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lunedì 29 aprile 2019

luce

questa ragazza dovrà lottare con il mondo e con se stessa.

grace ha delle voci che le parlano nella testa.
non se l'è inventate, ci sono davvero anche se non sono vere. le parlano in continuazione, arrivano dal ricordo di uno shock immenso che ha vissuto da bambina, la accompagnano fin da allora.
le voci le fanno compagnia e la allontanano da tutti gli altri.
grace è quella strana, quella che parla da sola. le voci nella sua testa lo sanno che agli altri lei non piace, glielo ricordano ogni volta.
grace cresce così, circondata da voci senza corpi e da corpi che non sanno mai parlarle davvero.
senza nessuno che la aiuti a non farsi confondere dalle bugie che risuonano nella sua testa e dalle cattiverie che arrivano dagli altri, grace finisce tra le mani di un pappone che si fregia del nome di dante e che della poesia ha fatto sua solo la forma.
diventa una prostituta, si lascia convincere che non è buona a farsi amare davvero e così rifiuta l'amore. ha imparato che nessuno da niente per niente, che chiunque è pronto ha prendersi solo ciò di cui ha bisogno e lei è qualcosa di cui qualcuno ha bisogno, sa che le cose stanno così e che non può cambiarle, sa che questo può essere utile per pagarsi le medicine che un pusher le vende per placare le voci nella testa che la fanno impazzire.

la vita di grace cambia nell'arco di una notte, una notte tragica, oscura, una notte che ingoia i colori del mondo. come una creatura mitologica, grace muore nel sangue e nel buio, viaggia nel sogno e rinasce alla luce.


simone prisco racconta la storia di grace con le parole, con i disegni ma sopratutto con i colori: fin dai contrasti della copertina in cui prevalgono i toni bui e freddi, in perfetta antitesi semiotica con la parola luce che campeggia in alto, in cui grace sembra volgersi un attimo indietro prima di dirigersi verso la luce infuocata che intravediamo dietro di lei e poi nella storia: il bianco abbacinante dei ricordi, che sfuma i contorni delle cose, fa delle persone poco più che ombre indefinite; il nero e il rosso della violenza; il freddo del blu e del verde che soccombono all'esplosione del giallo e del dorato di quella luce che grace sembra portarsi dentro da sempre e che diventa sempre più intensa e l'azzurro delicato dei momenti di pace, la luce morbida del mondo fuori dalla mente stravolta di grace, lontano dalla cattiveria, dalla violenza, dalla sopraffazione, la luce della speranza che viene dalla consapevolezza che nonostante tutto c'è posto per l'amore e la tenerezza.
ogni immagine suggerisce non solo la narrazione degli eventi, ma il mondo lisergico dietro gli occhi di grace, le sue emozioni, speranze paure.
prisco dipinge grace, la sua anima e la sua storia e ci regala l'ennesimo capolavoro (dopo vita, irene e immortali), alzando ancora una volta l'asticella e superandosi sempre di più.

mercoledì 25 aprile 2018

la festa più bella

"25" ~ simone prisco

- ragazzi, - comincia a parlare, rassegnato, come se non volesse scontentare nessuno, nemmeno mancino, - ognuno lo sa perché fa il partigiano. io facevo lo stagnino e giravo per le campagne, il mio grido si sentiva da distante e le donne andavano a prendere le casseruole bucate per darmele da aggiustare. io andavo nelle case e scherzavo con le serve e alle volte mi davano uova e bicchieri di vino. mi mettevo a stagnare i recipienti in un prato e intorno avevo sempre bambini che mi stavano a guardare. adesso non posso più girare per le campagne perché mi arresterebbero e ci sono i bombardamenti che spaccano tutto. per questo facciamo i partigiani: per tornare a fare lo stagnino, e che ci sia il vino e le uova a buon prezzo e che non ci arrestino più e non ci sia più l'allarme.
italo calvino ~ il sentiero dei nidi di ragno

mercoledì 17 maggio 2017

immortali

sempre qui. in questo giorno.
ogni anno.
promettetelo.


