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venerdì 20 maggio 2016

cosa c'è nella mia wishlist (1)

il tempo che non passo davanti al pc a scrivere qui, lo passo inevitabilmente a buttare roba in quella povera bacheca di pinterest che è la mia wishlist.
mi sono imposta di metterci solo libri e fumetti, anzi, praticamente quasi solo fumetti, i libri li lascio su amazon. mi sono detta, perché non cianciarne pure sul blog?


e quindi da adesso, ogni mese più o meno, starò a lagnarmi delle cose di cui ho assolutamente bisogno. invariabilmente, cose che stanno nella succitata bacheca da secoli o prossime pubblicazioni. mi impongo un limite massimo di dieci titoli, e chissà che nel mese successivo non mi riesca di parlare di qualcuno di questi.


la sola cosa che mi è piaciuta de la distanza sono i disegni di baronciani.
peccato per tutto il resto.
me lo ripeto da mesi, tipo mantra. peccato che dei disegni così belli non abbiano illustrato una storia altrettanto bella.
e poi, per caso, mentre in piena notte vago su twitter nella speranza di farmi venire sonno, arrivo, non ho più idea di come, a scoprire come svanire completamente di alessandro baronciani (manco a dirlo, io adoro how to disappear completely) e immediatamente parte l'innamoramento da acquisto compulsivo.
purtroppo il mio saldo dice che mi manca qualche spiccio per comprarlo e devo andare a fare una dannata ricarica, cosa che odio, ma c'ho ancora tempo.
come svanire completamente è un racconto strano. in primo luogo o lo si compra adesso, o non lo si compra più (per acquistarlo e per tutte le altre informazioni andate qui). non è un crowdfunding, ma una vera e propria prevendita, quindi non ci sono goal da raggiungere e questo già mi fa passare l'ansia. poi ha una struttura strana. sono dei mini-racconti di poche pagine, inseriti in un libro-scatola. e poi racconta una storia d'amore, c'è il mare, internet e una ragazza che vuole svanire completamente.
e c'è clacca che lo vuole assolutamente.


sta per uscire il nuovo libro di giulio macaione (autore di ofelia e i colori del vicino, che ho intervistato qualche tempo fa qui), basilicò, e io non posso non volerlo.
prima di tutto perché l'ha scritto e disegnato giulio che è bravissimo e di lui mi fido a occhi chiusi.
poi perché racconta di palermo, di una palermo che forse è vista con occhi diversi da chi ormai di palermo non ne può più. insomma, magari mi aiuta.


l'ha scritto murakami e l'ha disegnato lrnz. e si parla di biblioteche e storie.
a me piace un sacco murakami. e anche i disegni di lrnz, anche se i suoi titoli sono ancora fermi alla bacheca wishlist.
insomma, che volete di più?
io vorrei solo che uscisse presto un'edizione più economica. nel frattempo tengo d'occhio i mercatini on-line dell'usato.


anche per questo ho poco da dire. insomma, è macanudo, uno dei miei fumetti preferiti di sempre, dopo secoli in cui l'avevo dato per perso per sempre finalmente è uscito il sesto volume.
e non chiedetemi come e perché (che tanto è sempre la solita vecchia storia di disoccupazione), non sono ancora riuscita a prendere la mia copia.


philippa rice l'ho conosciuta su facebook, trovavo le sue adorabili vignette in giro, mi sono piaciute da morire, ho cercato informazioni e ho trovato che esiste un libro in inglese che raccoglie i suoi lavori. e. vabbé, è una wishlist, è chiaro che lo voglio!


hugo e rose appartengono a due mondi diversi, lui vive solo nei sogni di lei... fino a che lei non lo incontra nella vita reale.
basta così per me, ho una voglia matta di leggere questo libro da mesi. sarà anche la copertina che mi piace tantissimo?


lumberjanes me lo sono persa all'epoca della sua uscita. poi ho letto nimona e ho capito che noelle stevenson mi piace così tanto che recupererò ogni cosa che lei scriverà.


