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martedì 26 dicembre 2017

star wars VIII - gli ultimi jedi (considerazioni sparse, fangirlismo e spoiler come se non ci fosse un domani)

due anni fa scrivevo dell'entusiasmo che anticipava l'uscita del settimo episodio, il primo che avrei visto al cinema (ammetto di aver scoperto star wars dopo la trilogia prequel), della scarsa sopportazione che avevo per tutte le critiche fatte ancor prima che il film uscisse e poi per tutti quelli che ma non è come i primi film ergo non è star wars, roba che ogni volta ormai da tre anni mi fa impazzire dai nervi: ma davvero? siete sicuri sicuri che questo non sia star wars? esattamente, cosa avete visto nei primi tre film che a me è mancato? il tizio cattivissimo che è cattivissimo perché corrotto dal lato oscuro della forza? il ragazzino che non ha mai preso in mano una spada laser o pilotato un'ala x che dopo mezz'ora diventa il jedi più potente di tutti? gli animaletti buffi e carini? il vecchio maestro jedi che ha sbagliato, fallito? le scenette comiche (che non facevano nemmeno troppo ridere)? era davvero tutto così perfetto? no, credetemi, adoro quei film, ma no, non sono nemmeno lontanamente perfetti. mi sa che il vero, enorme problema è che troppa gente ormai ha deciso di entrare al cinema con la voglia di lamentarsi di tutto, per poi raccontarlo su qualsiasi piattaforma, senza peraltro aggiungere nulla alle lamentele e spesso alle parolacce.
ma se vi piace così, allora va bene, pace a voi, mi spiace un sacco perché vi perdete tutto il divertimento.


torniamo a episodio VIII ~ gli ultimi jedi: devo ammettere che ho dovuto vederlo due volte per apprezzarlo appieno. dopo la prima visione ero vagamente confusa, non avevo colto parecchi dettagli che poi sono fondamentali e non avevo fatto tutti i giusti collegamenti, non ero riuscita a capire tutte le scene che svelavano prima le risposte che aspettavo tanto e che venivano date dopo.
il mio enorme problema non era essere entrata al cinema chiedendomi se questo star wars sarebbe stato abbastanza star wars, ma se avrei finalmente capito come era andata avanti la vicenda degli skywalker durante i trent'anni che intercorrono tra il ritorno dello jedi e il risveglio della forza.
per me tutto ruotava intorno a rey e luke, al loro legame, a cosa sarebbe successo adesso che si erano incontrati di nuovo.

ecco, lezione numero uno: non siate tanto arroganti da credere che le vostre fanfic mentali siano migliori di quanto sappiano scrivere dei professionisti, perché al 99% vi sbagliate. lasciatevi condurre dalla storia, fatevene stupire e non sarete delusi.
io l'ho fatto alla seconda visione e ho scoperto che questo film è strepitoso.

lezione numero due: star wars non è la storia degli skywalker, lo abbiamo pensato dopo la trilogia prequel, che pure tanto sta sulle palle ai puristi che vanno benissimo gli orsetti teneri che sconfiggono gli imperiali con le cerbottane ma il percorso psicologico che sta alla base di uno dei migliori villain del mondo no. è la storia di una galassia lontana lontana e delle forse del bene e del male che si scontrano cercando di prevalere una sull'altra, incarnate dagli uomini che non vivono abbastanza da sopravvivere a questa lotta eterna. un tempo è toccato agli skywalker, ma altri sono stati gli eroi prima di loro (e già rogue one aveva parlato chiaro), altri saranno dopo di loro.

uno dei bellissimi scatti che annie leibovitz ha realizzato per vanity fair

gli ultimi jedi inizia, come è tradizione che sia, con una battaglia stellare, a suon di raggi laser ed esplosioni, con piloti coraggiosi ed eroici che finalmente vengono considerati per quello che sono: uomini e donne (e qualsiasi sia l'equivalente per le razze non umane) disposti a dare la loro vita per i valori in cui credono, quelli della ribellione.
ne avevamo visti fin troppi piloti morire in un lampo durante queste battaglie, dimenticati un attimo dopo, come se la loro esistenza non valesse nulla. adesso finalmente viene loro riconosciuto un valore, nel primo di tanti momenti amari con uno di quei personaggi che incarnano lo spirito stesso di star wars: la per-noi-sempre-principessa leia, generale delle forze ribelli, saggia, potente, con gli occhi stanchi di una vita di battaglie eppure sempre in prima linea contro il lato oscuro, nonostante tutto quello che le costi a livello personale.
leia è, fin dal primo momento, così grandiosa che possiamo perdonarle persino la più kitch delle scene di tutto il film (e speriamo di tutta la trilogia, anche perché peggio di questa la vedo veramente difficile).
e a noi, che già al primo momento in cui viene inquadrata tocca trattenere le lacrime consapevoli che questo è l'ultimo film in cui apparirà, non rimane che smorzare l'entusiasmo di una disperata e spettacolare missione in qualche modo compiuta e renderci conto che sì, sono passati trent'anni, siamo cresciuti tutti ed è ora di renderci conto che dietro ogni booom c'è una storia che si spegne.

nel frattempo andiamo finalmente all'incontro più atteso degli ultimi due anni: rey porge la spada a luke, lui la guarda in silenzio. in quei pochi attimi, i cervellini di fan stanno lavorando freneticamente sulle possibili mille trame che si originano da questo momento, fantastichiamo di riconoscimenti, di riunioni familiari, di esplosioni di entusiastico eroismo e invece ci dobbiamo accontentare del più scazzato dei luke skywalker possibili, che soppesa la spada in mano come se fosse l'ultimo dei rottami e la scaglia alle sue spalle, andandosene via senza una parola (e mettendo in pericolo un paio di curiosi polletti dall'aspetto adorabile che stavano per accenderla incautamente).
niente, niente di tutto quello che avevamo immaginato fino ad adesso è accaduto, ed è ovvio sentirci spaesati tanto quanto rey. alla poveretta, con la quale luke praticamente si rifiuta di parlare (sarebbe stato un grandissimo campione al gioco del silenzio), non rimane che seguirlo durante le sue giornate fatte di una routine che a tratti è decisamente spettacolare (la pesca con quella sorta di mega arpione farebbe impallidire qualsiasi capitano achab), fino al momento in cui qualcosa - la forza? - non la richiama verso un vecchio albero secco, nel cui tronco cavo trova degli antichissimi libri. lì finalmente luke decide di capirne qualcosa di più su questa ragazza che la ribellione ha chiamato per convincerlo ad aiutarli.
sembra fermo nella sua decisione: i jedi devono scomparire, sono troppo pericolosi e lui non ha nessuna intenzione di addestrarne di nuovi, ha già fallito con ben, ha ferito leia, ha ferito han, ha dato al lato oscuro un uomo di eccezionale potenza, ha peccato di presunzione, lui che era riuscito a convertire persino darth vader, che l'aveva redento a un passo dalla morte, lui ha segnato il destino di suo nipote. convinto da rey che la colpa non è sua, ma di kylo ren, decide di addestrarla.

lezione numero tre: la forza non appartiene esclusivamente ai jedi, sticazzi dei midichlorian, quella dei jedi è una religione. gioia massima per i fan della vecchia serie, ammesso e non concesso che, troppo presi dal criticare tutto, l'abbiano capito.

se a noi l'addestramento di rey conferma quello che sapevamo già, che è potente nella forza, in luke scatena il panico: solo una volta ha visto qualcuno usare la forza come lei, e quella volta è stato ben solo. ricordatevi la lezione numero uno e frenate gli entusiasmi.

inutile raccontarvi tutto il film, anche perché se state leggendo questo papiro pieno di spoiler siete dei pazzi, passiamo direttamente a un paio di cose fondamentali su kylo ren e rey: quando anakin viene corrotto dal lato oscuro, il suo maestro non se ne accorge e non riesce poi a salvarlo, ma quando è ben solo a essere tentato da lord snoke, è proprio l'eccesso di zelo di luke, sicuro che il ragazzo non possa essere redento, a portarlo a diventare kylo ren, tradendo la sua fiducia e provando a ucciderlo nel sonno. insomma, è stato luke a creare kylo, anche se fino a ora non l'ha ammesso.
tra kylo ren e rey si instaura un rapporto molto particolare, che ricorda quello tra luke e leia. in quale modo, i due sono connessi dalla forza, riescono a vedersi, parlarsi e - in una delle scene più belle del film - a toccarsi. non è chiarissimo il tipo di legame tra loro, ma sembra chiaro che ben, separato dai genitori, tradito da zio e maestro, in collisione con lord snoke - con cui non c'è certo il rapporto di mutuo bisogno che c'era stato tra darth sidius e darth vader - e perennemente circondato da idioti, veda per qualche ragione - ok, smettiamola, io li shippo tantissimo dall'episodio VII, ho bisogno che finiscano insieme anche se questo va contro ogni ragionevole aspettativa - in rey l'unica compagna possibile (tu non si nessuno. ma non per me e subito dopo il rumore del mio piccolo cuoricino di fangirl che esplode). lei invece, è sicura di poterlo portare al lato chiaro della forza, di redimerlo, di farlo combattere nella resistenza al fianco di leia - anche questo, avrei potuto piangere tutte le mie lacrime di gioia - certa di aver visto qualcosa di buono in lui.

