mercoledì 31 agosto 2016

ali di farfalla

nella wishlist del mese scorso vi avevo accennato che aspettavo che si concludesse ali di farfalla per poterlo acquistare dalla ragazza che me lo aveva prenotato, e qualche giorno fa è arrivato il pacchetto con tutti i volumi che, complice l'insonnia, ho letto nel giro di due giorni.

il concetto mi sembra abbastanza chiaro, visto che l'ho divorato, ma fatemelo dire per bene lo stesso: questo manga mi è piaciuto tantissimo, è esattamente quello che speravo che fosse, uno shoujo simpatico, dolce, senza eccessive pretese ma godibilissimo.


suiren è bellissima. è sempre stata bellissima, la più bella di tutte, una tale bellezza che qualsiasi ragazzo, fin dai tempi dell'asilo, se n'è innamorato. ma suiren è anche timida e chiusa in sé stessa, e le attenzioni dei bambini, all'epoca delle elementari, i rospi e le lucertole regalate per far colpo su di lei, l'hanno portata a chiudersi sempre di più, ad avere quasi paura di socializzare.
persino l'idea di iscriversi in una scuola media femminile non ha funzionato, persino le ragazze facevano a gara per avere la sua attenzione e la sua amicizia, riuscendo a essere persino più invadenti dei ragazzi.
l'unica ad averla sempre protetta da questi attacchi è aya, la sua amica di sempre, l'unica con la quale suiren riesce a parlare (in un modo tutto suo!) e della quale non ha timore.
questo almeno fino a che non entra finalmente al liceo!
qui immediatamente la nostra protagonista comincia, benché involontariamente, a farsi notare da tutta la scuola, in particolar modo dai ragazzi. sembra che chiunque incontri il suo sguardo si innamori di lei, tutti tranne un ragazzo: è kawasumi, un promettente karateka, tanto bravo nello sport quanto incapace con le ragazze. imbarazzato da suiren - come da qualsiasi altra rappresentante del sesso femminile - sembra quasi non accorgersi di lei.
e per suiren, che fino ad adesso si era solo preoccupata di tenere lontani tutti i pretendenti, è arrivato il momento di prendersi la prima cotta della sua vita!


era inevitabile, vista la componente di "tontaggine" dei protagonisti, fare il paragone con il molto più noto e celebrato arrivare a te, ma personalmente, posso dire con tranquillità che almeno sotto alcuni punti di vista (forse quelli più importanti) ali di farfalla esce vittorioso dal confronto.
entrambe le storie presentano una coppia di protagonisti alle prese con i primi amori, e la loro cerchia di amici con relative vicende personali. in entrambi i casi, la coppia protagonista è formata da due tonti che non riescono neppure a comprendere i propri sentimenti, figuriamoci quelli degli altri. in entrambi i casi, hanno bisogno della spinta esterna per capire di essersi innamorati, e dichiararsi e ancor di più mettersi insieme non è una cosa facile come per tutto il resto del mondo. le incomprensioni sono all'ordine del giorno, i silenzi inopportuni idem, la capacità di parlare con sincerità e tranquillità, sopratutto all'inizio, poca. non parliamo poi di abbracci e baci, la situazione è grave e necessiterebbe dell'intervento di uno psicologo in entrambe le storie.
e allora in cosa ali di farfalla dovrebbe essere migliore?
in primo luogo nel numero dei volumi e quindi nel ritmo della storia: per quanto suiren e kawasumi siano imbranati, la loro storia si svolge in undici volumi (il dodicesimo contiene storie extra) e quindi comunque in un lasso di tempo tale da non far venire in mente al lettore desideri suicidi/omicidi. anche la parte dedicata ai personaggi secondari occupa comunque una quantità tale di pagine da non correre il rischio di passare per filler (cosa che non si può non dire di arrivare a te).
in generale poi il tono della storia è meno drammatico, si sprecano le faccette buffe e tutto è molto più leggero e dunque molto più consono al tipo di storia raccontato, cosa che, negli ultimi volumi di arrivare a te si è un po' perso, dando spazio a un tono più serio e pesante. in generale tutto questo rende la storia piacevole da leggere, e i pochi momenti tristi sono di certo più sopportabili.
ma quindi è una versione soft di arrivare a te?
no, l'unico elemento in comune tra i due titoli, come ho detto, è il carattere dei personaggi.


suiren e kawasumi sono davvero pucciosi nonostante siano due tonti imbranati, il modo in cui i loro sentimenti crescono è sì lento, ma anche molto naturale e spontaneo. il duo suu morishita ci evita imbarazzanti triangoli amorosi e se con i protagonisti crea la storia d'amore perfetta, lascia il compito più difficile, quello di vivere le storie più tormentate o quelle senza lieto fine, agli altri personaggi, rendendo l'intera vicenda più realistica e sincera.
in definitiva, per essere un esordio (come storia lunga) le due artiste se la sono cavate più che bene, scrivendo una storia che va ben oltre la sufficienza, disegnata con un tratto a volte insicuro ma molto personale e delicato.
ali di farfalla è, per gli appassionati di shoujo manga, un titolo da recuperare e sopratutto sono da tenere d'occhio le autrici, attualmente al lavoro su una nuova serie, short cake cake, che promette veramente molto bene e che vorrei poter leggere in italiano!

lunedì 29 agosto 2016

paper girls 1

sembrerebbe essere il momento revival anni '80 (sì, ok, giuro che guarderò anche io stranger things), e tutto questo proliferare di opere a tema mi fa rimpiangere di essere nata solo nella seconda metà degli anni ottanta e di non aver memoria di molte cose famose dell'epoca, sopratutto buona parte dei film che citate come pietra miliare dell'infanzia (scusate eh, ma la mia infanzia è stata sopratutto negli anni novanta, non posso ricordare la roba uscita quando avevo meno di tre anni! non ricordo quasi neanche quello che ho visto ieri!) che, anche questi, sono in lista recupero.
dicevo, sembrerebbe essere il momento revival anni '80 e paper girls si inserisce pienamente tra i titoli da tenere d'occhio al momento perché, revival o meno, si tratta di uno di quei fumetti da avere assolutamente - e non solo per assecondare la moda del momento - quelli che una volta iniziati a leggerli non vuoi più staccarti fino a che non finisci.
io mi ero presa una cotta già all'annuncio da parte di bao publishing, ma dopo le prime tavole è diventato amore totale.


