venerdì 25 novembre 2022

another country ~ intervista a cleide lanzetta

tutti quanti vogliamo morire a volte. perché altri hanno potere su di noi pur non avendone il diritto. il potere di renderci infelici. di impedirci di essere noi stessi. quello che devi fare, quando ti fanno sentire in quel modo, è dire a te stesso: “non ne hanno il diritto, non ne hanno nessuno di diritto. io sono io. non sarò quello che loro vogliono farmi essere.” e continua a dirtelo finché non sei davvero arrabbiato. […] potranno anche farci diventare il sedere a strisce, ma se continuiamo ad arrabbiarci, non ci avranno. non avranno mai le nostre anime. non riusciranno mai a farci desiderare di morire.
 

inghilterra, anni ’30. la seconda guerra mondiale è alle porte ma nella public school in cui è ambientato questo dramma si sta già svolgendo una battaglia.
martineau è stato trovato impiccato nel campanile, incapace di sopportare la vergogna di essere stato sorpreso con un altro ragazzo e denunciato da un professore. così comincia another country, il dramma di julian mitchell che si ispira alla storia della spia inglese guy burgess, ma che, soprattutto, racconta il mondo crudele e ipocrita degli istituti scolastici del periodo.
nelle scuole come questa – che rimane senza nome – i ragazzi entrano per diventare la futura classe dirigente. sottratti al mondo domestico e familiare appena adolescenti, si ritrovano catapultati in un universo esclusivamente maschile, fatto di regole spesso assurde, prepotenza istituzionalizzata e gerarchie rigidissime.
in questo sistema oppressivo, violento e alienante si creano alleanze improbabili tra chi, pur non avendo nulla in comune, si ritrova comunque emarginato: succede così a bennett, l’unico studente dichiaratamente gay della scuola, e judd, fedele alle sue idee rivoluzionarie e comuniste. entrambi, benché diversi uno dall’altro, si trovano contro la rigidità e l’ipocrisia della scuola. ne criticano l’oppressività, i giochetti politici volti a mantenere il buon nome dell’istituto anche a scapito della serenità e della sicurezza dei ragazzi, il militarismo che permea ogni attività, la volontà di omologare tutti e scartare chi è diverso.
nella scuola l’omosessualità è accettata solo se silenziosa, solo se non diventa nulla di più di una fase adolescenziale. ogni potenziale scandalo deve rimanere dentro le mura e quando la notizia del suicidio di martineu – e soprattutto del motivo che l’ha spinto al gesto estremo – rischia di far perdere credito all’istituto, sono bennett e judd i primi a trovarsi costretti a sopportare le assurde regole della scuola per cercare di salvare non tanto il buon nome della loro casa, quanto il futuro degli studenti.
mitchell mette in scena due personaggi memorabili, i due diversi volti della ribellione contro un sistema oppressivo che rigetta chiunque non corrisponda ai suoi ideali.

ne parliamo meglio con la traduttrice italiana dell’opera, cleide lanzetta (che è anche una cara amica quindi il piacere di ospitarla qui è doppio!).

ciao cleide, grazie mille per la tua disponibilità e benvenuta su claccalegge!
► Ciao Clacca, grazie a te! è un piacere!
prima di cominciare a parlare di another country, ci racconteresti come è nata l'idea di tradurre questo testo in italiano?
► Ho tradotto Another Country per la mia tesi di laurea magistrale. Volevo mettermi alla prova con una tesi di traduzione, piuttosto che con l'analisi letteraria e basta. Per fortuna, la mia relatrice dell'epoca ha avuto la pazienza di accettare! Forse anche perché sono andata da lei avendo già scelto il testo. Another Country l'ho scoperto per puro caso, come mi è sempre capitato con i miei libri preferiti! 
In realtà, l'ho visto citato per la prima volta nell'introduzione (scritta da Giorgio Amitrano) a un libro di... Banana Yoshimoto (Kitchen)! Il discorso è abbastanza contorto, ma in breve, Amitrano lo equiparava a Maurice (entrambi i titoli avevano avuto molto successo in Giappone negli anni '80), film e romanzo che io adoro. Quindi mi ha incuriosito ed è così che ho scoperto il film e poi il testo teatrale originale. Quando ho scoperto che era inedito, ho colto la palla al balzo!

perché hai scelto proprio sui generis come casa editrice a cui proporre questo progetto? 