*internally screaming*

bellissima e un po' claustrofobica la scena in cui rey, richiamata in qualche modo nella parte oscura dell'isola, si perde in una sorta di gioco di specchi che diventa quasi una metafora del suo ruolo in questa storia, quello che poco più avanti kylo ren avrebbe chiarito brutalmente.
in un cerchio infinito di rey che si estende in avanti e indietro, come un loop temporale in cui lei è inizio e fine di se stessa, rey comprende che quello che sta cercando, quelle radici che la aiutino a comprendere qual è il suo posto nella galassia, perché a lei e non a qualcun altro è toccato di vivere tutto questo, l'unica risposta è il suo stesso volto.
rey non è una skywalker, non si origina da una sorta di leggenda, da una profezia, non c'è nulla di già deciso prima di lei che la riguarda. è solo se stessa, senza un passato alle spalle e senza altro che la aspetti che non dipenda da lei.

anche se nel frattempo poe dameron, finn e un nuovo personaggio - rose - stanno cercando di risolvere il grandissimo nuovo problema della resistenza (questa volta niente morte nera o simili da far esplodere, devono introdursi sull'ammiraglia nemica e disattivare un tracciatore che non permette alle navi ribelli, ormai decimate e a secco di carburante, di scappare) che ha qualcosa di pazzo ed epico come ce l'aveva la missione quasi suicida di luke, e poi quella della base starkiller ma che almeno per questa volta, va in modo in po' più veritiero, e anche se grazie a loro ci viene finalmente presentato il vero - o almeno uno dei veri - motivo della guerra, ovvero il fruttuoso commercio di armi che sta dietro i grandi valori di cui ribelli e primo ordine si fanno portavoce, e ci viene ricordato che gente come han solo si incontra una volta sola anche nell'arco di varie generazioni, e che i criminali solitamente non rischiano la loro vita per pace, giustizia e libertà, kylo ren e rey rimangono, probabilmente perché più legati all'aspetto mistico della forza che alle questioni politico-militari, al centro di tutta l'attenzione e di tutti i dubbi.

le intenzioni erano anche buone, eh, ma...

sicura delle sue idee, e dopo aver capito che luke non se ne andrà via dall'isola ad aiutare la resistenza, rey si reca direttamente da kylo ren, sulla stessa nave di lord snoke, e kylo la conduce, come richiesto, davanti al leader supremo.
la scena è parecchio simile a quella in cui luke si trova davanti all'imperatore, condotto da darth vader, così simile che ci aspetteremmo che le speranze di rey si realizzino.
personalmente ho trovato la sequenza che segue tra le più epiche di tutto il film, sicuramente la mia preferita: confondendo la mente di snoke con un giochino semplicissimo e geniale, kylo riesce a ucciderlo, sconfiggendo poi con rey le guardie rosse in una serie di duelli spettacolari. alla fine, rey è convinta di averlo realmente portato dalla sua parte, ma il vero obiettivo di kylo ren è un altro: distruggere il vecchio stato delle cose, annullare jedi, sith, ribelli, primo ordine, ogni cosa, e costituire un nuovo ordine nella galassia.
è stato solo per pochi secondi ma sono saltata su dalla sedia.
lo so che ai fan puristi di star wars non piace nulla che non sia quello che già abbiamo visto, ma io sono per i grandi sconvolgimenti: lo stesso equilibrio che c'è in kylo ren tra luce e oscurità poteva risolvere questa assurda guerra tra due schieramenti semplicemente lasciando che a governare la galassia non fossero due forze contrapposte ma un'unica forza in grado di gestire entrambi gli aspetti del reale, senza assoluti che possano ancora giustificare un protrarsi del conflitto.
certo, così finisce tutto il senso di star wars stesso, ma poteva essere l'inizio di qualcosa di nuovo, certamente è qualcosa che dovrà essere risolto nel prossimo film perché in questo rey non prova neppure a capire cosa le offre il suo - ormai è chiaro - speculare.

mai subito tanto il fascino del lato oscuro...

rey dunque va via e torna dai ribelli, che nel frattempo sono stati pesantemente decimati, dopo che la missione di finn e rose è fallita, che leia - ferita - ha dovuto lasciare il comando al viceammiraglio holdo che, in sintonia con leia e contrariamente a ogni mia aspettativa (lo odiata per quasi tutto il film salvo poi pentirmi e sentirmi la persona più cattiva e ingrata del mondo alla fine), ha preferito un piano che funzionasse in ritirata, per salvare i superstiti, piuttosto che giocare in attacco, andando incontro a una sicura sconfitta, ma che non è riuscito proprio a causa di finn, rose e del loro apricodici, il già citato dj, che li ha venduti al primo ordine, svelando il loro piano b.
intrappolati in una vecchia base della resistenza, su un pianeta desertico ma decisamente scenografico, riescono a salvarsi grazie all'apparizione in extremis di luke.
ebbene sì, anche se aveva detto a rey che non sarebbe andato ad aiutarti, luke è arrivato.
ora, non so quanti abbiamo fatto caso ai millemila inspiegabili particolari che rendono strana questa scena, ma a me in un primo momento ne erano sfuggiti parecchi, anche se era veramente assurdo che fosse passato dal parrucchiere prima di andare ad affrontare il nemico che lui stesso aveva creato.
insomma, come ha fatto luke ad andarsene dall'isola se non era sul falcon e se la sua navicella ci è stata mostrata come relitto in fondo al mare? e come è entrato in quella grotta se c'è un unico ingresso (chiuso)? perché ha la spada di anakin, che è stata spezzata poco prima da kylo e rey? e ancora, com'è che è l'unico i cui movimenti non lasciano i segni rossi che ci mostrano da ore sul terreno di battaglia? e se tutto questo non vi ha fatto venire alcun dubbio, come diamine fa a resistere a tutti quei colpi di cannone e alla spada di kylo ren che lo trapassa un paio di volte?
ok, luke non è davvero lì, è sempre sull'isola, ha solo (solo si fa per dire...) mandato una sorta di proiezione astrale da usare come un mantello rosso davanti a un toro, lì a far distrarre kylo ren, a fargli perdere tempo in un duello impossibile mentre i superstiti della resistenza, grazie a rey e a delle volpi di cristallo (vi siete sentiti in colpa per aver pensato che erano belle ma inutili proprio come le statuine di swarovsky della nonna, vero?), riescono a mettersi in fuga sull'immancabile falcon, non prima di un ultimo contatto tra rey e kylo ren che sembra voler dire che no, tra loro due non è ovviamente finita qui.
il sacrificio finale di luke ci fa perdonare i suoi trent'anni in fuga, la sua paura, il suo non voler rischiare per essere sicuro di non fallire. certo, ha fatto un sacco di errori, ma alla fine ha scelto di fare la cosa più giusta che potesse fare, e a dirla tutta, mi è sempre stato un po' antipatico, ma adesso mi mancherà.

ultimissima scena di cui tener conto, anche se non è chiarissimo se è giusto una metafora o qualcosa in più, il film si chiude con uno dei bimbi che finn e rose avevano incontrato durante la loro missione. rimproverato da un enorme orribile alieno-padrone perché stava giocando invece di lavorare, lo vediamo muovere con la forza una scopa e poi impugnarla come una spada, mentre guarda il cielo stellato attraversato da una scia che è forse una nave.
insomma, i ribelli sul falcon saranno anche pochi, ma la scintilla che appiccherà il fuoco che distruggerà il primo ordine non si è spenta e sembra che la paglia su cui attecchire sia ancora presente nella galassia.

i porg! i porg! sono la mia nuova ossessione!

alla fine ho raccontato del film molto più di quello che avevo in mente, eppure non è ancora abbastanza. perché episodio VIII è un perfetto passaggio verso quello che tra due anni sarà il finale di questa trilogia che fino a questo momento non ha deluso (se non per il leader snoke che è davvero penoso in confronto a darth sidius, potevano dargli un po' più di spessore, questo sì), ed è anche un perfetto film di star wars - con le sue musiche straordinarie, i suoi paesaggi mozzafiato e i suoi alieni buffi e a tratti grotteschi - che da un lato segue la mitologia che conosciamo da più di trent'anni e dall'altro fa chiarezza su alcuni misunderstanding che andavano decisamente risolti (sopratutto su cosa sia la forza) e tronca nettamente con quello che fino a ora abbiamo imparato a conoscere, sopratutto giocando con i simboli più iconici (la distruzione del casco di kylo ren è forse l'esempio più lampante, ma se non vi basta, aspettate di vedere il maestro yoda, in pelle e gommapiuma, ridersela come un matto per la distruzione dell'ultimo tempio jedi) facendoci uscire dalla nostra comfort zone fatta di genealogie che si arrogano il diritto di poter spiegare e giustificare ogni cosa e leit motif che ci aspettavamo di ritrovare passo per passo in ogni sequel. la storia è cambiata (e credo proprio che cambierà ancora) eppure in fondo rimane ancora sempre quella di un gruppo di cocciuti ribelli che sognano di estirpare il male dalla galassia.

giovedì 29 dicembre 2016

rogue one - a star wars story

una nuova speranza, il IV episodio di star wars e il primo film della saga, iniziava raccontandoci che poco prima, un gruppo di valorosi ribelli era riuscita a trovare e rubare i piani del progetto della morte nera, la terribile arma imperiale capace di distruggere interi pianeti. da quel momento, ai nostri protagonisti toccava sfruttare al meglio quelle informazioni per annientare la minaccia.
il resto della storia lo conosciamo da quasi quarant'anni.
ma come è riuscita l'alleanza a ottenere le informazioni necessarie a luke per poter distruggere la morte nera?


rogue one risponde dopo anni a questa domanda, dando finalmente agli eroi che permisero in episodio IV la nascita di una vera speranza di sconfiggere definitivamente l'impero, il giusto riconoscimento: rogue one è il primo spin off della saga di star wars, un film che sa di star wars ma non è ancora star wars, che è uno dei migliori preludi che si potessero immaginare alla trilogia più famosa e amata dell'intera saga, e che al contempo, riesce a contribuire pienamente alla creazione e all'ampliamento di un background solido e coerente.

