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mercoledì 26 aprile 2017

commenti randomici a letture randomiche (33)

oggi, nella rubrichina più randomica del web, vi parlo di un sacco di cose bellissime, quindi pronti a riempire i carrelli di amazon (o a fare un giro in libreria).

cominciamo da yuri - asa nisi masa, edito qualche mese fa da coconino press, o meglio, si tratta di una riedizione, visto che per la prima volta era stato pubblicato nel 2003.
gran bella idea quella di ristamparlo, perché - almeno io - altrimenti me lo sarei perso e sarebbe stato un peccato.
yuri è un fumetto abbastanza atipico, anche nella sua storia editoriale: uno dei più grandi editori giapponesi, kodansha, decise di proporre al suo pubblico un manga realizzato da un autore occidentale. quell'autore è igort e yuri è il piccolo capolavoro che ha realizzato, tornato poi in italia grazie a quella che - all'epoca e fino a poco tempo fa - era la sua casa editrice.
abituati ai manga che leggiamo ogni giorno, yuri è qualcosa di completamente diverso: non solo una meraviglia visiva come se ne trovano raramente, ma è anche un perfetto esempio di come due modi di fare fumetto, a prima vista completamente diversi, come quello nipponico e quello italiano, se ben miscelati tra loro, riescono a dare vita a qualcosa di unico e bellissimo.
yuri è una favola cosmica, letteralmente: racconta i viaggi stellari a bordo dell'astronave green kangaroo del piccolo yuri, cosmonauta in cerca della sua mamma accompagnato e accudito da uba, una tata-robot di legno.
il piccolo astronauta esplora pianeti e mari alieni, incontra creature a volte spaventose, a volte gentili, a cui chiede aiuto per riuscire a ritrovare la madre.
i racconti sono brevi, introdotti da leggende spaziali e filastrocche, che aiutano a rendere al meglio il tono infantile e poetico delle storie, perfetto per il pubblico di riferimento, che è appunto quello dei bambini. le vignette sono molto grandi, spesso una sola scena occupa metà o tutta la tavola e l'azione non è molta, ma la bellezza della storia sta tutta nella dolcezza del giovanissimo protagonista e nel modo in cui si relaziona agli alieni che incontra, e sopratutto nel suo desiderio di riabbracciare sua madre, che è il vero motore dei suoi viaggi.
igort disegna scenari dettagliatissimi, colorando ogni tavola e rendendo yuri un po' un ibrido tra fumetto e libro di illustrazioni. consigliatissimo.

passando ad uscite più recenti, io spero che tutti abbiate preso il primo volume di our little sister di akimi yoshida (qualche millennio fa ho parlato del suo - bellissimo! - banana fish), uno di quei titoli che mai e poi mai mi sarei sognata di vedere in italiano e invece è in corso di pubblicazione per star comics.
se avete visto il film omonimo - little sister - ispirato al manga (ve lo consiglio, è molto carino e le attrici sono davvero bravissime), probabilmente conoscete già l'inizio della storia: yoshino, chika e sachi, le tre sorelle koda, abitano insieme in una grande casa e antica casa a kamakura. i genitori le hanno lasciate sole da parecchi anni, ma le tre sono riuscite sempre a vivere bene insieme, e adesso che sono adulte, vivono le loro vite senza sentire più di tanto la mancanza della madre e del padre. la loro vita continua tranquilla e serena, tra qualche battibecco, i fidanzati sbagliati e il lavoro, tra quelle mura piene dei ricordi della loro infanzia, fino al giorno in cui non arriva la notizia che il loro padre è morto.
nonostante non lo vedano da quindici anni, nonostante lui abbia sposato altre donne e avuto altri figli, decidono lo stesso di partecipare al funerale,
arrivate al paese in cui il padre, alla stazione conoscono suzu, la loro sorellastra, una ragazzina che fin da subito mostra un'indole dolce e decisamente più matura di quella che solitamente ha una ragazza della sua età. nonostante il soggiorno sia breve, le tre sorelle si affezionano subito a suzu e, considerato che ormai sia sua madre (la seconda delle tre mogli del padre) che suo padre non ci sono più, le chiedono se vorrebbe venire a kamakura con loro. suzu accetta senza pensarci troppo e dopo pochi giorni arriva nella grande casa delle koda.
inizia quindi questa nuova convivenza a quattro, e alla vita delle tre giovani donne si intreccia quella di un'adolescente alle prese con la scuola, la squadra sportiva, le amicizie, e insieme alle loro vicende e ai loro piccoli drammi, quelle degli altri abitanti del piccolo paese.
our little sister è un manga corale che parte benissimo, raccontando il presente e il passato di una famiglia, la vita di un piccolo paese sul mare, e sopratutto tratteggia senza troppi fronzoli la storia di quattro giovani donne. se proprio vogliamo trovargli una pecca, credo che lo stile di disegno non sarà troppo apprezzato dal grande pubblico, cosa che, in accordo con il suo essere uno slice of life, non mi fa pensare che possa diventare un best seller.
ma fidatevi di akimi yoshida e un po' anche di me, e provate a fare un giro anche voi a kamakura. vi assicuro che ne vale la pena!

