venerdì 27 febbraio 2015

un giorno in cui è successo di tutto, ma tipo che c'era anche zerocalcare a palermo...

cose che uno passa mesi a lamentarsi dalla noia che non succede mai niente, e poi, bum, in un giorno capita di tutto! ora magari sembrano piccole cose per alcuni, ma mi hanno fatto passare una giornata bellissima ieri.
tipo.
ieri mattina finalmente, dopo vicissitudini al limite della fantascienza grazie all'incredibile inefficienza della posta, è arrivata la manticora che avevo cucito a casa dei manticorini.

©gruppo manticora

ora, per chi non sappia chi sono i ragazzi del gruppo manticora, evitiamo le 30 autoflagellazioni di scuse, però andate a vedere il loro blog e poi recuperatevi le recensioni dei loro libri che scrissi qui, qui e qui.
a loro è piaciuta tanto e io sono felicissima che sia così! andrà in giro con loro per le fiere di fumetto eccetera, quindi se la incontrate magari fatele una foto e mandatemela (o taggatemi su instagram) che mi fa piacere sempre! di pomeriggio sono andata con il mio amore al teatro mediterraneo occupato (si trova in un capannone di quella che una volta era la fiera del mediterraneo. un bel posto e sopratutto una bellissima idea quella di recuperare spazi che la nostra disgustosa amministrazione lascia marcire inutilmente) dove zerocalcare ha presentato dimentica il mio nome, il suo ultimo (per ora) fumetto e il primo che io ho letto (sempre grazie al meraviglioso uomo che me l'ha regalato per il compleanno qualche mese fa).


siamo arrivati prima possibile e ci siamo piazzati in prima fila tenendoci strette le sedie per più di un'ora prima che cominciasse la presentazione. e quindi sono riuscita a vedere e sentire qualcosa.
come si vede dalla foto qui sotto, anche se lo spazio è davvero grande, c'era tantissima gente, praticamente era davvero difficile riuscire a muoversi. per chi se lo stesse chiedendo, sì, io sono l'unica sfigata tagliata a metà sul margine destro della foto.

©tmo-teatro mediterraneo occupato

nonostante la febbre a 39, sostenuto, testuale, esclusivamente dal paracetamolo, zerocalcare ha parlato per circa un'ora di tutto: di dimentica il mio nome, inteso sia come storia personale, come racconto intimo di un momento importante della sua vita, sia come momento cruciale nel suo percorso da fumettista, una sorta di summa delle sue esperienze fino ad ora e anche il passo avanti rispetto a quelli che sono stati i suoi lavori precedenti (che io devo ancora leggere!); ha parlato ovviamente di kobane, della sua esperienza e del reportage che ha pubblicato qualche settimana fa con l'internazionale, e del desiderio di tornare lì e realizzare un altro reportage della situazione di kobane dopo la liberazione dall'occupazione. manco a dirlo, io ci spero parecchio, perché ho trovato davvero bello e delicato il racconto su kobane, nonostante la dose di ironia e parolacce tipiche di zerocalcare, e mi piacerebbe vedere, allo stesso modo, cosa sta succedendo adesso.


dopo la conferenza, zerocalcare, sergio algozzino e il collettivo peeshow hanno realizzato delle tele e dei dipinti. il nostro tentativo di fotografarli non è stato riuscitissimo, ma mentre eravamo in coda per le dediche il mio amore è riuscito a scattare questa foto qui. per vedere le altre, vi consiglio un giro sulla pagina facebook del tmo.
dicevo, la coda per le dediche. è stato un casino, siamo rimasti in piedi dalle 19 alle 22 in mezzo al casino, e non siamo neanche riusciti a goderci per bene il concerto organizzato dal gruppo fumusic (non riesco a trovare un link, ma in ogni caso è una bellissima sperimentazione tra musica e fumetto) anche se posso vantarmi di avere l'unico uomo che mi ha fatto ballare in mezzo a una folla incredibile tipo sardine dentro una scatola (noi siamo piccini e possiamo anche questo!)


con la schiena a pezzi, stanchi morti e con la batteria del cellulare all'un percento siamo riusciti a conquistare la tanto agognata dedica! e a immortalare il momento. non so se si vede bene, ma sì, c'è un mio disegnillo lì. il mio ragazzo mi ha convinta a farlo per riuscire a creare una sorta di dedica a due mani. avevo il timore di peccare di superbia, ma alla fine è riuscita una cosa carina.


ed eccola qui, in tutto il suo splendore! la storia dei tortellini crudi all'epoca mi fece ridere per ore, e fu una delle prime tavole che lessi sul suo blog, quindi dovevo per forza di cose fare questa scemenza.
e adesso posso bullarmi di avere un disegno più che unico?


se tutto questo non fosse stato abbastanza, tornata a casa ho trovato il pacchetto spedito dallo shop di paninicomics. dopo mesi e mesi di astinenza sono riuscita a recuperare un po' di arretrati, sopratutto gli ultimi tre volumi di jammin' apollon per i quali rosicavo da un po'.

