mercoledì 11 gennaio 2017

commenti randomici a letture randomiche (27)

adoro questa non-rubrica perché riesco a sfoltire di parecchio la lista delle cose di cui vorrei parlare sul blog di tanto ogni volta.
a questo giro, volevo spendere qualche parola sugli ultimi manga che ho comprato prima della fine dell'anno, in attesa di tornare in fumetteria a fare incetta di roba nuova!

lo scorso mese mi sono data ai recuperi e oltre a kuragehime - di cui qui non ho mai parlato e al quale dedicherò un megapost non appena la serie sarà conclusa (quando mai lo sarà) - ho preso liselotte 3 e 4. mi spiace pensare che questa serie sia interrotta, mi piace molto, e temo che il prossimo numero, al momento l'ultimo, lascerà in sospeso molte cose.

la vita di liselotte si fa ancora più complicata, visto che per colpa di una strega non troppo amichevole, engetsu si ritrova privo di tutti i ricordi che lo legano a liselotte: il suo atteggiamento cambia, diventa quasi freddo e per nulla gentile, ma per la ragazza engetsu è così importante da sopportare tutto e sperare che, pian piano, tra loro si creerà qualcosa di nuovo e bello da ricordare e che li terrà legati di nuovo come prima.

liselotte, nonostante sembri una calamita di tutte le sfighe possibili e anche di quelle più implausibili, continua a essere sempre ottimista e allegra. ha preso bene il cambiamento di engetsu, si è quasi sacrificata senza battere ciglio per lui e adesso ha deciso di accogliere in casa due streghe, mirte e hilde, che non se la passano troppo bene nella foresta per colpa di altre streghe, più potenti e meno gentili.

nel frattempo si infittisce il mistero legato alla potente strega vertelinde: hilde sa che vertelinde non è
più tra i vivi, eppure sia engetsu che yomi affermano di essere stati creati da lei...
e anche richard, il fratello di liselotte, sembra non essersi ancora rassegnato alla perdita della sorella, benché il colpevole del suo esilio sia proprio lui.

nel frattempo, mentre nella casa di liselotte, nonostante tutto, si continua a vivere in allegria, nel villaggio vicino il nome di vertelinde continua a creare scompigli, e conosciamo nuovi personaggi, come il signor ervin o il famiglio sui, un altro membro della strana famiglia di vertelinde.

continuano i flashback sul passato di liselotte, su enrich e richard, il mistero su engetsu e la sua vera natura, da quando è diventato qualcosa di diverso da un essere umano, si fa sempre più intricato, così come i rapporti tra i personaggi.

non ci resta che aspettare il prossimo volume per sperare di capire qualcosa in più, e poi iniziare a sperare che la takaya concluda al più presto la storia, svelandoci ogni mistero.

nuovi sviluppi anche per i miei due gemelli preferiti, aoi e akane di romantica clock!
il settimo volume è tutto incentrato sulle questioni di cuore e, visto che non posso fare altrimenti, fate attenzione agli spoiler se non l'avete ancora letto.
shin e akane hanno finalmente pronunciato le fatidiche parole e si sono finalmente messi insieme. anche i loro obiettivi sembrano farsi più vicini: shin ha vinto il suo concorso di pasticceria e akane migliora sempre di più a scuola, vedendo farsi più concreta la possibilità di seguire aoi nel nuovo istituto.
lo strano rapporto tra aoi e karin finalmente si sblocca e le paure della ragazza, il suo timore che aoi non sia davvero interessato a stare con lei, svaniscono con un bacio e un po' di rassicurazioni.

insomma, sembra che tutto stia andando per il verso giusto, ma qualcosa non va in akane: prima sviene all'improvviso per strada, facendosi soccorrere da un anziana signora con la quale stringerà amicizia, e nonostante la sua apparente tranquillità, l'episodio si rivela più grave di quanto si potesse immaginare. alla fine dell'ultimo episodio, mentre ancora i lividi della caduta non sono del tutto scomparsi, si ritroverà a perdere sangue dal naso...
cara yoko maki, non ho idea di cosa tu abbia in mente, ma non osare rovinare il lieto fine che mi aspetto da questa serie o verrò a prenderti a schiaffi fino in giappone!