siamo nel 1988, notte di halloween.
erin, dopo uno strano sogno, esce da casa sulla sua bicicletta per svolgere il suo lavoro di consegna a domicilio dei giornali - da qui il titolo paper girls - durante il quale si imbatte nelle colleghe, e coetanee, mac, tiffany e kj.
le ragazze protagoniste della storia sono tutte giovanissime, hanno dodici anni, stanno varcando la tragica soglia dell'adolescenza, eppure, nonostante si tratti di poco più che bambine, sembrano già da principio molto più adulte e mature di quanto non ci si aspetti dalla loro età, ragione per cui - e plausibilmente a causa del fatto che - paper girls parla di adolescenti ma è decisamente destinato a un pubblico adulto (giuro che a una precisa vignetta sono davvero saltata in aria dalla paura. una sola, ma me la stavo facendo addosso, e in ogni caso non è il tipo di fumetto che vorrei aver letto a dodici anni)

le quattro decidono di dividersi in due gruppi per finire prima il lavoro, ma dopo aver incontrato dei tizi vestiti in modo strano che parlano in modo ancora più strano (decisamente troppo strani persino per halloween), si ritrovano bruscamente coinvolte in una storia che abbandona immediatamente il timbro iniziale per trasformarsi in un'avventura in cui azione, mistero e fantascienza si intrecciano.
e della quale, ovviamente, non intendo spoilerarvi nulla, anche perché è tutto tanto imprevedibile che sarebbe davvero un immenso peccato rovinarvi la sorpresa!


partendo quindi dalla classica atmosfera di racconto di formazione, paper girls attinge a piene mani dall'immaginario fantascientifico-horror-d'avventura di circa trent'anni fa, rendendo al meglio le atmosfere di quegli anni non solo grazie alle citazioni palesi sparse per tutta l'opera (di certo molti di voi saranno più bravi di me a trovarle), e a quegli elementi diventati quasi iconografici (i walkie talkie, le biciclette, i primi aggeggi tecnologici, i ninja, la musica rock, i viaggi nel tempo, gli alieni, i mostri, i tagli di capelli orrendi, eccetera)  ma anche per via dello stile dei disegni e sopratutto dei colori ultrasaturi che richiamano fortissimamente l'estetica di quel periodo.


questo primo volume è in realtà un incipit di una storia che promette ancora tantissime emozioni e sorprese imprevedibili, un inizio che si concentra sopratutto sui personaggi (serve dirlo che adoro mac?) e che ci fa arrivare proprio all'inizio della vicenda vera e propria, lasciandoci spaesati, confusi e carichi di adrenalina esattamente come le quattro protagoniste, ingarbugliati in un mistero che sembra nascondersi dietro una simbologia che collega la religione alla tecnologia e il passato al futuro...
ed esattamente come le quattro ragazze, a fine lettura rimaniamo desiderosi di proseguire in questa incredibile vicenda.


il primo volume, pubblicato da pochi giorni da bao publishing, raccoglie i primi cinque episodi della serie, mentre in america sono usciti già abbastanza volumetti per poter pubblicare un secondo cartonato (tutti i dettagli li potete trovare qui), ragion per cui è lecito sperare che non ci voglia troppo tempo prima di poter continuare a leggere questa serie.
intanto, io vi consiglio assolutamente di recuperare il primo volume, magari approfittando dei saldi bao publishing dal 29 agosto al 25 settembre (non avete proprio scuse).

venerdì 26 agosto 2016

cosa c'è nella mia wishlist (4)

questo caldo mi sta rincoglionendo così tanto che stavo completamente dimenticando di allietarvi (coff!) le giornate con le mie lagnanze su quello che vorrei e non riesco (ancora) a comprare.


rimedio immediatamente, e questo mese mi concentro solo sui manga, visto che mi ritrovo una lista di recuperi infinita! anche perché da settembre si cominciano a stilare le liste per gli acquisti di lucca e io sono già abbastanza disperata (sopratutto perché ancora non ho notizie di alcune cose in cui speravo... ma vabbé, ne parleremo a tempo debito)


ogni nostro venerdì, l'ho strasnobbato quando è uscito, poi, come forse ricorderete, mi è preso il momento amo arina tanemura e dopo aver recuperato full moon, the gentlemen's alliance cross, jeanne, mistress fortune e la spada incantata di sakura, mi è venuta la smania di leggere anche questo. per fortuna sono riuscita a prenotarlo e lo prenderò non appena la serie sarà finita.


wolf girl and black prince, snobbato anche questo, poi me lo hanno consigliato un paio di amiche (daniela, non so se passi ancora dal blog ogni tanto, in caso sappi che è anche colpa tua!) ho deciso di prenotare anche questo. questa roba delle prenotazioni è sfiancante (tipo ali di farfalla, mi è arrivato un paio di giorni fa ma lo avevo prenotato a giugno dello scorso anno! ci risparmio un pochino, ok, ma l'attesa mi uccide!)


aruito l'ho saltato perché l'autrice mi ha traumatizzata malissimo con parfait tic, una delle più grandi delusioni della mia storia di lettrice di shoujo manga. poi claire mi ha praticamente fatto il lavaggio del cervello e adesso lo voglio tantissimo.


victorian romance emma non lo presi dicendomi che se prima non vedevo l'ultimo numero, non avrei mai creduto che j-pop riusciva a completare la pubblicazione. poi loro ci sono riusciti e io invece mi sono come sempre trovata con il budget troppo limitato per poterlo recuperare (ed è impossibile trovarlo tra l'usato!)


e anche per secret unrequited love la colpa è di claire, ne abbiamo chiacchierato e - ammetto che me l'avevano consigliato anche altri - mi ha convinta a cercarlo, anche se non è in cima alla lista perché proprio non riesco a farmi piacere i disegni, mi bloccano completamente.

ad essere sinceri ci sono anche altre serie che vorrei recuperare... non voglio esagerare però, altrimenti questa lista non finisce più, e poi ho diverse serie che devo completare da millenni, serie di cui mi mancano pochissimi (più o meno!) volumi che vorrei tanto riuscire a concludere e, non trovandoli mai in fumetteria e non riuscendo da secoli a fare un bell'ordine di recupero online, rimando sempre e sempre... ogni volta mi dico che dovrei prima prendere questi e poi iniziare la roba nuova e invece niente. ho una volontà praticamente pari a zero.


di elettroshock daisy mi mancano giusto gli ultimi tre volumi! solo tre! questa serie mi piaceva abbastanza, non ricordo nemmeno perché non presi gli ultimi numeri...


anche per completare sugar soldier mi servono solo gli ultimi tre volumetti! sembra un numero maledetto. anche questo, non lo becco mai in fumetteria, dovrò decidermi a ordinarlo.


dawn of the arcana era una serie che mi aveva entusiasmato tantissimo, poi ho cominciato a non trovare più i volumetti in fumetteria e mi sono ritrovata bloccata al quinto numero senza riuscire più a mettermi in pari. ne mancano tanti per finire la serie, è il recupero che mi preoccupa di più.


xxxholic pensavo che non sarei mai riuscita ad averlo, mi ritrovavo solo il primo numero e l'idea di recuperare una serie di diciotto volumetti un po' mi turbava. poi su bookmooch sono riuscita a trovare altri cinque numeri (un po' sparsi) e mi sto rincuorando. non è tra i recuperi fondamentali, ma continuo a cercarli, sperando in qualche altro scambio o di trovarli usati a poco prezzo (se li avvistate a poco fatemi sapere!)

