mercoledì 22 ottobre 2025

la promessa della luna ~ genealogie di sailor moon

il 21 febbraio 1995 in italia, su canale 5, una scolaretta bionda e dagli occhi sognanti alzava per la prima volta la mano al cielo e invocava il potere del cristallo di luna. la sua sagoma si accendeva di una materia iridescente, si fasciava di nastri e fiocchi. volteggiava in un limbo di stelle e infine si stagliava contro una luna falcata, lo sguardo fiero e ancora un po' ingenuo.
quella ragazza, che non avremmo mai dimenticato, era sailor moon.

credo che tuttə quellə che sono statə bambinə/ragazzinə negli anni '90 abbiano dei ricordi legati a sailor moon. guardavamo i cartoni animati, avevamo bambole e modellini delle guerriere sailor, collezionavamo le figurine, disegnavamo le nostre eroine e sognavamo di incontrare gattine nere con un cerotto in fronte che ci stravolgesse la vita.
bunny - avremmo scoperto solo poi che si chiamava usagi - ci piaceva tantissimo perché non era perfetta, anzi! era pigra e goffa, passava un sacco di tempo in sala giochi, arrivava a scuola in ritardo e collezionava insufficienze. ci piaceva perché era infantile e buffa, perché era sincera, affettuosa, dolce e leale. ci piaceva un sacco lei e ci piacevano tantissimo le sue amiche, adoravamo le loro trasformazioni e le divise da sailor senshi (anche questo nome lo avremmo scoperto tempo dopo), il coraggio con cui combattevano il male e salvavano il mondo.

personalmente, all'epoca non avevo colto appieno la rivoluzione che sailor moon aveva innescato e meno che mai di quale rivoluzione era frutto.
ad essere sincera, il secondo punto è qualcosa che avevo ignorato fino a poco tempo fa e che ho scoperto e compreso leggendo la promessa della luna ~ genealogie di sailor moon, di angelo maria perongini e june scialpi. questo libro ha fatto felice la clacca-bambina-negli-anni-novanta che adorava sailor moon e la clacca-antropologa che adora scoprire come in ogni prodotto di una società riecheggino le trasformazioni storiche, politiche, economiche e culturali che l'hanno interessata.

l'anime degli anni '90 è meraviglioso e sailor moon crystal non esiste, è solo un brutto incubo

la promessa della luna, infatti, racconta non soltanto del manga - e poi anime - che vede protagoniste le belle guerriere che vestono alla marinara, ma anche e soprattutto il contesto in cui naoko takeuchi ha creato la storia del silver kingdom e delle guerriere che proteggono la terra e l'universo tutto.

l'analisi prende il via dal concetto di shōjo, cioè la ragazza non più bambina ma non ancora adulta (una figura che lə autorə definiscono, a ragione, liminale), che viene a crearsi dalla seconda metà dell'ottocento con la rivoluzione scolastica meiji che vede finalmente l'accesso agli studi superiori anche della parte femminile della popolazione. dalla fondazione delle prime riviste di racconti - prima in prosa e poi a fumetti - e di moda, alla nascita spontanea delle prime comunità di lettrici (da cui sarebbero emersi i primi, grandi nomi dello shōjo manga), alle prime serie majokko, ovvero quelle storie in cui le protagoniste, poco più che bambine, ottenevano poteri magici e la capacità di trasformarsi - di solito in versioni più adulte di sé: il terreno su cui mette le radici sailor moon è ricco di nuove idee e di una trasformazione sociale che vede la sua crisi - e, in qualche modo, il suo apice - negli anni '90 del secolo scorso, proprio quelli in cui usagi arriva a stravolgere tutto.

sailor moon rientra nel canone majokko e lo trasforma in qualcosa di nuovo, capace di parlare a un pubblico più vasto: non soltanto bambine che sognavano di diventare grandi e di risolvere con la magia i loro piccoli problemi quotidiani, ma giovani donne che, se pure non rinunciavano al loro lato più infantile, sapevano trasformarsi in guerriere che difendevano il mondo dal male, forti nella loro amicizia, ispirate a valori nobili di amore, lealtà, sacrificio e giustizia.

le sailor senshi al gran completo in un'illustrazione del manga

oggi icona femminista e delle rivendicazioni del mondo lgbtqia+, sailor moon è, come spiegano bene lə autorə, qualcosa di molto lontano - tanto geograficamente quanto temporalmente - dalle idee che oggi animano questi movimenti. se pure forse non si erano mai visti dei gruppi di combattenti donne così affiatate e leali - un'ottima alternativa alle dinamiche più classiche dei rapporti tra donne, spesso rivali per amore o legate da rapporti di amicizia tipicamente secondi a quelli romantici - i temi del matrimonio e della maternità tornano più e più volte durante il manga, così come una certa visione negativa della figura della donna che rinnega tali principi per perseguire i suoi obiettivi personali.