un po' meno entusiasmo me l'ha regalato il primo numero della nuova edizione di lamù. in buona sostanza il punto è questo: il pregio e il difetto di questo esperimento (star comics ha proposto un'antologia in due volumi per valutare la reazione del pubblico prima di decidere se ristampare tutta la serie) coincidono. mi spiego meglio: bella l'idea di fare un'antologia, sopratutto considerando che si tratta di una storia ad episodi - tipico di rumiko takahashi - che funzionano anche autonomamente, e considerando pure che un gran numero di volumi tutti così probabilmente fanno più gola ai fan della vecchia generazione in preda alla nostalgia che ai lettori più giovani. ma il problema, a mio avviso, è stata la selezione delle storie. pensavo che almeno il primo capitolo ci fosse, o che avremmo trovato episodi completi, invece l'inizio manca e alcuni episodi sono capitoli di storie più lunghe.
quindi sì, bella l'edizione a colori e in grande formato, bella l'idea di riportare in libreria un titolo di tanti anni fa, bella anche l'idea dell'antologia, ma la selezione dei capitoli poteva essere diversa, sopratutto a beneficio di chi - come la sottoscritta - non ha ricordi del vecchio manga o dell'anime.
un buon prodotto per i fan e i nostalgici, ma se non conoscete almeno un po' la storia, è difficile capirci qualcosa. peccato, speravo in qualcosa di diverso e più leggibile per tutti.

penultimo volume per romantica clock, che mi sta mettendo addosso un'ansia tremenda e voglio assolutamente sapere come va a finire!
avevamo lasciato akane deboluccia ma in fase di ripresa, adesso è arrivato il momento dei tanto sospirati esami di ammissione e lei, nonostante tutto, si è impegnata come una pazza per riuscire a superarli, per poter frequentare la stessa scuola di suo fratello aoi.
ma tutto questo stress non le fa affatto bene, e subito dopo l'esame akane ha un altro malore, per cui finalmente decidono di sottoporla ad esami più approfonditi, per scoprire che ha una non meglio identificata malattia del sangue e che le servirà un non meglio specificato trapianto.
in ospedale akane fa amicizia con un sacco di bambini ricoverati con lei, mentre i suoi amici, che non possono entrare nemmeno per farle visita (si tratta pur sempre di ospedali pediatrici e di ragazzini troppo piccoli per poter essere ammessi nei vari reparti), cercano di farsi forza tra loro e di prepararsi al suo ritorno. solo shin, il più grande per età, riesce ad incontrarla e passare un po' di tempo con lei.
la guarigione di akane sembra possibile, perché aoi, in quanto gemello, è un donatore compatibile, ma in ogni caso richiede tempo, ma alla notizia che è stata ammessa alla scuola dei suoi sogni ogni dubbio e paura spariscono per far ritornare il suo ottimismo più forte che mai.
dubito che ci sarà un finale triste (già qui il momento lacrimuccia c'è stato e per quello che mi riguarda è stato anche troppo per una storia così), ma in ogni caso mi sento davvero in ansia per quale sarà l'esito della vicenda.
insomma, certe serie non dovrebbero essere bimestrali, o almeno non per tutta la durata della pubblicazione! datemi il finale adesso!!!