mercoledì 24 agosto 2016

akatsuki no yona

questa cosa delle redhead mi ha preso un po' la mano. prima o poi aggiorno l'avatar e capirete.


giovane, bella, coccolata e viziata: è la principessa del regno di kouka, yona, unica figlia del buono e pacioso re il. fin da bambina, yona è stata in compagnia di hak, un formidabile guerriero della tribù del vento, divenuto poi la sua guardia del corpo, e di soo-won, il suo dolcissimo e bellissimo cugino, di cui lei è sempre stata innamorata.
l'infanzia della principessa di un paese pacifico è quanto di più sereno possa esserci, e yona cresce senza incontrare tormenti maggiori dello scegliere il vestito giusto, preoccuparsi dei suoi capelli (che sono magnifici, ma lei li trova tremendi, tipica roba che ti farebbe odiare un personaggio) e struggersi d'amore. tutto fila liscio come l'olio per yona, ma il giorno del suo sedicesimo compleanno (ma solo a me a sedici anni non è successo nulla di fondamentale? ok, la smetto con la roba che non c'entra nulla), arrabbiata con suo padre che le ha chiesto di dimenticare soo-won, dopo la festa in suo onore si reca negli appartamenti del re per ribadire che non amerà nessun uomo tranne soo.won.
ma non ci sarà nessun discorso sul futuro sentimentale di yona. appena messo piede nella stanza, la ragazza assiste a una scena terribile: un uomo ha appena ucciso il re, quel re buono e pacifico che odiava le armi e la guerra, e quell'uomo è proprio soo-won, che adesso vuole togliere di mezzo anche la cugina, testimone scomoda del suo crimine.
salvata in extremis da hak, a yona e al suo fedele protettore non resta che sfuggire dal palazzo e cercare rifugio nel paese natale di lui, presso la tribù del vento. da qui inizia il loro viaggio, alla ricerca di un misterioso monaco che fornirà loro le risposte per il futuro e poi il cammino che porterà yona a incontrare i quattro draghi di cui parla una delle leggende più famose del regno di kouka.

non vi ho spoilerato molto perché questo è giusto l'inizio della storia, quindi andateci piano con le maledizioni.

akatsuki no yona è un'anime (tratto dall'omonimo manga ancora in corso in giappone) che ha di gran lunga superato ogni mia aspettativa. mi era stato consigliato perché mi era piaciuto akagami no shirayukihime, ma posso dire con tranquillità che per certi versi questa serie mi è piaciuta ancora di più, ed è molto meno simile di quanto pensassi alla storia di shirayuki. (ad essere sincera a volte mi ha ricordato un po' fushigi yuugi, manga che adoro follemente!)

i personaggi principali della serie

akatsuki no yona è un fantasy con tutti i crismi - re e capi tribù, leggende, principesse coraggiose, guerrieri formidabili, draghi, eroi senza macchia e cattivi senza scrupoli - ed è anche una bellissima storia di come una ragazzina debole e viziata impara a diventare una principessa consapevole delle proprie responsabilità, dei propri dover e delle proprie capacità.

durante il suo viaggio, yona vedrà per la prima volta da vicino le conseguenze del regno di suo padre, la speranza dei cittadini più poveri rivolta verso quell'uomo che le ha spezzato il cuore e ha tradito la sua fiducia, si interrogherà sull'effettiva possibilità che ha un regnante di rendere davvero felice e sicuro il proprio paese. quali erano i segreti che le nascondeva suo padre? quali sono quelli che nasconde soo-won? ora che ha riunito i quattro draghi, quale sarà il suo destino?
la serie a fumetti, come accennavo, è ancora in corso, e molte domande rimangono senza risposta ancora, ma è evidente che ci sarà almeno una seconda serie dell'anime.

yona è un bel personaggio, una ragazza che cambia tantissimo nel corso della storia, trasformandosi, lentamente e senza stravolgimenti ingiustificati (cosa che mi ha fatto apprezzare tantissimo la serie, non sopporto le storie in cui un personaggio cambia radicalmente di punto in bianco e senza nessun motivo) in una ragazza coraggiosa, pronta a combattere al fianco dei suoi compagni per il bene degli altri, pronta ad allenarsi duramente anche durante la notte per diventare capace di difendersi da sola senza aspettare l'arrivo dell'eroe di turno, anche se ha dalla sua parte cinque guerrieri dalle capacità sorprendenti.
più volte i quattro draghi puntualizzano che yona è solo una fragile fanciulla che da il massimo per diventare più forte, e se questo ha inizialmente urtato un po' la mia capacità di sopportazione degli uomini che stai indietro donna, ci penso io, alla fine sono riuscita a capire che il messaggio è in fondo diverso: yona non è solo una fanciulla da proteggere, è il re a cui hanno giurato fede eterna, quello per cui esistono e possiedono i poteri del drago, quello che sono orgogliosi di servire, uomo o donna che sia, per la sua nobiltà d'animo e per il suo desiderio di portare pace e giustizia nel regno, ed è anche la giovane donna che ammirano e hanno deciso di sostenere.

detto così, sembrerebbe una serie un po' pesante, ma per fortuna ci sono spesso dei siparietti comici che allentano la tensione e rendono i personaggi meno perfettini e decisamente più simpatici.

cover del primo volume del manga

la fangirl che è in me, oltre ad aver fantasticato su tutte le ship possibili (ed essere impazzita di pucciosità per ao, lo scoiattolino onnivoro), si è perdutamente innamorata dei quattro draghi, di hak e di yun, e - anche se mi rode un po' ammetterlo - persino di soo won, personaggio che si è presto rivelato molto più interessante di quanto lasciava immaginare inizialmente (spessore psicologico e blabla, ok, ma diciamolo che sono tutti bellissimi e fichissimi!).

cercate questo anime, guardatelo, innamoratevene e cominciate a impazzire insieme a me nella speranza che annuncino il manga in italia e una nuova stagione dell'anime.

venerdì 19 agosto 2016

fuffa e considerazioni varie circa l'imminente (?) ripresa di NANA di ai yazawa

ho postato la notizia ieri sulla pagina facebook ma di certo in questi ultimi due giorni (un giorno e mezzo ad essere precisi) avrete letto la stessa cosa praticamente ovunque (o meglio, in buona parte dei siti/pagine che si occupano di fumetti): ai yazawa ha rilasciato un'intervista a rola, una rivista giapponese di moda, in cui dichiara di essere pronta a concludere il suo manga più famoso.


