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mercoledì 17 gennaio 2024

commenti randomici a letture randomiche (81)

un paio degli ultimi fumetti letti lo scorso anno - che mi hanno entusiasmata molto meno di quanto pensassi - e il primo libro del nuovo anno, consiglio apprezzatissimo della cara stella dello scartafaccio, tutto mischiato insieme nel disperato tentativo di sfoltire un po' la pila delle cose-che-ho-letto-e-di-cui-vorrei-parlarvi.

 kaina of the great snow sea ~ vol. 1 


due sono le cose che mi hanno convinta a provare il primo volume di kaina of the great snow sea: il nome di tsutomu nihei (prima o poi sarò ricca e recupererò tutto blame!) e l'idea di due mondi vicinissimi che però quasi si ignorano completamente.
non lo boccerei ma tocca ammettere che come inizio è un po' meno entusiasmante di quello che immaginavo - o forse, semplicemente, speravo - ma ha del potenziale, che spero venga fuori nel prossimo volume.
il pianeta in cui vive kaina - si tratta della terra? un futuro in cui i cambiamenti climatici hanno devastato il clima? - è praticamente sommerso dalla neve. l'unico posto in cui ci sono ancora esseri umani è la membrana celeste, la superficie che si estende sopra gli alberi orbitali, piante gigantesche che affondano le loro radici lì dove nessunə vive più ormai, un mondo disabitato di cui restano poche tracce di un passato lontano. o almeno, questo è quello che crede kaina, il più giovane, anzi, l'unico ragazzo in una comunità di vecchiettə, preoccupatə per il suo futuro quando loro non ci saranno più. tuttə loro si occupano di kaina, come in una grande, strana famiglia, mentre lui va a caccia (le uniche prede disponibili sono dei giganteschi e anche un po' orripilanti insetti - e le loro uova - che vivono tra gli alberi orbitali). l'umanità, insomma, sembra destinata a estinguersi a breve ma la quotidianità della membrana celeste viene scossa dall'incontro tra kaina e la principessa ririha, un'abitante del mondo di sotto. sfuggita all'esercito nemico, ririha racconta di un mondo ormai completamente soffocato dal mare di neve, in cui pochi villaggi e città sorgono tra le radici degli alberi orbitali.

nonostante l'umanità sia a un passo dall'estinzione per la mancanza di acqua e di sostentamento, il paese di valgia semina morte e terrore per derubare gli altri insediamenti. lo scopo del viaggio di ririha era quello di riuscire a incontrare il saggio della foresta, qualcuno sulla membrana che sapesse aiutarla a salvare il mondo. ririha sapeva che si trattava solo di una leggenda, ma a cosa altro affidarsi quando ogni possibilità di sopravvivenza sembra essere scomparsa?

la storia, fin qui, sembra interessante ma c'è qualcosa di non troppo definibile - o che comunque non riesco a individuare con precisione - che rende tutto meno appassionante di quanto potrebbe essere.
sono molto curiosa di leggere almeno un altro paio di volumi per sapere che piega prenderà la storia e capire se ne vale la pena o meno andare avanti.

 saga ~ vol. 11 


ogni volta che esce un numero di saga io sono ipermegaentusiasta. stavolta però mi sono quasi annoiata a leggere questo volume perché sembra che non succeda niente di che. o meglio, sembra che si stia preparando il terreno per un sacco di cose che succederanno dopo. il ricordo di marko continua a essere ossessionante e non soltanto per hazel e alana. se non si trattasse di saga, mi aspetterei che, in un modo o in un altro, tornerebbe, ma qui nessuna gioia è regalata a caso e mi sa che di miracoli non ne vedremo. e mentre alana cerca di sbarcare il lunario e offrire una vita dignitosa e sicura a hazel e a scudiero, non soltanto lə due bambinə sembrano avere quello di mettersi nei guai come obiettivo principale, ma il resto dell'universo pare non abbia alcuna voglia di dimenticarsi di loro e smettere di dargli la caccia.
il problema è che ormai ci sono in ballo troppə personaggə e troppe trame e sottotrame che si intrecciano e che, vista la cadenza delle uscite, si dimenticano almeno in parte.
penso che il prossimo volume sarà più interessante, intanto ci tengo a sottolineare che per me questa continua a essere una delle serie migliori degli ultimi anni. toccherà fare qualche rilettura e prendere appunti per non perdersi per strada...

 seppellitemi lassù in montagna 


seppellitemi lassù in montagna di francesca tacchi è stato il mio primo libro del 2024.
sono un po' scaramantica su questa cosa, quando inizio con un libro che mi piace molto poi, di solito, riesco a leggere cose belle per tutto l'anno, quindi sono stata contentissima di cominciare con una storia folle come questa, in cui magia e resistenza antifascista si fondono in modo totalmente inaspettato che però funziona benissimo.
c'ho messo un po' prima di leggerlo proprio perché mi faceva strano mettere insieme due elementi così diversi, avevo paura che mischiare fantastico e storia andasse a svilire la seconda (e, soprattutto perché si parla di un pezzo di storia così importante, ero parecchio spaventata). però ho dovuto ricredermi. se è vero che
ogni giorno è buono per ammazzare nazisti
è anche vero che ogni storia è buona per ammazzare nazisti. e fascisti. che poi sono la stessa cosa. insomma, mi piacciono molto le storie in cui lə partigianə fanno fuori lə nazistə, che si tratti di storia o di pura invenzione (è il motivo per cui mi piace tanto star wars), e in questo racconto non ci si risparmia di certo.
è il 1944 è veleno, nome di battaglia, vuole solo eliminare più feccia fascista/nazista dalla faccia della terra prima di morire. è sicuro che morirà a breve, è sicuro che non vedrà l'italia libera dal fascismo, che non sopravvivrà abbastanza da festeggiare la vittoria della resistenza ma a lui non importa. l'unica cosa che desidera è la vendetta.
diventato partigiano, veleno ha incontrato rame, compagno, amico e amante. rame è uno che ha lo sguardo lungo, capace di vedere oltre, di immaginare il suo paese libero, di sognare un futuro giusto ed equo per tuttə. e, se pure veleno continua ossessivamente a cercare la vendetta senza curarsi della sopravvivenza, forse rame è la sua ancora, è quello che in qualche modo lo tiene ancorato alla vita, un giorno alla volta.

insieme a rame, c'è angizia - l'antica dea etrusca dei veleni - a proteggerlo e a dargli il potere di curare le ferite, sue e dellə altrə. veleno è votato alla morte in combattimento ma ha la capacità di salvare la vita anche nei casi più disperati. l'anello che porta con sé, eredità della sua famiglia - una famiglia di serpari - guarisce ogni ferita, mentre le percezioni di veleno si alterano: avverte l'abbraccio di angizia, vede i suoi serpenti avvolgere tutto intorno a lui, sente la voce della dea e il sibilare degli animali che la accompagnano.
francesca tacchi riesce a raccontare questi momenti con così grande intensità che sembra di vederlo, questo ragazzo e il suo mondo che si immergono in un'altra realtà così straordinaria da non potercisi mai abituare davvero, un piano di esistenza in cui la dea svela che veleno e cura, morte e vita non sono che le due facce della stessa medaglia.
ed è proprio in virtù delle doti di veleno che lui e rame, insieme ad altre due partigiane, mosca e irma, vengono incaricatə di portare a termine una missione fondamentale per le sorti della guerra. una missione durante la quale veleno scoprirà di non essere l'unico ad avere un legame così stretto con le divinità, e che in fondo, di morire per mano di un nazista non ne vale poi così tanto la pena...