in ultimo la grande gioia di questo giro: il volume tre di himitsu! personalmente ci avevo già messo una croce sopra, visto che goen ci ha fatto aspettare quasi un anno per vederlo (e sì, c'è già chi ha letto il numero quattro, mannaggia!), e invece eccoci qui.
si accettano scommesse sulla data di uscita del quinto. se poi penso che sono d o d i c i volumi mi sento male...
ma dunque, dicevamo, himitsu!
in questo terzo volume continuano le (dis)avventure del nono, mettendo un po' da parte i due protagonisti, maki e aoki, lasciandoci concentrare del tutto sul caso in corso: il ritrovamento di un corpo completamente scuoiato, un omicidio ributtante e un cervello intatto, lasciato quasi apposta perché la polizia, in possesso della tecnologia capace di leggere i ricordi impressi nei cervelli anche dopo la morte, scoprisse il motivo di un tale delitto.
da qui prende le mosse un caso che risale in realtà a cinque anni prima e che coinvolge dei ragazzi allora appena diplomati, uno spietato assassino e delle vittime innocenti...
quasi tutto il volume è dedicato a questa storia, quindi non andrò oltre a svelarvi la trama, ma bisogna ammettere che reiko shimizu è davvero brava a mantenere alta la tensione fino alla fine.

mercoledì 2 novembre 2016

lucca 2016 ~ riassuntone degli annunci

esattamente come l'anno scorso, ecco il riassuntone degli annunci di lucca divisi non per casa editrice ma per livello di gradimento della sottoscritta.
ergo, nulla da prendere troppo alla lettera, anche perché, come magari avete notato leggendo il vecchio post, poi io ci ripenso pure su quello che scrivo e magari una cosa che era finita tra i boh chissenefrega finisce immediatamente tra le cose che desidero follemente e viceversa.
anche quest'anno, mi farò aiutare dalle faccette di yotsuba, che riesce al meglio a interpretare i miei inconsulti e incoerenti moti d'animo (comunque offuscati dal rosicamento di essere rimasta qui invece che stare in mezzo al megacasino di lucca a comprare fumetti come se i soldi non servissero ad altro).


iniziamo benissimo con planet manga e star comics!
per planet manga arriva, anche se era una notizia abbastanza prevedibile, il nuovo manga di io sakisaka, omoi omoware, furi, furare, nella solita edizione economica da edicola e fumetteria, per la quale io personalmente sono molto riconoscente.
ma il botto vero lo fa star comics con una notiziona bomba: our little sister, ovvero umimachi diary, di akimi yoshida (l'autrice di banana fish), che potremo finalmente leggere da aprile. per me, dopo questa notizia, si poteva anche chiudere lucca comics.  mi raccomando, spammate questo titolo come se non ci fosse altro obiettivo nella vostra vita, perché se torna la yoshida in italia io quasi quasi riacquisto la fede. e poi star ha anche annunciato bugie d'aprile (ho parlato dell'anime qui), manga che ci farà piangere ogni lacrima ma credo proprio che ne valga la pena. torna anche l'autrice di una stella cadente in pieno giorno (che devo ancora recuperare), con la sua nuova opera, tsubaki-cho lonely planet, che non conosco ma non intendo perdermi.
per chi se lo fosse perso ai tempi della pubblicazione gp, c'è anche la ristampa di sailor moon, anche sta volta in edizione da edicola e quella pornolusso (?) da fumetteria.
mi ispira anche arte (planet manga), opera di debutto di kei ohkubo, ambientato nella firenze rinascimentale, in cui una giovane aspirante artista deve superare gli ostacoli di un mondo tutto al maschile. interessanti tema e ambientazione, staremo poi a vedere com'è tutto il resto.
oltretutto pare che prossimamente star comics inizi a distribuire i suoi titoli anche su amazon, cosa di cui non potrei essere più felice!