non è ancora star wars, ma l'universo è quello che abbiamo conosciuto fino a ora.
solo che rogue one si focalizza su qualcosa in particolare, ovvero l'oppressione imperiale nella sua forma più vera e spietata, un impero forte e ambizioso, ben organizzato e letale, che ha ancora poco a che vedere con quello di episodio IV e con i meme sulla mira degli trooper assaltatori. qui si lascia da parte l'elemento fiabesco che ha sempre caratterizzato la saga, preferendo personaggi con background e obiettivi più realistici.
manca insomma quel tocco di epicità che ha reso celebri i sette film precedenti, musica compresa, che è poi quello che mi è piaciuto meno in questo film (sì, parlo della colonna sonora che è un po' sottotono rispetto a quello a cui siamo abituati), a favore di paesaggi spettacolari e un'attenzione maggiore alla questione politica e bellica in cui versa la galassia: insomma rogue one più che un fantasy/fantascientifico è un vero e proprio film di guerra, in cui il confine tra buoni e cattivi è molto meno netto di quanto non sia stato fino ad adesso.

in un certo senso, la storia di rogue one la si conosce già, ed è facile capire, proprio per l'atmosfera di cui sopra, più realistica e meno fiabesca, come finirà la vicenda, ma in ogni caso, se non l'avete ancora visto, fermatevi qui.
da adesso in poi *attenzione agli spoiler!*

l'impero e l'alleanza ribelle


la prima osservazione che ci è venuta spontanea non appena finito il film è stata sui diversi atteggiamenti dell'impero e dell'alleanza ribelle.
il primo appare meglio organizzato e più minaccioso di quanto non sia stato fino ad adesso.
da un certo punto di vista, credo che molto sia dovuto ai budget di produzione. insomma, non c'è molto da stupirsi se i trooper di una nuova speranza sembravano un po' tonti, e l'impero troppo facile da colpire: si tratta pur sempre di un film realizzato nel 1977, con effetti speciali limitati dalla tecnologia dell'epoca, un film che non aveva alle spalle 40 anni di franchising e una schiera di fan sfegatati, né tanto meno chissà quale investimento economico, un film in cui si poteva anche essere ingenui (e forse proprio per questo siamo così affezionati alla vecchia trilogia).
ma c'è anche da dire che in questo momento, durante la storia raccontata in rogue one, l'impero è al massimo della sua potenza: in meno di vent'anni, il potere imperiale è cresciuto a dismisura, interi pianeti sono stati assoggettati e la morte nera, la più potente arma mai creata prima, anche se non è del tutto completata è già funzionante e ha dato prova della sua terribile potenza: è un impero forte e sicuro di sé, un impero che ha ormai estinto l'ordine jedi e che non ha nulla da temere, di certo non l'alleanza ribelle.
o non ancora, almeno.
dall'altra parte l'alleanza è ancora allo stato embrionale: divisa al suo stesso interno, scossa dalla disfatta dei jedi e dall'ascesa dell'impero, non ha compreso qual è la sua forza, il suo potenziale. i ribelli non sono ancora capaci di sognare in grande, di appigliarsi a piccole speranze per affrontare missioni dall'esito improbabile, come quella che vedremo - o meglio che abbiamo visto - in una nuova speranza. ma proprio grazie alla caparbietà della squadra rogue one l'atteggiamento della ribellione cambierà radicalmente.

questo film è il punto di svolta, quello che segna il passaggio da teniamo i piedi a terra a possiamo farcela, in poche parole.
almeno per quello che riguarda l'alleanza ribelle.
se da un lato l'esito della missione da, appunto, una nuova speranza alla galassia, dall'altro, per l'impero, mostra i punti deboli: infiltrati, traditori, spie, tutti frutti del principio fondamentale a cui si ispira - e aspira - l'impero: la brama di potere, la volontà di sopraffazione, a qualunque costo. lì dove manca un obiettivo comune, lì dove gli alleati sono resi tali solo per paura, non ci si può aspettare che traditori e doppiogiochisti.

la squadra rogue one


nonostante i membri della squadra rogue one siano i protagonisti del film e siano tutti personaggi affascinanti - sui quali avremmo voluto sapere di più, fin da subito, fin da prima di capire che se non li abbiamo mai visti negli episodi successivi un motivo c'è - è molto più difficile affezionarsi a loro rispetto, ad esempio, ai nuovi personaggi di episodio VI, e ci si rassegna subito alla conclusione della storia per quella che è, senza troppo coinvolgimento emotivo (o almeno, per me è stato così. non ho sentito mio il dramma di nessuno, forse solo un po' per k-2so, ma c'ho un debole per i robot e sono di parte).
credo che il motivo sia dovuto principalmente a due fattori: il primo, è che nonostante la protagonista sia jyn erso, in realtà nessuno della squadra ha un ruolo predominante rispetto agli altri, nessuno spicca ai nostri occhi.
il secondo fattore, forse ancora più importante, è che nessuno dei personaggi ha un vissuto misterioso, un qualche trauma o privazione infantile che lo ha nobilitato e lo ha reso un eroe senza macchia e senza paura.
nessuno dei membri della squadra rogue one è un eroe: un droide imperiale riprogrammato come ribelle, un monaco a cui è stato distrutto il suo tempio e che vive credendo a qualcosa che non ha mai potuto veramente sperimentare, un assassino senza scrupoli il cui unico interesse è proteggere il suo amico, un pilota disertore e traditore, un ribelle cresciuto come tale che non ha mai conosciuto alternative e ha fatto ogni genere di cose in nome della sua giusta causa, una ragazzina che ha perso la famiglia, che crede che il padre sia un traditore colpevole di essersi arreso a chi ha ucciso sua madre, che ha passato tutta la vita a diventare un soldato, più per rabbia che per un qualche alto scopo.
ecco chi sono i componenti della squadra rogue one. ognuno decide di prendere parte alla missione per un motivo più o meno personale, ma c'è un altro, grande, enorme perché dietro alla loro scelta, ed è semplicemente il fatto che, in fondo, non hanno nulla da perdere.

nonostante il loro essere non-eroi, nonostante si tratti di personaggi che non incontreremo più, i membri della squadra rogue one, dicevo, sono personaggi affascinanti a loro modo: k-2so è il droide con il miglior senso dell'umorismo che abbia mai incontrato nella saga, se si esclude la scena dell'accendino di bb8, il suo design e le movenze da film ghibli lo rendono un bel personaggio e, dicevo anche questo, sarà che sono particolarmente sensibile al fascino dei droidi, è stato uno dei miei personaggi preferiti.
chirrut îmwe, il monaco cieco che combatte come se fosse uscito da un film sul kung fu, è un altro dei personaggi che ho più amato nel film e si potrebbe dire che è quello che rende rogue one un film di star wars: il suo addestramento, fisico e mentale, lo rende un guerriero che ci regala gli scontri più spettacolari del film, abbastanza da non farci rimpiangere troppo lo sfrigolio delle spade laser. chirrut è al contempo il più saggio, quello che più di tutti ha riposto fiducia nella forza. se gli fosse stato dato più spazio, sarebbe entrato a pieno diritto nel mio cuoricino accanto al maestro yoda.
fedele compagno di chirrut è baze malbus, assassino senza troppi scrupoli e guerriero impavido. chirrut gli dice "non mi serve la fortuna, io ho te", ed effettivamente baze si direbbe l'ombra del monaco. il suo modo di combattere è meno spettacolare, di quello della sua controparte, una sorta di indiana jones senza cappello e con una pistola molto più potente, ma l'aria annoiata durante gli scontri è la stessa di quella che l'archeologo tira fuori quando è sicuro di vincere.
bodhi rook è il pilota imperiale disertore: convinto da gareth erso a portare un messaggio di avviso all'alleanza per avvisarli della costruzione di un'arma letale, bodhi è un'ottima risorsa per la missione rogue one. inizialmente, esattamente come cassian andor - nato ribelle, combattente fin dalla più tenera età, è un tipo che esegue gli ordini senza controbattere, almeno fino a che non incontra jyn - non sembra troppo convinto di fare qualcosa di più di quello che è il suo compito, ma pian piano le ragioni della ribellione diventano anche le sue.


infine jyn erso, la vera protagonista del film, di cui conosciamo subito l'infanzia triste, segnata dalla morte della madre e dalla condiscendenza del padre nei confronti dell'impero, che per tutta la vita è stata addestrata come soldato e che è stata liberata da un campo di lavori forzati dai ribelli per via del suo legame con gareth erso, grazie al quale i ribelli sperano di poter accedere alle informazioni sulla morte nera.
jyn ricorda un po' la rey de il risveglio della forza, senza però avere le capacità straordinarie della misteriosa protagonista che ci ha incantati lo scorso anno.
in jyn non scorre potente la forza, quello che la anima è più la rabbia prima e la voglia di vendicarsi contro l'impero che ha distrutto la sua famiglia poi. è una combattente ma non ha capacità mistiche di alcun tipo e come ogni soldato lavora meglio in squadra, quindi niente duelli epici e ansiogeni per lei.
è una tipa tosta, indurita da una vita ingiusta, che, come accennavo, non ha più niente da perdere ma può solo affidarsi alla speranza che per la galassia le cose cambino.
una ragazza che pian piano inizia a capire che la sua vita non è stata distrutta da suo padre, ma dall'impero, che si accorge che tutto il suo addestramento può essere utile a qualcosa, che la vera ribellione non può basarsi solo sulle possibilità effettive di vittoria, ma sulla speranza.
una ragazza che si trasforma in modo incredibile durante la vicenda e alla quale davvero avrei voluto fosse stato dedicato un po' di tempo in più sullo schermo.

dopo leia e rey, jyn è un esempio di quanto star wars sia riuscito a cambiare l'idea che se ci deve essere una donna in un film, deve essere debole, fragile vittima in attesa di qualcuno che arrivi a salvarla, con il quale poi vivere la storia d'amore perfetta, felici e contenti per sempre blabla.
non c'è bisogno di tutto questo per jyn, non c'è nemmeno bisogno di negarlo.
come era successo in il risveglio della forza, nessuno si stupisce se una donna combatte, nessuno tira fuori minchiate insopportabili come "ehi sei forte per essere una ragazza", nessuno si comporta con lei lasciandosi condizionare dal suo essere femmina, ne lo fa lei.
per questo continuo a credere che i film di star wars - sopratutto questi nuovi film - siano fondamentali anche per quello che riguarda la questione circa gli stereotipi di genere e la necessità di abbandonarli per sempre.
ed è anche per questo che amo alla follia star wars.

lunedì 7 marzo 2016

anomalisa

anomalisa è un film che mi ha sconcertata moltissimo.
ci tengo a precisare che quella che segue non sarà una recensione, non lo sono mai e questa lo è meno delle altre volte, ma solo una serie di riflessioni che questo film ha generato nel mio cervellino, tanto che ho dovuto abbozzare tutto in piena notte, avevo decisamente bisogno di parlarne.
mi aspettavo qualcosa che mi illuminasse sul senso della vita, che mi aprisse la mente a verità nuove, che mi mostrasse qualcosa di più sulla natura umana. o forse mi aspettavo solo un film che riuscisse a nobilitare l'essere umano.


