martedì 13 dicembre 2016

commenti randomici a letture randomiche (25)

la più grande paura (mia) di quando si trova un bel primo volume è che poi il secondo deluda enormemente e cominci a trascinare la serie verso il tracollo.
invece hatsu haru con il secondo volume continua alla stragrande a darmi le stesse buone sensazioni che mi aveva regalato il primo.
kai ichinose si è finalmente arreso all'evidenza: per la prima volta in vita sua, per la prima volta dopo aver fatto strage di tanti cuori, si ritrova lui a essere innamorato. e per giunta innamorato di quel  tipo di ragazza che non avrebbe mai creduto potesse piacergli!
riko, che lui conosce fin da quando era bambina, non è infatti una bellezza straordinaria, anzi è una ragazza comune e che peraltro non sembra provare qualcosa per kai, mentre continua a crogiolarsi nel suo amore non corrisposto per il professor suwa.
avevamo lasciato, alla fine del primo volume, kai che tentava di emulare una delle più classiche situazioni da shoujo manga, il bacio-a-sorpresa ma la cosa non è andata poi tanto bene e riko ha completamente frainteso le sue intenzioni... no, a dirla tutta, riko a risposto nel migliore dei modi!
ma gli amici di kai si sono resi conto che il ragazzo sta vivendo la cosa veramente male, così decidono di organizzare una bella uscita di gruppo al luna park, che si trasforma in un mega appuntamento in cui si formano quattro coppie, tra le quali, kai e riko.
se ai suoi amici le cose sembrano essere più facili, kai si ritrova a scoprire che l'amore, quello vero, non ti permette di fare giochini facili per ottenere quello che vuoi, così quando arriva il momento in cui potrebbe far sì che riko rinunci a suwa, che si trova al luna park con la sua fidanzata, scopre di non essere in grado di far soffrire la ragazza che ama.
kai e riko iniziano a scoprire molto più uno dell'altra e lui si rende conto di cosa vuol dire essere davvero innamorati e questo numero è un tripudio di emozioni e fangirlismo.
i protagonisti sono semplicemente adorabili e la storia ha sempre un ritmo serratissimo. e io continuo a consigliarvi tantissimo questo shoujo manga!

ma la sorpresona è stata sopratutto il volume 26 di arrivare a te!
e finalmente, oserei dire: gli ultimi numeri erano così noiosi che quasi non mi ricordo cosa era successo (a dire il vero non è che sia successo poi molto eh...)
sawako e kazehaya riescono finalmente a chiarire quello che pensano circa le loro scelte per l'università, ma sopratutto a perdere un po' di quella loro innaturale rigidità che travalica i limiti dell'accettabile tontaggine e almeno un abbraccio riusciamo a vederlo. hanno capito che possono continuare a stare insieme anche se le loro scelte li divideranno, se poi sarà davvero così non so, ma davvero la distanza può influire su una coppia del genere? davvero a due che non riescono dopo tutto questo a darsi un bacio con naturalezza, può cambiare tanto se si trovano in posti diversi?
io non credo, ma staremo a vedere, sperando che la cosa porti uno scossone nella trama (e magari anche a loro due).
kurumi svela i suoi sentimenti a sawako e, dopo tanto tempo, finalmente (è tutto pieno di finalmente questo post) le due riescono a dirsi amiche davvero, in uno dei momenti più emotivamente sinceri da taaanto tempo.
nel frattempo yano sembra stia cominciando a rendersi conto che pin è molto più importante per lei di quanto non è riuscita ad ammettere a sé stessa. e nonostante il cliché dell'alunna innamorata del suo professore sia una delle cose che più odio in un manga, questa volta sono davvero curiosa di sapere come andrà  avanti.
e non vedo l'ora di rivedere ryu e chizu insieme! sono assolutamente la mia coppia preferita (e anche la più normale in questo manga!)

