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venerdì 18 ottobre 2013

la compagna di scuola

avevo comprato questo libro prima di partire e praticamente l'ho dimenticato.
qualche tempo fa ho rimediato, adesso posso dire di aver letto il leggibile della signora wickham/kinsella. anche se di certo la compagna di scuola è il romanzo in assoluto meno kinselliano di tutti.
ma nonostante questo, ammetto che mi è piaciuto.

*attenti agli spoiler!*
tre colleghe e amiche, maggie, roxanne e candice, si ritrovano una volta al mese attorno a un tavolino del manhattan bar, bevono come spugne e si perdono in chiacchiere, confidenze e pettegolezzi.
le tre non sono le solite tipe tutto pepe a cui la kinsella ci ha abituato, ma a dire il vero una di loro l'ho semplicemente detestata, e sto parlando di maggie, che quasi al termine di una gravidanza ingerisce alcol come se non ci fosse un domani.
poi abbiamo roxanne, bellissima freelance sempre in giro per il mondo a scrivere recensioni di alberghi di lusso, innamorata persa di un uomo sposato (non dico niente in merito perché è spoilerosissimo), e candice, che si porta sulle spalle il peso di un ex-fidanzato vagamente rompipalle e sopratutto il senso di colpa derivante da suo padre, e dagli intrallazzi economici che era riuscito a combinare in vita, sperperando gli investimenti di alcuni suoi amici, che era riuscito a nascondere fino alla morte.
insomma, tre donne abbastanza incasinate, quanto totalmente incapaci di resistere e reagire alle problematiche della vita (che tra parentesi non sono poi chissà che, visto che hanno un meraviglioso lavoro che di certo garantisce a tutte e tre uno stile di vita mooolto migliore di quello di qualsiasi comune mortale).
in ogni caso, nonostante il fatto che siano tutte e tre da riempire di ceffoni, il peggio deve ancora arrivare. e il peggio si chiama heather, fa la cameriera al manhattan bar ed è la figlia di uno dei tanti che sono stati truffati dal padre di candice, costretta, per il tracollo economico del padre, ad abbandonare la scuola che frequentava con candice e a cercarsi una serie di lavoretti di poco conto.
per poter rimediare all'errore che le grava sulla coscienza, benché in fondo non sia lei la diretta colpevole, candice riesce a farla entrare come giornalista alla redazione del giornale per il quale lei e le sue amiche lavorano, le offre di andare a vivere con lei e di diventare sua amica. insomma, cerca di darle quel tipo di vita che la ragazza non ha mai potuto avere a causa di suo padre.
heather però comincia fin da subito a comportarsi in un modo che si può definire soltanto come da gran stronza, approfittandosi di candice fino al punto di rovinarle la vita, le amicizie e il lavoro.
allontanata dalle amiche e in preda alla disperazione e alla totale idiozia che le impedisce di vedere cosa heather stia facendo, candice si ritrova ad abbandonare maggie, in totale panico per via della gravidanza prima e per la neonata poi, con mille paranoie mentali e con una depressione post-partum da doverla affidare a uno strizzacervelli molto molto bravo, mentre roxanne è impantanata in una situazione sempre più incomprensibile con il suo uomo, senza capire dove gli eventi la stanno trascinando.
divise, le tre non riescono a vedere i loro problemi da un punto di vista oggettivo e quindi non hanno praticamente nessuna possibilità di venirne a capo, e solo quando si chiariranno tra di loro e con gli altri, cominceranno a venire fuori dalla fossa che si sono scavate da sole.
*fine pericolo spoiler*

anche se questa è, come tante altre dell'autrice, una storia basata sugli equivoci e i fraintendimenti, qui non si gioca sul lato comico e ingenuo della cosa, ma sulla volontà, sbagliatissima, di chiudersi nei confronti del mondo, di vedere tutti come nemici e di non trovare modo di confidarsi, resistendo dietro il baluardo dell'amor proprio.
come dicevo, è una storia abbastanza triste, di come la gente si rovini la vita per sport, anche quando non ha motivo di farlo, ma in qualche modo la lettura mi ha appassionata, per quanto l'argomento sia caccoso, comunque la wickham è riuscita a renderlo piacevole e appassionante. spero però che continui su argomenti più allegri e piacevoli.

