sabato 29 giugno 2013

persepolis

e finalmente riesco a tornare. non che mi sia assentata per mancanza di tempo, bensì per mancanza di entusiasmo, tra lavori che durano quattro giorni e poi arriva il licenziamento e gente che fa di tutto per assassinare qualsiasi entusiasmo derivante dall'idea di una nuova proposta.
al momento quello che ho in testa è di riesumare qualche vecchio libro del liceo (cerco disperatamente il mio geymonat che la madre ha deposto in qualche luogo inaccessibile nel camerino, lì dove se non sei almeno un metro e sessanta e non sai arrampicarti su una scaletta non puoi neanche avvicinarti) e voglio andare a fare fotografie in giro, giusto per il gusto di creare qualcosa di bello.
innumerevoli sono gli sguardi scettici e gli sbuffi di noia.
ma non è di questo che voglio parlarvi.

come dicevo nello scorso post, le ultime letture non mi hanno per nulla entusiasmata.
ma ho finito un paio di giorni fa persepolis, e anche se non mi ha fatto gridare di gioia, di certo mi ha lasciato sensazioni e giudizi decisamente positivi.

la prima opera a fumetti di marjane satrapi è anche la sua autobiografia. persepolis racconta la storia di marjane dalla sua infanzia fino all'età adulta, ricoprendo una quindicina di anni dell'autrice stessa, e narrandoci al contempo le vicende storie dell'iran, la sua trasformazione da monarchia a repubblica teocratica e sopratutto la rivoluzione islamica e le pesanti restrizioni sociali imposte dal fanatico nuovo sistema di governo religioso.

da bambina nata in una famiglia di progressista, che tenta di comprendere il difficile e contraddittorio mondo degli adulti, che si lascia trasportare da ideali che lei stessa non comprende ancora fino in fondo e che si affida la notte tra le braccia del suo amico dio, dello stupore e dell'accettazione dello stato di guerra, con tutto quello che comporta, marjani cresce in un paese in cui ogni cosa può essere vista come un errore che porta al rimprovero, al castigo, anche alla prigionia e alla morte.
l'accettazione sconcertata degli anni dell'infanzia lascia posto poco per volta alla rabbia dell'adolescente ribelle, che sogna l'occidente come il paradiso dorato della libertà, con la sua musica punk e le sue donne libere di vestirsi e truccarsi come preferiscono.
gli anni della guerra però non accennano a portare alla gente la dolcezza dell'annuncio della fine delle ostilità, e la società, sopratutto nei sistemi educativi, diventa sempre più rigida.
marjane, che ha frequentato il liceo misto francese per anni, si ritrova nelle scuole dove ragazzi e ragazze stanno in aule separate, dove persino le scale sono separate per evitare sguardi e contatti non conformi alle leggi morali, dove ogni giorno le lezioni sono interrotte dalle preghiere e dai lamenti per la morte dei martiri.
impossibile per lei non controbattere alle assurde imposizioni degli insegnati, cosa che convince presto i genitori a mandarla a studiare in austria, per tenerla fuori dalla guerra e per permetterle di crescere senza diventare una sposa sottomessa prima dei vent'anni, priva di esprimersi, pensare e ragionare.

marjane, da ragazza ribelle e progressista in iran, si ritrova a essere una conservatrice in europa. le abitudini dei ragazzi della sua età le sembrano folli e sterili, vuote ostentazioni di una ribellione insensata. ribellarsi contro cosa? verso i genitori, che dovrebbero essere i primi ai quali dare rispetto e amore?
la libertà sessuale in qualche modo la scandalizza e le droghe, che all'inizio la spaventano, diventano il pane quotidiano durante la sua rapida discesa nella depressione.
estranea nel suo paese, nel quale non riesce ad adattarsi ancora una volta per colpa delle leggi morali troppo rigide e insensatamente severe, estranea in europa, nella quale è e rimane un'immigrata nostalgica che non riesce ad ambientarsi fino in fondo.
arrivata al limite in austria, senza più casa, senza amici, con tante delusioni alle spalle, si riduce a vagabondare fino a quando una bronchite non la fa risvegliare in ospedale e la convince a ritornare a casa.
lì la situazione si complica. se il troppo liberismo europeo la destabilizzava, le restrizioni morali e comportamentali del suo paese rendono l'esistenza sempre più difficile.
le feste sono proibite, lo studio all'università, in arti grafiche e plastiche, è reso difficilissimo dall'impossibilità di usare dei modelli svestiti. il solo modo per andare avanti è nascondersi dai controlli, con le feste clandestine o con le sessioni di studio private, dove ognuno a turno fa da modello agli altri, con il tacito consenso di professori che non hanno il coraggio, né le ragioni, di manifestare apertamente il loro consenso nei confronti dei ragazzi. per marjane arriva anche l'amore, e il rapporto tra lei e reza è sottoposto ai controlli continui per strada, dove una coppia non può mostrarsi insieme se non è pronta a dimostrare il matrimonio o una parentela molto stretta, è costretto a consumarsi nelle rispettive abitazioni, senza libertà nè serenità.
il solo modo per ufficializzare il loro status di coppia è ovviamente il matrimonio, che però rovinerà il loro rapporto conducendoli ben presto al divorzio, al seguito del quale marjane tornerà di nuovo in europa.


il resto della storia non viene narrato, ma sappiamo che l'autrice vivrà fino a oggi in francia dove lavora come illustratrice e autrice di fumetti.