eppure, takeuchi osa lì dove nessun altrə era arrivatə: basti pensare al rapporto tra haruka/uranus e michiru/neptune - coppia lesbica che riesce a vivere la propria storia senza andarsi a schiantare contro un qualche finale tragico - o, meglio ancora, alla famiglia queer che le due costituiscono con setsuna/pluto e hotaru/saturn, appena rinata.

tra i tanti elementi oggetto di analisi di perongini e scialpi - di cui qui ho dato poco più che una rapida scorsa ma che, ovviamente, non ho esaurito per permettervi di godere pienamente del loro saggio - vale la pena accennare a quello che lega sailor moon al genere apocalittico. la magia e la dimensione extra-terrena si fanno per la prima volta (la prima per un manga di ragazzine che si trasformano grazie a dei poteri magici) strumento e scenario della lotta universale del bene contro il male.
ed è da questo momento che le maho shōjo seguiranno l'esempio di usagi e compagnia, lavorando in squadra per la salvezza del mondo.

tra le tante opere più o meno coeve che lə autorə accostano a sailor moon, l'ultima - quella forse più interessante, almeno dal punto di vista di chi scrive questo post - è puella magi madoka magica, l'ultima serie majokko (almeno nell'ambito del manga per ragazze) che disegna un punto di svolta per il canone praticamente irrisolvibile.

insomma, la promessa della luna ~ genealogie di sailor moon, è un saggio breve e agile, ma ricco di informazioni e spunti di riflessioni che cala l'opera di takeuchi in un contesto storico e culturale ben delineato, che mostra i legami con altri prodotti dell'epoca e con quelli più recenti e appartenenti allo stesso filone, e che approfondisce gli aspetti principali di una storia che rimarrà per sempre dentro di noi.

venerdì 17 ottobre 2025

doll's paradise

 benvenuta! ♥ posso aiutarti?

immaginatevi il negozio più puccioso, carino e coccoloso possibile, pieno di adorabili bamboline, figure, animaletti e creature kawaii di ogni tipo. il doll's paradise è esattamente questo, un meraviglioso paradiso ritagliato via dal grigiore quotidiano.
un negozio che non è solo un negozio, ma è anche la realizzazione dei sogni di chi l'ha prima immaginato e poi trasformato in realtà. una realizzazione che è costata - e che continua a costare - sacrifici, fatica e impegno.

la sua proprietaria - una gattara un po' nerd - è sempre gentile, tanto con le adorabili figure che vende, quanto con lə clienti, anche quando questə magari scambiano le sue statuette da collezione con dei banali giocattoli per bambinə. sorride, chiacchiera, dà consigli, registra gli ordini, crea tessere punti.
ogni giorno.

certo, scegliere di far diventare la propria passione un lavoro è gratificante ma spesso poco renumerativo, perché quellə che, oltre a chiacchierare e curiosare, acquistano qualcosa non sono tantissimə, ma ci sta, no? chi di noi non si è innamoratə di un negozio tanto da entrare ogni tanto a girellare pur sapendo di non poter acquistare nulla?

ma c'è chi girella in modo del tutto innocente e chi, invece, no.
c'è chi pensa che sia facilissimo farla sotto al naso di una ragazza così carina e sempre gentile e sorridente, magari un po' timida, persa nel suo mondo di bamboline e pupazzetti, forse un po' scollegata dalla realtà... una che figurati se si accorge di un accessorio in meno...
o forse sì?


in pochissime pagine - come da tradizione dei gatti sciolti, la collana in cui è pubblicato doll's paradise - lucia biagi riesce a raccontare il non detto della quotidianità di chi ha deciso di trasformare una passione in un lavoro e si ritrova però a dover condividere tutto il suo mondo con quel terribile mostro a mille facce che è la clientela: persone spesso incompetenti e superficiali che hanno diritto di accedere a quello che è quasi un piccolo santuario, ma che passano più tempo a dissacrarlo che a provare di cogliere e rispettare l'amore e la dedizione di chi l'ha costruito.
indispensabili perché un'attività commerciale vada avanti, basta pochissimo perché diventino un vero e proprio incubo, che mette a dura prova non soltanto la sopravvivenza dell'attività commerciale in sé, ma anche l'equilibrio mentale di chi dedica a quell'attività commerciale tuttə sé stessə.

il sorriso della proprietaria del doll's paradise si fa sempre più tirato, sempre più inquietante. la dolcezza iniziale inizia a incrinarsi sotto il peso delle giornate storte, del sapersi presa in giro e della stanchezza, e si trasforma in una maschera spaventosa... e quando la goccia fa traboccare il proverbiale vaso, anche la più gentile delle commesse può ricorrere a mezzi impensabili!

geniale e cattivissimo, doll's paradise è la storia di tuttə quellə che hanno visto calpestare i propri sogni e le proprie passioni e hanno sognato vendetta... e a volte sono riuscitə a ottenerla.
conoscete un lieto fine più dolce?

mercoledì 15 ottobre 2025

folklore vol. II ~ intervista a marga biazzi, annamaria di matteo e jacopo silvestre

torniamo, dopo più di due anni, a parlare di folklore, la collana di libri di rebelle edizioni dedicata alla fiabe e leggende di tutto il mondo. anche questa volta, con noi ci sono marga biazzi aka blackbanshee, illustratrice e jacopo silvestre, autore. ci fa compagnia anche annamaria di matteo, editrice di rebelle edizioni.

buona lettura!