domenica 25 settembre 2022

saga 10

ecco come sopravvive un'idea.
cresce e cambia, spesso ben oltre le intenzioni dei suoi creatori.
e, se per essere considerata "buona", deve sopravvivere a chi l'ha avuta, allora direi che ero a metà dell'opera.


la pausa - che doveva durare un anno ma che si è allungata fino a quattro - è finalmente conclusa e possiamo di nuovo tornare a leggere una delle serie più appassionanti, originali e intricate di sempre.
le parole di hazel a inizio volume sembrano avere una doppia chiave di lettura: riprendere la narrazione qualche anno dopo che si era - in modo anche piuttosto sconvolgente (non faccio spoiler nel caso in cui qualcuno passasse da qui senza aver letto i precedenti nove volumi - fortuna sua, se vuole recuperare ora si eviterà quattro anni di astinenza) - interrotta e rincuorare noi lettori che saga continuerà e che brian k. vaughan ha le idee chiare circa la direzione da intraprendere.

sono, appunto, passati circa tre anni dall'ultimo episodio, hazel è cresciuta continuando a vagare per un universo sempre sconvolto dalla guerra e sempre intenzionato a ucciderla: figlia di una soldatessa landfalliana e di un soldato di wrath, entrambi disertori, hazel è l'incarnazione stessa della più pericolosa delle idee, quella che la guerra tra wrath e landfall non è che il motore primo economico e politico dell'intero universo, a beneficio di pochi governanti e - ovviamente - pagata dai mondi e dalle popolazioni più povere.

cover originale del capitolo 57

questa guerra tra due mondi - anzi un mondo, landfall, e la sua luna, wrath - ha trascinato nel conflitto tutto l'universo o quasi, costringendo chiunque a schierarsi da una parte o dall'altra, travolgendo altri pianeti e popolazioni più povere, nascondendo (neanche tanto) gli interessi di chi la guerra la fa dal suo comodo posticino di comando. è in questo universo che una soldatessa di landfall e un soldato di wrath, si conoscono, si innamorano, disertano e generano una figlia: una meraviglia per loro, un abominio per chiunque altro.
hazel, la bambina che potrebbe stravolgere l'assetto politico universale con la sua sola esistenza, è la prova tangibile e viva dell'assurdità di questa guerra. ha le ali di landfall e le corna di wrath, ma soprattutto è la prima a essere nata tra due "razze" che si sono sempre odiate, la testimonianza che l'unione e la pace potrebbe esserci e potrebbe portare a qualcosa di decisamente migliore della guerra. è ancora di più: l'idea - salvifica o oscena - che landfalliani e lunari sono uguali, fanno parte della stessa specie. accettare un'idea come questa significherebbe non semplicisticamente la pace nell'universo ma il crollo di un sistema immenso che collega interi sistemi solari e che trova nella guerra risorse economiche e motivazioni politiche necessarie a mantenersi.

alla storia di hazel e dei suoi genitori - alana e marko - si intrecciano quelle di mercenari assassini, giornalisti, scrittori, principi diseredati, amanti vendicative eccetera, una matassa ordinata di storie, una trama fino a ora gestita in modo brillante da brian k. vaughan e impreziosita dai disegni straordinari di fiona staples, entrambi tornati in questo decimo volume in splendida forma.

questi nuovi cinque capitoli non risentono affatto del salto temporale e anzi riescono a dare qualche risposta ad alcuni dei perché (molti anche abbastanza disperati) che più avevano affollato la mente dei lettori quattro anni fa, alla fine del nono volume, senza però mai scadere nel fanservice.
diceva cechov che se in scena si vede una pistola, allora prima o poi sparerà e vaughan lo sa bene, utilizzando il più macabro dei dettagli con cui poteva riprendere la storia per dare una nuova spinta alla trama e giustificare - da un punto di vista esclusivamente narrativo, perché noi lettori non gli perdoneremo mai quello che ha fatto - il finale del capitolo cinquantaquattro.

cover originale del capitolo 60

vecchie conoscenze e nuovi personaggi si alternano tra le pagine di questo decimo volume in cui neanche una vignetta è sprecata, il livello della narrazione - e quello dei disegni - è altissimo e non c'è nulla di cui unə lettorə portebbe lamentarsi (a esclusione, ovviamente, di quella porzione di fandom che pretende di essere in grado di sostituirsi agli sceneggiatori in ogni serie, semina lamentele in ogni dove e dei quali, personalmente, cerco di ignorare l'esistenza), anzi, il livello di tensione/emozione è quello a cui siamo ormai felicemente abituati e l'hype a fine volume resta altissimo.
anche se il tono della racconto di hazel ci rassicura che la vedremo crescere e che - almeno per quello che riguarda lei - non ci aspettano brutte sorprese e anche se siamo ufficialmente entrati nella seconda parte della storia (vaughan aveva detto che saga si sarebbe concluso con il capitolo 108, ovvero diciannove volumi in totale), questa è l'unica serie in cui mi vengono i brividi ogni volta che sto per girare pagina, un mix di ommioddiononvogliovedere e vogliosaperetuttoadesso.

mancano pochissimi giorni all'uscita del volume in libreria (il 30 settembre per la precisione) e se siete fan della serie vi consiglio di prenderlo immediatamente e di non cedere alla tentazione di sbirciare le ultime pagine! buona lettura!

mercoledì 20 marzo 2019

commenti randomici a letture randomiche (64)

ci si avvicina sempre più alla conclusione di paper girls, il prossimo volume - il sesto - sarà l'ultimo, ma intanto parliamo del quinto: questa serie è una roba p a z z e s c a!

(io ho cominciato a gridare da quando ho visto la copertina ma confido in una vostra maggiore sobrietà e autocontrollo).
mentre continuano i viaggi nel tempo, nel tentativo di tornare a casa, e mentre si trovano in un inquietante futuro, mac - che ha ricevuto già da un po' informazioni non troppo desiderabili sul suo futuro - e le altre si stanno interrogando su quali siano le possibilità che hanno, con questo viavai nel continuum temporale, di poter cambiare il loro destino.
(e figuriamoci se brian k. vaughan poteva regalarci una gioia. cioè una sì, ma sempre in mezzo a un sacco di roba che fa veramente male)
le cose si fanno sempre più complesse, le linee temporali sempre più intrecciate e la correlazione causa-effetto inizia a risentire anche lei dei viaggi temporali.

nel frattempo finalmente scopriamo anche qualcosa di più su wari (ve la ricordate? l'avevamo incontrata nella preistoria) e suo figlio, e sul loro ruolo - inizialmente insospettabile ma in realtà fondamentale - in tutta questa complessa vicenda oltre che nella stessa guerra tra anziani, la prima generazione venuta dopo l'invenzione dei viaggi nel tempo, convinti che il passato non possa essere cambiato, e teenagers, provenienti dal 71° secolo, con idee diametralmente opposte.

