lunedì 7 marzo 2016

anomalisa

anomalisa è un film che mi ha sconcertata moltissimo.
ci tengo a precisare che quella che segue non sarà una recensione, non lo sono mai e questa lo è meno delle altre volte, ma solo una serie di riflessioni che questo film ha generato nel mio cervellino, tanto che ho dovuto abbozzare tutto in piena notte, avevo decisamente bisogno di parlarne.
mi aspettavo qualcosa che mi illuminasse sul senso della vita, che mi aprisse la mente a verità nuove, che mi mostrasse qualcosa di più sulla natura umana. o forse mi aspettavo solo un film che riuscisse a nobilitare l'essere umano.


*attenzione, spoiler!*
invece di nobilitante non c'è nulla. michael stone non è un eroe, è un normalissimo uomo solo, stanco e annoiato da un successo di poco conto, un autore di manuali letti da una fascia di persone presumibilmente parecchio povere da un punto di vista letterario e intellettuale.
un uomo che ha alle spalle una banalissima moglie con la quale non ha dialogo, un figlio a cui non importa nulla di lui se non che gli porti un regalo come souvenir dal suo viaggio di lavoro e una ex-fidanzata mollata senza motivo alcuno.
michael non è giovane, non è bello, ha il vizio del fumo e dell'alcol. si trova in una città diversa e non ha nessun interesse a provare a viverla, fosse anche per un giorno.
michael stone è un uomo come tanti, una persona che mi viene da definire grigia, che si può detestare con la facilità con cui vien voglia di schiacciare uno scarafaggio.
il suo modo di rapportarsi alle persone non ha nulla di straordinario, neppure di interessante. un uomo gli tiene la mano in aereo perché ha paura di volare e non c'è la moglie a fargli compagnia come al solito, l'addetto alla reception in albergo è gentile con lui solo per dovere, il fattorino solo per la mancia. l'ex-fidanzata accetta di rivederlo per cercare di capire perché è stata mollata, quando lui invece vorrebbe solo un po' di compagnia a letto durante la notte, nessuna voglia di instaurare un rapporto o di recuperare quello che c'era, emily e lisa si lasciano abbordare solo perché sono sue fan, lisa si fa portare a letto da lui perché perché no?.
ci sono intere scene create ad hoc per sottolineare la banalità e anche lo squallore della vita di michael, come il tizio nel palazzo di fronte che si masturba davanti al pc, o l'interminabile pisciata appena rimane solo in stanza, il discorso vuoto che cerca di ripetere senza credere davvero a quello che dice.
anomalisa insomma è un riuscitissimo film su come sia facile rendere la propria vita brutta, squallida e banale: michael stone è l'esempio perfetto di uomo mediocre, squallido e banale.
cos'è allora lisa, l'anomalia di cui parla il film?
michael la riconosce come l'unica, oltre a lui, dotata di un'individualità. in qualche modo se ne innamora, o forse si convince di farlo. passa con lei una delle notti di sesso più mediocri della storia del cinema (e mi auguro anche di quella delle stanze da letto reali) per poi, l'indomani mattina, cominciare a farsi annoiare da lei, a lasciarsi infastidire e a cominciare a perdere di vista la sua specialità che l'aveva conquistato poche ore prima: lisa perde il suo carattere di anomalia, diventa una fra i tanti, una di tutte quelle persone di cui a michael non importa assolutamente nulla, una di quelle persone che non ha, ai suoi occhi, neppure un volto o una voce riconoscibili.


ora, io questa faccenda dei visi e delle voci tutte uguali, non la interpreto come sintomi di una patologia neuropsichica (il riferimento alla sindrome di fregoli l'ho scoperto grazie a bolla), ma come una simbolizzazione del modo in cui michael stone vede li altri: un'informe, indistinguibile fiumana di gente anonima, poco interessante e quasi fastidiosa; nessuno lo stupisce, nessuno lo attrae, nessuno lo fa stare bene o semplicemente lo fa sentire meno solo. tutti sono la gente, e la gente è lì pronta ad adularlo e amarlo e sopratutto ad annoiarlo, o meglio ad amare e ad adulare il michael-autore-di-manuali. forse a causa del suo successo di scrittore, forse per semplice incapacità di empatia, lui in qualche modo si sente migliore degli altri e superiore a loro (il sogno è molto illuminante su questo argomento).