quello che colpisce in persepolis è la mescolanza eterogenea eppure riuscitissima della componente intima e autobiografica con quella meno emozionale del racconto storico delle vicende dell'iran.
la satrapi non si perde in autocommiserazioni neanche quando ci parla dei periodi più neri della sua vita, i bombardamenti giornalieri, la morte degli amici cari, la disillusione nei confronti di dio, la depressione, e neanche ci annoia con impersonali elenchi di eventi storici per farci sapere cosa successe in iran da quando lei ha memoria.
con la calma e la consapevolezza di chi ha assimilato e accettato la sua storia difficile, la satrapi la racconta in modo esaustivo e mai morboso, emozionante e mai melodrammatico, accostando alle frasi scarne e spesso lapidarie, disegni di grandissima forza espressiva, fatti di linee grosse e nette, campiture larghe e pesanti, segni a volte quasi stilizzati e fortemente eloquenti nelle loro forme quasi primitive. potente e comunicativo, il disegno della satrapi è concettuale e indescrivibilmente poetico, sopratutto quando si associa ai racconti della sua infanzia, per diventare sempre più descrittivo quando si ritrae nel passato più recente.
proprio nel suo stile grafico e in quello narrativo, all'apparenza così semplici e lineari, si nasconde la forza dirompente ed espressiva di un'opera fortissima e poetica.

lunedì 24 giugno 2013

post poco interessante sulle ultime letture poco interessanti

sono stati giorni di totale mediocrità. io non so, forse sono fissata, ma mi guardo attorno e mi sembra che tutti abbiano una vita interessante e divertente e piena di robe da raccontare. e nel frattempo mi sembra di sprofondare sempre di più nel baratro di cosa mi racconti di bello? no beh niente.
neanche le letture mi hanno consolata, forse sono io che sto davvero scazzata, ma non ho beccato nulla di memorabile, niente che mi abbia risvegliata un po' dalla noia e dai cattivi pensieri.
bah.
vi faccio una carrellata veloce di tutta questa noia.

vacanze in villa di madeleine wickham.
lo sapete, io ormai amo alla follia la kinsella.
eppure.
questo romanzo mi ha lasciata un po' così, con quel senso di è tutto qui? alla fine che non è che sia proprio il massimo per un libro.
due famiglie si ritrovano a dover condividere la stessa villa per le vacanze, grazie al simpaticissimo scherzo del tipo che li ha invitati. chloe, che si suppone sia una sarta, o una stilista, o qualcosa di non meglio identificato, con il suo compagno philip, che è (giustamente) costantemente depresso per via del lavoro che potrebbe scomparire da un momento all'altro e i suoi due figli, il sedicenne sam e il piccolo nat, trattati più o meno come cactus sullo sfondo.
dall'altra parte c'è hugh con la sua famiglia, le due odiose e ancora più cactus sullo sfondo bambine e la moglie snob, antipatica e acida, amanda, con tanto di babysitter semitossica e rasta, jenna.
considerando che la villa è enorme, non ci dovrebbero essere più di tanti problemi, non fosse che hugh e chloe stavano insieme circa quindici anni prima del gioioso incontro. e che si erano lasciati per la paura di lui di dover crescere il bambino di lei, sam, che all'epoca non aveva neanche un anno.
ci sarebbero gli elementi per una bella commedia scoppiettante e divertente, invece ci accontentiamo di una squallida sequela di debolezze e mediocrità.
di sciatteria nella vita ce n'è abbastanza anche senza doversela cercare nei libri.

la casa stregata di howard p. lovecraft.
io del maestro indiscusso dell'horror non avevo mai letto niente, questo libretto mi sembrava un buon modo per cominciare. ma vi assicuro che è anche un buon modo per terminare.
escludendo l'insopportabile sovrabbondanza di termini come orribile, mostruoso, tremendo, spaventoso e frasi tipo abisso di terrore, baratro di orrore eccetera, direi tranquillamente che le occhiaie del risveglio fanno molto più spavento. due racconti noiosissimi, che non danno neanche un briciolino di tensione, che si capisce tutto fin dalla seconda riga.
inquietanti morti di chissà cosa che lanciano maledizioni su chi abita in una certa casa e misteriose sette pagano-sataniche che mangiano (forse) bambini e fanno altre minchiate di riti poco credibili.
insomma, una vera e propria schifezza.
mi spiace signor lovecraft, non so cosa ci trovino nei tuoi libri, ma sono davvero noiosi. se devo leggere qualcosa di ansiogeno preferisco il bugiardino della tachipirina, mi mette più paura.

namida usagi 9 di ai minase.
ok, a me questo manga mi è piaciuto tanto fino ad adesso. ma di questo volumetto, davvero!, non se ne poteva sentire il bisogno.
non succede nulla di nulla, a parte le più stupide paranoie da liceali giapponesi da shoujo manga.
la fotografa che ci prova con narumi continua a provarci con narumi, momoka vorrebbe che lui stesse lontano da lei però non glielo dice, anzi, lo incoraggia a fare il modello e amano che continua a fare lo zerbino deciso a togliersi il fango delle pedate da dosso per confessare i suoi sentimenti a momoka, come un idiota che si butta senza paracadute dritto verso una distesa di spuntoni di roccia.
capitoli extra alquanto imbarazzanti per la totale inutilità, spero proprio che con l'ultimo volumetto si ritorni in carreggiata, è stata una lettura troppo carina per devastarla alla fine.

