mercoledì 13 novembre 2019

la scuola di pizze in faccia del professor calcare

le persone sono sistemi complessi. con tante facce, interessi, contraddizioni.
uno può avere voglia di raccontare anche cose molto diverse, a seconda dei giorni, degli stimoli...

e invece no. niente, come fai, sbagli, sopratutto se fai tanto - e con impegno e bene - e se per lo più a giudicarti sono quelli che non fanno una beneamata ma amano pontificare su tutto.
la prima delle storie inedite che apre questo nuovo volume-raccolta di zerocalcare - la scuola di pizze in faccia del professor calcare - inizia proprio con una (riuscita) riflessione su questo: c'è chi da zerocalcare si aspetta robe comiche e leggere sulle sfighe della vita e poi sbrocca appena legge un post impegnato, e chi invece, sopratutto dopo kobane calling, crede che non valga la pena scrivere qualcosa che non sia ben inzuppato di politica, di cronaca o della polemica del giorno.

ma, tranne rari - per fortuna - casi di monotematici ossessivi, nessuno è realmente capace di gestire un solo interesse, una sola passione, un solo argomento di conversazione o di riflessione e questo librone è quello che potete tranquillamente usare per picchiare l'ennesimo stronzo che ma dai, davvero ti piace sta roba*? ma non è da te! (*vale letteralmente per qualsiasi cosa. tipo: davvero ti piace cucinare? ma non è da te, tu sei quella che legge i fumetti) e dopo magari glielo fate anche leggere, così capisce che nessuno è piatto come una sottiletta mezza sciolta.
(nota autoreferenziale che probabilmente non interessa a nessuno quindi passate direttamente al capoverso successivo: questo argomento mi sta indicibilmente a cuore e - anche - per questo mi è piaciuto tantissimo il libro, che pure di inediti ne ha pochi e molte storie le avevo già lette.
certo che più il tuo pubblico è ampio e più il rompimento di palle è grande e variegato, ma credo che tutti, chi più chi meno, ci siamo trovati a essere giudicati incoerenti o poco credibili soltanto perché abbiamo pubblicato un video di gattini buffi dopo aver scritto una riflessione sulla situazione politica internazionale, per dire)

la scuola di pizze in faccia del professor calcare è diviso in tre sezioni e, rispetto ai libri precedenti - sia quelli completamente inediti che gli altri volumi-raccolta - contiene storie più o meno brevi su - praticamente - tutto.
la prima parte è dedicata alle tavole pubblicate sul blog e su wired ispirate dalla vita reale, quella porcheria che è la vita dei trentenni che quasi quasi rimpiangiamo persino l'adolescenza, con gli amici che si sposano costringendoti a riflettere su cosa stai facendo della tua vita e i genitori che continuano a pensare che senza i paraspigoli in casa non sei abbastanza al sicuro, dai social (ma voi ve li ricordate i bei tempi in cui sui forum si discuteva con pacatezza, argomentando ogni frase e premettendo sempre che tutto quello che stavamo per dire non era che una personale opinione con cui non intendevamo offendere nessuno, eventualmente scusateci?) con le loro faide sanguinose su argomenti che non meriterebbero molto di più che uno sticazzi?, dai viaggi in situazioni a volte imbarazzanti e dalle immancabili reminiscenze infantili sui cartoni animati che ci hanno irreparabilmente forgiato lo spirito.