passando ai titoli occidentali, bao annuncia the umbrella academy, che non conosco, ma mi ispira assai. idem per il cartaceo di vivi e vegeta, che, grazie a tutti i mega casini con i cellulari, non ero mai riuscita a leggere su verticomics. hanno anche annunciato un nuovo titolo di radice/turconi, nella collana babao (ecchissenefrega che tra poco faccio 30 anni e quella è roba per bambini, si parla di radice/turconi!), orlando curioso, che manco a dirlo insomma.

ci sono anche due titoli marvel che mi interessano (nonostante la mia totale - o quasi - ignoranza in materia) che sono weapon x (wolverine!), che uscirà in cartonato a gennaio 2017 e moon girl e devil dinosaur (non lo conosco, ma c'è un dinosauro e quindi lo voglio), che verrà raccolto in volumi a partire da aprile 2017.


tanti dubbi su tanti titoli che non conosco ma boh, magari mi perdo qualcosa di carino, quindi cercherò notizie. in primo luogo, il manga di asano dead dead demon's dededededestruction. a parte che un titolo più brutto di questo devo ancora vederlo, asano a volte mi ha sorpresa molto in positivo, altre volte mi ha annoiata e in alcuni casi anche schifata. non ho idea di cosa aspettarmi da quest'opera, aspetterò pareri.
sempre per planet c'è shiruken to plats, di hino matsuri, che boh, sono solo due numeri, ma ne vale la pena? sì? no? rosico molto di non aver letto vampire knights, anche se pare una mezza vaccata, non conoscendo certi titoli osannatissimi mi sento fuori dal mondo. magari recupero con questo. magari.
per star comics uscirà un nuovo shoujo, honey di amu meguru. i disegni mi ispirano molto, così come il fatto che la serie si concluda in 8 volumi, ma la trama mi sembra un distillato di banalità. anche qui, attendo pareri. anche vanitas no carte mi lascia qualche dubbio. pandora hearts mi ha convinto a droppare al primo volumetto, di questo titolo invece ho sentito parlare bene, e in effetti ogni tanto mi andrebbe un manga diverso dalle mie solite letture...
potrei prendere in considerazione anche compagni di classe, che fino a ora ho rimandato, perché pare che magic press abbia intenzione di pubblicare anche gli altri volumi della serie, anche se non sembrerebbe essere stato un annuncio troppo esplicito.



star comics propone due volumi di raccolte di alcuni episodi di lamù, in una color edition. uff. non mi piacciono molto le selezioni né l'idea di manga a colori. e lamù non è uno dei miei personaggi preferiti della takahashi. e a dire il vero preferisco dare precedenza al recupero di maison ikkoku. no, proprio no.
ci sono molti titoli di autori piuttosto famosi e apprezzati tra gli annunci di planet manga, tipo akagame na kill! zero, il nuovo manga degli autori di death note (la più grande delusione di sempre), platinum end, la ristampa di rocky joe, one piece party, nami yo kiitekura di hiroaki samura, autore che mi terrorizza completamente, dopo aver visto alcune illustrazioni che suppongo dovessero essere erotiche, a me viene ancora la nausea al solo pensarci (erano di una violenza e di una misoginia spaventosa), poi altra roba piena di gente che si picchia eccetera... sia per planet che per star comics. io passo felicemente su tutto, come al solito.
no secco per tutta la roba magic press. hanno parlato di un sacco di serie yaoi, sopratutto di serie che devono concludersi o di cui hanno comprato i diritti di vari spin off, sulle quali passo con estrema tranquillità. peccato che magic press abbia voluto focalizzarsi solo su questa roba, avevano fatto dei titoli interessanti all'inizio, ma ormai mi ero quasi dimenticata persino della loro esistenza.
idem per j-pop che ha annunciato un saaacco di roba di cui non mi può fregar di meno. a naso, i titoli che mi sembra abbiano suscitato più entusiasmo sono quelli di go nagai (tanti!), gensou gynaccoracy, di hiroaki samura, per cui vale quanto detto sopra, e innocent rouge. per quanto ultimamente j-pop abbia ripreso a lavorare in modo serio, sono contenta che non ci sia nulla di interessante per me, le loro edizioni sono veramente care e a me frega meno che niente di sovracoperte e altre fuffate se poi devo pagare due/tre euro in più rispetto alle edizioni da edicola.