spero che dopo tutto questo, il karma non mi si rivolti contro!


post originariamente pubblicato qui.

lunedì 23 febbraio 2015

viola giramondo

al destino uno può pure non crederci. io prima non ci credevo nemmeno un po', però poi negli ultimi mesi sono successe cose tanto incredibili e belle che, pure a voler mantenere tutta la razionalità da pensatori illuminati del ventunesimo secolo, non si può non cambiare idea. almeno un pochino.

questo post me lo trascino dietro da circa la fine di quest'estate. perché è difficile riuscire a scrivere così di questo libro (odio il termine graphic novel. fatemelo chiamare libro), che oltre a essere un libro bellissimo è stato anche un bellissimo regalo, arrivato assolutamente a sorpresa da un carissimo amico, una persona importante che a raccontare la storia non si finisce più. riassumendo al massimo, questo libro è arrivato a me attraverso una strada tortuosa e assai improbabile e che per me è una delle tante, piccole ma significative dimostrazioni che se non è il destino a esistere, allora non si possono negare i legami veri tra persone che nonostante tutto non possono mai separarsi davvero.
tutta questa solfa e non ho ancora neanche detto che questo libro, che è entrato nel mio scrigno dei tesori è viola giramondo, della tunué, casa editrice che dopo il mio primo approccio, nell'ormai lontano indimenticabile (beh, l'unico luccacomics della mia vita fino ad ora, concedetemelo) 2006, mi sembrava una fabbrica di roba inutile e che con questo libro, otto anni dopo, mi ha fatto ricredere parecchio (e c'ho anche sandoval da recuperare, mi ispira molto e voglio provare a leggere qualcosa, ma andiamoci piano...).


viola giramondo racconta in tre episodi la vita di una ragazzina e della sua strana, allargatissima e multietnica famiglia circense: il padre, entomologo - di necessità si fa virtù - divenuto domatore di insetti per amore della mamma di viola, una dolcissima (e golosissima) gigantesca donna cannone. poi lo zio che sembra cattivo ma è solo un burbero dal cuore tenero, il nonno saggio e silenzioso, i clown, l'amico acrobata samir...


insieme a loro, e agli incontri illustri e non che farà durante i suoi viaggi, viola imparerà a comprendere e apprezzare la bellezza e l'importanza di quello che la circonda e la meraviglia di esistere.


c'è henri toulouse lautrec entusiasta piccolo e buffo pittore, pieno di promesse non mantenute, qualche nemico e una bellissima fidanzata, che con i suoi dipinti pieni di entusiasmo per la vita e la bellezza, aiuterà viola a rendersi conto che quello che la rende diversa da tutti gli altri è anche il motivo della sua felicità...


dopo il frenetico incontro con il pittore parigino, viola conoscerà un maestro della musica classica e sinfonica, il compositore antonín dvořák, un amante della natura e della poesia tanto quanto della libertà, che nonostante le apparenze rotondette e paciose saprà correre dei rischi per difendere chi ha bisogno dei suo aiuto...
le sue parole nel fumetto sono un vero e proprio inno alla contemplazione e all'armonia tra noi stessi e la terra...


in questo capitolo ci sono tavole che sono dei piccoli capolavori, paesaggi infiniti di colori incredibili e spazi aperti. e parole bellissime che a pensare quanto sono vere il groppo in gola non ve lo toglie nessuno.
davvero poesia.


la terza e ultima storia è la più commovente e mi ha rubato un paio di lacrimucce. è qui che scopriamo la storia di viola... prima di viola, come i suoi genitori si sono conosciuti, com'era agli inizi il cirque de la lune... è la storia di un viaggio di trent'anni prima e di un viaggio, di ritorno, di oggi.
ed è una storie di storie, vissute, raccontate, ricordate, lette e scritte.
è un capitolo dolceamaro, con la malinconia delle cose che finiscono e la consolazione di ricordare tutti i momenti belli passati insieme, pieno di saggezza e di amore totale, senza se e senza ma, per la vita.


questo libro poi è arrivato in un momento in cui ho cominciato finalmente a vedere tutto in modo diverso. più bello, con più speranza e meraviglia. una cosa del tipo camminare per la città in cui vivi da sempre e sentirti in vacanza in un posto nuovo. certo, ci sono alti e bassi, ma quelli capitano per tutti, no? ma quello che conta è superare i momento difficili, magari concedendosi una coccola, e poi ricominciare. ed è perché ho accanto chi mi sostiene che tutto è possibile. e mi fa venire voglia di ringraziare, sempre, per ogni momento. e quando trovo letture che riflettono questo mio sentire, questa specie di nuova fiducia della vita e blabla, mi sento davvero felice. viola giramondo è un pezzettino di tutta questa felicità. ecco perché è un libro così importante per me.