i love tiffany di marjorie hart.
anche qui, mi aspettavo di più.
è una sorta di racconto-diario dell'estate del '45 vissuta da due ragazze dell'iowa come commesse fattorino da tiffany. qualche dettaglio sulla guerra, qualche altro sulle storie d'amore, pochissimo sulle amiche, meno ancora - che cazzo! - su tiffany
. più
lo guardo, meno riesco a ricordare esattamente cosa c'è dentro tutte queste pagine.
non è che sono proprio io dell'umore sbagliato?

cosa mi metto oggi? di fifi lapin.
anche questo librino qui, tanto desiderato, è stato abbastanza deludente. mi aspettavo più disegni, ecco. insomma, è quello il motivo per cui l'ho comprato. carini i consigli di fifi, veramente scoccianti le interviste. insomma, se voglio qualcosa del genere mi compro elle o vogue.
beh, di certo non comprerò l'altro libro della cara coniglietta, a meno che non abbia prova provata che sia diverso da questo qui!

insomma, un sacco di tristezza. spero che l'estate porti qualcosa di meglio. adesso ho iniziato persepolis e devo dire che finalmente mi trovo tra le mani qualcosa di veramente meritevole.
spero di parlarvene presto!

domenica 23 giugno 2013

annuncio annuncio! ofelia di giulio macaione per comma22!

finalmente, dopo aver tanto desiderato di leggere la notizia, è arrivata! ofelia di giulio macaione verrà pubblicato in cartaceo dall'editore comma22!


la notizia è stata data da radio kiss kiss e sulla pagina del gruppo fb dedicato a ofelia, e io l'ho letta stamattina sul blog del buon hermès.
Ofelia non è strana soltanto fisicamente, ma è anche un po' borderline: parla con la propria ombra ed ha un gatto-camaleonte. Vive in una grande casa appartenuta alla defunta nonna, una famosa illustratrice di libri per ragazzi. L'abitazione ha però qualche segreto: lo studio della nonna, infatti, è stato chiuso per suo stesso volere e nessuno sa dove si trovi la chiave. La vita di Ofelia procede serenamente, nonostante qualche battibecco con il suo fidanzato, Oscar, finché, un giorno, arriva Jake, un misterioso studente inglese... Dal disegnatore di "The Fag Hag" e "Innamorarsi a Milano", una nuova serie a fumetti che saprà sicuramente conquistarvi.
(la trama di ofelia è stata presa dalla pagina del gruppo fb)

ovviamente il volume conterrà i capitoli già pubblicati on line sul sito di renstudio, quelli mancanti della serie, delle pagine extra e delle illustrazioni inedite. e c'è anche la notizia di nuove sorprese in arrivo...
la curiosità dovrà rimanerci fino al prossimo lucca comics&games, durante il quale verrà presentato in anteprima il volume. visto che so già che io non ci sarò, se qualcuno vuole spedirmi una copia, magari con un disegnino, si faccia avanti!

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se qualcuno si fosse chiesto in questi giorni dove sono sparita... beh, come al solito, sono riuscita a trovare lavoro il 20 giugno, quando a palermo si sfiorano quasi ogni giorno i 40°, e per giunta ci sto più di un'ora ad arrivare lì, camminando felicemente sotto il sole e sull'asfalto rovente (sono riuscita a ustionarmi i piedi. con i sandali, ovvio.)
si tratta del solito call center, dove lavoravo l'estate scorsa e anche quest'anno durerà poco, visto che la partenza si avvicina e finalmente potrò provare a rilassarmi un po', cosa che in questi giorni, per il lavoro e per altri motivi meno ameni, è davvero impossibile.
ho delle robe di cui parlarvi, ma nulla che mi abbia più di tanto entusiasmato, quindi al massimo aspettatevi in settimana un megapost riassuntivo delle ultime letture, sempre che io non esploda o mi sciolga prima.
nel caso in cui dovessi sparire, vi lascio i miei saluti adesso, giorno 3 si parte e non sono sicurissima che a ischia avrò la connessione. forse sì...
se vi va, seguitemi su instagram, che è la roba che aggiorno più di frequente!

sabato 15 giugno 2013

sunny 1








sunny non è un manga di cui è facile parlare. perché è un manga che comunica più con le immagini che con le parole. quindi potrei anche fermarmi qui. ma.

la storia inizia con l'arrivo di sei all'istituto hoshinoko, una sorta di orfanotrofio dove vivono bambini orfani e abbandonati, gli adulti che se ne occupano e un cane. nel giardino dell'istituto è parcheggiata una vecchia nissan sunny, un auto fuori uso che i bambini usano per giocare.

la storia sono le storie dei bambini che vivono lì e lo scorrere dei giorni, tra le avventure immaginate e quelle vissute. i litigi, la paura dell'abbandono, la rabbia, i sogni, i giochi.

sunny è una di quelle opere dove quello che conta non è il cosa ma il come. ed avendo io una predilezione per i come ben fatti, l'ho trovata meravigliosa. senza bisogno di troppe parole.

lunedì 10 giugno 2013

arrivare a te 9 e strobe edge 9

in vista dell'ormai prossima partenza, questo mese il fumettaro non mi vedrà nemmeno. in compenso sono riuscita a recuperare un paio di cose in edicola, e credo proprio che saranno i soli acquisti fumettosi del mese. prima di parlarvi dei fumetti però, vi spammo l'altro blog - (ancora)unanuvola -  passateci ogni tanto che lo sto riempiendo di fotografie e so che a qualcuno di voi che passa da qui piacciono le foto!