nana, di cui su claccalegge ho abbondantemente parlato qui, qui, qui e qui, è stato interrotto in giappone nell'aprile del 2009 per problemi di salute dell'autrice. dimessa dall'ospedale l'anno successivo, fino al 2013 la yazawa non ha più dato sue notizie né ha pubblicato nulla.
nel 2013 i personaggi di nana sono tornati sulle pagine de la stanza di junko (qui), la yazawa poi ha realizzato illustrazioni inedite per copertine (nuova edizione di parakiss), cartoline, calendari (trovate le immagini del calendario del 2016 qui) e così via.
negli ultimi tempi l'attenzione si era di nuovo spostata su di lei proprio grazie all'intervista apparsa sull'ultimo numero di rola, del quale ha realizzato anche la copertina (ovviamente con mikako koda, chi altri poteva esserci sulla copertina di una rivista di moda?)


ho visto, girellando su internet, gente festeggiare, piena di entusiasmo (e io ero tra queste!) e chi invece indossava il cilicio vaticinando di altre attese interminabili o notizie poco attendibili.
io, che pecco sempre di ottimismo, da fan sfegatata della yazawa e da amante senza limiti di nana, dopo i primi salti di gioia mi sono fermata un attimo a pensare e ho tirato fuori alcune conclusioni.
ci tengo a precisare, ché non vorrei che qualcuno per sbaglio pensasse che quanto segue siano comunicati ufficiali, che tutto quello che seguirà da questo momento sono solo supposizioni, ipotesi, illazioni, idee eccetera. non c'è nulla di ufficiale, sono solo le mie considerazioni personali sulla faccenda, per cui prendetele per quelle che sono e amen.

foto di sachiel @twitter

possiamo, con un alto grado di legittimità, supporre diverse cose: in primo luogo, in barba a tutti gli scettici, che questa annunciata ripresa ci sarà davvero e non in tempi esageratamente lunghi. lo immagino perché, in sette anni, questa è la prima volta che la yazawa rilascia una simile comunicazione.
il mio non è solo ottimismo, se davvero avessero solo voluto rilanciare il brand nana avrebbero (uso il plurale perché intendo per lo più l'editore, che credo sia la parte più interessata al tornaconto economico) continuano a puntare su gadget e illustrazioni inedite.
invece, per la prima volta e tramite le parole dell'autrice, che fino ad adesso ha mantenuto una discrezione e un riserbo assoluti, si parla di rimettersi al lavoro sul manga.
non credo proprio che se non fosse certa di quello che ha detto, la yazawa avrebbe mai rilasciato una simile dichiarazione.
possiamo anche ipotizzare, oltre che ovviamente sperarlo!, che non sarà un finale arraffazzonato e che non ci aspettano troppi volumi. per quanto nana abbia avuto un successo mondiale enormi, come pochi - forse nessuno - shoujo manga prima e dopo, coinvolgendo un pubblico incredibilmente eterogeneo, accattivandosi lettori e fan non solo tra chi non apprezzava gli shoujo, ma anche tra chi snobbava i manga nella loro totalità se non addirittura tra chi non leggeva fumetti e/o non guardava serie animate, per quanto abbia generato un merchandising spaventoso (anime, film, musica e l'inevitabile quintalata di paccottiglia), nonostante insomma nana abbia cominciato a vendersi da solo, ai yazawa ha sempre mostrato di credere nelle sua opera in quanto tale, l'abbia davvero considerata il suo capolavoro e ha sempre riservato alla storia, ai personaggi (e di conseguenza ai suoi fan) tutto il rispetto e l'attenzione che meritavano, senza mai allungare il brodo per vendere qualche volumetto in più (riferimenti a roba come arrivare a te o berserk non sono casuali manco per il cazzo) né schiacciando il piede sull'acceleratore per arrivare prima al finale.
sia, fino ad adesso, con nana che in tutte le sue opere precedenti, ha sempre dimostrato di saper gestire le trame al meglio, ed è questo il motivo per cui è diventata così famosa e apprezzata (oltre, ovviamente, per il suo stile grafico unico). davvero vi aspettate da una simile artista qualcosa che non sia all'altezza? sopratutto dopo sette anni di silenzio?


ci sono poi altre considerazioni da fare. innanzi tutto a quelli che temono tempistiche bibliche faccio notare due cose: in primo luogo il fatto che tutte le traduzioni dell'intervista, fino a oggi, dicano concludere e non proseguire mi lascia credere che - sempre che le traduzioni siano effettivamente corrette - manchi realmente poco, cosa desumibile anche dal fatto che, sopratutto nei capitoli che comporranno il ventiduesimo volume, nella storia, il presente e i flash fowards vadano avvicinandosi sempre di più. oltretutto sono già pronti per essere pubblicati in volume, come accennavo qualche riga fa, i capitoli del volume 22, che non abbiamo ancora perché in giappone sono usciti solo su rivista. ma su questo blog ne ho parlato, con un sacco di spoiler ovviamente, qui. praticamente manca solo la copertina ed eventuali pagine extra.
io credo oltretutto che, ma la mia è solo un'ipotesi) che non solo la yazawa sappia come finire la storia, e lo sappia da tempo, ma che in questi sette anni abbia non solo rifinito i dettagli della parte finale, ma che abbia quantomeno iniziato una parte del lavoro. e sempre ipotizzando, sulla base di quanto succede negli ultimi capitoli (diciamo gli ultimi dieci, considerando anche il futuro volume 22), secondo me la storia potrebbe concludersi con altri cinque, sei, sette volumi, ma fossero anche altri venti, io sono felicissima della notizia e, a prescindere da quanto sarà lunga l'attesa, ancora più felice all'idea di poter continuare a leggere la storia di hachi e nana.

intanto per festeggiare ho tirato fuori e lucidato la mia vecchia collana con la chiave dell'appartamento 707 (che nostalgia!)


ultima ipotesi che riguarda l'edizione italiana: planet manga non ha ancora proferito parola, ma credo che si comporterà come ha fatto per altri titoli, ad esempio, berserk o neon genesis evangelion, portando avanti in simultanea la serie sottiletta e la collection. quindi, se come me avete la vecchia edizione di nana, state tranquilli.

***edit del 1° settembre 2016***
vi lascio il link a questo articolo de la donna fumetto dove trovate l'intervista interamente tradotta!

giovedì 18 agosto 2016

commenti randomici a letture randomiche (19)

questi ultimi giorni d'estate sono la cosa più pesante e noiosa dell'anno. da un lato non vedo l'ora che finisca, che ritorni il fresco per riuscire di nuovo a riprendere un ritmo decente con il lavoro, con il blog e tutto il resto. dall'altro, vorrei andarmene a mare e non pensare a nient'altro.
praticamente sono costantemente in una specie di limbo mentale per cui non riesco a far nulla di concreto...
il massimo che riesco a tirar fuori è un nuovo post randomico, più che altro per sistemare sugli scaffali i quattro manghini (poca, pochissima roba per ora, che sfiga!) che sono riuscita a recuperare negli ultimi tempi tra fumetteria ed edicola, e che stazionano sulla scrivania come memento della mia pigrizia.