*attenzione, spoiler!*
invece di nobilitante non c'è nulla. michael stone non è un eroe, è un normalissimo uomo solo, stanco e annoiato da un successo di poco conto, un autore di manuali letti da una fascia di persone presumibilmente parecchio povere da un punto di vista letterario e intellettuale.
un uomo che ha alle spalle una banalissima moglie con la quale non ha dialogo, un figlio a cui non importa nulla di lui se non che gli porti un regalo come souvenir dal suo viaggio di lavoro e una ex-fidanzata mollata senza motivo alcuno.
michael non è giovane, non è bello, ha il vizio del fumo e dell'alcol. si trova in una città diversa e non ha nessun interesse a provare a viverla, fosse anche per un giorno.
michael stone è un uomo come tanti, una persona che mi viene da definire grigia, che si può detestare con la facilità con cui vien voglia di schiacciare uno scarafaggio.
il suo modo di rapportarsi alle persone non ha nulla di straordinario, neppure di interessante. un uomo gli tiene la mano in aereo perché ha paura di volare e non c'è la moglie a fargli compagnia come al solito, l'addetto alla reception in albergo è gentile con lui solo per dovere, il fattorino solo per la mancia. l'ex-fidanzata accetta di rivederlo per cercare di capire perché è stata mollata, quando lui invece vorrebbe solo un po' di compagnia a letto durante la notte, nessuna voglia di instaurare un rapporto o di recuperare quello che c'era, emily e lisa si lasciano abbordare solo perché sono sue fan, lisa si fa portare a letto da lui perché perché no?.
ci sono intere scene create ad hoc per sottolineare la banalità e anche lo squallore della vita di michael, come il tizio nel palazzo di fronte che si masturba davanti al pc, o l'interminabile pisciata appena rimane solo in stanza, il discorso vuoto che cerca di ripetere senza credere davvero a quello che dice.
anomalisa insomma è un riuscitissimo film su come sia facile rendere la propria vita brutta, squallida e banale: michael stone è l'esempio perfetto di uomo mediocre, squallido e banale.
cos'è allora lisa, l'anomalia di cui parla il film?
michael la riconosce come l'unica, oltre a lui, dotata di un'individualità. in qualche modo se ne innamora, o forse si convince di farlo. passa con lei una delle notti di sesso più mediocri della storia del cinema (e mi auguro anche di quella delle stanze da letto reali) per poi, l'indomani mattina, cominciare a farsi annoiare da lei, a lasciarsi infastidire e a cominciare a perdere di vista la sua specialità che l'aveva conquistato poche ore prima: lisa perde il suo carattere di anomalia, diventa una fra i tanti, una di tutte quelle persone di cui a michael non importa assolutamente nulla, una di quelle persone che non ha, ai suoi occhi, neppure un volto o una voce riconoscibili.


ora, io questa faccenda dei visi e delle voci tutte uguali, non la interpreto come sintomi di una patologia neuropsichica (il riferimento alla sindrome di fregoli l'ho scoperto grazie a bolla), ma come una simbolizzazione del modo in cui michael stone vede li altri: un'informe, indistinguibile fiumana di gente anonima, poco interessante e quasi fastidiosa; nessuno lo stupisce, nessuno lo attrae, nessuno lo fa stare bene o semplicemente lo fa sentire meno solo. tutti sono la gente, e la gente è lì pronta ad adularlo e amarlo e sopratutto ad annoiarlo, o meglio ad amare e ad adulare il michael-autore-di-manuali. forse a causa del suo successo di scrittore, forse per semplice incapacità di empatia, lui in qualche modo si sente migliore degli altri e superiore a loro (il sogno è molto illuminante su questo argomento).


a un certo punto, nell'albergo in cui alloggia, incontra lisa. lei è l'unica, oltre a lui, ad avere un'identità: il solo modo in cui posso interpretare tutto questo è che in realtà non si tratta di niente di meno che di una cotta bella e buona: non ci innamoriamo forse di chi reputiamo diverso, speciale, unico in mezzo all'immane carnaio di esseri umani di cui poco ci importa e che non ci danno assolutamente nulla se non il fastidio della loro presenza? la persona che amiamo di solito non la amiamo perché è oggettivamente più bella, più intelligente, più sicura di sé, la amiamo in quanto l'unica e la sola a rendere la nostra vita migliore. lisa è così: non è bella né affascinante o intelligente, è speciale e questo basta. ma dopo poche ore perde la sua unicità e anche lei acquista l'aspetto e la voce di tutti gli altri, ma non per colpa sua, lei non fa nulla di male, è michael a proiettare su lei la sua visione del mondo e - nella sua mente - a renderla colpevole di essere come tutti.


in un arco di poche ore, la storia di michael e lisa riassume il dramma dell'amore che finisce, della passione che si spegne, della caduta, irrevocabile, di quel velo che ci porta a vedere l'altro come l'unica e fondamentale presenza che possa farci accantonare il disagio della solitudine.
banale per quanto possa sembrare, credo che tutto possa riassumersi con l'abusatissima la felicità è dentro di te: non sono gli altri che possono renderci la vita migliore, è il nostro atteggiamento nei confronti del mondo che determina come vediamo il mondo.
il discorso di michael è forse la parte in cui si svela al meglio il dramma interiore di quest'uomo detestabile: scovare in ognuno ciò che lo rende unico, rendersi conto che ogni persona ha una storia, ha sofferto, ha vissuto. sembrerebbe banale anche questo, e lo è, al punto che a dirlo è un uomo che non riesce a vedere in chi lo circonda solo lo stesso, anonimo, volto.
michael non è attorniato esclusivamente da persone inutili e tutte uguali. michael non è paranoico né ha altre strane malattie neurologiche o psicologiche: è solo tanto grigio dentro da vedere anche anche gli altri ingrigiti, inutili, uguali, sostituibili, insignificanti, anonimi, è incapace di costruire legami, per non parlare delle relazioni affettive.

un piccolo dettaglio che reputo importante: le luci del film sono sempre fioche o artificiali, i colori poco saturi, gli ambienti claustrofobici. è tutto, letteralmente, grigio, tranne nel momento finale in cui guardiamo la realtà con gli occhi di lisa: luci e colori cambiano e finalmente possiamo prendere un sospiro di sollievo.

tecnicamente ineccepibile: realizzato - come sapete già da mesi, perché praticamente prima che uscisse il film sapevamo di più su come era stato fatto che di cosa trattasse - in stop motion con una cura incredibile dei particolari, la sensazione che da vedere questi pupazzetti (argh! l'ho detto!) recitare come attori reali è straniante: da un lato, l'effetto è molto realistico, dall'altro tutto ciò enfatizza l'atmosfera da incubo a occhi aperti che vive michael e noi con lui, cosa a cui, come ho detto sopra, contribuiscono fotografia e regia.

in definitiva un film sicuramente da vedere, bello e profondo, ma - almeno per me è stato così - diverso da quello che i trailer ci avevano lasciato intuire.

venerdì 8 gennaio 2016

il piccolo principe

fino ad ora per me il piccolo principe era il romanzo che nessuno poteva non apprezzare. ero convinta che tutto il mondo l'avesse letto e amato come l'ho letto (e riletto e riletto e riletto) e amato io.
poi ho scoperto, grazie all'annuncio del film basato su questo romanzo, che non era vero.
strano.
la cosa che più mi preoccupava, oltre al fatto che era appena crollata una delle certezze su cui basavo la mia esistenza, era questa storia del film.

il piccolo principe è un racconto molto particolare: poetico, profondo, toccante, capace di trasformarsi in una nuova lettura ogni volta. eppure praticamente non ha una trama. cioè, la storia è così semplice che bastano pochi secondi a dire cosa succede: un aviatore ha un incidente, finisce in un deserto e incontra un bambino che vuole disegnata una pecora, così che possa mangiare i germogli di baobab che potrebbero crescere sul suo pianeta, far male alla sua rosa e distruggere ogni cosa. questo bambino ha viaggiato tanto, facendosi trasportare dagli uccelli, ha conosciuto tanti adulti strani in tanti pianeti diversi, qui sulla terra ha incontrato una volpe e tante rose, e poi l'aviatore e un serpente. fine.
come si fa a fare un film su una cosa del genere?

quello che è davvero essenziale, nel piccolo principe, è - per usare ancora una volta la più abusata delle citazioni - invisibile agli occhi. e alla lettura.
poche, pochissime frasi costituiscono il cuore visibile del racconto, ma tutto quello che rende questa storia unica e importantissima rimane sospeso nell'atmosfera di malinconia che segue alla lettura.
anche qui, come si fa a rendere quella sensazione dolceamara, quel sentirsi per un attimo il primo e unico lettore, il custode del segreto che la volpe sussurra all'orecchio del bimbo, come si racconta tutto questo in un film? che deve anche essere un film per bambini, quei bambini abituati a peppa pig e ad altre vaccate simili.

