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venerdì 14 giugno 2024

commenti randomici a letture randomiche (86)

ultimo post prima di partire.
insomma, probabilmente avete letto delle mie ansie sui social o forse no. beh, comunque non è la cosa davvero importante adesso, magari ve ne parlo alla prossima newsletter - che a giugno ormai è saltata, quindi ci rileggiamo (su substack) a luglio.

qui, intanto, vi racconto brevissimamente gli ultimi libri che ho letto in questi giorni.

 il caffè della luna piena 
il caffè della luna piena non occupa un luogo fisso.
capriccioso, cambia continuamente indirizzo, comparendo ora in una familiare via commerciale, ora nella stazione d'arrivo del treno, ora sulle quiete sponde di un fiume.
qui non puoi ordinare. siamo noi a offrirti dolci, cibi e bevande messi da parte apposta per te.
«forse stai sognando» dice sorridendo il grande gatto tigrato che mi è apparso davanti agli occhi.

non credo di essere stata l'unica a essere stata attratta dalla copertina di questo libro ma di certo la copertina è la parte migliore.
chiariamoci: non è un brutto romanzo, non è noioso, non è scritto male.
è semplicemente una di quelle storie che si dimenticano tre minuti dopo averle finite di leggere.
protagonista assoluto è in realtà proprio il caffè della luna piena, un misterioso locale gestito da gatti che appare per le strade di kyoto per chi ha bisogno di rimettere in ordine la propria vita.
la prima a imbattersi nel caffè è serikawa, una ex sceneggiatrice di successo che sembra aver perso il suo talento e che adesso tira a campare con un lavoro che non ama, in un appartamento che non le piace, rimpiangendo il passato. poi c'è akari, reduce da una delusione amorosa; megumi che vorrebbe cambiare lavoro e infine mizumoto, l'unico uomo del gruppo, che incontra di nuovo, dopo tantissimo tempo, il suo primo amore.
prevedibilmente le loro storie sono tutte intrecciate e, altrettanto prevedibilmente, l'incontro con i gatti de il caffè della luna piena servirà a tuttə loro per risolvere ogni problema tra una lettura della loro carta astrale e un dolce creato ad hoc, trovare la loro strada e vivere felici.

insomma, il caffè della luna piena è un romanzo che non consiglierei a meno che non vogliate passare qualche ora di nulla cosmico con una lettura di intrattenimento davvero molto, molto leggera.

 il grande albero al centro del mondo 
si narra che tanto tempo fa, al centro del mondo, si ergesse un grande albero.
nonostante le sue dimensioni, chi sapeva della sua esistenza poteva essere contato sulle dita di una mano. e proprio per questa ragione è possibile che ormai sia stato completamente dimenticato.

il grande albero al centro del mondo, invece, è stata una bellissima sorpresa. mi aspettava da mesi e alla fine è arrivato, come sempre, proprio al momento perfetto.
o forse ogni momento è perfetto per un libro come questo.
che makiko futaki sia stata una collaboratrice dello studio ghibli è evidente fin dalla copertina di questo libro e poi ancor più iniziando a leggere e a guardare le meravigliose illustrazioni che accompagnano la storia di sisi.
sisi vive sola con sua nonna in una valle solitaria ai piedi del grande albero. non ha mai visto nulla del mondo ma lo spettacolo dell'albero che si perde in alto tra le nuvole e poi l'incontro con un misterioso uccello dorato fa crescere in lei il desiderio di scoprire cosa cela la cima del gigante verde. inizia così un viaggio che sembra una fiaba, tra rospi parlanti, creature di muschio e incontri inaspettati, una fiaba che racconta di una natura grandiosa ma malata che ha bisogno di essere salvata, in perfetto stile ghibli.

il libro di makiko futaki è una storia straordinaria che sa stupire e incantare lettorə di ogni età. straconsigliato!

lunedì 2 ottobre 2017

commenti randomici a letture randomiche (42)

e dunque, eccoci con la prima carrellata di randomicità, direttamente - o quasi - dal tcbf. in questi giorni mi è completamente passato il blocco del lettore, ho ripreso i vecchi ritmi e sto facendo il pieno di bella roba (così magari trovate qualche spunto per dilapidare soldini anche voi)