questa è una storia vera.
poco importano i nomi o l'esatto ordine degli eventi. questa è una storia vera, sempre e comunque, una storia accaduta, narrata o taciuta migliaia di volte, e che ancora si ripeterà, sempre diversa e sempre uguale a sé stessa.
immortali è il tempo dell'amicizia eterna, quella troppo forte per gli anni che passano e le vite che vanno avanti e ti trasformano in quello che non avevi mai immaginato di essere, un tempo che sa immaginarsi infinito ma che non ha mai imparato il sapore del dubbio.
è il tempo dell'adolescenza e dei suoi assoluti, il tempo di mirko, carlo, diego e virgilio e dell'ultima estate prima delle superiori, quella che segna il confine invisibile e impreciso tra infanzia ed età adulta, che lascia in bocca il sapore della solennità, del sudore delle corse in bici e del sangue delle botte prese per punire quelle ragazzate che hanno smesso di essere marachelle e che non sono ancora guai seri.
i quattro amici improvvisano vendette e gare di velocità, condividono tutto, nel bene e nel male, dai segreti nascosti nei cespugli vicini a una finestra illuminata nella sera, ai tuffi in mare sotto il sole cocente, consapevoli che tutto sta per cambiare ma incapaci portare il cambiamento nella direzione che sognano.


alla fine del primo, luminoso e spensierato capitolo, non serve nemmeno una pagina per raccontarci tutto quello che è stato dopo quell'ultima estate, di tutti gli inizi dopo quella fine, delle prime esperienze, dei sogni, della crescita, degli amori, dei successi e dei fallimenti.
l'adolescenza ci sembra sempre un romanzo scritto per la prima volta e ogni adolescente è un pioniere, il primo a percorrere una strada che nessuno aveva mai immaginato, e dobbiamo uscirne per renderci conto che raramente tutto questo succede.
simone prisco ci risparmia il percorso di questi ragazzi, forse troppo uguale a tanti altri, uno svolgimento di cui né l'inizio né il finale hanno bisogno, e anzi ci catapulta subito, spaesati e accecati da quell'ultimo sole e dal suo riverbero sul mare, in una conclusione lunga quattro capitoli bui, amari e freddi, un cambio stilistico drastico che racconta, con il suo vuoto iniziale, più di quanto avrebbe detto qualsiasi altra parola.
come si sono trasformati quei sogni luminosi, quelle speranze, quella di sicurezza del quando sarò grande io sarò non lo sappiamo e non è poi così importante, ma quali che siano stati i passi che hanno portato a un traguardo diverso da quello immaginato, il rimorso non si limita solo a cosa si sognava per sé stessi, ma si fa tormento per quello che ha significato per gli altri, per come il ragazzo ha tradito il bambino condannando l'uomo a una vita cupa e densa di rimpianti.


dopo vita e irene torna simone prisco con un'opera matura e amara, una bellissima prova d'autore che conferma sue le straordinarie doti artistiche con tavole che sanno ritrovare i toni pastello del sole e del mare, della luce dorata dei ricordi di una calda estate del sud, e che sanno inventare una tavolozza di colori accesi e cupi, di tratti come graffi e ferite, e che alza ancora di più il suo livello come sceneggiatore.

ah, vorrei anche bullarmi della bellissima dedica che ho ricevuto sulla mia copia: simone ha azzeccato in pieno quel a me piacciono le sorprese e me ne ha regalata una stupenda! grazie mille

venerdì 28 aprile 2017

cinque titoli da non perdere a napoli comicon!

per la serie meglio tardi che mai, ecco una velocissima lista di cose che se siete al comicon di napoli dovreste recuperare assolutamente! e visto che devo recuperarli anche io, che al comicon non ci vado, per questo mese questo post fa un po' le veci della rubrica wishlist.

in primo luogo assolutamente il nuovo romanzo a fumetti di nicolas de crécy (autore de il celestiale bibendum e la repubblica del catch), sempre edito da eris edizioni: diario di un fantasma, a metà tra il racconto autobiografico e una raccolta di riflessioni sulla ricerca artistica dell'autore.


