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lunedì 21 settembre 2020

a panda piace l'avventura

"se nostalgia ti stringe un nodo alla gola al ricordo dei tuoi nonni, se ansia ti ha abbracciato tanto forte da impedirti di fare respiri profondi, se curiosità ti ha spinto a compiere gesti folli, se creatività e pigrizia si danno spesso battaglia nella tua testa, se i problemi si presentano sempre senza essere invitati, o se almeno una volta hai visto in faccia paura e panico, be', questa avventura non è solo la mia, ma anche la tua. quindi, per favore, dammi la mano e parti con me, che certi viaggi sono più belli se non si affrontano da soli, ma insieme." 
panda

il giorno del suo compleanno (il 22 maggio, lo dice bene anche il furgone-didascalia) panda riceve un pacco e l'informazione che è appena diventato adulto. la seconda è un po' uno schifo, ma il pacco contiene un pennino. beh, wow, direte voi, e invece.
con l'aiuto di curiosità e del dottor mano, si scopre presto che il pennino può trasformare la realtà e che è un regalo del nonno di panda, scomparso chissà dove.
insieme al pennino, il nonno ha lasciato a panda delle istruzioni molto chiare: disegna su un aeroplanino di carta una freccia, lancialo e seguilo, ti condurrà verso la più importante delle avventure.

bevilacqua inizia la storia in modo scanzonato (a volte ricorda l'umorismo facile alla rat-man) gioca col lettore rompendo la parete che divide chi legge e chi viene letto, con i personaggi che a volte sono consapevoli del loro essere parte di un fumetto, fa un mucchio di citazioni da nerd e quasi non si capisce dove voglia andare a parare, ma in realtà è tutto un costruire un mondo, il mondo di carta in cui vive panda, illustrarcelo, dare i riferimenti per il viaggio che sta per cominciare, cesellare i personaggi e il loro passato per farci comprendere meglio il loro ruolo nel presente, darci insomma le basi per riuscire a seguire le fila della trama che sta per prendere il via. ci sta un po' a decollare, ma quando parte...
d'altronde se la storia non segue un percorso semplice e lineare è perché in fondo nessuna storia, nessuna vita, è semplice e lineare: crescere - che è quello che il nonno sta cercando con questo viaggio di insegnare a panda - è la cosa più complicata, difficile e avventurosa possibile. e non è di certo né semplice né lineare.

nel mondo di carta le emozioni e le sensazioni sono entità vere e proprie: non solo curiosità e ansia, i primi due compagni di panda - oltre a godfrey, uccellino azzurro che ricorda tanto il logo di twitter, parla per hashtag e ha un'insana tendenza alla cleptomania - ma anche ozio e le sue figlie creatività e pigrizia, e poi panico, paura, idea, rabbia, tempo, sono tutti personaggi reali che panda incontrerà nel suo viaggio e che lo aiuteranno - o lo intralceranno - insieme ai suoi amici di sempre, a sconfiggere il cattivo della storia, mr. sicri, e a comprendere il perché della sua avventura, in una sequenza serratissima di scontri, quest da gdr, incontri inaspettati, rivelazioni, momenti comici e altri inaspettatamente drammatici.

con ironia e irriverenza giacomo bevilacqua scrive e disegna (con l'aiuto di fabiana mascolo ai colori, che ha fatto un lavorone, dando al mondo di panda delle atmosfere e dei paesaggi bellissimi - sopratutto nelle tavole dello scontro tra rabbia e pando, niente spoiler ma è stato uno dei momenti più belli e intensi e non riuscirei a immaginare un effetto simile senza quei colori) un racconto che è tutto una metafora, una sorta di mito nerd e citazionista sul crescere, sul superare le proprie paure, saper affrontare i problemi, imparare ad accettare il passato, a vivere nel presente e a guardare verso il futuro senza (troppa) paura e senza lasciarsi sopraffare dall'ansia (la sua migliore amica, e non solo la sua!). un racconto fantastico e metaforico in cui piano piano ci lascia scorgere la realtà, una realtà che, se sai raccontarla bene, riesce a sembrare meno terribile di quello che è.
perché in fondo, nonostante le scimmie erotomani e gli uccellini strafottenti, a me questo libro sembra dire una cosa semplicissima da capire e difficilissima da mettere in pratica: che se le cose brutte della vita le accetti invece di combatterci contro e nasconderle sotto il tappeto, ti sanno mostrare il loro lato più dolce e bello, che quello che ti capita può non piacerti ma non puoi evitarlo, e allora tanto vale cercare di capirlo e di tirarne fuori il meglio perché come dice il nonno - che è saggio come tutti i nonni - non esistono scorciatoie.