il primo titolo è stata la mega sorpresa del tcbf. mentre il misterioso recensore si faceva ritrarre da gilbert sulla sua copia de la saggezza delle pietre, io chiacchieravo con i ragazzi di diabolo edizioni, che mi hanno regalato un libro che non conoscevo assolutamente ma che mi è piaciuto parecchio: non piangere di lance hansen è una raccolta di storie legate all'infanzia un po' particolare.
come spiega lui stesso nell'introduzione, il progetto iniziale voleva essere quello di raccontare episodi della sua infanzia, magari anche divertenti e leggeri, un po' come sono sempre le storie che parlano di bambini. ma mentre rivangava i suoi ricordi, hansen si è reso conto che in realtà anche l'infanzia più tranquilla e felice viene sminuita se viene rappresentata da bambini stereotipati, se ci si concentra solo sugli aspetti buffi, sulle monellerie o sui momenti comici.
in effetti, la vita interiore dei bambini - che come dice l'autore, spesso non viene analizzata a fondo - non è poi così semplice, lineare e superficiale, e anche il più tranquillo dei pargoli spesso nasconde pensieri che vanno ben oltre le birbanterie da giornalino di gian burrasca: i bambini si interrogano su tutto, e spesso il dialogo con gli adulti, che hanno il pessimo vizio di liquidare tutto con un sei troppo piccolo per capire, non aiuta a darsi delle risposte.
lontano anni luce dalle noccioline di schulz, dalle contestazioni di mafalda o dalla fantasia sfrenata e solitaria di calvin, protagonista di non piangere è francis, insieme al suo fratellino minore nicky. è un bambino come tanti, e come tanti bambini a volte fa fatica a capire e interpretare il mondo che lo circonda. basta un film o le notizie del tg a istillare la paura e un rimprovero  - unito all'incredibile egocentrismo dei bambini - a fargli credere che ogni cosa brutta che possa accadere sia colpa dei suoi capricci.
con uno sguardo oggettivo e senza filtro di alcun tipo, lance hansen racconta dei primi innamoramenti, della difficoltà di imparare a giudicare gli altri nel modo corretto, della cattiveria infantile e dei sensi di colpa che forse a quell'età sono tra i più forti e distruttivi di tutta la vita, parla di amore fraterno e di amicizia, del confine a volte non troppo netto tra infanzia e adolescenza, dell'impossibilità di capire e di accettare la morte, delle scoperte - spesso scioccanti - sul sesso, sulla cattiveria, sul dolore che portano passo dopo passo all'età adulta.
l'età che vive francis è l'unico momento della vita in cui si è liberi dal cinismo, nel bene e nel male, l'età meravigliosa in cui un pezzo di vetro arrotondato dal mare può essere un tesoro e quella terribile in cui ogni piccola ferita dell'animo ci mette un'infinità di tempo a cicatrizzarsi, senza forse riuscire a chiudersi mai.
una lettura veloce ma che sa ricondurre il lettore ai primi anni, al suo personale libro di ricordi, e che forse può aiutare a conoscere un po' meglio il bambino che siamo stati.

recupero posticipato da secoli - speravo di farmelo autografare dall'autore che doveva essere in fiera ma all'ultimo minuto non è riuscito a essere presente - safari honeymoon di jesse jacobs ed edito da eris edizioni, è stato fino ad adesso il libro più allucinato e allucinante (vabbè, ma con jacobs è tipo ti piace vincere facile?) letto negli ultimi tempi.
lo stile grafico dell'artista canadese è inconfondibile anche per chi ha solo visto qualche disegno, stilizzato, pulito, lineare e geometrico, le vignette sono regolari, quadrate, perfettamente organizzate nella pagina, i colori si limitano a tre - bianco nero e verde - e tutta questa apparente semplicità visiva è il perfetto contrappunto per le follie che lui ama narrare.
in questo breve racconto, una coppia si trova in luna di miele in una giungla feroce e pericolosa, piena di bestie assassine e affamate, di parassiti velenosi e piante tossiche.
aiutati da una guida esperta e attenta, i due tenteranno di godersi il più inusuale dei safari, pronti a portarsi in casa trofei di animali che sfuggono a qualsiasi tipo di catalogazione.
l'immaginazione visionaria di jacobs non si limita solo a forme di vita ibride e in qualche modo grottesche, ma intreccia, con un ritmo che si fa via via più concitato, una storia che trasforma un viaggio emozionante e romantico in un incubo a occhi aperti, in cui è impossibile tirare a indovinare cosa succederà nella pagina seguente.
innamoramento immediato.