► ciao marga, ciao jacopo, ciao annamaria e benvenutə su claccalegge! grazie mille per il vostro tempo! parliamo di folklore, la serie di libri scritti da jacopo, illustrati da marga ed editi da rebelle edizioni: come è stato accolto il primo volume?
Marga - Grazie a te per l'invito! Direi molto bene, come poi confermerà Annamaria, c'è già stata la ristampa, ed è il secondo libro più venduto alle fiere!

Jacopo - Ah! Questa è sicuramente una domanda a cui saprà rispondere meglio Annamaria, ma nel complesso mi sembra molto bene! Nonostante gli anni passati pare che stia ancora godendo di un buon passaparola e continui a riscuotere un discreto successo!

Annalisa - Ciao Claudia, grazie a te per averci invitati! Confermo: Folklore è diventato velocemente uno dei titoli iconici del nostro catalogo, riscuotendo un ottimo riscontro tra gli appassionati di miti e leggende, sia alle fiere di settore che in libreria. I diritti di pubblicazione sono stato venduti anche in Russia! Questo secondo volume è attesissimo!

► il vostro libro - per il momento parliamo al singolare ma presto uscirà il secondo volume, ci arriviamo tra pochissimo - è un prodotto diverso sia dalle raccolte di favole e fiabe, sia dai testi di folklore tradizionali e più accademici. che tipo di ricerca c'è dietro ogni volume, e in generale dietro tutti i volumi di questa serie, sia dal punto di vista delle storie da rielaborare, sia da quello delle iconografie da reinventare?
Marga - Il grosso del lavoro lo fa Jacopo, io una volta che ho i testi faccio una rapida ricerca iconografica delle creature e dei miti da rappresentare, e da lì vado a costruire le illustrazioni. Per creature più conosciute come sirene o keplie, la ricerca quasi non c'è, ma per creature dalle descrizioni più vaghe, invece, è un po' più meticolosa. A volte vado anche di immaginazione pura, tipo per Cariddi (oh era Scilla, me le confondo sempre) che non ha una vera e propria forma, se non quella di un vortice con dentoni: per renderla più interessante ho aggiunto la figura femminile sotto il vortice.

Jacopo - Le leggende, i miti, i mostri e tutto ciò di cui parla il libro è frutto di una sorta di fusione di idee tra Annamaria e me. Lei mi comunica diversi spunti che ritiene interessanti, e io ne aggiungo altri, ne elimino alcuni. Insomma, taglio e cucio gli argomenti fino a che non siamo soddisfatti.
Poi a quel punto entro in maniera più approfondita all'interno delle ricerche di ogni argomento.
Talvolta ci sono anche delle aggiunte che arrivano successivamente. Per esempio nel prossimo volume sarà presente una storia che inizialmente avevo scartato, ma che Marga ha proposto di reinserire, visto che ci teneva moltissimo a illustrarla.
Mi ricollego a Marga: Cariddi credo sia il cruccio di diversi illustratori. Visto che Omero non parla in maniera precisa del suo aspetto e lascia quasi tutto all'immaginazione del lettore. Però questo è il bello del folklore, alla fine l'immaginazione e la fantasia sono proprio ciò che rende il tutto tremendamente affascinante!

Marga - Esatto, è una storia che ho rivisitato anche nelle Ballate di Mezza estate, nonché una figura femminile acquatica che secondo me non si può tralasciare in un libro di questo tipo!

Annalisa - Lavoriamo come una piccola, grande catena di montaggio. Io e la redazione stiliamo e proponiamo un primo “timone” più generale e pieno di idee, poi Jacopo lo perfeziona e lo snellisce, elimina argomenti troppo simili o ridondanti, propone storie particolari o leggende che nemmeno noi della redazione conoscevamo, gli da il ritmo giusto. Ci riconfrontiamo e poi lui si “chiude” nella fase grossa di ricerca e scrittura. Man mano che termina i capitoli ce li rigira per l’editing e intanto li passiamo “grezzi” a Marga che può cominciare con la sua parte.

► il primo volume della collana è dedicato a boschi e foreste, questo secondo invece parla del mare e, in generale, delle storie legate all'acqua, come avete accennato fino a ora. ovviamente sono curiosissima di sapere quali altri "ambiti" avete scelto di esplorare, ma intanto: quali sono state le storie che avete preferito di più? quali i personaggi che avete scelto di illustrare?
Marga - Per me sono le storie con le figure femminile le preferite in assoluto. Già di mio sono affascinata da quello che c'è sotto la superficie dell'acqua, se poi quello che vi abita è seducente e letale, mi piace ancora di più. Quindi sirene e ninfe e fate, più, ma soprattutto meno, amichevoli, sono in assoluto le mie preferite! Con una piccola aggiunta del kelpie, da brava appassionata di cavalli!