giovedì 7 giugno 2018

commenti randomici a letture randomiche (55) ~ speciale arf! parte I

e finalmente riesco a trovare un po' di tempo per mettermi davanti a una tastiera!
da quando sono tornata dall'arf è stato difficile persino organizzarmi per uno shampoo, tra esami e una micetta piccolina che un'amica ha salvato, che ho provato a stallare e che ha fatto impazzire camilla, trasformandola in un demonio peggio del solito (a proposito, la gattina cerca casa, se vi va almeno di aiutarmi a condividere il suo appello, cliccate qui )


e dunque, dicevamo: l'arf!
non sono una grande frequentatrice di fiere e questo è solo il secondo anno in cui riesco ad andarci, ma posso dire con assoluta certezza che amo follemente questa fiera, nonostante il caldo, nonostante lo stato pietoso in cui si riducono i miei piedi ogni volta, nonostante la stanchezza.
i pregi dell'arf sono tanti, ma quello che amo di più in assoluto è il clima da siamo una grande famiglia che si respira, gli spazi non esageratamente grandi, e sopratutto la centralità totale del fumetto, senza tutta quella fuffa - che so che piace tanto ma io personalmente odio - di bancarellame, cosplay, sigle di cartoni animati, giochi da tavolo eccetera.
una fiera di fumetto in cui si parla di fumetto.
sembra banale, ma non lo è affatto.

(se vi va di ascoltare un po' di deliri in merito all'arf, sopratutto circa l'elezione del maschio arFa, qui trovate il podcast della puntata di bande dessinnée su radiosonar.net, a cui ha partecipato - con infinita gioia ed emozione - anche la sottoscritta!)

e poi ogni anno è bello rivedere gli amici che stanno sparsi un po' in giro per l'italia e incontrare faccia a faccia gli autori di cui leggo i fumetti e che stalkero (ebbene sì) sui social 
quest'anno sopratutto un sacco di cuori e amore per carla di tararabundidee, per la sua compagnia, ospitalità, per avermi fatto partecipare alla sua trasmissione, per la pasta senza glutine e per i cerotti che hanno salvato i miei micromignolini   


sono riuscita a moderare il mio impulso dilapidatorio e a limitare gli acquisti ai desiderata sopratutto tra le autoproduzioni, facendo un'eccezione per quei libri che volevo avere autografati e dei quali infatti avevo rimandato l'acquisto.
come dicevo prima, il ritmo di questi giorni è stato folle e frenetico, e sono riuscita a leggere di più a roma che qui a palermo... ma dalla prossima settimana spero di potermi prendere un po' di tempo al giorno da dedicare a fumetti e blog, comincia a mancarmi troppo tutto questo!

intanto ne approfitto per parlarvi delle prime letture, prima tra tutti malerba di lorenza de luca, una delle autrici del gruppo manticora, alle prese con il suo primo monografico.
malerba è un libretto bellissimo, stesso formato del precedente nessuno ci farà entrare, nato da un progetto personale sviluppato in occasione di inktober.
malerba è una sorta di erbario narrativo ma anche - in puro spirito manticora - un prontuario per ogni aspirante avvelenatore (sì però non fatelo) o un libretto di avvertenze per erbivori voraci. una raccolta di storie, miti, leggende e aneddoti su alcune deliziose piantine che possono condurvi a sgradevoli inconvenienti o magari direttamente dentro una bella bara di mogano tirato a lucido, meravigliosamente illustrate da disegni a metà tra pin-up e erbario vero e proprio.
dal suo esordio con l'antologia sindrome, lo stile grafico di lorenza è evoluto tantissimo, acquistando eleganza e naturalezza, sia con le matite che - e questo è un ottimo esempio - con gli inchiostri.
non perdetevelo assolutamente! e no, non avete bisogno di aspettare la prossima fiera per recuperarlo perché lo trovate in vendita anche qui (magari insieme alle immancabili spillette del disagio, che servono sempre)

