martedì 31 luglio 2018

night bus

mi trovavo in un luogo sconosciuto, e da lì cominciò un viaggio inaspettato.

una ragazza sta tornando a casa su un treno affollato, è già buio fuori e lei approfitta del viaggio per ritornare con la mente ai ricordi del suo passato, fino a quando, intrappolata nella calca, viene costretta a scendere dal treno e non riesce a risalire.
sembrerebbe la fine del viaggio, invece è proprio adesso che comincia, a bordo dell'autobus notturno, il night bus del titolo.
la ragazza in realtà è abbastanza vicina a casa, non dovrebbe volerci molto ad arrivare, ma dal momento in cui decide di salire sul quell'autobus tempo e spazio iniziano a dilatarsi, come un organismo che respira e a ogni soffio la realtà, il ricordo, il sogno, i racconti, l'immaginazione si mischiano sempre di più, come i colori che creano una fantasia marmorizzata e che vengono miscelati sempre più finemente fino a che diventa impossibile seguire i segni da un capo all'altro senza che l'occhio si perda nella trama.

così, nella notte, l'autobus viaggia per luoghi che sembrano familiari eppure hanno qualcosa di differente, in cui il tempo si dilata in un lunghissimo attimo presente, tra case in cui abitano uomini pesce, racconti d'avventure infantili, insetti che possono cambiare il destino di un intero paese, ragazzi gatto che sanno compiere quasi delle magie, esseri vestiti di bianco, apparizioni di ufo e animali leggendari e tutto questo, come in sogno, viene vissuto con uno stupore leggero, che non si pone interrogativi e che si limita a guardare incantato, proprio come si scruta la strada dal finestrino di un autobus, sovrappensiero. non c'è alcuna consapevolezza della condizione onirica che la protagonista vive, nulla la turba nonostante le mille stranezze - a volte anche inquietanti - a cui assiste e probabilmente è questa imperturbabilità che all'inizio della seconda metà del volume lascia il lettore confuso e stordito, costretto a rallentare il ritmo della lettura, a tornare indietro, soffermarsi sui particolari, cercare di ricostruire un senso in quello che sta leggendo.


è nella parte conclusiva del racconto che zuo ma mette in ordine tutti i tasselli e ricompone una realtà che ci aveva mostrato riflessa in uno specchio deformante, chiudendo il racconto in modo agrodolce, malinconico e inaspettato, con una serie di inquadrature che ci fanno balenare in mente tutte le risposte alle domande che ci eravamo posti accompagnando la ragazza dell'autobus notturno nel suo strano viaggio, aprendo solo alla fine lo scrigno e lasciandoci scoprire l'entità di questo piccolo tesoro.
probabilmente, dei tre titoli della collana dedicata al fumetto cinese di bao (dopo i racconti dei vicoletti e reverie) questo è il libro meno accattivante dal punto di vista dei disegni, sicuramente più sporchi e meno immediatamente apprezzabili a una rapida occhiata in libreria, ma non lasciatevi condizionare, dategli una possibilità e lasciatevi sorprendere dal viaggio.

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