venerdì 16 settembre 2016

vita

vita è l'opera di esordio di simone prisco come autore completo. un esordio incredibile, fuori dagli schemi, poetico, straziante, denso e bellissimo.
certo che, dopo aver letto irene, ho iniziato la lettura di questo libro sicura di avere tra le mani un altro capolavoro, ma nonostante la mia buona predisposizione, la lettura mi ha stupita, mi ha ricordato che, per quante opere d'arte tu possa aver visto, ogni volta l'emozione ti colpisce e stupisce come se fosse la prima.


io ero bambina. 
potevo avere nove o dieci anni al massimo. 
prima non tutti andavano a scuola, si imparava un mestiere già da piccoli. 
io andavo a scuola di sarta.
uno pensa che per raccontare una vita ci vogliano chissà quante parole, quante pagine, quanti volumi. simone prisco ci riesce in sessantacinque tavole, poche immagini pochi balloon, pochissime parole. il segreto è che quelle sono le immagini e le parole giuste. quelle che bastano e non tralasciano nulla di quello che non si deve tralasciare.

c'è un momento in cui si smette di definirsi semplici persone e si risponde alla domanda cosa sei? con il termine che designa la propria professione, il proprio posto nella società, nel mondo. quello è il momento in cui si entra a pieno diritto nell'età adulta, in cui i contorni sociali di quella persona si fanno netti e precisi: per la protagonista di vita, questo succede a dieci anni, quando, da sola, riesce a completare un vestito da sposa che la sua maestra non era riuscita a finire per via di un incidente capitato a sua figlia. adesso non è più una bambina.
è una sarta.
il tempo passa e la piccola sarta adesso è una giovane donna, alle prese, per la prima volta, con l'amore, questo sentimento così grande e potente che rimescola i suoi confini, i suoi contorni, che la spoglia dalle definizioni e dai ruoli, che la rende una donna tra tutte le altre donne. l'amore, per quanto possa sembrare banale, ogni volta è così unico da rendere ogni innamorato la prima persona innamorata sulla faccia della terra. l'amore arriva e porta la felicità. poi arriva la guerra e porta via l'amore, che inaspettatamente torna.
da una vita ne nascono altre, due persone si moltiplicano in famiglia, e i giorni si moltiplicano in anni, pieni di eventi, piccoli o importanti che siano, tra i quali il terremoto del 1980.

in una campania soleggiata e riarsa, in cui i colori virano sul seppia dei ricordi, un ragazzo ripercorre la sua vita e quella di sua nonna, ripensa ai bei momenti trascorsi insieme, all'importanza di quella donna anziana per lui, senza mai scivolare nel melenso, senza mai scadere nel sentimentalismo facile. tocca corde nascoste e lo fa con leggerezza, regalandoci la bellezza dolorosa della malinconia.


simone prisco è un artista che è difficile definire con una sola parola: è un fumettista, certo, ma è anche un pittore, un disegnatore, un incisore (l'immagine qui sopra, sarebbe una meravigliosa acquaforte!) un narratore, un poeta. è una di quelle persone che compiono l'incomprensibile e insondabile miracolo per cui, attraverso le loro opere, ti sembra di vedere le cose per la prima volta, di vederle con una sensibilità tutta nuova, e fortissima, e per la prima volta renderti conto del valore effettivo di momenti che avremmo liquidato come banali, senza pensarci troppo su.

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