atmosfere molto più allegre e fancazziste nel secondo volume di amami lo stesso, che conferma le buone impressioni del primo:è una serie divertente, quasi comica, che non vuole prendersi sul serio ma solo far svagare e distrarre il lettore, proponendo personaggi tanto assurdi da essere al limite dell'improbabile.

avevamo lasciato michiko davanti a una nuova speranza per il suo futuro: un lavoro, un alloggio e sopratutto la rottura con un non-fidanzato che si approfittava della sua ingenuità per spillarle soldi.
certo, per avere tutto questo deve sopportare il suo ex capo, kurosawa, e la cosa non le va poi più di tanto giù, nonostante lui le abbia praticamente salvato la vita (e la dignità).
man mano che passano i giorni, michiko inizia sempre più a smaltire l'astio che prova per kurosawa, e comincia a prestare attenzione ai lati del suo carattere a cui prima non badava.
complice una chiacchierata con la ex di kurosawa e un cuscino a forma di bistecca, il patatrac è servito! michiko, che nonostante abbia ormai trentanni e sia completamente inesperta in faccende amorose, si è presa una cotta per kurosawa, il suo ex capo e il suo attuale datore di lavoro.
la situazione è già parecchio imbarazzante, ma se ci si aggiunge che a quanto pare kurosawa è a sua volta innamorato di una donna che michiko non conosce, e che si ritrova ancora una volta a intervenire a favore di michiko, per insegnarle a non farsi mettere i piedi in testa al nuovo posto di lavoro che ha trovato... insomma, l'unica cosa che potrebbe salvare un po' la faccia di michiko sarebbe scavarsi una buca e sparire sottoterra. oppure continuare a tenere segreti i suoi sentimenti.
ce la farà? non ne sono sicura, ma ho assolutamente bisogno del terzo numero!

e per concludere, due parole sul diciasettesimo volume di natsume degli spiriti, il primo, fino ad adesso, che, devo ammetterlo, mi ha un po' annoiata.
le storie di questi episodi sono un po' troppo filler, più del solito, la trama principale è completamente bloccata qui e anche i personaggi secondari a cui sono più affezionata (taki e tanuma, ma anche reiko, anche se si tratta di flashback) sono stati messi da parte.
la prima storia è quella più carina, anche se un po' sottotono rispetto al solito. come già successo, natsume si ritrova invischiato in una storia d'amore tra uno yokai e un'umana, che in questo caso però sono molto più tonti di quanto si potrebbe credere.
è un episodio meno malinconico e più scanzonato di quelli che di solito natsume si trova a vivere, carino e piacevole, ma nulla di troppo memorabile.
la seconda è una storia dai toni decisamente più leggeri, in cui natsume, per seguire nyanko-sensei, si ritrova, suo malgrado, a partecipare a una strana festa tra yokai. un intermezzo divertente e piacevole, ma anche qui, nulla di fondamentale, anche se fa piacere rivedere alcuni yokai che non apparivano da un po'.
l'ultimo episodio riguarda invece natori, il suo passato e il momento in cui ha deciso di diventare un esorcista. da giovane è decisamente meno sicuro di sé di quanto non lo sia adesso che ha incontrato natsume. fin da quel periodo i contrasti tra lui e matoba sono più che evidenti, e buona parte della storia si basa proprio su questo e sui diversi modi di intendere il ruolo degli esorcisti. l'idea era buona, ma la storia è un po' troppo lenta e... beh, devo ammettere che mi ha un po' annoiata. spero di rifarmi con il prossimo volume, anche se ci sarà parecchio da aspettare.

martedì 10 gennaio 2017

to be read ~ gennaio

anno nuovo, rubrica nuova!