lettura velocissima e piacevolissima è stata quella del nuovo libro di giacomo bevilacqua (che, insieme a zerocalcare, mi ha fatto ridere fino alle lacrime durante la presentazione di caldaje - che trovate qui), a panda piace... questo nuovo libro qui, una raccolta di vignette a colori dedicata ai dieci anni di panda (queste ricorrenze mi fanno sentire vecchia da morire, io c'ho pure la maglietta di panda, comprata all'epoca dei primi fumettini!) e che, come è stato definito da giacomo durante la presentazione, è un po' un libro da aprire a caso in un momento grigio per ritrovare un attimo di felicità. roba frikkettona ha risposto zerocalcare, ma a me le cose frikkettone piacciono, panda mi piace e mi piace un sacco questo libro qui, che in effetti è bello da tenere a portata di mano e farsi sorprendere di tanto in tanto.
e a proposito di cose che mi piacciono, mi sorprendono e mi fanno felice, giacomo conosceva già claccalegge! niè, sono cose belle assai queste!

poi ho approfittato della presenza dello stand di renbooks non solo per importunare nino (ciao nino! ) ma anche per recuperare finalmente city and gender di julie maroh, autrice del bellissimo il blu è un colore caldo.
è un libretto che rischia di passare inosservato, per il piccolo formato e per la copertina semplicissima, quasi monocroma, ma le sei storie brevi al suo interno colpiscono come una mazzata in piena faccia. in pieno paesaggio urbano, nello spazio che è quello in cui viviamo ogni giorno, julie maroh cattura momenti di comune e quotidiano sessismo, senza esasperare o celare nulla di quello che potremmo osservare in qualsiasi strada di qualsiasi città del nostro tanto civile e moderno mondo.
il diverso atteggiamento della gente nei confronti di un ragazzo o una ragazza, la quotidiana, assillante discriminazione nei confronti dei transessuali, il maschilismo e machismo imperante, l'ipersessualizzazione e oggettificazione dei corpi femminili che tapezzano in manifesti enormi ogni angolo del nostro paesaggio quotidiano, al punto che quasi non li notiamo più.
la città senza nome delle pagine di city and gender è una qualsiasi delle nostre metropoli, è una qualsiasi delle nostre piccole cittadine di provincia ma è sopratutto una qualsiasi delle nostre città mentali: un luogo creato per organizzare dividendo, per ordinare in base a discriminanti, per tenere tutto a suo posto, in contenitori preformati dove poco importa se stai troppo stretto, uno spazio che si rifà a un pensiero e un pensiero che si sviluppa traendo spunto dallo spazio.
pochissime pagine affilate come rasoi per aprire gli occhi su una realtà che ha un bisogno tremendo di buttare a terra ogni muro e barriera e farci sentire tutti, senza distinzioni, semplicemente esseri umani.

continuate a seguire il blog e la pagina perché la prossima settimana spero di riuscire a parlarvi di un sacco di altre cose bellissime!

lunedì 14 maggio 2018

salvezza

siamo qui per salvare le persone, proteggerle, testimoniare la loro sofferenza.


finalmente riesco a parlarvi del titolo più atteso dei primi annunci di feltrinelli comics, il bellissimo e importantissimo lavoro di marco rizzo e lelio bonaccorso, salvezza.
il progetto, come hanno raccontato gli autori alla prima presentazione del libro (che si è svolta a palermo e quindi sono riuscita a partecipare, evento più unico che raro) è nato circa un anno fa, durante l'arf del 2017, e il lavoro di documentazione - avvenuto sull'aquarius di s.o.s. mediterranée - è stato condiviso sui social mentre i due autori erano a bordo della nave e sul minisito dedicato al progetto. ammetto che aver ritrovato mesi dopo nel libro quello che avevo visto in foto o in video è stato parecchio emozionante, ma in ogni caso date un'occhiata alle foto e ai video che sono stati raccolti e che in qualche modo fanno parte del progetto insieme al libro.