► Diciamo che con SuiGeneris ci siamo incontrate a metà strada. Dopo la tesi, avendo tradotto tutto il testo, volevo cercare di pubblicarlo, perché penso abbia tanto da dire anche oggi. 
Sono entrata in contatto con Oriana Conte, fondatrice di SuiGeneris, tramite i social e in effetti tra gli editori giovani è una delle poche, almeno che io sappia, a occuparsi di teatro contemporaneo. La nostra discussione è iniziata proprio per questo motivo. Così, le ho mandato il testo e si è detta subito interessata!
ecco, another country è un testo degli anni '80 e la vicenda che narra è ambientata negli anni '30, eppure, come dici giustamente tu, è un testo ancora molto attuale. secondo te quali sono le tematiche che ancora oggi lo rendono un testo così contemporaneo?
► Secondo me, oggi è ancora molto forte il tema dell'incontro/scontro e intersezione tra identità privata e politica. Quanto vogliamo che una influenzi l'altra? Ma soprattutto, quanto ci viene imposto dall'alto e quanto, di fatto, possiamo dire di essere noi ad avere controllo su questo confine? I personaggi di Another Country, a un certo punto, sono quasi costretti a far coincidere le due cose. Guy, per esempio, non pensa che la sua omosessualità possa avere ripercussioni sulla sua vita politica, ma purtroppo non tutti la pensano come lui e sarà costretto a venire a patti con questo aspetto della sua società. è un tema che trovo interessante, perché solleva molte domande a cui immagino ognuno troverà la sua risposta personale.
Un altro tema che reputo sempre attuale è quello dell'apertura al dialogo e al dubbio, perché il dubbio può essere un'arma a doppio taglio: può far vacillare, ma può anche farci aprire al dialogo, cosa fondamentale secondo me in un mondo in cui sembra che si parli per assoluti.
io sono rimasta vaga prima sui personaggi perché sono la forza del testo e vorrei che ne parlassi tu. di guy bennett hai già accennato qualcosa, ma ci diresti qualcosa di più su di lui e su judd?
► Judd affronta una sfida diversa rispetto a Guy, perché il suo tratto identitario caratterizzante come persona e personaggio è già esplicitamente politico, essendo un comunista fino al midollo, sempre pronto a rispondere a tono, a difendere i suoi ideali. In questa sua testardaggine c'è molto spirito di ribellione tipico dell'adolescenza, e ci piace proprio per questo! Allo stesso tempo, è anche molto empatico, infatti è uno dei pochi che non maltratta gli studenti più giovani. Pur sottolineando quanto disprezzi il sentimentalismo, è il primo a saper decifrare e accogliere i sentimenti altrui, o a scusarsi quando necessario.
Guy invece agisce per giustificare e proteggere i suoi sentimenti, ma allo stesso tempo ha un atteggiamento meno fraterno. Cerca di nascondere le sue insicurezze dietro un'ironia sempre pronta (e spesso a doppio senso!), senza temere nessuno, tanto che a volte il confine tra coraggio e incoscienza si fa labile. Ma è così che ha trovato la sua dimensione nel mondo scolastico. Guy pensa di essere accettato a scuola, perché pensa di avere il coltello dalla parte del manico, ma scoprirà che non è così e che quello che credeva essere un conveniente gioco delle parti, non è più un gioco, e nel mondo esterno lo spazio riservatogli a scuola non esiste davvero, quindi dovrà essere messo da parte, cosa che non può assolutamente accettare!
Uno dei punti forti del testo è proprio la dinamica tra loro due. La classica coppia di opposti che, però, inspiegabilmente funziona benissimo! Uno (Guy) che dice di vivere per i sentimenti e l'altro che invece li rifiuta, mettendo su tutto la storia e il bene comune.
Per quanto si prendano in giro, alla fine trovano terreno comune e cambiano nel corso del testo, venendosi incontro in modi che dai loro primi scambi di battute non ci saremmo aspettati. Penso che a unirli sia proprio il fatto che, pur per motivi diversi, si scontrano con un mondo che li ritiene elementi di disturbo. La loro amicizia, quindi, è un ulteriore smacco al sistema!
quello che mi ha più colpita, leggendo il testo, oltre ovviamente ai personaggi che mi hanno fatta innamorare, è l'atmosfera da caserma che si respira nella loro scuola. ci spieghi un po' meglio cos'è una public school e come funzionava all'epoca (sperando vivamente che oggi le cose vadano in modo diverso!)