Jacopo - Personalmente ho sempre adorato il mare, sia dal punto di vista fisico -nuotando ed esplorando fondali- che mentale -leggendo libri e ascoltando storie sull'argomento.
Sono un fan sfegatato dell'Odissea sin da piccolino, e ci sono un sacco di storie che mi è piaciuto un sacco rispolverare e riscrivere. Tra le varie, probabilmente Sindbad il Marinaio, una fiaba araba, è stata quella che mi ha divertito di più in assoluto scrivere. Un po' per il personaggio e un po' per le sventure che gli capitano.
► quali sono le maggiori difficoltà nell'adattare delle storie a volte molto antiche - e i personaggi da un punto di vista grafico - al gusto dei lettori di oggi? ci sono stati dei casi in cui il messaggio era troppo controverso e avete scelto di scartare qualcosa?
Marga - Nel mio caso no, penso che quando si parla di folklore, siamo noi a doverci adattare ai tempi delle storie e a tutte le loro sfumature. Non sono fan delle edulcorazioni in stile Disney delle fiabe. Il folklore incarna il suo tempo, lo si può poi adattare e rivisitare in chiave moderna, ma se parliamo delle storie originali, quelle sono.

Jacopo - Sono perfettamente d'accordo. Edulcorare è qualcosa che non faccio mai all'interno di questo progetto.
Io sono un grande sostenitore del fatto che le storie nelle epoche subiscano delle mutazioni… e credo sia giusto così! Questa cosa è sempre avvenuta nella storia umana, da quando la prima persona ha raccontato per due volte la stessa storia. Alcuni de racconti presenti nel libro sono storie che sono state riscritte più di venti volte da venti persone diverse!
Concetti come la "fedeltà" o la "canonicità" diventano un po' labili dunque. Ma, da parte mia, c'è stato un forte interesse nel non tradire mai le storie originali.
Talvolta ho mischiato diverse versioni e in altre ho modificato alcuni dettagli, ma sempre senza perdere la bussola e ponderando ogni scelta. Inoltre, in questo libro, sono presenti anche dei corposi approfondimenti che raccontano proprio delle diverse versioni che ho analizzato e studiato per creare il mio adattamento. Penso potranno essere dei piatti succulenti per i "nerd del Folklore" -come sono anche io, d'altronde.

► sì, infatti le storie cambiano col cambiare di chi le racconta e di chi le ascolta - e, in fondo, anche le versioni "originali" sono spesso rimaneggiamenti di storie precedenti o versioni scelte arbitrariamente tra tutte quelle disponibili… ma, secondo voi, qual è l'importanza delle fiabe oggi? e a chi si rivolge idealmente questa serie di libri che state realizzando?
Marga - Le fiabe nascono con un intento propedeutico all'età adulta ed educativo, ma oggi questo aspetto si è un po' perso, a meno che non si sia dei genitori che non si limitano a mostrare ai propri figli un mondo solo di arcobaleni. Al momento, per i più, sono solo una forma di intrattenimento, il loro vero significato viene ricercato da persone appassionate dell'argomento, come me e Jacopo, ad esempio. Direi quindi che il nostro target sono adulti e giovani adulti che amano scoprire storie e non hanno paura dei retroscena più cupi!

Jacopo - Viviamo in tempi molto razionali, o meglio, che credono di essere molto razionali.
Purtroppo molte delle feste che un tempo erano protagoniste della tradizione e portavano con loro una forte carica spirituale e sociale, oggi sono state del tutto corrotte dal commercio. La maggior parte delle persone crede che Halloween nasca come una stupida festa dove ti guardi una maratona di film horror e vai in giro vestito da vampiro. Non che in questo ci sia niente di male, ma non conoscere le origini delle feste vuol dire non conoscere le radici delle proprie radici e quindi perdere sensibilità.
Il Folklore è un mondo incredibile, che è stato utilizzato nelle maniere più disparate e studiarlo vuol dire studiare la nostra storia. La storia di noi esseri umani.
Quando penso al nostro libro credo che questo sia uno dei punti fondamentali. Raggiungere più persone possibile -sia adulti che bambini- e cercare, per quanto possibile, di far riscoprire loro il piacere delle storie.

Annamaria - Le fiabe, oggi come ieri, restano strumenti preziosi per esplorare il mondo e noi stessi. Non sono solo racconti di fantasia: custodiscono paure, desideri, valori e insegnamenti che attraversano generazioni. In un’epoca di informazioni veloci e immagini fugaci, le fiabe ci ricordano l’importanza di fermarci, ascoltare e sognare.
La serie I misteri del folklore nasce proprio con questo spirito. Si rivolge a chiunque ami perdersi tra storie e leggende, dai lettori giovani agli adulti curiosi, dagli appassionati di mitologia e natura ai semplici amanti del bello e del misterioso.