Un post condiviso da Marco Rizzo (@marcorizzo) in data:

salvezza è qualcosa a metà tra un diario di bordo e un reportage in senso stretto.
nonostante il taglio giornalistico, i due autori sono fortemente presenti in tutta la narrazione, che comprende anche il momento - ad esempio - del loro imbarco sull'aquarius, le interviste e il lavoro stesso di documentazione, ma sopratutto il lato più umano ed emotivo della loro esperienza, ed è forse questo a fare di questo libro qualcosa di così importante.

quello che succede nei nostri mari ormai lo sappiamo tutti, ne sentiamo notizie quasi ogni giorno e spesso siamo anche costretti a sorbirci i più biechi, stupidi e cattivi dei commenti possibili.
la totale mancanza di empatia, di commozione, di comprensione nei confronti di chi arriva qui in condizioni terribili e dopo viaggi ai limiti dell'immaginazione (ma perché non prendono un aereo come tutti? perché le nostre leggi impediscono di chiedere il diritto di asilo prima di entrare fisicamente nel paese in cui si vuole arrivare, e poiché non esiste la possibilità di salire su un aereo senza documenti, e solitamente quando scappi da un paese lo fai perché non è che puoi andartene tranquillamente come faremmo noi per una vacanza, i documenti per uscire dal confine non te li rilascia nessuno, quindi l'unica soluzione è affidarsi ai trafficanti) è quello che mi ha sempre più turbato in merito alla problematica dell'immigrazione.

marco e lelio sono invece riusciti a raccontare la storia di alcune delle persone che giungono in italia senza pietismi da due soldi ma con enorme empatia e comprensione, hanno raccontato le loro storie con garbo e rispetto, senza spettacolarizzare le sofferenze di questa gente ma anche senza indorarci la pillola, con la sacrosanta idea che sia importante e fondamentale - proprio come dice in un'intervista riportata nel fumetto sofie beau, la cofondatrice di s.o.s. mediterranée - testimoniare quello che succede ai migranti che attraversano il mare in cerca di una nuova e più dignitosa esistenza.
testimoniare quello che succede perché non si possa, come abbiamo fatto il secolo scorso durante quella che fu una delle pagine più orribili della storia recente, dire un domani ma noi non sapevamo nulla. sappiamo benissimo, facciamo solo finta che la cosa non ci importi, che non sia così grave, che non ci coinvolga.
ci rassicuriamo dicendoci uh che bello, sbarca meno gente ma non ci chiediamo nemmeno per un attimo dove sono andate a finire tutte quelle persone che non sono arrivate sulle nostre coste.

alle storie delle persone che salgono sull'aquarius dai barconi recuperati in mare e che lelio e marco intervistano e ritraggono a bordo, storie consegnate dai migranti stessi con la speranza che vengano lette, ascoltate e conosciute, che si sappia cosa accompagna questi viaggiatori e che si faccia in modo che tutto questo possa non ripetersi ancora, si aggiungono quelle dei volontari di s.o.s. mediterranée e di medici senza frontiere, ragazze e ragazzi che permettono materialmente che chi parte in cerca di salvezza riesca effettivamente a trovarla, persone dal cuore immenso che nonostante - o forse proprio perché - abbiano visto e sentito raccontare storie tremende, e nonostante i tentativi di spalare fango su quello che fanno, continuano a salvare vite in mezzo al mare, a volte in missioni che durano più di 24 ore, consapevoli della cosa più importante al di là degli sproloqui della politica e dei tanti idioti che pensano che avere la possibilità di emettere suoni giustifichi certi discorsi aberranti e cioè che la vita, a prescindere da tutto, va preservata, sopratutto adesso che abbiamo modo di sapere cosa succede nei campi di prigionia e in mare, sopratutto adesso che buono è stato trasformato in un insulto, sopratutto adesso che l'europa sembra riscoprirsi sempre più razzista e nazionalista.


salvezza è un libro importante, una testimonianza forte e necessaria, uno di quei libri che - per una volta senza scivolare in vuoti luoghi comuni - andrebbero letti da tutti, portati nelle scuole, fatti conoscere sopratutto a chi si ostina a rotolarsi nell'odio.

durante la presentazione del libro, marco ha riportato alcune critiche al modo di raccontare suo e di lelio, a quel sapesi schierare e non aver nessun tentennamento nel renderlo pubblico, quello che è semplicemente avere delle idee e delle opinioni e che ultimamente da sempre più fastidio a chi pretenderebbe la - credo personalmente sia impossibile - narrazione oggettiva dei fatti, ma ha dato una risposta bellissima che credo debba valere sempre, per chiunque scriva, che si tratti di fumetti, di articoli, di libri: sappiamo che facciamo libri di parte, ma sappiamo che è la parte giusta.