per chiudere in bellezza c'è lindbergh, che sta in wishlist da prima di natale. l'ho sfogliato un sacco di volte in libreria e ogni volta sono sicura che mi viene la faccia rossa per l'entusiasmo.
è un bellissimo libro illustrato che racconta di un topolino che divenne aviatore.
lacrime agli occhi per la gioia e cuoricino a mille.
se lo trovate in giro, sfogliatelo.
i disegni sono di una bellezza illegale.

e per questa volta mi fermo qui.
spero che le reazioni a questo post siano più del tipo ehi, bei titoli, grazie clacca me li segno, e non del tipo maledetta ti odio non ne posso più di aggiungere roba in wishlist. quasi quasi preferirei un gné gné io ce li ho e tu no.

venerdì 26 dicembre 2014

fuffa, foto, considerazioni sparse e desideri per l'anno che verrà ♥

sono in ritardo, lo so, ma in ogni caso auguri, buone feste, eccetera eccetera.
natale è stato bellissimo, infinitamente pieno di spirito natalizio, amore, gioia eccetera eccetera, ma a essere sinceri tutto questo periodo è stato bellissimo, direi che l'ultima metà di questo anno è stata bellissima, per cui sono felice di chiudere così il 2014 e ho tante belle speranze per il prossimo anno e un solo desiderio vero, ma grande grande. (poi c'è la solita smania da bookaholic, ma non conta)
l'unica cosa è che in effetti il blog va un po' a rilento, ho completamente perso la mano a scrivere recensioni, sarà un male? un bene? boh... fatto sta che anche se la quantità di pagine ingurgitate è diminuita, la qualità si è alzata notevolmente e spero di poter continuare così, da gennaio vorrei riuscire a comprare almeno un bel fumetto al mese. poco, forse, ma se riuscissi a depennare qualcosina dall'infinita lista di graphic novel da recuperare sarebbe fantastico.


in ogni caso, negli ultimi mesi ho letto roba favolosa, di cui forse scriverò prima o poi una recensione decente, forse no...
ho letto l'uccello che girava le viti del mondo che avevo comprato un anno fa e mi aspettava paziente tra i libri da leggere, mi spaventava un po' la mole e avevo paura di non avere la mente abbastanza lucida da sopravvivere a un mondo come quelli che inventa murakami, invece è stato davvero bellissimo. ho sempre più voglia di recuperare tutto quello che esiste di quest'uomo e di rileggere quello che ho già in libreria.



sulla scia del smaltiamo un po' la pila dei libri da leggere, ho iniziato finalmente le nozze di cadmo e armonia, ed è favoloso, pesantino magari, certo, ma favoloso. era da un sacco che non mi buttavo su un saggio così bello e dopo taaanta narrativa ci voleva. libri come questo fanno andare il mio cervello come una pallina da flipper impazzita.
certo, poi il fatto che ho un precarissimo e poco proficuo lavoro che mi fa passare in treno mezza giornata, mi da un sacco di tempo in più per leggere e molto molto meno per stare al pc (ecco uno dei motivi per cui aggiorno poco il blog...)


i fumetti ci sono stati, pochi ma bellissimi. tipo: HO CONCLUSO EVANGELION. non è proprio roba da poco. e, dicano quel che vogliono, a me è piaciuto un sacco.


e seconds, che è stato il mio autoregalo di natale in anticipo (ma tanto in anticipo!), che è davvero un gioiellino. e voglio rileggere scott pilgrim adesso!


per il compleanno sono arrivati loro due, il mio primo zerocalcare e una bibbia, un megalibrone illustrato da due dei miei artisti preferiti, rebecca dautremer e philippe lechermeier, che non ho ancora letto ma solo sfogliato ed è tipo un piccolo tesoro.
dimentica il mio nome è stato il libro rivelazione dell'anno, per quel poco che conosco zerocalcare non mi sarei mai aspettata un libro così bello e toccante. l'ho finito, l'ho chiuso e l'ho riletto da capo. e credo che continuerò a farlo.
questi due libri poi sono ancora più preziosi perché sono arrivati inaspettatissimi e sono tra i regali più azzeccati mai ricevuti in vita mia. non posso smettere di sorridere e ringraziare ogni volta che li vedo.