certo è che paper gilrs non è esattamente la serie più scorrevole e semplice che possiamo trovare in giro, mi è capitato più volte di dover dare un'occhiata ai volumi precedenti per riuscire a ricordare tutto, ma ne vale veramente la pena.
non vedo l'ora di avere tra le mani il sesto volume - sopratutto dopo il finale di questo che è davvero cattivo - e farmi una bella sessione di binge reading dal primo capitolo!

un po' meno entusiasmo per viaggio alla fine del mondo, di nishioka kyodai che, sì, ok, bello eh, ma non mi ha di certo fatto venire voglia di approfondire la conoscenza delle opere del duo (in realtà sotto lo pseudonimo di nishioka kyodai si celano i fratelli satoru e chiako nishioka).
quando uscì il bambino di dio mi aveva molto incuriosito lo stile grafico ma i commenti che avevo letto in giro mi avevano fatto cambiare idea, questo invece, che prometteva di essere meno crudo e più onirico, mi era sembrato da subito più sulle mie corde.

e in effetti per certi versi lo è stato.
la storia ha effettivamente la dimensione del sogno: il protagonista si sveglia una mattina, incapace di legarsi le scarpe, esce da casa come ogni giorno ma, preso quasi da sconforto e malinconia che gli fa perdere completamente la voglia di obbedire agli obblighi del tran tran quotidiano, decide di prendere una barca e partire. da qui in poi il distacco dalla realtà è completo e totale.
il viaggio lo porterà in una realtà che sfugge alla logica, alle leggi del tempo e dello spazio: prima su una nave pirata che si trasformerà, poco a poco, in una città galleggiante, una vera e propria civiltà, con le sue leggi e la sua economia dal quale il protagonista verrà infine escluso, trovandosi di nuovo fuori dal mondo. poi su un'isola i cui abitanti si nutrono della carne di insetti che hanno in tutto e per tutto l'aspetto di esseri umani, usanza le cui radici si perdono nelle tradizioni sulla nascita stessa dell'isola e del suo popolo. e poi ancora deserti e carovane, e altre città.
sono tante le tappe del viaggio, luoghi diversi, esotici e spaventosi: il tema del nutrimento è ossessivo e si declina nei suoi aspetti più violenti e primitivi, uccidere e mangiare è il leit motif di tutta la narrazione e l'oggettivizzazione delle creature-cibo è il vero risvolto horror - nella sua totale mancanza di empatia - disturbante e perenne della storia, l'esasperazione di quel sentirsi poco più di nulla - solo un impiegato come tanti, solo un pasto come tanti - che spinge all'inizio il protagonista a partire.

certo, è impossibile non riconoscere che si tratta di un volume molto interessante, con una storia ben articolata e un messaggio assolutamente non banale, ma personalmente l'ho trovato anche troppo pesante, eccessivamente disturbante (non tanto nelle scene ma proprio nel messaggio, ammetto che mi ha messo ansia). credo che ci penserò due volte - e mi informerò di più, anche a rischio di spoilerarmi qualcosa - qualora dovessero essere pubblicate altre opere di questi autori prima di leggere altro.

della collana showcase invece mi è piaciuto tantissimo l'isola errante - del quale per il momento ho letto solo il primo volume e non vedo l'ora di prendere il secondo - e un buon 50% è merito di endeavour, il micione bianco e nero che accompagna la nostra protagonista (e non è semplice catgirlismo, molte scene sono splendide proprio grazie a lui).
lei è mikura amelia socia fondatrice, insieme al nonno, di una piccola impresa di consegne. con il suo velivolo, mikura si occupa della corrispondenza tra le piccole isole dell'arcipelago in cui vive.
la sua vita quotidiana viene però stravolta quando, poco dopo la morte del nonno, trova su uno dei pacchi che deve consegnare un indirizzo misterioso, un'isola non meglio identificata, che non è segnata dalle mappe e che né il nonno né lei in tutti i suoi voli non hanno mai visto: electriciteit.
all'isola misteriosa - che i vecchi del posto descrivono come capace di spostarsi nel mare - mikura dedica per mesi tutte le sue energie: è sicura che il nonno e un suo ex professore la stavano cercando già da prima che lei ne scoprisse l'esistenza, e che se riuscirà a risolvere il mistero e a trovarla, sarà anche in grado di riuscire a dare le risposte alle domande che si porta dentro da anni.

graficamente grandioso, alcune pagine sarebbero da incorniciare e appendere, appassionante e - contrariamente a quanto mi ero aspettata dalla copertina - per nulla scontato o banale.
non vedo l'ora di continuare la lettura (solo per un altro numero però, la serie in patria non è ancora terminata ma è attualmente ferma al secondo volume).

lunedì 26 marzo 2018

commenti randomici a letture randomiche (53)

ragazzi, ma cosa non è saga? a ogni nuova uscita si conferma come una delle migliori serie in assoluto e questo meraviglioso numero otto mi ha regalato momenti di ansia, gioia, commozione, tristezza, terrore, tutto praticamente.
altro che disturbo bipolare.
il tremendo evento che ci aveva sconvolti nello scorso numero ha comportato la necessità di un viaggio verso uno dei luoghi più squallidi dell'universo, dove hazel, alana, marko e petrichor vivranno gli ennesimi momenti non del tutto piacevoli, faranno incontri non esattamente sperati, e ci faranno come al solito piangere ettolitri di lacrime mettendoci davanti agli occhi l'esistenza nuda e cruda, con tutta la bellezza e lo schifo che si porta addosso.
disturbantissimo il capitolo che ci mostra cosa è successo nel frattempo al volere, un po' meno quello su ghüs. fantastico il finale tanto quanto è straziante chiudere il volume e sapere di dover aspettare mesi prima di continuare.
in ogni caso, se non avete mai letto saga, fatelo. davvero, non c'è nessun motivo per perdersi questo capolavoro (e io infatti non vi dico praticamente nulla per non spoilerare, ma un po' devo sfogarlo tutto questo entusiasmo)

mentre vi disperate in attesa del prossimo volume di saga, andate a fare un giro in edicola e prendete le cronache del regno dei due laghi, firmato da quella meravigliosa coppia di autori che sono silvia ziche e tito faraci, così ridete un po' e non pensate a tutto il resto.
pubblicate su topolino tra il 2010 e il 2017 (io ad esempio ne avevo letti solo alcuni episodi), le storie di questa saga fantasy vedono i più famosi abitanti di topolinia destreggiarsi in un regno medievale un po' assurdo, tra draghetti-sveglia e muffe canterine (stonate), dove re topolino è costretto dal libro delle leggi a sorbirsi richieste e capricci del popolo in quanto padrone del regno e prova in ogni modo a perdere la corona (e le troppe, sfiancanti responsabilità), affidandosi a un improbabile generale dell'esercito - un pippo-soldato molto poco adatto alla battaglia - e a un aiutante, segretario, consigliere che certo non brilla per intelletto - manetta, ovviamente.
geniali le storie più lunghe (ma anche quelle più brevi, non ne hanno sbagliata una!), quella contro i barbari guidati da gambadilegno e quella in cui, per colpa di uno gnomo permaloso, re topolino finisce in un mondo strano in cui i carri si spostano senza cavalli e nessuno sa dove si trovi il suo castello...
geniali le mille gag con pippo, rock sassi, sgrinfia e tutti gli altri, ma d'altronde con quei due nomi lì in alto sulla copertina, cosa ci potevamo aspettare?