ero sicura ma proprio sicura che star comics o planet manga annunciassero akagami no shirayuki hime (qui e qui), e invece ancora niente di niente. speravo, e mi aspettavo, anche akatsuki no yona (qui) e anche questo latiterà ancora per un po'. però sul fronte manga, anche se non totalmente, visto che mancano i due titoli su cui avrei scommesso di più, mi ritengo abbastanza soddisfatta.


e quindi abbiamo il ritorno in italia di akimi yoshida!!!
poteva bastarmi anche solo quel titolo e andavo avanti tranquilla fino al prossimo lucca. in più, posso dire che dal fronte manga quest'anno mi sembra ci siano notizie migliori rispetto alla media degli anni passati (la yoshida! la yoshida!). mi spiace non aver avuto notizie da parte di goen, vorrei tanto sapere che cosa intendono fare con quei due titoli che mi interessano del loro catalogo... un po' triste il fatto che ormai flashbook si sia buttata principalmente su boy's love e altre cose del genere, fino a qualche anno fa era il mio editore preferito per quello che riguardava gli shoujo manga. felicissima invece della sparizione di gp, era anche ora!
mi spiace molto che disney non abbia dato notizie sulle prossime pubblicazioni, nuove limited edition, ristampe eccetera, ma tanto gli annunci li vediamo più o meno tutto l'anno.
si sa solo che ci sono buone nuove per pk per il 2017, forse nuovi autori che potrebbero scrivere le storie del papero mascherato, ma ancora nessuna pubblicazione monografica fuori da topolino se non le ristampe che conosciamo già.

molto triste per la solita storia che gli shoujo vendono poco quindi se ne pubblicano pochi. a parte che non credo sia vero né la che non vendano né che ce ne siano pochi in giro, ho la sensazione che sia semplicemente un genere che interessa poco gli editori, e mi spiace molto, perché secondo me il pubblico è molto più vasto di quanto non vogliano ammettere. anche qualche ristampa, tipo hanayori dango o ouran host club, non mi sarebbe dispiaciuta. però amen, le cose vanno così e alla fine, per quanto dicano sempre le stesse cose da anni, e per quanto puntualmente i fan si disperino, gli shoujo arrivano e si riesce a leggere anche un buon numero di cose carine.

i titoli che prenderò sicuramente alla fine sono pochini ma si tratta di annunci abbastanza soddisfacenti, quindi tanto di guadagnato, visto che la lista delle cose da recuperare è lunghissima.
per quello che riguarda i fumetti occidentali non c'è molto, ma in fondo lucca è più la vetrina degli annunci dei manga che del resto, considerando che graphic novel e serie occidentali vengono annunciate indipendentemente dalle fiere, in qualsiasi periodo dell'anno.

sono contentissima però che in mezzo a tutto quello che riguarda gli editori più noti, negli ultimi anni altre realtà stiano prendendo sempre più piede, sopratutto le autoproduzioni. c'è tantissima bella roba ogni anno (qui ne ho parlato abbondantemente) e ormai, almeno per me, lucca più che per gli annunci dell'anno successivo è diventata importante per scoprire nuovi titoli e nuovi autori del panorama underground (passatemi il termine che mi fa sentire tanto snob).
e quindi, sopratutto, io voglio essere a lucca il prossimo anno. voglio, davvero, esserci. nonostante il megacasino, nonostante mi prenda il panico alla sola idea di fiondarmi in mezzo a tutta quella gente, io voglio esserci. devo solo ricordarmi di comprare una borsa con le rotelline che lo shopping pesa poi sulla schiena. perché se mi riesce davvero di andarci, devo rifarmi di undici anni di shopping mancato (in fiera. ok, poi mi faccio spedire robe e il resto lo recupero comunque, ma non è la stessa cosa).