per il prossimo anno la wishlist è cresciuta a dismisura, ma come dicevo, pian pianino vorrei riuscire a ottenere una collezione decente di graphic novels, libri illustrati eccetera. questo per esempio, il pezzo perduto incontra la grande O, è uno di quelli che prima o poi dovrà essere mio. l'ho letto a scrocco e e e...
poesia.


ieri è arrivato baymax ♥ - sta sera voglio assolutamente andare a vedere big hero 6! - insieme ai pisellini felici di toy story... e, a parte il fatto che è bellissimo e molto fotogenico, è anche un memento per la mia idea di recuperare qualche dvd disney e pixar. mi è presa la smania di farmi una videoteca e di recuperare qualche libro di illustrazioni e disegni dei film che più mi piacciono (sono tanti eh... ma pian pianino ce la farò!)

e a proposito di natale, di bontà, di fumetti, film, anime, cartoni animati... una riflessione.
siete delle brutte persone.
davvero, internet tira fuori il peggio di quelli che dovrebbero essere degli appassionati per farne degli haters senza limiti. ci pensavo qualche giorno fa, leggendo in giro i commenti su sailor moon cristal. e i disegni fanno schifo, e la storia ha subito delle variazioni, e questo non va, quello nemmeno...
perché vent'anni fa riuscivamo a guardare serie censuratissime, spesso con disegni mostruosi (mila e shiro! dei dell'universo! era terrificante da vedere), a leggere fumetti ribaltati stampati sulla carta igienica con le pubblicità sul retro, ed essere contenti, appassionati, presi dalle storie, dai personaggi, da ricordarcele tutt'ora con nostalgia, dicendoci che quelli sì che erano bei tempi, mentre ora siamo presi da tutto tranne che dalle sterili stronzate perfezioniste e vuote?
piantatela di arrovellarvi il fegato cercando i difetti in tutto. amate le storie per quello che sono, per i personaggi che le vivono, per le emozioni che regalano, per i messaggi che lasciano, non per il tipo di carta su cui sono stampate. è il mio messaggino di peace & love natalizio.
ve lo dice pure hipstercamilla!


al prossimo anno!

giovedì 22 agosto 2013

kafka sulla spiaggia

kafka sulla spiaggia è un romanzo che apre una finestra sul mondo fantastico e foriero di meraviglie e interrogativi creato da haruki murakami.
un mondo che si lascia intravedere in ogni suo romanzo e che però non si lascia mai completamente conoscere e comprendere.

*attenzione agli spoiler!* tamura kafka ha deciso che scapperà via da casa il giorno del suo quindicesimo compleanno, per sfuggire a un destino crudele e ineluttabile. nakata è un vecchietto che parla con i gatti ma non sa scrivere né leggere, che viene coinvolto senza volere in un assassinio ed è costretto alla fuga per compiere quello che adesso è il suo scopo.
le loro strade viaggiano parallele sul piano del tempo, arriveranno negli stessi posti senza incontrarsi mai, tutti e due destinati a chiudere un cerchio che tanti anni prima è iniziato con la morte di un giovane e con una canzone misteriosa.