se invece preferite qualcosa di più romantico, c'è il quinto volume di amarsi, lasciarsi che propone situazioni da commedia degli equivoci a più non posso, in cui rio, in seguito a un sogno quanto mai imbarazzante, sta cominciando a rivalutare il suo comportamento nei confronti di yuna, yuna diventa sempre meno timida e introversa e comincia ad attirare le attenzioni del buon agatsuma, akari continua a scervellarsi su kazuomi cercando di decifrare ogni gesto, ogni tono di voce, ogni parola per capire se ha o no qualche possibilità (ma siamo proprio tutte così? non si smette mai di sezionare, analizzare, considerare, e ripensare più e più volte anche alle più enormi banalità, purché vengano fatte e dette dalla persona che ci piace), innamorata persa contro ogni sua teoria di razionalizzazione dell'amore e kazuomi si svela pian piano una persona completamente diversa da quello che sembrava, per nulla così immediato, schietto e sincero.
forse fino a ora il volumetto più appassionante, incasinato e in qualche modo divertente della serie. o forse sono io che lo dico di ogni roba che sforna io sakisaka, non saprei. però più questa serie va avanti, più mi piace!

ultimo consiglio (che aggrava la condizione randomica di questa non-rubrica) è adieu mon cœur di angelo calvisi, edito da casasirio in un formato che ho adorato (entra perfettamente nella tasca della mia giacca!) e che da nome alla collana dieciquindici.
la storia è semplicemente quella di un ragazzo qualsiasi con una abbastanza banale avversione per la scuola, la scontatissima voglia di limonare - i suoi amici l'hanno già fatto tutti! - e l'altrettanto ovvia vita familiare incasinata. o almeno così sembra all'inizio, in quell'inizio anni '80 fatto di pomeriggi di fancazzismo in oratorio, genitori che litigano, fratelli piccoli e rompipalle, feste da adolescenti sfigati e primi amori buttati alle ortiche, ma poi, saltando di dieci anni a ogni capitolo, la vita e la personalità di paolo ci appaiono improvvisamente più definiti, modellati, e naturalmente incasinati.
non sappiamo cosa succede tra un capitolo e l'altro, lo ritroviamo così ventenne con l'appendice spappolata, troppo alcool in corpo e l'amore per de gregori e la chitarra, e i ricordi di una vita in comunità e poi ancora più avanti già musicista affermato, e poi ancora uomo adulto alle prese con una vita traballante, come se viaggiasse su una strada piena di buchi in una macchina senza ammortizzatori, due figli mezzi francesi e un matrimonio mezzo sfasciato o forse finito del tutto, e un appuntamento fisso ogni anno a cui non può rinunciare per niente al mondo.
è nel non detto, in quegli anni muti tra una data e l'altra nei frontespizi che si raccoglie la vita di paolo, in quegli eventi tanto importanti che sembra siano scontati, come se paolo lo conoscessimo da sempre e sapessimo tutto di lui, come i suoi fan, come la gente con cui è cresciuto.
soltanto alla fine, dieci anni in poche frasi per dirla come uno bravo o trenta in poche pagine, riusciremo a mettere insieme tutti i pezzi e lasciarne uno nostro tra le pagine, come segnalibro o come grazie per una storia che sembrava banale ma che, come tutte le storie, banale non è.

lunedì 15 gennaio 2018

commenti randomici a letture randomiche (50)

ed eccoci di nuovo pronti a un altro carico di randomicità! un sacco di robe fichissime (e una un po'... meh) che non dovete assolutamente perdervi!

so che tsubaki-cho lonely planet non sta piacendo a troppa gente, anche se francamente non riesco a capirne il motivo, sopratutto dopo aver letto il quinto volume. dopo il viaggio a kyoto e i dispetti di kaneishi - che ha ovviamente capito tutto subito su come vanno davvero le cose tra i due piccioncini - akatsuki comincia a comportarsi in maniera sempre più strana con fumi, esattamente come farebbe un ragazzino timido e impacciato che non vuole far capire alla persona che gli piace che è un po' cotto.
fumi continua nel suo intento di non svelargli i suoi sentimenti, sicura che non saranno ricambiati, ma una sera, durante un giro tra le bancarelle di una festa e sotto ai fuochi d'artificio, non riesce a tenere più la bocca chiusa e confessa i suoi sentimenti ad akatsuki, che risponde con la prontezza di un comodino. a salvare la situazione arriva - stile deus ex machina - la sua amica yo, che capito l'imbarazzo dell'amica, la invita a casa sua per qualche giorno.
e noi possiamo finalmente curiosare un po' nel passato del maestro akatsuki, scoprendo che fin da ragazzo era impacciato, timido e incapace con le ragazze, e che sono state parecchie quelle che come fumi si sono prese una cotta per lui. insomma, akatsuki è sempre stato negato con le ragazze, ogni volta che provava ad iniziare una relazione, quella finiva inevitabilmente male, e quando si è accorto che fumi si è innamorata di lui, ha scelto inizialmente di evitare l'ennesimo fallimento.
ma qualcosa è finalmente cambiato in lui e finalmente... (no, davvero, all'ultima pagina io mi sono quasi messa a gridare!)

cambiando genere, mi sono decisa finalmente a leggere nomen omen ~ total eclipse of the heart, avevo letto troppi commenti positivi in giro per continuare a farmi infastidire dall'orribile verde neon della copertina.
e, fidatevi, ho fatto davvero benissimo!
protagonista della vicenda è becky kumar, newyorkese neo-ventunenne con un meraviglioso taglio di capelli, nerd e affetta da acromatopsia - cioè non riesce assolutamente a percepire i colori, cosa che solo all'inizio sembrerà una fuffata inutile, ma poi avrà il suo meraviglioso senso - reduce da poco da un incidente stradale in cui è morto il suo migliore amico.
la storia comincia proprio il giorno del suo ventunesimo compleanno in occasione del quale, per cercare di tirarla un po' su di morale, le sue due mamme (apprezzatissima l'idea di farci vedere una famiglia così affiata, alla faccia di chi continua a non accettare l'idea di coppie omosessuali con figli) e i suoi amici le organizzano una festa.
niente di eccezionale, se non fosse che proprio in quest'occasione la vita di becky cambia completamente.
visioni, sicuramente, tutto è troppo assurdo per essere vero: un essere gigantesco, in qualche modo umanoide, le strappa letteralmente il cuore dal petto.
beh, non troppo letteralmente, visto che dopo poco si risveglia, stordita e confusa, ma viva. no?
anche i suoi amici hanno visto qualcosa di strano, uno scontro spaventoso tra ragazzi in apparenza umani ma capaci di cose decisamente fuori dal comune.
cosa sta succedendo?
questa è una fiaba, signorina kumar, non c'è spazio per ospedali, genitori e polizia, ci sei solo tu, che cerchi di salvarti da sola perché non puoi fidarti di nessuno. lo capirai molto presto.
il giorno dopo tutto sembra come al solito, ma ci vorrà poco di scoprire che un equilibrio nascosto ma fondamentale è stato spezzato e che lei, viva ma davvero senza più il suo cuore, ha in realtà un potere enorme che la rende una delle streghe più potenti che si ricordino.
il velo tra questo mondo e quello si è squarciato e ora a becky toccherà muoversi da una parte all'altra della realtà per salvare se stessa.
e e e... niente altri spoiler, ma bisogna dire effettivamente jacopo camagni e marco b. bucci hanno davvero fatto un lavoro pazzesco, che al di là degli strilloni pubblicistici è una vera rivoluzione nel fantasy nostrano a fumetti: un urban fantasy ben orchestrato con una protagonista che piace e convince dalla prima pagina, un mondo complesso e funzionante in cui far muovere i personaggi, a cui si accompagnano non solo dei disegni tremendamente affascinanti, ma uno stile di colorazione che, accordandosi con la strana patologia di becky, ricrea un effetto unico, tra bianco/nero e colori, tra tavole estremamente grafiche e sequenze più pittoriche.
vabbè, fidatevi, non perdetevelo assolutamente!

