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venerdì 13 gennaio 2017

cosa c'è nella mia wishlist (6)

anno nuovo, rosicamenti nuovi? manco per niente.
continuo ad avere gli stessi titoli da mesi, se non anni, nella mia wishlist, qualcuno lo tolgo, qualcun altro (molti di più) lo aggiungo.
però da sto mese qui sul blog c'abbiamo anche il bannerino - che così sembra una cosa più seria - che ho già prontamente inserito in tutti i vecchi post.


quello delle wishlist è un male infinito che mai nessuno riuscirà a debellare, e oltretutto questo mese mi sento quasi in colpa a fare una lista del genere, visto che tra quello che ho comprato e quello che ho ricevuto in un paio di mesi ci potrei riempire un piccolo scaffale (sono indecente, lo so ).
ma voglio iniziare l'anno con le buone, vecchie, sane abitudini, tipo lamentarmi e desiderare più roba di quanta non riesca a leggerne.
per questa volta vi propino solo cinque sei titoli, intanto se vi va, potete ritrovare la prima, seconda, terza, quarta e quinta parte, e volendo anche il post dedicato alle uscite desiderabili a lucca.
prima o poi farò un elenco di quanto sono riuscita a recuperare di tutto questo.
ma non ora.

questo mese, visto che non ho ancora organizzato una lista delle prossime uscite che voglio, mi butto sulle cose che sono già uscite e mi sono persa e comunque le voglio un sacco.


a cominciare da due uscite disney/giunti, traduzioni italiane di due disney/glénat, robe che avrei preso in francese, sulle quali ho sbavato parecchio quando le ho viste alla feltrinelli e che non ho capito perché (non è vero, lo so perché, primo: perché non sono ancora diventata ricca sfondata, secondo: perché non c'ho più spazio e terzo: perché, come dicevo, c'ho ancora un mucchio di roba da leggere, per cui ogni volta che acchiappavo i volumi per portarli in cassa, poi mi sentivo in colpa e li riposavo).
comunque, una misteriosa melodia e mickey's craziest adventures sono due libri che mi ispirano tantissimo e che avrò, è solo questione di tempo.


tagliare le nuvole col naso non è un acquisto fondamentale. almeno, io tendo a mettere in secondo piano, per così dire, i libri che non raccontano storie. sono una brutta persona, lo so, ma nonostante tutto, questo qui è un titolo che voglio tanto, sopratutto perché il primo di ella frances sanders, lost in translation (di cui ho scritto qualcosa qui), mi era piaciuto parecchio.
e poi perché sembra davvero divertente, io adoro i modi di dire strani!


perché non ce l'ho ancora? non lo so, giuro che non lo so.
anubi è uno di quei libri di cui parlano tutti, che ha vinto premi, che piace a tutti e che io non ho mai letto. e questa cosa mi fa incavolare, giuro.
che poi, ogni volta che va così, ho sempre paura di leggerlo e scoprire che non mi piace. e poi mi viene il dubbio che magari sono cretina e non c'ho capito niente. però lo voglio. però. però.
insomma, entro in loop e non mi so decidere mai.


anche frida - operetta amorale a fumetti l'avevo preso un paio di volte e stavo per portarlo in cassa alla feltrinelli. e poi invece l'ho posato.
il problema è che lo voglio perché mi piace frida kahlo e mi piacciono i disegni di vanna vinci, ma spesso le storie di questa autrice non mi hanno mai del tutto convinta, quindi temo  che poi magari non mi piacerebbe più di tanto, e siccome non costa esattamente poco, niente, continuo a rimandare.


è iniziata la nuova serie di monster allergy, uno dei miei fumetti preferiti di quando ero giovine, è uscito domulacrum, ero contentissima della notizia e ancora non l'ho preso. perché? perché non sono più giovine, sono una rincoglionita e mi scordo di comprarlo. giuro.
riempio un sacco di carrelli di libri, tolgo, aggiungo, modifico e non ci metto questo.
si può essere così? beh, pare di sì.
aiutatemi.

venerdì 20 novembre 2015

lost in translation

le parole sono la cosa più bella e incredibile del mondo.
suoni che traducono concetti che traducono cose, azioni, pensieri. ci permettono di esprimere i nostri pensieri, di raccontare storie, di dar forma ai nostri sentimenti, e ovviamente sono il mezzo che abbiamo per capire gli altri. per me è davvero la cosa più bella che potessimo inventarci, è quasi come se fosse una magia.
ma forse la cosa più bella è che spostandoci da una parte all'altra del mondo, il modo di esprimere concetti cambia al punto tale che certe parole non esistono che in certe lingue, parole che non sapevamo potessero esistere, ma potrebbero darci la possibilità di esprimere quei sentimenti indefiniti che spesso non sappiamo raccontare.
il libro di ella frances sanders, lost in translation, è dedicato proprio a queste parole.


ogni parola di cui sanders ci racconta la storia è accompagnata da una bellissima illustrazione realizzata sempre dalla stessa autrice.

io ho desiderato questo libretto dal primo momento in cui ne ho visto la foto in giro su internet e - cosa rarissima per me - l'ho avuto il giorno stesso in cui è uscito, è stato un regalo e un souvenir dell'ultimo viaggio, e tra le pagine, in mezzo alle altre parole, c'è virtualmente anche quella che descrive l'emozione di girare per posti bellissimi ed estranei insieme alla persona che ami sentendo che con quella mano nella tua mano appartieni a ogni posto.

ma a parte i miei deliri romantici, ho scelto cinque parole dal libro, che mi piacciono tantissimo.
c'è samar, che è arabo, e traduce il perdersi nei racconti fino a tarda notte, senza rendersi conto del tempo che passa. non sapevo che potesse esserci una parola per una cosa tanto deliziosa, ma io adoro chiacchierare di notte fino allo sfinimento. lo adora meno chi mi deve sopportare...
komorebi, che in giapponese è la luce del sole che filtra tra le foglie degli alberi e gurfa, che in arabo è la quantità di acqua che si può tenere nel palmo di una mano: queste due parole si riferiscono a qualcosa di piccolo, di - forse - trascurabile. ma mi piace l'idea che anche qualcosa di così piccolo abbia una parola tutta per sé, è un bel modo di fare attenzione alle piccole cose e di rendere loro l'attenzione che meritano.
poi c'è ya'abournee, che sempre in arabo (urge leggere autori arabi, chi inventa delle parole così belle deve scrivere storie bellissime), indica la speranza, un po' macabra ma molto romantica, di morire prima della persona che ami, perché sai che non potresti sopportare la sua mancanza. parlare di morte alla persona che ami è forse un po' tabù, sopratutto quando si è giovani, ma questo è un sentimento che mi appartiene, e trovare un modo così perfetto per descriverlo mi ha un po' sorpresa.
per tornare allegri, c'è tsundoku, e qui i colpevoli siamo tanti! per i giapponesi questa parola indica un libro acquistato e non letto, solitamente impilato sopra ad altri libri non letti. possiamo però giustificarci che è la nostra scorta di storie per le situazioni di emergenza... di certo questo libro qui non ne farebbe parte, si divora in poco tempo e si risfoglia poi con piacere più e più volte.


ps. lost in translation aspettava di avere un post tutto per sé da circa un mese, ma l'attesa è valsa, me lo sono conservata proprio per oggi perché questo è il seicentesimo post su claccalegge! ci voleva qualcosa di bello per festeggiare, no?