lunedì 24 giugno 2013

post poco interessante sulle ultime letture poco interessanti

sono stati giorni di totale mediocrità. io non so, forse sono fissata, ma mi guardo attorno e mi sembra che tutti abbiano una vita interessante e divertente e piena di robe da raccontare. e nel frattempo mi sembra di sprofondare sempre di più nel baratro di cosa mi racconti di bello? no beh niente.
neanche le letture mi hanno consolata, forse sono io che sto davvero scazzata, ma non ho beccato nulla di memorabile, niente che mi abbia risvegliata un po' dalla noia e dai cattivi pensieri.
bah.
vi faccio una carrellata veloce di tutta questa noia.

vacanze in villa di madeleine wickham.
lo sapete, io ormai amo alla follia la kinsella.
eppure.
questo romanzo mi ha lasciata un po' così, con quel senso di è tutto qui? alla fine che non è che sia proprio il massimo per un libro.
due famiglie si ritrovano a dover condividere la stessa villa per le vacanze, grazie al simpaticissimo scherzo del tipo che li ha invitati. chloe, che si suppone sia una sarta, o una stilista, o qualcosa di non meglio identificato, con il suo compagno philip, che è (giustamente) costantemente depresso per via del lavoro che potrebbe scomparire da un momento all'altro e i suoi due figli, il sedicenne sam e il piccolo nat, trattati più o meno come cactus sullo sfondo.
dall'altra parte c'è hugh con la sua famiglia, le due odiose e ancora più cactus sullo sfondo bambine e la moglie snob, antipatica e acida, amanda, con tanto di babysitter semitossica e rasta, jenna.
considerando che la villa è enorme, non ci dovrebbero essere più di tanti problemi, non fosse che hugh e chloe stavano insieme circa quindici anni prima del gioioso incontro. e che si erano lasciati per la paura di lui di dover crescere il bambino di lei, sam, che all'epoca non aveva neanche un anno.
ci sarebbero gli elementi per una bella commedia scoppiettante e divertente, invece ci accontentiamo di una squallida sequela di debolezze e mediocrità.
di sciatteria nella vita ce n'è abbastanza anche senza doversela cercare nei libri.

la casa stregata di howard p. lovecraft.
io del maestro indiscusso dell'horror non avevo mai letto niente, questo libretto mi sembrava un buon modo per cominciare. ma vi assicuro che è anche un buon modo per terminare.
escludendo l'insopportabile sovrabbondanza di termini come orribile, mostruoso, tremendo, spaventoso e frasi tipo abisso di terrore, baratro di orrore eccetera, direi tranquillamente che le occhiaie del risveglio fanno molto più spavento. due racconti noiosissimi, che non danno neanche un briciolino di tensione, che si capisce tutto fin dalla seconda riga.
inquietanti morti di chissà cosa che lanciano maledizioni su chi abita in una certa casa e misteriose sette pagano-sataniche che mangiano (forse) bambini e fanno altre minchiate di riti poco credibili.
insomma, una vera e propria schifezza.
mi spiace signor lovecraft, non so cosa ci trovino nei tuoi libri, ma sono davvero noiosi. se devo leggere qualcosa di ansiogeno preferisco il bugiardino della tachipirina, mi mette più paura.

namida usagi 9 di ai minase.
ok, a me questo manga mi è piaciuto tanto fino ad adesso. ma di questo volumetto, davvero!, non se ne poteva sentire il bisogno.
non succede nulla di nulla, a parte le più stupide paranoie da liceali giapponesi da shoujo manga.
la fotografa che ci prova con narumi continua a provarci con narumi, momoka vorrebbe che lui stesse lontano da lei però non glielo dice, anzi, lo incoraggia a fare il modello e amano che continua a fare lo zerbino deciso a togliersi il fango delle pedate da dosso per confessare i suoi sentimenti a momoka, come un idiota che si butta senza paracadute dritto verso una distesa di spuntoni di roccia.
capitoli extra alquanto imbarazzanti per la totale inutilità, spero proprio che con l'ultimo volumetto si ritorni in carreggiata, è stata una lettura troppo carina per devastarla alla fine.

i love tiffany di marjorie hart.
anche qui, mi aspettavo di più.
è una sorta di racconto-diario dell'estate del '45 vissuta da due ragazze dell'iowa come commesse fattorino da tiffany. qualche dettaglio sulla guerra, qualche altro sulle storie d'amore, pochissimo sulle amiche, meno ancora - che cazzo! - su tiffany
. più
lo guardo, meno riesco a ricordare esattamente cosa c'è dentro tutte queste pagine.
non è che sono proprio io dell'umore sbagliato?