un po' (molto) meno entusiasmo per il nuovo monster allergy. a parte che continuo a detestare l'idea di questo formato cartonato che, in pratica, ha le stesse pagine dei volumini della vecchia serie, solo che costa tipo sette volte tanto. ah, e mancano le rubriche.
ah, è la mia copia aveva le pagine ancora incollate, ho dovuto staccarle io. niente di grave, ma per quasi quindici euro almeno separare i fogli...
poi ammetto che non riesco assolutamente ad apprezzare zick ed elena così cresciuti. non sono di base contro i sequel, anzi, ma mi sembra che questo nuovo monster allergy sia molto poco monster allergy, sottotono rispetto alla vecchia serie.
paradossalmente, mi sembra che i toni siano più infantili adesso che nei primi volumi, come se la crescita dei personaggi sia stata esclusivamente fisica, anzi, come se avessero perso quelle caratteristiche per cui ci piacevano tanto: zick sembra un ragazzetto scemo e irresponsabile e elena ha perso la sua aria cazzuta di bambina fuori dagli schemi.
insomma, sono diventati due tipi qualsiasi, solo capaci di vedere i mostri. ma monster allergy non era questo. sigh.
ma nonostante tutto, continuo a provarci, anche con aspettative pari a zero, spinta più dall'affetto che nutro tutt'ora per quello che era m.a. che di scoprire qualcosa di nuovo.
ne la valle dei bombi elena e zick, oltre a scoprire per la prima volta la valle del titolo, quella in cui nascono - e rinascono - i bombi, creature che - bava a parte - farebbero tenerezza a qualsiasi cuore di marmo del mondo. la valle dei bombi è un posto quasi incantato, paradisiaco, di colori tenui e ingenua bontà. eppure, nonostante l'atmosfera zuccherosa, il perfido sinistro (quasi) riesce - e qui bisogna ammettere che non me l'aspettavo - nel modo più improbabile a mettere a segno uno dei piani più crudeli di sempre che - meno a sorpresa - zick ed elena riescono a sventare.
la minaccia rimane, aleggia sul prossimo volume ma, ripeto, il massimo che è riuscita a tirarmi fuori è stato uno sbadiglio un po' meno pesante degli altri.
peccato che stia andando così (e no, non è che sono io che sono invecchiata e non mi emoziono più, i vecchi numeri continuo a trovarli sempre strepitosi, mi auguro che prima o poi si riesca a tornare a quei livelli)

fantastico come sempre invece il nuovo volume di lumberjanes serie che - scusate se mi ripeto sempre sulle stesse cose - continuo a considerare tra le migliori che sto seguendo.
la squadra delle nostre tipe toste è impegnatissima a superare la prova per ottenere un nuovo distintivo, il non ti s-cordar di me, è chi meglio del capogruppo capitan karen, vero lupo di mare (non avete idea quanto lo sia!) può aiutarle?
ma karen ha un problema, uno di quei problemi che nel campo delle lumberjanes ti sbattono in faccia una realtà fatta di creature leggendarie e magiche.
un gruppo di selkie ha rubato la sua barca per vendicarsi del furto della pelle di una di loro, che non riesce più a tornare alla loro forma originaria (le selkie sono un tipo di metamorfo, appaiono come delle foche, ma possono diventare umane togliendosi la loro pelle. ovviamente, per il processo inverso, hanno bisogno di indossarla di nuovo), ma karen sostiene il contrario, e nonostante la barca non sia poi tanto lontana dalla costa, è impossibile raggiungerla per via dei terribili mulinelli che le selkie - ma loro sostengono di no - hanno creato.
insomma, un bel pasticcio e chi meglio di un gruppo di amiche superaffiatate e abituate a ogni sorta di magica stranezza può risolvere il problema?
tra creature che cambiano aspetto, portali magici, dimensioni parallele, barche fuori controllo, fraintendimenti, tempeste e idee tremendamente pericolose (del tipo bambini non fatelo a casa) jo, april, mal, molly e ripley vivranno un'avventura indimenticabile fatta di scelte coraggiose e - ovviamente - amicizia al massimo!

stratosferico anche il terzo volume di paper girls, che vede le quattro ragazze addette alla consegna dei giornali catapultate in un non meglio precisato passato preistorico.
riescono finalmente a ritrovare kj ma devono affrontare l'ennesimo, imprevedibile nemico: tre uomini giganteschi, orribili e crudeli, tre padri di un unico bimbo a cui stanno dando la caccia.
e nonostante non siano le sole a spostarsi nel tempo, i guai non sono ancora finiti e non è ancora arrivato il tempo delle risposte.
né sui viaggi temporali, né su quello che il futuro le riserva, quel futuro che ha svelato a mac che non ne ha molto davanti a sé e quello che ha mostrato a kj immagini che non riesce a spiegarsi, e che la rendono più inquieta persino delle nuove, inaspettate trasformazioni del suo corpo.

questo terzo volume è pieno zeppo di azione e violenza ma anche di quel sentimento di solidarietà che spinge sei donne provenienti da mondi - e tempi - lontanissimi tra loro a salvarsi a vicenda, in barba a qualsiasi legge fisica ci si possa raccomandare di non infrangere. e ancora una volta, il finale ci regala mesi (speriamo pochi!) di hype in attesa di un nuovo volume, e magari, di qualche spiegazione in più.

mercoledì 19 luglio 2017

commenti randomici a letture randomiche (38)

un sacco di altre belle letture in casa claccalegge!