► quando uscirà il libro? e ci sarà di nuovo una rebelle-box ad accompagnarlo?
Annamaria - I misteri del folklore: Mari, fiumi e laghi sarà disponibile in anteprima durante il Lucca Comics & Games 2025 e arriverà nelle librerie a novembre. A differenza del primo volume, questa volta il libro non sarà accompagnato da una Rebelle Box, ma sarà venduto direttamente come volume singolo, permettendo ai lettori di scoprirlo liberamente e immergersi subito nelle storie che celebra.
► ho una domanda specifica per annamaria: rebelle, sia nei libri sia nelle box, ha sempre manifestato un forte interesse per il mondo delle fiabe, del mito e delle creature fatate: da dove nasce questa passione?
Annamaria - Nel catalogo Rebelle si riflette la mia passione per fiabe, fumetti e leggende, che mi accompagna da sempre. Sono cresciuta in una famiglia molto creativa, circondata da storie che parlavano di boschi incantati, eroi imperfetti e creature misteriose, e credo che proprio da lì sia nato il desiderio di portare quella stessa meraviglia anche nei libri Rebelle.
Attraverso il mito e il fantastico cerchiamo di unire immaginazione e conoscenza, invitando chi legge a guardare il mondo con occhi nuovi, curiosi e pieni di stupore. Ogni progetto nasce da quella scintilla: la convinzione che le storie abbiano davvero il potere di aprire mondi, e che dentro quei mondi ci sia sempre un po’ di noi.
► avete già un calendario di incontri e presentazioni a cui potremo incontrarvi?
Marga - A Lucca sicuramente, ma Il calendario di incontri si aggiorna di mese in mese, state sintonizzati sui nostri social per conoscerlo!

Annamaria - La prima occasione per incontrarci sarà naturalmente Lucca Comics & Games 2025, dove Jacopo e Marga saranno presenti per dedicare il libro ai lettori. Seguirà poi la Milano Games Week, e stiamo già organizzando un piccolo tour di librerie per raggiungere quante più città possibile. Vogliamo creare momenti di incontro diretti con chi ama le nostre storie e rendere l’esperienza di lettura ancora più viva e partecipata.

► ci regalereste un piccolo spoiler sui prossimi capitoli di questo viaggio nelle tradizioni?
Jacopo - Diciamo che ora come ora l'intenzione potrebbe concentrarsi su un mega-argomento che coinvolge un po' tutti noi, e che spesso viene bistrattato. Ma io non dirò altro, oh-oh-oh!

Marga - Io li so tutti, ma mi rimetto ad Annamaria per quello che si può svelare, è lei la boss! (Uuuh, Jacopo ha dato un indizione con quel "oh-oh-oh", e questo tema mi piace tantissimo, e non vedo l'ora di illustrarlo, anche perché immagino sarà molto diverso dall'immaginario commerciale che ci viene propinato una volta all'anno… chissà se così si capisce)

Annamaria - Jacopo ha lasciato già intuire che il nostro viaggio nel folklore non si fermerà qui. Possiamo anticipare che alcune delle prossime storie avranno a che fare con le festività, ma non solo. Per il resto, lasciamo ai lettori il piacere di scoprire, capitolo dopo capitolo, quali nuovi mondi e leggende li attendono.

► io l'ho capito! ma non dico nulla! vi ringrazio per averci fatto compagnia e vi faccio un megaimboccallupo per l'uscita del libro! e... vi invito già adesso a parlare insieme del prossimo!
Marga - Grazie mille Clacca, e sempre W il lupo!

Jacopo - E io ringrazio te per averci invitato! Sperando che il mare possa essere vettore di speranza, in questo mondo che sembra così crudelmente immaturo.
Grazie ancora!

Annamaria - Grazie a te per averci accompagnato in questo piccolo viaggio tra miti e leggende! Non vediamo l’ora di incontrare i lettori con il nuovo libro e, certamente, sarà un piacere tornare a parlare insieme del prossimo capitolo di questo viaggio nel folklore.

venerdì 19 settembre 2025

torna flush festival!

dal 26 al 28 settembre 2025 torna a bologna flush festival, la rassegna di editoria femminista indipendente che da cinque edizioni esplora le produzioni editoriali – cartacee e digitali – del femminismo contemporaneo.


quest'anno invece di fare come la tgr sicilia - che fa sempre i servizi su concerti, mostre e altri eventi bellissimi il giorno dopo che finiscono, così tu che non ne sapevi niente non ci puoi più andare ma puoi piangere perché ti sei persə tutto - ve lo dico già adesso: la prossima settimana inizia la quinta edizione di flush festival!

se non conoscete flush, male, malissimo.

