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martedì 3 aprile 2012

sunny (anteprima e considerazioni sparse)

nel 2005 la kappa edizioni propose una nuova collana, la compianta manga-san. all'epoca la cosa mi riempì di gioia, benché i miei gusti di allora fosse ben più bimbominkiosi di quelli odierni, avevo la sensazione che sarei riuscita a leggere qualcosa di diverso dal solito, qualcosa di innovativo, di underground, di non-commerciale. non ero una bimbominkia ma avevo il terrore di diventarlo, e oltretutto muovermi nelle acque melmose delle millemila pubblicazioni italiane non era facile. cercavo qualcosa di più sentito e valido dei fumetti che fino ad allora avevo letto, roba scritta e disegnata non solo per compiacere un pubblico di ragazzini e fanciulline, ma principalmente per il gusto di scrivere e disegnare. ero parecchio gasata all'idea, e il mio entusiasmo fu ripagato: what a wonderful world, la città della luce, questo non è il mio corpoil castello del drago, witches, bokurano, i tre titoli della yamaji - love my life, indigo blue e free soul (che non è più tornata nelle librerie italiane da allora)... tutti bellissimi titoli. certo, ci furono pure delle ciofeche tipo gridare amore dal centro del mondo o crazy smile e robe simili, ma pensavo che con il tempo i kappi avrebbero potuto selezionare roba fiQa senza doverci infilare in mezzo quelle robacce.


poi però la pacchia finì. e finì lasciando tekkon kinkreet pubblicato fino al primo volume (oltretutto introvabile in libreria/fumetteria, mai acquistato perché già giravano le voci della fine imminente ed ero certa, e avevo ragione, che non avrei visto mai la fine) e bokurano a metà serie. dopo questo esperimento l'andazzo tornò quello di sempre. molta fuffa e poca roba buona, ma a quei livelli quasi nulla per anni.
ultimamente le cose son cambiate, e in bene. la fuffa resta eccome, ma trovare roba valida adesso è abbastanza facile. almeno rispetto a quasi dieci anni fa. però fino ad adesso non c'era stato nessun annuncio che mi aveva dato quella speranza di poter riempire i miei scaffali di roba fiQa (in italiano s'intende) fino a qualche giorno fa, quando quei simpaticoni di j-pop hanno annunciato sunny (accanto a robe che non hanno niente a che vedere con, ma sicuramente venderanno per dieci volte tanto).
questa roba si muove?
sì, con la forza del pensiero!
questa macchina è il nostro fortino e gli adulti non sono ammessi!
chiudi gli occhi pensa a un posto dove vorresti essere, lei ti ci porterà!
leggiucchiato il primo capitolo di sunny. ammetto che è più convincente di mille recensioni. un gruppo di bambini di un orfanotrofio e una vecchia macchina che non funziona più. la possibilità di viaggiare ovunque con la mente, di essere chi si vuole, di tornare a casa dalla mamma o di fuggire inseguiti dalla polizia. non voglio andare avanti perché non ho intenzione di guastarmi la lettura del volume quando uscirà in italiano, ma la tentazione è forte!
insomma, mi sembra qualcosa di nuovo e diverso. e visto che io adoro le storie raccontate dal punto di vista dei bambini, questa non può non piacermi, sopratutto perché questi sono bambini veri e non adulti in formato tascabile. piccoli bastardelli che rubano occhiali da sole per sentirsi grandi e ridacchiano davanti alle riviste porno. li adoro.
niente patetismi, niente buonismi, niente moralismi. niente cazzate in -ismi. perfetto.


*attenzione. il resto di questo post contiene parolacce, rabbia e offese più o meno vaghe. poi non dite che non ve l'avevo detto.*

ora, c'è un problema. perché leggo in giro tantissimi commenti entusiasti per - lo cito giusto perché è stato annunciato in contemporanea - ikoku meiro no croisée e non per sunny? ve lo dico io. perché voi, 90% dei lettori italiani (la percentuale dei lettori di questo blog sarà sicuramente più bassa lo so, ma fatemi sfogare, tanto voi che leggete qui siete gli stessi che hanno gioito per sunny...) non siete abituati ad avere un occhio critico. non sapete valutare un prodotto grafico o pittorico. non ci capite assolutamente un cazzo. ergo, arrivano le clamp con i loro disegnini inutili, pieni di ghirigori e immediatamente appaganti, e allora vi piace. perché wow cioè guarda che sfondi, guarda che capelli, guarda che occhi. questo è tutto quello che vi interessa. il disegnino accademico, pulito, con i fiorellini e tutti gli orpelli del caso, con prospettive assurde e anatomie improbabili, che però rispettino quelle tre quattro regoline che rendano il tutto abbastanza armonico senza discostarsi troppo dai canoni dettati esclusivamente dall'abitudine del prodotto commerciale medio, quello vi piace un casino. nulla di sbagliato nell'apprezzare questo genere di cose, dio non voglia che si capisca questo, però che si provi almeno un po' a riconoscere la differenza tra carino e bello. che si provi, ogni tanto, a imparare a leggere immagini fuori dalla media dei disegnini che ci propinano a ogni nuova serie.
personalmente penso che i disegni di matsumoto siano semplicemente meravigliosi. funzionano, punto per punto, tratto per tratto, sia come semplici elementi grafici, sia come mezzo espressivo, come illustrazione e come mezzo narrativo. e scusate se è poco. sono bellissimi. e se non vi piacciono, scusate se ve lo dico, ma non ci capite niente proprio.