deludente invece il primo volume di faith.
avevo aspettative altissime su questa serie, la vedevo un po' come una ms. marvel bis. d'altro canto, le aspettative si erano gonfiate leggendo alcuni commenti su internet, che volevano zephyr, la supereroina protagonista, come una figura nuova, una vera e propria rivoluzione.
e da un certo punto lo è: zephyr è la prima supereroina obesa della storia - o almeno credo. di certo lo è da quando io ho memoria.
tutta un'altra cosa rispetto alle stragnocche con due metri e mezzo di stacco di coscia, vitino da vespa e tette antigravità.
il punto è che questo essere diversa di zephyr non cambia di mezza virgola nulla nella storia.
direte voi, e cosa dovrebbe cambiare? che la devono prendere in giro per la ciccia e lei si incazza e parte il pippone sul fat-shaming?
no no, per carità, niente pipponi, niente tentativi di educare le nuove generazioni al rispetto dell'altro con mezzucci tipo ehi, può piacerti una supereroina anche se è cicciona, quindi puoi piantarla di bullare chi è grasso. sarebbe stato un po' patetico.
ma, ed è qui che faccio il paragone con ms. marvel, in faith la vita personale della protagonista non è poi così importante. non c'è quasi nulla di lei di notevole se non il suo fisico e qualche battutina da wannabe nerd. praticamente non c'è molto sul suo carattere, sulla sua storia, sui suoi desideri, le sue paure, i suoi sogni. niente di niente, giusto qualche accenno al suo passato in una squadra di supereroi - storia finita non troppo bene - e alla sua voglia di lavorare da sola. e questo non fa di una macchietta un personaggio.
tutto questo mi ha delusa. faith è un fumetto di supereroi pieno di quella roba da supereroi (identità segrete, gente con capacità assurde, cattivi spietati, mondo in pericolo eccetera) e basta.
la diversità della protagonista, la sua tanto millantata originalità, si riduce tutta nell'elemento grafico, perché, ad essere sinceri, se faith fosse stata una stragnocca come tutte le altre, non sarebbe cambiato meno che niente.
e se il punto fosse proprio questo? anche se non sei uguale al canone imposto, non cambia nulla? bella idea, ma purtroppo non funziona così, non in questo mondo.
faith poteva essere un buon modo per parlare di qualcosa di importantissimo (il fat shaming, il bullismo, l'imposizione di un determinato canone estetico e le conseguenze di una mancata adeguazione) e poteva essere l'occasione per parlarne ai ragazzini che leggono fumetti di supereroi e bullano i loro compagni di classe troppo grassi o troppo magri o troppo qualsiasi cosa non sia abbastanza cool, si poteva veicolare il messaggio in modo meno noioso degli incontri con gli psicologi a scuola e provare comunque a trasmettere qualcosa, e invece qui c'è solo gente che vola e che picchia altra gente che vola, biondoni palestrati e alieni che vogliono far estinguere l'umanità.
peraltro lo stile dei disegni di francis portela è davvero pesante e - secondo il mio personalissimo gusto - davvero poco piacevole: sembra un tentativo non troppo riuscito di essere più realista possibile, senza riuscire a far sembrare le tavole né abbastanza fotografiche, né sufficientemente fumettose. i colori - come prima - tentano, anche loro, di dare un effetto realistico, esagerando con le sfumature e le lumeggiature, ma il risolutato è la sensazione che tutti i personaggi siano di plastica. insomma, graficamente non mi è piaciuto per nulla se non in alcune tavole disegnate da marguerite sauvage, più cartoonose e delicate. ma questo lo dico solo sulla base del mio gusto eh, lo ripeto perché non vorrei lo prendeste per oro colato. io ho sempre odiato questo genere di grafica, ma ciò non toglie che possa piacere molto ad altra gente.
in buona sostanza, se non fosse stato propinato come qualcosa di sensazionale, sarebbe anche stato carino (la storia è abbastanza avvincente e sopratutto la vicenda si conclude in questo primo volume, quindi ci si può fare un'idea abbastanza completa del valore di quest'opera) ma poteva essere veramente qualcosa di totalmente nuovo e innovativo e invece niente. banale. peccato, un'occasione sprecata.

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