parlare della storia, quando si ha tra le mani un romanzo così, è la cosa più riduttiva e meno utile che si possa fare.
come già succede leggendo altre opere di murakami, anche qui ci si lascia trascinare giù a vortice in un luogo che è questo o forse no, una dimensione parallela in cui le differenze non si vedono ma si percepiscono fortemente. una dimensione in cui ogni cosa va fatta perché così deve essere, e se il destino di due persone che non hanno mai avuto a che fare l'una con l'altra deve intrecciarsi, allora succederà.
kafka sfugge a una profezia di richiamo greco, scagliatagli addosso da un padre senza amore, ucciderai tuo padre e giacerai con tua madre e tua sorella, due donne di cui il ragazzo non serba neanche un vago ricordo. ma se edipo, incosciente dei propri legami di sangue, si ritrova a uccidere un padre sconosciuto, kafka fugge dalla sua predestinata vittima per accertarsi di non compiere mai quel gesto. eppure, una notte, si ritrova sporco del sangue di qualcuno, senza ricordare nulla di cosa sia successo, e la stessa notte nakata uccide un uomo misterioso, jonny walker che tortura e uccide i gatti, risvegliandosi dallo shock con i vestiti puliti, e sempre la stessa notte, il padre di kafka verrà trovato brutalmente ucciso nella sua abitazione.
cosa è successo? il subconscio di kafka, lontano dal suo corpo e dalla sua memoria, è riuscito, attraverso l'omicidio di jonny walker compiuto da nakata, ad uccidere il padre, facendo così avverare la profezia? il sangue sui vestiti del vecchio si è spostato su quelli del ragazzo? il destino, pur di avverarsi, mette in moto una macchinazione così complicata e astrusa e inspiegabile, senza tenere conto dell'unità spazio-temporale? o si tratta soltanto di strane coincidenze, che si possono leggere come una traslazione di coscienze attraverso diversi scenari e diversi personaggi soltanto a patto di voler a tutti costi vedere una realizzazione dell'infausta profezia?

nakata non è legato a kafka solo dal misterioso e inspiegabile omicidio di un personaggio fittizio di una pubblicità di alcolici, ma riesce a far accadere eventi inspiegabili, avvenimenti come metafore di una canzone. che proprio in una vecchia canzone erano scritte, una canzone che aveva per titolo il nome scelto da un ragazzo che all'epoca non era neanche nato, scritta per un altro ragazzo che sarebbe morto, stupidamente e barbaramente, dopo poco tempo. piovono pesci dal cielo e c'è una misteriosa pietra che apre un'entrata, una pietra della quale non si sa altro se non quello che nakata scopre, man mano che si compie il suo viaggio, come se si trattasse ogni volta di un'epifania senza forma e senza suono dentro la sua testa.
dal momento in cui uccide jonny walker, il vecchio sa, senza chiedersi come e perché, che deve compiere un viaggio. a ogni tappa viene a conoscenza di quella successiva, come in una serie di scatole cinesi, dove per vedere cosa contiene una, bisogna prima aprire quella precedente.

la fuga di kafka e il viaggio di nakata sono entrambi permessi da due personaggi particolari, il primo è il signor oshima, una specie di androgino che accoglie kafka nella biblioteca komura e successivamente in una piccola casa di montagna sperduta nel nulla al limitare di un fitto bosco. non chiede spiegazioni, non interroga, non fa lezioni al giovane scappato da casa, semplicemente offre aiuto e amicizia. allo stesso modo hoshino, un giovane camionista che accetta di dare un passaggio a nakata, non si lascia turbare dalla stranezza del vecchio, neppure quando si rende conto dell'assurdità del modo di viaggiare di nakata, fatto di rivelazioni che oscillano tra il folle e il divino. entrambi influiscono poco sulla vicenda, men che mai provano a far deviare il percorso che il giovane e il vecchio sono in qualche modo costretti a intraprendere, eppure senza di loro sarebbe impossibile la conclusione della vicenda.

vicenda della quale fa parte, e anzi riveste un ruolo centrale, la signora saeki, la proprietaria della biblioteca kamura, del quale kafka si innamora perdutamente nonostante abbia il dubbio, non giustificato da nessun dato certo, che la donna possa essere sua madre. la saeki di oggi è la madre che fa avverare la profezia e la saeki fanciulla è la prima che ha aperto la pietra dell'entrata, che ha cambiato l'ordine delle cose, che è andata in un luogo altro - così come successe a nakata in un particolare episodio della sua infanzia che causò la perdita della memoria e una sorta di deficienza che lo affligge per tutta la vita - e che è tornata, senza potersi rassegnare alla perdita del ragazzo che amava: due metà dello stesso essere divise per sempre dalla crudele stupidità umana.
cosa lega kafka e saeki? sono davvero madre e figlio, o lo diventano soltanto dopo, quando il fantasma di lei, al di là dell'entrata, gli permetterà di bere il suo sangue? o kafka è unsa specie di reincarnazione del suo vecchio amore, del ragazzo ritratto in un dipinto che porta come titolo kafka sulla spiaggia?
e cosa lega kafka alla giovane sakura, incontrata la prima notte sul pullman della fuga, che gli promette di aiutarlo in qualsiasi momento, con la quale giace in un sogno e chiama sorella?
a saeki arriva anche nakata, dopo aver aperto la misteriosa entrata, ed avrà il compito di distruggere la sua storia, quella che lei ha scritto meticolosamente per anni e che adesso diverrà cenere, liberandosi per sempre dal peso degli errori compiuti. entrambi moriranno subito dopo, come se in effetti il loro destino si compisse definitivamente con il loro incontro, entrambi con l'ombra a metà, entrambi ritornati da un altro luogo, entrambi hanno ormai svolto il loro compito nella storia di kafka.