► Una public school è una scuola privata, e già da qui partono i primi problemi di adattamento! 
Il sistema rappresentato in Another Country è molto realistico, basato sull'esperienza stessa dell'autore, Julian Mitchell, e hai assolutamente ragione: è un misto tra un monastero e una caserma. Harry Potter, per esempio, è una public school sotto acidi (questa levala se vuoi ahah), ma sostanzialmente è quello: ci sono le casate, non divise per personalità, ma per edificio (che spesso va a coincidere con le condizioni economiche), i dormitori, i prefetti, ecc... Un collegio, insomma. Come funziona sempre in questi casi, questo piccolo mondo a sé diventa come una società nella società, molto settario e gerarchico, anche se le gerarchie ufficiali non sempre coincidono con quelle effettive. Nell'epoca di Another Country, a tutto ciò si aggiunge anche il fatto che gli studenti più grandi sono quasi automaticamente arruolati. Judd, nel testo, è l'unico tra gli "anziani" a non esserlo per via dei suoi ideali. 
Oggi le cose vanno meglio perché sono diventate miste (non so se tutte, onestamente) e le punizioni corporali sono abolite. Ma durante la mia ricerca mi sono imbattuta su studi che sostengono che il sistema a dormitorio non funzioni perché genera dei traumi nei ragazzi più giovani, separati troppo presto e per troppo tempo dalla famiglia.  
Per Another Country mi sono documentata più sulle scuole del passato, quindi non sono molto qualificata per parlare della situazione attuale.
another country è un po' anche una critica al militarismo e al colonialismo, oltre che all'ipocrisia nei confronti degli omosessuali. anche il titolo poi è significativo, rimanda a degli inni, giusto? ma anche a guy burgess e al suo ruolo di spia...
► Il titolo è un riferimento a un inno che si intitola "I vow to thee, my country" e che si sente ancora oggi nelle celebrazioni ufficiali, lo stesso che apre e chiude il testo. L'inno parla della contrapposizione tra il regno dei cieli e la patria inglese, ma nel testo c'è un ribaltamento ironico perché l'Another Country a cui si aspira non è tanto il "Paradiso in Terra", quanto, come dice Judd, una "terra in terra". Devo dire che tradurlo è stata una bella sfida, perché ho cercato di rispettarne le rime, per quanto possibile, per renderlo cantabile anche in italiano.
Oggi, dato il nostro attuale contesto storico, suona malissimo, ma sì c'è il riferimento alla scelta di Burgess che, invece, forse vedeva nella Russia una terra pronta ad accoglierlo più facilmente. Scoprì però a sue spese che non era affatto così. Non ha avuto una vita serena, pare, né in Inghilterra, né in Russia.
possiamo dire che burgess ha ispirato non solo il personaggio di bennett ma anche quello di judd?
► Penso di sì. Non posso dire se si siano pentiti o meno del loro tradimento, ma, per esempio, molti comunisti europei furono ingannati dal fatto che inizialmente nell'URSS si era detto che non ci sarebbero state discriminazioni contro gli omosessuali. In realtà questa promessa durò ben poco e furono nuovamente considerati criminali, quindi da questo punto di vista posso supporre che si siano sentiti pugnalati alle spalle.
Anche perché la vicenda di Burgess e delle spie di Cambridge colpì l'opinione pubblica proprio perché questi "traditori" erano tutti parte dell'elite e quindi non avrebbero avuto motivo di lamentarsi della loro posizione sociale. Molti di loro però erano gay, come Burgess. Proprio la coincidenza di queste due cose ha suscitato molta curiosità e ha stimolato anche altri autori, oltre a Mitchell. Alan Bennett, per esempio.
bennett e judd sono insomma un po' un monumento a quei principi enormi che ci sostengono durante l'adolescenza e a cui rinunciamo poi da adulti per scendere a patti con la realtà!
► Esatto, si trovano davanti a una scelta alla fine: rinunciare ai propri ideali o sporcarsi le mani per davvero? 
Non rivelo troppo sul finale, anche se è intuibile, ma penso che a un certo punto ognun* di noi si trovi a dover fare queste scelte, magari cambiando risposta più volte nel corso della propria vita. 
Non a caso il sottotitolo del film italiano è "la scelta", che trovo molto azzeccato!

