giovedì 4 novembre 2021

tekkon kinkreet

- ma se dio ha creato gli uomini...
- dio?
- sì! perché non li ha fatti tutti uguali?
- in che senso?
- grassi, magri, alti, bassi, simpatici, antipatici, sono tutti diversi! dio ci ha provato e si è sbagliato!
- "sbagliato?"
- si! quando ha fatto shiro, dio si era pentito di avere fatto l'ippopotamo con la bocca troppo grande. perciò a shiro manca qualche rotella nella testa... e anche a kuro. anche a kuro manca qualche rotella.
- dio si è sbagliato anche con kuro?
- sì! ma le rotelle che mancano a kuro, ce le ha shiro. ce le ho tutte io.


shiro e kuro non hanno i genitori, non vanno a scuola, dormono dentro una macchina, vivono per le strade del quartiere di takaracho, il loro quartiere.
non sono affatto due poveri orfanelli, sono i gatti, protettori del quartiere, famosi per la loro capacità di volare letteralmente da un palazzo all'altro e per l'incredibile violenza da cui sanno lasciarsi travolgere quando il quartiere è in pericolo.
e il quartiere, il loro quartiere, è davvero in pericolo, minacciato da uno yakuza che vuole trasformarsi in imprenditore e cambiare takaracho per il suo personale tornaconto, a qualunque costo, poco importa se questo significa continuare a inondare le sue strade di sangue e coinvolgere le bande locali in una guerra sempre più spietata, in cui shiro e kuro non esitano a buttarsi a capofitto, una guerra che prosegue senza enormi sconvolgimenti fino al momento in cui i due ragazzi non finiscono per essere divisi e l'equilibrio si spezza, portando a conseguenze inattese.

questa è grossomodo la trama di tekkon kinkreet, opera di taiyo matsumoto dei primi anni '90 che anticipa alcune tematiche del forse più celebre sunny, uscito qualche anno fa per j-pop (e adesso di nuovo disponibile) dopo un primo, fallimentare tentativo di pubblicazione da parte di kappa edizioni per la collana manga-san nell'ormai lontano 2008.


shiro e kuro, bianco e nero. i due protagonisti sono uno l'antitesi dell'altro, opposti e complementari, inseparabili. il primo è un ragazzino solare, che esprime le sue emozioni senza riserve, a volte, nonostante la durezza della vita in strada, fin troppo ingenuo, al limite del distacco dalla realtà. shiro sa di essere il soldato in missione sulla terra, il cui compito è assicurare la pace. e dove shiro volge gli occhi al cielo per confermare a qualcuno lassù che sta facendo bene il suo dovere, kuro tiene i piedi ben piantati per terra, è freddo e duro come la roccia, quasi incapace di provare emozioni se non per shiro, disposto a tutto pur di proteggerlo, pur di non cambiare nulla della realtà che li circonda.

senza perdersi in spiegoni e didascalie, taiyo matsumoto ci lascia vagare per tarakacho e tra i pensieri dei due ragazzini - difficile dire quale sia l'ambiente più surreale - mettendo in piedi un racconto di crescita (difficile definirlo di formazione) crudo e visionario in cui convergono quei topoi che fanno di sunny un'opera tanto amata come il conflitto tra l'infanzia e l'età adulta, tra i grandi sogni dei bambini e le meschinità dei più grandi, un conflitto che qui però si esplicita narrativamente e graficamente in molto poco metaforiche sprangate in testa e calci allo stomaco.


il racconto è tutto affidato ai dialoghi e ai pensieri dei personaggi, scambi di battute essenziali, a volte anche solo allusivi, in alcune situazioni persino incomprensibili, e non c'è spazio per una qualche voce narrante e questo - insieme alla straordinaria espressività dei disegni - rende la lettura incalzante, veloce quasi quanto i voli dei gatti sui tetti del quartiere.

rispetto a sunny però tekkon kinkreet ha in più un'estetica più sporca e visionaria che sembra voler conciliare insieme le stesse contraddizioni che animano shiro e kuro: takaracho sembra un incubo a metà tra una violenza decadente e disperata e un infantilismo gioioso e ingenuo in cui si susseguono architetture insensate e personaggi ai limiti del surreale.

per quanto abusata sia quest'espressione, è davvero un piccolo capolavoro e sono stata felicissima di essere riuscita a recuperarlo.
e adesso, in attesa della pubblicazione di number 5, mi aspetta anche gogo monster, di cui spero di riuscire a parlarvi a breve!

3 commenti:

  1. Io ho visto il film d'animazione basato su questo manga, e purtroppo non mi ha convinto, ma è comunque carino ;)

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    1. io devo ancora vederlo! sono curiosa, cosa non ti ha convinto?

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    2. Un po' difficile da seguire e leggermente sovraccaricato, per il resto non è affatto male.

      Qui comunque trovi la mia breve recensione https://pietrosabaworld.blogspot.com/2021/06/i-film-del-periodo-1-13-giugno-2021.html

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