giovedì 3 novembre 2022

the cyan's anthem

«qualcuno ha già scritto questa storia, noi la racconteremo e basta. non ci potranno odiare per questo.»
«perché noi siamo nel giusto?! se il mondo fosse giusto non saremmo qui a disperarci.»

a cinque anni di distanza da misdirection (anche questo pubblicato per eris edizioni, ne ho parlato qui), lucia biagi torna sugli scaffali delle librerie con the cyan's anthem, un'opera letteralmente monumentale, un fumetto di 480 pagine in cui i tre colori primari - ciano, magenta e giallo - acquisiscono un'importanza centrale per la storia, legando indissolubilmente narrazione, disegno e colore.
ciano, magenta e giallo sono i colori in cui è diviso il mondo che lucia biagi racconta, un mondo diviso nettamente in razze, in classi sociali, un mondo in cui il colore di ognuno decreta il tipo di vita che ogni individuo potrà vivere, le scelte che potrà compiere, le sue aspirazioni, le sue possibilità.
un mondo in cui la divisione è netta e irrevocabile fin dalla nascita, un mondo in cui discriminazione e odio si celano dietro la facciata pulita di una società che si vuole definire civile ed evoluta ma che svela ciò che è realmente nelle periferie e negli intrighi politici.

liv, roman, becca, yari, emil e mina sono però solo ragazzini quando si conoscono e diventano amici. conoscono bene il mondo in cui vivono, fanno ogni giorno esperienza delle ingiustizie e della discriminazione camuffata sotto la maschera della sicurezza e dell'ordine pubblico, eppure i rapporti tra di loro superano tutto questo, il colore della loro pelle perde importanza davanti a tutto quello che riempie le loro esistenze di adolescenti: la voglia di rivalsa e quella di essere amati, il bisogno di vivere amicizie sincere e quello di riprendersi tutto quello che il mondo gli ha tolto, anzi, non gli ha mai concesso.
tra loro si instaurano legami e tensioni che tentano di superare ogni pregiudizio, di andare oltre l'ordine di cose che le generazioni prima di loro gli hanno lasciato in eredità.


la loro è una vita furiosa e spensierata, con yari che trascina tutti nella sua voglia di rivoluzionare ogni cosa, di dichiarare guerra a quel cosmo di regole ingiuste che lo vogliono sconfitto in partenza, che lo tollerano appena purché resti ai margini, non occupi troppo spazio, non dia troppo fastidio.
yari è come il sole, una stella attorno cui tutti gli altri orbitano, intrappolati dalla sua gravità: liv e mina, diversissime tra loro, entrambe in qualche modo innamorate di lui; roman che cerca di stare al passo ma non ha la sua stessa testarda coerenza; becca che è la sua sorellina minore, troppo piccola per seguirlo nelle sue scorribande e nei suoi progetti ed emil, che cede ogni velleità di protagonismo per farsi testimone di una storia che non sa neppure che sta per cominciare.

ed è nel modo più traumatico possibile che quella storia comincia, un'esplosione che sbalza tutti lontano dal proprio centro, dalle certezze, dalle idee, da quello che pensavano sarebbe stato il loro futuro.
esiste un prima e un dopo e quel dopo era inimmaginabile appena un attimo prima.
passano vent'anni in cui ognuno dei protagonisti fa la sua vita, si riallinea con le aspettative che la società ha per ciascuno, che sia blu, giallo o rosso. fino al giorno in cui roman convoca tutti e riapre una ferita che si era a mala pena rimarginata.
inizia da qui la storia, lucia biagi ci racconta tutto andando avanti e indietro nel tempo, lasciando che gli eventi stessi e i ricordi ci spieghino non soltanto cosa lega i personaggi principali ma come questi sono collegati a una realtà così vasta da essere per loro incontrollabile.


the cyan's anthem è un fumetto corale in cui ogni personaggio è sviluppato egregiamente, ognuno ha la sua storia ed è proiettato verso un futuro ben determinato e coerente.
persino chi, tra liv, roman, becca, yari, emil e mina, sembra più inconsistente dal punto di vista narrativo è costruito in modo da rispettare una certa logica, resta funzionale alla storia ed è verosimile come membro di quella società.
ma i personaggi e le loro storie non sono tutto.
il mondo a tre colori di the cyan's anthem è il riflesso del nostro molto più di quanto non sembri, una società discriminante e corrotta, in cui chi ha potere - o vuole ottenerlo - non si fa scrupoli per realizzare ogni proprio obiettivo, una società, proprio come la nostra, in cui la mobilità sociale - che qui è anche una questione razziale - è impensabile o è vista come un furto se non come un abominio, una società che non ci pensa su due volte prima di togliere tutto - anche gli spazi, anche il tempo - a chi non ha modo di tenere stretto ciò che gli apparterrebbe di diritto.

the cyan's anthem è una storia plurale di crescita, di lotta, a tratti di fallimento ma principalmente di riscatto. una storia in cui il fantastico si mette a disposizione del reale per spiegarlo al meglio, per mostrarci quello che siamo troppo abituati a vedere per riuscire a guardarlo.
leggendo questa storia, mi è sembrato che lucia biagi ci abbia messo dentro tutto quello che la nostra generazione ha visto o conosciuto più o meno direttamente, dal senso di perdita che è esploso con quella consapevolezza che ci ha calciati fuori dall'adolescenza al ritrovato, forse un po' troppo tardi, desiderio di rivalsa e di giustizia.

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