insomma, un po' mi era venuta paura, ma rimanevo comunque speranzosa di poter vedere qualcosa di valido, dalle prime immagini e dalle prime clip la cosa prometteva bene.


poi qualche giorno fa ho visto finalmente il film al cinema e...
niente, le paure erano decisamente infondate. questo film è un gioiellino.

per prima cosa, chiariamo che il film non è l'adattamento del romanzo.
il protagonista non è il piccolo principe, ma una ragazzina - che durante tutto il film viene chiamata solo ragazzina o piccola - che sta per compiere otto anni, vive con la mamma, una donna in carriera che è il suo unico punto di riferimento, spera di poter entrare nella prestigiosa werth academy e di diventare un'adulta perfetta. e di poterlo diventare prima possibile.
mamma e figlia si trasferiscono in una nuova, squadrata e grigia casetta, in un quartiere di casette grigie e squadrate, abitate da gente grigia e... parecchio inquadrata.
alla piccola è stato regalato un meraviglioso piano di vita grazie al quale potrà entrare alla werth academy se seguirà tutto quello che vi è segnato, e vi è segnato davvero tutto: minuto per minuto, ora per ora, giorno per giorno, settimana per settimana, mese per mese. tutto quello che deve fare per trasformarsi in un'adulta perfetta e essenziale.


ma a cosa si fa più difficile del previsto. accanto alla sua nuova asettica casa infatti abita un signore piuttosto strambo, un vecchio aviatore.
fin dal primo momento quest'uomo non fa che turbare la quiete del quartiere e della nostra ragazzina, inviandole un aeroplanino con un disegno e una storia: la storia di un aviatore sperduto nel deserto e del suo incontro con un piccolo principe venuto da un altro pianeta...


per una bambina che non è mai stata veramente bambina è difficile credere a una storia così assurda, ma pian piano l'amicizia tra lei e l'aviatore cresce e la piccola ha modo, durante l'estate, di conoscere pian piano la storia del piccolo principe, ma sopratutto di imparare che c'è tanto di bello e di importante da vivere quando si è bambini: che c'è meraviglia e scoperta dappertutto, che ci sono gli amici, e che non si può sprecare la propria infanzia davanti a libri pieni di numeri ed equazioni.
anche se tutto questo scatenerà una valanga di problemi e...
non voglio rovinarvi tutta la storia.
ma sappiate che se andate a vederlo, dovrete sforzarvi più volte di trattenere le lacrime.


la storia della ragazzina che scopre il racconto di aviatore e del piccolo principe è un po' la storia di tutti - per questo forse la piccola non ha un nome, per rendere il suo personaggio ancora più simbolico. è una bimba come tante, con tutte le sue paure, che commette errori e che magari non sa sempre scegliere la strada giusta, ed è facilissimo immedesimarsi in lei.
la ragazzina si porta sulle spalle tutta la paura e l'insicurezza che accompagna il passaggio dall'infanzia all'età adulta, il senso di amarezza che solo l'assurda vita degli adulti riesce a trasmetterci, con tutti i suoi rigidi schemi senza senso.
ma il messaggio del film in fondo è lo stesso del libro: il punto non è non diventare grandi, ma ricordarsi di essere stati bambini e continuare a vivere più che si può come allora.


visivamente il film è davvero molto bello, e adotta una geniale scelta stilistica: quella di differenziare le animazioni che riguardano la storia della ragazzina da quelle che raccontano la trama del libro.
lo stile delle prime ricorda molti degli ultimi film in computer grafica (in particolar modo alcuni personaggi grigi mi facevano venire in mente ratatouille, poi il bollalmanacco ha confermato questa impressione - ciao bolla!), mentre per le scene tratte dal romanzo si è scelto di usare la tecnica dello stop motion, creando ambientazioni che sembrano letteralmente uscite dal libro - infatti quasi tutto sembra fatto di carta - e che riproducono abbastanza fedelmente lo stile di disegno di exupéry.

il risultato è il migliore di quelli che ci potevano aspettare.
non solo non si è stravolto il significato originale del romanzo, non lo si è svilito in alcun modo né lo si è trasformato in un tripudio di melassa, ma la poetica del racconto, il suo non-detto, tutto è reso perfettamente e fedelmente. e altrettanto perfettamente è resa la sorpresa e il cambiamento interiore che una storia così può operare in chi si ritrova per la prima volta a leggerla.
è un film che non solo non ha pretesa di sostituirsi al libro da cui è tratto, ma che invita a leggerlo e a conoscerlo. e spero tanto che i bambini - al cinema io ne ho visti veramente pochi, tutti a vedere zalone o masha e orso a quanto pare - che vedranno il film possano scoprire questo racconto bellissimo. e magari farlo scoprire anche ai loro genitori, d'altro canto per certe storie non è mai troppo tardi.

lunedì 4 gennaio 2016

star wars VII - il risveglio della forza (spoiler e ipotesi)

ed eccomi di nuovo qui, dopo un ragionevole lasso di tempo dall'uscita del film, ho scritto un po' delle considerazioni che negli ultimi tempi, complice una seconda visione al cinema, ho tirato fuori su star wars VII.

ovviamente, tutto il post sarà strapieno di spoiler. quindi se ancora non avete visto il film chiudete questa pagina e passate a leggere qui dove trovate il primo post su il risveglio della forza senza spoiler.
e poi ovviamente andate al cinema.

questo settimo episodio è stato in tutto e per tutto un omaggio all'episodio IV: una ragazza (invece di un ragazzo) cresce senza la sua famiglia d'origine su un pianeta desertico, lontana dalle lotte politiche che turbano la galassia, incontra un droide in missione segreta (nel primo film erano due), è costretta a scappare da casa e si ritrova improvvisamente ad avere a che fare con un'energia cosmica misteriosa e con due fazioni in guerra tra loro, perderà la sua guida assistendo impotente alla sua morte (han solo invece di obi-wan kenobi) e alla fine il suo ruolo sarà fondamentale per la resistenza (anziché per la ribellione).
anche le ambientazioni ricordano parecchio quelle della vecchia pellicola: jakku è praticamente uguale a tatooine, non fosse che lì c'era qualche sole in più, takodana, il pianeta in cui si incontra la piratessa maz kanata e in cui si svolge poi la battaglia tra assaltatori e resistenza, ricorda molto la boscosa luna di yavin, nella quale la ribellione assisteva alla distruzione della morte nera, di cui la nuova star killer dell'episodio sette è la versione più grande e potente.

tutto questo non può però essere visto come una mancanza di originalità, perché il film di certo non si esaurisce in così poco. personalmente mi sono piaciuti tantissimo i rimandi al IV episodio, hanno saputo non solo creare continuità anche a trent'anni di distanza, ma hanno anche aggiunto quel tocco fiabesco alla storia, quell'atmosfera che star wars voleva avere all'inizio e ha mantenuto intatta per tutti - sì, anche i prequel - gli episodi: è come se ci fosse un filo invisibile tra la nuova e la vecchia generazione di personaggi e di conseguenza tra la nuova e la vecchia generazione di fan e di spettatori. si crea qualcosa di davvero mitico, una ciclicità che sa di fatale: mischiate pure gli elementi come volete, ma alla fine le cose andranno sempre in quel modo, perché non c'è altro modo possibile. cosa volevate di più? con che coraggio potete ancora dire che questo non è star wars?
tutti i continui rimandi tra presente e passato servono a collocare in modo univoco i personaggi nei loro rispettivi ruoli, creare degli inevitabili parallelismi e quindi a lasciare al pubblico la possibilità di macinare ipotesi su ipotesi per quelli che saranno gli episodi futuri. è ovvio che questa consapevolezza è lasciata esclusivamente allo spettatore: ci voleva han solo per convincere rey e finn che i jedi, la forza... è tutto vero. per loro tutto accade per la prima volta, e quindi tutto il discorso fatto sopra non ha valenza da dentro la cornice.
c'è chi considera questo film un bieco trucco per far soldi (eh beh, si sa, uno mica fa film per guadagnarci qualcosa, eh, è solo la disney brutta e cattiva che ci tiene a vendere i biglietti al cinema e poi i gadget, gli altri fanno film per la gloria), a me tutto questo ha coinvolto davvero tanto (si sarà notato, no?, che ormai sono monotematica), e se volevano i miei soldi, beh, li avranno eccome! glieli do con gioia.

il risveglio della forza ha anche l'altro, enorme, merito di essere riuscito, a mio avviso, a riparare ad alcuni peccati d'ingenuità che potevano infastidire nelle due vecchie trilogie: insopportabile ad esempio, la distruzione di alderan, un momento drammaticissimo ridotto a un bum in lontananza. qui, la distruzione della repubblica per mano della nuova star killer, ha tutto il pathos che merita, tra inquadrature ad effetto e colonna sonora. anche il passaggio di anakin al lato oscuro, nel terzo episodio, era stato troppo facile e veloce, mentre adesso kylo ren riesce a rendere molto meglio la sua lotta interiore, la sua crescita è lenta e sofferta, e non è ancora terminata. 

i tre nuovi personaggi principali, reyfinn e kylo ren, a me sono piaciuti da morire: non solo promettono parecchio bene per quello che sarà il loro ruolo nei prossimi episodi, non solo hanno tutti e tre un background parecchio interessante sul quale si possono fare parecchie ipotesi, ma hanno reso questo film da un lato qualcosa di nuovo e diverso dalle vecchie trilogie, dall'altro sono perfettamente in armonia con l'atmosfera sia dei primi episodi, sia di quelli più recenti.