nel corso della vicenda c'è un momento particolare, quello in cui la scuola invita - un po' controvoglia - lo scrittore vaughan cunnigham. chi è questo personaggio e perché mitchell decide di inserirlo nella storia e farlo interagire con i personaggi?
► Cunningham è un personaggio che non credo abbia una controparte storica specifica, ma incarna un po' quell'intellettuale un po' dandy che è sì famoso, ma in società sembra un pesce fuor d'acqua. La sua visione del mondo appare, soprattutto a Judd, sentimentalista e antiquata. Nonostante ciò, lascia il segno perché mette Judd alla prova, gli insegna a smussare i suoi angoli e ad aprirsi di più al dialogo, anche con interlocutori inaspettati. Allo stesso tempo, rafforza le convinzioni di Guy, dando forma alle vaghe "intuizioni" del ragazzo sulla sua identità. Cunningham è stato tagliato nel film, perché effettivamente la sua è una scena molto statica, ma secondo me ha un ruolo fondamentale: è un adulto che non lo è del tutto, che riesce ancora a comunicare con i ragazzi e a farsi cambiare da loro. Le sue caratteristiche da dandy stereotipato lo fanno passare come superficiale e fuori luogo, ma in realtà ha ancora molto da dare, se gli viene data l'occasione.
pochi anni dopo la pubblicazione, another country è diventato anche un film, quindi viene da pensare che sia stato un testo accolto con serenità e diventato presto un successo... è stato davvero così?
► Eccome! Per essere un testo uscito nell'epoca della Thatcher, pur avendo avuto i suoi problemi a trovare il suo palco (all'epoca non si potevano proporre testi che supportassero l'omosessualità, per intenderci), ma quando lo ha trovato è stato un enorme successo. Ha vinto diversi premi ed è stato in scena per più di un anno. Ha lanciato molti attori: Rupert Everett, Colin Firth, Kenneth Branagh e addirittura Daniel Day-Lewis, nomi sconosciuti all'epoca ma che oggi godono di non poco successo direi!
il mondo di another country, delle public school e soprattutto dell'inghilterra degli anni '30 (a un passo dalla guerra mondiale e con un immenso impero da gestire) è un mondo lontanissimo dal nostro, eppure sei riuscita a rendercelo familiare già in poche pagine. com'è stato per te tradurre questo testo?
► Essendo Another Country il mio primo approccio a una traduzione teatrale completa, è stata una gran bella sfida! A volte ho impiegato ore (se non giorni, tornandoci tantissime volte), per adattare una battuta o un termine, ma trovare le voci dei personaggi, i loro tipi diversi di ironia e modo di fare, è stato divertentissimo! Era come avere un teatro in testa, in cui dovevi far provare le battute agli attori per capire in che modo andasse detta la battuta, cosa suonasse bene o male, più o meno spontaneo. Ho cercato di fare del mio meglio! Per questo, ho chiesto anche il supporto di Rosamaria Spena, una regista teatrale bagherese e amica, così da sapere quando le battute suonavano troppo "impronunciabili", troppo da "pagina stampata".
Infatti, tenevo particolarmente a rendere la traduzione adatta alla messa in scena e non solo alla lettura, ecco perché non ho fatto uso di note esplicative. Insomma, volevo complicarmi la vita il più possibile! Per esempio, Guy a un certo punto dice che essere innamorato ti fa vedere tutto "right" (giusto), poi guardando Judd dice, "well, in your case... left!" essendo lui comunista. In italiano ci ho messo un bel po' a decidere di adattarla come figura nel testo (“vedere la vita in rosa, nel tuo caso... in rosso!”). Un altro è proprio all'inizio, quando i ragazzi parlano del cappellano del collegio. Lo chiamano, in originale, Charlie Chaplain, che letteralmente sarebbe Charlie il Cappellano, ma invertito così da suonare come Charlie Chaplin. In italiano non mi piaceva mettere "il cappellano Charlie Chaplain" e, siccome non è un personaggio che compare, ho deciso di sbizzarrirmi e l'ho ribattezzato "il Cappellano Matto". Non so se la mia traduzione sia la più corretta o magari ho letto troppo io nel gioco di parole originario, ma devo dire di esserne abbastanza soddisfatta, perché rende l'idea, come in originale, di un personaggio "buffo" che i ragazzi non prendono sul serio.