spero di non essermi persa nulla di fondamentale, eventualmente lasciatemi un appunto nei commenti! anche perché voglio sapere cosa interessa voi tra la roba annunciata e proposta quest'anno!

giovedì 8 novembre 2012

banana fish

uno shoujo fuori dagli schemi o anche pensavate che tutti gli shoujo fossero solo occhini fiori e batticuori ma anche uno shoujo senza ragazzine e sogni d'amore dovrei iniziare così?
no. perché c'è un grande, grandissimo fraintendimento sulle classificazioni dei manga e vorrei approfittarne per chiarire il concetto. shoujo, shounen, seinen eccetera non sono generi.
per genere abbiamo il romance, lo slice of life, l'avventura, il sci-fiction, lo storico eccetera.
quando invece si parla di shoujo o tutto il resto di cui sopra, ci si riferisce a un altro tipo di classificazione che qui in italia è difficile da afferrare semplicemente perché non esiste. infatti la distinzione tra shoujo, shounen eccetera si basa esclusivamente sulle riviste che ospitano gli episodi dei vari manga e sul loro target.
in giappone una determinata rivista contenitore è destinata a un determinato pubblico. quindi gli shoujo per le ragazzine, josei per le giovani donne, shounen per i maschietti, seinen per i lettori più adulti. necessariamente le storie che vi vengono pubblicate vengono scritte per essere apprezzate per quella specifica fascia di lettori, ecco perché ricorrono degli elementi canonici in alcune serie che le rendono immediatamente classificabili anche da noi, dove i manga arrivano direttamente in monografico.
però questa non è una regola assoluta. yotsuba& è un seinen, così come chii's sweet home o aria. eppure in italia la storia di un gattino verrebbe subito classificata "per bambini" e amen. e banana fish è uno shoujo. è inutile paragonarlo ad altri shoujo perché è davvero nettamente fuori dagli schemi, ma ricordiamoci la differenza tra target e genere prima di usare questa espressione. giusto per non fare casino e sparare cazzate tipo che my girl è uno shoujo, come sostiene l'editore italiano, tanto per dirne uno. si tratta di un seinen, anche se la storia attirerà principalmente - almeno in italia, dove siamo abituati a dividere tutto in "per femmine" e "per maschi" - un pubblico di lettrici donne, se l'autrice è una donna e se la protagonista è una bambina.
ho letto che qualcuno lo definisce un falso shoujo, altri uno dicono che in fondo è uno shounen, altri ancora che è uno shounen-ai non riuscito.
tutte minchiate. è stato pubblicato su una rivista di shoujo quindi è uno shoujo. anche se si pestano a sangue e non ci sono fiorellini sullo sfondo. per favore, prima di far finta di essere ferrati sull'argomento, sappiate almeno il significato dei termini che usate.