a un certo punto, nell'albergo in cui alloggia, incontra lisa. lei è l'unica, oltre a lui, ad avere un'identità: il solo modo in cui posso interpretare tutto questo è che in realtà non si tratta di niente di meno che di una cotta bella e buona: non ci innamoriamo forse di chi reputiamo diverso, speciale, unico in mezzo all'immane carnaio di esseri umani di cui poco ci importa e che non ci danno assolutamente nulla se non il fastidio della loro presenza? la persona che amiamo di solito non la amiamo perché è oggettivamente più bella, più intelligente, più sicura di sé, la amiamo in quanto l'unica e la sola a rendere la nostra vita migliore. lisa è così: non è bella né affascinante o intelligente, è speciale e questo basta. ma dopo poche ore perde la sua unicità e anche lei acquista l'aspetto e la voce di tutti gli altri, ma non per colpa sua, lei non fa nulla di male, è michael a proiettare su lei la sua visione del mondo e - nella sua mente - a renderla colpevole di essere come tutti.


in un arco di poche ore, la storia di michael e lisa riassume il dramma dell'amore che finisce, della passione che si spegne, della caduta, irrevocabile, di quel velo che ci porta a vedere l'altro come l'unica e fondamentale presenza che possa farci accantonare il disagio della solitudine.
banale per quanto possa sembrare, credo che tutto possa riassumersi con l'abusatissima la felicità è dentro di te: non sono gli altri che possono renderci la vita migliore, è il nostro atteggiamento nei confronti del mondo che determina come vediamo il mondo.
il discorso di michael è forse la parte in cui si svela al meglio il dramma interiore di quest'uomo detestabile: scovare in ognuno ciò che lo rende unico, rendersi conto che ogni persona ha una storia, ha sofferto, ha vissuto. sembrerebbe banale anche questo, e lo è, al punto che a dirlo è un uomo che non riesce a vedere in chi lo circonda solo lo stesso, anonimo, volto.
michael non è attorniato esclusivamente da persone inutili e tutte uguali. michael non è paranoico né ha altre strane malattie neurologiche o psicologiche: è solo tanto grigio dentro da vedere anche anche gli altri ingrigiti, inutili, uguali, sostituibili, insignificanti, anonimi, è incapace di costruire legami, per non parlare delle relazioni affettive.

un piccolo dettaglio che reputo importante: le luci del film sono sempre fioche o artificiali, i colori poco saturi, gli ambienti claustrofobici. è tutto, letteralmente, grigio, tranne nel momento finale in cui guardiamo la realtà con gli occhi di lisa: luci e colori cambiano e finalmente possiamo prendere un sospiro di sollievo.

tecnicamente ineccepibile: realizzato - come sapete già da mesi, perché praticamente prima che uscisse il film sapevamo di più su come era stato fatto che di cosa trattasse - in stop motion con una cura incredibile dei particolari, la sensazione che da vedere questi pupazzetti (argh! l'ho detto!) recitare come attori reali è straniante: da un lato, l'effetto è molto realistico, dall'altro tutto ciò enfatizza l'atmosfera da incubo a occhi aperti che vive michael e noi con lui, cosa a cui, come ho detto sopra, contribuiscono fotografia e regia.

in definitiva un film sicuramente da vedere, bello e profondo, ma - almeno per me è stato così - diverso da quello che i trailer ci avevano lasciato intuire.

2 commenti:

  1. Sono contenta di aver letto questa tua "recensione". Cercavo da tempo pareri su questo film, il trailer mi aveva incuriosita e mi ha dato l'impressione di avere davanti qualcosa di strano. Mmm ...ora come ora non so se lo guarderei, questo mondo visto dagli occhi del protagonista sembra davvero angosciante o.o

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    1. diciamo che di certo in anomalisa non si idealizza nulla, è tutto molto nudo&crudo. però è un film che vale la pena di vedere secondo me!

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