rey è il personaggio con il passato più misterioso e intrigante dell'intero film. praticamente è come se per tutto il film non si facesse che chiedersi ma questa qui chi è in realtà? forse per via del fatto che tutta la prima trilogia è incentrata sul legame darth vader/luke e la seconda sul passato di anakin/darth vader, qui abbiamo la necessità di associarla per forza a qualcuno. quindi stiamo al gioco e proviamo a capire da dove potrebbe venire rey.
non è - secondo me - come va per la maggiore la figlia di luke, ma è inevitabilmente una skywalker, o almeno così ci hanno voluto far credere per tutto il tempo: è una bravissima pilota ed è potente nella forza, nonostante non sia mai (?) stata addestrata.
quindi, per forza di cose, è anche lei figlia di leia e han solo. eppure la cosa non tornerebbe, visto che i due parlano sempre di ben solo come figlio, ma non fanno nessun riferimento diretto a una parentela con lei.
eppure han ha spesso nei confronti di rey un malcelato orgoglio e un atteggiamento molto dolce e paterno, anche se cerca di far finta di niente, sembra sforzarsi il più possibile di non essere troppo tenero con lei: sul millennium falcon, quando praticamente è rey a salvare la situazione più volte, han è visibilmente sorpreso, eppure cerca di sminuire tutto, e si concentra a fare il compagnone di finn. quando maz kanata gli chiede esplicitamente chi sia rey, la scena viene tagliata: cosa risponde han alla domanda? di certo non può liquidare tutto in oh nessuno, una che quasi pilota il falcon meglio di me. non sapremo mai cosa avrà detto, ma di certo sarebbe stato interessante scoprirlo. (sulla vicenda della spada e delle visioni ci torneremo dopo)
e leia, che non è di certo una da baci e abbracci a tutti, ha anche lei uno sguardo malinconico e dolce verso rey, sia quando la ragazza torna dalla missione dopo la morte di han, sia quando parte a cercare luke, e questi sono inoltre gli unici due momenti in cui il generale organa sembra abbandonarsi ai sentimenti, oltre ovviamente, che con han.
insomma, molta dolcezza e molta malinconia.
oltretutto kylo ren sembra parecchio interessato a rey, ma non si capisce bene qual è il motivo: perché ha percepito le sue capacità? o è davvero perché vuole recuperare dalla sua memoria la mappa che potrebbe aver visto (non era più facile catturare un droide?). o potrebbe averla riconosciuta? in fondo durante lo scontro le propone di addestrarla nell'uso della forza, non ha molto interesse a farla morire, non subito almeno, altrimenti credo proprio che l'avrebbe uccisa subito.
del passato di rey sappiamo solo che è stata lasciata su jakku dalla sua famiglia, e che lei aspetta da sempre che qualcuno torni a prenderla. sappiamo che è classificata, quindi in qualche modo è tenuta sotto controllo. e vediamo, insieme a lei, dei frammenti di passato e futuro quando tocca la spada di luke (che fu prima di anakin). non vediamo mai i genitori di rey, non sappiamo perché è stata confinata così piccola su jakku.
come è possibile che due genitori come leia e han, ancora affezionati al figlio nonostante quello che ha fatto, non battano ciglio nel momento in cui ritrovano la figlia, da cui sono separati da anni?
questa cosa aveva un po' fatto vacillare la mia teoria circa il legame rey - leia/han, ma dopo aver rivisto il film, mi è venuta un'altra idea, il modo per quadrare il cerchio: semplicemente leia e han non hanno riconosciuto rey. il che vuol dire che l'allontanamento dalla figlia o è avvenuto prima del suo isolamento su jakku, quindi magari era stata adottata da qualcun altro per i primi anni di vita, oppure  - e questo mi pare più plausibile - qualcuno ha mentito circa la sorte di rey, ovvero è stata mandata su jakku senza che i veri genitori lo sapessero. magari rey è stata spacciata per morta. ma chi avrebbe architettato tutto questo? la soluzione al quesito si è proposta alla seconda visione del film, proprio nella lunga scena finale: luke, che da anni è scomparso ed è finalmente stato ritrovato, guarda rey non solo come a dire "come avete fatto a scovarmi?", ma anche come se la riconoscesse e non fosse troppo felice dell'incontro.
tutto potrebbe riassumersi così: luke non si è ritirato solo per colpa del nipote ben/kylo ren, ma per qualche altro errore, forse ben peggiore (non so se sono la sola ad averlo pensato, ma quando lo si inquadra per la prima volta la musica inizia ricordando in modo inquietante la marcia imperiale, per poi cambiare subito), e dalle conseguenze molto gravi. a questo punto, per salvare la nipote minacciata dal fratello - o peggio, per evitare un nemico così potente a quest'ultimo - ha fatto sparire rey, nascondendola su jakku, forse cambiandole nome, di certo convincendo leia e han che la loro bambina non esistesse più, e facendo sì che rey adesso risvegli in loro una sorta di nostalgia del tipo magari se fosse ancora viva, nostra figlia assomiglierebbe a questa ragazza.

rey è un personaggio incredibile, la protagonista perfetta per una serie come star wars: riesce a usare trucchetti mentali meglio di qui gon-jinn e pilota astronavi da dio, e ovviamente la cosa non è piaciuta. e diciamocelo, non è piaciuta perché è una ragazza. perché quando luke fa saltare in aria la morte nera dopo appena 20 minuti che guida un caccia, senza neanche affidarsi al computer di bordo, usando solo la forza e senza ovviamente avere un addestramento completo, lì nessuno ha detto nulla, la forza funziona così, e quando anakin in versione bimbo dell'ovetto kinder guida lo sguscio come un pilota di formula uno, nessuno ha detto ma è impossibile, dai, è un ragazzino di sette anni con i capelli a scodella. però per rey che fa qualche giochetto mentale, e usa una spada - e la usa abbastanza bene - tutti a urlare allo scandalo, tutti a dire che non è verosimile. ma esattamente cosa è verosimile in star wars? le navi spaziali? la forza? alienini verdi e vecchi che saltano meglio di un atleta di parkour?
e nonostante sia la prima protagonista donna di star wars, la sua presenza non richiede necessariamente una storia d'amore a giustificare il fatto che... beh, ci sia. insomma, è esattamente l'eroina che volevamo.


finn è il personaggio sul quale sappiamo quasi tutto quello che riguarda il suo passato: rapito dal primo ordine quando era un bambino piccolissimo (quando captain phasma parla di lui dopo la diserzione, si intravedono delle foto che lo ritraggono quando non aveva forse nemmeno un anno), strappato alla sua famiglia e cresciuto al solo scopo di diventare un assaltatore, un soldato ubbidiente che uccide senza scrupolo.
sappiamo, sempre da phasma, che gli assaltatori vengono condizionati. non si spiega più di tanto di cosa si tratti, ma chiaramente questo condizionamento è quanto di più simile possa esserci a un lavaggio del cervello: non potendosi più servire di cloni geneticamente modificati per eseguire gli ordini senza ribellarsi, il primo ordine ha trovato un altro modo per rendere efficiente al massimo il suo esercito.
eppure, fn-2187 (questo è il suo nome prima che poe lo ribattezzasse finn), non obbedisce, decide di non uccidere.
quanto è plausibile che qualcuno, cresciuto al solo scopo di diventare un soldato che non discute gli ordini, senza una vera identità (non ha neanche un nome, solo un numero di serie a uso e consumo dei suoi superiori), senza un passato, senza una famiglia, senza amici, affetti, senza una vera vita alle spalle, possa compiere una decisione di questo tipo? quanto è plausibile riuscire a superare il condizionamento, avere una morale propria, diversa da quella che segue l'unica realtà che ha avuto modo di conoscere? così come kylo ren, e lo vedremo dopo, anche finn è stato banalizzato, quando invece il suo personaggio ha un ruolo importantissimo e un enorme spessore e valore. altro che macchietta. altro che mezzuccio per tirare in ballo rey.
finn tradisce tutto ciò che è stata la sua unica realtà e verità, ha una personalità nonostante sia stato fatto di tutto affinché non ne avesse una, compie delle scelte, nonostante sia cresciuto per eseguire gli ordini e basta. nonostante sia solo un pedone nelle mani del primo ordine, a pelle sa cosa è giusto e cosa no, per quanto possa apparire spaventato da eventi più grandi di lui (e ne ha anche ragione!) finn è un esempio di amicizia e lealtà. una volta analizzato bene, gli si perdonano i momenti di debolezza e la sua grande ingenuità. è uno degli elementi fondamentali di quel qualcosa, di quel motore primo (aristotele perdonami) che muove tutto affinché bene e male si scontrino ancora una volta.

ho seriamente temuto che tra lui e rey potesse nascere un qualcosa di tenero, giusto per dar il contentino ai fan, ma per fortuna non è stato così. il suo affetto per rey è sincero, così come lo è quello per poe e per han solo, ma rimane un sentimento di amicizia e lealtà: c'è in finn tutta la purezza di chi, per la prima volta, crea dei legami e non accetterebbe mai l'idea che non possano essere per sempre e contro ogni ostacolo.
sicuramente lo rivedremo nei prossimi episodi, ma è il personaggio sul quale non riesco proprio a far delle ipotesi, forse perché ha un ruolo praticamente "inedito" rispetto alle vecchie trilogie.