al comicon esce anche in anteprima il nuovo lavoro di simone prisco, che dopo vita e irene, torna - sempre grazie a douglas edizioni - con immortali, un fumetto che si promette più maturo e duro dei precedenti e che già dalle anteprime sembra assolutamente meraviglioso! se volete saperne qualcosa in più, ne ha parlato una banda di cefali qui.


dell'artbook dedicato a gimkhana - colors of lust - di ornella savarese ve ne avevo parlato qui, ma vi rinfresco la memoria perché in questi giorni lo trovate disponibile in anteprima (al comicon, certo).


poi passate dallo stand di shockdom perché continua la pubblicazione dei fumetti del collettivo mammaiuto (su claccalegge vi ho parlato di un ragazzo parte per un viaggio ferisce qualcuno non torna più a casa), questa volta con mooned!


dulcis in fundo i fortunelli che si trovano al comicon potranno leggere in anteprima il secondo episodio de il marchio di moldrock. il primo episodio invece lo trovate su topolino 3205 del 26 aprile (è ancora in edicola, quindi, se non riuscite ad andare a napoli, consolatevi così!)


e adesso aspettiamo i nuovi annunci, incrociando le dita e sperando in un sacco di belle novità!

venerdì 16 settembre 2016

vita

vita è l'opera di esordio di simone prisco come autore completo. un esordio incredibile, fuori dagli schemi, poetico, straziante, denso e bellissimo.
certo che, dopo aver letto irene, ho iniziato la lettura di questo libro sicura di avere tra le mani un altro capolavoro, ma nonostante la mia buona predisposizione, la lettura mi ha stupita, mi ha ricordato che, per quante opere d'arte tu possa aver visto, ogni volta l'emozione ti colpisce e stupisce come se fosse la prima.


io ero bambina. 
potevo avere nove o dieci anni al massimo. 
prima non tutti andavano a scuola, si imparava un mestiere già da piccoli. 
io andavo a scuola di sarta.
uno pensa che per raccontare una vita ci vogliano chissà quante parole, quante pagine, quanti volumi. simone prisco ci riesce in sessantacinque tavole, poche immagini pochi balloon, pochissime parole. il segreto è che quelle sono le immagini e le parole giuste. quelle che bastano e non tralasciano nulla di quello che non si deve tralasciare.

c'è un momento in cui si smette di definirsi semplici persone e si risponde alla domanda cosa sei? con il termine che designa la propria professione, il proprio posto nella società, nel mondo. quello è il momento in cui si entra a pieno diritto nell'età adulta, in cui i contorni sociali di quella persona si fanno netti e precisi: per la protagonista di vita, questo succede a dieci anni, quando, da sola, riesce a completare un vestito da sposa che la sua maestra non era riuscita a finire per via di un incidente capitato a sua figlia. adesso non è più una bambina.
è una sarta.
il tempo passa e la piccola sarta adesso è una giovane donna, alle prese, per la prima volta, con l'amore, questo sentimento così grande e potente che rimescola i suoi confini, i suoi contorni, che la spoglia dalle definizioni e dai ruoli, che la rende una donna tra tutte le altre donne. l'amore, per quanto possa sembrare banale, ogni volta è così unico da rendere ogni innamorato la prima persona innamorata sulla faccia della terra. l'amore arriva e porta la felicità. poi arriva la guerra e porta via l'amore, che inaspettatamente torna.
da una vita ne nascono altre, due persone si moltiplicano in famiglia, e i giorni si moltiplicano in anni, pieni di eventi, piccoli o importanti che siano, tra i quali il terremoto del 1980.

in una campania soleggiata e riarsa, in cui i colori virano sul seppia dei ricordi, un ragazzo ripercorre la sua vita e quella di sua nonna, ripensa ai bei momenti trascorsi insieme, all'importanza di quella donna anziana per lui, senza mai scivolare nel melenso, senza mai scadere nel sentimentalismo facile. tocca corde nascoste e lo fa con leggerezza, regalandoci la bellezza dolorosa della malinconia.