dopo questa piccola, arrogante introduzione, che ritengo necessaria dato che dopo tanti anni (quanti sono? una trentina almeno?) che in italia si leggono manga come fossero topolino molto spesso il concetto non è chiaro, andiamo al sodo. banana fish è uno shoujo fuori dal comune. un manga fuori dal comune. un fumetto fuori dal comune. principalmente per il suo altissimo livello narrativo che è di molto al di sopra della media di quello che normalmente passa il convento. ragion per cui è stato così poco apprezzato ed è diventato uno di quei simboli di intellettualismo nerd (concedetemi il termine) nonché uno dei baluardi dei veri intenditori blabla. plausibilmente il suo scarso successo si deve sopratutto, a mio modestissimo avviso, a) al periodo in cui è stato pubblicato (dieci anni fa, periodo in cui ci si stava ancora barcamenando in un universo letterario abbastanza nuovo, di cui facevano parte, come pezzi forti, titoli decisamente più facili e commerciali, aiutati sopratutto dalle versioni animate) b) al prezzo alto per quel periodo (4,50€/5,00€ quando ranma te lo tiravano in testa a un euro al volumetto), c) alla pessima pubblicità e alla scarsissima attrattiva della copertina, che pare quella di un giallo da spiaggia da quattro soldi. chiunque abbia scelto quella font spero possa giustificarsi spiegandoci che al periodo faceva uso di allucinogeni, d) allo stile di disegno abbastanza fuori dal comune che forse ha allontanato non pochi lettori abituati al fatto che nei manga gli occhi occupano almeno una parte del viso, altrimenti che minchia è? tex?
nella cerchia di chi non lo comprò all'epoca mi ci metto pure io. a mia discolpa posso dire che dieci anni fa avevo appena iniziato a leggere manga, non avevo ancora un computer in casa e non ricordo neanche di aver mai visto un volumetto di banana fish in fumetteria. venni a sapere molto dopo della pubblicazione di questo manga, tramite il solito forum, ma già era difficile recuperare i volumetti e poi ero decisamente una bimbominkia di quindici anni che leggeva ccsakura. perdonate e poi sparatemi, per citare uno che l'aveva capita a pieno la situazione.