l'ultimo enigma è nel bosco che kafka attraversa, arrivando fino in fondo, in un luogo senza tempo custodito da due giovani soldati, i quali secondo la storia ufficiale dovrebbero essere morti durante la guerra, un paese dove non esiste memoria e che tanto ricorda quello de la fine del mondo e il paese delle meraviglie. lì avviene l'ultimo incontro con lo spirito appena trapassato di saeki e quello sospeso di kafka, lì avviene il misterioso rituale del sangue, lì forse si compie definitivamente il destino di kafka. dopo tutto questo, quando l'entrata è stata chiusa e la profezia compiuta, kafka si addormenterà per svegliarsi in un mondo nuovo.

è un romanzo ermetico e ricco di interrogativi, un racconto in cui il surreale e il veritiero si amalgamo indissolubilmente, tirando in gioco l'ineluttabilità del destino e la forza della scelta, creando una fitta ragnatela di connessioni che sfidano ogni regola mentale e fisica.
ogni cosa è come deve essere.
questo è quanto è più facile descrivere della meraviglia di murakami, un mondo che segue rigide regole fuori dalla logica tradizionale (principio di identità, di non contraddizione, del terzo escluso, causa ed effetto) e che pure si attengono a una linea di eventi inevitabili, storie che cambiano e allargano la struttura della mente e che ci portano in dimensioni fantastiche, distanti da noi appena un soffio ma praticamente inarrivabili.

domenica 3 marzo 2013

tokyo blues - norwegian wood


chissà perché il fatto che naoko avesse vent'anni mi diede una strana sensazione. a me sarebbe sembrato normale oscillare all'infinito tra i diciotto e i diciannove anni. passare dai diciotto ai diciannove, e dai diciannove di nuovo ai diciotto... quello sì, l'avrei capito. invece lei aveva compiuto vent'anni, e anch'io avrei avuto vent'anni quell'autunno. solo chi era morto aveva per sempre diciassette anni.
toru watanabe ha trentasette anni, e, appena atterrato ad amburgo, sente sull'aereo norwegian wood dei beatles. sconvolto come ogni volta da questa canzone, inizia un lunghissimo flashback, partendo dai suoi diciasette anni ci parla della storia della sua adolescenza, il periodo vissuto quasi vent'anni prima. racconta se stesso attraverso le storie delle persone che ha conosciuto e che ha avuto accanto. la sua storia è un mazzo di fiori e ogni fiore è un'altra esistenza. senza quelle persone lui non esisterebbe neanche.