cominciamo subito con arrivare a te! il nono volumetto, se non avete visto l'anime e quindi non conoscete già la storia, è una tortura psicologica. se non l'avete ancora letto siete avvisati.
oh beh, a ben pensarci tutto questo manga è una tortura psicologica!
le paranoie di sawako e kazehaya sono arrivate al punto tale che i due hanno seri problemi a decifrare la realtà, al punto di convincersi dell'esatto contrario di quello che palesemente succede davanti ai loro occhi. prima di chiedere una perizia psichiatrica per i due, fate un respiro profondo e *attenti agli spoiler!*
kento è perfettamente riuscito a fare il lavaggio del cervello a sawako, cosa non troppo difficile, a quanto pare basta dirle che gli asini volano e lei rimarrà ore a fissare il cielo.
con poche stupidissime parole è riuscita a convincerla che kazehaya l'ha trattata bene solo perché le faceva pena, e che adesso che lei è riuscita a integrarsi nella classe potrebbe smetterla di dargli fastidio, che lui non è minimamente interessato a lei e che in ogni caso lui, kento, è disponibilissimo ad accettare le simpatie, e non solo, della protagonista.
sawako, invece di dargli la tanto meritata ginocchiata in mezzo alle gambe, si mette a piangere, sconvolta all'idea di allontanarsi da kazehaya. il problema di questa donnina è che prende come oro colato qualsiasi cosa senta pronunciare da chiunque. la possibilità di dire no, fatti i cavoli tuoi, stronzo! non le passa neanche per l'anticamera del cervello.
ma siamo in uno shoujo manga, e ovviamente alla scena della fanciulla in lacrime davanti a un ragazzo segue necessariamente la scena dell'eroe senza macchia e senza paura pronto a pestare a sangue il bastardo che l'ha fatta piangere. kazehaya però non mena kento ma si limita a dichiararsi a sawako davanti a tutti. esattamente! le dice che le vuole bene. e lei? continua a piangere in preda al panico ed è convinta che lui le abbia detto di starle lontano. se pure al ti voglio bene in modo diverso da come me ne vuoi tu, le viene il dubbio di capire cosa intenda precisamente, decide che kazehaya le vuole bene come se ne può volere a un cane randagio e comincia a deprimersi e a continuare a piangere, mentre lui se ne va convinto di essere stato rifiutato. ma si può?
tutti continuano a capire tutto e nessuno si prende la briga di tirargli una secchiata d'acqua fredda addosso e farli ragionare.
le paranoie continuano per quasi tutto il volumetto, con pin che li prende in giro, chizu e kurumi che danno dell'ottusa (e sono ben generose!) a sawako e tutto il resto del mondo che ride della sua idiozia.
insomma in qualche modo qualcosa scuote sawako e quando kazehaya, che ha giusto un grammo di fegato in più di lei, le dice di presentarsi in aula perché le vuole parlare, lei, con la solita aria di chi si è trovata improvvisamente incinta di nove mesi e deve affrontare un parto plurigemellare senza anestesia e con un preavviso di cinque minuti, si ferma davanti alla porta dell'aula convinta di riuscire questa volta a mostrare i suoi veri sentimenti a kazehaya.
ci riuscirà? manco a dirlo, dobbiamo aspettare il prossimo numero per saperlo.

e se arrivare a te è perso in una serializzazione praticamente infinita, strobe edge si avvicina al finale, con un nono numero da batticuore, fangirleggiamento estremo e urletti isterici a ogni pagina!
*attenti agli spoiler anche qui!*
ren è geloso come un pazzo! il legame che si è creato tra nina e il capogruppo della squadra di tifoseria gli rode quanto non si può immaginare, e non fa nulla per nasconderlo. quando nina cerca di raggiungere il tizio sul treno, ren scende dal suo vagone per fermarla, in uno di quegli atteggiamenti da sono il bel tenebroso, figo e impulsivo e tu bambina non puoi resistermi, yeah! che tanto mi piace in lui!
nina, parlando con le amiche, ha capito che anche volendo, non è possibile cambiare i propri sentimenti soltanto volendolo, quindi si rassegna e si toglie dalla testa l'idea di rinunciare a ren.
il quale adesso si è finalmente convinto di dichiararsi! allelujah, ci siamo quasi! e invece...
proprio quando i due piccioncini dovrebbero incontrarsi per la fatidica dichiarazione da parte di entrambi, ninako assiste alla penosa rissa tra ando e un tizio per strada. ando si fa pestare e muore di vergogna all'idea di farsi vedere così da nina, le dice che ormai ha rinunciato all'idea di conquistarla e si è rassegnato, con l'atteggiamento da cane bastonato, a cederla a ren.
non è che sia esattamente una di quelle scene a cui ogni ragazza vorrebbe assistere. e proprio dopo aver lasciato ando in condizioni pietose, incontra ren, che le confessa il suo amore.
non era quello che desiderava? non era il suo sogno più bello, la sua speranza più grande? e che fa? ancora sconvolta per l'incidente di ando lo rifiuta!!! ma buon dio, è amica di sawako questa qui? perché perché perché???
fortuna che ren è un po' più sveglio. nelle ultime pagine becca nina seduta sul suo - di lui! - banco, lei scatta in piedi imbarazzata come non mai, cerca di scappare (e mi viene il dubbio sempre più forte che in giappone abbiano serissimi problemi di comunicazione e di controllo emotivo) ma lui la blocca al muro e le dice che se non gli spiega quali sono i suoi veri sentimenti non la lascerà andare.
due mesi di sofferta attesa e finalmente dovremmo vederli insieme felici e contenti! non vedo l'ora di leggere l'ultimo numero!

