlo.
come era successo in il risveglio della forza, nessuno si stupisce se una donna combatte, nessuno tira fuori minchiate insopportabili come "ehi sei forte per essere una ragazza", nessuno si comporta con lei lasciandosi condizionare dal suo essere femmina, ne lo fa lei.
per questo continuo a credere che i film di star wars - sopratutto questi nuovi film - siano fondamentali anche per quello che riguarda la questione circa gli stereotipi di genere e la necessità di abbandonarli per sempre.
ed è anche per questo che amo alla follia star wars.

2 commenti:

  1. Ho recuperato il film da pochissimo quindi eccomi qua ^_^/ non sono una fan sfegatata di star wars ma ho visto e rivisto tutti i film con piacere. Ero molto curiosa per rogue one perché ne ho sentito parlare benissimo ovunque. Il film non è fatto male e ha risposto ad un quesito che molti si chiedevano (la presenza del pertugio nella morte nera) però...mi ha lasciata totalmente indifferente. Il finale (che ovviamente mi aspettavo) non mi ha commossa o coinvolta in alcun modo e nessuno dei personaggi mi ha particolarmente convinta. Apprezzo come te che abbiano proposto una rappresentazione della donna combattente, ma oltre quello il vuoto cosmico. Sarà che i film di guerra non mi hanno mai attirata e questo è proprio un film di guerra, senza la componente fiabesca della saga principale. Anche a livello di recitazione nessuno mi ha particolarmente convinto, complice forse un doppiaggio poco riuscito per alcuni personaggi :/ non so...questo film mi ha confusa perché pur essendo bello nella forma, non mi ha lasciato niente e non mi è fregato niente di nessuno per tutto il film :(

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    1. ecco, in qualche modo è stato così anche per me: bellissime scene, bellissimi scenari, bella la storia, bello anche come film di genere, la mancanza del lato più fiabesco l'ho sentita fino a un certo punto... però come dici tu, e come scrivevo più sopra, non sono riuscita ad affezionarmi davvero a nessun personaggio.
      ma credo che la cosa sia intenzionale, sarebbe stato crudele spazzarli via tutti dopo neanche due ore dopo che ti ci sei affezionato.
      però i personaggi mi sono piaciuti, sono tutti molto realistici e funzionano bene con la storia.
      insomma, la saga originale è tutta un'altra cosa però!

      sono curiosa adesso di vedere lo spin off su han solo, quello credo che sarà completamente diverso!

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