cosa mi metto oggi? di fifi lapin.
anche questo librino qui, tanto desiderato, è stato abbastanza deludente. mi aspettavo più disegni, ecco. insomma, è quello il motivo per cui l'ho comprato. carini i consigli di fifi, veramente scoccianti le interviste. insomma, se voglio qualcosa del genere mi compro elle o vogue.
beh, di certo non comprerò l'altro libro della cara coniglietta, a meno che non abbia prova provata che sia diverso da questo qui!

insomma, un sacco di tristezza. spero che l'estate porti qualcosa di meglio. adesso ho iniziato persepolis e devo dire che finalmente mi trovo tra le mani qualcosa di veramente meritevole.
spero di parlarvene presto!

giovedì 18 aprile 2013

una ragazza da sposare

cosa può rovinare un matrimonio perfetto, con un fidanzato perfetto, un'organizzazione perfetta, una promessa sposa perfetta eccetera eccetera?
nulla.
tranne il fatto che la promessa sposa... è già sposata!


ebbene sì. dieci anni prima del suo matrimonio vero, milly si è sposata con allan, ma non per amore o interesse, semplicemente perché lui potesse avere la cittadinanza e rimanere al fianco di rupert, il suo vero amore. milly poteva mai rifiutare un favore del genere a due amici che si amavano così tanto?
ma per dieci anni questa storia è rimasta sepolta nella sua memoria, nessuno ne è mai venuto a conoscenza a esclusione di un ragazzo che quel giorno l'ha fotografata appena uscita dalla chiesa, nel suo abito raffazzonato e preso in prestito e con il sorriso smagliante di chi di un matrimonio si gode solo il bell'effetto della cerimonia senza pensare a tutto il resto.
e indovinate chi è che alloggia nel bed and breakfast gestito dalla madre di molly, il fotografo scelto per immortalare l'imminente matrimonio?

sophie kinsella, o meglio madeleine wickham, non rinuncia neanche questa volta ai temi che le sono tanto cari: gli inevitabili dubbi prima del matrimonio, le relazioni amorose e familiari ma sopratutto la sincerità verso se stessi e gli altri, il sapersi o meno accettare per quello che si è e le maschere che si mostrano a fidanzati, parenti e amici per difendere la propria interiorità.
maschere che prima o poi cadono, e così un perfetto marito e fedele credente rivela il suo passato amore per un altro uomo, una perfetta madrina e amica si scopre essere una traditrice, il cattivo di turno non è affatto cattivo, la donna in carriera che disdegna gli uomini ha in realtà una relazione segreta con la persona meno probabile che si possa immaginare, e la ragazza perfetta, elegante e compassata in realtà vorrebbe rasarsi i capelli, farsi un piercing al naso e smettere di far finta di leggere giornali serie e dedicarsi apertamente alle sue soap preferite.
una ragazza da sposare è il tipico romanzo kinselliano: una commedia leggera con una protagonista che riesce a infilarsi in casini davvero poco plausibili trascinando con se fidanzati, madri, sorelle, amici e tutto il resto, una storia che fa sorridere, trattenere il fiato a volte e che coinvolge sopratutto per come l'autrice riesce, dietro le gesta dell'eroina (!), a farci rispecchiare nelle paranoie della società moderna.
chapeau.

(ps. passate a trovarmi anche qui! ♥)

domenica 31 marzo 2013

a che gioco giochiamo?


quest'anno invece del solito stupido uovo di cioccolata che vi fa pure ingrassare e che ha sempre sorprese idiote e deludenti fatevi regalare a che gioco giochiamo?, l'ultimo romanzo edito da mondadori di madeleine wickham alias sophie kinsella.

è l'ultimo (per ora!) ad arrivare nel nostro (mi risparmio aggettivi solo perché è giorno di festa) paese, ma è il romanzo d'esordio dell'autrice, scritto quando la nostra aveva solo ventiquattro anni (così recita il risvoltino, così vi riporto).

a me questa roba dell'esordio mi aveva un po' fatto temere, sono sincera. è cosa nota che quando un autore raggiunge una certa popolarità gli editori pubblicano qualsiasi roba abbia scritto, anche se non ne varrebbe la pena, perché sanno che è il nome a trascinare il lettore.

bene, questa volta non è così.
madeleine wickham con il talento di scrittrice evidentemente c'è nata, perché questo è un bellissimo romanzo, acido e divertente, pieno di personaggi molto ben delineati e difficili da dimenticare, anche se certamente meno amabili delle ragazze che ha creato con il suo pseudonimo.