sabato 8 giugno 2013

annunciato fables in edizione economica!

direi che il titolo del post dice tutto. vi ricopio preciso preciso quanto ho letto sul sito di rw edizioni a proposito dell'annuncio fatto all'etna comics:


Sempre per RW Lion è stata svelata un’ulteriore novità, si tratta della ristampa in formato italiano (16×26) di Fables, capolavoro di Bill Willinghan e una delle migliori serie Vertigo degli ultimi anni.
La nuova edizione in bianco e nero sarà disponibile a partire da settembre, sia per il mercato delle fumetterie che per quello delle edicole, e verrà proposta ad un prezzo di soli €2,90 x 96 pagine, così da permettere a tutti di avvicinarsi più facilmente a quest’opera.
RW Lion sperimenterà quindi per la prima volta in Italia, nel classicissimo formato Bonelli, storie che speriamo riescano ad entusiasmare il pubblico delle edicole mensilmente.
Inoltre per l’occasione il numero 1 godrà anche di una versione Variant dedicata al mercato delle fumetterie. Per coloro che non conoscono ancora quest’opera eccovi una breve introduzione scritta da Lorenzo Corti, redattore per la linea RW Lion:
E se tutti i personaggi delle favole che vi hanno raccontato da bambini fossero reali e vivessero a New York? Questa domanda è il presupposto alla base di FABLES, la serie Vertigo vincitrice di 14 Eisner Awards con protagonisti noti a tutti: da Biancaneve a Cenerentola, da la Bella e la Bestia ad Hansel e Gretel, da Pinocchio ad Aladino ed i personaggi delle Mille e Una Notte. Molti di loro vivono a New York nascosti al resto del genere umano grazie a degli incantesimi, in esilio dalle loro terre natie dopo una lunga guerra persa contro un misterioso Avversario. Impreziosita dai disegni di Mark Buckingham e dalle splendide copertine pittoriche di James Jean, FABLES meritava di essere scoperta e apprezzata anche dai lettori affezionati al classico formato all’italiana da edicola. Quindi preparatevi a scoprire o a riscoprire ogni mese in edicola e fumetteria in albi di 96 pagine in bianco e nero (che esalteranno ancora di più i disegni di Buckingham e degli altri artisti) la serie Vertigo più importante degli ultimi anni, solo la prima di altre proposte simili che seguiranno nei prossimi mesi. In ogni numero approfondimenti critici per conoscere meglio sia la serie, che il suo background originale, ovvero le fiabe di tutto il mondo. Uno sforzo editoriale non indifferente, in un periodo storico-economico come questo, atto far conoscere a sempre più lettori il top della Vertigo degli ultimi anni. Seguiteci, non rimarrete delusi!
e la sottoscritta ne approfitterà assolutamente, visto che sono secoli che volevo leggere fables, adesso potrò farlo senza svenarmi!

giovedì 6 giugno 2013

piccoli sogni

ormai divido i libri in due categorie. quelli che non puoi smettere di leggere neanche per un secondo e li molli solo dopo che li hai finiti e quelli che invece lasci ciondolare sul comodino, che leggiucchi prima di addormentarti. piccoli sogni di katie fforde fa parte della seconda categoria.

non che i primi siano per definizione migliori dei secondi, ma credo che se un romanzo leggero e spensierato non è neanche appassionante, beh, allora c'è qualcosa che non va.

la storia è abbastanza semplice. *attenzione agli spoiler!* le tre protagoniste, may, sally e harriet, si incontrano in una sala di attesa mentre aspettano di parlare con quello che potrebbe essere il loro prossimo datore di lavoro. may vive in una barca e ha bisogno di soldi per pagare i debiti dell'ormeggio, sally cerca di diventare una vera attrice, ma si trova a dover sopportare un fidanzato stronzo per avere un tetto sulla testa ed è determinata a trovare un lavoro che le permetta di lasciarlo e andare a vivere sola, mentre harriet è una giovane madre single, alla quale i nonni, con i quali ha vissuto tutta la vita facendo da cenerentola in casa loro, hanno proibito di vedere il figlio, che adesso vive in collegio, fino a che lei non tornerà a casa da loro e abbandonerà la stupida e malsana idea di diventare una pittrice.
ottenuto il lavoro, che è quello di donne delle pulizie, ci mettono pochissimo tempo a capire che sono state truffate e che riceveranno uno stipendio da miseria per sgobbare come muli a ripulire appartamenti da denuncia all'ufficio igiene. si sbarazzano presto del capo, chiamato tra di loro affettuosamente il verme, e si mettono in proprio. ovviamente il lavoro di domestiche non porterà solo i soldi, con i quali poter realizzare i loro piccoli sogni, ma farà loro incontrare i rispettivi principi azzurri: hugh, un avvocato dai modi un po' freddi per may, femminista convinta che nella sua vita non ci sia il bisogno di un uomo, leo, un pittore che scoprirà il talento artistico nascosto di harriet e non solo quello e james, agricoltore un po' rude ma decisamente alla mano che farà sciogliere sally come un panetto di burro al sole.

