domenica 2 luglio 2023

l'uomo che vedeva le mosche (e altre opere impresentabili)

"l'uomo che vedeva le mosche" è un romanzo horror psichedelico scritto da oscar victor de la pena e pubblicato nel 2019 da space's anthem, una modesta casa editrice di fort lauderdale (florida, usa).
le centocinquanta copie del romanzo che uscirono nelle librerie di fort lauderdale e miami nel dicembre del 2019 furono acquistate in blocco da un anonimo compratore. così "l'uomo che vedeva le mosche" scomparve subito dalla scena letteraria senza lasciare traccia di sé. non ci fu una sola recensione del romanzo.

il senso di l'uomo che vedeva le mosche, raccolta di racconti di roger munny, seconda proposta di ammodino, sta tutta nel sottotitolo: dieci racconti che si rifanno a dieci opere impresentabili, appunto, il cui unico aspetto comune è il loro essere (come ci spiega saggiamente la quarta di copertina) degli pseudobiblion, ovvero dei libri immaginari trattati però come se fossero reali, e quindi citati o, come in questo caso, recensiti.

munny ci accompagna alla scoperta di questi non-libri, tutti rigorosamente introvabili (e spesso, per quanto impresentabili siano, spiace davvero non poterli leggere perché sono così orribili da fare tutto il giro e diventare assolutamente geniali) che rappresentano il meglio (peggio?) delle capacità immaginative umane: un uomo che non trova abbastanza interessanti le religioni a sua disposizione e ne inventa una nuova; un viaggio tra le dimensioni a metà tra racconto on the road e esperienza d'uso di sostanze psichedeliche (non troppo raccomandabili, visti i risultati); un'invasione aliena che vuole scatenare una rivoluzione anarchica tra un gruppo di personaggi quantomeno bizzarri, tra cui un canguro nero innamorato di un cuscino; il resoconto di un esploratore in una misteriosa isola piena di funghi (e di gente con i nomi troppo simili per non fare impazzire chi legge); un fantasy che racconta di una sanguinaria comunità di vampiri albini; l'autobiografia di un musicista che si crede il più grande artista del panorama musicale inglese; l'opera di un monaco buddista che per qualche non troppo chiara ragione diventa il fondamentale punto di riferimento culturale e spirituale di un gruppo di neonazisti e per concludere - unica opera cinematografica della raccolta - la sceneggiatura di un film che nasconde messaggi subliminali capaci di scatenare una rivolta anticapitalista a livello globale.

le opere raccontate da munny sono davvero impresentabili ma il suo modo di raccontarle tira fuori tutto il potenziale comico che nasce dall'assurdità della loro pretesa di validità letteraria, arrivando in alcuni momenti a costringervi a posare giù il libro e ridervela di gusto.
dopo giardini cannibali possiamo dire che ammodino (e la direttrice editoriale, valentina presti danisi, il cui zampino è più che evidente nella scelta delle pubblicazioni) ha preso la strada giusta e che gli amanti dell'assurdo, del surreale, della sperimentazione letteraria che non si attorciglia sterilmente su sè stessa hanno trovato un loro nuovo punto di riferimento.

post pubblicato in origine su instagram.

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