i capelli di questa ragazzina mi hanno fatta impazzire. quei capelli non sono capelli al vento, quei capelli sono il vento.


ok, mi sono sfogata. potete pure dirmi ma come ti permetti, tu non capisci un cavolo, sei solo una spocchiosa arrogante. sicuramente lo sono, ciò non toglie che tutto quello che ho detto è sacrosanto. e non parlatemi di gusto. l'arte e il gusto non hanno niente a che vedere, il gusto va bene per le tendine da appendere in cucina. e in ogni caso i vostri gusti vi sono soltanto stati inculcati. siete solo stati abituati a vedere certe cose in un certo modo.
e poi, dateci un'occhiata a 'sto sunny e vediamo quanti attimi ci state a portarlo alla cassa della fumetteria e a dirmi clacca, miseria ladra, avevi ragione.

ps. mentre cercavo qualche immagine per il post ho scoperto che in giappone è uscito il secondo numero di sunny! ecco la cover ♥

venerdì 16 marzo 2012

la città della luce

sulla cima di una collina, a tokyo, sorge un quartiere residenziale con i suoi bei palazzoni di lusso. questo quartiere, baciato ogni giorno dal sole, si è guadagnato il nome di città della luce.


la città della luce è piena di storie comuni e ordinarie, storie di gente che ogni giorno vive la propria normale, assurda esistenza. tasuku è un ragazzino che abita con il padre quasi completamente fuori di testa. non va più a scuola ed ha trovato un lavoro su internet, fa da corriere per un circolo di aspiranti suicidi.
le storie, come accade ogni volta che si parla della vita di tutti i giorni della gente banale e ordinaria che vive sotto lo stesso cielo, si intrecciano in modo davvero impensabile. e ovviamente, così accade anche qui. l'amica di takasu, haruko, aspetta ogni giorno alla stessa fermata dell'autobus l'uomo da uccidere per poter finalmente ottenere la sua vendetta, mentre taiki, un bimbo che parla di cose strane, nasconde, insieme a un gatto, un segreto ancora più strano delle sue parole.
intorno a takasu, nella città della luce, la gente banale viene distrutta da una vita che non può e non sa reggere, parla con lui e decide di uccidersi, così, con leggerezza, senza drammi né consolazione.
un mangaka e la sua compagna girano per le strade della città della luce ingannandosi sulla vera natura di quel posto. certo, deve essere felice chi vive in un quartiere tanto bello e lussuoso. certo, non può essere felice chi si butta giù da un terrazzo. e non sono felici neanche due tizi che vivono insieme per caso o per disperazione, con i loro lavori assurdi e saltuari, con le loro dubbie compagnie e con una bambina di cui forse uno dei due è il padre. nessuno è felice in questi palazzi baciati dal sole, neanche le ragazze che sanno fare i salti mortali dall'altalena o quelle che odiano andare a scuola, odiano la loro famiglia e sognano di vivere sole ed essere indipendenti. nessuno sa essere felice ma in qualche modo bisogna trovare un senso all'esistenza. io non so se ci riusciranno, questo libro non risponde a nessuna domanda e non da nessuna lezione, è uno specchio, per tale va preso: guardando dentro i personaggi possiamo trovare il vuoto che abbiamo dentro noi. una bella casa, un lavoro (se c'è), una famiglia... e poi? cosa altro rimane? dove sono i sogni, la soddisfazione, gli affetti, dov'è questa incomprensibile felicità?

insomma, la città della luce è un'altra meravigliosa, sconcertante e veritiera prova di inio asano, pubblicata a suo tempo nella collana mangasan (a mio avviso l'edizione è esteticamente molto migliore di solanin o dei volumi unici di planet, sarà che io non amo molto le sovracoperte...), un po' amara - ma un po' tutti i manga di asano lo sono, dai - ma da leggere a qualsiasi costo. i disegni non sono all'altezza di quelli di solanin o di buonanotte punpun, ma sono belli sempre.

ultimamente, la mia mente è confusa, come avvolta nella nebbia. ma non importa. è la natura. dimentichiamo tante cose e alla fine moriamo... e poi, un giorno, il mondo finirà e niente avrà più importanza.