in poche parole: flush è una cosa molto bella che succede a bologna, piena di libri e persone che scrivono/pubblicano/vendono/leggono/parlano di libri e cose affini.
dura tre giorni e si svolge nel chiostro del centro di documentazione delle donne - in via del piombo 5/7 - che apre i suoi spazi ad autrici, case editrici, riviste e collettivi, trasformandosi in un punto d’incontro tra scritture, pratiche editoriali e sperimentazioni digitali, come dice il comunicato stampa. e poi c'è spazio e tempo per chiacchierare/mangiare/bere/fumare in compagnia, che rende tutto ancora (se possibile) più bello.

il tema di quest'anno è l'ironia come strumento per mettere in discussione i linguaggi dominanti. Il femminismo e i movimenti LGBTQIA+ si raccontano attraverso registri ironici e creativi che, dalla carta ai social, diventano pratiche di resistenza e immaginazione politica e se ne parlerà insieme a alessandra carnaroli, arianna mainardi, caterina molteni, claudia grande, cleo bissong, kebabandproust, lavinia mannelli, marina cuollo, marianna (the influenza), valentina presti danisi, yasmin riyahi (le comari dell’arte) e redacta.

per lə fan più affezionatə del blog: ci sono anche io! (al netto di imprevisti e drammi dell'ultimo momento)


programma:

venerdì 26 settembre

incontro | ore 19.30
non si tocca la frutta nei supermercati però i culi nelle metropolitane
inaugurazione e incontro con alessandra carnaroli (poeta)

sabato 27 settembre

laboratorio | ore 11.00 / 13.00
copia&incolla: facciamo ciò che si può
un laboratorio pratico per divulgatrici digitali, autrici e creative. Scopriremo cosa si può riprodurre su blog e podcast: come condividere le proprie immagini senza rischi e in quali modalità è possibile rielaborare materiali altrui.
conduce: sofia piermattei / studio legali associate wild side

visita guidata | ore 14.30
scopriamo il patrimonio della biblioteca italiana delle donne
la biblioteca italiana delle donne è parte del centro di documentazione delle donne di bologna, tra i più importanti nel panorama europeo. durante i suoi oltre quarant’anni di attività, la biblioteca ha raccolto una collezione unica in italia, che ammonta oggi a più di 40.000 documenti fra libri, riviste e materiali multimediali.

talk | ore 15.00
arte, immaginari visivi e linguaggi politici
un confronto a più voci sulle rappresentazioni artistiche e sulla comunicazione politica dei femminismi degli anni ’70 fino a oggi. si esplorerà come queste pratiche si siano evolute e come influenzino le narrazioni contemporanee, comprese le forme digitali e le estetiche dei meme.
relatrici: caterina molteni, yasmin riyahi (le comari dell’arte), arianna mainardi.
modera: elena lolli.
introduce: cristina demaria (unibo delegata per l'equità, l'inclusione e la diversità).

talk | ore 17.00
autrici che hanno sovvertito il canone con l’ironia
viaggio tra le scrittrici che hanno ribaltato la tradizione letteraria con sarcasmo, parodia e comicità, aprendo nuove prospettive alla narrazione femminile. relatrici: valentina presti danisi, lavinia mannelli. modera: claudia maltese

reading/performance | Ore 19.30
stand-up letterario
quando l’editoria femminista sale sul palco... tra cabaret e confessionale
con: antonia caruso, shatta e silvia gola

per tutta la giornata dalle 11.00 alle 19.00
apertura expo’
itinerario nelle produzioni editoriali femministe contemporanee e nella filiera del libro d’autrice, con oltre venti espositrici.

domenica 28 settembre

laboratorio | ore 11.00 – 13.00
le autrici che fanno ridere non esistono
laboratorio di letteratura umoristica. tecniche di ironia, satira, giochi di parole e paradossi. include esercitazioni pratiche e condivisione finale dei testi scritti.
conduce: valentina presti danisi

laboratorio | ore 14.00
dal sito al fediverso: connettere la propria presenza online
workshop pratico sulle tecnologie digitali e reti decentralizzate, per trasformare il proprio sito web in un nodo attivo del fediverso.
conduce: cristina carnevali

visita guidata | ore 14.30
scopriamo il patrimonio dell’archivio di storia delle donne di bologna
l’archivio di storia delle donne raccoglie documenti cartacei, sonori e visivi prodotti dalla ricerca teorica e dalle attività del centro delle donne di bologna e dell’associazione orlando. importante crocevia dei femminismi contemporanei, l’archivio conserva, inoltre, la documentazione di altri gruppi e associazioni, di eventi e reti locali, nazionali, internazionali. alle testimonianze collettive si affiancano alcuni archivi personali.

incontro | ore 15.00
stabilmente flessibili e precarie disilluse
il report del sondaggio di redacta sulle condizioni di lavoro in editoria

talk | ore 16.00
l’ironia come strumento di decostruzione di stereotipi
un incontro dedicato alle forme contemporanee dell’ironia, dal fumetto alla stand-up, come pratica per smontare cliché e stereotipi di genere.
relatrici: marianna (the influenza), cleo bissong, marina cuollo, francesca (kebab & proust).
modera: antonia caruso

per tutta la giornata dalle 11.00 alle 18.00
apertura expo’
itinerario nelle produzioni editoriali femministe contemporanee e nella filiera del libro d’autrice, con oltre venti espositrici.