della serie via il dente, via il dolore, voglio iniziare parlando del venticinquesimo volumetto di arrivare a te. a dire il vero, vorrei iniziare con una piccola premessa: dunque, il punto è che a me questo manga piace, mi è piaciuto da matti all'inizio, ha dei personaggi interessanti, una trama semplicissima eppure accattivante, uno stile grafico piacevole, un giusto mix di melensa ingenuità e momenti di vera dolcezza, insomma, uno shoujo quasi da manuale. niente di imperdibile, nulla di indimenticabile, di certo non un capolavoro, ma una lettura piacevole quello sì.
il problema di questo titolo è, cosa che avviene per molti titoli di successo, che pur di tirare avanti la storia e sformare più volumetti possibili, la trama si è andata annacquando oltre ogni limite, regalandoci, negli ultimi volumi, un sacco di fuffa che non porta di un biz avanti la storia.
in questo numero, ad esempio, gli eventi narrati sono: una partita di baseball (e non è uno spokon, quindi chissene della partita), dialogo tra due personaggi fondamentali della storia che non aggiunge molto alla trama, dialogo tra personaggi non fondamentali della storia che non aggiunge molto alla trama, dialogo tra i protagonisti che non aggiunge molto alla trama.
a dirla in modo brutale, questo è un numero di pippe mentali, le stesse che potevano far sorridere all'inizio della storia, adesso stanno diventando insostenibili.
la questione della scelta dell'università, e di conseguenti allontanamenti geografici, va avanti da diversi volumi, ho perso il conto a dire il vero, il che significa parecchi mesi in cui a noi lettori tocca di sorbirci un problema che nella vita reale si risolverebbe consultando l'orario dei treni e organizzandosi per vedersi nonostante la distanza. ora, io capisco che l'autrice abbia voluto soffermarsi sul rispetto la tua scelta/voglio che rimani con me, però mobbastaveramente per fare una citazione non troppo colta.
se si volesse trovare una metafora per spiegare quanto siano stupide e inutili le problematiche adolescenziali quando poi ci ripensi quindici anni dopo, arrivare a te è assolutamente perfetto.
io continuerò eroicamente a seguirlo perché ormai non posso farne a meno e anche un po' perché il ritmo lentissimo delle uscite non lo rende una spesa impossibile da gestire, però sarebbe proprio il caso di darsi una smossa e finire questa serie prima che venga davvero a noia ai lettori.

altra roba che non mi ha entusiasmato troppo è stato l'ultimo volume de la collina dei pesci rossi. avevo deciso di parlarne una volta finita la serie, di scrivere un post dedicato solo a questo titolo, ma non c'è molto da dire, quindi ho preferito includerlo nel post polpettone pieno di roba random. è una storia abbastanza banale e dal finale scontato, resa piacevole solo dallo stile dei disegni, sopratutto quello di alcune illustrazioni veramente molto ben riuscite.
la protagonista della storia è una ragazza così tanto ingenua da rasentare la stupidità, accompagnata dall'immancabile coppia di rivali, due ragazzi che in qualche modo se la contendono: c'è l'amico d'infanzia che la protegge da sempre e l'ultimo arrivato, bello, fascinoso e misterioso.
lei ha un grave problema di memoria dovuto al trauma di un'incidente, l'amico cerca di aiutarla, il fascinoso cerca di approfittarne. indovinate come va a finire?
peccato per la banalità e per il finale un po' troppo affrettato.
non è una serie fondamentale, l'avevo recuperata usata e mi mancava solo l'ultimo volume. la consiglierei solo agli ultrappassionati di folklore giapponese, quelli che pur di vedere la maschera di una volpe si accollano anche un fumetto mediocre.

decisamente più apprezzabile il quinto volume di romantica clock, serie che continua a piacermi e con la quale siamo arrivati già a metà del totale dei volumini (si compone di dieci numeri in totale).
mentre akane sta finalmente imparando a essere un po' più responsabile, a studiare con più impegno per riuscire davvero a entrare seriamente in competizione con suo fratello aoi, lui fa strage di cuori. per una volta non è la protagonista a essere al centro di intricati grovigli sentimentali, ma proprio il suo fascinoso gemello e le sue amiche (e amici!)
questo manga, per quanto indubbiamente sia farcito dei soliti cliché da shoujo, ha sempre qualcosa che lo rende un po' diverso, più originale se vogliamo, nonostante sia comunque una lettura allegra, leggera e senza troppe pretese.
in questo momento, akane, la protagonista della storia, piuttosto che misurarsi, come si vorrebbe, con i primi batticuori, è realmente più preoccupata della felicità dei suoi amici e della realizzazione del suo obbiettivo personale: riuscire a battere il suo fratello, quello che da sempre è stato il genio di famiglia mentre lei faceva la parte della stupida. non ho idea di come andrà avanti la storia e non so nemmeno se pure per lei arriverà il momento di arrossire davanti al bishounen di turno, so solo che questo è uno dei migliori shoujo corali che sto leggendo per il momento. e so che, per una volta, non mi dispiace affatto che l'argomento principale non sia la storia d'amore tra la protagonista e il bello e impossibile della scuola, ma che ogni personaggio abbia il suo spazio, la sua storia, i suoi tormenti e le sue piccole (o grandi) felicità.
lo dico ormai da cinque mesi, questo titolo merita parecchio, recuperatelo! in questo numero poi, alla fine, c'è anche una storia extra, forse un po' banalotta ma in ogni caso carina e piacevole da leggere, dai toni un po' dark. mi piacerebbe che yoko maki disegnasse una storia più lunga con un'ambientazione simile a questa!

un'altra serie che mi sta piacendo parecchio è rere hello, giunta al quinto volumetto e - a quanto pare
- anche questa prossima alla conclusione, annunciata in patria con l'undicesimo numero (se posso dire una cosa che c'entra poco, sono felicissima che dal prossimo volume non ci siano più in copertina i disegni di cibo, mi fanno davvero un po' orrore. so che molti mangofili ritengono il cibo orientale buonissimo, ma a me non ispira particolarmente, anzi, spesso mi fa proprio passare la fame)
qui, a differenza di quanto si diceva sopra per akane, la storia di ririko, dopo un po' di tentennamenti, ha finalmente imboccato la strada per i patemi da primo amore: finalmente si è accorta che minato le piace davvero ma non ha capito che anche lei piace a lui.
insomma, io vorrei che i giapponesi trovassero un modo univoco per dichiararsi, così la finiremmo con tutte queste menate del ma non intendeva di certo "mi piaci" in quel senso che mi fanno diventare pazza. sì bellezza, intendeva proprio quello.
comunque, mentre loro due stanno a fare gli scemi senza riuscire a capirsi, l'odiosa cugina di minato, serina, continua a cercare di mettersi in mezzo perché, almeno lei!, ha capito che i due piccioncini sono a un passo dal e vissero per sempre felici e contenti. cosa che deve sembrare abbastanza chiara pure a kengo, un tale, compagno di scuola di ririko, che ha ben deciso di rubarla a minato, facendo circolare la voce che lui e ririko stanno insieme. il perché di tutto questo ve lo lascio scoprire leggendo il volume, ma di certo questa storia non finirà troppo presto... benedetta ingenuità! sigh!