peggio che a rey, per quello che riguarda le critiche superficiali e idiote forse è finita a kylo ren, bistrattatissimo dai fan che non hanno affatto apprezzato il volto che si cela sotto la maschera. ho letto di tutto, dalle offese più pesanti alle battutine più stupide. il punto è che come al solito si preferisce concentrarsi sui paragoni con i vecchi film e sull'aspetto fisico degli attori piuttosto che sui personaggi e sul loro ruolo.
se kylo ren vi è sembrato solo una pallida imitazione di darth vader, beh, magari ci avete preso solo a metà.
kylo ren, al secolo ben solo, è il primo dei cavalieri di ren, alleati del primo ordine. se i secondi sono l'opposizione politica alla nuova repubblica, kylo ren rappresenta il ritorno di una controparte anche mistica all'ordine ricostituito dopo la caduta dell'impero.
il primo ordine è un'organizzazione politica basata sulla nostalgia nei confronti della vecchia dittatura imperiale, e dal canto suo, kylo ren è ovviamente il primo fan del nonno, quel darth vader di cui, conserva il casco ormai distrutto come una reliquia (e sarebbe interessante scoprire come ne sia entrato in possesso).
sui cavalieri di ren non sappiamo praticamente nulla. in realtà, o sono scema io che non ho capito niente, oppure kylo ren è l'unico - che vediamo - a farne parte.
il suo aspetto, la maschera, il mantello nero, la spada rossa (che è diversa dalle spade laser a cui siamo abituati, non solo per l'elsa, che si è rivelata meno inutile di quanto si temesse, quanto nella tipologia di energia che usa e di conseguenza dall'effetto che da quando è accesa), tutto è costruito per somigliare a quel signore oscuro dei sith per il quale nutre un profondissimo rispetto e desiderio di emulazione. ma perché, tra i due parenti illustri, tra luke e vader, ha scelto proprio il secondo? che anche qui sia stata colpa di luke? che anche questa scelta di ben/kylo ren sia stata fondamentale per decretare l'auto-esilio di luke?
quello che conta è che di certo abbiamo a che fare con un cattivo in fieri, uno che, come sappiamo dal leader supremo snoke (il tizio grosso e cattivo che sembra un rettiliano e di cui ancora non sappiamo praticamente nulla se non che è il maestro di kylo, che guida sia lui che il primo ordine e che conosce la forza e potrebbe essere l'ultimo sith ancora in vita) non ha neanche completato il suo addestramento.
kylo ren sembra un ragazzino arrabbiato per qualcosa che non ci è ancora stato svelato, con un desiderio che forse più che di vendetta potrebbe essere di giustizia per qualche torto subito, e che non è del tutto passato al lato oscuro, per sua stessa ammissione.
la scena del parricidio è un esempio perfetto di tutto ciò, forse ancora di più di quella in cui il ragazzo si confessa alla maschera del nonno. le lacrime e la richiesta di aiuto ad han solo sono sincere: quello che deve fare è uccidere suo padre, ma è davvero incapace di farlo senza il suo aiuto. almeno fino a quel momento, sappiamo che leia ha ragione quando dice che c'è ancora della luce in lui. ma poi? kylo ren è davvero cambiato dopo aver ucciso han?
se le ipotesi su rey funzionano, ben sarebbe suo fratello maggiore: un ragazzino che avrebbe assistito a qualcosa di tanto grave da portare all'esilio dello zio e della sorella. se così fosse, si potrebbe giustificare questo suo "piccolo" problema di controllo della rabbia, cosa in cui somiglia parecchio ad anakin, solo che kylo non ha nessun maestro jedi ad aiutarlo a gestire le sue emozioni.
nonostante tutto quello che potrebbe essere il suo passato, e quelle che di certo sono le lacune nella sua formazione, kylo ren si presenta bloccando con la forza il raggio di un blaster, tenendolo sospeso a mezz'aria per lunghissimi minuti, quasi senza curarsene, tiene sulla testa un casco che a giudicare dal tonfo che fa quando cade in terra peserà davvero parecchio, si becca un colpo di balestra di chube in pieno fianco e quasi senza battere ciglio combatte contro finn (addestrato per tutta la vita a essere un soldato) e poi contro rey (che come si è detto prima, non è la prima pivellina che passa)... non è roba da poco, no?
non so voi, ma a me uno così sembra anche più potente di vader. quand'è che anakin ha dimostrato capacità del genere durante il suo apprendistato?
sono certa che nell'episodio VIII kylo ren ci stupirà e parecchio.

eppure, i cosiddetti fan si sono più interessati alle sue orecchie a sventola che a tutto il resto. potevate risparmiarvi i soldi del biglietto a dirla tutta.


poe dameron ha un po' il ruolo dello sbruffone che han solo aveva nella vecchia trilogia, senza però ferire i sentimenti di nessuna principessa.
pilota di grandissimo valore, non si risparmia mai una battuta quando può, neanche nei momenti in cui sembra stia per lasciarci la pelle. è apparso per poco, ok, ma ha decisamente lasciato il segno, non so se più per il suo coraggio o per il modo in cui ha saputo distendere la tensione durante la prima scena.
se dopo la sua presunta morte quasi all'inizio del film è tornato, di certo la sua presenza non può esaurirsi tutta nello scontro aereo tra resistenza e primo ordine. avrà per forza un ruolo ancora importante almeno nel secondo episodio, sicuramente al fianco di finn. o almeno è quello che voglio credere.


altro personaggio che spero proprio di incontrare nuovamente è maz kanata, la piratessa spaziale che gestisce una sorta di locanda - chiara citazione di quella di mos eisley dove luke e obi-wan incontrano per la prima volta han solo e chewbecca - nel suo enorme castello su takodana.
maz è un personaggio che mi ha affascinata tantissimo, sarà che ho un debole per gli alieni piccoli e rugosi, sarà che il suo ruolo è quello della anziana saggia che custodisce segreti e misteri... e spade laser!
purtroppo a lei non è stato dedicato lo spazio che meritava: dice di essere in grado di capire le persone guardandole negli occhi, e sembra parecchio incuriosita da rey, anche se non sapremo mai cosa si saranno detti lei e han solo a proposito della ragazza.
sappiamo però che custodiva la spada di luke, che ne conosce la storia e che sa che quella spada è legata a rey: sa che rey ha avvertito qualcosa quando ha impugnato la spada di luke.


le visioni di rey nella cantina della locanda di maz, sono forse la parte più oscura di tutto il film: vediamo lei bambina piangere e chiamare sua madre nel momento in cui viene abbandonata su jakku, l'imminente scontro con kylo ren, e una mano artificiale che spunta da un mantello nero e tocca r2. ecco, io sono convinta che quello non sia luke ma anakin - la mano artificiale di luke si vede bene nell'ultima scena ed è evidentemente diversa da quella che vede rey. ma cosa significa che rey abbia avuto un'esperienza del genere? in fondo anche luke aveva usato la stessa spada, che era stata di suo padre, eppure non aveva visto nulla. è un modo per far intendere che rey è più potente dell'ultimo jedi? a quanto ho letto in giro, si sentono anche le voci di obi-wan e yoda durante la visione, io non sono riuscita a distinguerle: se davvero anche gli antichi maestri jedi hanno comunicato con lei, allora davvero rey potrebbe nascondere più di quanto si immagini.
oltretutto queste non sono le prime visioni che ha rey. quando viene interrogata da kylo ren, lui dice "vedi un enorme oceano con un isola" (cito a memoria, quindi potrebbero essere leggermente diverse le parole), ma in realtà quello non può essere un ricordo di rey, ma solo una visione del futuro: in effetti poi vedrà un enorme oceano e un'isola... ah, abrams e le isole...
in ogni caso, maz non sembra turbata da tutto questo, anzi, parrebbe che non abbia fatto che aspettare la ragazza per poterle spiegare cosa è la forza e come usarla e darle la spada che le spetta di diritto.
ma come ha fatto maz a trovare quella spada? bella domanda, ma non per questo momento. luke la perde durante lo scontro con darth vader, insieme a tutta la sua mano. già solo per questo, la vecchia aliena mi suscita un sacco di curiosità.

l'ho già detto, ma mi va di ripeterlo: alla strafaccia di tutti gli haters che non hanno saputo godersi il film, questo episodio VII è stato davvero fantastico e adesso l'hype per il prossimo episodio è alle stelle! e, come ho ripetuto più volte qui, amo follemente bb-8!

lunedì 21 dicembre 2015

star wars VII - il risveglio della forza (no spoiler!)

prima di dire qualcosa sul nuovo film, volevo scrivere due righe su star wars e su quello che è stato aspettare l'uscita di questo episodio. perché certe cose, e tra queste rientra star wars, non sono semplicemente prodotti di cui usufruire per passare qualche ora in modo piacevole, diventano qualcosa che, vuoi o non vuoi, fa parte della tua vita e della vita di tanta altra gente: in qualche modo mi ha fatto felice vedere così tanta persone su internet e in-real-life vivere il mio stesso stato d'animo, questa sorta di enorme comunione spirituale dovuta a un film (son cose che solo per i mondiali di calcio!). se ci pensate è pazzesco, eppure, cos'altro avrebbe potuto scatenare tutto questo se non star wars?


io non ho idea di come sia stato nel 1977 vedere una nuova speranza per la prima volta. per il semplicissimo motivo che non ero nemmeno nata.
ma so come è stato vedere una nuova speranza anni e anni dopo, quando io l'ho visto per la prima volta.
è stata una figata immensa, anche se nella mia testa andava in loop jay nella parte finale di dogma: ma che cazzo succede? tu chi cazzo sei donna? che cazzo di film è questo? lezioni di piano? ma di che cazzo stai parlando? vi siete tutti bevuto il cervello? con aggiunzioni del tipo: ma quando spunta il tizio verde? "finalmente ci rivediamo"??? mi sono persa qualcosa? eccetera eccetera. insomma, non ci stavo capendo molto, e ho continuato a non capirci molto fino a che non ho visto la trilogia prequel - che dite quel che volete, a me piace tantissimo, anche per gli spiegoni.
però, anche se la trama mi sembrava fare acqua da tutte le parti, e non riuscivo a capire molte cose, mi sono innamorata dei vecchi film, di quelle atmosfere a metà tra la favola e la fantascienza, di quei personaggi, dei loro discorsi. e quando ti innamori di qualcuno, mica stai lì a rompere tutto il tempo oh, ti amo, ok, ma hai un brufolo, la tua camicia è stirata male, hai la lingua di pezza, le tue unghie non mi piacciono poi tanto, le tue scarpe sono oscene e non ho mai digerito la forma dei lobi delle tue orecchie. no. quando ami qualcuno lo ami e basta, i brufoli non li vedi e inizi a riconsiderare i difetti di pronuncia come roba affascinante, e per lo più ti focalizzi su quello che di quella persona ti piace tanto.
ecco. secondo me funziona allo stesso modo con i film (libri, fumetti eccetera). è ovvio che non tutto può essere perfetto, ma non ti impunti sui difetti. altrimenti, mi spiace, ma non sei un fan. sei un ipercritico del cavolo e non importa a nessuno delle tue lagne.
tutto questo per dire che non mi è piaciuto affatto l'atteggiamento della gente che ha rotto le palle per mesi e mesi a dire che il film avrebbe fatto schifo, oltretutto, senza cognizione di causa, visto che si parlava senza neanche averlo visto sto benedetto film.
ora, non vale solo per star wars, eh, ma quelli che io sono fan di e poi stanno a criticare tutto, con aria saccente e arrogante, a me stanno sulle palle da morire, non li sopporto, non li considero nemmeno dei veri fan, sono solo delle persone tristi che non sanno nemmeno godersi un film, o un libro, o un fumetto, troppo impegnate a sputare veleno su ogni cosa (si era già parlato di questa cosa tra i commenti, vero?). mi spiace se la vostra vita è triste e grigia, ma provate a essere meno rompicoglioni e forse il mondo vi sorriderà.