ci vediamo a flush! - e poi, forse, faccio anche il solito post post-festival.

tutte le info qui!

lunedì 15 settembre 2025

il fuso scheggiato - lo specchio rammendato

qualunque sia la nostra storia, dobbiamo trarne il meglio: e se quella storia fa schifo, be', allora possiamo provare a fare del bene prima di andarcene.
e se questo non basta, se in fondo al nostro cuore avido ed egoista bramiamo di più, io ho un solo consiglio: scappare, e non fermarsi mai.

non so quanto sia lecito parlare di retelling quando parliamo degli ultimi due libri di alix e. harrow, il fuso scheggiato e lo specchio rammendato.
ok, quella di “retelling” è una categoria comoda, utile a dare un’idea di qual è il contenuto di questi due mini romanzi, categoria che però - cosa che (per fortuna) vale un po’ per tutte le categorie utilizzate negli ultimi anni in editoria: utili per piazzare i libri sugli scaffali, meno per definire esattamente una storia e perimetrarla in un “genere” preciso - non riesce a contenere quello che sono davvero.

e dunque - ok claudia, abbiamo capito come la pensi su questi hashtag, ora basta - cosa sono il fuso scheggiato e lo specchio rammendato? io direi un ibrido fantasy/sci-fi (à la star wars, per intenderci. cioè: una spiegazione fanta-scientifica, fidati, c’è. e se non sembra avere troppo senso, stacce.) in cui il mondo reale, qui incarnato dalla protagonista zinnia gray, si intrufola nel mondo delle favole, che viene immaginato come un catalogo di possibili esistenze: alla nostra realtà si sommano gli universi generati dalla narrazione. questo multiverso si espande ogni volta che il nocciolo di una fiaba - il suo nucleo fatto di archetipi e topoi narrativi, o di “mitemi”, per rubare una parola a lévi-strauss - viene rielaborato da una specifica sensibilità, cioè quella dellə narratorə immersə nel suo preciso contesto storico-culturale.

alix e. harrow riprende uno dei rami fondamentali degli studi di antropologia/etnologia, ovvero quello che si occupa del racconto popolare - declinato tanto nell’ambito sacro, il mito, quanto in quello secolare, cioè la fiaba/favola - come espressione storicamente situata delle strutture culturali, degli equilibri di potere e dei sistemi di valori e credenze di un popolo.

e, a riprova del fatto che il mito/la fiaba è cosa viva e pulsante ancora capace di raccontare il quotidiano e le sue tensioni, harrow la reinterpreta dandole la sua voce di donna del XXI secolo.
(era molto più veloce chiamarlo “retelling”? ovvio. ma siamo davvero troppo stanchə di appiattire tutto alla sua più brutale semplificazione. e poi un blog non è un social e qui nessun algoritmo ci punisce per essere troppo verbosə. e se anche fosse, ‘fanculo.)

fine pippone.
alle ragazze romantiche piace la bella e la bestia; a quelle tradizionaliste piace cenerentola; a quelle dallo stile gotico piace biancaneve.
solo alle ragazze destinate a morire presto piace la bella addormentata.
zinnia gray è una grande appassionata di fiabe fin dall’infanzia, ha una laurea in antropologia con una specializzazione sulla narrativa popolare e la sua fiaba preferita è la bella addormentata perché zinnia gray è una ragazza destinata a morire presto.
se sul capo di aurora/rosaspina pendeva la condanna di una maledizione (ti pungerai il dito con un fuso e dormirai per cento anni), a zinnia gray le cose vanno peggio perché fin dalla nascita le è stata diagnosticata la malattia generalizzata di roseville. eziologicamente collegata all’inquinamento ambientale - sentite la puzza dell’hashtag #climateficion? - la mgr non ha mai concesso a nessunə di sopravvivere abbastanza di festeggiare il ventiduesimo compleanno. e, all’inizio della storia, zinnia gray è impegnata a soffiare su ventuno candeline, attorniata da gente che sembra più convocata a un funerale che invitata a una festa.

gray di nome e, per quello che riguarda la sfera sessuo-affettiva, di fatto (le personagge di queste storie sono molto queer e ci piace tantissimo), accanto a zinnia c’è l’onnipresente charme, la geniale fichissima amica lesbica che tutte vorremmo (e di cui, probabilmente, tutte ci innamoreremmo almeno un po’), che per l’occasione ha organizzato una festa a tema bella addormentata, con tanto di rose e di immancabile fuso.
ed è proprio quel fuso che permette a zinnia - stanca di vivere sapendo che dovrà morire presto - di attraversare il confine tra il suo universo e quello delle favole.
come inchiostro che, dopo aver calcato troppo le stesse parole, si trasferisce da una pagina a quella successiva, come spiega lei stessa, zinnia si ritrova proprio dentro la storia di primerose, una delle tante versioni de la bella addormentata alle prese con il suo implacabile destino di principessa maledetta.