martedì 16 agosto 2016

il labirinto dei libri sognanti

e ho fatto fuori anche il secondo libro ambientato a librandia (del primo, per chi se lo fosse perso, ho parlato qui), bellissimo, appassionante e... inconcludente.
già.
prima di iniziare il commentino vero e proprio vi avviso: il libro non finisce. o meglio, sì, finisce, ma il finale è talmente brusco che necessita, come spiega l'autore stesso a fine volume, di una continuazione.
moers, continuando a spacciarsi per il traduttore di ildefonso de sventramitis, afferma infatti di aver diviso in due parti, di cui il labirinto dei libri sognanti è il primo volume, l'opera originale.
come dicevo nel post dedicato a la città dei libri sognanti, in effetti pare (dico pare perché non so il tedesco e mi sono arrangiata con il traduttore online per capire cosa c'è scritto sul sito ufficiale dell'autore) che un terzo libro sia in lavorazione, ma non ho idea a quando risalga questa notizia né so adesso se il libro è stato veramente terminato (direi di no, visto che non esiste nemmeno in tedesco, a meno che io non sia riuscita a trovarlo e invece c'è eccome).
bisognerebbe chiedere delucidazioni direttamente all'editore, ma non conoscendo il tedesco blabla, manderò una mail a salani, l'editore italiano di moers, non appena finisco questo post.
se per caso qualcuno che parla tedesco passa da qui e si vuol prendere la briga di scrivere all'editore e/o all'autore e magari anche riferirci l'eventuale risposta, io ne sarei incredibilmente grata .


sono passati duecento anni circa da quando un ancora giovane e sconosciuto ildefonso de sventramitis lasciava librandia in preda a un incendio che l'avrebbe quasi completamente distrutta. nel corso di due secoli, dopo aver raggiunto il successo in tutta la zamonia, il nostro vermicchione si ritrova alle soglie della maturità: famosissimo e veneratissimo, allo sventramitis non resta che riconoscere che ormai, viziato dalla troppa gloria, ha perso l'unza, scrive roba che non arriva minimamente ai primi fasti e vive più di adulazioni per quello che è stato che di riconoscimenti per quello che è adesso.
come era successo duecento anni prima, anche adesso sarà una lettera a spingerlo a partire, ma questa volta non si tratta di un capolavoro di immane bellezza, bensì di uno scritto così noioso e illeggibile che... sembra proprio scritto da lui! finalmente consapevole di come sia riuscito ad arenarsi intellettualmente, ildefonso de sventramitis si prepara al suo ritorno a librandia, per ritrovare l'unza e sopratutto svelare il mistero dietro il piccolo, brevissimo e sibillino post scriptum: il re delle ombre è tornato.

come nel primo libro, il viaggio a librandia, vissuto insieme al protagonista, è avvincente e appassionante, ricco di scoperte a ogni angolo. non mancano nemmeno i momenti nostalgia, quelli in cui incontriamo di nuovo i personaggi che ildefoso, e noi con lui, aveva lasciato duecento anni prima: inazea, lo sbircio e il vermicchione che si è riscattato dal cimitero dei poeti, senza contare alcune... sorprese che non ho voglia di spoilerare!
la scoperta più interessante è sicuramente quella del pupazzismo, ovvero del teatro fatto con pupazzi, burattini e marionette. ma non aspettatevi il solito teatrino per bambini, siamo pur sempre a librandia, e ci sarà parecchio da stupirsi, da conoscere, da meravigliarsi... e ci saranno sempre abbastanza guai in cui cacciarsi.

però, per quanto il ritmo sia serrato come sempre, le vicende interessanti, lo stile avvincente, arrivare alla fine e non avere subito un terzo libro tra le mani è una vera e propria assoluta tragedia.
e quindi? che fare? leggerlo o non leggerlo?
io vi consiglierei di recuperare i romanzi di walter moers in ordine di pubblicazione, cominciando da le tredici vite e mezzo del capitano orso blu e di andare avanti seguendo la lista che ho scritto qui. già a metà del primo romanzo vi innamorerete tanto di questo scrittore da riuscire a superare lo scoglio dell'attesa di un nuovo capitolo dedicato a librandia, ve l'assicuro!
io di sicuro vi aggiornerò non appena (se) salani mi darà una risposta, intanto ho fatto qualche piccolo progresso e ho scoperto che in autunno uscirà un nuovo libro die insel der tausend leuchttürme, che dovrebbe tradursi con l'isola dei mille fari e che esiste - in tedesco - un librone tipo enciclopedia su zamonia (potete vederlo qui). salani ci dirà anche se arriveranno questi titoli in italiano? boh, speriamo.
in ogni caso, se non avete mai letto nulla di moers, avete davvero tanto da recuperare!

venerdì 12 agosto 2016

irene

la cosa più bella dell'avere un blog non è tanto il fatto che hai un blog, che fai - o nel migliore dei casi che sei - il/la blogger, quanto lo scoprire continuamente un sacco di altri blog belli, e dietro quei blog belli persone belle che ti consigliano, direttamente o meno, libri belli.
poco tempo fa ho beccato in rete il blog di una banda di cefali, che si sono portati via il mio cuoricino e hanno contribuito ampiamente ad ampliare (come se ce ne fosse bisogno) la mia wishlist. tra i loro articoli ho letto la recensione di un romanzo a fumetti che ho desiderato immediatamente e che, grazie ai ragazzi di douglas edizioni, sono riuscita a leggere proprio in questi giorni.

come al solito faccio preamboli che non finiscono mai, e mi scordo di dire di cosa si parla.


irene è un breve e intenso romanzo a fumetti scritto, disegnato e colorato da un artista bravissimo che non avevo ancora avuto modo di conoscere, simone prisco.

la storia di irene non segue un ordine cronologico, torna indietro nel tempo e poi fa un salto in avanti, scarta tra un'estate piena di colori e un inverno in bianco e nero, si riempie dell'azzurro e del verde del mare e si accompagna a quella di chi cresce insieme a lei.
nella storia di irene il mare è sempre presente, è quello dei giochi dell'infanzia, dei sogni ad occhi aperti e delle cacce al tesoro, quei tesori che la accompagneranno poi anche da adulta.
come il mare, irene cambia e rimane sempre uguale a sé stessa, si trasforma, diventa un'avventuriera capace di far fronte a una banda di pirati, una ragazza gatto alle prese con il primo amore, una giovane donna che sa ancora emozionarsi davanti alle bellezze della spiaggia della sua infanzia, che sa immaginare come un no possa, dopo tanto tempo, diventare .