i change, orgogliosissimi della loro nuova casa di campagna, invitano gli amici di vecchia (e non) data a godersi un weekend da loro e a giocare un torneo di tennis. niente di male in questo, no? ma patrick ha in mente qualcosa in più del torneo e del barbecue e sua moglie caroline lo sa, anche se non ha capito ancora di cosa esattamente si tratta.
gli invitati sono don e la figlia valerie, due idioti insopportabili, annie e stephen, ex vicini dei change, buoni amici dai tempi dell'università dei change ma attualmente con qualche problemino economico, con i loro figli nicole e toby e charles e l'aristocratica e fredda moglie cressidra, con i loro gemelli e baby-sitter al seguito.

già dalle prime occhiate è facilissimo capire chi ha sfondato e chi è destinato a perdere: caroline e patrick sono ormai ricchi, ancora di più lo è charles con il patrimonio di cressidra, mentre annie e stephen si arrabbattano a continuare la loro semplice vita, senza lussi né eccessi.
ma oltre alle partite di tennis ci saranno altre... sfide. tra bugie, allusioni e tradimenti, il vero protagonista della storia è il denaro: a cosa si arriva pur di essere ricchi? in cosa ci si trasforma? e sopratutto, cosa si è disposti a tradire e a perdere pur di godersi una bella casa e dei vestiti e gioielli eleganti? vanità, invidia, opportunismo e un sacco di altre meschinità si trovano proprio sotto il velo della classe dei nuovi arricchiti.

irriverente, ironico, lucido, a che gioco giochiamo? è un romanzo intriso della genialità e della leggerezza a cui la kinsella ci ha abituati. consigliatissimo!

e buona pasqua!

sabato 23 marzo 2013

la signora dei funerali

chi l'ha detto che i romanzi della kinsella firmati come madeleine wickham non sono all'altezza degli altri? ho letto la signora dei funerali e l'ho trovato una brillante commedia un po' nera e molto poco convenzionale, a partire dalla protagonista, fleur daxeny, bella quanto priva di scrupoli, che di mestiere fa... l'accalappiavedovi.
saltellando da un funerale all'altro, con sangue freddo e un'abilità che nasce dall'esperienza, fleur incanta l'inconsolabile di turno affascinandolo con la sua bellezza e i suoi modi da donna perfetta. ovviamente, la nostra cara non si dedica a tutti i poverini che hanno perso la moglie, ma solo a chi le consente, in pochi mesi di fatica, sorrisi e smancerie, di potersi permettere una gold card dalla quale attingere più denaro possibile prima di scappare, lasciando il vedovo di turno come uno scemo, incapace persino di denunciarla pur di non ammettere la propria idiozia.

la musica inizia a cambiare quando fleur va al funerale di emily per conquistare il cuore e il portafogli di richard favour, distrutto e inconsolabile senza l'amata moglie accanto. fleur riesce a farsi invitare fuori a cena prima ancora di quanto sperato, toccando - senza neanche saperlo - il punto debole di richard: il suo rimpianto di non aver conosciuto emily fino in fondo e quello di non poterlo fare più.
richard è un uomo buono ma fondamentalmente troppo ingenuo e debole, e cade nella ragnatela di fleur come una farfallina che non riesce a vedere null'altro che il fiore. incantato dall'idea di poter conoscere qualcosa in più sulla defunta moglie, dimentica il suo proposito man mano che si lascia conquistare dalla dolce, bellissima, elegante e affascinante fleur. misteriosa e attraente riesce a conquistare tutta la famiglia favour: in primo luogo gillian, sorella di emily, mai sposata che ha sempre vissuto a casa di richard facendo da balia ai suoi due figli, la capricciosa e isterica philippa, che aveva con emily un rapporto devastante e che adesso si barcamena in un matrimonio disastroso combinato proprio dalla madre con lambert, un uomo orribile interessato solo ai soldi di philippa, e anthony, un quindicenne adorabile che emily non ha mai amato per via della sua voglia sul viso e che gillian ha sempre trattato come il proprio figlio.
man mano che gli eventi si susseguono, si scoprono le crepe enormi e i rapporti malati di una famiglia che all'esterno sembra perfetta e felice. e a farli venire alla luce sarà proprio la presenza di fleur.

come andranno a finire le cose non ve lo dico, però il mio apprezzamento va alla capacità della kinsella/wickham di non cadere in un finale banale e prevedibile.
anche se è completamente su un altro tono rispetto ai romanzi firmati con il suo pseudonimo, la signora dei funerali è brillante e coinvolgente come gli altri libri più famosi di questa autrice, con meno humor ma sicuramente una più forte critica all'assurda società "bene" dell'inghilterra dei nostri giorni.