sono un po' in ritardo, lo ammetto, ma l'idea mi è venuta all'improvviso due sere fa e volevo iniziare prima possibile...
ho pensato di pubblicare qui sul blog, ogni primo del mese, la mia to be read list.

ora, io non sono il tipo da to do list e cose simili.
mi mettono ansia e mi fanno sentire inadeguata, perché spesso non faccio quello che scrivo, faccio altre millemila cose ma poi mi sento sempre in colpa perché non sono riuscita a fare tutto.
e allora, questa tbr perché? masochismo?
beh, in realtà no. o almeno non del tutto.
in primo luogo, ho pensato di farlo perché mi piace l'idea che a inizio mese ci sia una sorta di preview degli articoli che farò sul blog (in questo caso, troverete nella foto un libro che ho già recensito), e poi sopratutto perché ultimamente, sopratutto con i romanzi, sono diventata una lettrice un po' pigra. quindi se provo a prefissarmi degli obiettivi, magari riesco anche a raggiungerli.

come ogni volta che inizio un progetto a lungo termine, mi auguro sempre di riuscire a portarlo a termine... tiratemi le orecchie se non trovate la prossima tbr a inizio febbraio!

in ogni caso, ecco qui la mia tbr di gennaio!


dunque, lackadaisy mi era stato spedito dopo lucca, si era sperso ed è poi miracolosamente arrivato un paio di giorni fa. non vedo l'ora di leggerlo, sono anni che aspetto questo secondo volume!
di ti prego, rispondi ne ho in realtà già parlato (qui), ma mi andava di includerlo nella foto ugualmente, mentre di charles (che in realtà è di ale) leggerete domani un post qui sul blog!
asterios polyp l'ho recuperato a novembre, insieme a un altro paio di titoli coconino (cosmo e abc), ma non sono ancora riuscita a leggerlo, vorrei farlo con un po' di calma, cosa che in questo periodo manca parecchio (vi spiegherò non appena sarò abbastanza al riparo dalla sfiga parlarne), mentre il celestiale bibendum, alla conquista della luna e se una notte d'inverno un narratore li avevo presi io a dicembre, ma anche quelli non sono riuscita ancora a leggerli.
dov'è audrey? è stato uno dei tanti regali di compleanno, e, visto che amo follemente la kinsella, ho una voglia matta di leggerlo, preferibilmente sotto le coperte e con un pacco di biscotti vicino (anche se prima cederò il posto a tutti quei titoli che per un motivo o per un altro devo recensire con più urgenza), mentre come svanire completamente risale anche lui a dicembre, arrivato assolutamente per caso in un mese che è stato così pieno di nuovi acquisti e regali che non ho nemmeno avuto il tempo di curiosarlo per bene.

non ho idea se riuscirò a finire tutto in tempo, se riuscirò a parlare di tutto in tempo, ma di certo, almeno da adesso sono più invogliata a farlo! voi fate il tifo per me!
e voi? quali sono le vostre letture in programma?

lunedì 9 gennaio 2017

ti prego, rispondi

- fammi sapere quando parti per tornare a casa. 
- certo.  
  tornerò sempre a casa.

sono poche le cose che possono generare più ansia e insicurezza degli amori a distanza.
ad esempio gli amori che a distanza non dovrebbero esserlo, ma si ritrovano a diventarlo.
succede così a red e olive, la mattina in cui lei parte per un viaggio di studio e lui rimane ad aspettarla.
ci vuole poco, a volte comincia ancora prima di rimanere soli: mancanza, ansia, solitudine, senso di abbandono, paura che l'altro ci abbia dimenticato o possa farlo da un momento all'altro.
si perde fiducia nel proprio compagno, nel rapporto, in sé stessi e poi pian piano ci si spegne.
così red, uno dei protagonisti di ti prego, rispondi, che non sente olive da giorni, comincia a credere che lei l'abbia abbandonato senza dirgli nulla, e da qui inizia a scivolare lentamente nell'angoscia e nella disperazione.