"vorrei che ti ricordassi di me. ti ricorderai sempre della mia esistenza, e che sono stata accanto a te come in questo momento?""certo che me ricorderò per sempre" risposi.
watanabe va all'università e non ha amici. è la fine degli anni sessanta, e il suo unico amico, kizuki, si è suicidato qualche anno fa, dopo una partita a biliardo. senza lasciare una lettera, senza spiegare il perché.
naoko era la sua ragazza e adesso lei e watanabe sono legati da quell'assenza come prima erano legati dalle chiacchiere e dal buonumore di kizuki.
si vedono la domenica, passeggiano, mangiano qualcosa e a volte si tengono per mano. parlano poco perché era kizuki quello che tra loro tre parlava di più, ma ora che non c'è lui stare in silenzio diventa normale.
poi c'è la vita al collegio, nelle camere abitate solo da ragazzi, con lo strano rito dell'alzabandiera alla mattina, la puzza e la sporcizia tipica dei maschi ventenni che devono occuparsi da soli di tutto, ci sono le lezioni universitarie, c'è nagasawa che va a letto con chiunque e tradisce la sua bellissima ragazza senza darsene troppo pensiero. ci sono i giorni di pioggia e i compleanni, quel numero venti che arriva a tradimento e scombussola tutta la vita quando lui e naoko si rendono conto che forse si amano, forse no, forse quello non è amore ma è solo uno strano stordimento dell'animo che porterà naoko lontana, in un posto fuori dal mondo dove spazzolare la mente e rimetterla in ordine.
c'è midori che appare per caso in un bar, inizia a parlare ed esplode di vita dentro la vita calma di watanabe, midori che cucina benissimo e che ha una famiglia devastata alle spalle, più piena di funerali che di carezze.
e watanabe, che di amore non capisce niente, si ritrova legato a due ragazze, la sua naoko lontana che non vuole essere dimenticata, che è bella e misteriosa come la luna, che soffre e ha l'animo stravolto da troppi morti e midori che di morti ne ha visti abbastanza da vivere la vita come una forza dirompente, che ama senza paura di farsi troppo male, midori che è carne viva, naoko che è silenzio e pensieri da capire.

è la storia di più malinconie, di più storie, di vite e di morti e di momenti che sommati prendono tutto il tempo possibile senza che neanche uno abbia il tempo di capire o almeno rendersene conto.
watanabe vive la sua vita circondato da donne che in qualche modo lo amano, che hanno bisogno di lui e si rende conto che ha bisogno di loro, in qualche modo.
e la sua vita sono quelle donne e quei morti e le persone andate via e il loro dolore o la loro gioia.
la malinconia fortissima che toglie il fiato come una secchiata d'acqua in piena faccia, improvvisa, del rendersi conto che non si è più ragazzi, che è arrivata l'età adulta, che è arrivato l'amore, quello vero forse, che bisogna in qualche modo vivere anche quando non si capisce bene che senso ha farlo.
il momento in cui bisogna scegliere se andare avanti con i compleanni o se fermarsi a diciasette anni per sempre.
non riuscivo a vedere niente né davanti né dietro di me: solo quella buia palude che si estendeva a perdita d'occhio. gli altri andavano avanti, li guardavo avanzare spediti mentre mi trascinavo faticosamente attraverso il fango.
la storia di watanabe, le storie di watanabe, ci mettono un po' a ingranare, come se all'inizio guardassimo tutto da un obiettivo che non mette ancora a fuoco, come se non riuscissimo a capire perché ci stai raccontando tutto questo?
poi, senza che si possa capire quando, la storia di watanabe inizia a entrare sotto la pelle e non si ferma, non si può arrestare e bisogna sapere e andare avanti e ogni sentimento di quei personaggi è nostro, e la loro vita la viviamo noi, pagina dopo pagina, ogni ora può essere un attimo o un giorno perché il solo tempo che passa è quello della loro crescita, delle loro storie.
è un libro che cattura e che ci sbatte a forza in quel giappone dei primi anni settanta, tra ragazzi di vent'anni che non sanno ancora bene cosa fare della loro esistenza e come pettinarsi il cuore e mettere a posto i sentimenti.

quando lessi la prima volta questo libro lo votai tre stelline su quattro su anobii. non so perché. adesso si prende voto pieno. di certo ora il fattore malinconia è prepotente e forte, leggere di ragazzi di neanche vent'anni è diverso quando lo fai dopo averli superati piuttosto che quando ancora ti sembrano lontanissimi. capisco molto meglio come ci si sente a pensare a quel periodo, anche se non mi occorre tornare indietro di vent'anni per farlo.
pensavo fosse un romanzo che si poteva godere al meglio se letto durante l'adolescenza, ma mi sbagliavo. o almeno va riletto qualche anno dopo, con le dovute precauzioni, perché il cuore ne esce strattonato e confuso e graffiato, l'anima ha i vestiti spiegazzati dopo e alla fine del libro bisogna tornare, in qualche modo, fuori dalla loro vita. e non è per niente facile.

