ave fenice stellare, prega per noi astronaute, adesso e nell'ora della nostra ascensione. amen.
non fatevi trarre in inganno dai colori della copertina e dalla compattezza di questo libro, la porta del cielo è capace di torcervi le budella e lasciarvi con l'amaro in bocca e un forte senso di claustrofobia e ansia ogni volta che tornerete a pensarci.
ana llurba esordisce con un romanzo breve e potente, definito - a ragione - femminista e new weird e che mi ha subito fatto pensare alle atmosfere di handmaid's tale, forse a qualcosa di meno complesso ma ancora più malsano e spaventoso.
l'edizione italiana è tradotta da francesca bianchi (challenger e ventuno) e ormai il mio cervello collega il suo nome con libri belli e strani che so mi piaceranno tantissimo. e infatti.
la storia di estrella e delle sue sorelline christa e judith è una storia di abuso e inganno, una storia che inizia con quella del comandante, l'unico personaggio maschile della storia.
in prigione per aver abusato della figlia minorenne, scopre e diventa seguace di un nuovo culto, una religione che adora divinità stellari che promettono la salvezza lontano dalla terra, un paradiso reale, localizzabile nella mappa celeste, corrispondente a betelgeuse, la stella più luminosa del cielo.
cacciato dalla setta per le sue idee troppo estremiste, con l'aiuto di una suora rapisce tre bambine piccolissime e le conduce all'astronave, istruendole sui pericoli del mondo esterno, distrutto dalla catastrofe, da fuoco e fiamme e veleni che rendono impossibile la sopravvivenza.
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una delle bellissime illustrazioni di ambra garlaschelli |
estrella racconta la sua storia dal fondo della fossa in cui è stata gettata per punizione, parla con gli scarafaggi e con la sua amica samantha, svela di avere in ventre il bambino che segnerà il secondo avvento, parla con convinzione del culto dei padri creatori, della salvezza e dei sacrifici che ha sopportato per poter un giorno lasciare la terra e ascendere fino al cielo.
tra le bambine si crea una strana forma di sorellanza, un rapporto che è frutto di tutta la violenza cui sono sottoposte ma che è forse l'unica consolazione possibile all'interno dell'astronave.
la realtà si intravede dietro il velo dell'inganno calato sugli occhi di queste bambine, abusate oltre l'inverosimile, rinchiuse e ingannate, e la loro incapacità di comprendere cosa davvero succede intorno a loro è forse uno degli aspetti più dolorosi di tutto il libro.
fa male, sì, ma fatevi un regalo e leggetelo perché è un esempio quasi magistrale di narrazione e perché può dare il via a una serie infinita di osservazioni sul rapporto tra religione e controllo patriarcale sulle donne, sui loro corpi quanto sulle loro menti.
e perché il finale vi scaraventerà in faccia un sacco di dubbi e domande su tutto quello che avete letto, su tutto quello che speravate, un finale crudele, ambiguo e in qualche modo geniale.
Wow se lo trovo lo prendo! In piú mi fa pensare un po' alla storia di Togram... wow wow wow
RispondiEliminacasomai lo cerchiamo insieme appena torni in italia! un giro in libreria è sempre un piacere!
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