mercoledì 14 marzo 2018

un amore esemplare

quando, qualche mese fa, feltrinelli ha annunciato la nascita della sua collana di fumetti, le reazioni sono state ovviamente tante e contrastanti: da un lato chi si lamentava della scelta ipercommerciale di lanciarsi nel mercato dei graphic novel cavalcando l'onda del successo dovuto allo sdoganarsi della letteratura disegnata anche tra i non-reietti della società culturale (cosa che eravamo noi appassionati di fumetti fino a qualche anno fa), dall'altro chi era entusiasta.
io mi sono tenuta abbastanza al centro direi, approfittando delle eventuali possibilità di leggere qualcosa di interessante, e sono stata accontentata fin da subito visto che la prima uscita - l'unica che ho letto fino ad adesso - è un amore esemplare, di daniel pennac e florence cestac, un ottimo duo - conoscevo solo pennac a dire il vero, ma la cestac è stata una scoperta interessante - che mi ha piacevolmente sorpresa.


l'amore esemplare del racconto è quello di jean e germaine bozignac, vicini di casa della nonna dello scrittore, che lui conobbe da ragazzino e che frequentò per anni ogni estate, in una costa azzurra all'epoca ancora estranea al turismo di massa, ma nel romanzo gli stessi pennac e cestac sono personaggi della storia, che si incontrano in un locale proprio per discutere di quest'opera, con lui che cerca di convincere lei a disegnare la storia di questa coppia meravigliosa.
la narrazione va così un po' avanti e indietro, tra il ristorante in cui intanto il cameriere e gli altri avventori si lasciano incuriosire dal racconto e la storia dei bozignac, appartenenti a due mondi che più lontani e diversi non si può, lui marchese, lei figlia di straccivendoli, finiti inaspettatamente a formare una coppia perfetta che era anni si è nutrita d'amore e di libri, (quasi) letteralmente.

non so fino a che punto jean e germaine siano stati realmente come pennac li racconta, ma questo poco importa: agli occhi affascinati del ragazzino di un tempo, il cui entusiasmo rimane inalterato ancora adesso, il loro amore è davvero esemplare, nato nella più improbabile e meno opportuna delle circostanze, ha sfidato le ritrosie delle rispettive famiglie e ha regalato a entrambi più di quarant'anni passati insieme, a fare cattleya e leggersi libri a vicenda, senza lavori, figli, o altre distrazioni.
il modo di vivere di jean e germaine è la messa in atto della forma più pura dell'amore, quello che non lascia spazio a nient'altro e vive per sempre.
so che sarebbe facilissimo aspettarsi di avere le dita appiccicose di melassa, ma pennac è pur sempre pennac, quindi state tranquilli che di sdolcinato e smielato qui c'è proprio poco, anzi, lo scrittore francese è un maestro dell'ironia e sa rendere, con le sue scenette a volte quasi surreali, i due vecchietti ancora più adorabili di quanto già non siate riusciti a intuire, mentre dal canto suo la cestac ha un modo di disegnare molto cartoonoso e stilizzato, tipico del fumetto umoristico, i suoi personaggi sono già buffi senza che ci sia pennac a farli recitare...

e a proposito di recitazione, alla fine del volume alcune pagine sono dedicate proprio all'adattamento teatrale della storia. non sono un'appassionata di teatro, quindi non so se in italia è stato mai messo in scena, ma mi piacerebbe parecchio vederlo!

lunedì 6 novembre 2017

lucca 2017 ~ riassuntone degli annunci

l'anno scorso dicevo che a lucca volevo esserci quest'anno, e invece, anche sta volta sto a casa a commentare comoda comoda davanti al mio pc. eppure più passa il tempo e meno rosico, sarà la vecchiaia? in ogni caso, anche quest'anno tornano le faccine di yotsuba, per il riassuntone degli annunci meno oggettivo dell'intero web. insomma, plausibilmente avete seguito gli aggiornamenti in diretta, magari sapete già tutto quello che esce o comunque lo trovate su siti più seri di questo (che poi è un blog, quindi in teoria il paragone non vale).
come al solito, quello che scrivo qui, la mia classificazione degli annunci sulla base dell'entusiasmo, è puramente soggettivo, quindi prendetela con le pinze, a meno che non trabocchiate di fiducia dei miei confronti e siete alla ricerca di consigli.