simone prisco è un artista che è difficile definire con una sola parola: è un fumettista, certo, ma è anche un pittore, un disegnatore, un incisore (l'immagine qui sopra, sarebbe una meravigliosa acquaforte!) un narratore, un poeta. è una di quelle persone che compiono l'incomprensibile e insondabile miracolo per cui, attraverso le loro opere, ti sembra di vedere le cose per la prima volta, di vederle con una sensibilità tutta nuova, e fortissima, e per la prima volta renderti conto del valore effettivo di momenti che avremmo liquidato come banali, senza pensarci troppo su.

venerdì 12 agosto 2016

irene

la cosa più bella dell'avere un blog non è tanto il fatto che hai un blog, che fai - o nel migliore dei casi che sei - il/la blogger, quanto lo scoprire continuamente un sacco di altri blog belli, e dietro quei blog belli persone belle che ti consigliano, direttamente o meno, libri belli.
poco tempo fa ho beccato in rete il blog di una banda di cefali, che si sono portati via il mio cuoricino e hanno contribuito ampiamente ad ampliare (come se ce ne fosse bisogno) la mia wishlist. tra i loro articoli ho letto la recensione di un romanzo a fumetti che ho desiderato immediatamente e che, grazie ai ragazzi di douglas edizioni, sono riuscita a leggere proprio in questi giorni.

come al solito faccio preamboli che non finiscono mai, e mi scordo di dire di cosa si parla.


irene è un breve e intenso romanzo a fumetti scritto, disegnato e colorato da un artista bravissimo che non avevo ancora avuto modo di conoscere, simone prisco.

la storia di irene non segue un ordine cronologico, torna indietro nel tempo e poi fa un salto in avanti, scarta tra un'estate piena di colori e un inverno in bianco e nero, si riempie dell'azzurro e del verde del mare e si accompagna a quella di chi cresce insieme a lei.
nella storia di irene il mare è sempre presente, è quello dei giochi dell'infanzia, dei sogni ad occhi aperti e delle cacce al tesoro, quei tesori che la accompagneranno poi anche da adulta.
come il mare, irene cambia e rimane sempre uguale a sé stessa, si trasforma, diventa un'avventuriera capace di far fronte a una banda di pirati, una ragazza gatto alle prese con il primo amore, una giovane donna che sa ancora emozionarsi davanti alle bellezze della spiaggia della sua infanzia, che sa immaginare come un no possa, dopo tanto tempo, diventare .

simone prisco disegna una storia che è una poesia: veloce, essenziale, intensa, profonda come il mare e come l'amore. ha un tratto sporco che nei disegni a colori diventa meraviglia, le pagine odorano di salmastro e di sole, gli azzurri accecano, i verdi sanno di acqua di mare, le guance rosa di irene sono frutti estivi.
se vi soffermate sulle vignette vi torneranno in mente artisti famosissimi dei secoli passati, dal vestito bianco che ricorda quello della dama con l'ombrello di monet, alla fantasia di una coperta che fa pensare a klimt, alle gote rosate delle donne di renoir.


la storia è veloce ed essenziale eppure non pecca mai di frenesia, anzi, si accorda al significato del nome della protagonista: si respira un'atmosfera di pace, come quella dei caldi pomeriggi tra gli scogli, delle immersioni nel blu brillante, degli ultimi pensieri che arrivano poco prima di addormentarsi.

non conoscevo questo autore ma gli sono bastate le prime tavole di questo romanzo per catturarmi completamente: molto fuori dagli schemi che vanno per la maggiore, dotato di uno stile grafico particolare e suggestivo e di una capacità narrativa davvero notevole.
poesia a fumetti non esiste, ma credo che sia la definizione migliore per questa opera.
mi auguro di riuscire a leggere altro di suo al più presto, e nel frattempo vi invito a recuperare questo graphic novel prima possibile (lo trovate qui) e di approfittare di una gita al mare per godervelo al meglio!