la mancanza di olive, la sua assenza, il suo tradimento, se vogliamo, alla promessa di tornare a casa, diventano il quarto protagonista della storia, una presenza invisibile e intangibile ma asfissiante, come enorme blob che cresce a dismisura e ingloba tutto, ruba il posto a qualsiasi altro gesto, pensiero e sentimento: non c'è nessuna possibilità di rifugiarsi in un posto sicuro per red perché è proprio il suo posto sicuro ad essere sparito. pian piano red si ammutolisce, si inaridisce, fino a potersi riassumere nelle sue sopracciglia aggrottate e nelle labbra serrate. tiene dentro le parole e ci rimugina sopra all'infinito.
olive non c'è più, olive è andata via da me, olive mi ha abbandonato.

durante la lettura di tutta la prima parte del libro, quella a fumetti, al lettore non resta che rassegnarsi all'ansia crescente: la vicenda procede lentamente, l'attesa di una risposta, qualsiasi risposta, è pesante e infinita, e kathryn e stuart immonen, i due coniugi autori della storia, sono bravissimi a farci avvertire la sensazione di opprimente disperazione, che con crudele lentezza cresce di giorno in giorno (o di pagina in pagina).
la seconda parte, il diario di red, ci trascina insieme a lui in uno stato mentale confuso, dove i ricordi si assiepano senza tempo né consequenzialità logica di sorta, in un lungo sfogo contro le piccole tragedie personali, un sasso alla volta scagliato contro una fila di finestre.

i disegni risentono l'influsso marvel (stuart immenon ha infatti collaborato diverse volte con la casa delle idee), sia nel tratto netto e sicuro, sia nelle fisionomie dei personaggi, che a dispetto della serietà della trama, hanno tratti molto cartoonosi, tanto quanto nell'uso del colore a campiture piatte, che però sa prendersi la sua dose di originalità e riconoscibilità nella tavolozza, dove ai gialli, ocra e marroni, si avvicinano - fin dalla copertina - i toni freddi del blu, del viola e dell'azzurro ghiaccio.

ci sono ancora delle cose che vorrei dire su ti prego, rispondi, ma per farlo devo per forza svelarvi parti fondamentali della trama.
per cui, se avete letto la storia, andate oltre questa tavola e continuate a leggere.
gli altri invece, faranno meglio a non rovinarsi la lettura di questa storia, che si rivela molto più complessa e affascinante di come non sembri inizialmente. fermatevi qui!
*da adesso state attenti agli spoiler!*


considerando che sono mega spoiler, per leggere vi tocca evidenziare.
non avete scuse, non potete darmi la colpa di niente.

cosa sia in realtà successo a olive lo scopriamo presto: un incidente con l'elicottero e si trova da sola, spersa tra boschi e neve, lontana da qualsiasi centro abitato, impossibilitata a raggiungere o comunicare con chiunque.
da subito, olive cerca di portare con sé tutto quello che può esserle utile, si mette in cammino nella speranza di salvarsi. durante il suo viaggio, per non cedere allo sconforto o alla pazzia della paura, recita poesie e brani di racconti, si fa domande, cerca in ogni modo di non perdere quello che fa di lei olive: il suo personale patrimonio di parole diventa come la ninna nanna per un bambino, la storia ripetuta mille volte dalla mamma prima di addormentarsi. come se fossero quelle della sua favola preferita, olive usa le sue parole per rassicurarsi, darsi forza e provare a ogni costo ad andare avanti.
nel frattempo red, avvisato dell'incidente, sa che se non si troveranno tracce di olive in sette giorni, i soccorsi non continueranno a cercarla: non c'è alcuna possibilità di resistere a quel freddo per più di una settimana. invece di reagire alla notizia nel modo più auspicabile, trasforma la disperazione per la sorte della donna che ama, sublimandola nella disperazione per sé stesso, trasmutando il dolore e la rabbia in una rassegnata sofferenza per essere stato abbandonato.
lui diventa, ai suoi stessi occhi, la vittima dell'incidente, e quasi sembra che olive lo abbia abbandonato con intenzione, che non sia davvero precipitata in mezzo al nulla e non stia davvero morendo di stenti in un bosco senza confini, ma che abbia creato ad hoc la situazione per lasciarlo senza spiegazioni.
ciascuno a modo proprio, si chiude in un bozzolo di parole: olive in quelle che potranno salvarla, red in quelle che più lo feriscono, ed è quasi ironico notare come si crei una sorta di chiasmo tra i due personaggi e le loro situazioni: uno e al sicuro e si lascia andare al dolore, l'altra è esposta a un pericolo enorme e cerca in tutti i modi di lottare per la sua salvezza.
una metafora di quella situazione paradossale che si crea tra tantissime persone: da un lato chi ha la fortuna di avere certezze, protezione, futuro, stabilità, e si ferisce volontariamente, dall'altro chi, in continua lotta per la propria vita, non cerca altro che di poter strappare un giorno in più alla morte.