cominciamo con lumberjanes 5 che lascia intatto il mega-hype che si era creato alla fine del quarto volume, prendendosi una vera e proprio pausa dalla trama principale con due episodi autoconclusivi che comunque non fanno rimpiangere nulla se non l'attesa prima del prossimo volume (ché di lumberjanes non se ne ha mai abbastanza). 
il primo capitolo è un flashback sull'arrivo delle occupanti del capanno roanocke al campeggio, una storia breve che inizia seguendo il viaggio delle cinque ragazze e che ci svela qualche dettaglio in più sulle protagoniste: jo in una macchina superpazzesca con due papà adorabili e iperapprensivi per il futuro della loro bambina, che immaginano già iscritta in qualche prestigiosa università in notevole anticipo sui tempi convenzionali; ripley in un chiassoso pulmino guidano dai genitori e riempito fino allo sfinimento da otto fratelli di ogni età e l'immancabile nonna, alle prese con una gomma da masticare sui capelli che sarà il cupido che farà nascere l'amicizia tra lei e april, la solita rossa tutto pepe che da sfoggio di una forza spaventosa (e un'altrettanto spaventosa incapacità di organizzare un bagaglio con lo stretto indispensabile, si direbbe) fin dal primo momento, che in attesa di jo (le due sono le uniche che già si conoscono) ripara con prontezza al guaio di ripley, regalandole il ciuffo blu che ben conosciamo; e poi mal - arrivata in taxi senza i suoi genitori, che ci lascia intendere siano abbastanza disinteressati al suo campeggio - e molly (di lei non vediamo l'arrivo) al loro primo incontro e... colpo di fulmine!
alla prima riunione con jen sparisce mr. sparkles, l'animaletto di pezza di ripley ed è questa la prima avventura ufficiale delle lumberjanes, con buona pace delle regole infrante e delle urla di jen.
ah, e scopriamo pure come si sono conosciuto molly e bubbles (il suo non-cappello).

nei capitoli successivi (di cui sinceramente i disegni non mi hanno fatta impazzire di gioia, preferivo quelli in stile simil-stevenson) invece le nostre scoprono che nel lago vicino al campo abitano niente poco di meno che le sirene! e sì, sono davvero appassionate di musica, ma non quella roba soffiata dentro le conchiglie, sono delle vere rocker! e così quando una di loro racconta di come ha litigato con la sua migliore amica e coofondatrice della sua band, april decide di aiutarle a riappacificarsi e a suonare insieme, ma tutto questo si rivela più difficile del previsto e causa non pochi problemi con le altre ragazze. ovviamente, per un fumetto che grida amicizia al massimo, le cose andranno per il meglio, ma non vi racconto niente di più! buona lettura!

rimanendo sempre in casa bao publishing da qualche tempo è uscito anche il settimo volume dell'apprezzatissimo saga, uno dei migliori titoli in giro negli ultimi anni, di cui avevo già parlato qui quando ho recuperato i primi sei volumi.
questo è un volume che si può considerare un po' un autoconclusivo, un capitolo che inizia e finisce e ci lascia in un bagno di lacrime e completamente a pezzi. siete avvisati (gli inviti a gruppi di sostegno morale sono ben accettati).
la più odiata e temuta di tutte le famiglie dell'universo, l'emblema stesso di una pace possibile e non voluta, si è finalmente ricongiunta e sta anche per allargarsi: hazel - voce narrante, nonché abominevole frutto dell'amore proibito tra due rappresentanti di razze storicamente nemiche e in quanto tale ricercata da tutti i poteri alti che non vogliono altro che farla sparire per timore che possa diventare il simbolo della tanto agognata pace - alana e marko, insieme a sir robot - alla ricerca del figlio che gli è stato rapito da un ribelle - all'onnipresente isabel, babysitter fantasma, e petrichor, trans originaria di wreath che si è affezionata ad hazel e che le ha salvato la vita, continuano il loro viaggio e si ritrovano costretti a fermarsi per fare rifornimento su phang, una piccola cometa che, nonostante le sue modestissime dimensioni e la varietà di razze che la abitano, non è riuscita a sottrarsi alla guerra tra wreath e landfall, esattamente come il resto dell'universo.
qui su phang i nostri vedranno un altro aspetto della guerra, quello meno spettacolare e più triste, quello dei non combattenti, dei civili, dei rifugiati, della gente comune che risente dei giochi di potere di chi sta così in alto da non sapere nemmeno della loro esistenza.

perché uno dei punti di forza di questa storia, nonostante sia in tutto e per tutto avulsa dalla realtà con le sue razze aliene e l'ambientazione fantascientifiche/fantasy, è la capacità di parlare dell'umanità senza nemmeno farci vedere un essere umano, affrontando senza timori argomenti fondamentali del nostro tempo: amori proibiti, odio razziale, guerre, sfruttamento della prostituzione e ovviamente la questione - troppo sottovalutata nel nostro caro civilizzato e cristiano mondo - dei rifugiati e dei profughi di guerra.

anche se quasi tutta la storia è dedicata ad hazel e famiglia, gli autori non si dimenticano di sophie e gwendolin, accompagnate da gatto bugia, che nel frattempo stanno architettando qualcosa in modo decisamente poco ortodosso.
in ogni caso, quello che succede su phang, quella che doveva essere solo una breve sosta per il rifornimento dell'astronave, si trasforma in un lungo soggiorno, costellato di eventi traumatici per noi lettori e ovviamente per alana, marko e hazel.
non posso spoilerarvi niente, ma la quarta di copertina recita qualunque fan di game of thrones si sentirà immediatamente a casa, e in effetti in quanto a colpi di scena e momenti strazianti brian k. vaughan ha poco da invidiare al caro martin.

e per rilassarci un po' mentre aspettiamo di continuare a leggere le avventure di hazel vi stra-consiglio il nuovo volume di macanudo, sempre edito da nuova frontiera.
l'universo è misterioso o il mistero è universale? esce dopo circa un anno da una pioggia di idee (qui su claccalegge) e ci regala la solita dose di dolcezza, poesia e ironia senza mai tralasciare le riflessioni sociali o filosofiche (e i misteri misteriosi!) a cui i personaggi di liniers, tra folletti, pinguini, gatti e strani mostriciattoli, ci hanno abituati.



nel frattempo sto leggendo uno dei romanzi più divertenti che mi siano capitati sotto mano e non vedo l'ora di parlarvene non appena l'avrò finito, e dopo quello toccherà a una delle mie eroine preferite! tra qualche giorno andremo con lei in egitto! (indovinate di chi sto parlando?)

lunedì 20 febbraio 2017

saga ~ volumi 1/6

"è una storia d'amore! il mostro e la ragazza si incontrano ma, invece di uccidersi a vicenda, stanno insieme, fanno giochi da tavolo e ogni tanto lasciano l'appartamento per andare a mangiare panini al cinema."


so che può sembrarvi assurdo, ma saga, una delle più belle storie che potreste mai leggere prende il via proprio da... un romanzo rosa.
esattamente. uno di quei romanzi con le copertine orribili, titoli smielosi e font arricciolati.
eppure, in quel romanzetto c'è il messaggio più importante per alana e marko, un messaggio che parla della possibilità di amarsi anche quando si appartiene a due mondi diversi e in conflitto tra loro.


ed è proprio questa la realtà in cui i due si ritrovano loro malgrado a vivere: nati da due razze diverse, su due mondi diversi - wreath e landfall - in guerra tra loro da un periodo interminabile, si sono ritrovati insieme, innamorati e decisi ad ogni costo a riuscire a vivere una vita il più possibile normale insieme alla loro figlia, la piccola hazel, che ha preso le ali dalla mamma e le corna dal padre, unica meticcia tra due razze che si odiano e che immaginano l'unione tra loro come un imperdonabile abominio.
wreath e landfall: il primo è una luna del secondo, da secoli sono però in guerra tra loro, una guerra così lunga e stancante che si è dovuta spostare su altri pianeti dell'universo, che ha coinvolto altre razze, ha costretto tutti a schierarsi con una delle due fazioni, alimentando e fomentando l'odio, di generazione in generazione. marko è all'inizio prigioniero di alana. costretto ai lavori forzati mentre lei legge ad alta voce il romanzo che racconta di un amore - di una pace - neanche immaginabile, tra i due si crea un legame così forte da convincerli che possono mettersi da soli contro il resto dell'universo.
e così fanno, sposandosi e mettendo al mondo la prova vivente di una pace non solo auspicabile ma anche possibile, ossia hazel.