ultima premessa. mai mi è venuto così difficile scrivere un post come questa volta. parlare di banana fish è quasi impossibile senza cadere nel banale. ci provo, ma perdonate se non sarò all'altezza.
la storia di banana fish si svolge nell'america degli anni '80, ma in realtà prende il via poco più di dieci anni prima in vietnam: un soldato sotto effetto di uno strano allucinogeno spara all'impazzata sui compagni ripetendo soltanto due parole senza significato apparente, ossia quel banana fish che da il nome alla serie.
a distanza di dodici anni da quel giorno, un giovane boss di una band di ragazzini, ash linx, si ritrova davanti un uomo che, ferito da un colpo di pistola e ormai in punto di morte, gli da un piccolo contenitore e gli indica un indirizzo, chiedendogli di cercare banana fish.
ash è un personaggio semplicemente indimenticabile. se all'inizio potrebbe sembrare giusto il capo di una piccola banda di ragazzi di strada, si rivela uno di quei protagonisti da film d'azione americano a cui chuck norris potrebbe tranquillamente fare una sega: bellissimo, abilissimo nei combattimenti, leader carismatico, dotato di un q.i. di oltre 200. ash si ritrova invischiato in uno dei più grandi intrighi di mafia della storia.
*attenzione agli spoiler*
le parole banana fish sono le uniche che il fratello di ash, ridotto in stato vegetativo da dopo la guerra in vietnam, riesce a pronunciare. cercando di svelare il mistero che si lega dietro la follia di suo fratello, ash si mette sulla pista di questo misterioso personaggio che risponde al nome di banana fish. dietro l'omicidio, compiuto dai suoi stessi ragazzi, ci sta una sua vecchia conoscenza, uno dei più potenti capi mafia americani, dino goldzine, ai tempi suo addestratore e carnefice e adesso interessato ad ash per farne il suo legittimo successore, un uomo crudele e senza scurpoli, che oltre ai soliti traffici di droga e armi, si dilettava anche nei giri di prostituzione minorile, vendendo ragazzini di strada come ash anche a influenti e famosi uomini politici.
si ritrovano coinvolti nella vicenda anche max lobo, un giornalista che ai tempi era compagno d'armi del fratello di ash, e il suo amico shunichi ibe con il suo giovanissimo assistente eiji okumura, che si trovano in america per un servizio sulle band giovanili della malavita americana.
eiji e ash, diversi praticamente come il giorno e la notte, si ritroveranno ben presto legati da un legame forte oltre ogni immaginazione. nonostante ash sia dichiaratamente gay e i personaggi femminili nella storia siano praticamente inesistenti (ce n'è sono... tre?) scordatevi le scenette smielate da shounen-ai o i culetti al vento da yaoi. non c'è posto per il romanticismo da due soldi in banana fish, né per le scenette da autocompiacimento. chi sperava in batticuori e bacini tra bei ragazzi ha sbagliato titolo.
il rapporto tra i due ragazzi va al di là dell'amicizia, dell'amore, della lealtà, dell'ammirazione, del rispetto. ash vede in eiji la purezza che lui non ha mai avuto neanche da bambino e vorrebbe far di tutto per non macchiarla, ed eiji vuole far di tutto per salvare ash dal mondo di violenza feroce che vuole sbranarlo e distruggerlo.
il sesso è nudo e crudo, molto spesso esclusivamente uno dei tanti modi per fare violenza su qualcuno.
gli eventi si susseguono senza un attimo di tregua, entrano in gioco nuovi personaggi, come gli indimenticabili yue lung e blanca, e si scopre la vera identità di banana fish. non è una persona, come si voleva far credere all'inizio, ma una potentissima droga, sintetizzata per sbaglio da alcuni - all'epoca - studenti universitari, che riduce chi l'assume in uno stato tale per cui il soggetto drogato può essere controllato e costretto a fare qualsiasi cosa da chi lo controlla.
la trama si sviluppa a ritmo serratissimo, in un continuo braccio di ferro tra dino goldzine e ash mentre nel frattempo all'intreccio si vanno aggiungendo le storie degli altri personaggi: il passato della casata lee, il rapporto tra eiji e ash, la storia di max lobo e del fratello di ash, intrighi politici, macchinazioni, trappole, sparatorie, inseguimenti e chi più ne ha più ne metta.
il merito più grande però di questo manga è, a mio modestissimo parere, riuscire a conciliare l'azione frenetica a un'attenta introspezione psicologica dei personaggi e sopratutto alla creazione di un background per ciascuno capace di renderli tutti figure a tutto tondo e non semplici macchiette.
tutti sono, nella loro specifica straordinarietà, assolutamente realistici e plausibili. tutti vengono da un passato terribile e tutti mirano a una qualche redenzione. nati nel sangue, non possono che continuare il loro percorso nella violenza fino alla propria personale salvezza. yue lung è, in questo senso, un personaggio di una bellezza rara, una creatura nata dalla mente di un tragediografo greco e finita per sbaglio in una storia di qualche secolo più tardi.
nonostante ash sia inverosibilmente figo, i racconti sul suo passato rendono credibile ogni cosa. ash non è così per volontà dello spirito santo o per una fortunata disposizione delle stelle al momento della sua nascita, e questo ci tengo a sottolinearlo perché la pelle dura di ash è stata una delle critiche più forti fatte a questo manga.
dopo aver vissuto un'infanzia come la sua, o veniva fuori un demone come ash, o uno zombie ebete incapace persino di pronunciare parola. la straordinaria forza d'animo di questo giovane ha creato una figura magnifica e terrificante al contempo.
il complesso sistema di rapporti tra i vari interpreti di questo dramma è perfettamente realistico e funzionale: odio, amore, tradimenti, amicizia, lealtà, tutto contribuisce a far muovere gli eventi, in una spirale continua che arriva all'ineluttabile e per nulla deludente finale. nulla poteva essere diverso da quello che è stato. non mi è mai capitato di leggere una storia così "perfetta". in banana fish non c'è neanche una virgola da cambiare, nessuna incoerenza, nessuna perdita di senso o di tensione.
dal punto di vista puramente grafico, il tratto un po' troppo anonimo dei primi volumetti prende carattere con l'andare avanti del racconto.


personalmente ritengo lo stile di disegno perfetto per la storia e in generale molto elegante e personale. espressivo e funzionale come deve essere il disegno in un fumetto, il tratto della yoshida sarebbe perfetto anche in un'affiche vecchio stile.
regia, composizione delle tavole, gestione degli spazi grafici e dei tempi assolutamente perfetti. dieci e lode.
in definitiva qui sì, c'è da urlare al capolavoro. se ve lo siete persi, recuperatelo. a qualsiasi costo.