non vi racconto la trama perché entrambi i romanzi - il secondo si ispira alla fiaba di biancaneve, focalizzandosi soprattutto sulla storia della strega cattiva, cosa che ho apprezzato moltissimo - sono scritti con un ritmo incalzante e una prosa molto scorrevole e colloquiale, perfetta per rendere la voce della narratrice/protagonista (che non lesina parolacce quando serve). insomma, vi ritroverete alla fine quasi senza accorgervene (ma con la voglia di leggerne ancora!).

volevo però concentrarmi su alcuni temi attorno cui harrow ricama tutto il suo racconto.
la storia della bella addormentata è, per antonomasia, la metafora della totale mancanza di potere decisionale delle donne - aurora/rosaspina che dorme per un intero secolo - ma anche dell’odio delle donne per le donne - è una fata a maledirla.
e però... se inventassimo altri modi per leggere questa storia? anzi, meglio, di raccontarla? perché le fiabe non possono restare congelate a una sola epoca, intrappolate nelle parole di un solo narratore. possono - e devono! - cambiare, adattarsi al presente perché il loro scopo è raccontarlo e dare indicazioni per poterlo vivere al meglio.
e la prima cosa che deve cambiare, adesso, è proprio il rapporto tra la principessa e il narratore, perché essere protagonista di una storia narrata in terza persona non è sempre una condizione auspicabile.

infatti, se da un lato il narratore dà alle principesse protagoniste delle fiabe tradizionali grazia, bellezza e altre doti e virtù, se le rende capaci di affrontare e superare momenti molto più che difficili (scappare da un cacciatore attraverso il bosco, sprofondare in un sonno magico a causa di una maledizione, sopportare le angherie di una matrigna e due sorellastre crudeli, perdere la propria voce, eccetera) arriveranno sempre e comunque a quel “e vissero felici e contenti” che qualcuno ha scritto per loro.

e in ogni favola, quale che sia la principessa e la sua storia, felicità e contentezza si traducono sempre allo stesso modo: il matrimonio con un bel principe (di solito quasi del tutto estraneo), mentre la cattiva - una strega o una matrigna, guarda caso sempre una donna - subisce una qualche spaventosa e sadica punizione. fine.

ma davvero questo è quello che sogna ogni principessa? sposare uno sconosciuto col mascellone appena compiuti i sedici/diciotto/ventuno anni, fare dei bambini e vivere per tutto il resto del tempo all’ombra di un re - o di una principessa più giovane e bella? harrow sottolinea un punto fondamentale: la protagonista, per quanto fondamentale nella sua fiaba, non ha alcun potere decisionale (così come ogni strega/matrigna cattiva non può che essere cattiva: invidiosa e gelosa di un’altra donna più bella/giovane/fortunata di lei. quanto è difficile immaginare rapporti di amicizia e sorellanza tra donne? quanto è più facile immaginarle sempre in lotta tra loro per un qualche riconoscimento dato da una società maschilista?).

la storia è scritta per lei ma modellata sui modelli familiari e sociali di un non meglio precisato medioevo che, ancora, influenza anche il nostro tempo e le nostre aspettative.

il fuso scheggiato e lo specchio rammendato sono abitati da personagge che vogliono scardinare i meccanismi su cui si basano le loro storie, sfuggire dal loro destino e liberarsi dai ruoli che qualcuno ha scelto per loro.

ma harrow va oltre il tema dell’autodeterminazione e ne introduce uno che è, forse, ancora più inusuale nel mondo delle favole: quello della sorellanza.
le donne di queste storie non si accontentano di trovare il loro personalissimo lieto fine, ma mettono ogni cosa a repentaglio per liberare le altre. e, personalmente, questo è l’aspetto che ho amato di più in questi romanzi: non più eroici cavalieri che raggiungono il loro obiettivo a colpi di spada, ma donne - principesse, fate, streghe, viaggiatrici del multiverso, amiche e innamorate - che usano le strutture del sistema (narrativo, fisico e sociale) per piegare realtà e aspettative e salvarsi. insieme.

in almeno un paio di passaggi, questi romanzi mi hanno sorpresa parecchio, così come mi hanno dato un sacco di spunti di riflessione sul ruolo dei narratori e delle protagoniste. mi sembra che questi due libri di harrow rispondano alla domanda: cosa succede alle fiabe se lasciamo che siano le donne - libere dalle oppressioni sociali e dalle aspettative legate al loro genere, o almeno consapevoli della loro esistenza! - a raccontarle?

riprendersi la voce che qualcuno ci ha tolto è sempre il primo, fondamentale passo per prendere consapevolezza delle storture che ci circondano, per iniziare un processo di decostruzione e di realizzazione di alternative più vivibili. e se a insegnarci questa cosa sono due romanzi così - divertenti, appassionanti, semplici e leggeri, adatti anche alle lettrici (e, si spera, ai lettori) più giovani, allora tanto di guadagnato.

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