tutto quello che succede è abbastanza scontato, fin dal primo incontro tra le protagoniste e i tre uomini di cui sopra si capisce che scoccherà l'amore, come se non ci fossero altre possibilità. i tempi a volte sono velocissimi, altre volte insopportabilmente lenti, cosa che, come dicevo all'inizio, non rende questo romanzo un romanzo appassionante e avvincente. nonostante poi l'autrice ci racconti dei lavori delle tre, dei loro talenti, delle capacità eccetera, non si avverte la loro crescita come persone, e l'esempio più lampante - e, per un lettore, irritante - è la vicenda di harriet, giudicata una grande potenziale artista prima ancora che dipinga qualcosa di esaltante.

insomma, ok, l'amore è la cosa più bella della vita, e su questo non ci sono dubbi, ma nella vita non c'è solo l'amore. sembra che tutto quello che le tre donne facciano all'infuori della relazione con i loro partner sia solo un effetto collaterale dovuto al fatto che respirano. may si direbbe una persona forte e piena di spirito di iniziativa, di harriet si intuisce una potenzialità artistica sulla quale non vengono spese più delle parole necessarie a informarci che sa tenere il pennello in mano, di sally sappiamo che vorrebbe fare l'attrice ed è carina e affascinante, ma è tutto qui. i personaggi sono troppo troppo piatti per risultare in qualche modo attraenti.
beh, mi ha deluso, sopratutto perché avevo letto tutto il bene possibile di questa autrice. forse ho sbagliato romanzo? forse mi aspettavo qualcosa di meno oh ti prego sposami e più sono una donna capace di fare della mia vita quello che voglio? sì, sicuramente speravo qualcosa così.
non è un libro da buttare ed è valso l'euro che ho speso per averlo, ma non più di questo. se mi ricapita un'occasione simile e becco altri libri di katie fforde a questi prezzi ridicoli, un'altra possibilità gliela do. ma adesso preferisco spendere le mie miserabili finanze in qualcosa di meglio.

mercoledì 5 giugno 2013

hitsuji no uta 6 e little butterfly 1

hitsuji no uta si avvia alla conclusione con un penultimo volumetto denso come il barattolo della nutella a dicembre. *attenti agli spoiler!*
chizuna, dopo aver rifiutato minase, è tornata a casa, cercando di nascondere al fratello che le sue condizioni sono sempre più gravi e che continua a prendere di nascosto la fantomatica medicina contro i suoi attacchi. conosce kazami shinobu, l'infermiera che lavorava con suo padre fino a poco tempo prima che si suicidasse. dopo un lungo periodo vissuto in un'altra città, kazami è tornata alla clinica takashiro per salutare il suo vecchio datore di lavoro, per il quale aveva evidentemente un debole, e ha saputo della sua tragica morte. nessuno però sa spiegarle il perché di quel gesto, così kazami prova a chiedere alla figlia.
anche sulle tombe del padre e della madre dei due fratelli c'è una folta coltre di mistero, che si spera verrà svelata nel prossimo numero.
gli attacchi di chizuna sono accompagnati da frequenti incubi su sua madre, la bella dolce mamma che dovrebbe portarle serenità almeno in sogno e che invece le lascia sempre addosso un forte senso di ansia e malessere, come se avesse dimenticato qualcosa di importante e poco piacevole.
tra le indagini di kazami sulla malattia dei takashiro (è riuscita a trovare qualche documento nel vecchio laboratorio dove lavorava un tempo) e gli incubi di chizuna, solo kazuna sembra aver recuperato un po' di pace. grazie all'insistenza della sorella è tornato a scuola, dove ha in qualche modo spiegato la situazione al suo amico kinoshita.
incoraggiato dai miglioramenti e dal fatto che gli attacchi sono sempre più sporadici e controllabili, kazuna si sta pian piano convincendo che è possibile guarire. ma è davvero così? non ha ancora incontrato yaegashi e in fin dei conti è lei il suo punto debole...
chizuna alla fine è quella che più sta soffrendo in questo momento. una sconosciuta che viene a rispolverare il ricordo del suicidio di suo padre, gli incubi su sua madre e i dubbi sul perché non è mai stata portata alla sua tomba e nessuno sappia dove si trova, le insicurezze del fratello, il corpo che regge sempre meno proprio adesso che sta iniziando a riscoprire quanto è piacevole stare a scuola a chiacchierare con delle amiche...
sento che al prossimo numero piangerò.

