sabato 2 settembre 2023

ultimo volo

lisa sogna il lavoro.

quando pensiamo ai mondi fantastici, a quei mondi dove vivono creature come i draghi, immaginiamo realtà lontanissime dalla nostra. eppure, anche in quei mondi, serve che qualcunә si occupi di alcune mansioni ben poco immaginifiche. lisa, ad esempio, fa la postina. un lavoro che potrebbe sembrarci banale, non fosse che vive vicino alla dorsale e consegna la posta a cavallo di un drago. il punto, però, è che nonostante il drago, il lavoro di lisa è monotono e asfissiante proprio come se girasse in sella a un motorino su una qualsiasi delle nostre città, anzi, forse anche peggio, perché è un po' uno schifo anche per il drago.
lisa trascorre le sue giornate come se fossero una prigione temporale in cui tutto si ripete ogni giorno uguale a sé stesso: andare a lavorare presto, tornare tardi a casa, preoccuparsi di recuperare suo figlio piccolo all'asilo, fare la spesa, il bucato, le pulizie, preparare la cena. il marito di lisa lavora spostandosi di cantiere in cantiere e, anche se pure lui non ha una vita facile, si occupa a malapena di qualsiasi cosa che non riguardi strettamente sé stesso.
eppure, in qualche modo, lisa riesce a mantenere una certa stabilità in casa.
da quando però ha avuto il compito di recapitare e ritirare la posta militare, in un momento in cui la guerra sembra inesorabilmente prossima, gli sforzi di lisa serviranno a ben poco, e quel fragile equilibrio nel quale riusciva a mantenere lavoro e famiglia, si spezzerà...
ultimo volo è un racconto breve che parla di vite precarie stravolte da un sistema di cose troppo grande per poter essere fronteggiato, di famiglie distrutte dalla necessità e dalla guerra, di una donna che per quanto si sforzi di dare il massimo per suo figlio, non riuscirà a dagli il futuro che sperava.

maria gaia belli scrive come se la penna fosse un bisturi affilato, niente fronzoli e la capacità di lasciare allә lettorә qualche cicatrice che continua a tirare e prudere e far male anche dopo aver chiuso i suoi libri. ammetto che ho avuto parecchia paura per lampo (il drago di questa storia, un musino tenero che vien voglia di spupazzarlo, disegnato da gaia carlesso) e di aver sentito più volte l'angoscia stringere da qualche parte tra il petto e la pancia.
come dico ogni volta, è questo quello che mi piace della letteratura fantastica, il modo in cui realtà che sembrano tanto distanti, siano in fondo così simili a quella in cui viviamo. stesse crudeltà da cui difendersi, stesse battaglie da affrontare, stesse emozioni, stesse paure.
mi sento un po' più preparata ad affrontare il finale de la dorsale, adesso.
forse.

post pubblicato in origine su instagram.

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