lunedì 9 novembre 2020

scheletri

il modo più scontato di ammazzare qualcuno è chiuderlo dentro uno spazio senz'aria.
coi mostridentro invece funziona al contrario.
più ne parli, più entra l'aria. più c'è ricircolo. e i mostri soffrono perché sono creature molto freddolose.
se invece li covi, li tieni al caldo, senza far entrare nessuno... crescono.
e possono crescere tantissimo fino a occupare ogni parte di te.
[...] quindi uno dice vabbe' ma allora parlane, no? che sei stupido?
però oh, io certe cose non le riuscivo a dire.

in un modo o nell'altro, qualunque cosa decida di raccontare, zerocalcare è uno di quei pochi autori che non si limita a farmi pensare che sa creare empatia con i lettori: sa proprio arrivare a toccare quei punti nascosti e vulnerabili e farti un male cane. e poi ti consola facendoti capire che non sei affatto un fiocco di neve unico e speciale, che certa merda è molto più comune e banale di quanto avresti mai immaginato, che, almeno nella sfiga, non sei solo.
e ci riesce benissimo anche 'sta volta, nonostante scheletri sia stato presentato come un thriller e l'inizio della storia non rimandi esattamente - almeno mi auguro - a qualcosa di così tanto comune:

(scusate ma non riuscivo a riassumerla meglio di così)

ecco, insomma, la storia inizia così: con il ritrovamento di un po' più di mezzo dito davanti la porta di casa e un lungo flashback che ci riporta ai tempi in cui il giovane zerocalcare portava senza imbarazzo una cresta rossa e fingeva di frequentare l'università, passando invece le mattinate a fare avanti e indietro in metropolitana, incapace di spiegare a sua madre, ai suoi amici, a chiunque altro l'insopportabile senso di inadeguatezza che gli rendeva fisicamente impossibile andare a lezione.
è in metro, mentre ingoia mostri che cercano di soffocarlo e impara a memoria le facce dei soliti pendolari, che incontra arloc (sì, ovvio che fa riferimento a capitan harlock di matsumoto), un ragazzino più piccolo con cui, nonostante ogni aspettativa, stringe un'amicizia che stravolgerà parecchi equilibri a casa e nella sua comitiva, i cui strascichi continueranno a farsi sentire per anni.


scheletri è diviso in due grossi blocchi narrativi, quello dei fatti del 2002 e quello del 2020, il buco in mezzo si sente poco perché è facile collocarci in mezzo tutta la produzione di zerocalcare da la profezia dell'armadillo a macerie prime.
il 2002 è l'anno dell'incontro con arloc appunto, quello in cui il giovane calcare pensa di poter diventare una sorta di guida per questo sedicenne dalla vita sgangherata, lasciandosi in realtà trascinare dagli eventi molto più di quanto avrebbe voluto ammettere.
il 2020 è quello del zerocalcare di adesso, quello che nonostante il successo e la quasi-vita-da-adulto continua a sentirsi fuori fase rispetto ai suoi coetanei, quello delle paranoie e degli accolli, quello che crede che i suoi scheletri nell'armadio siano giganteschi e poi si rende conto di quanto possano essere enormemente grandi quelli che ha sempre avuto sotto gli occhi e non è mai riuscito a vedere davvero.



un thriller dicevamo, ma soprattutto un libro-di-zerocalcare, con tutto quello a cui ci ha abituati: la sua ironia in primo luogo, che rende davvero difficile collocare questo thriller in mezzo a tutti gli altri mai stati scritti, il rebibbiacentrismo, i personaggi secondari che ormai conosciamo tanto bene, quel mix di invenzione e autobiografia che caratterizza le sue storie da sempre.
scheletri è qualcosa di diverso ma non troppo: zerocalcare è bravo a rendere le sue storie riconoscibili da ogni punto di vista senza dare mai l'impressione di qualcosa di già visto, di noioso.
qui, forse più che altrove, c'è la realtà nuda e cruda della strada: i ragazzini sbandati, la violenza e la droga sono argomenti che già erano stati toccati, a volte anche solo sfiorati, ma qua diventano i temi principali della vicenda.

in attesa di a babbo morto (due libri di zerocalcare in due mesi circa è uno dei pochi-ma-buoni motivi personali per ringraziare del lockdown) scheletri finisce tra i miei preferiti di zerocalcare, forse a pari merito con macerie prime (terzo posto dopo kobane calling e dimentica il mio nome), almeno per il livello di angoscia esistenziale da post trent'anni che è riuscito a mettermi.

grazie miché, non mi fai mai sentire troppo sola

2 commenti:

  1. Mi piace questa nuova storia, molto diversa dal solito. Lo inizio presto ;)
    E non vedo l'ora che esca: a babbo morto, si preannuncia molto molto divertente!
    Buone letture!

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    1. secondo me "a babbo morto" sarà divertentissimo, ricordo qualche vignetta che zerocalcare aveva pubblicato l'anno scorso, mi erano piaciute moltissimo!

      fammi sapere poi che ne pensi di "scheletri"!

      buone letture anche a te!

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