simone prisco disegna una storia che è una poesia: veloce, essenziale, intensa, profonda come il mare e come l'amore. ha un tratto sporco che nei disegni a colori diventa meraviglia, le pagine odorano di salmastro e di sole, gli azzurri accecano, i verdi sanno di acqua di mare, le guance rosa di irene sono frutti estivi.
se vi soffermate sulle vignette vi torneranno in mente artisti famosissimi dei secoli passati, dal vestito bianco che ricorda quello della dama con l'ombrello di monet, alla fantasia di una coperta che fa pensare a klimt, alle gote rosate delle donne di renoir.


la storia è veloce ed essenziale eppure non pecca mai di frenesia, anzi, si accorda al significato del nome della protagonista: si respira un'atmosfera di pace, come quella dei caldi pomeriggi tra gli scogli, delle immersioni nel blu brillante, degli ultimi pensieri che arrivano poco prima di addormentarsi.

non conoscevo questo autore ma gli sono bastate le prime tavole di questo romanzo per catturarmi completamente: molto fuori dagli schemi che vanno per la maggiore, dotato di uno stile grafico particolare e suggestivo e di una capacità narrativa davvero notevole.
poesia a fumetti non esiste, ma credo che sia la definizione migliore per questa opera.
mi auguro di riuscire a leggere altro di suo al più presto, e nel frattempo vi invito a recuperare questo graphic novel prima possibile (lo trovate qui) e di approfittare di una gita al mare per godervelo al meglio!

lunedì 8 agosto 2016

la città dei libri sognanti

sono più o meno miracolosamente riuscita a non sciogliermi.
questi giorni sono insopportabili e non solo per il caldo, sembra che l'universo cospiri contro di me per non farmi riuscire a fare nulla di costruttivo: non riesco a portare a termine nessun progetto, non riesco neanche a mettermi davanti al pc senza ridurmi a saltellare da una pagina all'altra senza un vero obiettivo e senza concludere nulla, ritrovandomi alle quattro del mattino a leggere trame di film o descrizioni di malattie su wikipedia. senza ovviamente ricordare come sia riuscita ad arrivarci.
l'unica cosa che mi riesce di fare è leggere. sto leggendo un sacco di libri in questi mesi, cosa che non facevo più da parecchio tempo. un mese fa - circa, ma non fidatevi, io non ho assolutamente il senso del tempo, non capisco quando passano dieci minuti o una settimana - ho comprato, tra gli altri, l'unico libro di walter moers che non avevo recuperato ancora.
sempre ricordandovi che non riesco a capire quanto tempo passi, penso di poter dire con buona certezza che ho letto i libri di moers durante il periodo del ginnasio/liceo, quindi i primi anni duemila. il libro che ho recuperato è il labirinto dei libri sognanti, sequel de la città dei libri sognanti.
manco a dirlo, appena ho iniziato a leggere le prime pagine mi sono resa conto che non mi ricordavo nulla del libro precedente. così l'ho tirato fuori dalla libreria e mi ci sono letteralmente tuffata dentro.


sì perché quando leggi un libro di walter moers non è che leggi un libro, ti ritrovi più che altro a compiere insieme ai suoi protagonisti viaggi incredibile nell'altrettanto incredibile - e meraviglioso - mondo di zamonia. il primo libro che lessi, le tredici vite e mezzo del capitano orso blu (che rileggerò perché qui non ne ho mai parlato e voglio farlo assolutamente), mi trascinò talmente tanto dentro la storia che finii di leggerlo tutto in una sola giornata, praticamente me lo portavo dietro pure quando andavo a fare pipì. non puoi staccare gli occhi una volta che cominci a leggere.

moers è un genio assoluto per quello che mi riguarda. ha creato zamonia, un mondo in cui tutto è possibile tranne la noia, ha dato vita a personaggi indimenticabili e tanto vero quanto improbabili, ha creato uno stile tutto suo, un modo di scrivere che rende la lettura dei suoi racconti un'esperienza unica. la scrittura di moers è un vero e proprio monumento alla fantasia e all'arte di raccontare storie.
è stato ghettizzato nel reparto letteratura per ragazzi ma, fatevi un favore, non fate caso alle etichettature, non perdetevelo.

la città dei libri sognanti è il quarto romanzo ambientato a zamonia, ma niente paura, anche se non avete letto i tre precedenti (le tredici vite e mezzo del capitano orso blu, ensel e krete e rumo e i prodigi dell'oscurità) non avrete comunque nessuna difficoltà a seguire la trama. anzi, forse la sorpresa di trovarvi a zamonia sarà ancora più grande.

in questo libro, moers si firma come traduttore dallo zamonico e illustratore dei primi due capitoli della biografia in venticinque volumi, diario di viaggio di un dinosauro sentimentale, di ildefonso de' sventramitis, autore e voce narrante - ovviamente - della storia.

ancora giovanissimo, ad appena settant'anni circa, ildefonso de' sventramitis si ritrova al capezzale del suo padrino poetico, danzelot lo spaccasillabe, ormai morente. il vecchio vermicchione lascia allo sventramitis un manoscritto di così rara bellezza da averlo indotto a fermarsi dopo il primo libro, sicuro di non poter scrivere abbastanza bene, e chiede al suo giovane pupillo di recarsi a libraria, dove lo stesso danzelot aveva mandato il talentuosissimo scrittore, per cercare quell'individuo di cui danzelot non conosce nemmeno il nome.
senza più il suo padrino poetico e con una disponibilità economica parecchio ridotta, ma con il più sensazionale manoscritto di tutti i tempi in tasca e con la voglia di realizzare l'ultimo desiderio di danzelot, il giovane e ancora sconosciuto (*) ildefonso parte da forte vermicchio, quella che fino ad adesso era stata la sua casa (forte vermicchio è la patria di tutti i vermicchioni, ovviamente) per recarsi a librandia.