c'è una scena o un momento specifico della storia che ti è rimasta nel cuore? (io ad esempio mi sono innamorata di judd che va in giro con il busto di stalin sotto il braccio come "un peluche" che mi ha un po' ricordato linus con la sua coperta).
► Forse Judd mi accuserà di sentimentalismo, ma una delle mie scene preferite è quando Judd svela un po' di più la sua empatia e tranquillizza il piccolo Wharton, scosso per il suicidio di Martineau e forse l'unico ad essere rimasto colpito dal lato umano della vicenda, più che da quello politico. 
Ma anche il dialogo finale tra Judd e Guy! Anche perché c'è un'eco di Maurice molto sottile. Il silenzio di Judd, la sua impossibilità di autodefinirsi, è secondo me quasi una citazione dell' "unspeakable of the Oscar Wilde sort" del romanzo di Forster.
oltre ad alcune sceneggiature per il teatro, il cinema e la tv, mitchell ha scritto anche dei romanzi: se potessi scegliere il prossimo da tradurre, quale sarebbe?
► Sicuramente vorrei tradurre, per il teatro, The Welsh Boy, un dramma sul potere del pettegolezzo. O anche Family Business, che ci chiede quanto conosciamo davvero la nostra famiglia e i suoi "affari".
Come romanzi, direi che Imaginary Toys potrebbe essere una bella sfida. Anche perché in quel romanzo c'è un personaggio che è praticamente il figlio spirituale di Tommy e Guy: un ragazzo gay radicale negli anni '60! Ma è un titolo davvero tosto dal punto di vista linguistico. Ci sono più voci narranti e una di loro non usa quasi mai punteggiatura... ammetto che quello mi fa un po' paura!
Mitchell è totalmente inedito in Italia e mi piacerebbe molto riuscire a farlo conoscere. Immagino che tanto dipenda dal successo di Another Country, quindi incrocio le dita!
lanciati nelle sfide perché sembra tutto bellissimo e io - e sicuramente tutti quelli che hanno letto e leggeranno another country - vorranno continuare a scoprire mitchell!
a chi consiglieresti di leggere questo libro?
► Me lo auguro davvero! Purtroppo in Italia si legge poco teatro (e io stessa sono colpevole di questo reato!), ma penso che bisognerebbe un po' superare questo ostacolo (auto?)imposto e provare sempre qualcosa di nuovo.
Sicuramente consiglierei Another Country a chi ama Alan Bennett (in particolare il suo "I ragazzi di storia"), per la sua ironia pungente verso la società inglese e la natura umana in generale. Trovo invece sia più vicino a Maurice per quanto riguarda il modo di approcciare la tematica LGBT. 
Poi, anche se sembrerà apparentemente fuori contesto, lo consiglio caldamente anche alle lettrici di manga Boys' Love classici stile Il poema del vento e degli alberi! Another Country ha una dimensione più politica, indubbiamente, ma si ritrovano dinamiche e ambientazioni simili che penso possano far colpo!
grazie mille ancora per il tuo tempo e la tua pazienza ma soprattutto grazie per aver permesso ai lettori italiani di scoprire questa storia! a presto!
► Grazie a te per avermi concesso il tuo tempo e il tuo spazio virtuale! è stato un piacere e speriamo che ci siano altre occasioni! :)

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