quello che più mi turba molto è l'atteggiamento, diffusissimo in questi giorni, del tipo è diverso da quello a cui sono abituato, non lo conosco, è nuovo quindi è il male. questo è un modo di pensare spaventoso e primitivo, tipico di chi non accetta nulla se non l'ordine già stabilito delle cose, è la base del pensiero chiuso, in ogni ambito, per non dire che è il modo tipico di pensare di chi è troppo stupido per provare a comprende e accettare quello che fino a poco prima non conosceva. non siete alternativi, non siete migliori di quelli che si sciroppano qualsiasi stronzata e non capiscono quanto disney/pixar/lucasfilm/casa di produzione random siano cattivi e perversi, siete solo chiusi, barricati nelle vostre idee fondate sul nulla, sui pregiudizi e sulla voglia di sentirvi diversi, ma nel modo sbagliato. a me spiace per chi si riconosce in tutto questo. davvero. mi fa molta pena chi funziona così. mi spiace per quelli che stanno a cavillare su come un certo personaggio riesca a far cose da jedi senza essere stato addestrato da jedi. non so come fate allora ad apprezzare la vecchia trilogia, vi ricordo che luke skywalker non è stato addestrato da jedi, non subito e non da bambino, che la distruzione della morte nera per mano sua è praticamente la cosa meno plausibile dell'intera storia, eppure lì andava bene, perché avete avuto trent'anni per digerire la cosa. qui no, perché adesso vogliamo tutti la spiegazione scientifica dei fatti, anche se ci incazziamo quando nella nuova trilogia si parla di midichlorian, perché si perde il lato mistico della vicenda. vi rendete conto di quanto siete capaci di contraddirvi? ci pensate almeno un po'?
la favole - e star wars è una bellissima favola, dove invece del regno, lontano lontano ci sta una galassia - si sanno apprezzare solo quando ci si lascia stupire da esse, non quando si sta a sottolineare che le cose non hanno senso. no, magari non ha senso che chi non ha mai usato una spada laser l'impugni per la prima volta e la sappia usare, così come non ha senso che i lupi parlino e si travestano da nonne e le sirenette non esistono. però è così, è questo che rende magico e bellissimo tutto, che ti piaccia o meno.
non sono mancati i commenti sessisti contro rey e sopratutto contro leia, perché si sa, le donne nei film vanno bene solo se giovani, belle e possibilmente con meno vestiti possibile addosso (a proposito, leggete questo articolo, è una tristissima riflessione di carrie fisher, l'attrice che interpreta leia). su questo schifo non mi pronuncio neppure, stiamo parlando di gente che fatica a capire se di più piccolo c'ha il cervello o il pene, ma senza microscopio è difficile stabilirlo.
io ho trovato davvero bellissimi i personaggi femminili di questo episodio, e in generale molto bella l'idea di una protagonista donna, in un film dove - grazie a dio - di sessismo non ce n'è nemmeno un pizzico.


e dunque, andiamo al sodo. ho visto star wars VII - il risveglio della forza.
a parte che mi sono commossa già nel momento in cui mi hanno dato i biglietti per entrare in sala (capite? c'era scritto sopra star wars VII!), a parte il fatto che ho dovuto seriamente trattenere le lacrime quando è iniziata la musica ed è apparso il logone sullo schermo. a parte il fatto che per tutto il film ho avuto il groppo in gola manco stessi guardando una di quelle commedie romantiche dove alla fine si sposano tutti, nascono tre gemelli e il cane malato guarisce.
troppa, troppa emozione, fomentata da mesi e mesi di attesa e da quel sentimento cosmico di cui sopra, posso solo dire che dal primo all'ultimo momento il film non solo non tradisce nessuna aspettativa, ma è esattamente quello che si sperava che fosse: star wars, né più né meno.
guardare al cinema questo nuovo episodio mi ha dato le stesse sensazioni che mi aveva dato svariati anni fa vedere una nuova speranza per la prima volta (ecco perché vi ho fatto il pippone prima era propedeutico a tutto questo!), anche se adesso, a quel misto di emozioni che oscillano tra il cosa diamine sta succedendo qui? e oddio questo film è una figata immane, c'è stata anche una sorta di malinconia: il film, per quanto possa tranquillamente essere visto da chi non ha mai visto star wars prima, è un continuo rimandare e accennare ai vecchi film, fare piccole, magari anche non fondamentali, citazioni, che però colpiscono il cuoricino di noi poveri fan dall'animo sensibbbile, per cui poi ti ritrovi come in aereo, a chiedere al tuo vicino di poltrona se può tenerti per mano (andateci in compagnia al cinema, è meglio).
come ho detto, non voglio fare spoiler, anche se la voglia di parlare di quello che succede in questo film (perché ne succedono di cose!) è tanta, ma aspetterò.

c'è molta azione, cosa  che avvicina tantissimo questo nuovo episodio a quelli precedenti (ossia alla vecchia trilogia), ma c'è anche tanta storia, sopratutto tra le righe, sulla quale io non vedo l'ora di saperne qualcosa in più.
ci sono - pochi - momenti comici che non solo non sono fuori luogo, ma che rendono i personaggi meno stereotipati e alleggeriscono i momenti più drammatici. per buona pace di chi ha scatenato il panico pensando che disney avrebbe trasformato tutto in un musical pieno di pace e amore, no, questo non c'è. l'unico influsso disney che io ho trovato nel film è in bb-8, che molto ma mooolto vagamente, mi ha fatto tornare in mente wall-e, ed è stato bellissimo.
duelli con le spade laser? ci sono, e sono forse tra i più violenti e sporchi dell'intera saga, altro che "buonismo" (parola abusatissima ai tempi di facebook, che comprende ormai praticamente tutto tranne i riti satanici in cui si sgozzano capretti).


dei personaggi però un po' posso parlare: il vecchio cast è davvero incredibile, han solo vale praticamente mezzo film, leia sembra più commossa del suo pubblico... poi il ritorno di quel rompicoglioni di c-3po e di r2-d2! quando li ho visti è scesa la lacrimuccia (lo so, dovrei vedere uno psicanalista); ma sono fantastici anche i nuovi personaggi: rey innanzitutto, è la tipica protagonista alla quale vuoi bene fin dal primo momento in cui la vedi. è forte, onesta, fiduciosa, coraggiosa, instancabile, leale: praticamente è perfetta ma è anche simpatica (e tanto carina che non mi ha fatto rimpiangere  la portman nemmeno per un attimo, cosa che era il mio timore maggiore, giuro). poi c'è finn, che forse mi è piaciuto ancora di più, perché rispetto a rey è molto più... umano? finn ha paura, fa cazzate nei momenti sbagliati, a volte mente, non è affatto perfetto, anzi, eppure ha un valore e un coraggio immensi. non posso spiegare oltre, ma è davvero un personaggio incredibile e bellissimo, sono davvero molto curiosa su come si svilupperà. mi è piaciuta tantissimo anche maz kanata, la perfetta vecchia saggia da cui aspettarsi un sacco di sorprese. non mi ha fatta impazzire kylo ren, il cattivone con la maschera, ma a dirla tutta, quando vidi l'episodio IV non trovai neanche dath vader così affascinante come mi avevano detto che fosse, quindi magari più avanti scopriremo altro di lui (vorrei aggiungere altre cose, ma credetemi, non posso! quindi perdonate se sembro superficiale, approfondirò tutto in seguito!), personaggio che si vede poco ma che mi è piaciuto tantissimo è poe dameron, il pilota, mentre la menzione d'onore spetta a bb-8: qui devo essere sincera, temevo parecchio che fosse inutile e messo lì tanto per fanservice, invece è un personaggio di tutto rispetto, fondamentale per la storia, da un certo punto di vista simile a r2-d2, ma in qualche modo più espressivo (è un robot, lo so! ma è espressivo, chiaro?), e mi ha fatta ridere tantissimo un sacco di volte. adesso ne sono vagamente ossessionata... dico solo che ho questo come wallpaper del cellulare.

bellissime anche le ambientazioni (no, quel pianeta deserto non è tatooine) che contribuiscono a riportarci alle atmosfere della vecchia trilogia, musica da brividi (che da sola riempie tantissimo di significato molte scene) e e e...
alla fine l'unica cosa che posso dire è che, a mio modestissimo avviso, questo film è un capolavoro, una roba di una bellezza spropositata, che non solo si riallaccia perfettamente a quanto successo negli episodi precedenti, ma che apre le porte a un sacco di cose che, sono certa, ci metteranno pochissimo a diventare leggenda.
quindi se non l'avete visto andatelo a vedere subito! io spero di riuscire a tornare al cinema a rivederlo almeno una volta prima che lo tolgano dalle sale, perché sono certa di essermi persa tanti dettagli che voglio riuscire a recuperare per potermi fare un'idea più chiara di tutta la vicenda.
sarà durissima aspettare due anni per l'ottavo episodio!