da quel momento i due non sono più solo colpevoli uno di evasione e l'altra di diserzione, ma sopratutto di aver generato una bambina la cui esistenza più sconvolgere tutto l'universo: mostrando possibile l'unione, l'amore tra i due popoli, a tutte le razze dell'universo non rimarrebbe che interrogarsi su quale sia stato il valore dei loro sacrifici, scoprendo facilmente che tutta la sofferenza si sarebbe potuta evitare.
braccati e costantemente in pericolo, alana marko e hazel iniziano un viaggio che li porterà a incontrare e a scontrarsi - sopratutto - con personaggi di un sacco di razze diverse, tutti in qualche modo coinvolti in questa assurda guerra, dal popolo robot, rigidamente divisi tra nobili e plebei, ai freelance, spietati killer assoldabili tramite una speciale agenzia, passando per giornalisti gay provenienti da un pianeta omofobo e interessati allo scoop del millennio, ad adorabili foche contadine.

saga, con le sue tante razze, le astronavi e i complessi legami tra i vari pianeti, è in qualche modo il perfetto punto di incontro tra fantascienza e fantasy, ma è anche il perfetto esempio di favola moderna, una favola che se da un lato racconta di un amore quasi shakespiriano tra due ragazzi appartenenti a mondi in lotta tra loro, di una bambina simbolo vivente di una pace agognata da troppo tempo, dall'altro mantiene toni decisamente più adulti: violenza, sesso, droga e parolacce a gogò così come le allusioni più o meno chiaramente esplicite a problematiche sociali e politiche, senza tralasciare momenti di grande dolcezza e tenerezza, e senza risparmiarsi un po' di ironia, creando un universo che - al di là delle apparenze - è un vastissimo e accurato specchio della condizione umana.

il risultato è una storia formidabile, appassionata e appassionante, che riesce a mantenere insieme diverse fila narrative, tutte abilmente intrecciate tra loro, creare personaggi che nelle loro assurde fisionomie risultano veri e vividi, e che, inevitabilmente, trascina il lettore e si lascia amare alla follia fin dalla prima pagina.


vorrei continuare a scrivere tantissimo su saga, mi ero ripromessa di leggere i primi tre volumi a febbraio (qui, vi ricordate?) e pensavo di riprendere poi a marzo, per riuscire a sopportare meglio l'attesa per il settimo (sì, la serie è ancora in corso, quindi, se volete cominciare - e so che volete farlo - a leggere questa meraviglia, mettetevi l'anima in pace e rassegnatevi alla sofferenza), e invece me li sono sciroppata tutti di fila, come se fossi una tossica. saga è veramente una serie immancabile nella libreria di qualsiasi appassionato di fumetto, ma non voglio spoilerare niente, perché è davvero una lettura imperdibile, che va goduta pagina per pagina - le sorprese e i colpi di scena saranno parecchi! - e perché se non siete ancora entrati nel tunnel non vi resta altro da fare che tuffarvici immediatamente e diventare dipendenti

lunedì 28 novembre 2016

commenti randomici a letture randomiche (24)

e dunque, eccoci qui con il solito post randomico, per cercare di smaltire un po' più in fretta l'enorme pila di cose di cui voglio parlarvi.
i tre titoli qui sono tra quelli che al momento mi hanno meno convinta, tutti per motivi diversi. non che sia roba che non meriti di essere letta, eh, però forse sarà che mi sono abituata male vista la qualità altissima delle ultime cose che mi sono passate sotto gli occhi, ma per questi qui non me la sento proprio di gridare al miracolo...

iniziamo con pil di mari yamazaki. in realtà l'ho letto secoli fa, ma ho rimandato e rimandato la recensione perché forse mi aspettavo qualcosa di più, ma in ogni caso è stata una lettura un po'... niente di che.
pil racconta la storia di nanami, una ragazza che vive con il nonno, lei è molto responsabile e preoccupata per la situazione economica della famiglia, il nonno invece non perde occasione di scialacquare soldi appena può (a me sta molto più simpatico il nonno, eh), e inevitabilmente tra i due, che pure si vogliono bene, ci sono spesso momenti di tensione.
la vita va avanti tra i primi lavoretti di nanami, le sue prime cotte e relative delusioni e i suoi primi moti di ribellione, che la portano, ad esempio, a rasarsi i capelli a zero, e tra i disastri economici del nonno, troppo buono per non rendersi conto, ad esempio, di quando qualcuno vuole approfittare della sua generosità.
è uno slice of life molto carino, un po' autobiografico e molto adolescenziale, e una lettura la consiglierei a tutti se non si trattasse di un volume da sedici ingiustificatissimi euro. sì, certo, l'edizione è bella e molto curata, grande formato eccetera. ma questo tipo di edizione, per un fumetto del genere, che non eccelle nemmeno a livello grafico, è assolutamente sprecata. insomma, fosse stato stampato in formato da edicola per cinque euro vi avrei consigliato di recuperarlo assolutamente, al massimo scroccatelo o cercatelo usato se proprio ci tenete a leggerlo, ma di certo non è un capolavoro imperdibile.
peccato però, mi aspettavo molto di più da questa storia e sopratutto da un'autrice di cui ho sempre letto un sacco di apprezzamenti.

seconda piccola delusione è stata sentinelle d'inverno, di brian k. vaughan e steve skroce. anche qui però do la colpa alle mie aspettative, perché, considerando il genere, il fumetto è esattamente quello che dovrebbe essere. il problema è che quando si parla di distopia, sono sempre più interessata a conoscere e capire la psicologia dei personaggi che vivono in quella particolare situazione, che non all'azione nuda e cruda.
sentinelle d'inverno mi ha ricordato uno di quei film d'azione americani in cui ci sono un sacco di effetti speciali, esplosioni, eroi forti e coraggiosi e storie familiari tragiche. visto così, funziona benissimo, ma se vi aspettate qualcosa in più non la troverete.
circa cent'anni avanti nel futuro, il canada è stato invaso dagli stati uniti d'america. la popolazione è stata brutalmente decimata, i prigionieri sono chiusi in dei campi e l'odio tra le due nazioni è, necessariamente, fortissimo.
attraverso la storia di amber possiamo farci un'idea sulla situazione politica e sociale del nord america: dal primo attacco nel canada, in cui i genitori di amber perdono la vita davanti agli occhi sconvolti della bambina e di suo fratello maggiore, andando avanti nel tempo: la paura di essere catturati perché canadesi, le fughe, la necessità di vivere nascosti e sopratutto l'importanza delle risorse idriche - il vero motivo della guerra - e le inevitabili squadre ribelli, un po' arrangiate, molto motivate e determinate a compiere qualsiasi atto possa rallentare l'avanzata nemica.
amber si ritrova a fare amicizia proprio con una di queste squadre e da questo momento in poi, la narrazione accelera brutalmente: da un lato gli scontri tra ribelli canadesi e soldati americani, dall'altro la brutalità tecnologicamente raffinatissima degli interrogatori ai danni dei prigionieri ribelli. il tutto accompagnato da alcuni flashback che raccontano la storia di amber e di suo fratello, tutto quello che ha spinto una bambina a crescere come una spietata combattente.
la storia è avvincente, per quanto sia un po' prevedibile il finale, ma ho sentito parecchio la mancanza di un vero approfondimento sulle storie dei personaggi, principali e secondari, costretti a narrare la loro vita in poche frasi, condensando intere esistenze in sentenze un po' troppo costruite.
plausibilmente, con qualche pagina in più e con un ritmo meno serrato, mi sarebbe piaciuto di più, ma credo proprio che per gli amanti dell'azione nuda e pura - con tanto di crani che esplodono, robottoni e armi laser - questo sia un titolo imperdibile.

