mercoledì 3 febbraio 2021

il mare verticale

l'aria la davo così per scontata... non credevo mi sarebbe mancata tanto.

quando arriva, arriva come il mare: buio, immenso, spaventoso, che toglie l'aria. c'è sempre il mare negli attacchi di panico di india, una maestra di scuola elementare che ama i suoi bambini, che scrive per loro storie, che vive una vita semplice e in qualche modo felice e che sta vedendo tutto questo sgretolarsi davanti ai suoi occhi ogni volta che quel mare oscuro arriva improvvisamente a farle visita.
quando succede in classe, davanti ai suoi alunni, le voci che giravano già sul suo conto iniziano a farsi più cattive, più violente, più spudorate, nessuno ha più vergogna di dirle apertamente che è una pazza pericolosa, i genitori dei suoi alunni non vogliono che continui a insegnare, i suoi colleghi temono per il buon nome della scuola, il suo fidanzato non riesce più a capirla, neppure sua madre e suo padre ci riescono più.

india prova a parlarne con un terapista, prova a prendere le sue medicine, prova a farsi capire.
scrive una storia - quella di hava e di un mostro oscuro che non può essere sconfitto ma di cui si può imparare a smettere di avere paura - per cercare di raccontarsi.
perché se è difficile convivere con una malattia, se è difficile stare in mezzo agli altri e sopportare i giudizi, gli sguardi cattivi, le accuse (non è che ci marci su, eh? non è che fai la pazza per stare al centro dell'attenzione? lo fai apposta a prendere le medicine davanti a tutti, vuoi che tutti sappiano, vuoi essere trattata come qualcuno di speciale? lo sai che ognuno ha i suoi problemi, ci pensi mai a come stanno gli altri?), forse la cosa più difficile di tutte è trovare una forma a quel dolore, trovare le parole per poterlo spiegare agli altri e a se stessi, renderlo comprensibile, parlarne e riuscire a farsi ascoltare.


brian freschi e ilaria urbinati ne il mare verticale hanno affrontato con delicatezza e poesia l'aspetto forse più doloroso non solo della dap (disturbo da attacchi di panico) ma di ogni malattia: la difficoltà di relazionarsi con gli altri senza essere bollati da giudizi stereotipati, senza essere accantonati come gli strani, i diversi, quelli che sarebbe meglio non ci fossero.
nei dialoghi, a volte di una cattiveria davvero esagerata, c'è tutto il rifiuto di chi vorrebbe solo nascondere la polvere sotto il tappeto e fingere che la casa sia perfettamente pulita, senza provare nemmeno ad affrontare il problema.
perché il malato è un problema, è strano, è diverso, dà fastidio, urta la sensibilità della brava gente, è pericoloso perché, si sa, chi va con lo zoppo...
il malato sarebbe meglio non ci fosse, o almeno non si facesse vedere troppo in giro.
il malato dovrebbe stare a casa a fare il malato, che alla vita bastano gli altri, quelli sani, quelli normali.

ai disegni invece è lasciato il compito di illustrare l'altalena della quotidianità della provincia, del mare, delle piccole cose belle, normali, piene di vita di ogni giorno e il terrore assoluto che destabilizza india, la sua malattia, spaventosa come un urlo senza suono.


insieme i due autori hanno scritto forse uno dei fumetti più belli (concedetemelo, almeno tra quelli che ho letto io) sulla difficoltà di convivere con una malattia e di affrontarla insieme agli altri, senza retorica sterile o melensaggini inutili, un libro che ci rassicura che anche se non riusciamo a sconfiggere il mostro, non vuol dire che non siamo eroi o che il nostro viaggio non ci abbia condotto da nessuna parte, magari dovevamo solo capire come fare a convivere con quel mostro, provare ad ascoltarlo, a capire che non sempre si può cancellare quello che non va bene, che non viviamo nelle favole e che il lieto fine può essere anche semplicemente un po' meno perfetto, un po' più in sordina, ma non vuol dire che non valga la pena andare avanti anche senza il e vissero per sempre felici e contenti.

tra i tanti libri in cui in questi mesi sono riuscita a trovare qualcosa che sembrava fosse proprio scritta per me (non è forse questo il motivo per cui leggiamo tanto? per conoscerci e riconoscerci, no?) il mare verticale è uno di quelli che mi ha parlato di più.
quale che sia il mostro oscuro contro cui state lottando, la storia di india è un racconto prezioso che potrebbe dire qualcosa di importante anche a voi.

Nessun commento:

Posta un commento