akatsuki no yona!!! finalmente! grazie star comics, anche se speravo di più nella pubblicazione dell'altra rossa (shirayuki hime), ma sono felicissima già così.
interessati anche gli annunci di j-pop per quest'anno, che portano made in abyss, di cui sto seguendo la serie animata e che mi sta piacendo proprio. pensavo che non sarebbe arrivato così presto, è stata una bellissima sorpresa. avevo messo una pietra sopra anche sulle opere della higashimura, invece portano anche kakukaku shikajika, una sorta di autobiografia a fumetti dell'autrice, completa in cinque volumi.
tra gli altri titoli, che non conosco, mi ispira parecchio la pomme prisonnière, di kenji tsuruta, un volume unico di cui mi fanno impazzire i disegni, ma non ho idea del resto. però sicuramente non saprò resistere quando lo troverò in fumetteria.
prevedibilissimo amami lo stesso r, il sequel di amami lo stesso, per planet manga, che comunque non mi farò scappare, e che per me sarà l'unico loro titolo sicuro tra quelli annunciati.
assolutamente miei i nuovi di feltrinelli comics di daniel pennac e florence cestac, un amore esemplare, quello di marco rizzo e lelio bonaccorso, salvezza, e mujeres di pino cacucci e stefano delli veneri.
stessa cosa per bao publishing, che chiude con gli annunci e che promette un sacco di roba bellissima tra cui (a random): il nuovo libro di teresa radice e stefano turconi, tosca dei boschi, il primo volume de l'età dell'oro, di cyrill pedrosa, nuovi titoli di giulio macaione, daniel cuello e zerocalcareiperurania di francesco guarnaccia, una serie di sfar e trondheim - la fortezza - in collaborazione con altri autori, indomite di pénélope balgieu, il libro di elisa macellari, sono ancora vivo di roberto saviano e asaf hanuka e un sacco di altre cose bellissime.


mi aspettavo il sequel di card captor sakura, invece star comics porta tsubasa: world chronicle: nirai - kanai, che non mi fa fare i salti di gioia ma penso proprio che lo prenderò, anche perché è conclusa in tre volumi ed è una buona scusa per rileggere la vecchia serie (e magari per decidermi a recuperare tutti i volumini che mi mancano di xxxholic). credo proprio che questa scelta sia un po' una sorta di cartina tornasole prima di imbarcarsi in una serie ancora in corso come clear arc, per capire se il pubblico è ancora interessato ai personaggi.
tra gli annunci j-pop sono un po' indecisa su i sette figli del drago, di ryoko kui, un volume unico di racconti fantasy. sembra carino, ma dipenderà moltissimo dal budget del momento, e shimanami tasogare, uno slice of life a tematica lgbt, di cui ho letto tanti commenti pieni di entusiasmo ma che dalle anteprime mi convince poco e niente, forse per i disegni che non sono proprio nelle mie corde... ma penso che alla fine deciderò dopo averlo sfogliato e letto qualche commento.
panini comics ha annunciato un sacco di titoli francesi, americani e italiani di cui non so assolutamente nulla, quindi cercherò informazioni man mano che usciranno, sopratutto per quello che riguarda un'estate italiana, firmato da enrico brizzi (autore del tardoadolescenziale jack frusciate è uscito dal gruppo, che io continuo ad adorare nonostante la mia ormai parecchio tarda e poco adolescenziale età).
interessanti - almeno per le tematiche - anche i volumi di edizioni bd che avranno per protagonisti jeff buckley e miles davis: anche per questi sarà necessario dare una sfogliata e informarsi per bene.
tra i nuovi di feltrinelli comics sono indecisa sulla raccolta di a panda piace, altra scelta che dipenderà dal budget del momento, e su andrea, di luca genovese e lo stato sociale, che necessita anche lui qualche informazione in più per decidere.