per finire, anche se non c'entra nulla con il tcbf ma l'ho recuperato tramite bookmooch qualche tempo fa, volevo consigliarvi assolutamente di recuperare io e te su naboo, di mabel morri, edito la bellezza di otto anni fa da kappa edizioni (ai bei tempi in cui kappa edizioni faceva bei fumetti).
io e te su naboo è il primo romanzo lungo di mabel morri, una storia dolceamara che parla d'amore e di perdite, di manu e di federico, di lei che rimane e di lui che se ne va via all'improvviso, dopo una sera come tante, in un incidente d'auto.
passando dai ricordi al presente, manu racconta di come è nata prima l'amicizia e poi l'amore tra lei e federico, proprio in quel momento in cui da adolescenti improvvisamente ci si rende conto che si sta diventando adulti. nel passato di manu c'è federico, e con lui c'è la sua passione sfrenata per star wars - e il titolo ne è un chiaro riferimento - che condivide con il fratello gemello emiliano, il loro rapporto viscerale e inaccessibile, l'amicizia con diana - la ragazza di emi, la prospettiva di un futuro felice sempre insieme, tra l'ennesima visione dello stesso  film, una partita a yatzee e la vita che continua ad andare avanti spensierata.
nel presente però a posto di tutto questo c'è solo un buco pieno di dolore e disperazione, un senso di impotenza e disorientamento, sentirsi persi, abbandonati, soli, vittime da un lato e dall'altro colpevoli di essere rimasti, ma c'è anche la voglia - e il dovere - di continuare a vivere senza limitarsi a sopravvivere, e tutta la difficoltà di riuscire ad andare avanti.
e la salvezza arriverà all'improvviso, con un incontro tanto inaspettato da farti saltare in aria o una racchetta rubata nella più strana e inspiegabile delle circostanze.
mabel morri ha un tratto straordinario, forte, graffiante e al contempo elegante e quasi fragile e sa regalare ai volti dei suoi personaggi tutto lo spettro di emozioni che ci lascia vivere durante il racconto, miscelando con talento dolcezza e tristezza, allegria e malinconia, affrontando un tema difficile con delicatezza e saggezza.
se come me ve l'eravate  perso, è giunto il momento di rimediare.

venerdì 16 marzo 2012

la città della luce

sulla cima di una collina, a tokyo, sorge un quartiere residenziale con i suoi bei palazzoni di lusso. questo quartiere, baciato ogni giorno dal sole, si è guadagnato il nome di città della luce.


la città della luce è piena di storie comuni e ordinarie, storie di gente che ogni giorno vive la propria normale, assurda esistenza. tasuku è un ragazzino che abita con il padre quasi completamente fuori di testa. non va più a scuola ed ha trovato un lavoro su internet, fa da corriere per un circolo di aspiranti suicidi.
le storie, come accade ogni volta che si parla della vita di tutti i giorni della gente banale e ordinaria che vive sotto lo stesso cielo, si intrecciano in modo davvero impensabile. e ovviamente, così accade anche qui. l'amica di takasu, haruko, aspetta ogni giorno alla stessa fermata dell'autobus l'uomo da uccidere per poter finalmente ottenere la sua vendetta, mentre taiki, un bimbo che parla di cose strane, nasconde, insieme a un gatto, un segreto ancora più strano delle sue parole.
intorno a takasu, nella città della luce, la gente banale viene distrutta da una vita che non può e non sa reggere, parla con lui e decide di uccidersi, così, con leggerezza, senza drammi né consolazione.
un mangaka e la sua compagna girano per le strade della città della luce ingannandosi sulla vera natura di quel posto. certo, deve essere felice chi vive in un quartiere tanto bello e lussuoso. certo, non può essere felice chi si butta giù da un terrazzo. e non sono felici neanche due tizi che vivono insieme per caso o per disperazione, con i loro lavori assurdi e saltuari, con le loro dubbie compagnie e con una bambina di cui forse uno dei due è il padre. nessuno è felice in questi palazzi baciati dal sole, neanche le ragazze che sanno fare i salti mortali dall'altalena o quelle che odiano andare a scuola, odiano la loro famiglia e sognano di vivere sole ed essere indipendenti. nessuno sa essere felice ma in qualche modo bisogna trovare un senso all'esistenza. io non so se ci riusciranno, questo libro non risponde a nessuna domanda e non da nessuna lezione, è uno specchio, per tale va preso: guardando dentro i personaggi possiamo trovare il vuoto che abbiamo dentro noi. una bella casa, un lavoro (se c'è), una famiglia... e poi? cosa altro rimane? dove sono i sogni, la soddisfazione, gli affetti, dov'è questa incomprensibile felicità?

insomma, la città della luce è un'altra meravigliosa, sconcertante e veritiera prova di inio asano, pubblicata a suo tempo nella collana mangasan (a mio avviso l'edizione è esteticamente molto migliore di solanin o dei volumi unici di planet, sarà che io non amo molto le sovracoperte...), un po' amara - ma un po' tutti i manga di asano lo sono, dai - ma da leggere a qualsiasi costo. i disegni non sono all'altezza di quelli di solanin o di buonanotte punpun, ma sono belli sempre.

ultimamente, la mia mente è confusa, come avvolta nella nebbia. ma non importa. è la natura. dimentichiamo tante cose e alla fine moriamo... e poi, un giorno, il mondo finirà e niente avrà più importanza.