nel corso dei sette giorni, olive prosegue il suo cammino senza meta, o meglio, verso una meta troppo lontana per poter essere raggiunta. se la troveranno, sarà salva, altrimenti non c'è alcuna possibilità per lei. olive, nonostante dica all'inizio che veste di nero perché è in lutto per la sua vita, non si arrende, e con tenacia va avanti a testa alta, non solo per salvarsi la pelle, ma per preservare una sanità mentale che la paura e la solitudine, quelle vere, possono distruggere.
solo alla fine, senza mai perdere la sua incredibile compostezza, in quello che a me personalmente è sembrato una sorta di auto-funerale, olive brucia tutti i suoi oggetti, tutto quello che ha preso dall'aereo e le ha permesso di vivere fino a quando la ragione le ha detto che non aveva senso continuare, si riscalda per l'ultima volta, e, in un gesto forse istintivo, forse coscientemente simbolico, si rannicchia in una piccola insenatura sotto la neve, come dentro un grembo, per addormentarsi l'ultima volta.
è come se il percorso di olive si svolgesse lungo una via che porta alla consapevolezza di sé e a una lucida e calma rassegnazione, mentre quello di red è una intricata e caotica fuga dalla realtà, dal non voler accettare altro che il suo dolore, crogiolarvisi e cullarvisi, protetto nel ruolo della vittima, arrabbiato come un ragazzino che lancia vetri contro le finestre.

dicevo, in questa storia c'è molto di più di quello che viene presentato sulla quarta di copertina. non è solo una storia d'amore, romanticamente inteso, ma una storia sulla capacità di rispondere alle difficoltà a cui, prima o poi, si va incontro durante il corso della vita.
ed è quanto c'è di non detto, di non chiaro, di non esplicito - e che, chissà, magari ho visto solo io - che mi è piaciuto di più in questo racconto, è che è il motivo per cui vi consiglio di leggerlo.

venerdì 6 gennaio 2017

my cup of tea 2016

è tempo di tazzine!


come per le passate edizioni (2013 e 2015) è arrivato il momento di my cup of tea, premio ideato da yue lung di say adieu to yue:
Lo scopo del premio "My cup of Tea" è quello di celebrare non le opere più belle dell'anno di riferimento (che siano fumetti, film, libri , serie tv o quant'altro) ma bensì quelle che più vi hanno sorpreso, contro ogni aspettativa e pregiudizio.
Potete tranquillamente fare premiazioni multiple, una per ogni tipologia (ad esempio un film, una serie tv , un libro e così via) e non è obbligatorio premiare solo cose uscite nel 2016.

e dunque ecco le mie tazzine per l'anno appena trascorso. come per la scorsa edizione, ho deciso di creare più categorie.