e - come al mio solito - prima ancora di terminare una serie ne ho iniziata un'altra, ma questa volta sono giustificata, almeno con la mia coscienza, perché aspettavo di poter leggere questo manga da un bel po' di tempo. e l'attesa è stata ampiamente ripagata. sto parlando di little butterfly, della cara takanaga. se per ora non posso permettermi il tiranno e magari proverò a recuperarlo più in là contando su qualche sconto, mi consolo alla grande con questo manghino pucciosissimo, che ha risollevato il livello generale di gradimento del filone shounen-ai.
state anche qui *attenti agli spoiler!*
la trama è molto semplice e parte da uno dei soliti stereotipi da shoujo manga (anche se è uno shounen-ai, penso valga lo stesso, ma non ho troppa esperienza in merito, quindi tenetevi il mio parere  per quello che è e amen): kojima e il tipico ragazzo solare, amico di tutti, sempre buono e vagamente ingenuo. comincia a essere incuriosito da nakahara, un tipo che al contrario di lui è sempre solo e taciturno, isolato il più delle volte dai suoi compagni.
incapace di pensare che una persona possa starsene bene per fatti suoi, kojima cerca in tutti i modi di diventare amico di nakahara e di farlo integrare al gruppo dei compagni di classe.
quale migliore occasione di stringere amicizia che una gita scolastica? kojima inserisce a forza nakahara nel suo gruppo, con scarso entusiasmo di tutti. alla prima occasione nakahara si allontana dal gruppo senza avvisare nessuno e kojima non perde un attimo di tempo e corre a cercarlo. lo trova che sta per salire su un autobus e senza pensarci due volte sale con lui. ci mettono poco prima di farsi buttare a terra perché non hanno il biglietto e finalmente nakahara si confida con kojima: voleva scappare da casa, lontano dai suoi genitori con i quali da sempre ha un sacco di problemi, e questa volta aveva finalmente abbastanza soldi e una scusa (la gita scolastica) per portarsi dietro un borsone senza dare troppo nell'occhio.
i due, che durante il breve ma rocambolesco viaggio sono ormai diventati amici, al ritorno in albergo vengono felicemente cazziati dai professori, ma sono troppo divertiti per dar peso alla vicenda.
al ritorno a scuola però ricominciano i problemi: adesso che si è avvicinato a nakahara, anche kojima viene sempre più evitato dai suoi compagni, che in fondo sono gelosi del rapporto che si sta creando tra i due.
il modo in cui la vicenda si risolve e nakahara si fa accettare dal gruppo è talmente buffo che non ve lo racconto neanche, dovete leggerla questa cosa assurda e pensare che in fondo si tratta pur sempre di ragazzini in piena adolescenza!
il rapporto tra kojima e nakahara si fa pian piano sempre più stretto fino a quando nakahara si dichiara. kojima è abbastanza confuso dai sentimenti di nakahara, ma quando quest'ultimo gli mostra il liceo che vuole frequentare l'idea di una separazione gli schiarisce del tutto le idee.

insomma, non è che la trama sia il massimo dell'originalità, ma è una storia così dolce e carina che non importa proprio a nessuno quanto possa essere tutto prevedibile. non sto friggendo dalla voglia di leggere gli altri due volumi, ma di certo non me li faccio scappare!
c'è qualche altra serie breve/autoconclusivo della takanaga su questo genere che mi consigliate?

martedì 4 giugno 2013

arrivare a te 8 e tokyo alice 3

ed ecco qui la seconda parte del post-minestrone! due dei miei manga cuoricinosi preferiti del momento (a pensarci bene sono tanti i miei manga cuoricinosi preferiti del momento... vabbè...)


arrivare a te, anche nel volume 8, mantiene altissimo il suo livello di zuccherosità. tutti i protagonisti sono stati promossi al secondo anno e sawako è di nuovo in classe con tutti i suoi amici e ha anche conosciuto kento, un nuovo compagno che le sta molto vicino e vuole fare amicizia con lei.

oltretutto si ritrova di nuovo a dare lezioni di recupero a tutta la classe, kazehaya compreso, e tutto questo la rende felice. però, tra le attenzioni di kento e il circolo di amici sempre più vasto, le occasioni di rimanere con kazehaya si fanno sempre meno frequenti.
il vero problema è che tutti e due i nostri stupidissimi piccioncini sono convinti di non piacere uno all'altra e così appena fanno un passetto avanti subito ne fanno due indietro aumentando ogni volta la confusione che hanno dentro quelle testoline che chiedono solo una tempesta di pugni.
nonostante tutti abbiano capito tutto, loro due non si arrendono all'evidenza, continuando ad ammazzarsi di seghe mentali e autocommiserazioni varie.
nonostante a volte mi vengano i nervi a me questa serie piace, proprio per i nervi che mi fa venire! sarò una masochista?

cambiando genere e buttandoci su qualcosa di decisamente più frivolo e meno da complessati, vi parlo di uno dei miei best della serie manga cuoricinosi: tokyo alice!
rimane uno spettacolo per gli occhi, tutti quei vestiti e accessori disegnati in modo stupendo, e la storia si fa sempre più coinvolgente. *attenzione agli spoiler!*
è ufficiale: fu si è trovata un fidanzato ricchissimo! lavora nella sua stessa azienda ed è un ricco ereditiere, un uomo che la vizia e la coccola e la riempie di regali. però... uno così è più che altro una specie di papino, un uomo vero dovrebbe provare un altro tipo di pulsioni... insomma, nonostante stiano insieme, il plurimiliardario non ha nessunissimo desiderio per lei, e quando fu gli chiede di andare insieme in albergo lui confessa che non riesce ad andare a letto con una donna. quindi bisogna scegliere: stare con un portafogli sempre pieno ambulante oppure con un uomo vero?
spiacente per i regali, ma fu sceglie la seconda opzione, e la sua storia d'amore (poco d'amore ad essere sinceri) finisce presto.
nel frattempo sayuri ha ormai capito che okuzono la interessa poco e cerca di spingerlo tra le braccia di fu, convinta che lui sia il tipo di uomo più adatto a lei. ma non riesce a prevedere quello che il destino ha in serbo per lei, la mangiatrice di uomini. hiyama, un amico di okuzono che non sembra affatto colpito dal suo fascino e che per questo la conquisterà molto più di quanto lei stessa non vorrebbe ammettere.
e se rio continua a fare la donna di ghiaccio, mizuho si ritrova nei guai per colpa sua, innamorata o quasi del solito idiota, che per questa volta prende le sembianze di izumi, l'infermiere che nonostante si faccia consolare tra le lenzuola di mizuho non riesce a smettere di pensare a rio. mi fa sempre più pena poverina! possibile che scelga solo uomini indegni di questo nome?
quindi alla fin fine abbiamo: una quasi-sposa - sayuri - in forte crisi con se stessa e con l'idea di sposarsi per colpa del primo uomo che sia riuscito a farle perdere il controllo della situazione, una dottoressa che continua a tenere ben separati sesso e sentimenti e a dare il due di picche all'infermiere che, nel frattempo, ha fatto innamorare la sua amica e c'è andato pure a letto. e se tutto questo non bastasse alla fine okuzono si dichiara a fu come un liceale alla sua prima cotta e lei se ne scappa in preda al panico più totale!
datemi presto il quarto volumetto oppure esplodo!