quello che forse mi ha fatto rosicare di più è stato grimorio.
spiego subito il motivo, perché vorrei evitare fraintendimenti: il volume è graficamente a dir poco eccellente. assolutamente bellissimo, curatissimo, una sorpresa pagina dopo pagina.
gli artisti che hanno lavorato alla realizzazione di questo progetto hanno un talento incredibile, sono talmente bravi che è praticamente impossibile esprimere una qualche preferenza tra uno e l'altro, quindi il problema non è assolutamente relativo all'aspetto puramente artistico del volume, quanto della sua struttura e dell'editing della sceneggiatura di alcune storie, in cui si sente particolarmente la mancanza dell'intervento di qualcuno di maggiore esperienza.
in primo luogo, manca un po' di ordine nella sequenza delle storie. spesso si perde un momento di troppo a capire che si è passati da una all'altra, ed è difficile capire chi ha scritto cosa. sarebbero bastate delle pagine iniziali con titolo e crediti per risolvere il problema, per quanto questo avesse potuto portare a un aumento del numero delle pagine e di conseguenza a un amento del prezzo, cosa che, almeno personalmente, mi sarebbe importata abbastanza poco.
sulla questione delle sceneggiature, in effetti alcune storie, e parlo sempre a titolo personale, sono risultate un po' debolucce in quanto a trama, sia per i finali spesso troppo aperti, sia per l'effettiva narrazione degli eventi, che in alcuni casi è un po' oscura e fraintendibile.
quello che insomma mi ha fatto rosicare è stato quel tot in meno, dovuto alla mancata esperienza editoriale probabilmente, che ha fatto perdere a grimorio la possibilità di essere un capolavoro e l'ha costretto ad accontentarsi del titolo di buon volume.
in ogni caso, considerando che si tratta della prima volta, siamo molto vicini alla possibilità di dar vita a qualcosa di veramente memorabile, e sono sicura che le curatrici del volume abbiano già fatto tesoro di queste piccole mancanze e sapranno in seguito regalarci qualcosa di veramente superlativo.

lunedì 29 agosto 2016

paper girls 1

sembrerebbe essere il momento revival anni '80 (sì, ok, giuro che guarderò anche io stranger things), e tutto questo proliferare di opere a tema mi fa rimpiangere di essere nata solo nella seconda metà degli anni ottanta e di non aver memoria di molte cose famose dell'epoca, sopratutto buona parte dei film che citate come pietra miliare dell'infanzia (scusate eh, ma la mia infanzia è stata sopratutto negli anni novanta, non posso ricordare la roba uscita quando avevo meno di tre anni! non ricordo quasi neanche quello che ho visto ieri!) che, anche questi, sono in lista recupero.
dicevo, sembrerebbe essere il momento revival anni '80 e paper girls si inserisce pienamente tra i titoli da tenere d'occhio al momento perché, revival o meno, si tratta di uno di quei fumetti da avere assolutamente - e non solo per assecondare la moda del momento - quelli che una volta iniziati a leggerli non vuoi più staccarti fino a che non finisci.
io mi ero presa una cotta già all'annuncio da parte di bao publishing, ma dopo le prime tavole è diventato amore totale.


siamo nel 1988, notte di halloween.
erin, dopo uno strano sogno, esce da casa sulla sua bicicletta per svolgere il suo lavoro di consegna a domicilio dei giornali - da qui il titolo paper girls - durante il quale si imbatte nelle colleghe, e coetanee, mac, tiffany e kj.
le ragazze protagoniste della storia sono tutte giovanissime, hanno dodici anni, stanno varcando la tragica soglia dell'adolescenza, eppure, nonostante si tratti di poco più che bambine, sembrano già da principio molto più adulte e mature di quanto non ci si aspetti dalla loro età, ragione per cui - e plausibilmente a causa del fatto che - paper girls parla di adolescenti ma è decisamente destinato a un pubblico adulto (giuro che a una precisa vignetta sono davvero saltata in aria dalla paura. una sola, ma me la stavo facendo addosso, e in ogni caso non è il tipo di fumetto che vorrei aver letto a dodici anni)

le quattro decidono di dividersi in due gruppi per finire prima il lavoro, ma dopo aver incontrato dei tizi vestiti in modo strano che parlano in modo ancora più strano (decisamente troppo strani persino per halloween), si ritrovano bruscamente coinvolte in una storia che abbandona immediatamente il timbro iniziale per trasformarsi in un'avventura in cui azione, mistero e fantascienza si intrecciano.
e della quale, ovviamente, non intendo spoilerarvi nulla, anche perché è tutto tanto imprevedibile che sarebbe davvero un immenso peccato rovinarvi la sorpresa!


partendo quindi dalla classica atmosfera di racconto di formazione, paper girls attinge a piene mani dall'immaginario fantascientifico-horror-d'avventura di circa trent'anni fa, rendendo al meglio le atmosfere di quegli anni non solo grazie alle citazioni palesi sparse per tutta l'opera (di certo molti di voi saranno più bravi di me a trovarle), e a quegli elementi diventati quasi iconografici (i walkie talkie, le biciclette, i primi aggeggi tecnologici, i ninja, la musica rock, i viaggi nel tempo, gli alieni, i mostri, i tagli di capelli orrendi, eccetera)  ma anche per via dello stile dei disegni e sopratutto dei colori ultrasaturi che richiamano fortissimamente l'estetica di quel periodo.


questo primo volume è in realtà un incipit di una storia che promette ancora tantissime emozioni e sorprese imprevedibili, un inizio che si concentra sopratutto sui personaggi (serve dirlo che adoro mac?) e che ci fa arrivare proprio all'inizio della vicenda vera e propria, lasciandoci spaesati, confusi e carichi di adrenalina esattamente come le quattro protagoniste, ingarbugliati in un mistero che sembra nascondersi dietro una simbologia che collega la religione alla tecnologia e il passato al futuro...
ed esattamente come le quattro ragazze, a fine lettura rimaniamo desiderosi di proseguire in questa incredibile vicenda.


il primo volume, pubblicato da pochi giorni da bao publishing, raccoglie i primi cinque episodi della serie, mentre in america sono usciti già abbastanza volumetti per poter pubblicare un secondo cartonato (tutti i dettagli li potete trovare qui), ragion per cui è lecito sperare che non ci voglia troppo tempo prima di poter continuare a leggere questa serie.
intanto, io vi consiglio assolutamente di recuperare il primo volume, magari approfittando dei saldi bao publishing dal 29 agosto al 25 settembre (non avete proprio scuse).