la seconda sezione è quella più politica che inizia con una storia inedita che riprende i fatti del salone del libro di torino (la presenza di quella casa editrice fascista che non nominerò) e tutte le polemiche che ne scaturirono.
zerocalcare fu tra i primi, insieme ad altri scrittori, a comunicare che non avrebbe partecipato alla fiera, e tra chi non appoggiava la scelta e chi invece era d'accordo (oh, io non c'avrei messo piede nemmeno se avessi dovuto buttare il biglietto d'aereo andata e ritorno, la prenotazione dell'albergo e l'ingresso in fiera. pazienza per i soldi, ma c'è un limite a tutto) la questione è diventata così discussa che - grazie al dio del buonsenso - i fasci sono stati esclusi (prima che qualcuno riapra la polemica: no, non si concede spazio di parola ai fascisti, non si dà loro modo di esprimere opinioni, non gli si dà spazio né visibilità. mai. se non siete d'accordo, riflettete prima su chi sono, cosa hanno fatto e cosa rimpiangono e poi, se avete ancora qualcosa da dire in loro difesa, io non vi ascolterò.)
ho apprezzato tantissimo che ci siano queste pagine dedicate a quella che non è stata affatto una delle tante polemiche usa e getta, anzi, ho già ringraziato tante volte chi si è schierato contro la scelta di normalizzare e banalizzare l'orrore ed è riuscito a farci vincere tutti, ed è un bene ricordarlo perché nessun altro promotore di manifestazioni culturali di qualsiasi tipo permetta il ripetersi di situazioni simili.
tra le altre storie - già lette ma sempre molto valide e belle, che si rileggono sempre con piacere - c'è quella apparsa su repubblica - la città del decoro - che suscitò una valanga di polemiche all'epoca della sua prima pubblicazione, e una delle più importanti in assoluto (imho, come si diceva una volta su internet), questa non è una partita a bocce, che se ve la siete persi all'epoca della sua pubblicazione su l'espresso fate bene a recuperarla qui.


la terza parte infine è quella più puramente nerd, dedicata alle recensioni di film e serie tv. rileggere la storia iniziale, quella dedicata a star wars VII mi ha fatto ricordare che all'epoca, mentre tutti ci tenevano a dire bleah, schifo, vomito, state rovinando tutto, e blabla, leggere queste pagine mi aveva fatta sentire un po' meno sola (anche se non capisco tutto questo odio per gli episodi I, II e III, escluso jar jar binks che è effettivamente un'offesa alla dignità umana), stessa cosa per le considerazioni su game of thrones e handmade's tale (col senno di poi, possiamo dire che è stato profetico!).
la storia inedita qui è alla fine e chiude perfettamente il cerchio, pieno delle solite paranoie su quanto gli resta ancora da vivere come fumettista prima di tornare alle ripetizioni di francese (ma ti pare?) e su come fare a non sbagliare, con i fumetti e - se mi è concesso - un po' con tutto.

in tutte le storie c'è sempre tutto quello che di zerocalcare ci è sempre piaciuto: l'ironia, sicuro, ma anche la capacità di saper prendere posizione, argomentare, difendere le proprie idee, saper saltare dai discorsi sui grandi valori a quelli sulle banalità più stupide, ma farlo con coerenza, rimanendo se stessi sempre. personalmente penso che sia questo quello che fa di zerocalcare uno dei miei fumettisti preferiti: è sempre coerente, sempre trasparente e sempre capace di dare la sua opinione personale su tutto (almeno su quello di cui vale la pena parlare), che non è essere sputasentenze, è essere capace di riflettere sulle cose, ragionarci, capirle, farle proprie e riuscire a farsi un'idea personale in merito, e ci sono poche cose che apprezzo e ammiro (e spesso invidio) più di questa.


infine, dato che questo libro fa parte di quelli con cui bao publishing ha voluto festeggiare i suoi dieci anni di attività, ci sono delle pagine extra (che non ci saranno nelle successive ristampe) con una storia inedita dedicata a gaetano bresci, che nel 1900 uccise il re d'italia umberto I (quello che dava medaglie a chi si divertiva a fare il tiro al bersaglio sulla folla, per intenderci).
la storia di bresci - oltre al merito di ricordare un personaggio simile, sottolineandone il reale valore, e non etichettandolo come regicida-cattivo-non-si-fa - è lo spunto per una riflessione su tutte le nostre autocensure, su tutte le volte che abbiamo, magari per evitare discussioni infinite, rinnegato valori, eroi, modelli per citarne di più facili e innocui.
prendetelo presto questo libro perché è bellissimo (tranne che per lo sfondo della copertina che è davvero tremendo!) e vale la pena di avere anche questa storia.
e poi perché così zerocalcare si tranquillizza e continua a fare fumetti ancora un po', senza pensare alle ripetizioni di francese, e siamo più felici tutti.

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