 • graphic novel • 


nel corso del 2016 ho letto una quantità industriale di graphic novel, e di questi sono stati pochi quelli che non mi hanno entusiasmata. però di certo, quello sul quale avevo più pregiudizi, sopratutto per via dello stile dei disegni che inizialmente non mi sembrava potesse piacermi, è stato dressing, di michael deforge, edito da eris edizioni. c'ho messo veramente poco a rendermi conto che stavo sbagliando e che mi ritrovavo tra le mani un libro veramente notevole.
nonostante fossi abbastanza scettica all'inizio, mi è piaciuto moltissimo!
(recensione qui)

 • libri • 


quante volte abbiamo scartato un libro dicendoci questo non è proprio il mio genere? ecco, figli della polvere avrei potuto non leggerlo proprio per questo motivo, perché sinceramente non ho mai avuto interesse per i western e perché, a dirla tutta, i cowboy mi sono sempre stati antipatici.
facevo il tifo per gli indiani.
invece il romanzo di colin winnette, edito da clichy, è stato uno dei più appassionanti dello scorso anno, mi ha emozionata e scossa, e mi ha fatto scoprire un modo di raccontare le storie per me completamente nuovo e un po' sconcertante (in bene, ovvio).
(recensione qui)

 • manga (serie) • 


hatsu haru di shizuki fujisawa l'ho provato quasi svogliatamente, mi sembrava uno shoujo un po' da due soldi, la solita commedia scolastica di cui mi sarei dimenticata subito dopo aver letto il primo volume.
invece è stato il manga più sorprendente dello scorso anno. è vero che sono usciti solo due volumi e che forse, almeno per scaramanzia, dovrei smetterla di fargli i complimenti, ma non sempre mi sbaglio così tanto su qualcosa. e non sempre sono così contenta di non essermi fidata del mio giudizio a pelle.
(recensione qui e qui)

 • fumetto occidentale (serie) • 


l'ho detto fino alla nausea, ma mai pensavo che mi sarei appassionata tanto a una serie marvel. non per qualche strano pregiudizio, ma perché non sono una di quelle cresciute a pane e supereroi (pk escluso). ms. marvel è stata una sorpresa più che piacevole. adesso aspetto i cartonati di spider gwen, spero di poter fare il bis!
(recensione qui e qui)

 • autoproduzioni • 


questa è stata difficile, non ho letto fumetti autoprodotti con aspettative negative, ma se proprio devo scegliere un titolo che mi ha sorpresa direi gimkhana, sopratutto perché non lo conoscevo, sono stata contattata dall'autrice che mi ha invitata a leggerlo. quindi direi che più che altro non avevo proprio nessun tipo di aspettativa.
ma gimkhana mi ha sorpresa tanto e, come sempre, ha confermato la mia idea che tra le autoproduzioni si trovano tantissimi titoli che meritano attenzione!
(recensione qui)

 • film • 


anche per animali fantastici e dove trovarli avevo una buona fetta di pregiudizi in testa prima di entrare in sala. pensavo ecco, ora mi sorbirò una versione noiosa di harry potter fatta tanto per spillare qualche altro soldo ai fan.
e invece credo che mi sia piaciuto anche di più dei film di harry potter (non dei libri, ora non esageriamo), e sono diventata una fangirl che cerca di captare ogni notizia possibile sui prossimi film della serie!

 • serie tv • 


non sono una di quelle persone aggiornatissime sulle serie tv, quelle che seguono la roba man mano esce in america, quindi pian piano sto cercando di recuperare qualche serie tv di cui ho sentito parlare bene, ma anche con i recuperi vado piano, perché vedo gli episodi con ale e non tutte le sere ci riesce di metterci insieme davanti al pc a vedere qualcosa. fringe era una serie che volevo vedere da anni, ma non riuscivo a decidermi, avevo paura che il mio stomaco non avrebbe retto davanti a certe scene. invece ho tenuto gli occhi chiusi per molto meno tempo di quanto pensassi, e il mio stomaco si sta allenando, consentendomi di poter vedere altro (tipo stranger things. lo so. non l'ho ancora visto e dovrei vergognarmi). in ogni caso, gran bella sorpresa, non me l'aspettavo. ah, non fateci spoiler! siamo arrivati ancora all'inizio della terza stagione!