lunedì 3 giugno 2013

rinne 12 e hiyokoi 4 e 5

preparatevi al post-minestrone su un bel po' di roba letta ultimamente. sono in ritardissimo con queste recensioni, però vabbè. visto che di roba di cui parlare ce n'è tanta, divido in due post, domani trovate le recensioni di arrivare a te e tokyo alice!

cominciamo con rinne! lo sapete, ho scoperto questo manga da poco, un sacco di tempo dopo che hanno iniziato a pubblicarlo, ma mi sta piacendo tantissimo! e questo volumetto qui, il dodicesimo, mi ha fatto divertire tantissimo! la storia principale è quella dell'esame per il raggiungimento di un livello superiore per i gatti neri che accompagnano gli shinigami. rokumon decide di partecipare e rinne accetta, attirato dall'idea di poter usufruire di uno sconto per le attrezzature da shinigami che si può ottenere solo avendo un gatto nero che abbia almeno il livello di primo dan. inizia così una lunga serie di prove abbastanza assurde e spassose, nelle quali rokumon e gli altri gatti neri che abbiamo conosciuto nei volumetti precedenti, faranno di tutto per poter ottenere il tanto ambito riconoscimento. gli altri episodi seguono lo schema solito a cui la takahashi ci ha già abituati con rinne. tra parentesi, al momento rinne in giappone è arrivato al sedicesimo volumetto, quindi noi qui per più di un anno almeno possiamo continuare a goderci la lettura senza interruzioni.

passiamo alla tappetta più dolce degli shoujo attualmente in circolazione, la cara hiyorin, protagonista di hiyokoi! non succede nulla di eccezionalmente eclatante in questi ultimi due volumetti - il quarto e il quinto - ma state comunque *attenti agli spoiler!*. nel terzo volume avevamo lasciato tutta l'allegra compagnia al parco giochi, con hiyorin che rischiava l'infarto al solo pensiero dell'ottovolante. il buon yushin la consola con un giro sui cavallucci, dal quale ne esce anche fuori una bella foto che farà sfarfallare il cuore di hiyorin in modo davvero pericoloso!
ma foto e cavallucci a parte, il problema adesso è kisaki, la bellissima amica d'infanzia di yushin, innamorata di lui e decisissima a conquistarlo. l'ultima confessione a yushin sembra quasi che lui si sia deciso a ricambiare i suoi sentimenti, e hiyori è talmente depressa da rasentare lo stato ameboide.
nel frattempo il piccolo e asociale ko e ricchan si ritrovano a essere considerati una coppia senza potersi spiegare per bene con gli altri, e hiyori riesce finalmente a chiarire tutti i dubbi sui sentimenti di yushin a proposito della sua amica. ma allora di chi sarà innamorato? (non lo sospettate neanche, vero?). a complicare le cose, kisaki annuncia di dover lasciare il giappone e di doversi trasferire all'estero, ma dopo l'ennesimo rifiuto, non ha comunicato nulla di preciso a yushin, e pare proprio che i due vecchi amici non riusciranno a salutarsi prima della partenza. indovinate chi è che trascinerà lo spilungone all'aeroporto giusto in tempo?
la situazione con yushin si fa più distesa e i due sono buoni amici, ma hiyori non è per nulla convinta che l'amicizia basti. e proprio quando vuole cominciare a stringere di più il suo legame con yushin, provando a invitarlo a vedere insieme i fuochi d'artificio, ecco l'altra rivale, reina, a mettere i bastoni fra le ruote.
povera piccola hiyori! proprio adesso che è riuscita ad andare a studiare a casa del ragazzo che adora, vuole presentarsi a sua madre dando una buona impressione, invece viene spinta in una pozzanghera da un cane enorme e particolarmente affettuoso e reina le ha rubato l'idea dell'invito per lo spettacolo pirotecnico!
le cose vanno davvero maluccio, e l'umore crolla sempre di più...
dai hiyorin, io faccio il tifo per te! nonostante si tratti di un manghino senza troppe pretese, siamo già al quinto volumetto e a me continua a piacere, quindi il fatto che in giappone siamo arrivati al decimo volumetto e la serie sia ancora in corso non mi spaventa neanche un po'...