lo so che ore monogatari è un titolo che aspettavano in molti e che susciterà l'entusiasmo di un sacco di gente, ma a me fa antipatia da morire e quindi niente, niente ennesima ristampa di dragon ball, niente dei mille altri shounen che sono stati annunciati e che mi sono già dimenticata e sopratutto niente junji ito!
ho visto anche un sacco di entusiasmo per yatamomo, uno yaoi che porta j-pop e che viene presentato come "ad alto tasso erotico". ora, non che io sia sessuofoba o che abbia problemi con i personaggi gay, ma più passa il tempo, più vedo gli yaoi come la realizzazione delle pruriginose fantasie di giovani donne, lontanissime dal mondo lgbt reale. e niente, non riesco a capire cosa ci dovrebbe essere di interessante, continuo a passare su qualsiasi produzione di questo tipo.
anche qui, skippo felicemente i vari shounen (e la light novel your name another side: earthbound, che ok, carino, però adesso basta), forse mi soffermerò su horimiya, più che altro per il paragone con toradora (che a me è piaciuto tantissimo!), ma mi sa che preferisco tentare di completare qualcuna delle milioni di serie che ho sospeso da anni.
anche la miriade di shounen planet manga, via, niente di interessante per me, idem per la ristampa di anna dai capelli rossi.
un sacco di commenti positivi anche per l'annuncio della miniserie dedicata al corvo, che sarà pubblicata da edizioni bd e scritta da recchioni, ma sarà che non mi ispira il personaggio, non mi piace recchioni e forse sono un po' troppo bastian contrario, per me rimane lì dove sta.
e a proposito di recchioni, l'unico no certo - per me - per la nuova collana di feltrinelli è proprio il suo la fine della ragione.


l'ho già detto,ma... che fine ha fatto shirayuki hime? ormai sono passati anni da quando j-pop ha comunicato di aver perso i diritti e che questi erano stati acquistati da un altro editore, pensavo che finalmente questo poteva essere il momento buono per annunciarlo, e invece niente. speravo anche tantissimo in card captor sakura - clear arc, in francia sta già uscendo ed ero sicurissima che sarebbe stato annunciato anche da noi. non capisco nemmeno perché, considerando che sakura è un po' come sailor moon, piace a tutti e non passa mai di moda.
mi aspettavo qualche ristampa degna di attenzione visto che per ora sembra vadano di moda e quella di anna dai capelli rossi mi sembra proprio una presa in giro, quando ci sono tantissimi bei titoli difficili da recuperare (uno per tutti hanayori dango, che si richiede a gran voce da secoli, o kodomo no omocha che ormai credo sia difficile da recuperare).
davo pure abbastanza per scontato futsuu no koiko-chan di nagamu nanaji (leggiucchiato in scan, mi è piaciuto molto di più delle pubblicazioni di questa autrice che sono arrivate da noi) e speravo in un miracolo con totsukuni no shoujo di nagabe, anche questo pubblicato all'estero, che poteva essere abbastanza piazzabile a mio avviso, e invece niente, evidentemente non ne capisco niente di manga e di mercato, e altrettanto evidentemente è chiaro che vendono di più le cose sempre uguali.
alcuni titoli occidentali in cui speravo erano satanie, di fabien vehlmann & kerascoët, gli autori di dolci tenebre, ravina the witch della mia amatissima junko mizuno e i volumi extra di billy nebbia, che in francia sono usciti come l'éncyclopedie curieuse & bizzarre, sui quali continuo però a nutrire speranze per il prossimo anno.


o cambiano i miei gusti, o stanno cambiando le cose: mi sembra che l'attenzione per i manga vada calando sempre di più a beneficio delle pubblicazioni occidentali, o magari semplicemente annunciano cose che per la maggior parte non mi interessano. non che la cosa mi spiaccia poi più di tanto, da qualsiasi parte del mondo vengano, le belle storie sono sempre apprezzate, però noto un generale scontento e anche io, nonostante sia felicissima di parecchi titoli, mi sento un po' dispiaciuta per questa penuria di robe che non siano naruto o one piece o shounenate tutte uguali.
gli shoujo poi mi sembrano sempre di meno, so che non tirano moltissimo e mi spiace, perché forse è l'unica categoria che riesce a regalarmi quella botta emotiva da quindicenne al primo batticuore. peccato.

però ci sono stati un sacco di begli annunci, ad esempio sono parecchio contenta di questa nuova collana feltrinelli comics. ok, plausibilmente è una scelta del tutto commerciale, ma a parte che non ci vedo nulla di strano in un imprenditore che cerca un modo di far soldi, mi sembra poi che la qualità delle proposte sia abbastanza alta, e secondo me, continuando così, potrebbero arrivare belle sorprese nel prossimo futuro. felicissima anche dei nuovi annunci bao, che so che sono solo una parte di quello che vedremo il prossimo anno, e che mi fanno disperare solo perché non so più dove stipare tutta la roba.

e voi, cosa prenderete tra i nuovi titoli annunciati? cosa mi sono persa tra un'articolo e l'altro? e cosa avete scovato di bello in aria self (che come sempre secondo me rimane la parte più interessante di tutta la fiera)?