librandia è la città più strana che possiate immaginare, il più pericoloso dei paradisi per chiunque ami la letteratura e i libri: tutto, a librandia, si basa sul mercato dei libri, sulla lettura, sulla scrittura, sull'editoria eccetera: la città è piena di botteghe di antiquariato libresco, di editori, di agenti letterari, ma anche di tipografie, di cartiere, e a essere più precisi anche i ristoranti, gli alberghi, le trattorie, tutto insomma, si presenta rimandando sempre al mondo dei libri.
spaesato e senza nessuna traccia da seguire, ildefonso conoscerà alcuni personaggi singolari, che saranno fondamentali per lo svolgersi della vicenda: giromilò lo sbircio e inazea anazazi, un tenebrone (i tenebroni sono creature intelligentissime dotate di più cervelli che pensano meglio immersi nell'oscurità) e una shokkia (una bruttissimissima razza di streghe capaci di fare predizioni, ma non sono mai prese troppo sul serio), entrambi antiquari ed entrambi per nulla interessati a dare una mano al nostro vermicchione. e poi claudio ariarpista, un cinghialoide che, nonostante non sappia valutare il valore di un'opera, fa l'agente letterario. e infine - almeno per il momento - phistomephel smeik, uno squalombrico, estimatore di libri e proprietario della più grande, ricca e preziosa biblioteca di librandia.
nonché la fonte di tutti i guai di ildefonso de' sventramitis: letto il manoscritto che il giovane vermicchione gli ha mostrato per cercare di rintracciarne l'autore, il perfido, viscido e odiosissimo smeik, dopo aver rivelato i suoi piani folli e malvagi (che prevedono un mercato libresco saturo di prodotti di bassa qualità e per questo vendibili. non so se vi ricorda qualcosa...), avvelena il nostro e lo sperde nelle profondità del terribile labirinto delle catacombe di librandia, un luogo pericolosissimo, pieno di mostri leggendari e creature abominevoli, regno dei cacciatori di libri, loschi figuri pronti a tutto pur di mettere le mani su qualche tomo raro e ben quotato.
se state pensando eh ma clacca sei una stronza, ci hai spoilerato tutto così, state tranquilli: questo è solo l'inizio! avrete modo di seguire il giovane sventramitis per il viaggio più assurdo e pieno di pericoli che possiate immaginare, un viaggio in cui incontrerete personaggi indimenticabili come i librovori tremendi e colofonio lucorumido, scoprirete leggende spaventose, come quella sul re delle ombre e imparerete che a zamonia i libri possono davvero essere pericolosi!
e, tranquilli, non vi ho spoilerato proprio nulla di più di quello che potete trovare in giro cercando qualche informazione sul libro (non andate su wikipedia che lì sì che è pieno di spoiler!)
insomma, in questo romanzo ci sono così tante idee, e tutte così geniali, che qualsiasi altro autore le avrebbe usate per scrivere almeno sei romanzi diversi. ma non moers. lui sembra avere la mente così piena da dover immediatamente buttarle sulla pagina. per dirla alla sventramitis, è davvero toccato dall'unza! e il lettore non può fare altro che rimanerne incantato e seguire la vicenda dalla prima all'ultima pagina.

meravigliose le illustrazioni (qui sotto un ritratto dello sventramitis duecento anni dopo l'avventura narrata ne la città dei libri sognanti), sempre opera dell'autore che in germania è famoso anche come autore di fumetti, mentre qui in italia non abbiamo mai visto nulla di questa parte della sua opera. ed è davvero un peccato!


(*) è noto a chiunque conosca i romanzi di moers che ildefonso de' sventramitis è uno dei più grandi, importanti, conosciuti e apprezzati - nonché prolifici - scrittori di tutta zamonia.

un piccolo ps: sul sito zamonien.de, il sito ufficiale dello scrittore dedicato ai romanzi ambientati a zamonia, mi sembra di capire (è tutto in tedesco, quindi mi affido a google translator, per quanto inaffidabile sia) che sia in corso d'opera un romanzo che potremmo tranquillamente collocare come terzo capitolo della saga di librandia, ovvero il castello dei libri sognanti.
girellando su internet ho trovato pochissime informazioni e tutte risalenti allo scorso anno, per cui credo ci sarà parecchio da aspettare prima di tornare a leggere qualcosa di nuovo.
nel frattempo, vi invito a recuperare i romanzi pubblicati in italia (tutti da salani), promettendomi di rileggerli tutti e parlarvene anche qui:
- le tredici vite e mezzo del capitano orso blu
- ensel e krete, una storia di zamonia
- rumo e i prodigi dell'oscurità
- la città dei libri sognanti
- l'accalappiastreghe
- il labirinto dei libri sognanti
e il libro non-zamonico, folle viaggio nella notte.

lunedì 1 agosto 2016

akagami no shirayuki hime ~ season 2

ho fatto la solita overdose di anime, un po' per colpa del fa troppo caldo per vivere, un po' perché sono in astinenza di manga e mi ci vorrà ancora un po' prima di riuscire ad andare in fumetteria, ma sopratutto perché mi sta veramente logorando i nervi questa storia dei diritti del manga da cui è tratta la serie, che si sa da quasi un anno che non sono più di j-pop ma non si ha idea di chi li abbia comprati. dobbiamo davvero aspettare fino al prossimo lucca comics per scoprirlo? sigh...
comunque sia, in un giorno e mezzo (più che altro in una notte e mezza giornata...) mi sono scodellata la seconda stagione di akagami no shirayukihime (della prima stagione ne ho parlato qui).

seconda stagione che mi è piaciuta moltissimo, non fosse stato per il finale che... non finisce un bel niente! i presupposti per una terza serie ci sono tutti, il materiale credo pure - il manga è arrivato al sedicesimo volume ed è in corso - ma ancora non c'è nessun annuncio.
praticamente questa è la serie dei rosicamenti. da anni.

parlando dell'anime: la storia continua da dove si era interrotta la prima stagione e aggiunge un sacco di nuovi elementi, nuovi personaggi e nuovi sviluppi che non ero neanche riuscita a immaginare.
dai pirati (!) alla scoperta delle origini di shirayuki, passando per lo stravolgimento totale della figura di raji di tanbarun (ve lo ricordate il cattivone per colpa del quale ha inizio l'avventura di shirayuki?). shirayuki e zen continuano a crescere, sempre insieme ma sempre senza dimenticare ciascuno il proprio obiettivo. da questo punto di vista sono una coppia davvero bellissima, forse una delle meglio riuscite delle serie shoujo che ho letto/visto ultimamente: si amano ma non sono morbosamente dipendenti uno dall'altra (e sopratutto una dall'altro). quello che però mi fa impazzire di questi due è la sindrome da kimi ni todoke (chi legge il manga sa di che parlo, per gli altri intendo dire che sono imbranati come due spugne marine, per un bacino dobbiamo sorbirci ore di sviolinamenti, facce arrossate, occhi imbarazzati e vocine tremolanti... e basta adesso, dai!), però continuano a piacermi nonostante tutto.
anche se ammetto di aver fatto il tifo per obi per buona parte della serie. mi spiace per zen, ma personalmente obi mi piace molto di più. quello che ho ammirato in lui, in questa serie ancora più che nella prima, è la sua devozione fedele e la sua amicizia sincera nei confronti di zen e di shirayuki: è cotto di lei, e questo è chiaro, ma non da spazio a questo sentimento non tanto per la squallida idea che la donna è di proprietà del capo e su questo non si discute, ma perché per lui è veramente importante l'equilibrio del gruppo e il rispetto dei sentimenti di shirayuki. dopo questi dodici episodi , in cui si vede anche un piccolo flashback che riguarda il suo passato, si è guadagnato il titolo di mio personaggio preferito della serie

il livello qualitativo dell'animazione è medio-alto, esattamente come nella prima serie, non ci sono tempi morti, non ci sono filler inutili, non ci sono personaggi-macchietta.
c'è solo una miniclacca dentro di me che piange e batte i pugni per avere subito la terza serie!