 • extra • 


giuro solennemente di non bistrattare mai più una serie rai.
quest'anno, escluso la mafia uccide solo d'estate, sulla quale avevo aspettative altissime che sono state tutte più che appagate (mi è piaciuto un sacchissimo!), la serie tv che più mi ha stupita è stata i medici. non gli avrei dato un centesimo, invece mi sono appassionata tantissimo e non vedo l'ora che arrivi la seconda stagione.
purtroppo mi sono persa il primo episodio e, siccome sono una rincretinita, non l'ho ancora recuperato. aspetto che esca un cofanetto dvd dignitoso e poi me lo rivedo tutto con ale e madre!

vi ricordo che chiunque può partecipare a my cup of tea e vi rimando al post in merito sul blog di yue! se partecipate fatemelo sapere, sono curiosa di sapere cosa premiate dello scorso anno!

mercoledì 4 gennaio 2017

bugie d'aprile 1

a meno di un anno di distanza torno a parlarvi di shigatsu wa kimi no uso, ovvero bugie d'aprile, da oggi in fumetteria per star comics.
quando scrissi (qui) per parlare dell'anime non immaginavo che dopo così poco tempo sarebbe arrivato anche qui da noi. la serie animata mi piacque parecchio, nonostante l'indicibile tristezza della storia, quindi non mi sarei persa il manga per nulla al mondo.

la trama è molto fedele a quella dell'anime (in realtà è il contrario, è l'anime che è ispirato al manga, ma ci siamo capiti), e persino molte inquadrature sono simili, eppure nel manga di naoshi arakawa, per forza di cose, si perde quel tocco più solare e spensierato - che nell'anime era dato principalmente dalle luci e dai colori - e si entra subito nel vivo del dramma.


la storia la conoscete già, ma per i più smemorati faccio un breve riassunto: da un paio di anni kosei arima, un ex bambino prodigio e talentuosissimo pianista, ha smesso di suonare. realizzarsi come musicista era il suo modo di rendere felice la madre malata, e nonostante l'atteggiamento crudele della donna, il piccolo kosei continuava a impegnarsi con tutte le sue forze per raggiungere il successo, fino al momento in cui, per chissà quale motivo, non è più riuscito a sentire il suono del pianoforte quando suonava.
da quel momento la sua carriera è finita e da quel momento, ormai rimasto orfano, vive la sua adolescenza senza entusiasmo.
nonostante il suo carattere cupo, kosei può sempre contare su tsubaki, sua amica d'infanzia e vicina di casa, una ragazza vivace e amante del baseball, e watari, un ragazzo di buon cuore anche se un po' donnaiolo. e sarà proprio grazie a loro due che riuscirà a incontrare, nel più implausibile e imbarazzante dei modi, kaori miyazono, eccentrica, manesca e... violinista.
ma la ragazza, nonostante sia interessata a watari, non risveglierà in kosei solo l'interesse per la musica e i drammi della sua infanzia, ma pare proprio sarà in grado di rendere meno grigia la sua giovinezza...

nonostante alcune scene quasi comiche, bugie d'aprile è fin da subito permeato di malinconia e cupezza: il passato di kosei è così pesante, e il suo trauma legato al pianoforte così importante per lui, da lasciare intendere fin da subito che non ci aspetteranno grandi risate nei prossimi volumi.
anche se questo primo numero è abbastanza introduttivo, e ci lascia intendere qualcosa sui caratteri dei personaggi e su come si svilupperanno i legami tra loro, quella sensazione di essere investiti da un ciclone che kosei avverte dopo l'incontro con kaori è la stessa che ci travolge dalla prima all'ultima pagina, regalandoci un inizio appassionante e coinvolgente.

ve lo avevo consigliato già dopo aver visto la trasposizione animata, ma in ogni caso rinnovo il mio invito a conoscere questa storia, che nei prossimi volumi diventerà sempre più appassionante e coinvolgente, e vi costringerà più volte a tirar fuori la scatola dei fazzoletti!
buona lettura!