venerdì 9 dicembre 2011

1Q84

questa notte terminare la lettura di 1Q84 è stato come ricevere una pugnalata allo stomaco affondata male. perché i giapponesi sono così bravi a interrompere qualsiasi cosa, anime, manga, libri, nei momenti più cruciali e carichi di pathos? lasciamo stare queste stupide considerazioni, e andiamo al punto.
io non sono sicura di essere in grado di saper parlare di un libro del genere. anzi sono certa di esserne incapace completamente.
man mano leggevo la sensazione era prima quella di un grande puzzle che a poco a poco, pezzo per pezzo, prendeva forma. poi ho capito che quell'immagine era quantomai sbagliata: la storia/io era/ero tante goccioline, ognuna attaccata a uno dei tanti estremi di una ragnatela e poco per volta tutte queste gocce scivolavano verso il centro della ragnatela, unendosi e comprendendosi in una goccia più grande, ogni volta sempre più, man mano si ingrandiva la goccia, aumentava il grado di comprensione.
capire qualcosa è stato, durante la lettura di questo romanzo, un' esperienza incredibilmente vivida. come rendersi conto di una svolta fondamentale della propria vita proprio un attimo dopo che è successa. un'iniezione di ghiaccio fredda dentro le vene della coscienza.
della storia, della trama, di 1Q84 non posso assolutamente parlare. non è un romanzo di cui si può parlare della trama di fondo senza lasciare a chi deve ancora leggerlo il piacere di farlo. la storia, che solitamente è l'aspetto che paradossalmente lascio a margine nelle valutazioni complessive di un romanzo, è bellissima e travolgente. incredibilmente travolgente. eppure ho sentito la necessità, cosa che non mi capita mai, di leggere un po' per volta, senza strafare, chiudendo ogni tanto il libro per pensare, per assorbire al meglio quello che avevo appena letto.
di murakami, secoli fa, avevo letto tokyo blues e norvegian wood, che non ricordo praticamente per nulla. fino ad adesso avevo ignorato questo autore, infastidita da tutto il vocìo che lo circondava. quasi sempre i best seller si scoprono delle schifezze, quindi preferisco evitare. 'sta volta ho deciso di andare contro questa regola, e ho azzeccato. lo stile di murakami è particolarissimo e per quello che mi riguarda perfetto. l'immagine che mi tornava fissa in mente ogni volta era quella di uno sguardo e di un corpo immobile e muto. la volontà di non esternare le emozioni, fortissime, che spingono dietro un muro elastico ma impossibile da abbattere. nonostante sia ridondante e descrittivo fino ai più piccoli particolari, murakami si evita ogni fronzolo inutile: per me, come è scritto è quasi perfetto. asciutto, secco, preciso eppure vivo. la geometria perfetta eppure calda ed effimera di una ninfea.
mi sono affezionata ai personaggi, ad aomame in particolare, con il suo tragico destino che si è messa addosso come un cappotto ben abbottonato, e a fukaeri, di cui ho immaginato la bellezza muta e inarrivabile per tutto il tempo da quando è comparsa.

sull'edizione italiana ho poco da dire. la traduzione non ho idea di come possa essere, ma amitrano ha un'ottima reputazione, e questo basta. la copertina italiana, per quanto mi piaccia in linea generica, sta un puntino sotto quella giapponese, che preferisco di molto dal punto di vista grafico, molto più essenziale e meglio organizzata, capace di trasmettere la sensazione di deformazione della realtà che arriva dalle pagine.
quella inglese e americana (quella con la luna e quella con la foto in trasparenza, non so in che ordine, ma sono sicura che siano anglofone entrambe) le trovo oscenamente bimbominkieske. quella francese pecca solo per quelle foglie (ho capito a cosa si riferiscono, però non mi piacciono comunque, anche se è un bel riferimento sicuramente) mentre quella tedesca ha il pregio di essere anche lei molto essenziale, senza avere però l'eleganza di quella giapponese (perdonate la mia disquisizione sulle copertine, è anche 'sta volta deformazione professionale...)



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